Posts written by Sixtyten

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    Ciao Dama. Per me sei sempre stata una sorta di figura di stabilità e su cui contare, sempre molto disponibile per ogni cosa, anche per una chiacchierata, tra scoperchiate di nostri punti di forza e fragilità e scambi molto nerdosi tra libri e videogiochi.
    Grazie di tutto
    Sai dicordo ancora il raccontino pazzo del contest. Non importa cosa, hai semplicemente talento per la scrittura. Vorrei tantissimo vedere una tua pubblicazione. Ciao ancora dall'oessido

    :rath: ....
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    Have a safe journey, old friend and orrore ventilatore. :(
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    gli intoccabili
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    Oddio, il mio non sarà in grandissimo intervento perché è da un bel po' - anni - che non gioco seriamente agli horror; volevo re-iniziare con Soma, di cui molti parlano in maniera entusiasta (devo approfondire) e potrebbe essere perfetto per ritornare a videogiocare il genere. Mi devo informare su giochi horror super originali e giocare quelli.

    0.
    Perché mi spiego, che siano tripla A o meno, basta un'idea originale e tutti possono creare qualcosa che esca fuori dallo spassoso parco giochi a tema marchiato Steam. La familiare formuletta dell'horror assomiglia sempre più ad una sorta di giostra per cagarsi addosso e fare gli urletti, e poi fine. Fuori da questo l'interesse vince il fastidio e mi diverto moltissimo

    ...
    Mi dà fastidio l'ansietta del palle, non so se mi spiego. Il jumpscare, il nemico che ti rincorre, la fase stealth in cui ti devi nascondere. Accetto in cuor mio l'ansietta solo se giustificata ed innalzata a livello di narrazione, ambientazione o meccaniche originali. Altrimenti, sono fasi particolarmente rompipalle e l'effetto che provo è soltanto un leggero fastidio.

    I.
    Nel videogioco, è prezioso per un horror mascherare, nascondere e confondere le informazioni. La luminosità, i rumori sospetti o molesti che coprono il tuo intuito sono fattori che ti tengono all'erta e rappresentano la quintessenza dell'orrore, o quantomeno del suo buildup. Non è un caso che elementi quali la rincorsa o la fase stealth/survival rappresenti il nucleo del genere, perché sono quelle le occasioni di sfogare il terrore. Trovo interessante osservare come questo viene realizzato in un gioco, ma sfortunatamente non vedo mai un impiego davvero strabiliante di ciò con le solite noiose formule del CASINO e del BUIO. Apprezzo quando fatto bene, ma se no mi rimane solo l'ansietta del cazzo.


    Altro fattore di interesse sono la storia che viene raccontata e, di solito, il modo in cui gli autori sfruttano le visioni, il sovrannaturale etc... per creare ambientazioni e premesse fuori dalle righe - quindi occasioni di design originali. So che non sono pochi i giochi horror validi in questo senso, al di là dell'ovvia massa di cacca. Poi il resto temo solo i soliti troupe di design:

    II.
    tre due uno corridoio che ti giri e si restringe o si allarga, stanza che quando ci ritorni ops cambia la posizione di un oggetto, personaggio che si sposta o scompare quando cambi la telecamera, e la radio o oggetto x che si accende d'improvviso quando cambi stanza e devi rispegnerlo, e la porta o la finestra o le palle che sbattono, il fantasma o nemico che ti insegue e devi quantomeno fare backtracking superando almeno tre porte prima che la musica si abbassi e torni tutto normale, e le pile della torcia Ajdlwehj fwksdjvnSDçkjfnsdkg etc... insomma avete capito e non credo di aver neanche scalfito la punta dell'iceberg del trito e ritrito: i tripla A quando lo fanno possono soltanto farlo meglio, ma questo è.


    I giochi horror, se meno forzati dall'essere per forza tali, si avvicinano molto ad essere dei videogiochi a pienissimo regime e dignità. Forse i più validi perché sfruttano davvero tutta la tecnologia e la capacità di interazione e immersione del giocatore.
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    Come ti avevo detto per messaggio su Telegram mi piace questa idea, è molto liberatorio scrivere questi snippet senza sentirsi tesi verso una storia. Sono ottimi esercizi di scrittura anche, perché sono contenuti brevi, non diluiti - anche se non nascono per esserlo, naturalmente.

