La costellazione

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    Yuggoth

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    Nella volta celeste Acquario brillava di luce propria. Arthur aveva notato La costellazione ancor prima di entrare nell’autobus. Odiava quel gruppo di stelle nonostante rappresentassero il suo segno zodiacale. Era stufo di sentirsi uno dei tanti pesci presenti nell’acquario. Avrebbe preferito essere del Toro, dello Scorpione o persino della Bilancia. Ma non un Acquario. Robert Matheson era seduto al suo fianco destro, lontano dal vetro. Con le labbra contratte in un’espressione disgustata si lamentava dell’odore che circolava nell’aria: era del Cancro. Il resto dei compagni era sparpagliato tra i sedili logori dell’ammasso di ferraglia, che sarebbe partito non appena fossero arrivati i gemelli Palmer.

    Intanto, nello stato di Washington: << E non rompere! >> esclamò William Pep a sua moglie. Era una fifona. Credeva davvero che il governo militare degli Stati Uniti d’America avrebbe preso ulteriori provvedimenti oltre alle lettere d’avvertimento che ricevevano nella loro piccola abitazione sul monte Rushmore. Okay, la settimana scorsa Qualcuno aveva fatto esplodere la cassetta della posta. Ma poteva essere stato chiunque. E poi William era libero di fare ciò che voleva. Non se ne poteva discutere.

    Jenny era intenta a pettinarsi l’unico ciuffo di capelli che aveva da sempre occupato la sua zucca, aveva un’aria triste e non osava proferire parola con nessuno; forse per via dei fatti avvenuti nell’ultimo viaggio. Bob occupava due sedili e osservava la strada deserta fuori dal finestrino, sospirando ogni volta che il vento inclinava le fronde dei faggi imprigionati nei quadrati di terra circondati dall’asfalto. In lontananza si potevano notare le luci dei lampioni che si inerpicavano su per le montagne. Non c’era mai traffico in quella zona del Nevada e se non fosse stato per qualche condominio fatiscente, come quello in cui abitava la maggior parte dei presenti su quel pullman, sarebbe stata una zona totalmente deserta.

    << Siete pregato di smettere la divulgazione di notizie, peraltro ridicole e senza fondamento, che potrebbero risultare nocive alla comunità del paese. L’argomento dei dischi volanti ha da sempre causato scompiglio e disinformazione tra i cittadini e non vorremmo che si ripresentassero in forma più acuta. Cortesemente, vicedirettore Strickland MacFarlane. Base militare di Fort Wave >> William sbuffò alle parole di Martha. Non c’era motivo di leggergli una delle lettere che avevano ricevuto qualche settimana prima, per l’ennesima volta. Aveva visto dei fottuti Ufo! Doveva saperlo tutto il mondo!

    I Palmer salirono sul mezzo barcollando. Arthur non conosceva la lingua dei segni e non aveva potuto chiedergli a quale simbolo zodiacale appartenessero, ma il ritardo era una caratteristica tipica del Leone. La porta vicino il posto di guida del mezzo si chiuse. L’autista era noto al gruppo come Capitan Sparrow, un soprannome ideato da Jenny che, evidentemente, non aveva mai visto un capello da ufficiale prima di quello dell’uomo al volante. << Salve, Capitan Sparrow >> aveva annunciato entrando nell’autobus qualche mese prima. Lui l’aveva fissata per qualche secondo, poi si era alzato e l’aveva picchiata in modo brutale, finché un rivolo di sangue non le era sgorgato dalle narici. Arthur aveva incitato gli altri a non parlare dell’accaduto con nessuno. Non potevano perdere l’unico lavoro che gli avessero mai offerto nelle loro vite.

    William si stava lisciando i baffi. Il tasto Invio del Fax separava il racconto della sua ultima esperienza con un oggetto volante non identificato dal rettore della rivista Occult Science, che l’avrebbe senz’altro pubblicato. Le sue storie destavano scalpore tra chi aveva avuto incontri ravvicinati del quarto tipo, poiché non si limitava a narrare le vicende, ma integrava i contenuti con commenti personali. Non aveva paura del governo.

    La compagnia giunse alla base militare di Forth Wave. Superarono il controllo all’entrata e vennero condotti nella stanza dei costumi, un luogo simile al backstage di un teatro, ma con le luci soffocanti di una camera oscura. Il signor Thimoty ritoccò le sopracciglia di Robert e propose al gruppo nuove tute adatte al lavoro: era un maniaco della perfezione, una Bilancia. Quando la compagnia terminò di vestirsi e agghindarsi con gli abiti e gli ornamenti che i Poteri Forti avevano studiato a tavolino per loro, tornarono sull’autobus. Arthur notò che qualcuno stava già tremando. Era difficile immaginare cosa pensassero gli altri, ma, per lui, quel mestiere significava smettere di sforzarsi di sembrare normale e sfruttare la propria diversità, il proprio pudore e la propria sofferenza per fare del male.

    La casupola isolata sul monte Rushmore smise di brillare. Per le persone che avessero superato la mezza età era ora di andare a dormire. Martha uscì nell’atrio e sorprese il marito alle spalle, intento a guardare il cielo sotto il riflesso biancastro della Luna. Quando osservava i corpi celesti pareva addolcirsi: << Scusa >> annunciò la donna. William si voltò e unì le labbra alle sue, poi aggiunse << Stanotte Acquario è incredibilmente luminosa >>.

