Votes given by Er Mortadella

  1. .
    Grazie ^^
  2. .
    Ed eccoci qui, in questo momento che ho posticipato più e più volte. Suppongo che fosse anche l'ora in realtà, dopo più di dieci anni qui, tra alti e bassi.

    Il forum mi ha accompagnata per tanto tempo, è uno dei pochi posti dove sono sempre riuscita a scrivere e farmi vedere senza timore del giudizio altrui, e di questo sarò sempre grata a tutti gli utenti e staffer che negli anni mi hanno supportata ed aiutata.
    Però adesso devo uscire: essere nello staff qui è stato divertente, a volte infuriante... ma era diventato anche un'ancora: e come tutte le ancore, se sei tu a lanciarla vuol dire che avevi bisogno di fermarti, ma ormai si era arrugginita, incagliata e non permetteva più di ripartire. Per quanto ormai i doveri di Supervisore fossero ridotti all'osso restava sempre quel prurito dietro alla nuca "dovrei provare a..." " se avessi fatto di più..." ma dipende davvero da me? Non credo proprio.
    Ho bisogno di quelle energie mentali per qualcosa di nuovo, e restando sulla metafora nautica, per partire e veleggiare altrove, in posti nuovi dover poter usare tutto ciò che ho imparato qui.

    Questo non vuol dire che non tornerò mai più, cavoli se il forum ritornasse a vivere mi farebbe piacere pubblicare qui di nuovo, ma adesso quelle storie devono essere liberate e non possono più stare solo qui: è un cantuccio caldo e comodo ma troppo stretto. Mi rivedrete? Possibile.
    Se vedrete un giorno un libro di racconti e alcuni vi sembrano familiari chissà, magari sarò riuscita ad attraccare proprio dove volevo.

    Perciò, con un arrivederci dal sapore di addio, io vi saluto!
  3. .

    I FAMOSI CINQUE


    PREFAZIONE:



    Mi è tornata l'ispirazione e la voglia di scrivere e mi sono chiesta: perché non buttare giù qualche riga ispirandomi a persone reali, magari persone che condividono la passione per l'horror come la sottoscritta?
    E così, dunque, ho deciso di scrivere una serie di cinque racconti horror, ciascuno ispirato a una persona in particolare. Persona conosciuta grazie a questo forum.
    Sì, ragazzi, sto parlando di voi. Voi con cui ho avuto modo di rapportarmi in questi ultimi giorni, in particolare grazie ai disegnini razzisti sui cinesi e le chiamate deficienti su Discord:
    Sal Er Bestemmione con la speciale partecipazione di Viola,
    Donny Bau Bau,
    Mr Canotta,
    Baby Steph,
    Valerio Er Chef.

    Ebbene sì, voi fanciulli siete le mie muse per i racconti che sto attualmente scrivendo e che scriverò.
    Tocca a voi, però, capire qual è il vostro racconto. Per il momento ne ho uno solo pronto, ma non temete...questo topic resterà in continuo aggiornamento.

    1. Wally


    Le lancette dell’orologio segnavano inesorabilmente le 12:30, cioè il termine della lezione che era stato concesso agli studenti. Wally tirò un sospiro di sollievo. Non ne poteva più di quel professore e delle sue espressioni di algebra relazionale, a dir poco complesse. Dal primo momento che aveva oltrepassato la soglia dell’aula, non vedeva l’ora di parlare a lei. La ragazza che prendeva sempre posto alla terza fila, di lato, da sola.
    Era stufo di limitarsi a posarle lo sguardo addosso, senza fare alcunché. Era tutta la mattina che aspettava arrivasse il momento di parlarle.
    E ora che è arrivato, non può più tirarsi indietro.
    “Ennesima lezione stancante, eh?” Wally la intercettò prima che finisse di raccogliere le sue cose nello zaino e lasciare l’aula. Sally si voltò con un sorriso timido, sapendo per certo chi le avesse appena rivolto parola. Era da qualche settimana che si scambiavano rapide battute sulla lezione del giorno e sull’evidente parrucchino del professore senza, però, avere l’opportunità di approfondire la reciproca conoscenza.
    “Assolutamente.” Sally scrollò le spalle con un sorriso. “A proposito di ciò…recentemente ho perso il mio quaderno degli appunti e ho dovuto prenderne uno nuovo. L’Associazione Studentesca mi ha suggerito di scovare negli oggetti smarriti, ma niente. E’ semplicemente svanito nel nulla.”
    Wally non poté fare a meno di quanto fosse bella, seppur con una ruga di frustrazione che le solcava la fronte.
    “Non è la fine del mondo, naturalmente, però, sai, non posso affrontare l’esame di fine semestre senza gli appunti che ho perso.” Sally si toccò i capelli con leggero imbarazzo, trovando il coraggio necessario per chiedergli quello che aveva in mente da qualche giorno, senza risultare disperata né invadente.
    Wally non aveva bisogno di indovinare: nell’aria c’era già il sottinteso di doverle dare un aiuto.
    Eppure finse di non capire e non la interruppe.
    “Oh, mi dispiace per il tuo quaderno. Mi descrivi com’è fatto? Te lo chiedo perché, se mai dovessi trovarlo, te lo porterei” Wally sapeva perfettamente dove l’altra volesse andare a parare, ma prima di andare al punto della questione voleva giocarci un po'. Vedere per quanto lei volesse continuare a temporeggiare.
    “E’..uhm, ha una copertina rosa ricoperta di lustrini viola. Lo so lo so, può sembrare una sciccheria alla Paris Hilton, ma il rosa è il mio colore preferito!” Ridacchiò Sally, più imbarazzata che mai.
    Wally aveva fatto centro: aveva davanti a sé un pomodoro dalle fattezze umane e malgrado ciò la trovava interessante.
    “Dunque, mi chiedevo se potr-” Continuò lei, ma venne prontamente interrotta da Wally, deciso finalmente a darle tregua.
    “Certo!” Wally le sfoggiò un sorriso rassicurante. “I miei appunti sono anche i tuoi. Ecco, prendi il mio quaderno e fatti con calma tutte le fotocopie che ti occorrono.”
    Per entrambi, la giornata aveva di colpo preso colore.