    Quello che scrivi sostanzialmente va bene, solo la forma e lo scopo di tutto questo è molto difficile da smistare. Quindi OT avrebbe sicuramente senso.
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    Sono d'accordo ecco alcuni punti di riflessione.

    A)

    Lo Smistamento è uno strumento utile e si è rivelato tale per mantenere la qualità nel Forum.
    Gli strumenti rimangono tali. Tutti gli strumenti diventano inutili se non possono esprimere la loro funzione essenziale, cioè il motivo per cui sono nati. Il contesto dove lo Smistamento trovava un senso di esistere non c'è più adesso.
    In caso avvenga di nuovo il momento di reflusso di storie di bassa qualità, lo Smistamento rimarrà l'opzione da adoptare - al momento, può essere lasciato in panchina.

    B)

    Le funzioni dello Smistamento come le targhette e le correzioni vengono messi alla luce del sole, quindi trovando una sintesi tra controllo qualità e postaggio diretto.
    Al di là del discorso di necessità / pragmaticità - se devo PROPRIO dire qualcosa direi che "esteticamente" non mi piace l'idea di un cantiere a cielo aperto, con targhette e simili. Sono temporanei e necessari, lo so. Ma intanto oh, lo dico. Qualche trovatina migliore in termini grafici?

    C)

    Ora gli staffer e gli utenti possono inserirsi nel discorso dei pareri in quanto "serviranno almeno tre pareri concordi, sia degli staffer che degli utenti" almeno nel blocco CS e UT salvo le sezioni articoli e in particolare (con smistamento intatto) il blocco Creepy Series.
    Questo mi fa effettivamente pensare al ruolo dello Staffer - tutta una serie di procedure di posting e rituali nello stesso Smistamento erano parte dell'esperienza e competenza del redattore et similia.
    Non ci pensavo spesso a quanto lo Smistamento risultasse "centrale" nell'esperienza del redattore. Comunque, è naturale che le cose cambino con esso, e lo Staff rimane comunque tale a livello di poteri, nel caso CS e UT livellato sul fronte importanza dei pareri, ma ehi - potrebbe persino essere positivo per avvicinare la NOBILTA' alla PLEBE.

    D)

    Punto importante. Il Work in Progress a questo punto andrebbe a maggior ragione valorizzato, con maggiore attenzione a nuove trovate per renderlo un luogo di passaggio più specifico e utile, preferibile persino al semplice postaggio della storia ora privo di filtri.
    ----- Non sto parlando delle storie incomplete, in questo il WiP ci sta a pennello; inoltre, dato che il punto dei pareri in ottica di Smistamento (sia pure in questa nuova forma) è la possibilità del cestinaggio, WiP rimane un porto sicuro - certo, ci sto pensando adesso mentre scrivo.
    ----- Ma, superficialmente parlando, laddove lo Smistamento non c'è: utenti e Staff in UT e CS (salvo articoli) possono intervenire con pareri, commenti, attendere le dovute correzioni direttamente lì. Al di là di una sensazione diversa, cosa distingue questo ORA dal Work in Progress?
    Spero che il punto, essenziale anche se sottile, sia stato colto.

    E) PROPOSTA

    TESI:

    Dato che lo Smistamento classico non c'è ma le sue funzioni rimangono e sono portate a cielo aperto - e dato che sarebbe preferibile la pulizia nelle sezioni senza targhette e pareri e cantieri per quanto momentanei - e dato che possiamo tutti vedere e interagire subito su CS e UT salvo articoli - e dato che il WiP ne risulterebbe leggermente più indebolito, già debole com'è:

    Usare il Work in Progress come luogo alternativo di passaggio per una correzione dei post inviati e riconosciuti casomai come insufficienti, in CS e articoli e UT? ...

    ANT:

    ... so bene che mancherebbe il punto dell'essere diretti. Il WiP così sarebbe soltanto una sezione in più, cioè un incentivo in meno per postare senza troppe remore. L'idea era che tu posti, sei tranquillo, poi viene tutto il giudizio di idoneità ma intanto hai fatto. Qui forse il WiP così è solo uno Smistamento - come lo sarebbe già da come lo avete proposto voi dato il check di qualità - ma presente, ricorrente, un passaggio per quanto simbolico ...
    Inoltre, se non c'è nessuno se non napoletani, chi se ne frega della PULIZIA ahahaahaahh comunque ci terrei alla pulizia, tutto questo punto costruttivo è soltanto dato dalla PULIZIA.

