Ho sfidato il mio migliore amico a rovinarmi la vita - Ci sta riuscendo

Traduzione Parte 4

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    Ser Procrastinazione

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    <- Parte 3

    Ciao a tutti,

    oggi sono stato a esplorare. Nuove città, nuove mappe da imparare. Sto diventando bravo a memorizzare le città. Vi ringrazio tutti per il vostro supporto e per i suggerimenti. Lo ribadisco di nuovo, questi sono tutti eventi passati, ma sto prendendo in considerazione le vostre idee su come contrattaccare qui, nel presente. Un paio di voi mi ha offerto aiuto in altri modi, e apprezzo le proposte, ma questa è la mia lotta. Ho rovinato fin troppe vite coinvolgendo altre persone. No, spetta a me rovinare David, anche se morirò provandoci.

    Inoltre, ho ricontrollato e mi sono accorto di aver dimenticato qualcosa, ma ora mi sono scordato di cosa si trattasse. Quindi scusatemi se farò una correzione nella prossima parte.

    Un’altra cosa: io cerco di parlare a quante più persone possibili nei commenti, tranne quando la mia risposta potrà contenere spoiler, ma gli eventi “dal vivo” mi hanno costretto a limitare quelle interazioni a causa del tempo e del grande numero di voi. Scusatemi.

    Ora continuerò.

    Chiamai immediatamente la madre di Clark. Avevo il loro numero di casa perché lo scorso Natale Clark mi aveva invitato al cenone visto che io e i miei genitori eravamo ancora in rapporti alquanto pessimi. Era già andato a casa mentre io dovevo lavorare, quindi mi aveva dato quel numero in caso mi fossi perso e lui non mi avesse risposto.

    Lei era devastata e mi porse un milione di domande. È stato davvero, DAVVERO imbarazzante. Ha acconsentito a recarsi alla stazione quel giorno e a pagare la cauzione per lui. Viveva a qualche ora da lì, quindi disse che sarebbe arrivata intorno alle 5 di pomeriggio. La contea in cui eravamo non permetteva di effettuare pagamenti online con la carta di credito: solo in contanti, quindi lei dovette andarci di persona.

    Nel mezzo della chiamata, persi una telefonata di un numero che non era memorizzato tra i miei contatti. Richiamai e mi risposero immediatamente.

    “Pronto, ho perso una chiamata da questo numero?”

    “Pronto, parlo con Zander?”

    “Sì… chi parla?”

    “Zander, sono la madre di Katie. I tuoi genitori mi hanno dato il tuo numero.”

    Merda.

    “Pronto, ora non posso parlare sono di corsa e…”

    Mi interruppe. “Hai notizie da Katie? Non è tornata a casa la scorsa notte. Tua madre mi ha dato il tuo numero. Ti prego, dimmi che è con te.”

    “No” risposi. “Non sono sicuro su dove si trovi. Devo andare, la richiamerò.”

    Riattaccai il telefono. Non volevo parlarle di Katie, perché stavo per presentare la sua denuncia di scomparsa.

    Mi avvicinai alla reception.

    “Stavo giusto parlando con un ufficiale, ma poi lui ha arrestato il mio amico ed è andato via. Devo parlargli dell’altro caso sul furto di identità.”

    “Qual è il numero del caso?” chiese l’impiegata.

    Poco dopo, ero seduto in una delle loro stanze da interrogatorio dopo aver chiesto un incontro privato. Il detective Hernandez si trovava sul lato opposto di un tavolo di metallo. I fascicoli dei miei casi erano sul tavolo di fronte a lui. Stava dando loro un’occhiata, cercando di familiarizzare con la denuncia per effrazione. Un registratore si trovava tra di noi. Premette un bottone su di esso e il nastro cominciò a girare.

    Indicò il suo nome, il mio, i numeri dei miei casi, la data e l’ora.

    “D’accordo, procedi pure” disse.

