Votes taken by Pasta Alla Creepy

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    CITAZIONE (Professor Zapotec @ 29/7/2018, 16:19) 
    Niente male, nonostante il mostro abbastanza standard (per ora almeno) la storia è accattivante e leggerò volentieri i capitoli successivi.
    C'è un errore nella frase "ma allo stesso lontano"; immagino dovesse essere "ma allo stesso tempo lontano".

    Un altro dettaglio: a meno di spiegazioni successive trovo molto difficile che la gente per apostrofare Arturo abbia cominciato ad utilizzare un termine in Latino, sarebbe stato molto più plausibile qualcosa in dialetto locale (anche se sicuramente meno evocativo).
    A parte questo +1 meritato

    Corretto l'errore e sì, il soprannome viene spiegato in seguito ;)
    Grazie mille :D
  2. .
    Capitolo 1

    «Indossa sempre dei guanti, perché quando si entra in contatto con la sua pelle si muore all'istante»

    «Mi hanno detto che ha creato lui quei guanti, per farli ha messo insieme i resti della pelle morta delle sue vittime»

    «Mio fratello giura di averlo visto davanti la finestra della sua camera, l'altra notte. Manamors lo salutava con la mano e gli sorrideva. Mio fratello conosce la formula magica per cacciarlo, però non vuole dirmela».

    Luca ascoltava i discorsi dei suoi tre amichetti con aria annoiata. Quando passava davanti la vecchia casa abbandonata, che sorgeva in uno dei vicoli più anonimi di Bosco Roccioso, doveva sorbirsi le solite storielle su Manamors, il fantasma di un uomo che poteva uccidere chiunque solo toccandolo.
    Luca aveva la stessa età dei suoi amici, ma si sentiva più maturo dei suoi dieci anni. Di solito si limitava ad annuire alle sconclusionate storie dei suoi amici, ma quella mattina si era svegliato con il piede sbagliato. La madre gli aveva detto che presto avrebbero dovuto lasciare il piccolo paese di Bosco Roccioso per trasferirsi in città, dove il papà del ragazzino lavorava. Fino a quel momento Luca e sua mamma si limitavano ad andarlo a trovare qualche fine settimana e il ragazzino si era abituato a quella situazione.
    Luca sapeva che la madre non poteva lasciare Bosco Roccioso per via di Lalla.
    Lalla era la nonna di Luca, aveva ottantuno anni. Era una donna socievole e arzilla. Le volevano tutti bene a Bosco Roccioso. La veneranda età e una brutta caduta l'avevano, però, costretta alla sedia a rotelle e questo non le permetteva l'autonomia necessaria per poter restare da sola. Su quest'ultimo fatto si era basata l'obiezione di Luca alla madre quando seppe la notizia del trasferimento.
    «Non possiamo partire, mamma! Chi penserà a nonna Lalla?»
    «Tuo zio» - fu la sua risposta secca - «Sta tornando qui, si è preso un anno sabbatico e ha deciso di trascorrerlo a Bosco Roccioso. A fine anno vedremo cosa fare».
    Luca non sapeva cosa fosse un anno sabbatico, sapeva soltanto che presto avrebbe dovuto lasciare il suo bel paesino, la sua scuola e, soprattutto, i suoi amici che, ignari di tutto, passavano il poco tempo che rimaneva per stare insieme a raccontarsi leggende su Manamors.
    «Tu non dici nulla, Luca?»
    La domanda di Chiara aveva distolto Luca dai suoi pensieri. Lei, Gianni e Marco lo stavano fissando curiosi. Avevano terminato le storielle su Manamors e speravano che Luca ne aggiungesse una alla collezione della giornata.
    «Le storie su Manamors sono solo stupidaggini» - fu, invece, la deludente risposta del ragazzino. I suoi tre amichetti si diedero un'occhiata fulminea.
    «Ma mio fratello giura di averlo visto!» - insistette Gianni.
    Gianni era un bimbo magrolino, i suoi folti e ricci capelli castani rendevano enorme la sua testa rotonda. Le lenti dei suoi occhiali, invece, trasformavano i suoi occhi marroni in due minuscole fessure nocciola. Il ragazzino sembrava tremare e Luca non sapeva se fosse a causa della fresca brezza estiva, tipica di quel paese di montagna, o se a scuotere il gracile corpo dell'amico fosse la paura scaturita dalle storie di Manamors.
    «Tuo fratello ti prende in giro» - gli confidò Luca - «Lo fa per spaventarti. Non ha mai visto Manamors, non è mai esistito».
    «Invece sì, esiste!» - contestò Marco. Le lentiggini che circondavano il naso del bambino sembravano infuocarsi in quel momento. Marco aveva una pelle rossastra, poco più chiara dei suoi capelli color fuoco. Stringeva i pugni e sbatteva i piedi a terra per mostrare il suo dissenso. Del gruppetto era quello più infantile.
    «Perché pensi che siano tutte storie inventate?» - Chiara fu l'unica, incuriosita, a rispondere con una domanda.
    Luca fece un lungo sospiro - «Se Manamors è un fantasma cattivo, come dite voi, perché dovrebbe indossare dei guanti? Non penso si faccia problemi a uccidere le persone, allora perché usare questa precauzione per non farlo?».
    Chiara si grattò la sua lunga chioma nera - «In effetti...»
    Anche Gianni non seppe cosa rispondere. Marco, invece, sbatté ancora i piedi a terra. «Ha paura di uccidersi da solo, no?» - urlò - «Se si tocca per sbaglio, muore anche lui».
    «Si dice che sia morto proprio così» - Gianni gli diede man forte - «Si è toccato il viso senza indossare i guanti ed è morto ».
    Luca sorrise. Vedere i suoi amici cercare in tutti i modi di dar credibilità alle loro storie lo intenerì. Pensò a quanto sarebbe stato doloroso doverli lasciare.
    «Avete ragione» - si arrese - «Non ci avevo pensato».