    Il pomeriggio seguente, a fine lezione, Sally tornò da Wally e gli restituì il quaderno. Sempre se così si poteva definire un mare di scarabocchi presi distrattamente, come se ben altro avesse calamitato l’attenzione del proprietario, distogliendola dal professore e dalla lavagna.
    “Non so come ringraziarti, mi hai praticamente salvata.” Il sorriso di Sally le illuminava il volto come una fiamma inestinguibile.
    Wally aveva fatto centro.
    “Una cena. Io e te, non sarebbe male.” Volle cogliere la palla al balzo lui.
    A tale proposta restò sorpresa la giovane Sally: a smuoverla non era stata tanto l’idea di andare a cena con lui in sé, quanto invece la sicurezza e la naturalezza con cui l’aveva fatta Wally. Si era sempre approcciato a lei in maniera abbastanza goffa e schiva, come se puntualmente gli mancasse quel pizzico di coraggio per lasciare che i soliti commenti sulla lezione odierna si tramutassero in altro: un invito a conoscersi meglio.
    Dunque, cominciò a osservarlo sotto una luce diversa.
    “Oh, accidenti, forse ho esagerato! Scusa volevo dire: prendiamoci qualcosa al bar dell’Università, che dici?”
    “Beh..”
    “Anche se…il caffè del campus stranamente mi porta bruciori allo stomaco. Invece, la caffetteria che si trova sotto il mio alloggio universitario è ottima. Fa anche dei soufflé al cioccolato, buonissimi, si sciolgono praticamente in bocca. E credo che faccia anche dei biscotti alla zucca, aromatizzati ma molto particolari.”
    “D’accordo Wally, mi hai già convinta al soufflé.” Ridacchia Sally, con le sue immancabili guance rosse.

    “Accidenti, non credevo che fosse chiusa oggi. Di solito il giovedì sono aperti. A saperlo prima, ti avrei chiesto di andare altrove. Mi dispiace” Sconfortato, Wally aprì le braccia con i palmi rivolti al cielo, mentre il suo occhio cadeva sulle serrande chiuse della caffetteria.
    Sally si strinse nelle spalle. “Non c’è problema, possiamo sempre rimandare a domani.”
    “Oppure…già che ci siamo, potresti salire su a casa mia e provare la macchinetta del caffè che mi hanno i regalato i miei. Ovviamente non è la stessa cosa di prendere un caffè al bar ma…Espresso, what else?” La incitò Wally imitando l’accento e la posa di George Clooney.
    Sally esitò, non era sicura di voler salire. Altrettanto non aveva la certezza di voler restare chiusa in un posto sconosciuto, con uno sconosciuto.
    Ma alla fine cedette e, ridacchiando, lo corresse: “In realtà nello spot dice Nespresso e non Espresso.”

    “Ti prego, smettila, mi fa male la pancia dal ridere!” Sally era piegata sul tavolo, una mano sulla pancia e l’altra sulla bocca. Si era di nuovo fatta rossa in volto, stavolta però per motivi ben lungi dall’imbarazzo.
    Wally la faceva ridere a crepapelle con la sua spontanea simpatia. Certo che non avrebbe smesso, le risate di lei erano musica per le sue orecchie.
    Fuori si era ormai fatto buio. Due calici di vino parzialmente riempiti si ergevano sulla tavola. Ad accompagnarli c’erano due piatti ormai vuoti e sporchi.
    Quando Wally le aveva confessato di aver lavorato come chef, fuori città, prima di iscriversi alla facoltà di Matematica, Sally lo aveva scherzosamente messo alla prova chiedendogli di sorprenderla con qualche sua ricetta. E così lui aveva seriamente trasformato l’idea di prendere un caffè con la macchinetta in una cena vera e propria, ovviamente preparata con le sue mani.
    “Comunque complimenti, la bistecca era davvero squisita e tenera.” Gli fece presente lei, senza più quel disagio che l’aveva accompagnata fino al momento in cui Wally l’aveva fatta accomodare nell’alloggio.
    Forse era merito del vino se si era sciolta. O forse no.
    “Il segreto sta nel riconoscere la carne giusta da consumare: se dall’esterno ha un colore esterno rosso scuro, quasi un granata tendente al marroncino e al verdognolo, significa che è destinata ad avere un buon sapore. Dopodiché bisogna asportare lo strato, fino a evidenziare il colore rosso vivo, che permane all’interno.” Le spiegò Wally con tanta tranquillità.
    “Mi piace cucinare la carne in tutti i modi possibili: alla brace, al forno, in umido e così via. Domani probabilmente ordinerò tre kg di maiale, mi basterà per tutta la settimana.”
    “Tre kg???” Ridacchiò perplessa Sally portandosi il calice alla bocca. “E dove la metti tutta questa carne? Scusa se te lo dico, ma hai un frigo piccolo.”
    “Venendo qui, non hai notato che vicino la caffetteria c’è una macelleria?” Per la prima volta Sally vide comparire qualcosa di strano sul volto di lui: aveva le caratteristiche di un sorriso, ma non lo era.
    Sally in risposta annuì col capo, abbastanza confusa. Non capiva dove volesse andare a parare Wally.
    “Beh, questa casa è stata costruita esattamente sopra la macelleria. In altre parole, condividiamo un unico scantinato, laddove chiaramente c’è una cella frigorifera. I proprietari sono gentili e mi lasciano tenere la carne quando il mio frigo non me lo permette. Hanno fiducia in me, mi hanno perfino dato le chiavi del loro scantinato.” In un attimo Wally schiarì le idee alla sua ospite.
    Lei lo fissò con un luccichio di curiosità negli occhi.
    “Quindi, stai dicendo che puoi entrare nella loro cella ogni volta che vuoi?”
    “In un certo senso sì.” Il sorrisetto sul volto di Wally assumeva sempre più una sfumatura maliziosa. “Anche in questo momento, anzi. Ora è il momento giusto, considerato che è tardi e la macelleria è chiusa.”
    “Wally…mi stai per caso proponendo di andarci?” Cominciava a sentirsi di nuovo a disagio, ma non poteva negare che l’idea di commettere un “crimine” del genere entrando furtivamente nella proprietà privata di qualcun altro l’allettava.
    “Perché no? Cosa mai potrebbe accadere?”