    “Allora, un po’ di tempo fa ho sporto denuncia per furto d’identità e non ho sentito nulla al riguardo.”

    “L’FTC può impiegare un po’ di tempo per rispondere” replicò.

    “Beh, ora c’è una nuova denuncia per irruzione nel mio appartamento. Prima stavo parlando con un altro ufficiale e gli ho detto di avere un sospetto per entrambi i crimini.”

    “Va bene” disse il detective, guardando uno dei fascicoli. Aveva entrambi i casi sul tavolo… “Un certo David King, giusto? Sembra che fosse scritto sul tuo fascicolo.”

    “Sì, David King. Era un mio amico, ma ora mi odia e mi ha preso di mira.”

    “Come?”

    “Di recente, ha rapito la mia fidanzata, Katie.”

    Questo catturò la sua attenzione. Prese una penna dal taschino frontale.

    “Quando è successo?” chiese, posando la sua penna su un foglio bianco.

    “La scorsa notte. Quando eravamo andati a vandalizzare casa sua, lui ci ha rincorsi e mi ha inchiodato su un tavolo. Ha chiamato qualcuno a telefono e gli ha fatto avvicinare Katie al microfono. Ho sentito la sua voce e ha dichiarato di averla rapita per motivarmi.”

    “Motivarti a fare cosa?” chiese Hernandez.

    Gli raccontai della discussione sulla “sfida”, poi delle mail spazzatura, i miei profili online, il furto della carta di credito, i conti corrente dei miei genitori presi di mira, i vetri dell’auto, il furto, il mio conto bancario svuotato, l’incidente dei graffiti, la chiamata di Katie, proteggere il conto corrente di Clark e i suoi profili online, e ora l’arresto di Clark. Hernandez prese molti appunti.

    “La situazione non fa che peggiorare” dissi in tono di sconfitta. Osservai attentamente Hernandez, cercando di valutare la sua reazione. Non riuscivo a stabilire cosa stesse pensando.

    “Mi servono più dettagli sulla chiamata” disse alla fine. “Lei cosa ti ha detto? Tu cosa hai detto? Cosa hai sentito dall’altra parte?”

    Parlammo di tutto ciò per un’ora. Nulla di quello che avevo dichiarato era utile per trovare Katie, ma Hernandez rimase seduto dopo che io avevo finito.

    “Devo essere sincero, Zander. Tutto ciò mi sembra molto… vago. Non parlo dei crimini in sé, parlo delle connessioni che legano David a tutti questi delitti. Non si può fare nulla sul furto di identità fino a quando l’FTC non ha terminato la sua indagine. L’effrazione, le finestre spaccate, i profili hackerati e i conti svuotati dovranno produrre le loro prove per dimostrare che David li abbia commessi.”

    “Per te, si tratta di una sequenza di eventi, ma per la legge, sono crimini separati che dovranno essere trattati senza tener conto delle azioni passate” disse. Aveva un tono ragionevole e preoccupato.

    “Ti credo, ma non posso fare un arresto senza testimoni o prove schiaccianti. La tua storia è al più circostanziale, ma ti credo quando dici che sono connessi.”

    Finalmente. Qualcuno che mi crede.

    “Cos’hanno detto i tecnici sull’effrazione?” chiesi. “Hanno trovato qualche impronta?”

    “Tutte le impronte trovate appartenevano ad ognuno di voi e ad un paio di altre persone che vivevano lì. Stando al fascicolo, sono stati confermati come residenti passati.”

    “E la telecamera del bancomat?”

    “Questo è un problema spiacevole” disse, sfogliando di nuovo il fascicolo. “Abbiamo ricevuto una chiamata dalla tua banca per denunciare un furto. Hai fatto bene a sporgere la denuncia attraverso la banca. Il mio capo ne ha fatto una priorità e, visto che conteneva il tuo stesso nome, è stata aggiunta nel nostro fascicolo sul tuo furto d’identità. Ho lavorato personalmente su quest’ultimo procedimento. Una volta avuto in mano il caso, ho telefonato al supermercato che aveva il bancomat. Mi fornirono la marca del bancomat così che io potessi chiedere le riprese alla compagnia. Il problema è che quel bancomat non ha una telecamera.”

