Votes taken by Nero Erebus

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    A tutti noi è capitato di entrare in contatto con qualcuno dall'aspetto familiare, ad un certo punto nella nostra vita. Probabilmente vi siete anche avvicinati, chiedendovi se vi siate mai incontrati precedentemente. La maggior parte delle volte si allontanano, scuotendo la testa. Ma a volte semplicemente si fermano, guardandovi dritti negli occhi.

    L'ho visto accadere a diverse persone mentre camminavo per le affollate strade di New York City. Qualcuno corre incontro ad una persona, gridando il suo nome solo per ricevere uno sguardo peculiare. Una volta passato il momento, il secondo se ne va come se nulla fosse. Come se il ricordo di quell'incontro non fosse mai esistito.

    È piuttosto bizzarro assistervi. Voglio dire, quante volte è successo a me? Quante persone ho riconosciuto solo per dimenticarmene un attimo dopo? Era un inquietante mistero su cui volevo indagare.

    Iniziai dunque a seguire uno di loro, assicurandomi di mantenere una certa distanza. Il signore non sembrava avere un preciso obiettivo. L'unica cosa che pareva interessargli era spintonare la gente, obbligandola a schivarlo in fretta, uno sguardo irritato stampato sulle loro facce.

    Forse era solo uno stronzo... anzi... una specie di masochista... sì, magari era così. Ma le mie teorie vennero annullate non appena entrò in un vicoletto. Là, al sicuro da sguardi indiscreti, si sedette a gambe incrociate, in preda alle convulsioni. Continuai ad osservare, nonostante la mia coscienza mi stesse urlando di aiutare quell'uomo. Qualcosa in lui stava cambiando.

    Nell'esatto punto in cui precedentemente sedeva un uomo, adesso c'era una donna. Ero chino dietro ad un angolo, profondamente scosso mentre riflettevo su quello che avevo appena visto. Sbirciando dietro l'angolo, vidi che la donna stava venendo verso di me, continuando il suo viaggio senza destinazione. Continuai a seguirla.

    Nuovamente, la donna continuava ad urtare la gente intorno a lei, causando reazioni infastidite e commenti osceni nei suoi confronti. Nonostante volessi andarmene con tutte le mie forze, dimenticandomi di tutte le stranezze accadute quel giorno, non riuscii ad ignorare il rodente impulso di sapere. Dovevo sapere cosa diavolo fosse.

    Dentro di me era in corso una battaglia. Non sapevo se continuare o interrompere la mia missione. Nel frattempo lei era entrata in un edificio. La curiosità prevalse e mi affrettai a seguirla, cercando di non destare sospetti. Una volta dentro, mi guardai intorno. Iniziai a sentire brividi correre lungo la schiena. Non riuscivo a vederla.

    Apparve improvvisamente, gli occhi fissi sui miei mentre si avvicinava.

    "Mi hai seguito" disse.

    La sua voce era strana, quasi robotica.

    "Quanto hai visto?" mi chiese, fermandosi davanti a me.

    Deglutii faticosamente, sudando per il nervoso.

    "Cosa sei?" chiesi.

    Sorrise inclinando la testa, come intrigata dalla mia domanda.

    "Sono un conservatore" rispose, come se fosse ovvio.

    "Conservatore?" chiesi, confuso.

    Annuì.

    "Noi ti... gestiamo" disse con un sorrisetto.

    Chiusi istintivamente i pugni, quando iniziò a riavvicinarsi, i suoi occhi ancora fissati sui miei.

    "Voi umani siete sacrificabili, a causa nostra. Senza gestione vivreste troppo a lungo. Il vostro pianeta esploderebbe se ve lo lasciassimo fare", spiegò avvicinando le dita alla mia faccia.

    Il suo tocco era... strano. Era come se stesse prosciugando le mie energie.

    "Era questo che stavi facendo urtando la gente?" chiesi. Facevo fatica a tenere gli occhi aperti.

    Annuì con un movimento rapido e fluido, completamente diverso della sua voce.

    "Beh sarà meglio che vada. Probabilmente ci rivedremo, prossimamente" disse, mentre il mio corpo si accasciò.

    Quando mi svegliai, ero ancora nell'edificio. Mi toccai il viso, notando qualcosa che non era mai stato lì precedentemente; qualcosa che mi fece capire che quello strano incontro non era stata un'allucinazione.