    SINT:

    ... magari si fa così, e forse era già previsto lol.
    La gente posta direttamente dove vuole, sempre. Poi lo Staff lo guarda e vede le eventuali robe che non vanno.
    In caso di correzioni minuscole e pareri positivi, non c'è bisogno di fare niente.
    Ma in caso di sviste importanti o insufficienze, si portano di base le storie in Work in Progress - senza dover sporcare le sezioni ufficiali col cantiere a cielo aperto - permettendo all'autore di lavorare, correggere i propri errori e applicare i pareri in quella sezione.
    Tutto come designato da questa comunicazione, in sostanza, ma più... pulito.
    Uno può postare direttamente in WiP in caso sappia già dell'insufficienza della propria storia, sia di capitoli che di qualità, ovviamente. Sarebbe anche interessante rinnovare il WiP con maggior funzioni ed elementi "didattici" nel frattempo.

    Quindi, in parole povere, WiP come un cantiere, appunto, senza bisogno di farlo in mezzo alle sezioni che tutti quanti scorrono e vedono. Cioè, avviene lì il check di qualità quando ce n'è bisogno senza sporcare le sezioni dirette.

    Boh sono uno pulito ahfndmgkòejrgnlwmkl4pitèJUPQNJKEAM VDS,f:çZadSLGNàKMòAqlòlqFçNOEGKML A,Là5PO3KQTPHJ2NòGKM,3V98 3YHUN09893UHGWNJVSKDL,òFZOINJamk,lfskovsijodkmvlkjaisoPOKàL,aACFòMEKQOPT3iGKçMLSLklroòwpITKGQEMNwhuò

    ------------------------------------------------------

    CONCLUSIONI:

    Umberto, anche detto Kohei, emana un odore sensazionale ed io mi ripiego intorno al mio ventre come un feto, in attesa di essere raccolto da lui e condotto a nuova vita, dove evolvere anno dopo anno all'insegna dell'amore speziato che solo un sacerdote dell'esistenza come Kohei potrebbe darmi.


    Ciao!
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    la conclusione reale è che in realtà il forum turco, stando alle mie argomentazioni, è guidato non proprio da turchi veri e propri ma da turchi dissidenti.

    :gigi:
    (sono conclusioni logicissime basate su premesse infallibili e corrette)
  8. .
    <-- Prima parte

    Rieccoci tornati, ragazzi.

    Oggi ho avuto più tempo per scrivere rispetto a ieri. Perdonate la lunghezza. Sto cercando di arrivare il prima possibile al presente, ma sto anche cercando di includere abbastanza dettagli così che possiate capire quanto meticoloso sia stato David.
    Riprenderò da dove ho lasciato.

    Mentre cercavo di risolvere il problema del credito con quelle compagnie, iniziò quel periodo in cui i finestrini della mia auto iniziarono a venire frantumati. La prima volta che accadde era parcheggiata nella strada di fronte al mio appartamento. Una mattina mi svegliai trovando il finestrino del guidatore distrutto e la mia auto saccheggiata. La mia macchina era solo una scadente Honda Civic, non ci avevo mai lasciato niente di valore lì dentro, eppure avevano rubato il mio stereo, che a sua volta lasciava a desiderare, e tutti i pezzi di ricambio dell'auto. Quanto potevano essere disperati?

    Feci riparare il finestrino quel giorno e decisi di mettere da parte qualche spicciolo per comprarmi, ora con una scusa, uno stereo decente.

    La mattina seguente, lo stesso finestrino fu spaccato di nuovo. L'avevo ancora parcheggiata davanti al mio appartamento. Malvolentieri, la feci riparare e iniziai a posteggiarla nel parcheggio sotterraneo del mio condominio.
    Vedete, i parcheggi sotterranei non piacciono a nessuno perché le linee sono dipinte troppo vicine, così non è raro là sotto che la tua macchina venga graffiata. Meglio un graffio che un finestrino spaccato, pensai, così lottai per trovare un posto quella sera.

    So che vi starete chiedendo perché non abbia chiamato la polizia. Errori, ecco perché. Li commettiamo tutti. Voi godete della consapevolezza tipica di chi conosce tutta la storia. Io non ce l'avevo.