    Il sole stava per tramontare quando i quattro decisero di congedarsi e di darsi appuntamento al giorno dopo. Gianni e Marco se ne erano già andati, Luca e Chiara si incamminarono da soli. I due erano vicini di casa, si conoscevano da quando non avevano nemmeno l'età per ricordarlo. Erano entrambi figli unici ma insieme si erano creati un rapporto fraterno. Chiara lo conosceva molto bene e aveva capito che c'era qualcosa che lo turbava. Si fermò e costrinse Luca a fare lo stesso.
    «Siamo soli. Puoi dirmelo. Cosa c'è che non va?» - gli chiese.
    «Ci trasferiamo» - Luca non amava i giri di parole - «Finita l'estate, lasceremo Bosco Roccioso».
    Chiara non disse nulla. Guardò in avanti e riprese a camminare. I due amici rimasero in silenzio fino all'arrivo in casa.

    Capitolo 2

    La notte sembrò arrivar presto quel giorno. Durante la cena, Luca aveva risposto alle domande di circostanza della madre e della Nonna Lalla, su come avesse trascorso la giornata, con vaghi monosillabi. Erano da poco passate le undici di notte e la mamma trascinò la sedia a rotelle della Nonna verso quella che, fino a qualche anno prima, era la camera da letto di Luca. Dopo l'incidente, infatti, lui e la nonna avevano fatto un cambio di stanza. Nonna Lalla avrebbe dormito al piano di sotto e il ragazzino al piano di sopra, così da evitare all'anziana di dover salire le scale. A Luca mancava la sua camera da letto ma non poteva lamentarsi. La stanza di nonna Lalla aveva un letto matrimoniale solo per lui. Quella notte il ragazzino si stese lì a fissare il soffitto. Pensava ai suoi amici, pensava a Chiara e pensava al completo silenzio della Bosco Roccioso notturna. In città gli sarebbe mancato quel silenzio, Luca ne era sicuro. Il ragazzino spense la luce e chiuse gli occhi. La sua mente stette ancora un po' di tempo a vagare nei meandri dei pensieri ma poi si spense anche lei, permettendo al bambino di dormire.

    Luca passò qualche ora tra le braccia di Morfeo, quando si sentì premere la vescica. Si svegliò di colpo, odiava quando succedeva. Doveva fare la pipì. L'unico bagno della casa si trovava al piano di sotto, vicino alla sua vecchia camera, ora occupata dalla nonna. Avere la toilette vicino era uno dei vantaggi di avere quella stanza. Cercando di non svegliare la mamma che dormiva nella camera accanto, Luca scese le scale in punta di piedi. Non accese nemmeno la luce, abitava in quella casa da dieci anni, la conosceva come le sue tasche. Il ragazzino scese l'ultimo gradino, poi lo sentì. Dietro di lui. Un suono leggero e rapido che però violentò il silenzio assoluto di quella notte. Sembrava un lieve sospiro. Luca non voleva voltarsi. Pensò fosse stata la madre o la nonna a tirar fuori quel sospiro, mentre dormivano. Il ragazzino s'incammino verso il bagno, ma lo sentì di nuovo. Il sospiro assunse un suono diverso. Luca non aveva dubbi. Era un bisbiglio. Un brivido percorse la schiena del bambino. Qualcuno gli stava parlando.
    Luca era paralizzato. L'interruttore della luce era vicino ma allo stesso tempo lontano. Il ragazzino non riusciva a muovere il braccio per raggiungerlo.
    Un altro bisbiglio ruppe il silenzio. Luca percepì una parola.
    "Paura". Sentì qualcuno alle sue spalle dirgli sottovoce "Paura".
    Luca cominciò a tremare, così come aveva fatto Gianni quel giorno. Volse lentamente la testa.
    Vide una figura umana, era in piedi, al piano superiore, immobile sopra il primo gradino. Il corpo della figura era completamente nero e longilineo. Solo la testa era abbastanza chiara da poter essere vista senza difficoltà. Due enormi occhi lo fissavano.
    La figura mostrò i denti in un sorriso inquietante. Luca sentì una calda umidità provenire dalle sue mutande. Le gocce di urina scesero e gli bagnarono i pantaloncini. La figura fece un movimento che, nonostante la poca luce, arrivò chiaro a Luca. Con la mano sinistra, la figura, toccò quella destra e, lenta, si ritrasse, strisciando sull'aria e tirando qualcosa a sé. Il ragazzino spalancò la bocca, urlò a pieni polmoni.
    La figura continuò a sorridere mentre si sfilava uno dei suoi guanti.

