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    CITAZIONE (Stefy983 @ 31/7/2023, 23:23) 
    Allora, cercherò di essere breve non essendo il più portato a correzioni dettagliate.

    La storia sembra scritta in fretta, i dialoghi sono come forzati e situazioni irrealistiche, la cosa più reale che ho letto è stato solo il padre che chiedeva al figlio che pensava della morte ma pure quel dialogo poteva essere introdotto meglio. Hai come cercato di dare un senso di inquietudine e ansia, ma dovevi puntare a un senso di debolezza, il tempo che logora e un effetto quasi nostalgico per ciò che presto non ci sarà più.

    Queste cose le hai anche inserite nel racconto, ma sono così brevi da essere praticamente inesistenti o hanno il problema che ho menzionato prima. Io so bene cosa si prova a perdere un caro per colpa di un tumore a tenera età. Se desideri un parere più dettagliato specificami su cosa e te lo dico

    In linea di massima concordo con te. La storia non è scritta male, tuttavia trovo che le reazioni dei personaggi siano un po' troppo stoiche, ad esempio nel momento della diagnosi del tumore e nel momento della morte del padre. Io ho un'amica che ha sperimentato la morte di un suo caro e che ne ha sofferto tanto (ne soffre pure oggi), sebbene ciò le sia avvenuto più recentemente (un paio di anni fa). Potrei interpellarla, in caso se la sentisse. :o:
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    Uhm... il racconto mi pare scritto abbastanza bene (a parte qualche virgola e qualche punto che mancano, assieme ad alcuni refusi ortografici come "nè" con l'accento acuto), però la storia non mi ha convinto. C'è questo demone, che si trasforma nel prete e ammazza coloro che vogliono rescindere il matrimonio. Non fa molta paura, tra l'altro il matrimonio è rescindibile se si va dalla Santa Sede. Personalmente, avrei reso Sarah ed Henry dei membri di qualche setta integralista cristiana e avrei fatto apparire il prete-demone non appena consumato un rapporto con una persona estranea alla loro unione.
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    L'ultimo film che ho visto è stato "Roma città aperta" di Rossellini. Nell'ultimo mese, in generale, ho visto i film più famosi di Hitchcock e di Pasolini.
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    “Ehi, tu-tu?”
    “Sì, figliolo?”
    “Secondo te i buchi sanno che diventeranno fa-ffalle?”
    “Secondo te?”
    “Nolloso. Secondo me si svegliano un giorno e pensano ‘oh cavolo posso volare che succede???’ capito?”
    “In effetti. Ti piacerebbe volare, figliolo?”
    “Un giorno sì.”

    “Ehi, tu-tu?”
    “Sì, figliolo?”
    “Quanto è durato il tuo sonnellino?”
    “Molti anni.”
    “Tipo più di dieci?”
    “Per molte decine.”
    “È un bel sonnellino!”
    “Certamente.”
    “Avrai bisogno di dormire ancora?”
    “Un giorno, forse. Un tempo molto lontano da ora.”
    “Una volta ho dormito quasi un giorno intero!”
    “Davvero impressionante.”
    “Ero coooooosì affamato quando mi sono svegliato. Hai fame?”
    “Parecchia.”
    “Ma non mangerai nessuno, giusto?”
    “Esatto.”

    “Ehi, tu-tu?”
    “Sì, figliolo?”
    “Guarda quanto salto in alto!”
    “Incredibile.”
    “Hai mai giocato al salto alla corda?”
    “Non posso dire di sì.”
    “Un giorno dovresti provarci, saresti bravo.”
    “Lo terrò a mente.”

    “Ehi, tu-tu?”
    “Sì, figliolo?”
    “Perché tutti hanno paura di te?”
    “Chiunque tende ad avere paura di ciò che non comprende.”
    “Che vuol dire?”
    “Sono vecchio e potente oltre la comprensione umana.”
    “Che vuol dire.”
    “Vengo da un tempo più lontano di quello della tua stirpe.”
    “Che vuol dire?”
    “Vengo da un posto che non potete vedere.”
    “Perché no?”
    “Non avete l’abilità e non avete ancora inventato la tecnologia per riuscirci.”
    “Che vuol dire?”
    “I vostri scienziati non hanno ancora scoperto altre dimensioni, nonostante le loro numerose teorie.”
    “Che vuol dire?”
    “Tutto a tempo debito, figliolo.”
    “Perché?”
    “Forse puoi farmi vedere di nuovo quanto in alto riesci a saltare.”
    “Ok!”

    “Ehi, tu-tu?”
    “Sì, figliolo?”
    “Come mai tutti guardano me tutto il tempo e non tutti gli altri?”
    “Sei speciale.”
    “Perché?”
    “Il tempo lo rivelerà.”
    “Tipo… perché nessun altro sposta le cose quando le guarda?”
    “Ti sei evoluto più degli altri.”
    “Che è un evoluto?”
    “L’evoluzione è il processo attraverso cui gli organismi… sei speciale.”

    “Ehi, tu-tu?”
    “Sì, figliolo?”
    “Ci sono altri come te laggiù?”
    “Parecchi.”
    “E… gli piacerò?”
    “Ti adoreranno, figliolo.”
    “E faranno tutto quello che voglio?”
    “Certamente.”
    “Ti… ti piaccio?”
    “Più di quanto tu comprenda.”

    “Ehi, tu-tu?”
    “Sì, figliolo?”
    “Raccontami di nuovo la storia della pi-sci-escia poppo.
    “Va bene.”

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    La barba iniziò ad essere vista di mal occhio soprattutto con la tubercolosi di New York del 1900, e poi con la spagnola del 1918, perché si temeva che la barba potesse attirare i germi e tenerli intrappolati, diventando veicolo di contagio. Se a lungo l'abbiamo tenuta corta in Occidente è stato pure perché le competenze mediche erano molto inferiori a quelle odierne.


    CITAZIONE
    Con la barba si dimostrano sempre almeno 10 anni di più

    E questa è la ragione per cui me la sono lasciata crescere. Io ho 19 anni, ma senza barba me ne danno 16/17 (anche perché sono bassetto). In più, io ho anche la testa rotonda; avere un po' di barba (assieme ad un po' di capelli, ricci nel mio caso) mi aiuta ad avere un viso più ovale e quindi ad essere esteticamente più gradevole.