    Sceso l'indomani mattina, trovai numerosi cocci di vetro sparsi per tutta l'auto. Non era solo il finestrino ad essere danneggiato. Il parabrezza anteriore e posteriore erano profondamente incrinati. Mi misi per un po' di tempo ad osservare le altre macchine nel garage. Nessun'altra aveva anche solo ricevuto un graffio. Ma che diamine? Se qualche stronzo stava andando in giro a spaccare finestrini, stava prendendo di mira me.

    Scoprii della nota una volta entrato in macchina. Era una nota adesiva ripiegata ed infilata nel buco del quadro d'accensione. La aprii.
    "Devi metterci più impegno" diceva. Le parole non erano casuali. David VOLEVA farmi sapere che fosse lui. E quando lessi quella frase, mi ricordai della nostra conversazione.

    Quel. Bastardo.

    Andai su tutte le furie e uscii fuori dal parcheggio, facendo del mio meglio per guidare col parabrezza spaccato. Ricordavo ancora come arrivare a casa di David, e superai uno o due semafori rossi per giungere lì.

    Parcheggiai di fronte casa sua, sbattei lo sportello e marciai fino alla porta d'ingresso. Premetti il campanello più a lungo del necessario. Cercavo di respirare e di rimanere calmo. David non mi avrebbe aiutato a chiarire se mi fossi presentato urlandogli contro.

    Sua mamma rispose dopo un paio di minuti. I genitori di David aspettarono fino in tarda età per avere un figlio. Di conseguenza, la madre di David aveva 75 anni, e David ne aveva solo 23.

    "Sì?" disse, aprendo la porta. Poi vide chi era. "Oh, Zander! Che gentile da parte tua farci visita! Sono settimane che non ti vedo!"

    "Sì, saranno... be', sarà passato quasi un anno." Sospirai. "Signora K., c'è David in casa?"

    "No, caro, mi dispiace. È a lavoro adesso."

    "Oh, d'accordo. Andrò a trovarlo al cinema", dissi, facendo marcia indietro verso l'auto.

    "No, no, lui non lavora più lì."

    "È stato licenziato?", chiesi.

    "No, è stato lui a mollare. Non molto dopo di te. È diventato una guarda di sicurezza da qualche parte, non mi ha mai detto dove."

    "Lo chiamerò, allora," dissi.

    "Ha lasciato il telefono alcune settimane fa e ne ha preso uno nuovo", disse." Lascia che ti dia il suo nuovo numero." Tornò dentro per un minuti, io aspettavo nella veranda d'ingresso. Tornò con un vecchio telefono cellulare a conchiglia e lo aprì.

    "Ti dispiace?" chiese lei. "Con questa artrite non è facile usare questo cellulare."

    Andai nei suoi contatti, trovai il numero di David, lo aggiunsi nel mio telefono e le resi il suo.

    "La ringrazio, Signora K," dissi. Pur se David stava facendo lo stronzo, sua madre mi era sempre piaciuta.

    "Figurati," disse con un sorriso, e chiuse la porta.

    Chiamai David subito dopo, rispose la segreteria messaggi.

    "Ciao David, sono Zander. Ho appena parlato con tua madre, non sapeva dove ti trovassi e così mi ha dato il tuo numero. Amico, per favore, richiamami. Penso tu sappia il motivo." dissi alla sua segreteria. Immaginavo che essere gentili sarebbe stato il modo migliore per sistemare tutto.

    Quel giorno durante l'orario di lavoro, il telefono vibrò. Sperando che fosse David, sgattaiolai fuori e risposi. Era Clark.

    "Zander, ma per caso hai fatto un salto a casa da quando te ne sei andato?"

    "No, perché?"

    "Ci hanno derubati!"

    "...cosa?"

    "Qualcuno ha scassinato e ha rubato un sacco di cose. Manca il tuo computer, la nostra TV è andata, un sacco di roba."

    "Porca puttana," esclamai. "Hai chiamato la polizia?"

    "Sì, stanno arrivando."

    "Non toccare nulla, d'accordo?" gli suggerii, ricordando tutti quegli episodi di CSI che guardavo un tempo. "Potremmo ottenere delle impronte digitali. Penso di sapere chi è stato."

    "Chi?"

    "Un ex-amico. Ti parlerò di lui quando sarò a casa. Tra non molto me ne vado."