    “…Cosa? Come fa un bancomat a non avere una telecamera?”

    “Non tutte le marche ce l’hanno. Alcuni bancomat non hanno dentro le fotocamere e questo era uno di essi. Qualcuno è entrato nel tuo conto corrente online proprio prima della transazione sul bancomat e ha spostato tutti i tuoi soldi dai risparmi al tuo conto corrente. Mentre era connesso ha anche alzato il limite di prelievo del bancomat a 5.000 dollari, che era di più del limite di 3.500 che avevi nel tuo conto. Di solito puoi ritirare solo 500 dollari al giorno.”

    “E le telecamere del negozio?” urlai.

    “Ho chiesto loro di portare le riprese. Hanno detto che oggi arriveranno.” Rispose.

    “Dov’è questo negozio?” chiesi. “Lo voglio vedere di persona.”

    “No” rispose con fermezza. “Potrei essere propenso a credere alla tua teoria, ma raccoglierò da solo le prove e una corte deciderà. Tu ne starai alla larga.”

    “E allora vacci da solo adesso, porca puttana!” urlai. Si alzò leggermente, la sua mano automaticamente si avvicinò alla cintura.

    “Calmati” disse, guardandomi negli occhi.

    “Sono senza soldi!” urlai. “I finestrini della mia auto sono rotti e non posso ripararli! Tra poco dovrò pagare l’affitto e non so come fare! Non posso andare a lavoro in una macchina che non posso guidare! Ho bisogno di riavere i miei soldi!”

    Hernandez sospirò, sedendosi di nuovo. Respiravo affannosamente.

    “Se è stato David a usare le tue credenziali per frodare la tua carta di credito, perché avrebbe dovuto rubarti solo 3.500 dollari?” chiese.

    “Perché è determinato a rovinarmi la vita” mugugnai. “Questa è la sfida. Si è spinto troppo oltre, più di quanto farebbe una persona sana. È malato. Voglio solo che tutto ciò finisca” risposi. Piansi un pochino, ed Hernandez mi fece rimanere in silenzio per un minuto, con le lacrime che scendevano dalle guance.

    “Invece Katie?” chiesi dopo un po’.

    “Il rapimento riceverà la massima priorità. Questo è l’unico caso che ha un testimone: tu. Non ci lavorerò io, ma ci penserà qualcun altro in un’altra sezione del dipartimento. L’altro detective ti intervisterà oggi e comincerà a mettersi all’opera.”

    “Andiamo allora” risposi, pulendomi gli occhi.

    Hernandez uscì dalla stanza e tornò poco dopo con il detective. Il detective White entrò e mi sondò con centinaia di domande. Lei dove lavorava? Chi erano i suoi amici? Per quanto tempo siamo stati insieme? Quando l’ho vista l’ultima volta? I suoi genitori ne sono a conoscenza? Domande del genere.

    Quando ho tirato in ballo David e la chiamata, mi si è avvicinato e mi ha posto le stesse domande su cosa avessi sentito, cosa avessimo detto, e qualunque cosa potessi ricordare. Di nuovo, non ricordavo nulla di utile.

    “Dovrò portare qui David per interrogarlo” disse il detective White. “La tua testimonianza è decente, ma avremo bisogno di ulteriori indizi per la condanna. Non posso arrestarlo perché ho bisogno di più prove. Se lo arrestiamo senza abbastanza prove, uscirà libero e non potrà essere più giudicato.”

    “Avevi abbastanza prove per arrestare Clark!” urlai.

    “Clark?” chiese il detective White.