    Una bianca luce investì la casa. Le vuote scale si videro calpestate dalla madre di Luca che le scese di corsa fino a raggiungere il traumatizzato figlio.
    «Manamors, Manamors» - urlò Luca, terrorizzato - «Manamors è qui!»
    La donna abbracciò il figlio.
    Per tranquillizzarlo gli aveva detto che era stato solo un brutto sogno.
    Solo un terribile incubo.

    Capitolo 3

    Il cucchiaio colmo di latte e biscotti vacillava accompagnato dalla tremante mano di Luca. Il bambino era ancora traumatizzato dalla scena a cui aveva assistito quella notte. Si fosse trattato di un sogno o no, quella figura nera aveva spaventato a tal punto il ragazzino da costringerlo ad andare a dormire nel lettone della madre, qualcosa che non aveva mai fatto nei suoi dieci anni di vita. Il tremante cucchiaio tintinnava tra i bordi della tazza piena di latte provocando un suono metallico debole ma che risuonò in quella vuota cucina. L'armonia e la periodica continuità di quel suono stava calmando i nervi del ragazzino, ma lo scricchiolante e inquietante suono delle ruote della sedia a rotelle di nonna Lalla portò di nuovo alla mente di Luca il ricordo di quel mostro. Spingendo le ruote con le mani, l'anziana entrò in cucina e si posizionò, non con poca fatica, dinanzi al nipotino.
    «Ti ho sentito ieri notte, sai» - gli disse. Luca non riusciva a capire se la nonna si fosse appena svegliata oppure no, il volto, segnato dall'età e dallo sconforto di non poter più camminare, sembrava sempre assonnato, anche quando l'ora del sonno era passata ormai da un pezzo.
    «Mi dispiace, nonna» - Luca non distolse lo sguardo dai cereali - «Non volevo svegliarti».
    Nonna Lalla fece segno di no con la testa, ma il nipotino non lo vide.
    «Hai pronunciato un nome» - continuo la nonna - «Manamors».
    Luca sobbalzò. Fece cadere il cucchiaio a terra, ma decise di lasciarlo lì, guardò fisso negli occhi della nonna.
    «Tu... tu lo conosci?» - le chiese balbettando - «Esiste davvero Manamors?». Luca aveva paura di ascoltare la risposta. Sperava che la nonna lo tranquillizzasse, che gli dicesse che era solo una leggenda.
    «Certo che esiste» - fu, invece, la risposta - «Anzi, è esistito. Io l'ho anche conosciuto».
    Luca saltò in piedi. Era paonazzo in viso. «Allora non era un sogno» - urlò, spaventato - «Ho... ho visto un fantasma, un demone, un mostro» - diceva il bambino senza prendere fiato.
    A quella crisi di panico la nonna rispose con un dolce sorriso.
    «Non hai visto nessun fantasma, piccolo, e di sicuro non hai visto un demone. Te lo sei immaginato»
    «Ma... ma tu hai detto...» - protestò il piccolo.
    «Che Manamors è esistito» - lo interruppe la nonna - «E che io l'ho conosciuto, ma ti parlo di sessantacinque anni fa. Manamors è morto nel 1955. Era un bravo ragazzo, dolce e generoso. Di sicuro non è diventato né un fantasma, né un demone» - una lacrima percorse, rapida, le gote dell'anziana signora - «Ora è sicuramente un angelo».
    Luca ripensò alla figura vista quella notte, non l'avrebbe mai associata a quella di un angelo.
    «Eri amica di Manamors?» - le chiese Luca.
    La nonna mostrò i denti in un sorriso allo stesso tempo tenero e malinconico.
    «Eravamo innamorati, piccolo». Luca si sedette - «Lascia che ti racconti».
    L'anziana signora si asciugò le lacrime e cominciò il racconto.