    CITAZIONE
    CONCLUSIONI: prima di fare un cambiamento, una scelta, assicuratevi di riflettere, assicuratevi che la scelta sia davvero dettata dalla propria volontà, da un proprio sentimento, da una “vocazione”. Chi tira le fila dell’umanità (siamo burattini nelle loro mani) sa abilmente utilizzare efficacissime tecniche di manipolazione mentale. Cosa dovremmo fare? Continuare ad obbedire come cagnolini fedeli, anzi, come robots, o riprenderci la nostra volontà e individualità? È l’individualità delle persone la cosa che più conta per progredire: se tutti la pensassimo esattamente allo stesso modo, non ci sarebbe progresso.

    Tutti i rapporti sociali si reggono sulle maschere e sull'apparenza, che condizionano il modo in cui veniamo percepiti. Pirandello docet. Sta all'individuo cercare di opporsi quando le convenzioni sociali non gli si addicono troppo (a me non piacciono proprio i risvoltini o le collane d'oro e infatti non li metto), e ai gruppi politici organizzati, se le convenzioni sociali finiscono per essere oppressive e per limitare la propria libertà di essere, però in casi come questi non ci si può fare granché.
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    Chiedo scusa per il commento arrivato in enorme ritardo. In tutta sincerità, devo dire che la storia sa di già visto, e proprio per questo arrivando alla fine non ho provato granché. Si salta dall'adolescenza alla firma di questo foglio (il cui contenuto non è neppure specificato) in maniera anticlimatica, e anticlimatico è il finale. Ho firmato un foglio datomi da un clone: quindi? Per quanto ne sappiamo, poteva essere una delle famigerate sette persone identiche al nonno, magari poteva pure essere una sorta di televenditore.
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    Con un mese di ritardo, benvenuta! Se hai dubbi su dove postare i tuoi scritti, consulta la guida!
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    CITAZIONE
    guarda, le cose già

    CITAZIONE
    è tornata! La vedo in lontananza. Quando c'era lei era sempre un'ottima una bellissima giornata.


    Secondo me il protagonista è una pianta o un fiore; chiama le persone che scappano "uomo" e "donna" come se fossero entità che non conosce alla perfezione. Se fosse stato un fantasma (cosa che, almeno io, credevo durante la prima lettura), avrebbe manifestato maggiore conoscenza del genere umano. Il "movimento" a cui fa riferimento all'inizio del brano è probabilmente lo spostamento del fusto o dei rami causato dal vento.
    Non mi so spiegare la fuga massiccia di esseri umani. Se ci fossero state catastrofi naturali o belliche, ne avrebbe risentito pure il protagonista, però non saprei.
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    La sezione è sbagliata. Le traduzioni delle storie qui presenti vanno postate in una delle sezioni del blocco Creepy Stuff o Unscary Tales. Invito alla lettura della guida su come postare contenuti all'interno del forum. :o:
    Mi sono preso la libertà di correggere alcune parti della tua traduzione, a mio avviso troppo letterali. In più, in diversi punti avevi aggiunto delle frasi che non erano presenti nel testo.
    Ti suggerisco di visitare Reverso e WordReference se hai dubbi sui significati di parole ed espressioni. :)


    Detto ciò, procedo a spostare la storia in Horror Stories. È breve, ma non ha il colpo di scena tipico delle storie presenti in Creepypasta. È abbastanza inquietante pensare che possa esserci un pazzo assassino nello spazio, totalmente isolato dalla civiltà, che pubblica i suoi deliri in rete. Sarebbe interessante se l'autore decidesse di scrivere un altro breve seguito in cui trascrive un ipotetico video di questo Logan. :sisi:
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    <-- Seconda parte

    Rieccoci tornati, ragazzi.

    Quanti bei commenti! Vi ringrazio, non sorridevo da mesi, e voi tutti mi state alleviando le giornate. Mi piace il fatto che quasi tutte le notifiche mi mostrino il conto alla rovescia ogni due ore. Grazie per avermi fatto ridere, sul serio. Ne avevo bisogno. Oggi me la sono vista brutta e David per poco non mi trovava. Ho preso un autobus fuori città, che è dove sto scrivendo questo messaggio.

    Ora continuiamo.

    “Ciao, Zander” brontolò. “Ti stai facendo una passeggiata?”

    “Vattene a fanculo!” sputai, mentre sbatteva la mia guancia sull’orlo del tavolo.

    “Perché sei così scontroso?”

    “Lo sai perché, stronzo!”

    “Non urlare! Stiamo avendo una discussione calma e piacevole.”

    Provai a spingere la mia testa fuori dal tavolo, ma lui era molto più forte di me.

    “Smettila di divincolarti e ascoltami. Voglio chiarire le regole del gioco, visto che finalmente hai capito che stiamo giocando.”

    “Questo non è un gioco! Mi hai bloccato la mia carta, mi hai rubato i soldi, mi hai hackerato i conti corrente e mi hai fregato le cose! Ti ucciderò!”

    “Ma io non ti voglio uccidere. Questa è la regola. Non ti ucciderò, Zander. Significherebbe porre fine alla tua vita rovinata e il mio scopo non è questo. Ora, tu non ti sei per nulla sforzato per rovinare la MIA vita. Perché non l’hai fatto?”

    “Perché non sono uno psicopatico del cazzo.” Mormorai.

    “Di certo non lo sei” rispose freddamente. “Ma tutto ciò è noioso per me. Sto facendo tutto io per farti lottare per la tua vita, mentre tu non stai facendo nulla per migliorarmi. Non che io non abbia imparato nulla, ma sarebbe più divertente se tu reagissi. Lascerò perfino che Clark ti aiuti, ma credo che ti serva la motivazione.”

    “Pensi che mi serva la motivazione per farti del male? Magari!”

    “Sì, ne hai bisogno, perché nonostante tutto quello che ti è avvenuto, il tuo unico tentativo di contrattaccarmi si è rivelato patetico. Voglio che tu faccia di meglio e combatta più duramente. Detto ciò, a questo punto la motivazione arriva ora.”

    Cacciò un cellulare dalla tasca dei pantaloni, ci premette sopra un paio di volte e lo avvicinò al suo orecchio.

    “Sono io” disse quando risposero dall’altro lato. “Passale il telefono.” Poi avvicinò il cellulare al mio orecchio. Qualcuno stava piangendo.

    “Di’ ciao” disse una voce rauca.

    “P-pronto?” Era Katie. Gesù Cristo, aveva rapito Katie.

    “BRUTTO PEZZO DI MERDA!” urlai.

    “Piano con i toni, Zander.” David sorrise, parlando come se mi avesse detto di mangiare le verdure.

