Ho sfidato il mio migliore amico a rovinarmi la vita - Ci sta riuscendo

Traduzione Parte 3

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    Ser Procrastinazione

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    <-- Seconda parte

    Rieccoci tornati, ragazzi.

    Quanti bei commenti! Vi ringrazio, non sorridevo da mesi, e voi tutti mi state alleviando le giornate. Mi piace il fatto che quasi tutte le notifiche mi mostrino il conto alla rovescia ogni due ore. Grazie per avermi fatto ridere, sul serio. Ne avevo bisogno. Oggi me la sono vista brutta e David per poco non mi trovava. Ho preso un autobus fuori città, che è dove sto scrivendo questo messaggio.

    Ora continuiamo.

    “Ciao, Zander” brontolò. “Ti stai facendo una passeggiata?”

    “Vattene a fanculo!” sputai, mentre sbatteva la mia guancia sull’orlo del tavolo.

    “Perché sei così scontroso?”

    “Lo sai perché, stronzo!”

    “Non urlare! Stiamo avendo una discussione calma e piacevole.”

    Provai a spingere la mia testa fuori dal tavolo, ma lui era molto più forte di me.

    “Smettila di divincolarti e ascoltami. Voglio chiarire le regole del gioco, visto che finalmente hai capito che stiamo giocando.”

    “Questo non è un gioco! Mi hai bloccato la mia carta, mi hai rubato i soldi, mi hai hackerato i conti corrente e mi hai fregato le cose! Ti ucciderò!”

    “Ma io non ti voglio uccidere. Questa è la regola. Non ti ucciderò, Zander. Significherebbe porre fine alla tua vita rovinata e il mio scopo non è questo. Ora, tu non ti sei per nulla sforzato per rovinare la MIA vita. Perché non l’hai fatto?”

    “Perché non sono uno psicopatico del cazzo.” Mormorai.

    “Di certo non lo sei” rispose freddamente. “Ma tutto ciò è noioso per me. Sto facendo tutto io per farti lottare per la tua vita, mentre tu non stai facendo nulla per migliorarmi. Non che io non abbia imparato nulla, ma sarebbe più divertente se tu reagissi. Lascerò perfino che Clark ti aiuti, ma credo che ti serva la motivazione.”

    “Pensi che mi serva la motivazione per farti del male? Magari!”

    “Sì, ne hai bisogno, perché nonostante tutto quello che ti è avvenuto, il tuo unico tentativo di contrattaccarmi si è rivelato patetico. Voglio che tu faccia di meglio e combatta più duramente. Detto ciò, a questo punto la motivazione arriva ora.”

    Cacciò un cellulare dalla tasca dei pantaloni, ci premette sopra un paio di volte e lo avvicinò al suo orecchio.

    “Sono io” disse quando risposero dall’altro lato. “Passale il telefono.” Poi avvicinò il cellulare al mio orecchio. Qualcuno stava piangendo.

    “Di’ ciao” disse una voce rauca.

    “P-pronto?” Era Katie. Gesù Cristo, aveva rapito Katie.

    “BRUTTO PEZZO DI MERDA!” urlai.

    “Piano con i toni, Zander.” David sorrise, parlando come se mi avesse detto di mangiare le verdure.

    “Katie, dove sei?” le chiesi disperatamente, ma David mi tolse il telefono, riattaccò e se lo rimise in tasca.

    “Ora hai capito quali sono le regole, Zander? Sei motivato?”

    “Ti ucciderò, figlio di puttana! Brucerai all’inferno!”

    “Calma, calma, non è una discussione teologica.” Fece David con un verso di disapprovazione. “Tu e Clark fate del vostro meglio per rovinarmi la vita. Fate quello che volete. Ma se mi ucciderete, io ucciderò Katie.”

    “Non la puoi uccidere se sei morto.” Brontolai.

    “No, ma ci penserà il mio amico. È impressionante il genere di individui che puoi incontrare in rete. È impaziente di giocare quanto me. Hai qualche altra domanda prima che il gioco inizi per davvero?”