    «Il vero nome di Manamors era Arturo. Lavorava insieme a mio padre in una fabbrica che si trovava a pochi chilometri da qui. Aveva diciotto anni, viveva con la madre, che era malata, poverina, aveva problemi ai polmoni, se non ricordo male. Si erano trasferiti qui nel cinquantatre, venivano dal sud e gli abitanti di Bosco Roccioso non li vedevano di buon occhio. Mio padre, invece, stravedeva per quel ragazzo. Lo invitava spesso a cena da noi. Fu in una di queste cene che ci innamorammo l'uno dell'altra. Avevo solo sedici anni all'epoca, ma Arturo era così bello, alto, forte e, soprattutto, dolce. Non riusciva a distogliere lo sguardo dal mio viso, ma ogni volta che i miei occhi si incrociavano con i suoi, lui li abbassava subito. Era così timido. Decidemmo di fidanzarci. Ci vedevamo di nascosto. Ci intrufolavamo nei vicoli del paese, oppure proprio nel bosco accanto al cimitero. Nessuno ci aveva mai scoperto. Intanto, però, la gente cominciava a diventare sempre più cattiva con Arturo. Passarono da insultarlo a usargli violenza. Dicevano che era uno sporco contadino del sud, che era portatore di malattie. Il fatto che Arturo indossasse sempre dei guanti non migliorava certo la sua situazione».
    Luca ascoltava la storia in silenzio, con viva attenzione, ma quell'ultimo dettaglio lo spinse a intervenire.
    «Quindi è vero che indossava sempre i guanti? Perché lo faceva?» - le chiese.
    «Non lo so, piccolo» - Nonna Lalla sospirò piano - «In tre anni non mi ha detto perché portasse quei guanti. Gliel'ho chiesto tante volte, non mi ha mai risposto. In tre anni le nostre mani non si sono mai incontrate»
    Luca era davvero inquieto. Forse le leggende erano vere, quell'Arturo poteva davvero uccidere le persone solo toccandole.
    Come se gli avesse letto la mente, la nonna rispose anche a quei dubbi che il nipotino stava celando.
    «La gente diceva che Arturo indossasse quei guanti perché poteva uccidere chiunque lo toccasse. Lo chiamavano Manamors, mano della morte. Tutte sciocchezze, te lo dico io».
    La voce della nonna Lalla si fece, all'improvviso, più cupa.
    «Un gruppo di ragazzi lo seguì all'uscita della fabbrica. Aspettarono che fosse solo... lo circondarono, lo spinsero, lo presero a calci... gli tolsero persino i guanti. Arturo non sopravvisse a quelle percosse. Fu mio padre a dirmelo. Per lui, io e Arturo, eravamo solo buoni amici, non capì mai perché scoppiai in un pianto tanto disperato quella notte».
    Gli occhi arrossati della nonna incontrarono quelli del piccolo Luca.
    «Manamors...» - scosse la testa - «...Arturo era un ragazzo gentile e dolce. Ora è in cielo con la sua mamma, il suo papà ed è felice. Sono sicura che non ha alcuna intenzione di tornare in questa Terra che non ha fatto altro che farlo soffrire».
    La nonna era riuscita a tranquillizzare Luca. Ormai aveva capito che i racconti dei suoi tre amici lo avevano suggestionato e lo stress dovuto alla prossima partenza gli avevano creato quell'allucinazione.
    Regalò un bacio alla guancia della vecchina e corse via, la sua amica Chiara lo stava aspettando fuori casa.

    Se il piccolo fosse rimasto solo qualche minuto in quella cucina, forse, avrebbe visto tutto.
    Avrebbe visto una mano, coperta dal nero tessuto di un guanto venir fuori dal muro alle spalle di nonna Lalla.
    Avrebbe visto quella mano accarezzarle i capelli.
    Avrebbe visto il volto spaventato della nonna.
    Avrebbe sentito la nonna bisbigliare «Lascia questa casa, ti prego».
    Avrebbe visto la mano sparire nel muro.

    Edited by Pasta Alla Creepy - 29/7/2018, 16:45
  3. .
    Mi è piaciuta. Scritta davvero bene, i due cambi di prospettiva sono resi egregiamente. È decisamente poco intuitiva, per capire il perchè siano successe alcune cose ho dovuto rileggere il testo e poi leggere lo spoiler, però è giusto anche così.
    Bella😁
  4. .
    Nessun commento a questa storia? Perché?
    Molto poetica a mio avviso. Mi sembra più una Horror Story che una Creepypasta, a onor del vero, però davvero molto ben scritta e, se ci si riesce a immegersi completamente, spaventa anche. Tanto.
    Il colpo di scena finale è ben strutturato, magari viene un po' troppo all'improvviso. Qualche foreshadowing all'inizio su Voltaire l'avrei messo come richiamo al finale, come hai fatto con la genziella, però tolto questo particolare è una bella storia.
    La scena del "mostro" è veramente terrificante. Complimenti davvero.
  5. .
    @LadyShot80 - 22/10/16, 22.03 - Utente
    Salve, mi sono appena registrata, ma seguo da tanto questo forum. Da un po' di giorni ho dei problemi con il mio PC, in pratica ogni volta che apro explorer oltre la mia pagina iniziale mi si apre automaticamente un'altra pagina web di un sito sconosciuto, l'url è questo "<messaggio modificato da @m.f. alle 01.00 del 26/10/16>", dal sito parte sempre uno strano video. Credo sia un malware, ma i miei antivirus non trovano nulla. Help, per favore!!

    @KiNg_KuRos - 22/10/16, 22.43 - Moderatore
    Benvenuta, @LadyShot80. Prima di aprire un topic dovresti presentarti nella sezione "Benvenuti". Ti consiglio di dare un'occhiata al Regolamento del forum.

    @Grimoyre17 - 22/10/16, 23.05 - Utente
    Hai provato a usare un altro bowser? Tipo Firefox, Chrome?

    @Milla_LayHeart - 23/10/16, 08.57 - Utente
    E' sicuramente un virus! Comunque ho cercato l'url che hai scritto su Google e non mi da nessun risultato. Però col cavolo che lo apro se è un virus ahahahhah.

    @LadyShot80 - 23/10/16, 09.11 - Utente
    Mi sono presentata nella sezione Benvenuti! Scusatemi!
    Comunque sì, @Grimoyre17, ho provato a usare sia Firefox e Chrome, il sito si apre lo stesso. Sono disperata!!

    @Grimoyre17 - 23/10/16, 15.40 - Utente
    E' un virus, tranquilla ;). Che Antivirus usi? Hai provato a disinstallare e reinstallare Explorer?

    @Milla_LayHeart - 23/10/16, 17.00 - Utente

    Ma ti parte un video pubblicitario? Tipo il tizio "veramente euforico"? Ahahahahah

    @Grimoyre17 - 23/10/16, 17.13 - Utente
    Cazzo! Lo odio quel tipo!

