Votes taken by Mr Tita

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    Posizione scelta

    Supervisore

    Informazioni personali

    Nome: Nicholas
    Età: 25
    Provenienza: Lombardia
    Contatti: Nicholas Tita Amigoni su Facebook
    Tempo da dedicare al forum: Non saprei fare una stima precisa, però essendo quasi sempre al computer non sarebbe un'ora a settimana ecco

    Competenze personali

    Lingue conosciute: Italiano e Inglese
    Competenze grafiche: Nessuna
    Competenze informatiche: Nessuna
    Competenze digitali: Nessuna
    Conoscenza dei Social Network: Base

    Competenze nell'ambito dei contenuti

    Scrittura e Traduzione: Mi sono occupato di un progetto di traduzione su questo forum nel 2013 (o 2014, non ricordo) riguardo la serie "The Holders", ho scritto qualcosa in questi anni e tradotto qualche storia (tutto sempre in questo circuito)
    Conoscenza Creepy Stuff: Non mi sono aggiornato negli ultimi anni ma seguivo assiduamente il forum e seguo tutt'ora la sezione "nosleep" di Reddit
    Conoscenza Creepy Series: Discreta

    Esperienze professionali

    Conoscenza Deep Web: Poca ma non ci tengo a coltivarla
    Gestione e moderazione di forum e siti: Sono stato staffer su questo server tra il 2013 e il 2014 (non ricordo esattamente)
  2. .
    “Papà, papà! Ho visto uno zombie!”
    Ero in cucina a prepararmi un thè quando la mia figlioletta è entrata di corsa. È corsa così velocemente dalla porta sul retro che quasi inciampava sul gradino. Ho versato l’acqua bollente dal pentolino alla tazza quasi senza alzare lo sguardo.
    “Ah, davvero?”
    “Sì, davvero! Aveva la faccia pallida ed era messo male! Era disgustoso papà!”
    Ho messo via il pentolino e preso il latte. Ho sospirato tra me e me. Devo veramente fare attenzione a quello che guardo la sera alla tv. Rosie ha l’abitudine di scendere le scale di soppiatto la sera e settimana scorsa ha visto che stavo guardando The Walking Dead, tra le altre cose. Ha avuto in mente gli zombie da allora. Io continuo a dirle che non sono veri, che non esistono, ma sembra che non ci creda.
    “Tesoro, che cosa abbiamo detto riguardo gli zombie?” ho estratto la bustina del thè dalla tazza e l’ho buttata nel cestino. “Lo sai che se continui a parlarne, papà finirà nei guai con mamma.”
    “Sì, ma ne ho visto uno!”
    “Lo so tesoro, ma ho controllato il giardino due volte ieri, e posso giurare che è una zona senza zombie.”
    “No, non in giardino.”
    “Come?”
    “Ho detto che non era in giardino.”
    Avevo alzato la tazza fino alle labbra ma ho dovuto appoggiarla sul tavolo. Mi sono girato a guardare Rosie. I suoi capelli erano scompigliati e le sue guance erano rosse, come se avesse corso fino a poco fa.
    “Tesoro.” Ho cercato di usare la mia voce più severa. “Ora ti farò una domanda, e voglio che tu sia onesta con me: sei ancora andata a giocare lungo il sentiero dietro casa?”
    In realtà non serviva nemmeno che glielo chiedessi, perché sapevo già la risposta. Rosie ha il permesso di giocare in giardino da sola, e qualche volta – se ci chiede il permesso – la lasciamo andare in bicicletta lungo il sentiero dietro casa, quello che collega tutti i giardini delle case dei vicini. Tuttavia le permettiamo di fare solo questo; la zona è sicura, ma di questi tempi non puoi mai esserne certo.
    Una casa è stata svaligiata qualche mese fa giusto a due isolati, e l’anno scorso qualcuno è stato aggredito sulla strada principale. Parecchi anni fa, ad alcuni quartieri da questo, addirittura un bambino è sparito. Era abbastanza lontano da qui, certo, ma era finito sui telegiornali nazionali per alcuni giorni fino a quando le ricerche non hanno condotto a nulla.
    La cosa ha reso i genitori molto più cauti; Rosie sta crescendo, è una bambina a cui piace esplorare, ma comunque devi mettere dei limiti. E in alcune occasioni, ultimamente, non sta rispettando quei limiti: va in bicicletta dove non dovrebbe, non viene quando la chiami, esce di soppiatto dal cancelletto del giardino quando dovrebbe restare lì.

    Mentre la guardavo, potevo notare la sua faccia diventare tutta rossa. Ha subito smesso di guardarmi fissando il pavimento della cucina.
    “Papà, sono andata solo un pochino lungo il sentiero,” mi ha detto. “Lo giuro! Stavo chiacchierando con il signor Henderson, perché l’ho visto nel suo giardino. L’ho salutato e ha fatto un salto!”
    Ho sospirato. Ecco com’era andata: il signor Henderson era lo zombie di Rosie. Ieri era il postino, e l’altro ieri era un altro vicino. Ho sorseggiato il thè mentre scuotevo la testa. Il signor Henderson era, in tutta onestà, il candidato migliore tra gli altri: vive da solo e sembra avere cent’anni. Nei su tutta la faccia, la pelle ricorda un palloncino sgonfio. Ogni volta che parliamo attraverso la recinzione dei giardini, tuttavia, mi è sempre sembrato un tipo a posto, solo un po’ solitario. Non posso di certo lasciar andare in giro Rosie a dire che è uno zombie.
    “Ascoltami tesoro, lo so che non sei andata lontana, ma non voglio che-“
    “Sono subito tornata indietro papà!” mi ha subito interrotto Rosie. Ora mi stava di nuovo guardando, con i suoi occhioni blu che chiedevano scusa. “Lo giuro! E ho anche detto di no al signor Henderson quando mi ha offerto il gelato, perché so che non vuoi che io accetti cose dagli sconosciuti!”
    Ho aperto la bocca per rispondere, poi mi sono fermato. “Ti ha offerto il gelato?”
    “Sì, ma ho rifiutato! Il signor Henderson voleva veramente che entrassi da lui a mangiarne un po’, ma gli ho detto che dovevo tornare a casa! Quindi sono subito tornata qui per dirti dello zombie, e poi…”
    Rosie stava balbettando ora, la sua voce scoppiettava come un motore, ma non stavo più ascoltando. La mia mente continuava a restare bloccata su una cosa che aveva detto Rosie poco fa.