    Dissi al manager che il mio appartamento era stato svaligiato, e mi permise di andare a casa. La raggiunsi col parabrezza ancora spaccato, sperando di non essere fermato per questo inconveniente.

    Quando arrivai all'appartamento la polizia era già presente. Arrivai in uno spiazzale dove un poliziotto stava inquisendo Clark, e un altro stava dando un'occhiata alle stanze.

    Il poliziotto si voltò verso di me. "Sei uno dei coinquilini?" Chiese.

    "Lui è Zander," disse Clark.

    "Il mio collega sta indagando nell'appartamento. Arriverà un tecnico per setacciare le impronte. Ci servirebbe che facciate un inventario di tutto ciò che è stato derubato e che lo portiate alla centrale una volta che il tecnico avrà finito."

    "Ho un sospettato.", dissi. Il poliziotto tirò su le sopracciglia. "Si chiama David King. Un tempo era un mio caro amico, ma di recente ho cominciato a sospettare che sia lui ad aver fatto praticamente di tutto ai miei danni. Penso che lui abbia rubato l'identità mia e dei miei genitori, danneggiato la mia auto, e ora derubato casa mia." Clark mi squadrò con uno sguardo interrogativo.

    "Perché pensi che sia stato lui a fare tutto questo?" Chiese il poliziotto.

    "Ho trovato questa nel quadro d'accensione della mia auto stamattina, coi finestrini spaccati," dissi lui, consegnandogli dalla mia tasca il foglietto adesivo ripiegato. Lo lesse.

    "Perché credi che abbia scritto ciò?" Chiese.

    "Circa un anno fa facemmo una chiacchierata in cui si parlava di minimo sforzo necessario per il successo e di come la scuola rendesse le nostre vite più semplici perché prevedeva delle conseguenze in caso non avessimo raggiunto il minimo richiesto," spiegai. Pareva che l'idea fosse entrata e uscita dalle orecchie del poliziotto.

    "Faremo anche un test sulle impronte", fu tutto ciò che rispose, prendendo una borsa per le prove e mettendoci dentro il fogliettino. "Vieni alla centrale col tuo inventario e sii pronto a fare una dichiarazione formale sul tuo amico." Accettai di farlo.

    In quel momento, il collega uscì fuori senza niente da riferire. Il tecnico arrivò e cominciò a cercare. Aspettammo pazientemente, ansiosi di scoprire le cose che erano state portate vie.

    "Voi due dovreste seriamente chiudere a chiave le vostre stanze," disse il collega. "Le due stanze dei vostri coinquilini sono chiuse, e dubito che sia stato rubato niente. Dovreste comunque accertarvi di controllare le loro stanze in caso mancasse loro qualcosa quando torneranno a casa."

    Gli rispondemmo che l'avremmo fatto, il tecnico finì e ci disse che avremmo saputo da lì a pochi giorni che cosa ci avrebbero detto le impronte.

    La casa sembrava vuota. Nel soggiorno, dei tre divani era rimasto solo il più grande. La tv, un plasma da 65 pollici, non c'era più. Mancava del cibo dalla dispensa con pergiunta le cose del frigorifero gettate sul pavimento. Le posate erano sparse sul pavimento della cucina e sui vari ripiani.

    "Dove diamine sono Isaac o Jackson?" urlò Clark irato. "Stanno sempre in casa!"

    "Dovremmo chiamarli," dissi.

    "Non ho i loro numeri," rispose Clark.

    "Be', neanch'io," dissi, andando verso la mia stanza. Era stata spogliata di tutte le cose considerabili di valore.

    Il mio computer, il mouse, la tastiera, la sedia, le scatole con tutte le cianfrusaglie, la biciletta. Non c'erano più. I cassetti del comodino erano per terra, l'armadio chiaramente saccheggiato, e le coperte del letto era state gettate in giro per la stanza.

    Sentivo sprazzi di forti imprecazioni di Clark quando entrò in camera sua. "QUEL FIGLIO DI TROIA HA PRESO LA MIA cAZZO XBOX."

    Scioccato, sconfitto e stupido, mi sedetti sul letto. Chiamai Katie e le raccontai cosa era successo. Nessuna risposta. Le scrissi un messaggio, "La mia casa è stata derubata," e fissai il muro per un po', pensando.

    David King era stato in casa mia. Aveva rubato la mia identità, la mia immagine pubblica, e adesso anche le mie cose.