    “Che diavolo ti è successo?” chiesi. “Eravamo migliori amici!”

    “Le cose cambiano” rispose. “Sognavo di fare questo gioco da anni ormai. Tu eri l’unico vero amico con cui potevo realizzarlo. Un giorno ho deciso di… farlo e basta.”

    “Tentando di rovinarmi la vita hai rovinato la tua!” borbottai. “Una volta che sarai condannato per furto di identità e sequestro di persona, sarai finito!”

    “Questo è parte del gioco. Non potrai rovinarmi senza incriminarmi. Mi sono preparato per anni.” Rispose ghignando. I suoi occhi erano cupi e minacciosi.

    “Non credi che sia ingiusto nei miei confronti? Come posso farcela se tu ti sei preparato per anni?”

    “Forse ti concederò qualche suggerimento” disse pensieroso. “Nel frattempo, fai del tuo meglio. E di’ a Clark di stare al gioco, perché preparerò qualcosa anche per lui.”

    Un rumore dietro la staccionata ci avvertì della presenza di qualcun altro. Gridai aiuto, ma David mi schiaffeggiò leggermente. Cercai di vedere chi fosse dalla mia prospettiva limitata. La faccia di Clark apparve sopra la recinzione.

    “Ora devo andare” disse David sorridendo. “È stato bello rivederti, Zander.”

    Clark sfrecciò per il giardino e urlò a David di sparire, ma David rimase fermo, mi guardava e… aspettava. In quel momento Clark lo raggiunse e gli sferrò un pugno in faccia. David volò per terra e mollò la mia testa. Mi alzai e strofinai il mio volto dolorante. David si stava rialzando, ma Clark gli tirò un calcio sullo stinco.

    “Stai giù!” gridò.

    Una luce si illuminò nella casa dietro di noi. Entrambi ci girammo per guardarla. Pensai di tenere David qui fino a quando la polizia non sarebbe arrivata, ma quando ci voltammo, David era a metà strada. Clark stava iniziando a inseguirlo, ma io lo fermai afferrandogli il braccio.

    “Fermo, lascialo andare” dissi in tono di disfatta. “Ho qualcosa da raccontarti.”

    Decidemmo di evitare i poliziotti. Volevamo sporgere denuncia a modo nostro, senza dover spiegare perché stessimo violando il suo domicilio in piena notte. Tornammo nella sua auto e andammo a casa.

    Ci sedemmo sul divano del salotto e gli raccontai della discussione con David. Clark mi fissava attonito.

    “Ma non mi avevi detto che era un amico?” disse.

    “Lo era.”

    “E non si era mai comportato così?”

    “No, non con me.”

    “È assurdo” disse alzandosi. “Ha rapito Katie per farti provare a rovinargli la vita e per farti stare dietro a qualche suo stupido scherzo? È pazzo? Si farà arrestare!”

    “Speriamo" dissi, "ma dobbiamo cominciare a prepararci. Non voglio correre alcun rischio mentre lui ha Katie.”

    “Ok, amico. Non voglio avere nulla a che fare con tutto ciò, però voglio aiutarti. Se si fosse trattato di qualcun altro, ne sarei stato alla larga.”

    “Allora iniziamo” dissi.

    Non so quanti dettagli voglio mettere qui perché probabilmente vi annoierei. Rimanemmo tutta la notte svegli ad appuntare eventi, persone, punti di debolezza e di forza, tutto ciò che ci veniva in mente. Riempimmo metà agenda con tutti i nostri appunti.