    La guancia che la donna aveva toccato aveva un minuscolo incavo... una piccola ruga.



    ORIGINALE:
    http://creepypasta.wikia.com/wiki/The_Preservers

    Edited by RàpsøÐy - 2/8/2017, 15:08
  2. .


    NES Godzilla



    Autore: Cosbydaf
    Traduttore: Nero Erebus - Revisione di Mamugian, di DamaXion e di Emily Elise Brown



    Conclusa



    Zachary, grande appassionato di Godzilla, con l'aiuto del suo amico Billy si procura una cartuccia di Godzilla: Monster of Monsters, uno dei giochi preferiti della sua infanzia. Già dalle prime battute, però, si rivela molto diverso da come lo ricordava...



    Edited by Kohei - 2/12/2020, 20:20
  3. .
    CARATTERISTICHE
    I Redcap (Berretto Rosso), conosciuti anche come Powries, Dunters o Bloody Cap, sono delle creature malvagie del popolo dei folletti, più precisamente dei goblin.

    All'apparenza sono minuti, molto emaciati, con capelli radi poco curati, occhi rossi, mani ossute munite di artigli e denti appuntiti.
    Sono molto rapidi nei movimenti, nonostante tengano una pesante picca di ferro nella mano sinistra e calzino pesanti stivali dello stesso metallo.
    Solitamente li si può trovare al confine tra la Scozia e l'Inghilterra nei castelli in rovina, specialmente in quelli dove vi sono state numerose battaglie e dove è stato versato molto sangue.

    Si narra che i Redcap uccidano chiunque entri nella loro dimora, spesso scaraventando dei massi dalla cima delle scogliere sugli sfortunati viaggiatori, e che dopo tale delitto bevano il sangue delle vittime e vi intingano il proprio berretto (da qui il loro nome).
    Nella credenza popolare si dice anche che i Berretti Rossi debbano uccidere regolarmente, poiché morirebbero qualora il sangue sui loro cappelli si asciugasse.

    Sfuggire ai Redcap è quasi impossibile; forse l'unico modo per metterli in fuga e leggere un passo della Bibbia, perché questo farebbe loro perdere un dente.

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    "Watch out for the heartless Redcap,
    Because he’d rather see you dead.
    He’d love to squeeze out all your blood,
    then put it on his head!"



    (Stai in guardia dallo spietato Redcap
    perché lui piuttosto ti vorrebbe vedere morto.
    Adorerebbe spremere via tutto il tuo sangue
    per poi metterlo sulla sua testa)



    STORIE E DICERIE
    La storia sicuramente più nota è quella di William II de Soules che, si dice, abbia avuto come familiare un tale Robin Redcap; nel 1320 William venne coinvolto in un complotto contro Robert Bruce e morì poco dopo in circostanze misteriose. Essendo lui stato un alleato dell'Inghilterra durante le Guerre d'Indipendenza Scozzesi, non doveva essere stato un personaggio molto apprezzato dai popolani del castello. Secondo la leggenda William e Robin compirono nefandezze indicibili insieme stuprando donne, massacrando uomini, adoperando addirittura la magia nera. William, dopo una rivolta dei residenti del castello, venne portato in un luogo chiamato il Nine Stane Ring e venne condannato a bollire a morte nel piombo fuso. Dopo la sua morte sparì anche Robin. Ma a quanto pare alcune persone hanno avvistato un uomo minuto e ricurvo, fare la guardia alla lapide di William con una picca in mano.

    Esistono però anche storie che raffigurano questi esseri come di buon auspicio, come nel caso del Berretto Rosso che risiedeva in una delle stanze del castello di Grantully, nel Perthshire; si narra che portasse fortuna a chiunque lo vedesse o sentisse.

    CITAZIONI
    I Redcap vengono citati in numerose opere tra le quali:
    nel fumetto di Hellboy "Iron Shoes" di Mike Mignola
    nella serie di Harry Potter di J.K. Rowling
    nei libri delle Cronache di Spiderwick di Holly Black
    nella novella grafica Gothic "Fables vol. 2" della Vertigo



    Edited by Nero Erebus - 30/7/2014, 00:01
3 replies since 30/12/2013
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