    Qualche minuto più tardi erano scesi giù nello scantinato.
    Grazie alle chiavi concessogli dal proprietario, non ebbero difficoltà ad entrare nel piccolo magazzino della macelleria.
    “Non sono mai entrata in una cella frigorifera. Ora grazie a te posso spuntarla dalla lista” Sussurrò Sally con voce trepidante e scossa d’emozione, mentre Wally abbassava la pesante maniglia d’acciaio.
    La invitò ad entrare con un sorriso sornione ma, notando la diffidenza che persisteva ancora in lei nonostante l’eccitazione del momento, prese l’iniziativa di entrare per primo.
    “Allora, che ne pensi?”
    Sally mosse i primi passi nella cella e, cercando di proteggersi dal freddo strusciandosi le mani sulle braccia, si guardò intorno per esaminare l’ambiente.
    C’era carne ovunque. Carne di vitello, di maiale, di cavallo…carne fresca, carne confezionata, carn-un urlo isterico squarciò il silenzio nella cella.
    Dal soffitto scendevano alcuni ganci metallici, e appese ad essi c’erano tre donne. I loro occhi vitrei fissavano il vuoto, i loro corpi erano rigidi, paralizzati dal gelo, e le loro sopracciglia e ciglia interamente ricoperti di brina.
    Ora Sally conosce il motivo per cui le tre ragazze sedute in prima fila, al corso di algebra, non si presentano da giorni, se non settimane.
    Wally ne prese una e lentamente la fece ruotare su se stessa. I suoni meccanici degli anelli di metallo si sentivano flebilmente, perché sovrastati dalle urla di terrore di Sally. Fece per scappare via ma Wally prontamente la bloccò artigliandole un braccio.
    "Sai, ti ho sempre trovata bella. Ma ora mi chiedo: sarai anche buona?"
    Sally non ebbe né il tempo di pensare né di fare alcunché che d’improvviso le arrivò un colpo secco alla testa.

    Il sole splendeva alto nel cielo quando una graziosa vecchietta entrò nella macelleria.
    “Buongiorno!”
    “Buongiorno, signora. Come posso aiutarla?” Il macellaio le dava le spalle perché occupato ad usare il tritacarne, dal cui tubo usciva della carne macinata, palesemente macellata da poco.
    “Vorrei qualche fettina di maiale, grazie.”
    “Maiale, dice?” Wally si voltò verso di lei, dal cappello della divisa fuoriusciva un ciuffo biondo scuro. Sorrise alla cliente appoggiandosi con le mani al bancone, sotto al quale c’era un borsone di pelle, pieno di svariati effetti personali che sembravano appartenere a qualche ragazza. Tra questi spiccava un quaderno rosa dai lustrini viola.
    “Ottima scelta, signora. Qui c’è tutto il meglio che possiamo offrire.” Con una mano la invitò ad esaminare il bancone ripieno di carne confezionata e non.
    “Le svelo un segreto: tutto sta nel riconoscere la carne giusta da consumare: se dall’esterno ha un colore esterno rosso scuro, quasi un granata tendente al marroncino e al verdognolo, significa che è destinata ad avere un buon sapore. Dopodiché bisogna asportare lo strato, fino a evidenziare il colore rosso vivo, che permane all’interno”.

    2. Saladriel



    La stanza era illuminata dal fuoco di un camino scoppiettante. Lingue gialle danzavano tra i ciocchi riducendo in cenere quello che un tempo apparteneva alla quercia che, crescendo, allungava sempre di più la sua chioma sul tetto dell’abitazione.
    Fuori le strade erano desolate, il freddo era tagliente, ghiaccio e brina ricoprivano ogni superficie. Fiocchi di neve scendevano silenziosi e delicati sui tetti delle case, sulle auto, sulle panchine, ricoprendo la città di un manto bianco.
    Lungo la via Giacomo Basito numero 17, lucine di Natale brillavano danzando come stelle luccicanti su ogni casa, eccetto l’ultima abitazione in fondo alla strada laddove null’altro che il camino dava un tocco di calore all’ambiente.
    Mentre tutti gli altri cantavano, mangiavano e ridevano davanti a delle tavole imbandite di ogni prelibatezza, il giovane Saladriel sonnecchiava sul divano, la coperta di lana tirata su fin sotto al naso, il libro di Stephen King aperto sulla pancia.
    Dal tavolino si levò un trillo acuto, uno strepitio, e la suoneria peggiore al mondo gli fece spalancare gli occhi di soprassalto. Destato dal sonno, un irritato Sal pensò di ignorare la chiamata di chiunque volesse mettersi in contatto con lui in quel momento ma, più si prolungava l’orribile suoneria, più le sue orecchie chiedevano pietà.
    E fu così che si alzò dal divano e afferrò il cellulare dal tavolino, il tutto accompagnato da un gesto di stizza.
    Lo schermo del dispositivo annunciava il nome di Violet, l’unica persona al mondo che sopportasse averlo accanto a sé, oltre a sua madre.
    “Ma dove cazzo sei?!” A giudicare dal tono infastidito di Violet, quella sera Sal sarebbe dovuto essere altrove. Non si preoccupò affatto di ricordare che tipo di appuntamento lo attendesse, perché col cazzo che ci sarebbe andato. Natale e tutte le occasioni correlate per festeggiare il compleanno del bastardo non gli interessavano minimamente.
    “Sono per strada” Certo che no, e le sue chiappe tornate sul divano ne erano l’evidente prova.
    “Qui alla festa di Paolo ci sono tutti, manchi solo tu. Fra quanto pensi di venire?”
    “Prendendo la metro delle 20 spaccate dovrei essere lì fra mezz’ora”
    “Sal, da noi le metro non esistono”
    “Appunto”
    Un respiro rassegnato fu tutto quello che udì il giovane Sal dall’altro capo della linea prima che la chiamata venisse interrotta.