    Questi erano i punti di debolezza che ci erano venuti in mente e che potevamo usare contro David:

    - Noia di vivere: potevamo rendere il gioco troppo noioso per farlo continuare.
    - Sua madre: se avesse saputo quello che stava accadendo, avrebbe potuto convincerlo a fermarsi. So che alcuni di voi avevano commentato suggerendoci di rapire la signora King e di usarla, ma eravamo ancora inesperti e non desideravamo compiere le stesse follie di David.
    - Lavoro: farlo licenziare e far sì che nessuno volesse riassumerlo.
    - Conti corrente: fargli le stesse cose che mi aveva fatto.
    - Polizia: se avessimo portato prove inconfutabili per farlo arrestare, il problema sarebbe stato risolto.
    - Katie: visto che l’aveva rapita, la polizia sarebbe stata sicuramente coinvolta. Avrei potuto facilmente riferire i miei sospetti su David e avrebbero potuto perquisirlo pure per la prova più insignificante.

    Poi guardammo ai suoi punti di forza e alle cose a cui stare attenti:

    - Preparazione: aveva ovviamente una scaletta che stava seguendo e sapeva cosa stava facendo.
    - Tempo: le mail spazzatura e le frodi creditizie erano iniziate ben prima che ne subissi gli effetti. Questo implicava che potevano esserci altre trappole predisposte da David che sarebbero esplose come una bomba ad orologeria in un futuro prossimo.
    - Corpo: era chiaro da questa notte che si era allenato un sacco, probabilmente per il suo lavoro da guardia di sicurezza.
    - Denaro: con quelli che mi aveva rubato aveva un sacco di soldi ora.
    - Amici: se si era fatto un amico disposto ad essere coinvolto in un rapimento, allora adesso potevano esserci due o più psicopatici di cui preoccuparsi.
    - Conoscenze: sapeva come eseguire truffe e come hackerare computer senza (ancora) venire scoperto, o perlomeno si era affidato a qualcuno per farlo al posto suo. Non avevamo alcuna idea di quali altre cose pericolose sapesse fare, quindi stilammo una lista di cose che poteva conoscere e che avremmo dovuto imparare a contrastare. Non le elencherò qui perché la lista era alquanto lunga.
    - Volontà di infrangere la legge: era chiaro che la giustizia per lui non era parte delle regole del gioco. O non temeva di essere arrestato, o sapeva che non lo sarebbe mai stato.

    Dopo aver analizzato David, passammo a noi stessi. Innanzitutto, i nostri punti di debolezza:

    - Conoscenze: non avevamo minimamente la quantità di conoscenze di cui disponeva David. Non solo conoscenze come riparare un tubo, ma anche informazioni su David stesso: quali erano i suoi amici, dove lavorava, con chi parlava, ecc. Avremmo dovuto iniziare a imparare un sacco di cose per provare a raggiungerlo.
    - Denaro: non avevo più soldi. Clark non ne aveva molto perché aveva appena speso un sacco per quella tv al plasma che era stata rubata.
    - Casa e auto: David sapeva dove vivevamo. Decidemmo di vendere la nostra locazione il prima possibile. Sapeva anche quali fossero le nostre macchine, ma non potevamo farci nulla fin quando non ci saremmo trasferiti e avremmo avuto un po’ di soldi per comprare un catorcio da usare quando necessario. Non importava dove saremmo andati, se poteva trovare le nostre auto, ci poteva seguire a casa.
    - Katie: se David aveva deciso di cambiare le regole e di usare Katie come motivazione, avremmo dovuto ripensare a tutto.
    - Paura: Clark e io sapevamo che in fondo David ci terrorizzasse DI PIU’ di quanto ci irritasse. Avrei preferito andarmene via invece di vendicarmi. Inoltre eravamo spaventati e non eravamo intenzionati a fare molte delle cose che David ci aveva fatto.

    Questi erano i nostri punti di forza:

    - La legge: la giustizia era dalla nostra parte fino a quando saremmo rimasti nella legalità;
    - Conto di Clark: finora David non aveva preso di mira Clark come aveva fatto con me, quindi potevamo prendere delle misure di precauzione per proteggerlo;
    - Lavoro: avevamo un lavoro e quindi potevamo guadagnare più denaro, a meno che David non avesse trovato un modo per farci licenziare. Dovevamo trovare una soluzione per proteggere i nostri posti di lavoro da lui.
    - FTC, polizia, governo: questi enti governativi con tutte le loro ingenti risorse stavano lavorando per noi sul mio furto di identità. Pensammo che probabilmente sarebbero riusciti ad arrivare a David.