    “Katie, dove sei?” le chiesi disperatamente, ma David mi tolse il telefono, riattaccò e se lo rimise in tasca.

    “Ora hai capito quali sono le regole, Zander? Sei motivato?”

    “Ti ucciderò, figlio di puttana! Brucerai all’inferno!”

    “Calma, calma, non è una discussione teologica.” Fece David con un verso di disapprovazione. “Tu e Clark fate del vostro meglio per rovinarmi la vita. Fate quello che volete. Ma se mi ucciderete, io ucciderò Katie.”

    “Non la puoi uccidere se sei morto.” Brontolai.

    “No, ma ci penserà il mio amico. È impressionante il genere di individui che puoi incontrare in rete. È impaziente di giocare quanto me. Hai qualche altra domanda prima che il gioco inizi per davvero?”

    “Che diavolo ti è successo?” chiesi. “Eravamo migliori amici!”

    “Le cose cambiano” rispose. “Sognavo di fare questo gioco da anni ormai. Tu eri l’unico vero amico con cui potevo realizzarlo. Un giorno ho deciso di… farlo e basta.”

    “Tentando di rovinarmi la vita hai rovinato la tua!” borbottai. “Una volta che sarai condannato per furto di identità e sequestro di persona, sarai finito!”

    “Questo è parte del gioco. Non potrai rovinarmi senza incriminarmi. Mi sono preparato per anni.” Rispose ghignando. I suoi occhi erano cupi e minacciosi.

    “Non credi che sia ingiusto nei miei confronti? Come posso farcela se tu ti sei preparato per anni?”

    “Forse ti concederò qualche suggerimento” disse pensieroso. “Nel frattempo, fai del tuo meglio. E di’ a Clark di stare al gioco, perché preparerò qualcosa anche per lui.”

    Un rumore dietro la staccionata ci avvertì della presenza di qualcun altro. Gridai aiuto, ma David mi schiaffeggiò leggermente. Cercai di vedere chi fosse dalla mia prospettiva limitata. La faccia di Clark apparve sopra la recinzione.

    “Ora devo andare” disse David sorridendo. “È stato bello rivederti, Zander.”

    Clark sfrecciò per il giardino e urlò a David di sparire, ma David rimase fermo, mi guardava e… aspettava. In quel momento Clark lo raggiunse e gli sferrò un pugno in faccia. David volò per terra e mollò la mia testa. Mi alzai e strofinai il mio volto dolorante. David si stava rialzando, ma Clark gli tirò un calcio sullo stinco.

    “Stai giù!” gridò.

    Una luce si illuminò nella casa dietro di noi. Entrambi ci girammo per guardarla. Pensai di tenere David qui fino a quando la polizia non sarebbe arrivata, ma quando ci voltammo, David era a metà strada. Clark stava iniziando a inseguirlo, ma io lo fermai afferrandogli il braccio.

    “Fermo, lascialo andare” dissi in tono di disfatta. “Ho qualcosa da raccontarti.”

    Decidemmo di evitare i poliziotti. Volevamo sporgere denuncia a modo nostro, senza dover spiegare perché stessimo violando il suo domicilio in piena notte. Tornammo nella sua auto e andammo a casa.

    Ci sedemmo sul divano del salotto e gli raccontai della discussione con David. Clark mi fissava attonito.

    “Ma non mi avevi detto che era un amico?” disse.

    “Lo era.”

    “E non si era mai comportato così?”

    “No, non con me.”

    “È assurdo” disse alzandosi. “Ha rapito Katie per farti provare a rovinargli la vita e per farti stare dietro a qualche suo stupido scherzo? È pazzo? Si farà arrestare!”

    “Speriamo" dissi, "ma dobbiamo cominciare a prepararci. Non voglio correre alcun rischio mentre lui ha Katie.”

    “Ok, amico. Non voglio avere nulla a che fare con tutto ciò, però voglio aiutarti. Se si fosse trattato di qualcun altro, ne sarei stato alla larga.”

    “Allora iniziamo” dissi.

    Non so quanti dettagli voglio mettere qui perché probabilmente vi annoierei. Rimanemmo tutta la notte svegli ad appuntare eventi, persone, punti di debolezza e di forza, tutto ciò che ci veniva in mente. Riempimmo metà agenda con tutti i nostri appunti.

    Questi erano i punti di debolezza che ci erano venuti in mente e che potevamo usare contro David:

    - Noia di vivere: potevamo rendere il gioco troppo noioso per farlo continuare.
    - Sua madre: se avesse saputo quello che stava accadendo, avrebbe potuto convincerlo a fermarsi. So che alcuni di voi avevano commentato suggerendoci di rapire la signora King e di usarla, ma eravamo ancora inesperti e non desideravamo compiere le stesse follie di David.
    - Lavoro: farlo licenziare e far sì che nessuno volesse riassumerlo.
    - Conti corrente: fargli le stesse cose che mi aveva fatto.
    - Polizia: se avessimo portato prove inconfutabili per farlo arrestare, il problema sarebbe stato risolto.
    - Katie: visto che l’aveva rapita, la polizia sarebbe stata sicuramente coinvolta. Avrei potuto facilmente riferire i miei sospetti su David e avrebbero potuto perquisirlo pure per la prova più insignificante.

    Poi guardammo ai suoi punti di forza e alle cose a cui stare attenti:

    - Preparazione: aveva ovviamente una scaletta che stava seguendo e sapeva cosa stava facendo.
    - Tempo: le mail spazzatura e le frodi creditizie erano iniziate ben prima che ne subissi gli effetti. Questo implicava che potevano esserci altre trappole predisposte da David che sarebbero esplose come una bomba ad orologeria in un futuro prossimo.
    - Corpo: era chiaro da questa notte che si era allenato un sacco, probabilmente per il suo lavoro da guardia di sicurezza.
    - Denaro: con quelli che mi aveva rubato aveva un sacco di soldi ora.
    - Amici: se si era fatto un amico disposto ad essere coinvolto in un rapimento, allora adesso potevano esserci due o più psicopatici di cui preoccuparsi.
    - Conoscenze: sapeva come eseguire truffe e come hackerare computer senza (ancora) venire scoperto, o perlomeno si era affidato a qualcuno per farlo al posto suo. Non avevamo alcuna idea di quali altre cose pericolose sapesse fare, quindi stilammo una lista di cose che poteva conoscere e che avremmo dovuto imparare a contrastare. Non le elencherò qui perché la lista era alquanto lunga.
    - Volontà di infrangere la legge: era chiaro che la giustizia per lui non era parte delle regole del gioco. O non temeva di essere arrestato, o sapeva che non lo sarebbe mai stato.