    @KiNg_KuRos - 23/10/16, 17.16 - Moderatore
    Attenzione al linguaggio @Grimoyre17! Non censuro solo perché anche io odio il tipo euforico ahahahahah!

    @LadyShot80 - 23/10/16, 18.22 - Utente

    Ho provato a reinstallare tutto ma la pagina virus mi si apre lo stesso.
    No, @Milla_LayHeart , magari mi comparisse il tizio euforico. Mi parte il video di una donna bionda seduta su una sedia in quello che sembra uno scantinato, questa guarda fissa nella mia direzione. Non so come va a finire, dopo tre secondi chiudo la pagina.

    @Milla_LayHeart - 23/10/16, 20.01 - Utente
    Inquietante O_O

    @LadyShot80 - 23/10/16, 21.15 - Utente
    Già! Help me pleaseeee!!!!

    @Grimoyre17 - 23/10/16, 21.30 - Utente
    Non mi hai detto che antivirus usi.

    @m.f. - 24/10/16, 00.00 - Utente
    ho sentito qualcosa al piano di sotto vai a controllare ti prego

    @LadyShot80 - 24/10/16, 09.20 - Utente
    Scusami Grimoyre17! Come antivirus uso <messaggio modificato da @KiNg_KuRos alle 09.45 del 24/10/16> e ha sempre funzionato bene.

    @KiNg_KuRos - 24/10/16, 09.52 - Moderatore
    Mi spiace ma non si possono citare marche di antivirus in questa sezione del forum, LadyShot80! Ti prego di leggere il Regolamento se non l'hai ancora fatto.

    @LadyShot80 - 24/10/16, 11.20 - Utente

    Sì, sì. Chiedo scusa. Grimoyre17, ti ho mandato un MP.

    @Milla_LayHeart - 24/10/16, 15.10 - Utente
    Io sono troppo curiosa! Lady, non puoi vedere e dirci come finisce il video? Io non ho il coraggio di aprire il link!

    @Grimoyre17 - 24/10/16, 15.35 - Utente
    Hai il miglior antivirus in circolazione, Lady! E' strano che non ti trovi il virus!

    @LadyShot80 - 24/10/16, 22.00 - Utente
    Ragazzi, io sono davvero spaventata. Ho visto il video fino alla fine. Non voglio scrivere ciò che ho visto, ma devo liberarmi da questo virus. Su internet non trovo nulla al riguardo, ho provato ad aprire il link dal cellulare ma non funziona, neanche negli altri computer funziona, si apre solo con il mio PC. Ho chiamato l'assistenza, voi davvero non sapete cosa possa essere?

    @Milla_LayHeart - 24/10/16, 22.35 - Utente
    No, dai. Stai scherzando? Sono a casa da sola, non mi spaventare!

    @KiNg_KuRos - 24/10/16, 23.11 - Moderatore
    Ho aperto il link e non mi compare nulla. Se era uno scherzo, questo non è il forum giusto. Se vuoi spaventare le persone cerca quelle cose lì, le creepypasta e vai da loro.

    @LadyShot80 - 24/10/16, 23.25 - Utente
    No, vi giuro! Non è uno scherzo. Nel video la signora bionda continua a guardare nella mia direzione per un minuto, ferma, in silenzio, sembra spaventata. Dopodiché i suoi occhi cominciano lentamente a riempirsi di sangue e lei cade a terra. E' terrificante. Vi prego, aiutatemi.

    @Milla_LayHeart - 24/10/16, 23.55 - Utente
    Ottimo, stanotte non dormirò, grazie LadyShot80. Che palle 'sti troll.

    @m.f. - 25/10/16, 00.00 - Ut?nte
    che succede?
    amore?
    c'è qualcuno in cantina?

    @LadyShot80 - 25/10/16, 19.10 - Utente
    Non è uno scherzo! Davvero! E poi se c'è un troll qui è sicuramente @m.f. che scrive cose random.

    @KiNg_KuRos - 25/10/16, 19.50 - Moderatore
    Chi è questo m.f.?

    @LadyShot80 - 25/10/16, 19.55 - Utente
    Come chi è? Ha scritto a mezzanotte di oggi e di ieri. E' uno degli utenti.

    @KiNg_KuRos - 25/10/16, 20.11 - Moderatore
    Nessuno ha scritto a mezzanotte e non c'è nessun utente registrato con quel nome, se non la smetti sarò costretto a chiudere il topic.

    @LadyShot80 - 25/10/16, 20.50 - Utente
    Non riesco a quotarlo e non riesco a fare uno screen, ma ha scritto davvero! Dice che c'è qualcuno in cantina! Non sto scherzando!

    @Grimoyre17 - 25/10/16, 21.12 - Utente

    E io che ho anche perso tempo a trovare una soluzione.

    @LadyShot80 - 25/10/16, 23.30 - Utente
    Ho paura. Nessuno mi crede, sono sola a casa e non riesco a togliermi quegli occhi dalla testa. Vi prego.

    @m.f. - 26/10/16, 00.00 - Ut??te

    Amore, dove sei? Cosa era quel rumore? Ho tanta paura.

    @LadyShot80 - 26/10/16, 00.05 - Utente
    Non è divertente, ti prego smettila.

    @m.f. - 26/10/??, ??.?? - ?t???e
    Hai messo tu questa sedia in cantina? Amore? E' uno scherzo? Non è divertente, ti prego smettila.