    La luna splendeva alta e luminosa nel cielo quando, con profonda amarezza di Saladriel, qualcuno bussò alla porta di casa.
    Non si mosse dal divano e ignorò deliberatamente l'invito ad aprire la porta. Probabilmente, lì fuori, c’erano quei piccoli animali da cortile che disturbavano tutto il vicinato per farsi sentire mentre cantavano in coro, in cambio di due spiccioli per comprarsi le nuove figurine dei Pokémon.
    Tornò dunque a concentrare l’attenzione sul libro che stringeva tra le mani, nel quale il Maestro dell'Orrore recitava: “Nessun organismo vivente può restar sano a lungo in condizioni di assoluta realtà; si crede che perfino allodole e cavallette sognino.“
    Tuttavia, pochi secondi dopo, il campanello alla porta tornò a suonare. Sal si trovò costretto a prendersi una pausa dalla sua beata ed irrinunciabile solitudine. Decise di andare ad aprire la porta e scacciare tempestivamente il disturbatore perché potesse immergersi di nuovo nel mondo di King.
    Spalancò la porta e dovette fare un enorme sforzo per ricacciare indietro un richiamo blasfemo a colui che, proprio quella sera, veniva celebrato più di tutti.
    “Buonasera signor Amrael” Esordì con un sorriso l’uomo dal colletto bianco. Aveva tra le mani un pacco regalo che apparentemente suggeriva di contenere una bevanda alcolica.
    “Cosa vuole?” Sal lo guardò guardingo, non preoccupandosi affatto di celare la totale diffidenza nei confronti dell’altro.
    Aveva riconosciuto il suo disturbatore: era Don Patrizio e si era trasferito in città da un anno o giù di lì. Correvano voci su di lui, si diceva che convertire gli infedeli alla fede era la sua crociata.
    “In occasione della nascita del Nostro Signore Gesù Cristo, la chiesa offre doni a tutti gli abitanti di questo luogo. Nessuno escluso.” Detto ciò, Don patrizio allungò le sue mani raggrinzite per cedere il regalo a uno scettico Saladriel.
    Il suo sguardo per niente convinto corse prima al pacco regalo e poi al volto del disturbatore. Una luce beffarda si accese nei suoi occhi. “Mi dica la verità, signore, lei è venuto fin qui perché sono l’unico arabo della zona? Sta cercando in qualche frivolo modo di convertirmi alla sua fede? Senta, faccia un piacere ad entrambi: veda di levarsi dai coglioni e di spassarsela altrove che ‘sta cazzata dei doni non me la bevo. Arrivederci.”
    Sal non riuscì a chiudere la porta che un piede si frappose tra essa e lo stipite.
    “Signor Amrael,” riprese pacatamente Don Patrizio “Che lei ci creda o no, le iniziative della nostra chiesa includono tutti. Indipendentemente dalle tue origini, vogliamo che tu riceva questo dono e che passi un’armoniosa serata con la tua famiglia” Con maggiore insistenza di prima, il vecchio gli allungò il regalo, il cui fiocco era di un rosso scintillante.
    A questo punto, amareggiato, Sal pensò di accettare il dono soltanto perché unico modo di sbarazzarsi del disturbatore.
    “Vabeh, dia qua. E ora, se non le spiace, vado a srotolare il tappeto e pregare Allah” Tagliò corto lui, chiudendo una volta per tutte la porta e senza prendersi il disturbo di ringraziare Don Patrizio per il regalo, qualunque cosa fosse.
    Allah o Gesù Cristo, per Saladriel c’era soltanto una figura in cui riponeva illimitata fede: Charles Darwin.

    Rientrato nel salotto, Sal scartò il regalo giusto per levarsi la curiosità di sapere cosa diavolo ci fosse al suo interno.
    Una bottiglia di vino dolce. Vinsanto. Un classico.
    Pochi minuti dopo la bottiglia era già vuota, tutto il suo interno finito nel gabinetto. Non nutriva la benché minima fiducia verso quel vecchiaccio.
    “Ah, ora sì che ci siamo” disse con estrema soddisfazione mentre sorseggiava dello scotch invecchiato di 100 anni. “A te..” continuò una volta tornato seduto sul divano, il bicchiere di vetro sollevato in aria verso un immaginario crocifisso appeso alla parete. “…che non schiatti mai.”

    L’orologio sul cellulare segnava l’una di notte quando Sal, dopo aver trascorso l’intera serata a leggere il libro e trangugiare un po' la sua bevanda preferita, andò a dormire. Prima di coricarsi, però, notò che la sua camera da letto era gelida: una finestra lasciata socchiusa ne era la causa.
    Che strano, pensò mentre la chiudeva, non ricordo di aver lasciato la finestra aperta…specialmente con questo freddo.
    Si caricò le braccia di cuscini e coperte e tornò in salotto, dove le fiamme residue del camino mantenevano l’ambiente riscaldato e accogliente. Dormire sul divano, altrettanto comodo, non gli era tutto questo grande problema.
    Cullato dal crepitio del camino, il giovane Saladriel immediatamente sprofondò in un sonno profondo.

    Quando si svegliò, non fu né per il bisogno di bere né per la solita sveglia delle 08:00. A strapparlo dalle braccia di Morfeo in piena notte fu un rumore che mai si era aspettato di udire nella sua abitazione.
    Era un rumore viscido, strisciante, che faceva pensare a una poltiglia umidiccia, attaccata e staccata da una superficie.
    PLAF PLAF
    Sal si rizzò a sedere su. Cosa cazzo era? Con occhi sbarrati si guardò intorno, alla ricerca della fonte del rumore alquanto sinistro, ma nulla vedeva se non i suoi soliti mobili d’arredo e il camino.
    Da dove cazzo veniva? Continuò a cercare e cercare con gli occhi una risposta, mentre il rumore si faceva pericolosamente sempre più vicino.
    Un brivido d’inquietudine gli percorse la schiena quando ebbe come l’impressione che, qualunque cosa provocasse quel rumore, gli fosse terribilmente vicina, seppur invisibile ai suoi occhi. Allorché Sal piombò giù dal divano ed indietreggiò dal salotto, avvertendo la primordiale esgienza di tenersi lontano da…non sapeva come cazzo definirla.
    Tuttavia, il viscido PLAF PLAF continuava ad avanzare. E questa volta Sal associò il rumore a quello del dorso del cucchiaio quando viene sbattuto sul porridge freddo. Corse a controllare in ogni stanza che non ci fosse nulla o nessuno di anomalo, mentre la paura cominciava ad artigliare le sue dita scheletriche intorno alla gola del giovane.
    Avrebbe lasciato perdere il rumore e dato la colpa alla sua fervida immaginazione, incoraggiata dai racconti di Stephen King, se non fosse improvvisamente scivolato a terra mentre si muoveva per casa alla ricerca di una razionale spiegazione.
    Realizzò, dunque, che niente era frutto della sua immaginazione quando notò che il pavimento era ricoperto di una lunga e schifosa scia di bava, come se un’enorme lumaca gli avesse attraversato il corridoio.
    Un urlo sbigottito gli esplose in gola. Corse a lavarsi le mani con l’acqua del rubinetto e a privarsi dei vestiti per rimuovere qualsiasi traccia di quella strana e appiccicosa sostanza su cui era accidentalmente atterrato sopra.
    Incapace di realizzare quanto appena accaduto, incapace di dare una spiegazione a quello che gli stava succedendo, Saladriel telefonò l’unica persona che lo sopportasse al mondo, oltre sua madre, nel disperato tentativo di aggrapparsi a quel poco di lucidità che gli restava.
    “Violet!” Esclamò appena udì la sua amica rispondere, il tono di voce che trasudava incredulità. “Qui a casa mia c’è qualcosa che non va. Lascia perdere la festa di Paolo e vieni qui, per favore”
    “Sal, che cazzo dici che sono le 3 del mattino?? La festa è finita da un bel pezzo e io sono nel letto a cercare di prendere sonno. Cosa che, grazie a te, non sto riuscendo a fare”
    “Ma almeno stammi a sentire! Non vuoi sapere cosa mi sta succedendo?”
    “Ok…” Violet sospirò, ma questa volta nel suo sospiro non c’era rassegnazione né irritazione.
    “Stavo dormendo quando ho sentito un rumore troppo strano echeggiare nel salotto. E' un rumore che...non saprei come cazzo descrivere. Mi sono alzato dal divano e sono corso a controllare che in ogni stanza che fosse tutto ok, ma poi sono scivolato su una specie di bava di lumaca”
    “….”
    “C’è della strana bava su tutto il pavimento del corridoio e questo dannato rumore non smette di tormentarmi! Mi hai capito??”
    “Sal, ma hai bevuto?”
    “Sì, un po' di scotch ma non è questo il pun-“
    “Voglio dormire, ti prego, ne riparliamo domani. Bevi tanta acqua che ti passa la sbornia”
    E di nuovo Violet interruppe la chiamata prima che Sal potesse aggiungere alcunché, anche se per motivi differenti dalla precedente conversazione.