    Dopo aver analizzato David, passammo a noi stessi. Innanzitutto, i nostri punti di debolezza:

    - Conoscenze: non avevamo minimamente la quantità di conoscenze di cui disponeva David. Non solo conoscenze come riparare un tubo, ma anche informazioni su David stesso: quali erano i suoi amici, dove lavorava, con chi parlava, ecc. Avremmo dovuto iniziare a imparare un sacco di cose per provare a raggiungerlo.
    - Denaro: non avevo più soldi. Clark non ne aveva molto perché aveva appena speso un sacco per quella tv al plasma che era stata rubata.
    - Casa e auto: David sapeva dove vivevamo. Decidemmo di vendere la nostra locazione il prima possibile. Sapeva anche quali fossero le nostre macchine, ma non potevamo farci nulla fin quando non ci saremmo trasferiti e avremmo avuto un po’ di soldi per comprare un catorcio da usare quando necessario. Non importava dove saremmo andati, se poteva trovare le nostre auto, ci poteva seguire a casa.
    - Katie: se David aveva deciso di cambiare le regole e di usare Katie come motivazione, avremmo dovuto ripensare a tutto.
    - Paura: Clark e io sapevamo che in fondo David ci terrorizzasse DI PIU’ di quanto ci irritasse. Avrei preferito andarmene via invece di vendicarmi. Inoltre eravamo spaventati e non eravamo intenzionati a fare molte delle cose che David ci aveva fatto.

    Questi erano i nostri punti di forza:

    - La legge: la giustizia era dalla nostra parte fino a quando saremmo rimasti nella legalità;
    - Conto di Clark: finora David non aveva preso di mira Clark come aveva fatto con me, quindi potevamo prendere delle misure di precauzione per proteggerlo;
    - Lavoro: avevamo un lavoro e quindi potevamo guadagnare più denaro, a meno che David non avesse trovato un modo per farci licenziare. Dovevamo trovare una soluzione per proteggere i nostri posti di lavoro da lui.
    - FTC, polizia, governo: questi enti governativi con tutte le loro ingenti risorse stavano lavorando per noi sul mio furto di identità. Pensammo che probabilmente sarebbero riusciti ad arrivare a David.

    Guardando e confrontando i punti di forza e di debolezza di entrambe le parti, sembrava una sfida ad armi pari sulla carta. Ma solamente pensare di provare a combattere David ci fece sentire come se fossimo contro un nemico insormontabile.

    Ci sedemmo a fare colazione e continuammo a discutere sul da farsi. Entrambi ci prendemmo un giorno di malattia così da poterci preparare.

    “Allora, ho messo in vendita su Craiglist i nostri contratti d'affitto” dissi, mettendo giù il telefono. Clark stava annusando l’aria con una faccia confusa. Si chinò per odorare i suoi cereali.

    “Secondo te puzzano?” chiese. Li annusai.

    “Per me odorano di cereali” risposi.

    “Uh. Per me puzzano.” Buttò sul lavandino i cereali.

    Clark prese il telefono e chiamò Equifax, dicendo loro che voleva congelare il suo conto per novanta giorni. Quando quei novanta giorni sarebbero passati, li avrebbe richiamati di continuo fino a quando il problema di proteggere il suo conto sarebbe stato risolto. Potevamo ancora usare la sua carta di credito con un tetto di 3000 dollari, ma non poteva essere effettuato nessun accredito.

    In seguito cambiò tutte le password di tutti i profili che aveva online in sequenze incomprensibili. Si iscrisse su un gestore di password online e le mise lì. Il gestore memorizzava solamente un file crittografato nel suo server. Lui avrebbe scaricato il suo file dal sito del gestore e poi lo avrebbe letto, ci avrebbe scritto sopra, lo avrebbe criptato di nuovo e lo avrebbe rinviato al server. Il server aveva solo il file criptato, senza password. Anche se il gestore fosse stato hackerato, gli hacker si sarebbero ritrovati con dei file inutili e crittografati. Certo, con un po’ di tempo avrebbero potuto decifrarli, ma era il meglio che potessimo fare.

    Non mise nel gestore di password solamente le credenziali del suo conto bancario. Scrisse metà dell’username in un pezzettino di carta e l’altra metà in un altro fogliettino. Fece la stessa cosa con la password. Voleva nasconderli in zone sicure della città. Se David avesse messo le mani sulle credenziali di Clark, saremmo stati morti e sepolti.

    Mentre si occupava di ciò, compilai le liste dei nostri oggetti rubati da consegnare alla polizia non appena la stazione avrebbe aperto; una volta aperta, ci saremmo andati, avremmo consegnato i nostri inventari, avremmo sporto denuncia e avremmo indicato David come possibile sospettato. Avevo anche pianificato di indirizzarli verso la mia denuncia di furto di identità, dichiarando di sospettare che David fosse colpevole anche di quello.

    Una volta sporta la denuncia, ci saremmo diretti dal padrone di casa e gli avremmo chiesto di cambiare le serrature, usando la denuncia come prova dell’effrazione. Il tecnico ci aveva detto che la porta era stata aperta regolarmente e non era stata forzata. Ciò significava che David in qualche modo aveva fabbricato una copia della nostra chiave.

    Poco prima delle 9 di mattina, entrammo nella macchina di Clark e andammo in città. Si recò in quattro posti diversi e vi nascose i suoi foglietti da qualche parte. Sapeva che dovevano stare in posti che non sarebbero stati visitati per mesi e che non sarebbero stati danneggiati o spostati da irrigatori, bufere, ecc. Non so dove li abbia nascosti, ma lui mi assicurò che fossero al sicuro.

    Dopo averli nascosti, guidammo fino alla stazione di polizia per sporgere denuncia.

    Aspettammo pazientemente che un ufficiale ci vedesse. Quando fummo convocati, ci sedemmo e gli raccontammo dell’effrazione, della quale era già stata sporta denuncia, e dicemmo che ora volevamo consegnare l’elenco dei nostri oggetti rubati.

    “Abbiamo un sospetto su chi possa essere il colpevole” dissi alla fine.

    “Ok, chi è?” chiese.

    “Il suo nome è David King. Era un mio amico, ma ora non lo è più.”

    “Che è successo?” chiese mentre scriveva il nome.

    “Recentemente mi è stata rubata l’identità. Sospetto che fosse dietro anche a quello, quindi, se mi ha rubato l’identità, è probabile anche che si sia intrufolato. Mi odia.” Dissi.