    Guardando e confrontando i punti di forza e di debolezza di entrambe le parti, sembrava una sfida ad armi pari sulla carta. Ma solamente pensare di provare a combattere David ci fece sentire come se fossimo contro un nemico insormontabile.

    Ci sedemmo a fare colazione e continuammo a discutere sul da farsi. Entrambi ci prendemmo un giorno di malattia così da poterci preparare.

    “Allora, ho messo in vendita su Craiglist i nostri contratti d'affitto” dissi, mettendo giù il telefono. Clark stava annusando l’aria con una faccia confusa. Si chinò per odorare i suoi cereali.

    “Secondo te puzzano?” chiese. Li annusai.

    “Per me odorano di cereali” risposi.

    “Uh. Per me puzzano.” Buttò sul lavandino i cereali.

    Clark prese il telefono e chiamò Equifax, dicendo loro che voleva congelare il suo conto per novanta giorni. Quando quei novanta giorni sarebbero passati, li avrebbe richiamati di continuo fino a quando il problema di proteggere il suo conto sarebbe stato risolto. Potevamo ancora usare la sua carta di credito con un tetto di 3000 dollari, ma non poteva essere effettuato nessun accredito.

    In seguito cambiò tutte le password di tutti i profili che aveva online in sequenze incomprensibili. Si iscrisse su un gestore di password online e le mise lì. Il gestore memorizzava solamente un file crittografato nel suo server. Lui avrebbe scaricato il suo file dal sito del gestore e poi lo avrebbe letto, ci avrebbe scritto sopra, lo avrebbe criptato di nuovo e lo avrebbe rinviato al server. Il server aveva solo il file criptato, senza password. Anche se il gestore fosse stato hackerato, gli hacker si sarebbero ritrovati con dei file inutili e crittografati. Certo, con un po’ di tempo avrebbero potuto decifrarli, ma era il meglio che potessimo fare.

    Non mise nel gestore di password solamente le credenziali del suo conto bancario. Scrisse metà dell’username in un pezzettino di carta e l’altra metà in un altro fogliettino. Fece la stessa cosa con la password. Voleva nasconderli in zone sicure della città. Se David avesse messo le mani sulle credenziali di Clark, saremmo stati morti e sepolti.

    Mentre si occupava di ciò, compilai le liste dei nostri oggetti rubati da consegnare alla polizia non appena la stazione avrebbe aperto; una volta aperta, ci saremmo andati, avremmo consegnato i nostri inventari, avremmo sporto denuncia e avremmo indicato David come possibile sospettato. Avevo anche pianificato di indirizzarli verso la mia denuncia di furto di identità, dichiarando di sospettare che David fosse colpevole anche di quello.

    Una volta sporta la denuncia, ci saremmo diretti dal padrone di casa e gli avremmo chiesto di cambiare le serrature, usando la denuncia come prova dell’effrazione. Il tecnico ci aveva detto che la porta era stata aperta regolarmente e non era stata forzata. Ciò significava che David in qualche modo aveva fabbricato una copia della nostra chiave.

    Poco prima delle 9 di mattina, entrammo nella macchina di Clark e andammo in città. Si recò in quattro posti diversi e vi nascose i suoi foglietti da qualche parte. Sapeva che dovevano stare in posti che non sarebbero stati visitati per mesi e che non sarebbero stati danneggiati o spostati da irrigatori, bufere, ecc. Non so dove li abbia nascosti, ma lui mi assicurò che fossero al sicuro.

    Dopo averli nascosti, guidammo fino alla stazione di polizia per sporgere denuncia.

    Aspettammo pazientemente che un ufficiale ci vedesse. Quando fummo convocati, ci sedemmo e gli raccontammo dell’effrazione, della quale era già stata sporta denuncia, e dicemmo che ora volevamo consegnare l’elenco dei nostri oggetti rubati.