    Era arrivato il momento di portare avanti il mio gioco. No, non il mio gioco. La mia vita. Bisognava che smettessi di vivacchiare e iniziassi ad impegnarmi più del minimo.

    Durante il resto della giornata, imparai un sacco di cose sull'idraulica. David aveva allentato tutti i tubi che ero riuscito a trovare in casa. Clark scoprì che la nostra toilette generava un'onda anomala, una volta tirato lo sciacquone. Passammo ore a ripulire tutto. Per aggiustare i tubi, dovemmo uscire e comprare degli strumenti perché nessuno di noi ne possedeva a casa. Quando la mia carta venne rifiutata, ci pensò Clark e pagò.

    La carta rifiutata mi preoccupò. Clark ed io andammo in biblioteca, e cercammo di accedere nell'account del mio sito bancario. Bloccato. Cazzo. Non mi misi neanche a riprovare di nuovo con la password.

    Corremmo in banca prima che chiudesse, e senza più fiato mi avvicinai ad una consulente in cassa.

    "Ho bisogno... di bloccare il mio... account," fiatai.

    "Il numero del tuo account?" chiese l'impiegata chiamata, a quanto pareva, Shauntelle.

    Le recitai il numero del mio account a memoria. Lo aprì sul suo computer.

    "Patente, prego."

    Le passai il documento. Digitò il numero di licenza nel suo computer per verificare la mia identità, poi me la diede indietro.

    "Sembra che il tuo account sia al verde," disse. "Puoi soltanto bloccare l'account se sono presenti dei liquidi."

    "Sono stato derubato!", gridai, a quel punto davvero esasperato.

    "Hai spostato tutti i tuoi soldi nella carta di debito con la nostra app online, poi hai ritirato il tutto in contanti da un bancomat questo pomeriggio."

    "No, non sono stato io!" Dissi. "Mi hanno hackerato!"

    "Se desideri presentare una denuncia per transazione illecita, posso compilartene una adesso per te."

    "Sì. Fantastico. Lo faccia." dissi scortesemente. Clark mi guardava preoccupato su una sedia accanto all'entrata.

    "Quando hai cominciato a notare attività illecita?" Chiese.

    "Oggi, ma sarà iniziata praticamente in qualsiasi momento da un anno a questa parte," risposi. Lei sollevò le sopracciglia in un modo in cui pensava non l'avrei notato, e cominciò a digitare.

    Dopo un po' di minuti, tornò a guardarmi.

    "D'accordo, ho compilato il documento e l'ho sottoscritto. Dovresti essere contattato dal nostro ufficio frodi al più presto."

    "E per quanto riguarda le videocamere negli ATM?" Dissi.

    "Non ho accesso a loro, per quello dovrai denunciare alla polizia," disse.

    "D'accordo, lo farò." Infine Clark ed io Poi io e Clark tornammo in macchina e ci dirigemmo all'appartamento. Saremmo andati al dipartimento di polizia subito dopo, ma l'appartamento in alcuni punti era ancora allagato.

    Passammo delle ore a trovare i tubi che perdevano e a stringerli. Ci vollero ore poiché prima di fare qualsiasi cosa cercavamo tutto su Internet per essere sicuri di fare le cose per bene.

    Clark ispezionava i tubi sotto il lavello della cucina mentre io ero seduto al tavolo e compilavo l'inventario per la polizia. Erano già le nove, quindi lo avremmo consegnato l'indomani mattina. La nostra centrale non era aperta 24 ore al giorno. Bussammo alle porte di Jackson e Isaac, senza risposta. O non erano a casa, o ci stavano ignorando.

    "Mi dispiace seriamente per tutti questi crimini," disse Clark mentre stringeva un tubo. "Hai detto che pensi di sapere chi è. Chi è David King?"

    "David era un mio amico, circa un anno fa", dissi. Gli raccontai della sfida e la conversazione che ha portato al suo concepimento.

    "Vi siete sfidati a rovinarvi la vita a vicenda, ma poi lui l'ha presa fin troppo sul serio?" Chiese Clark, incredulo.

    "Sembrerebbe," sospirai.

    "E non manterrai la tua parte dell'accordo?" Disse Clark.

    "La mia parte?"

    "Ti ha colpito per prima, amico. Tu non ci hai neanche provato!"

    "Beh ... no, non l'ho fatto."