    “Ho parlato con un ufficiale che ha detto che David ti aveva chiamato e ti aveva riferito che Clark aveva imbrattato casa sua. Gli è bastato chiamare per farlo arrestare!”

    Il detective White si scusò e uscì fuori per raccogliere più informazioni su cosa fosse successo. Tornò cinque minuti dopo.

    “David in quel caso ha più prove” disse il detective. “Foto dei graffiti, foto di Clark a casa sua, la sua stessa testimonianza sull’aver visto Clark, e un livido in faccia. Inoltre Clark ha un taglio sulla mano, cosa che corrobora la sua versione. L’abbiamo notata quando lo abbiamo incriminato. Questo è il tipo di prova che ci serve per condannare per rapimento. Ora come ora abbiamo la tua testimonianza in cui tu hai salutato Katie a telefono e David ha detto di averla rapita. Abbiamo bisogno di più prove per convincere una giuria.”

    “Ma ero con Clark!” strillai.

    “Nelle foto non c’eri” rispose.

    “E allora sono false!”

    “Un esperto le controllerà e lo stabilirà.”

    Mi sedetti indietro sulla mia sedia con un sentimento di sconfitta. Il detective White mi ha ringraziato per la testimonianza e andò a contattare i genitori di Katie.

    Il detective Hernandez si risedette, guardandomi mentre le lacrime sgorgavano di nuovo nei miei occhi.

    “Lascia che ripaghi io i finestrini” disse.

    “Non servirà a nulla, li distruggerà di nuovo il giorno dopo” dissi arrabbiato.

    “Li ha già rotti più di una volta?”

    “Tutte le volte che li faccio aggiustare, vengono distrutti il giorno successivo.”

    “Avrei un’idea” disse. “Ma devo ricevere l’approvazione dal mio capo.”

    Se non avete sentito dell’induzione al reato nell’ambito di un’investigazione della polizia, si tratta di un tipo di difesa legale usata quando un ufficiale induce un criminale a commettere un delitto che in altre occasioni non farebbero. Quando questa difesa viene applicata, ci sono due diverse visioni. In alcune corti, se il difensore usa l’induzione come difesa, l’accusa deve provare “oltre ogni ragionevole dubbio” che il criminale non sia stato indotto a delinquere. In altre corti, la difesa deve provare che ci sia stata l’induzione. Lo stato in cui mi trovavo richiedeva che l’accusa dovesse provarla.

    Hernandez capì che il suo piano poteva essere interpretato come un’induzione, e me lo ha spiegato mentre andavamo all’ufficio del suo capo. Mi ha detto che siccome David aveva già messo a punto uno schema di rompere i miei finestrini, Hernandez poteva mettere delle telecamere in macchina delle telecamere e aspettare semplicemente che David commettesse il crimine che avrebbe comunque fatto. Visto che avevo fatto rimettere i vetri due volte e avevo tenuto le ricevute, sarebbe stata una buona prova del fatto che il crimine fosse stato ripetuto.

    L’idea mi aveva dato speranza. Rimasi seduto fuori dall’ufficio del suo capo mentre lui entrò e presentò il suo piano.

    Quando uscì, mi fece il pollice alto. David non avrebbe mai saputo cosa lo avrebbe colpito.

    Hernandez mi portò a casa mia nella quale presi la mia auto e la portai all’officina. Mi seguì lì e pagò lui. Andammo al lavoro nella macchina di Hernandez mentre la riparavano.

    Hernandez comprò qualcosa da mangiare e io parlai con il mio capo. Gli raccontai del mio conto bancario hackerato e che dovevo togliere i bonifici. Fortunatamente, la paga arrivava la settimana prossima, quindi avrebbero potuto cambiare il metodo di pagamento entro il prossimo assegno.

    Gli raccontai della mia situazione ed Hernandez mi appoggiò. Acconsentì a pagarmi parte del mio stipendio in anticipo dal fondo cassa del negozio fino a quando sarebbe arrivato il giorno di paga, e io avrei dovuto ripagarlo. Lo ringraziai profusamente per avermi aiutato e mi scusai per essermi preso quel giorno di malattia.