    “Ok, ma che è successo per farvi smettere di essere amici?”

    Esitai. Non sapevo come spiegare la situazione. Se qualcuno conosce un modo migliore per raccontare questa faccenda ad un poliziotto, me lo faccia sapere. Dissi solo: “Abbiamo avuto un litigio pesante e ha minacciato di rovinarmi la vita.”

    “Quando è avvenuto?”

    “Circa un anno fa.”

    “E lei pensa che proprio adesso le abbia rubato l’identità e le abbia svaligiato la casa…” rispose il poliziotto dubbioso. “Lei era suo amico?” disse indicando Clark.

    “No, sono il suo coinquilino” rispose indicandomi.

    “Ok, ragazzi” sospirò l'ufficiale mentre andava via. “Grazie per il suggerimento e per i vostri inventari. Indagheremo su questo caso come con ogni altro crimine e faremo del nostro meglio. Potrei avere delle copie delle vostre parenti e dei vostri numeri di telefono, così da potervi contattare in caso di domande?”

    Gli demmo le nostre patenti e scrivemmo nel documento i nostri numeri.

    “Torno subito” disse, prendendo le patenti per fotocopiarle.

    Ci guardammo per un minuto, prendendo un sospiro profondo.

    “Non ci crede” dissi rassegnato.

    “Troveremo le prove” mi incoraggiò.

    Passarono cinque minuti, e poi dieci. In seguito l’ufficiale tornò con altri due poliziotti al suo fianco.

    “Clark Ulysses?” chiese.

    “Sì?” rispose Clark, confuso.

    “La dichiaro in arresto per vandalismo e per violazione della proprietà privata.”

    Gli ufficiali lo fiancheggiarono e lo fecero alzare. Fissai sbigottito i poliziotti. Gli occhi di Clark erano spalancati.

    “Quando sono andato a fotocopiare la sua patente," disse l'ufficiale tenendola in mano, "ho controllato la fedina penale. La scorsa sera, qualcuno ci ha chiamato per segnalarci che lei aveva spruzzato “LADRO” sulla sua casa e poi lo aveva aggredito quando si era avvicinato per fermarla.”

    Rimasi a bocca aperta. Figlio di puttana.

    “A chiamare è stato David King, colui che lei aveva appena indicato come sospetto. Mi sembra che lei abbia voluto screditarlo prima che la denunciasse. Direi che l'ha battuto sul tempo. Leggetegli i suoi diritti.” Disse agli altri ufficiali.

    “Aspettate” dissi, alzandomi. “Fermi, c’ero pure io, non è stato solo lui!” Clark scosse leggermente la testa in segno di disapprovazione. No! Non avrei permesso che si prendesse tutta la colpa per questo!

    “Mr. King ha esplicitamente dichiarato che c’era solo un vandalo e che ha visto Mr. Ulysses sgattaiolare a casa sua e spruzzarla da solo. So che stai cercando di proteggere il suo amico, ma non buttare così la tua vita, ragazzo.”

    Uno degli ufficiali iniziò a leggere a Clark i suoi diritti Miranda e nel frattempo lo ammanettarono e lo condussero alla porta che dava al carcere.

    “Chiama mia madre per la cauzione! Uscirò presto!” gridò Clark dietro di lui. “Non farlo vincere!”

    Parte 4 ->



    Edited by & . - 22/7/2023, 13:29
  11. .
    Benvenuto! Se hai qualche dubbio, ti consiglio di leggere il Regolamento del Forum. Ti auguro buona permanenza tra di noi!
  12. .
    Bentornata!
  13. .
    Benvenuta! Per curiosità: come hai conosciuto il forum? :)
    Per eventuali dubbi, ti consiglio di leggere il Regolamento. Buona permanenza nel forum!
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    Elliot Rodger

    Elliot Rodger (24 luglio 1991 – 23 maggio 2014) è stato un vlogger e serial killer americano.
    È stato responsabile del Massacro di Isla Vista, avvenuto il 23 maggio 2014, da lui commesso per via della sua frustrazione nei confronti del genere femminile, che a suo dire lo aveva reso solo e infelice.
    A causa di questo, è stato giudicato da molti come il massimo esponente degli incel (acronimo di “involuntary celibate”, una persona che non riesce a trovare un partner e che tende ad avere scarse capacità sociali, ndr), sebbene lui non si sia mai definito come tale.



    La vita



    Elliot Oliver Robertson Rodger nacque il 24 luglio 1991 a Londra. Suo padre, Peter, era un fotografo professionista, che nel 2011 avrebbe partecipato come regista di seconda unità per il film Hunger Games; sua madre, Chin, era un’infermiera sino-malese che aveva lavorato in vari set cinematografici, tra cui quelli di George Lucas e Steven Spielberg. Quattro anni dopo, nacque sua sorella Georgia.


    Quando Elliot aveva cinque anni, la sua famiglia per ragioni lavorative decise di trasferirsi a Los Angeles, in California. Due anni dopo, i suoi genitori si separarono. Il padre si risposò subito con Soumaya Akaaboune, un'attrice marocchina benestante. La madre frequentò vari imprenditori e registi, ma non si risposò.


    La custodia del figlio fu divisa in maniera equa tra i due, ma Elliot detestava andare dalla casa del padre perché la sua nuova compagna gli impediva di giocare ai videogiochi.


    Con l’inizio delle scuole medie, Elliot Rodger diventò sempre più timido e chiuso a causa dei suoi interessi (era un grande fan di Halo e di Warcraft) e dei complessi che aveva sul suo aspetto fisico (specialmente sull’altezza). In terza media per natale sua madre gli comprò World of Warcraft, verso il quale Elliot sviluppò una vera e propria dipendenza, e con fasi alterne continuò a giocarci fino all’età di vent’anni. Frattanto la matrigna Soumaya e suo padre Peter ebbero un figlio, Jazz.


    Dal momento che la scuola gli appariva noiosa e, a suo dire, lo distraeva da WoW, Rodger incominciò ad infastidire tutti per attirare l’attenzione e per far passare il tempo. Di conseguenza iniziò a essere preso di mira da alcuni ragazzi, a suo dire istigati da una ragazza, di nome Monette Moio, verso la quale Elliot Rodger aveva una cotta. Ciò gli fece venir fuori un’intensa paura verso il genere femminile, nonché la misoginia che lo avrebbe caratterizzato per il resto dei suoi giorni.