    Bob fu l’ultimo a mettere piede fuori dall’autobus. Si trovavano ai piedi di una montagna. Prima che fossero scesi dal mezzo, Capitan Sparrow gli aveva indicato un’abitazione lontana qualche chilometro, sulla cima di una formazione rocciosa affiancata al monte.

    Chi poteva bussare alla porta a quell’ora della notte? Martha era ancora sveglia e, con passo felpato, si diresse verso l’uscita. Superò la finestra del salotto. L’aria era acerba e la brezza notturna entrava dagli spifferi tra le assi di legno del soffitto. Aprì la porta. Un brivido si fece strada dall’estremità della sua schiena, conficcandosi nella carne in numerose diramazioni che si snodavano sino al collo. Faceva un gran freddo.


    Jenny si era messa a correre. Sembrava non ricordare il modo giusto per svolgere il lavoro. Aveva paura. Arthur sapeva che, se presi alla sprovvista, i Capricorno possono perdere la fiducia in se stessi e la propria autostima. Hanno bisogno di persone che diano loro forza per farli arrivare alla meta più alta, ma in quel momento non poteva curarsene. Doveva fare ciò per cui era giunto fino lì. Estrasse un laser dalla tasca della tuta argentata e lo puntò alla finestra dell’abitazione, poi accese una torcia e illuminò il suo collo davanti agli scuri. Rimase immobile in quella posizione, mentre Robert continuava a bussare alla porta senza farsi notare e Bob emetteva dei versi gutturali da qualche collina più a est.

    William si svegliò di soprassalto. Aveva avvertito un urlo. Ma dov’era finita Marta? Si diresse verso l’uscio e notò che il vetro della grande finestra in salotto filtrava dei raggi di luce particolari. “Ufo” pensò. In preda all’agitazione di tale pensiero corse verso la porta d’entrata senza preoccuparsi del buio, ma inciampò su qualcosa. Un corpo morbido, un corpo profumato: << Martha… ma che cazzo! Svegliati! >>. Le sue parole risuonarono impotenti contro il verso mostruoso che proveniva da lontano. William si accasciò al suolo e restò in quella posizione, piangendo e battendo il pugno contro il pavimento per diverse ore. Poi alzò lo sguardo e notò che intorno a lui c’erano delle persone con abiti luccicanti e foscerescenti. A qualcuno mancava un braccio, c’era una donna affetta da microcefalia con la testa pelata, tranne per un ciuffo pettinato al centro del capo; c’era un omone grande e grosso che faticava a reggersi in piedi, e persino dei gemelli siamesi. Al centro, però, c’era un ragazzo con lo sguardo costantemente rivolto verso l’alto, che parlò per primo. Il suo collo venoso era bloccato in quella posizione.

    << Siamo umani, so che non si direbbe, ma vogliono farci passare per extraterrestri >> disse Arthur.
    << Non abbiamo scelto di fare tutto ciò e siamo davvero dispiaciuti per la donna >>.

    William smise di pubblicare i resoconti dei propri avvistamenti e si dedicò alla sepoltura di Martha. La compagnia tornò alla base di Fort Wave e ricevette il dovuto compenso dal generale Strickland. Per quella notte avevano finito. Jenny tornò a far parte del gruppo dopo le parole di conforto che gli rivolse Arthur: << Se prima di trovarci eravamo considerati come mostri, adesso siamo mostri cattivi. Scorpioni, tori, bilance, cancri e pesci: creature e oggetti dalle innumerevoli forme; ma se prima di svolgere questo lavoro eravamo solo un ammasso indefinito di stelle, ora siamo una costellazione >>.

    Richard Doty, agente speciale in pensione che lavorava per l’AFOSI (Ufficio aeronautico militare speciale degli Stati Uniti), afferma che il governo degli USA cerca in tutti i modi di dissuadere l’attenzione dei cittadini e di conseguenza dei mass media dai fenomeni riguardanti oggetti volanti non identificati. Egli afferma che avrebbero sminuito e ridicolizzato casi simili a causa del caos che si sarebbe creato nella comunità. Tra i mezzi di difesa da tali testimonianze spiccava un programma assai bizzarro e controverso, che Richard ha citato nel docu-film Unacknowledged: “Raccoglievano persone affette da deformità genetiche. Ricordo che un uomo non voleva smettere di diffondere su larga scala le testimonianze dei propri avvistamenti, così radunarono quelle persone e le condussero all’abitazione dell’uomo. Ci viveva con sua moglie. Li spaventarono a morte. Programmi del genere sono sempre esistiti, ma credo che questo sia attivo ancora adesso. Anzi, ne sono sicuro”.


    Edited by @AnthonyInBlack - 19/11/2018, 21:33
     
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    Happy Urepi Yoropiku ne~

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    Mi è piaciuta. Scritta davvero bene, i due cambi di prospettiva sono resi egregiamente. È decisamente poco intuitiva, per capire il perchè siano successe alcune cose ho dovuto rileggere il testo e poi leggere lo spoiler, però è giusto anche così.
    Bella😁
     
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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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    Mamma mia che trollata 😆
    ero davvero convinta che si parlassero di alieni perché la parte dei segni zodiacali mi confondeva

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    Lettura davvero interessante. Mi è piaciuta!
     
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