    "Allora pianifichiamo una qualche cosa che possa davvero rovinargli la vita!" Clark si tirò fuori da sotto il lavandino e si lavò via il grasso dalle mani.

    "Potrebbe farlo la prigione", suggerii. "Se solo riuscissi a inchiodarlo per furto di identità, risolverei il problema."

    "Giusto," disse Clark. "Ma dobbiamo dimostrargli che non ti accascierai semplicemente a terra a prenderle di santa ragione. Ho un'idea. Non gli rovinerà la vita, ma di sicuro gli farà capire che sei pronto a reagire."

    Clark con la sua auto ci portò a Home Depot. Acquistammo due bombolette di vernice spray nera, Clark pagò in contanti.

    "Bene, dov'è che vive questo idiota?" Chiese Clark quando ci accomodammo di nuovo in macchina.

    "Clark, sua madre è una persona meravigliosa. Non me la sento di imbrattare casa sua," risposi.

    "Sua madre?!" Clark rise istericamente. "Un tipo che vive ancora con la mamma ti sta terrorizzando?!"

    "Va bene, d'accordo, Gesù", dissi. Gli diedi l'indirizzo e partì.

    Passammo davanti casa cercando di intercettare delle luci accese. La casa era buia. Anche le luci del portico erano spente. Parcheggiammo a tre isolati dalla casa e iniziammo a camminare.

    "Qual è il piano?" domandai.

    "Spruzziamo un bel 'LADRO' sulla facciata della casa," sussurrò Clark con un sorriso. "Questo dovrebbe dare tanti begli spunti di conversazione al vicinato."

    Quando fummo prossimi alla casa dei loro vicini, ci nascondemmo dietro una staccionata e ispezionammo il quartiere. Non volava una mosca. Nessun movimento, nessun rumore, nessuno in giro.

    Restammo bassi e in silenzio ci precipitammo o verso la faccia della casa. Io feci la 'O', Clark la 'L', e procedemmo ricongiungendoci in mezzo. Ci vollero appena tre secondi. Facemmo alcuni passi indietro, esaminando il nostro lavoretto. Le lettere erano alte quasi un metro, facilmente visibili dalla strada. Perfetto.

    Ci voltammo e cominciammo a camminare verso l'auto. Poi, la porta d'ingresso di casa si spalancò. Mi girai di spalle.

    Quello stronzo di David King.

    "Oh cazzo," sibilai. Clark mi sentii e ce la demmo a gambe verso la macchina. David ci inseguiva correndo per il marciapiede. Anche Clark si voltò.

    "Oddio, oddio, oddio," ritmava Clark ad ogni passo. Sembrava seriamente preoccupato.

    Raggiunta la macchina, a Clark si accese la lampadina.

    "Continuiamo," provò a sussurrare nonostante fosse senza fiato. "Ho chiuso la portiera, ci vuole troppo a sbloccarla. Così poi saprà il numero di targa." Clark non aveva chiusure automatiche, doveva usare la chiave manualmente. Seguii il suo ragionamento e corremmo dietro la macchina come fosse un veicolo qualunque.

    Guardai indietro, David ci stava raggiungendo. Faceva troppo buio per vedere la sua espressione. Diamine, non sapevo neanche se mi aveva riconosciuto.

    "Dividiamoci," urlai mentre giravo a destra verso il giardino interno di uno sconosciuto. Clark continuò a tirare dritto.

    Quando raggiunsi la bianca staccionata di plastica che circondava l'intera proprietà, diedi un'occhiata indietro. David aveva seguito me e ignorato Clark.

    Mi arrampicai lungo la staccionata e caddi dall'altra parte. Ero finito nel giardino sul retro di qualcun altro ancora. Cominciai a correre verso la facciata. Una luce a sensore di movimento si attivò verso il muro, accecandomi. Guardai ancora dietro di me e vidi David superare la staccionata in meno di un secondo. Dove DIAMINE aveva imparato a fare una cosa simile!?

    Oltrepassai l'angolo della casa e mi scaraventai lungo un tavolino e delle sedie. Le sedie si fracassarono e il tavolo si ribaltò mentre il mio corpo gli girava intorno. Sentivo il mio cuore battere rumorosamente mentre mi rialzavo.

    Fu allora che David mi prese per la nuca e mi spinse la faccia sul bordo del tavolo.