    @LadyShot80 - 26/10/16, 00.15 - Utente

    Oddio, sei la donna del video?

    @m.f. - 26/10/??, ??.?? - ??????
    Perché quell'espressione così seria, amore? Va bene, va bene, mi siedo.

    @LadyShot80 - 26/10/16, 00.30 - Utente
    No! Non ti sedere! Dove siete tutti? Fate qualcosa!

    @m.f. - 26/10/??, ??.?? - ??????
    Perché mi stai filmando? Mi vuoi dire cosa succede, amore? Mi fai un po' paura. Amore, i tuoi occhi! Che ti succede agli occhi? E' sangue? Amore? Amore? Oddio! Qualcuno mi aiuti! Fate qualc&&&&S DNFR,MMS LLNEMN AHHHHHHHH

    @LadyShot80 - 26/10/16, 01.00 - Utente
    .

    @LadyShot80 - 26/10/16, 02.00 - Ut?nte
    .

    @LadyShot80 - 26/10/16, 06.00 - Utente
    Ho risolto il problema, grazie a tutti per l'aiuto.

    @Grimoyre17 - 26/10/16, 09.00 - Utente
    Fattelo dire, non stai bene.


    @Cheryl_33 - 22/10/17, 10.00 - Utente
    Salve, scusate se riuppo questa vecchia discussione di un anno fa ma ho riscontrato nel mio PC lo stesso problema dell'utente Lady, mi compare lo stesso video solo che non c'è una donna bionda ma una ragazza castana sui trenta/trentacinque anni. So che LadyShot non è più attiva da un pezzo ma per caso qualcuno di voi sa come ha risolto il problema?

    @KiNg_KuRos - 22/10/17, 10.43 - Moderatore
    Benvenuta, @Cheryl_33. Prima di riuppare una discussione dovresti presentarti nella sezione "Benvenuti". Ti consiglio di dare un'occhiata al Regolamento del forum.




    @LadyShot80 - 22/10/??, ??.?? - ??????
    E' un virus, tranquilla.

    Edited by Pasta Alla Creepy - 29/6/2018, 10:52
  6. .
    Shingeki no Kyojin è uno dei miei manga preferiti e vederlo associato ad una horror story qui sul forum è un sogno che si avvera :riot:, poi scopro che la storia è scritta Devilz e mi rendo conto che probabilmente oggi è il mio compleanno e non lo sapevo.
    Captatio benevolentiae a parte, la storia è scritta molto bene, la suspense è decisamente strutturata in maniera corretta: difficile iniziare a leggere e non voler sapere come finisce. I miei complimenti :)
  7. .
    Capisco che l'autore volesse un finale a sorpresa, ma essere incoerenti per arrivarci a tutti i costi, non ha senso.
    L'idea che un ragazzo voglia partorire è interessante e buona ma andava costruita meglio.
    Già il fatto che dica che "cercava dello sperma"... che senso ha? Il protagonista è consapevole di essere maschio, non ha bisogno di cercare dello sperma :)
    Stesso discorso per le ovaie che non trova... ma va? :asd:
    Queste cose rovinano sia il finale che la storia in sé, peccato :/
  8. .
    Leggendo l'articolo non sembra sia confermata la storia, sono tutte supposizioni. Se fosse andata davvero così, però, sarebbe davvero sconvolgente :omfg:
  9. .
    CITAZIONE (Tommas02 @ 20/9/2016, 11:00) 
    È bellissima, complimenti!

    Detto da te vale doppio ;)
    Grazie!!!! :D
  10. .
    Purtroppo non mi ha colpito più di tanto...
    Non parlo della traduzione, che mi sembra molto buona (eccetto per un "non credo che sia impossibile" invece che "possibile" ;), piccola svista), ma per la storia in sé. Troppo insensata, poco inquietante, sembra più un dialogo di Ionesco che una telefonata con la Polizia, anche il "risvolto" finale non è un vero colpo di scena... ma un finale insensato di una storia insensata.
    Naturalmente è una mia opinione, ma non mi è piaciuta :/
  11. .
    Ho sempre odiato i circhi che sfruttano gli animali, sapere che la situazione dal 1916 non è poi tanto cambiata, mi fa dubitare molto sull'evoluzione della specie umana.
    Detto questo, articolo molto interessante
    :)
  12. .
    Molto, ma molto bella.
    Ben scritta, inquietante, il finale ha quel humor macabro da "twilight zone" e "dylan dog".
    Bravo! :)