    PLAF PLAF
    Il rumore, inarrestabile, continuava a seguirlo per la casa, ovunque andasse.
    PLAF PLAF
    Tappi per le orecchie, farmaci, cuffie bluetooth, sonniferi, niente di questo gli allievava il tormento.
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    Talmente che era insopportabile per la sua povera testa, oltre che spaventoso, il rumore gli annebbiava la vista e gli impediva di mettere a fuoco nemmeno un particolare del luogo in cui si trovava.
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    Nonostante la finestra aperta, l'aria diventava sempre meno presente, meno respirabile, e Sal doveva fare dei lunghi e profondi respiri per riempirsi i polmoni.
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    Non c'era nessuno che gli credesse.
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    Non c'era niente e nessuno che potesse aiutarlo.
    PLAF PLAF
    Il buio lo inghiottiva gradualmente, prima la sua vista, poi la sua mente e infine tutto se stesso.

    Verso la fine dell’anno, su segnalazione di Violet, il giovane Saladriel Amrael, dopo alcuni giorni di totale assenza dal lavoro e dai social media, venne trovato in casa senza vita.
    Secondo il giudizio della scientifica, un arresto cardiaco l’aveva stroncato mentre riposava sul divano. Il bicchiere di scotch, mezzo pieno, e il libro di Stephen King erano le ultime cose che aveva toccato prima di spirare.
    Al funerale, Violet confidò alla madre del giovane che le ultime parole che avesse da lui sentito erano una stupida battuta sulle metropolitane.
    Un bambino dichiarò che, proprio quella tragica notte della viglia di Natale, aveva visto un uomo gironzolare nei pressi dell’abitazione del deceduto Sal, aveva al collo un colletto bianco e una bottiglia di scotch sotto il braccio e, soprattutto, aveva una lunga e viscida coda che gli usciva da sotto la tunica.
    La polizia considerò il bambino come fonte non attendibile e il caso venne immediatamente chiuso ed etichettato come “morte naturale”.

    Edited by bläckheart - 21/11/2021, 17:48
  4. .
    Incredibile come ad un messaggio così lungo di Dama, con ottocento spunti di riflessione e milioni di motivazioni per cui questa storia non funziona, tu abbia risposto solo così, Tokyo:
    CITAZIONE
    Posso dire solo che non lo faccio semplicemente per le fanart e robe così, ma io lo faccio (forse sono stupida e non ho capito) perché mi piace. Come già ho detto, il mio sogno non si distruggerà. Io continuerò a provare, non mi arrenderò...

    Cioè ma cosa significa? Fatico a crederci.
  5. .
    Se continui con questa storia, lo staff la ignorerà come ti è stato già detto. E qui io chiudo perchè ho capito che è inutile se non ci vuoi ascoltare.
  6. .
    Non mi sono ancora espressa su questo racconto, e non credo lo farò. Perché per quello che penso, e te l'ho già detto più di una volta, credo che le pokèpasta siano un genere che non può mai funzionare. Ammiro il tuo impegno e la tua decisione, ma credo che tu non abbia ancora le capacità di poter far funzionare una storia che perde già in partenza, e non lo sto dicendo nel senso che non sarai mai brava, ma che ora non la sei puramente per mancanza di esperienza nella scrittura, in generale.

    Ti posso solo consigliare questo, perché è un'esperienza personale: spesso quando si è affezionati ad una storia e ci si lavora a lungo senza venirne a capo si tende involontariamente di non vederne i difetti e non accettare le critiche. Lo so perché mi è successo, non lo sto tirando fuori dal nulla.
    Quindi ti invito a scrivere... altro. Non una gamepasta, non una creepypasta e nemmeno un racconto horror. Prova altro, prova narrativa, comico, dramma, rosa: esistono tanti generi di scrittura. Puoi ispirarti a quello che vedi, a quello che vivi e che provi. Puoi descrivere una foglia che vedi svolazzare fuori dalla finestra, inventare il motivo per cui due fidanzatini stanno litigando al telefono, puoi scrivere letteralmente di tutto.
    Non limitarti ad un solo genere che guardi con gli occhi della nostalgia: tu vedi i risultati del boom delle creepypasta, ma stai guardando il passato, stai guardando una community che ormai non è più attiva come un tempo. Non è giusto scrivere per farsi fare le fanart e le rom da qualcun altro, anche perchè non succederà e mi spiace essere dura ma è così: quel mondo di personaggi e fan fiction è di anni fa, le persone che a quell'epoca avevano la tua età sono cresciute e nessuno ha preso il loro posto, sicuramente non in Italia.