    Vista la sua ginecofobia, decise di iscriversi ad una scuola per soli maschi, la Carmelite Crispi High School. A causa della sua timidezza e delle voci messe in giro su di lui da alcuni vecchi compagni, fu pesantemente bullizzato. L’anno successivo si trasferì alla Taft High School, ma anche qui continuò ad essere vittima di bullismo; dopo un mese si iscrisse alla Independence High School, un piccolo istituto in cui, similmente all’università, è possibile non frequentare le lezioni, purché ci si presenti per svolgere compiti ed interrogazioni.


    Nel 2007 gli venne diagnosticato un disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato (PDD-NOS).


    Dopo essersi diplomato, nel 2010 Elliot si segnò alla facoltà di informatica del Pierce College, ma la mollò poco dopo visto che non aveva stretto nuove amicizie e nessuna ragazza gli aveva parlato. In seguito conseguì la patente e si iscrisse al Moorpark College, ma neanche qui ebbe successo e quindi si ritirò. Nel frattempo, i pochi amici che gli erano rimasti troncarono i rapporti con lui perché stufi dei suoi atteggiamenti misogini.


    I genitori si erano accorti che ci fosse qualcosa che non andava, dunque si erano rivolti ad uno psichiatra, Charles Sophy, ma Elliot non prese nessuno dei farmaci che gli aveva prescritto. Provarono a contattare anche un consulente, Dale Launer, per dargli dei consigli su come socializzare, ma, come da lui stesso dichiarato in un'intervista alla BBC, Rodger non lo ascoltò.


    Siccome non aveva intenzione di fare lavori umili, con il consenso dei genitori nel 2011 si trasferì ad Isla Vista, nel distretto di Santa Barbara, e si iscrisse nuovamente al college. Qui Rodger aveva intenzione di ricominciare la propria vita da zero e di trovarsi una fidanzata. Pur essendo di buona famiglia, Elliot credeva che avrebbe avuto successo con le donne solo diventando milionario, ragion per cui iniziò ad andare in lotteria. Ciononostante, tutti i suoi futuri tentativi di vincita si rivelarono vani.


    I rapporti con tutti i suoi coinquilini furono pessimi; inoltre mollò di nuovo il college perché non sopportava vedere coppie di fidanzati.


    Col passare del tempo la sua misantropia crebbe a dismisura. Un giorno vide una coppia ad un ristorante Starbucks, la seguì e rovesciò su di loro il caffè che aveva appena comprato; in un’altra occasione, alla vista di una coppia che si baciava, rovesciò su di loro del tè freddo. Un’altra volta, due ragazze bionde lo guardarono, ma non gli sorrisero; Elliot per vendicarsi rovesciò su di loro del latte.


    Nel 2012 iniziò a pianificare una strage, il cosiddetto "Giorno del Castigo” (Day of Retribution), ma lasciò perdere e decise di “dare un’altra possibilità al mondo”. A novembre dello stesso anno con 6.000 dollari acquistò una pistola Glock 34, che usò per esercitarsi, e anche una Sig Sauer P226. Il 20 luglio 2013 finì in una rissa in una festa in spiaggia, perse la collana d’oro che la nonna le aveva regalato e si ruppe una gamba. Dopo questo fatto, fissò il suo Giorno del Castigo alla fine della primavera del 2014. Sempre nel 2013 cominciò a frequentare PUAHate, un forum incel che fu chiuso poco dopo la strage da lui commessa.



    Il canale YouTube



    All’inizio del 2014 iniziò a caricare vlog su YouTube. In seguito alla strage, il suo canale fu chiuso, tuttavia i suoi contenuti sono stati ricaricati più volte sulla rete.


    I primi video non avevano nulla di sconvolgente. In molti si riprendeva mentre faceva delle passeggiate, a piedi o in macchina, per Santa Barbara; in altri si trovava in aereo; in un altro video era in montagna insieme al fratello; in un altro ancora invece era ad una festa. Potete trovare tutti i suoi video raggruppati qui.


    Quelli che risultano essere più interessanti e disturbanti sono i suoi ultimi video.


    Uno di questi è Being lonely on Spring Break sucks; in questo vlog Elliot Rodger durante una passeggiata in un parco si lamentava di come i suoi coetanei fossero in compagnia dei loro amici e delle loro fidanzate, mentre lui era da solo.


    Dopo altri vlog di passeggiate, il 26 aprile postò il suo video più celebre: Why do girls hate me so much?. Qui Rodger affermava di aver sperimentato solo solitudine e tristezza a Santa Barbara, e diceva che la colpa fosse tutta delle donne, in quanto nessuna gli aveva mai rivolto parola. Elliot sosteneva di aver provato molti modi per farsi notare, tra cui l’acquisto di una BMW e di vestiti costosi. Gli altri maschi fidanzati, a suo dire, erano molto più brutti, ignoranti e rozzi di lui. Vivere in un mondo del genere era ingiusto, secondo Rodger.


    Pochi giorni dopo, filmò un altro video, Life is so unfair because girls don’t want me, in cui, ripetendo essenzialmente ciò che aveva già detto nello scorso video, diceva che le donne gli avessero rubato la felicità e tutti i suoi anni della sua vita.


    In un filmato successivo, Balcony Vlog, sosteneva di rimpiangere la sua infanzia, poiché all’epoca “tutti erano uguali ed avevano pari opportunità”.


    In My reaction to seeing a young couple in the beach: Envy, come si può evincere dal titolo, Rodger riprende da lontano una coppia in una panchina ed esprime tutta la sua invidia e il suo rancore. Il video termina con lui che dice "non è giusto".


    Nel suo penultimo video, Elliot Rodger, Lonely Vlog, Life is so unfair, si trovava in un parcheggio e si adulava davanti al riflesso del finestrino della sua BMW. In seguito, una volta entrato in macchina, diceva che “la sua situazione è dovuta ad un’ingiustizia che va risolta”.


    Tutti questi video furono visti da sua madre, che, preoccupata per lo stato mentale del figlio, chiamò la polizia. Il 30 aprile alcuni poliziotti bussarono alla porta del suo appartamento, ma non lo perquisirono perché secondo loro non sembrava avere nulla di strano.


    Dopo essersi ammalato per un paio di settimane, fissò il giorno della strage al 24 maggio.



    Il manifesto di Elliot Rodger: “My Twisted World”



    In questi mesi, scrisse anche il suo manifesto: My Twisted World.


    In questo libro sono contenute la sua autobiografia, le sue riflessioni, la sua frustrazione e la nostalgia per l’infanzia. Alcuni punti sono stati giudicati poco accurati da alcuni suoi vecchi amici, i quali ritenevano che avesse ingigantito alcune situazioni, vittimizzandosi.