    Uscii con lo stomaco pieno, 335 dollari e la mente calma. Con un po’ di fortuna, avremmo catturato quella notte David.

    Hernandez mi riportò all’officina e io presi la mia auto. Provai a pagare con i soldi che avevo ricevuto, ma rifiutò, dicendo che avrei potuto ripagarlo dopo che tutto ciò fosse finito. Mi disse che sarebbe venuto più tardi a casa mia per far partire la telecamera e per parcheggiare per strada la mia macchina. Lo ringraziai di nuovo prima di separarci.

    Erano circa le tre di pomeriggio quando arrivai a casa. Avevo parcheggiato la macchina a distanza di molti isolati e l’avevo messa vicina a molte altre per camuffarla. Non volevo che David la trovasse e distruggesse i finestrini prima di stanotte. La camminata fu calda e la fresca aria condizionata mi accolse a casa mia.

    “Mi scusi?” mi chiese timidamente qualcuno mentre chiudevo il portone. Mi affacciai dalla finestra. C’era una signora sul pianerottolo, che probabilmente era sulla quarantina.

    “Sì?” risposi.

    “Vive in quell’appartamento, giusto?” disse.

    “Già.”

    “Sono la signora Watson. Suppongo che lei e mio figlio siate coinquilini.”

    “Oh. Oh! Salve” dissi, porgendo la mano. “Di chi sei la madre?”

    “Di Isacc” rispose. “Lui e io ieri saremmo dovuti andare fuori dallo stato per visitare la famiglia, ma lui non si è fatto vivo.”

    Un brivido mi scese lungo la schiena.

    “L’ho chiamato un migliaio di volte, ma non mi ha risposto” continuò. “Sono stata qui a suonare il campanello per un po’, ma nessuno era a casa. Posso bussare alla sua porta?”

    Avevo pensato di chiederle di andarsene o di dirle che non mi andava che lei entrasse, ma sapevo che sarebbe stato sospettoso. Sapevo cosa avremmo trovato.

    Le dissi di entrare e subito ci raggiunse la puzza. Lei provò a essere gentile e a non offendermi; probabilmente pensava che fossimo dei tipici studenti che vivevano da maiali. Attraversò il salone e andò dalla camera di Isaac.

    “Oh Dio” bisbigliò. L’odore dietro la porta doveva essere terribile. Rabbrividii, ma andai verso di lei.

    Bussò. “Isaac?” lo chiamò. Nessuna risposta, come mi aspettavo.

    “Isaac, sono tua madre” disse. Credo che la puzza la fece agitare perché bussò più forte la porta.

    “Isaac, ti prego apri” disse supplicando disperatamente. Sospirai.

    Con gentilezza, la allontanai dalla porta e mi preparai. Presi la rincorsa e sbattei contro la porta. Si piegò fortemente, ma la serratura non si ruppe. Provai ancora e ancora. Con il quarto tentativo, la porta si spalancò e io entrai. Oddio, la puzza. Non so quante volte potrei spiegarvelo per farvelo capire.

    Questo fu uno di quei momenti in cui ricorderò per sempre ogni dettaglio.

    La stanza di Isaac era un disastro. C’erano tre scaffali che probabilmente avevano un sacco di libri, ma i ripiani erano stati fatti a pezzi e i libri erano sparpagliati per la stanza. Sulla scrivania del computer erano disseminati dei fogli e tazzine rovesciate. La finestra era coperta da una tenda oscurante usata per giocare. L’enorme computer da gaming sotto la scrivania ronzava e il monitor mostrava come salvaschermo delle stelle che si muovevano.

    Isaac era sul letto. Il suo volto era pallido e chiazzato da linee viola. I suoi arti erano bianchi e anch’essi feriti. Una prolunga usciva dal letto, la metà stringeva per più giri il collo. Un po’ di mosche nidificavano sul suo corpo, volando occasionalmente in un altro punto.