    Io non guarderò altro che pubblicherai, a meno che non sia qualcosa di diverso dal tuo solito. Con lo staff ti abbiamo già detto quello che dovevamo dirti, però non prenderla sul personale: nessuno ti odia e nessuno pensa che tu non valga nulla, hai sicuramente tanta passione e ci farebbe piacere vederla sfruttata per qualcosa di più costruttivo.
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    Ciao a tutti! Mi chiamo Analia, ma mi faccio chiamare Paltalia. Sono entrata a far parte del forum attraverso un mio amico. Non sono una persona che scrive, ma in compenso so disegnare. Pensavo di poter essere d'aiuto disegnando delle tavole basate sulle storie che voilatri scrivete. Spero di poter essere d'aiuto a tutti voi!
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    Ho rimosso i messaggi superflui. D'ora in poi mi auguro che la discussione possa proseguire in modo pacifico.

    Ps: Isabel; spero tu abbia capito che non era il caso di continuare la discussione dopo l'intervento dello Staff.
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    Ieri ero a fare un esame. Avevo pensato di scrivere qualcosa, ma ero troppo in ansia: alle 18:00 ero ancora in attesa di sapere il voto. Quindi non mi veniva in mente neanche una parola per descrivere ciò che il CPF è stato per me e non riuscivo a formulare una frase che avesse un senso compiuto.

    Non che ci riesca a volte. Mi sforzo, ma a volte neanche gli sforzi bastano. :gigi:


    Io sono cresciuta qui dentro, e non solo di età. Sono cresciuta umanamente e non nego che le persone che ho conosciuto qui dentro mi abbiano resa una persona migliore. Avevo sedici anni. Alcuni sono già maturi a quell'età, io ero un po' una bambina. Un po' permalosetta, un po' indisponente, un po' troppo orgogliosa e testarda per cose sulle quali non valeva la pena farci crucci. Qui ho imparato che la testardaggine può trasformarsi in determinazione, l'orgoglio in umiltà. Ho imparato che ho i miei tempi, anche per crescere.

    Però quando mi parte il neurone, mi parte eh - cit Barbieri


    Sono passati otto anni e quattro mesi (il 12 ottobre 2021 ne fanno nove) e non ho dimenticato nessuno che abbia fatto parte di questo forum, neanche uno, che sia stato anche un utente che ho conosciuto di sfuggita qui. Con alcuni ho stretto una bella amicizia, con altri ci ho litigato, ma vabbè, gli errori e le incomprensioni ci stanno.
    Vorrei solo ringraziare tutti, in particolare i membri dell'attuale staff, che sono fantasmagorici. Kohei non lo nomino perché è scontato come le offerte 2x1 al conad, ma Woody, che è il più bravo di tutti, Medy e Morty, che sono venuti ad aiutarci in un momento critico, Kage, che è bello ed è buono, diciamolo :love:, Damaxion e Dark (ma anche Sandy, che boh è scomparso, Oessy, Marcoratto, Ced, il piccolo Stefy, che ultimamente si è unito alla combriccola di matti, Tacet, Emily, Cap e chi altri ho dimenticato di aggiungere). Siete davvero delle belle persone e vi auguro tutto il meglio.

    Grazie davvero :)

    Edited by Rory - 19/2/2021, 23:12
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    Potrei dilungarmi in lunghi racconti e aneddoti su questo forum e sui primi anni dopo la sua fondazione ma sarebbero troppi e in troppi pochi li ricorderebbero. L'unica cosa che mi viene da dire è che sembrano passati secoli, quando fondai il forum ero un bambino di 15 anni e avevo una vita completamente diversa. Sono contento che ci sia ancora una piccola community che porta avanti questo piccolo pezzo di internet e tutta la passione che ha generato in centinaia di utenti nell'arco di questo decennio. Grazie a voi e grazie a tutti quelli che hanno fatto parte di questa community di vecchia data e che continuano a farne parte. Avete dimostrato che esiste ancora una parte internet al di fuori dei social network in grado di portare passione e amicizie che durano anni.
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    Direi che io rientro nella schiera degli utenti più anziani. Ci sono da quando ha compiuto un anno questo forum, fino al mio ritiro qualche anno fa.
    Beh, c'è un motivo se ho la targhetta veterano, o sbaglio?
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    Io mi sento di cominciare il mio memoriale così: che palle.
    Sì, perché quanto sono invecchiato? E quanto tempo ho trascorso sul CPF? Non ci posso credere! Gli anni volano!
    Sono arrivato su questo forum in modo "ufficiale" credo intorno al 2013/2014, ero piccolo-piccolo. Non ricordo nemmeno se mi fossi presentato, perché bazzicavo come visitatore da almeno un anno prima. Arrivai commentando Passi, la mia Creepypasta preferita di quegli anni e ad oggi ancora, al primo posto per me. All'epoca mi piaceva molto l'horror, ma le CP le percepivo come un trend del momento e sapevo fossero tutte "finte", quindi ne leggevo una, due e poi basta, out. Dopo "Passi" per me non ne sarebbero esistite altre (e devo dire, un po' avevo ragione, eh!), quindi ero attivo, sì, ma più come visitatore occasionale. Commentavo qualcosina, magari mi interessavo ad un topic in particolare, poi sparivo per mesi.

    Qualcosa riscattò in me nel momento in cui Ocean Inside portò alla luce alcune stranezze di quello strano videogioco che era The Teather. In quel periodo ero molto immerso nei videogiochi, soprattutto gli horror e i survival, e vedere che fosse capitato a pennello un gioco sinistro e pieno di misteri da risolvere mi fece schizzare come la pallina di un flipper. Volevo sapere, sapere, sapere e soprattutto scoprire! Quindi tornai come un razzo. Almeno due volte al giorno ero qui a leggere e seguire il topic, volevo vedere i gameplay, volevo vedere Ocean (ed altri utenti che si appassionarono tanto quanto noi) decryptare i file, scavare a fondo e soddisfare le mie curiosità. A ripensarci la nostalgia mi divora vivo. Quel periodo mi segnò molto; mi sentii proprio bene all'interno della community, mi sentii parte di "qualcosa".