    Nel manifesto, tra le tante cose, sostenne che probabilmente il suo insuccesso con il genere femminile fosse dovuto al suo essere meticcio, e fece diverse esternazioni razziste nei confronti dei suoi precedenti coinquilini afroamericani e ispanici. Espresse anche disgusto per il fatto che sua sorella si fosse fidanzata con un messicano.


    Nell’epilogo del testo viene descritta in maniera accurata il suo piano, diviso in tre fasi. Nella prima fase, avrebbe ucciso i suoi coinquilini; in seguito, avrebbe cercato di uccidere quanti più ragazzi possibile, torturando nel suo appartamento soprattutto quelli di bell’aspetto. Nella seconda fase, si sarebbe recato alle nove di sera nell’edificio della Alpha Phi Sorority, una fratellanza per sole donne, che a suo dire aveva le ragazze più belle, le avrebbe uccise tutte e avrebbe sgozzato le loro teste. Nell’ultima fase, avrebbe ucciso la matrigna Soumaya e il fratellastro Jazz, avrebbe preso il suo SUV e avrebbe cercato di investire quante più persone possibili, gettando per strada le teste delle ragazze uccise. Non appena sarebbe stato accerchiato dalla polizia, si sarebbe suicidato ingoiando tutte le sue pillole di Xanax e di Vicodin per non finire in prigione.


    Il manifesto si conclude con un epilogo in cui descrive come dovrebbe essere il mondo:


    Mentre scoprivo queste verità sul mondo, ho creato l’ideologia perfetta e assoluta su come un mondo puro e giusto dovrebbe funzionare. In un mondo ideale, il sesso non dovrebbe esistere. Dovrebbe diventare illegale. In un mondo senza sesso, l’umanità sarà pura e civile. […] Per eliminare completamente il sesso, le donne stesse dovrebbero essere soppresse. Tutte le donne dovrebbero essere isolate come la peste in modo che possano essere utilizzate in un modo che possa davvero dare benefici ad una società civile. Per fare tutto ciò, dovrebbe esistere una nuova forma di governo potente, sotto il comando di un sovrano divino, come me. […] La prima mossa contro le donne sarà rinchiuderle tutte in campi di concentramento. In questi campi, la maggior parte delle donne sarà fatta morire di fame. […] Farò costruire un’enorme torre tutta per me, dove potrò osservare i campi e vederle allegramente morire tutte. 《Se io non posso averle, nessuno potrà.》 Le donne rappresentano tutto ciò che non va in questo mondo e per renderlo un posto giusto devono essere tutte sterminate. Tuttavia alcune verrebbero risparmiate per la riproduzione. Queste donne verrebbero chiuse e allevate in laboratori segreti. Qui verranno fecondate artificialmente con campioni di sperma per produrre una prole. La loro natura depravata sparirà col passare del tempo. [...]


    Il Giorno del Castigo: La strage di Isla Vista



    La mattina del 23 maggio, accoltellò i suoi due coinquilini, Hong e George Chen, e un loro amico, Wang. Sui loro cadaveri furono trovate centinaia di coltellate; probabilmente i tre studenti opposero resistenza.
    Per ragioni logistiche e temporali non poté eseguire il suo piano originale.


    Alle 9:17 di mattina, caricò il suo ultimo video: Retribution.


    Domani sarà il Giorno del Castigo, il giorno in cui avrò la mia vendetta contro l’umanità, contro tutti voi. Per gli ultimi otto anni della mia vita, sin dalla pubertà, sono stato costretto a patire una vita fatta di solitudine, rifiuto e desideri insoddisfatti, tutto perché le donne non sono mai state attratte da me. Le donne hanno dato il loro affetto, sesso e amore ad altri uomini, ma mai a me. Ho 22 anni e sono ancora vergine. Non ho mai baciato una ragazza. Ho frequentato il college per due anni e mezzo, anzi, forse di più, e sono ancora vergine. È stata molto dura. Durante il college tutti provano cose come il sesso, il divertimento e il piacere. In questi anni, ho dovuto marcire nella solitudine. Non è giusto. Voi donne non siete mai state attratte da me. Non capisco perché voi donne non siate attratte da me, ma io vi punirò tutte per questo. È un’ingiustizia, un crimine, perché… non so cosa non vediate in me. Sono il ragazzo perfetto, e invece voi vi gettate ai piedi di quegli uomini odiosi, anziché ai piedi del sottoscritto, il supremo gentiluomo.

    Dopo aver registrato il video, inoltrò il manifesto a trentaquattro persone, tra cui il suo psichiatra, i suoi familiari e i suoi vecchi amici e conoscenti.


    Una volta inviato, Rodger si recò alla Alpha Phi Sorority con la sua BMW Serie 3, ma dal momento che la porta era chiusa, se ne andò. Nel frattempo sparò a tre ragazze della Delta Delta Delta Sorority, uccidendone due e ferendone un’altra. Poiché non c’era nessun altro in giro, ritornò in città e dalla sua BMW sparò davanti ad una tavola calda, uccidendo uno studente.

    In seguito si diresse alla parte meridionale di Isla Vista. Qui sparò ad una coppia, ad una ciclista e a due passanti.


    Dopo aver visto un auto di polizia, virò a nord e attaccò altre nove persone. I poliziotti di pattuglia lo colpirono al bacino, dunque cercò di fuggire con la sua vettura, ma si schiantò nella parte nordest di Isla Vista. Alle 9:35, la polizia rinvenne il cadavere di Elliot Rodger nella sua auto, con un proiettile in testa. In macchina trovarono anche tre pistole, vari coltelli, sei caricatori da dieci proiettili e centinaia di munizioni non usate.



    BMW schiantata di Elliot Rodger Foto della BMW schiantata di Rodger

    Sig Sauer P226Glock 42 Le armi usate da Elliot Rodger

    Conseguenze, testimonianze e influenza



    Il massacro spinse gran parte dell'opinione pubblica a chiedere controlli più ferrei per l'acquisto di armi da fuoco. I principali promotori furono proprio i genitori e i conoscenti di Rodger, ma anche vari senatori e politici locali appoggiarono questa iniziativa, in quanto in California negli anni passati c'erano già state varie sparatorie. Nel 2016 venne dunque firmata una legge che consente la confisca delle armi da fuoco alle persone giudicate un pericolo per se stesse o gli altri.


    Negli anni seguenti, si verificarono altre stragi influenzate da Rodger.