    La signora Watson entrò in camera e urlò. Io rimasi fermo, fissando il corpo fatiscente di Isaac.

    David era passato all’omicidio.

    Chiamai la polizia e provai a far andare via la signora Watson dall’appartamento e preservare la scena del crimine. Lei si rifiutò e rimase a piangere vicino al letto di Isaac. Aveva paura di toccarlo.

    La polizia arrivò subito e fece uscire me e la signora Watson dall’alloggio. Il seguente paio di ore consistette in un susseguirsi di domande e di poliziotti. Arrivò il detective Hernandez e guardò dentro. I tecnici stavano portando telecamere e valigette piene di equipaggiamento.

    Dopo un po’, iniziarono a portare fuori alcuni degli effetti personali di Isaac dentro delle borse. Il suo computer da gaming richiese due tecnici per essere portato via. Mi sedetti nello scalino vicino, non essendo autorizzato ad andarmene dall’ufficiale capo che presiedeva la scena.

    Hernandez si sedette vicino a me.

    “Hanno forzato la porta del tuo altro coinquilino. Tutti i suoi beni sono lì, ma il tuo coinquilino non c’è. Sai dove si trova?”

    “No” risposi. “Non gli ho mai parlato molto.”

    “Eri vicino a lui?” chiese.

    “No, ma comunque…”

    “Lo so” rispose.

    “Credi che David sia dietro anche a questo?” chiese.

    “Probabilmente” replicai, sentendomi confuso.

    “Condurremo lo stesso la sorveglianza” mi rassicurò. “Non preoccuparti. Analizzeranno il corpo di Isaac e se troveranno anche solo una macchia di pelle che possiamo ricondurre a David, lo inchioderemo. Nessun criminale è perfetto.”

    Hernandez mi lasciò solo e meditai sulla situazione.

    Poi una macchina parcheggiò nelle vicinanze e da essa uscì Clark con sua madre. Mi alzai e corsi da lui.

    “Oh mio Dio, Clark, stai bene?” chiesi.

    “Sto a posto” rispose con un sorriso rassicurante. “Ho pagato la cauzione. Era di 350 dollari, quindi non era poi così male.”

    “Non avevi detto che sareste arrivati alle 5?” chiesi alla madre di Clark. Piccola nota, non ricordo l’ora precisa in cui arrivò, ma ricordo che era in anticipo. Avrei dovuto incontrarli alla stazione.

    “Forse ho infranto un paio di limiti di velocità” disse in tono neutrale.

    “Cosa è successo?” il suo volto si raffreddò all’improvviso quando vide tutti i poliziotti vicino la nostra porta.

    “Isaac è stato trovato…” dissi, “…nella sua stanza.” Non ebbi bisogno di specificare in che stato fosse.

    “Gesù CRISTO” sussultò Clark, mettendosi le mani sulle ginocchia. Andò in iperventilazione e sua madre preoccupata poggiò una mano sulla sua spalla.

    “Clark, tesoro, andiamo a farci un giro. Possiamo prendere dopo le tue cose.”

    “Le tue cose?” chiesi.

    “Si sta trasferendo” rispose freddamente sua madre. “Mi ha raccontato tutto sul gioco malato che sta facendo il tuo amico. Non credo sia molto divertente.”

    “NON è divertente!” urlai. “Non lo è mai stato! Questo fottuto stronzo sta cercando di rovinarmi la vita! NON. È. UN. GIOCO.”

    Alcuni dei poliziotti si girarono a guardarmi dal balcone. La sua bocca si serrò e portò in macchina il suo figlio in iperventilazione. Se ne andarono, e io rimasi in mezzo alla strada, mentre guardavo il mio migliore amico che mi lasciava affrontare David da solo.

    Parte 5 ->



    Edited by & . - 10/7/2023, 15:14
     
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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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