    Quando il mistero fu risolto (o comunque abbandonato, perché effettivamente iniziarono a pensare tutti che fosse un falso), dopo qualche tempo sempre lo stesso Ocean ci presentò 玩具メーカー (Toy Maker), una gamepasta da lui personalmente tradotta. Era il 2013, ancora, ed io impazzii di nuovo. Letteralmente. Non ci potevo credere che in così poco tempo e con lo stesso tempismo stessero tornando alla luce dei videogiochi che vedevano la loro storia e i loro misteri collegati a dieci o più anni prima. Di nuovo, ci appassionammo come dei maledetti ed ogni giorno ne volevo sempre di più; sempre più file decryptati, sempre più cartelle scoperte, sempre più screenshot, sempre più gameplay.

    Ovviamente più fattacci venivano alla luce, più un po' tutta l'utenza generale abbandonava via via la storia; sempre più persone che gridavano "fakeee", sempre meno hype... E quindi alla fine, nel 2015/2016 me ne andai più lontano anche io. Credo che in quel momento abbandonai il forum quasi completamente. Smontare l'eccitazione altrui riguardo qualcosa non è mai bello, sapete? Imparate e meditate, gente! :siga:

    Tornai credo alla fine del 2016, o l'inizio del 2017; c'erano le candidature staff aperte e decisi di mettermi in gioco. All'epoca non avevo legato granché con l'utenza e mi sembrò un'ottima occasione per farmi degli amici. Mi candidai come Redattore. Non so perché ma, nonostante fossi comunque al linguistico, avevo paura che tradurre fosse una responsabilità ancora troppo grossa per me. Ero terrorizzato all'idea di fare brutta figura, soprattutto perché all'epoca le traduzioni venivano revisionate da Medea, che era preparatissima. Non avrei retto l'idea di tornare in gran stile e poi collassare al suolo per una figuraccia in Smistamento, ero un po' stupidino. Quindi nulla, prove, selezioni, e alla fine passai come Redattore. All'epoca c'era questa divisione dei gruppi, a me personalmente piaceva tanto. Quella targhetta lì a dividerti dai colleghi plebei era proprio figa.
    Portavo in Smistamento articoli e cosette, qualcosina alla fine la traducevo lo stesso, e credo sempre durante il mio periodo da Redattore fui promosso a Traduttore. Ah, sì, anche perché presentai le Let's Not Meet! Solo il cielo sa quanto fossi felice di aver portato finalmente un nuovo contenuto "originale" che avrebbe appassionato l'utenza.

    In quel periodo tuttavia ebbi un po' di problemi. Credo fosse l'anno in cui avevo l'esame di Stato a scuola, quindi con la preparazione della tesina e tutto il programma arretrato, le materie d'esame e la commissione esterna che sembrava uscita dagli inferi, lasciai probabilmente quasi senza avvisare. Così, me ne andai.
    In privato continuavo a sentire qualche ex-staffer, avevo legato particolarmente con Pisy ed InKubus, su Facebook e Whatsapp parlavamo molto dell'andazzo del forum, ma nessuno di noi tre era effettivamente troppo attivo da seguirlo attivamente. Quando abbandonò anche Ink, per motivi che ancora non mi sono chiari a distanza di anni (o che onestamente non ricordo), non ne volli sapere più nulla dell'organizzazione interna. In quel periodo non so perché ma sviluppai una sorta di odio (?) per qualcuno che all'epoca era rimasto nello staff, quindi decisi che, andato via un caro amico, avrei chiuso tutto anche io.

    Quinidi iniziarono i miei alti e bassi, c'ero ma non c'ero, e alla fine mi scontrai un po' con tutti gli ex-staffer (e anche con Kohei, se devo dirla tutta); ci fu il periodo in cui qualcuno (non ricordo chi) mi venne a chiamare perché avevano avuto la brillante idea di cambiare nome al forum e trasformarlo in qualcosa che era lontano anni luce dal Creepypasta Forum che conosciamo oggi.
    Una di queste ultime sere Woody ci ha riportato alla memoria oltretutto le alternative di nomi che erano state proposte per il make-over. Non potete sapere quanto io abbia riso a vedere che se le ricordasse a memoria! Sono stati un trauma per alcuni di noi e credo che Woody sia il testimone perfetto. Dovete pagarci le sedute dallo psicologo, amici.


    E solo chi c'è stato in quel periodo ricorderà: le dimissioni generali, io che sbraitavo come il paladino dei due mondi, gente che mi dava del mestruato incazzoso, io che chiamavo i rinforzi dalla wiki, ex-staffer dati per dispersi 10 anni prima che tornavano come all'alba dei morti viventi... Raga, che drama.
    Ma il CPF è stato anche questo.
    Il CPF è stato, ed è, il forum migliore a cui io abbia mai avuto modo di partecipare. Anche per il drama, e quasi direi soprattutto per il drama, anzi; ricordate? Woody che tornava a fare casino con 13 account diversi, il grande Cavaliere bannato almeno due volte all'anno per dieci anni consecutivi, DevilZ e le sue sparate, Sandwich arrogantissimo (<3), vecchi staffer che tornavano per il flame... Se ci ripenso mi guardo dietro e rido. Ma tanto, proprio.

    Quante ne abbiamo passate, eh?

    Mi auguro di poter rimanere con voi ancora a lungo e che riusciremo a crescere insieme ancora e ancora.
    Dopo dieci anni, alla fine, la cosa più bella è vederci cresciuti, maturi, sempre più spigliati ma soprattutto ancora appassionati e disposti a dedicare il nostro tempo alla community.

    Vi ringrazio di cuore, voi tutti. Gli utenti, gli staffer, gli ex-staffer, gli amici che mi sono fatto, le risate che mi avete regalato, le crisi di mezzanotte, i litigi in Chat Staff, il drama... Semplicemente grazie, grazie, grazie.
    Oggi raggiungiamo un nuovo traguardo. ♥

    A tanti altri ancora.

    Tanti auguri CPF! ♥

    Vostro, Kagerou.