    Però sono curioso, quale era il titolo precedente? :asd:
  13. .
    La punteggiatura non è il tuo forte :D
    Per il resto, la storia è veramente interessante.
    Sei riuscito a trasmettere un'atmosfera cupa, sporca e inquietante.
    Il finale è ben costruito. Vi sono cose non molto chiare, ma l'alone di mistero, in questo caso, va più che bene.
    Quindi molto, molto bravo :D
  14. .
    Non male, bravo :)
    Diciamo che il tema è bello, l'idea del "tutti siamo mostri" mi piace, forse potevi svilupparlo un po' meglio. Anche il colpo di scena non l'hai giostrato bene. Parti dal coltetto insanguinato, per far credere che il tizio sia un assassino, ma poi si scopre che si è tagliato, quindi il sangue è suo (che poi se c'è tanto sangue da non riuscire a lavarlo via dal coltello, più che un taglio questo si è amputato metà corpo), poi dici che gli serve il coltello per un lavoro, uno pensa che sia davvero un assassino, ma invece no...è un altro malinteso. Alla fine, però, si scopre che è davvero un assassino. Facendo in questo modo non c'è davvero una sorpresa, perché è una cosa che il lettore ha già pensato all'inizio.
    Non so se mi sono spiegato, forse ho scritto solo cose inutili :D, resta il fatto che la cp non è male, quindi complimenti ;)
  15. .
    Tra i tanti luoghi comuni idioti sui gemelli, ce ne è uno veritiero: alcuni gemelli possono parlare tra di loro telepaticamente. Non so se possono farlo tutti i gemelli, io e mio fratello Stephen sappiamo farlo, ma lo teniamo nascosto a tutti.
    Io e Stephen siamo nati il sei Giugno, io alle 05.56 di mattina, Stephen quattro minuti dopo. Abbiamo 15 anni e frequentiamo il secondo anno alla Victoria High School.
    Stephen è un genio in quasi tutte le materie, io sono stato rimandato in Matematica. Siamo fisicamente uguali, ma siamo anche molto diversi.
    Avevo il test di matematica, quel giorno, e dovevo assolutamente passarlo. Lo so cosa state pensando: "Scambiati con tuo fratello", ecco, questo è un luogo comune idiota. Se due fratelli gemelli si scambiassero non sarebbe così difficile notare la differenza. Abbiamo un modo di parlare, di muoverci, di gesticolare molto diversi, un occhio attento noterebbe subito un eventuale scambio, il mio professore di matematica se ne sarebbe accorto subito.
    Eravamo seduti sul tavolo a fare colazione, nostro padre e nostra madre erano seduti con noi, quindi usai la telepatia per fare una richiesta a Stephen.
    "Mi devi aiutare" - gli chiesi con la mente mentre il mio sguardo era rivolto al piatto di uova e bacon.
    Stephen diede un'occhiata a mamma e papà, poi abbassò lo sguardo.
    "Cosa vuoi?" - la voce di Stephen si intrufolò nei miei pensieri, erano passati quindici anni ma non mi ero ancora abituato alla telepatia.
    "Mi devi aiutare con il test di Matematica, ti leggerò le domande con la mente e tu mi darai la risposta"
    "Scherzi? Non posso farlo! Come farò a seguire la mia lezione?"
    "A quell'ora devi seguire Francese, la conosci bene la lingua, no? Non devi seguire la lezione"
    "Ma che dici? Non posso"
    "Ti prego, Stephen. Devo passare quel test, assolutamente!"
    Non so come feci, ma riuscii a convincere Stephen.
    Giunse l'ora del test, il professore Lam mi mise davanti il foglio con le domande.
    Erano difficilissime.
    Mi concentrai.
    "Stephen, ci sei?" - gli chiesi telepaticamente
    "Sì" - sentii nella mia testa
    "Ok. Domanda numero uno: Quale è la condizione necessaria affinché una retta nel piano cartesiano si possa rappresentare con un equazione del tipo ax+by=0?"
    Stephen non rispose.
    "Hai sentito? Devo ripetere?" - gli chiesi
    "No" - fu la risposta
    "Non hai sentito? Oppure non devo ripetere?" - gli chiesi agitato
    Nessuna risposta.
    Cominciai a preoccuparmi.
    "Stephen, tutto bene?" - gli chiesi ancora telepaticamente
    Ad un tratto, tra i miei pensieri, udii una risposta.
    "Deve passare dall'origine". La risposta C, finalmente. La voce di Stephen era leggermente diversa dal solito. Non so come spiegarlo, ma era più fredda, molto più cupa. In quel momento non ci feci caso, sbarrai la casella 'C' e passai alla domanda successiva.
    "Perfetto Stephen, domanda 2: Quale delle seguenti equazioni rappresenta una coppia di rette incidenti? Ok, Stephen, ora ti dico le varie opzioni. Sei pronto?"
    Nessuna risposta. Il tempo stava scorrendo e mancavano altre tredici domande. Cominciai ad agitarmi sul serio.
    "Stephen ci sei?" - domandai, ancora una volta.
    "Donovan" - disse all'improvviso.
    Pronunciò solo il mio nome e nient'altro, sempre con una voce cupa. Non mi aveva mai chiamato così, di solito mi chiamava Don o Donny, non usava mai il mio nome per intero. Rimase in silenzio. Pensavo si fosse arrabbiato.
    "Stephen, che ti prende? Mi hai detto che mi avresti aiutato"
    Nella mia mente udii solo i miei pensieri, quelli di Stephen sembravano svaniti nel nulla.
    Finché, ad un tratto, sentii quella voce.
    "... entrez, entrez, petits enfants...", mi ricordava la voce di Stephen, ma non era la sua, era molto più profonda, mi terrorizzò.
    "Cosa stai dicendo? Stephen, che ti prende?"
    "Ils n’étaient pas sitôt entrés..." - fu la risposta. Solo in quel momento mi resi conto che la voce parlava in francese. Cominciai a tremare, a sudare, sentivo una strana fitta al cuore.
    "Tutto bene?" - Il professore Lem mi osservava con aria preoccupata.
    Annuii con la testa.
    "Stephen, come riesci a far cambiare la voce dei tuoi pensieri?" - gli chiesi, sperando in uno scherzo.
    "... que le boucher les a tués!" - fu la risposta.
    Pur conoscendo il francese non riuscivo, in quel momento, a capire bene cosa dicesse, capii qualche parola, come "macellaio" e "uccidere". Ad un tratto mi ricordai che Stephen stava seguendo la lezione di francese e mi tranquillizzai.
    Probabilmente non riusciva ad usare contemporaneamente i suoi poteri telepatici e a seguire la lezione, avrà fatto confusione e questo avrà influito anche sulla voce, che mi è parsa diversa.
    Tirai un sospiro di sollievo. Avrei fallito il test, ma almeno non era successo nulla di preoccupante.