    “Abbiamo un sospetto su chi possa essere il colpevole” dissi alla fine.

    “Ok, chi è?” chiese.

    “Il suo nome è David King. Era un mio amico, ma ora non lo è più.”

    “Che è successo?” chiese mentre scriveva il nome.

    “Recentemente mi è stata rubata l’identità. Sospetto che fosse dietro anche a quello, quindi, se mi ha rubato l’identità, è probabile anche che si sia intrufolato. Mi odia.” Dissi.

    “Ok, ma che è successo per farvi smettere di essere amici?”

    Esitai. Non sapevo come spiegare la situazione. Se qualcuno conosce un modo migliore per raccontare questa faccenda ad un poliziotto, me lo faccia sapere. Dissi solo: “Abbiamo avuto un litigio pesante e ha minacciato di rovinarmi la vita.”

    “Quando è avvenuto?”

    “Circa un anno fa.”

    “E lei pensa che proprio adesso le abbia rubato l’identità e le abbia svaligiato la casa…” rispose il poliziotto dubbioso. “Lei era suo amico?” disse indicando Clark.

    “No, sono il suo coinquilino” rispose indicandomi.

    “Ok, ragazzi” sospirò l'ufficiale mentre andava via. “Grazie per il suggerimento e per i vostri inventari. Indagheremo su questo caso come con ogni altro crimine e faremo del nostro meglio. Potrei avere delle copie delle vostre parenti e dei vostri numeri di telefono, così da potervi contattare in caso di domande?”

    Gli demmo le nostre patenti e scrivemmo nel documento i nostri numeri.

    “Torno subito” disse, prendendo le patenti per fotocopiarle.

    Ci guardammo per un minuto, prendendo un sospiro profondo.

    “Non ci crede” dissi rassegnato.

    “Troveremo le prove” mi incoraggiò.

    Passarono cinque minuti, e poi dieci. In seguito l’ufficiale tornò con altri due poliziotti al suo fianco.

    “Clark Ulysses?” chiese.

    “Sì?” rispose Clark, confuso.

    “La dichiaro in arresto per vandalismo e per violazione della proprietà privata.”

    Gli ufficiali lo fiancheggiarono e lo fecero alzare. Fissai sbigottito i poliziotti. Gli occhi di Clark erano spalancati.

    “Quando sono andato a fotocopiare la sua patente," disse l'ufficiale tenendola in mano, "ho controllato la fedina penale. La scorsa sera, qualcuno ci ha chiamato per segnalarci che lei aveva spruzzato “LADRO” sulla sua casa e poi lo aveva aggredito quando si era avvicinato per fermarla.”

    Rimasi a bocca aperta. Figlio di puttana.

    “A chiamare è stato David King, colui che lei aveva appena indicato come sospetto. Mi sembra che lei abbia voluto screditarlo prima che la denunciasse. Direi che l'ha battuto sul tempo. Leggetegli i suoi diritti.” Disse agli altri ufficiali.

    “Aspettate” dissi, alzandomi. “Fermi, c’ero pure io, non è stato solo lui!” Clark scosse leggermente la testa in segno di disapprovazione. No! Non avrei permesso che si prendesse tutta la colpa per questo!

    “Mr. King ha esplicitamente dichiarato che c’era solo un vandalo e che ha visto Mr. Ulysses sgattaiolare a casa sua e spruzzarla da solo. So che stai cercando di proteggere il suo amico, ma non buttare così la tua vita, ragazzo.”

    Uno degli ufficiali iniziò a leggere a Clark i suoi diritti Miranda e nel frattempo lo ammanettarono e lo condussero alla porta che dava al carcere.

    “Chiama mia madre per la cauzione! Uscirò presto!” gridò Clark dietro di lui. “Non farlo vincere!”

    Parte 4 ->



    Edited by & . - 22/7/2023, 13:29
     
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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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    In un mondo di orrore e oscurità

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    bella anche questa parte
     
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