    Una di queste è stata la Sparatoria all’Umpqua Community College, avvenuta il 1°ottobre 2015 a Roseburg, in Oregon. Qui lo studente ventiseienne Christopher Harper-Mercer uccise un assistente professore e otto studenti, e ne ferì altri otto. Durante la sparatoria, Herper-Mercer risparmiò uno studente, gli diede un pacco da consegnare alla polizia e lo costrinse a guardarlo mentre uccideva i suoi compagni. La busta conteneva un manifesto in cui Harper-Mercer esponeva la sua frustrazioni a causa della sua solitudine e dichiarava di voler prendere esempio da Rodger.


    Un altro massacro fu l’Attentato di Toronto del 23 aprile 2018. Con un furgoncino Chevrolet Express bianco, il venticinquenne Alek Minassian investì ventisei persone, uccidendone dieci. Nel suo interrogatorio, disse di far parte del "movimento incel" e di essersi ispirato a Rodger e a Harper-Mercer.


    I genitori furono sconvolti dalle azioni del figlio. In un’intervista, il padre ha asserito di non aver mai pensato che Elliot sarebbe arrivato al punto di commettere una strage.


    Alcuni suoi vecchi conoscenti e compagni di scuola hanno sostenuto che fosse una persona molto chiusa e poco incline a parlare, ma, come il padre, non immaginavano che avrebbe fatto tutto ciò.


    Monette Moio, la ragazza che secondo Rodger aveva dato il via alle sue sofferenze, in un'intervista ha sostenuto di non ricordarsi neanche di lui e di non avergli mai detto nulla di grave; ciononostante ha dichiarato di sentirsi enormemente in colpa.


    Tutti coloro che lo hanno conosciuto hanno concordato sul fatto che l’Elliot Rodger su YouTube e l’Elliot della vita reale fossero due persone completamente diverse. Mentre nei video pareva una persona alquanto narcisista, dal vivo era estremamente taciturno e timido.





    Edited by Medea MacLeod - 30/4/2021, 19:09
  15. .
    Allora, ieri ero a casa di mia sorella con mia madre a tenere d'occhio mio figlio e i miei nipoti che giocavano in giardino. Uno dei miei nipoti, Harrison, stava strappando pezzi di corteccia da un albero, quando mi ricordai di uno strano incontro che ebbi da piccola. Dissi “davvero strano” ad alta voce mentre ci ripensavo. Mia madre volle sapere di cosa stessi parlando, quindi glielo raccontai.

    Quando ero piccola, mi trovavo al “Bosco delle Pigne” (che era il nome dato dai bambini del quartiere ad un piccolo angolo con degli alberi sul ciglio della strada). Stavo strappando la corteccia ad uno degli alberi per passare un po’ di tempo e aspettavo che il mio amico Frankie finisse i compiti e uscisse a giocare. All’improvviso un tizio mi si avvicinò. Potevo sentire il suo odore prima che lo vedessi. Puzzava di fumo di sigaretta stantio. Ero abbastanza impaurita quando lo vidi. Non era molto anziano, ma aveva gli occhi strabici e appannati, e i suoi denti e le sue unghie erano gialli. Mia madre mi ha insegnato ad essere gentile con tutte le persone, anche se non sono simili a me, quindi feci un sorriso falso e lo salutai.

    “Cosa stai facendo?” mi chiese.
    Il suo alito puzzava da morire.
    “Uhm, sto strappando la corteccia di questo albero.”
    “Non dovresti farlo. È come strappare la pelle dell’albero. Come ti sentiresti se qualcuno strappasse la tua pelle?” disse mentre pizzicava leggermente il mio braccio con le sue unghie gialle e lunghe.
    “Non lo so.” Risposi e ritirai il braccio.

    Proprio allora la madre di Frankie mi chiamò dalla porta e mi disse di entrare e aspettare dentro. All’epoca non diedi per niente peso alla faccenda. Quando la raccontai a mia madre, sembrava che, non so, si stesse sentendo in colpa? Lei mi disse che ormai era ora che conoscessi tutta la storia. Pensava che mi fossi dimenticata dell’incontro, quindi non aveva mai ripreso l’argomento. Innanzitutto dovete sapere che il quartiere in cui sono cresciuto era una piccola comunità molto compatta. Tutti si conoscevano e non c’era motivo per uno sconosciuto di venire qui a meno che non conoscessero qualcuno. In ogni caso, ecco cosa successe con quel tizio.

    La madre di Frankie, Sonia, notò un furgoncino bianco senza finestrino parcheggiato sul ciglio della storia (troppo banale). Non lo aveva riconosciuto, ma pensò che si trattasse di un visitatore di un vicino. Sonia disse (o meglio raccontò alla polizia) che il furgoncino era stato lì giorno e notte. Lo stava tenendo d’occhio e disse che aveva solo una brutta sensazione. Casa sua di fronte aveva una grande finestra affacciata sul Bosco delle Pigne e il furgoncino era parcheggiato vicino di essa. Vide che stavo aspettando Frankie e tenne costantemente d’occhio il furgoncino, con il telefono in mano per sicurezza. Vide l’uomo quando uscì dal retro del furgone e si avvicinò a me. Non appena lo vide afferrarmi la mano e pizzicarmi chiamò la polizia. Fu allora che mi fece rientrare.

    La polizia fermò l’individuo appena fuori il vicinato. Nel retro del furgoncino c’erano binocoli, una fotocamera Polaroid e mie foto appiccicate su tutte le pareti e sul soffitto. Io a scuola, a casa dei nonni, in banca con mia madre… tutte foto mie ovunque fossi andata.

    Ma non è tutto. Portava con sé la chiave di un magazzino. Al suo interno hanno trovato un armadio pieno di coltelli. Una. Marea. Di. Coltelli. Coltelli da cucina, un coltello da macellaio, un coltellino sottile, uno scavino e vari coltelli di tutte le forme e dimensioni. C’erano anche alcuni libri di anatomia, apparecchiature da ostetrica, nastro adesivo e dieci taniche di benzina vuote. Al centro del magazzino c’era un letto vecchio usato per tenere fermi i malati mentali, quindi aveva cinturini per i polsi e le caviglie. Tutto l’interno era coperto da una pellicola trasparente.
    Mia madre mi ha detto che aveva sentito che lui si trovava in un manicomio criminale di massima sicurezza.

    È stato abbastanza inquietante per me e quindi ho pensato di condividerlo con voi!


    Edited by & . - 27/4/2021, 21:26
277 replies since 10/10/2015
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