    Finite le lezioni, aspettai che Stephen uscisse da scuola. Quando mi raggiunse mi diede una pacca sulla spalla.
    "Non ci posso credere!" - mi disse - "Mi hai chiesto aiuto per una sola domanda, per il resto sei riuscito a fare tutto da solo!"
    A quanto pare, Stephen non aveva nemmeno sentito la seconda domanda che gli avevo inviato telepaticamente. Decisi, però, di non dirglielo.
    "Esatto, le altre domande erano molto più semplici" - gli mentii.

    Era una domenica mattina, guardavo il TG con mia madre. Ad un tratto il giornalista disse che avevano trovato il corpo dei due ragazzini scomparsi qualche giorno prima, un pazzo li aveva accoltellati, decapitati e poi aveva gettato i pezzi nelle acque vicino il Victoria Harbour. Mia madre scoppiò in lacrime, disperata, si mise la mano nei capelli, era visibilmente sconvolta, anche io lo ero, ma i miei pensieri no. Lo so, è difficile da credere. Ma nella mia testa sentii una risata. Qualcuno stava ridendo nella mia testa, una risata grassa, malvagia. Mi alzai di corsa dal divano.
    "Stephen, dove sei?" - gli chiesi telepaticamente
    Sentii la voce di Stephen. Ancora oggi, se ripenso a quelle parole, un brivido mi percorre la schiena.
    "Donovan" - disse - "Li ho uccisi io. Sono un assassino"
    Mia madre mi abbracciò, era terribilmente scossa.
    "Andrà tutto bene, oddio, tutto bene" - mi disse.
    Mi divincolai dalla presa e tornai a comunicare con mio fratello.
    "Stai scherzando Stephen?" - gli chiesi - "Dove sei?"
    " Entrez, entrez, petits enfants" - disse, nella mia testa, una voce, non era quella di Stephen, non poteva essere la sua.
    "Cosa significa? Che ti prende?" - gli chiesi
    "... ils n’étaient pas sitôt entrés, que le boucher les a tués..."
    Solo in quel momento capii cosa mi stava dicendo Stephen, era la filastrocca, la famosa filastrocca di San Nicola, quella dove c'è un macellaio che uccide dei bambini! Infatti i ragazzini sono stati uccisi con un coltello da macellaio. Durante l'ora di francese, qualcosa si è impossessato di Stephen e lui li ha uccisi, capito? Dovete credermi.

    Il dottor Roy e la dottoressa Brown si lanciarono un'occhiata fugace.
    'Come fa a sapere che sono stati uccisi con un coltello da macellaio? Non è stata riportata come notizia'
    Il ragazzo cominciò ad agitarsi.
    'Stephen, me l'ha detto, telepaticamente... no? Mi pare ovvio? No?' - disse, mentre si grattava istericamente la testa.
    La dottoressa scrisse qualcosa sul suo taccuino. 'Grazie, Martin' - disse al ragazzo - 'Vai a riposarti ora'.
    Un uomo in divisa prese il ragazzo da un braccio e lo trascinò via.
    'Non sono Martin, sono Donovan!!' - disse il ragazzo mentre veniva trasportato via.
    Rimasti soli, il dottor Roy si rivolse alla collega. 'Che ne pensa?'
    '... un caso interessante' - rispose la Brown - 'Martin Tremblay ha ucciso Donovan e Stephen Tremblay, i suoi due fratelli minori e poi si è impossessato dell'identità di uno dei due inventandosi la storia della telepatia'.
    'I genitori non si sono accorti di nulla?'
    'Forse erano turbati per la scomparsa dei figli, avranno notato degli squilibri in Martin, ma forse hanno pensato fossero una sua risposta alla mancanza dei fratelli'
    'Ma perché? Non ha precedenti, un ragazzo all'apparenza normale, perché ha ucciso i fratelli?'
    La dottoressa chiuse il taccuino. 'Gelosia. Si sa, i fratelli gemelli hanno maggiore affinità, forse Martin si sentiva escluso'
    Il dottor Roy annuì.

    Martin era rannicchiato a terra, con gli occhi chiusi, in quella stanza completamente bianca.
    "Ehi Martin..." - sentì ad un tratto la voce di Donovan - "Ci leggi di nuovo quella filastrocca?"
    "Sì" - sentì la voce di Stephen - "Come si chiama? Ah sì, La leggenda di San Nicola"
    Martin aprì gli occhi. 'Dove siete?' - chiese con voce tremante
    'Volevi il nostro potere, no?' - chiese Donovan
    'Ora sentirai le nostri voci nella tua testa' - disse Stephen - 'le sentirai per sempre'

    Edited by Rory - 19/9/2016, 16:54
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