    Terza parte -->



    Edited by & . - 24/9/2021, 17:51
  9. .
    Direi di non cambiare niente, è una storia che non ha bisogno di nessuna modifica nel modo in cui è scritta o bisogno di rendere il finale diversamente.
    Se dovesse essere smistata, mi permetto io l'onere di anticipare i miei COLLEGHI ossia dire Drammatico.... 😳

    Mi è molto piaciuta.
    Nella sua brevità ciascuna parola è perfettamente incatenata per darti un'idea completa di ciascuna parte di questa vicenda, senza troppi fronzoli né buchi. Mentre tutta la vicenda scorreva pienamente ti sei dedicato, nella parte appena precedente il colpo di scena, a descrivere bene dei dettagli che hanno ben climatizzato il finale. Nota positiva dunque per la costruzione della storia, la scrittura e semplicemente l'idea che ti è venuta.
    Ottimo lavoro, quindi, bravo
  10. .
    CITAZIONE (Kal_The_Salamander @ 3/4/2021, 09:42) 
    Te lo spiego io. In pratica, questa donna parla spagnolo. Ebbene, palta vuol dire "fango " in italiano, ma vuol dire anche "avocado" in spagnolo (mi pare solo quello parlato in Argentina, non so). Ecco.

    Ah che bello ho scoperto qualcosa di nuovo! Grazie mille
  11. .
    Bel pesce d'aprile stavo già teorizzando l'ascesa di un woody-berlusconi, o che stefy stesse portando nella realtà i suoi sogni e fantasie devastanti.
    naturalmente io ci ho creduto, sebbene abbia sospettato nell'anticamera del mio cervello (ma solo in vista del pesce d'aprile) che si trattasse di una sorta di grande scherzo.
    La cosa interessante è che il discorso era molto plausibile, per certi passaggi sospettoso perché... plateale. La cosa divertente è che proprio la platealità non è estranea alla verosimiglianza dello scherzo, data la storia dei litigi del Foro. La resilienza di questa community, nonostante la sua storica tendenza a spippettarsi mentalmente sui giochi di potere e a pungere l'altro, mi ha quasi abituato ad ogni genere di disastro - ecco perché non me ne sono preoccupato più di tanto, forse meno di quanto avrei dovuto.
    Ho tenuto per me grande parte delle mie opinioni in merito che avrei GIOCATO nella celeberrima TAVOLA ROTONDA in caso ci si fosse messi a discutere (IGNAVO). Per il resto ho solo cazzeggiato, ma ho sentito comunque il peso di uno staff e un forum che crollava e la cosa, sfortunatamente (o fortunatamente per lo scherzo) non era affatto una cosa impensabile da credere.
    Sapere che questi momenti sono finalmente finiti, che come desiderava Cagherò si è finalmente cresciuti, è una cosa sollevante.

    fa parte del dna dello staff prendere per il culo la sua utenza ormai va accettato. capisco la logica dietro ciò, comunque. è stata tutta una costipata liberatasi finalmente il primo d'aprile.

    Scriverò una storia, come dicevo a Woody, che racconterà di tutto questo. Se è vero che il maligno, incarnatosi in meme disastrosi come bandiere e gigi, rappresenta il male interno del forum - finalmente con questo climax finale posso chiudere la mia trilogia e finalmente raccontare di un... lieto fine...
    Sebbene, sapendo di uno staff unito e di un Woody (sebbene abbia PIENI POTERI come grassettato da te Umbe'), posso solo dire che sarò solo un INIZIO.................................................................................................................
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    Piaciuta anche a me
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    sono geloso?
    potete dirlo forte. isabella è il MIO dittatore, il mio UOMO forte.....................................................................
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    CITAZIONE (Isabel. @ 31/3/2021, 14:59) 
    Io posso essere ship solo con Sixtyten

    Tu sei la mia waifu la mia luce
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    Un SINCERO salutone Paltalia, un CALDO benvenuto, un CONFORTEVOLE buongiorno, un ABBACINANTE fai pure come fossi a casa tua - ti auguro una pazzesca permanenza...
    ...
    :gigi:

    Domanda, come mai -Pal-talia? Seconda domanda, l'hai disegnata tu la tua foto profilo?
    Che tu disegni è roba fighissima e la tua proposta è sicuramente interessante tanto quanto lo scrivere. Felici di averti qui, che dire - ci si vede!
317 replies since 5/8/2018
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