    Voglio ringraziare in particolar modo i colleghi staffer, dal principio ad oggi. Senza di voi tante idee incredibili non sarebbero state possibili. La cosa che mi rende più felice è che a distanza di anni siamo sempre gli stessi, gira e rigira. Medi, Koh, Dama, Rory, Em e Cap (fino alle dimissioni), Woody, Morty, Dark... Siamo davvero lo staff del 2017. Vi voglio tanto bene, mistici amici.
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    Non mi era mai capitato di scrivere un memoriale, forse perché leggendo quelli degli altri utenti storici provavo un po' di vergogna, vergogna nel non sapere cosa raccontare. Ognuno di essi è così denso di emozioni e di vitalità che sembra quasi raccontare un pezzettino di storia del CPF, storia che ahimè ho vissuto solo in parte. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto osservare da vicino il cosiddetto “periodo d’oro” del forum, quando il fenomeno delle creepypasta raggiunse il suo culmine nel panorama italiano e il Creepypasta Forum divenne il principale punto di riferimento per tutti gli appassionati del genere e non solo. Questo ha fatto sì che nel tempo sempre più utenti si registrassero alla piattaforma e iniziassero a frequentare la community. Non dobbiamo dimenticare che in quel periodo i forum rappresentavano ancora la principale forma di espressione sul web, in quanto i social network avevano appena iniziato la loro lunga ed inesorabile espansione. Oggi invece la situazione è ben diversa, il genere delle creepypasta non attira più come una volta e, tutti coloro che si cimentano nella stesura di questo genere di storie, devono fare i conti con una serie di difficoltà. Data la mole di materiale presente negli archivi del forum e di altri siti che offrono contenuti analoghi, non è affatto semplice riuscire a impressionare i lettori creando qualcosa che non sappia di già visto o che non contenga cliché. Ecco perché il CPF sta vivendo negli ultimi anni un periodo di stallo, sebbene ci siano ancora utenti affezionati che continuano a partecipare alle varie discussioni. Ed è proprio per questo che il nostro forum continua a sopravvivere nel tempo e ci viene difficile pensare ad una possibile “fine” di un ciclo che ormai dura da ben dieci anni. Si tratta sicuramente di un traguardo che ben pochi altri forum sulla piattaforma possono vantare.
    Tornando a me, se ho iniziato a frequentare il forum, gran parte del merito va sicuramente a Rory che mi ha letteralmente trascinato stimolando la mia curiosità. Sono convinto che se non fosse stato per lei, sicuramente non sarei qui. D’altronde, i miei interessi sono rivolti maggiormente al mondo dello sviluppo web e dell’informatica più in generale. Eppure, devo ammettere che in questi anni mi sono affezionato all’ambiente e ai suoi utenti e con alcuni di essi ho avuto anche modo di scambiare quattro chiacchiere dal vivo. Nonostante ciò, devo ammettere che sono comunque riuscito ritagliarmi il mio angolino sul forum, svolgendo principalmente mansioni attinenti alla mia area di interessi. Purtroppo, il mio percorso sul CPF è stato abbastanza burrascoso, soprattutto nella fase iniziale quando mi son candidato come Redattore. Da un lato penso di essere riuscito a fornire un buon contributo nell’ambito che più mi compete, dall’altro devo ammettere di non essere stato sempre uno staffer impeccabile. Ci sono stati momenti in cui mi son lasciato trasportare dalle emozioni e dalla smania di voler dimostrare di essere migliore degli altri. Questo ha fatto sì che si venissero a creare una serie di incomprensioni e di malintesi che hanno minato l’armonia e la quiete della vita all’interno dello Staff e che nel tempo mi hanno portato ad abbandonare il forum. C’è stato, infatti, un periodo in cui ho frequentato il forum da utente finché un giorno, preso dalla nostalgia, ho chiesto di poter essere reinserito nello Staff come Grafico. Ad oggi posso dire, almeno per quel che mi riguarda, che le cose le cose si sono stabilizzate, siamo sicuramente più compatti e più uniti e c’è una maggiore interazione tra di noi.
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    Esattamente dieci anni fa, il 18 febbraio 2011, il Creepypasta Forum ha iniziato a muovere i primi passi su Forumcommunity, in un periodo molto florido per la piattaforma, un periodo in cui i forum rappresentavano sicuramente una delle principali forme di intrattenimento e di discussione sul Web. L'avventura del CPF è iniziata per mano di Kunne e .Tenken¿, due utenti storici che, uniti da una passione comune, hanno premuto il famoso bottone "Crea forum" dando inizio a qualcosa che ancora oggi continua a perdurare. Ne è passato di tempo da allora e in questi anni il forum ha subito notevoli cambiamenti sia in termini di utenza che di contenuti. Nonostante la community non possa farsi vanto della stessa utenza di una volta, siamo comunque orgogliosi di continuare a offrire un servizio a tutti coloro che continuano a seguirci.

    Non abbiamo organizzato alcun evento per l'occasione ma abbiamo pensato di creare questa discussione affinché possiate raccontare la vostra esperienza sul Creepypasta Forum. Sentitevi liberi di raccontare qualsiasi cosa vi venga in mente, un evento specifico che vi è rimasto impresso o semplicemente il vostro percorso a partire dalle origini.

    Buon compleanno CPF!

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    Su Telegram io, Kage, Six e Mortadella abbiamo manifestato interesse nel tradurre questa storia.

    Prima però vorremmo attendere la traduzione del primo capitolo.

    Avevamo intenzione di dividere la traduzione in questo modo:
    - Primo capitolo - 3568 parole: Stefy983 e Sixtyten
    - Secondo capitolo - 2.799 parole: Sixtyten
    - Terzo capitolo - 2.992 parole: & .
    - Quarto capitolo - 3.434 parole: & .
    - Quinto capitolo - 3.511 parole: ´ kagerou.
    - Sesto capitolo - 4.259 parole: ´ kagerou.
    - Settimo capitolo - 2.341 parole: Er Mortadella
    - Ottavo capitolo - 5.123 parole: Er Mortadella

    Alcuni capitoli sono più lunghi di altri (tipo il sesto e l'ottavo), quindi volendo si potrebbero riassegnare e/o dividere a loro volta.

    Magari anche qualcun altro potrebbe unirsi in questo progetto di traduzione. Ditemi voi.

    Vi consiglio comunque di leggerla tutta (anche per inquadrare meglio la trama e il contesto).

    Non impongo scadenze né niente, ma se vogliamo tradurla per davvero comunque sarebbe preferibile finirla entro l'estate. :o:

    EDIT: Alla fine i capitoli dal 3 all'8 li ho tradotti tutti io. Gli ultimi verranno postati a fine luglio 2023, dopo uno stop di quasi un anno.

    Edited by & . - 22/7/2023, 07:20
470 replies since 31/1/2013
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