    Il signor Henderson voleva veramente che entrassi da lui a mangiarne un po’.

    Ho bevuto un altro sorso di thè aggrottando la fronte. Non andava bene; non mi dispiace se i vicini chiacchierando con la mia bambina, ma non mi sta bene che la invitino ad entrare in casa loro, non senza di me o mia moglie. Neppure se sono degli anziani gentili che si sentono soli. Dovevo andare a fare una visita dal signor Henderson dopo per dirglielo, con gentilezza ma anche con fermezza.
    Alla fine, però, non ne ho avuto l’opportunità, perché subito dopo questo pensiero, Rosie ha detto un’altra cosa. Una cosa che mi ha subito fatto cambiare idea riguardo l’andare a casa del signor Henderson; mi ha detto qualcosa che mi ha gelato il sangue.
    “Papà, per favore, non impedirmi di giocare in giardino. Giuro che non uscirò più di nascosto. Non voglio che lo zombie mi prenda!”
    “Rosie, non ti impedirò di giocare in giardino, però devi promettermi alcune cose: prima di tutto, non voglio che vai in giro a chiamare zombie la gente. Il signor Henderson sarà vecchio, ma di sicuro non è un morto che cammina.”
    Rosie, alle mie parole, ha aggrottato la fronte. “Ma non l’ho fatto.”
    “In che senso non l’hai fatto? Sei entrata di corsa poco fa dicendo questa cosa.”
    No, non è vero. Il signor Henderson non è uno zombie. Ho visto uno zombie in casa sua, ma non era lui.”
    A questo punto ho aggrottato io la fronte. Stavo per bere un sorso dalla tazza ma l’ho dovuta di nuovo abbassare.
    “In che senso tesoro? Hai visto qualcuno in casa sua?”
    “Sì, lo zombie! Potevo vedere che premeva la sua faccia contro la finestrella della cantina mentre parlavo col signor Henderson.”
    Un brivido mi ha subito percorso la schiena. “Cosa?”
    “Sì, faceva veramente paura. La sua faccia era tutta ferita e sanguinante e aveva la bocca spalancata. Come se stesse urlando. Ma sai cosa mi ha confusa, papà?”
    Ho cercato di tenere la mia voce calma. “Cosa ti ha confusa?”
    “Beh, non pensavo che anche i bambini potessero essere zombie. Io pensavo che solo gli adulti si trasformavano. Ma immagino di avere torto, perché quello nella cantina del signor Henderson sembrava proprio un bambino.”

    Tradotta da qui


    Edited by Mr Tita - 9/3/2021, 15:48
  3. .
    [Suono di una sirena emesso dal tabellone, su di esso sono segnati i punteggi di fine partita: 56 punti per la squadra "Casa" e 70 per la squadra "Ospite"]

    "Noooo, c'eravamo quasi" disse Jack dalla panchina.
    Anche se il distacco era di quattordici punti, la partita non era mai stata effettivamente nelle condizioni di essere ribaltata in una possibile vittoria.
    "Forza ragazzi, tutti negli spogliatoi" con un tono che nascondeva un leggero fastidio, l'allenatore della squadra ospite mandò la sua squadra a cambiarsi; nonostante la sconfitta, alcuni dei ragazzi sembravano comunque sereni: avevano infatti in programma un week-end in montagna nella baita di Jack, due giorni all'insegna dell'alcol e del divertimento.

    "Certo che il coach potrebbe ogni tanto essere comprensivo, questa volta abbiamo perso di poco" si lamentò Tony mentre salivano in macchina, reduci da un discorso sull'impegno fatto dal loro allenatore; "in realtà credo sia un po' stufo di perdere, che sia di un punto o di cinquanta, non ne abbiamo ancora vinta una dall'inizio della stagione" puntualizzò il loro capitano, Kenny, "e inoltre basta parlare della partita, almeno per questo weekend, ne riparleremo all'allenamento" dicendo così, fece capire che il discorso era chiuso, almeno per il momento; "piuttosto, mettiamo un po' di musica per il viaggio, che ne dite?".

    [Dalla radio della macchina parte "Back in black" a tutto volume].

    Dopo quasi un'ora e mezza di viaggio, con la luce autunnale del sole che poco a poco stava lasciando spazio alla sera, la macchina si fermò di fronte ad un sentiero e i ragazzi scesero.
    "Jack" disse Tony con un sorriso furbo "vero che hai invitato qualche ragazza? O sarà l'ennesimo weekend solo maschi?" subito Jack lo colpì alla spalla con un pugno scherzoso "Dai Casanova, sappiamo tutti che non combineresti niente come al solito. Comunque vedrai" cominciò a dire Jack "anche se una è già prenotata da me" sottolineò subito Kenny; il loro capitano, oltre a ricoprire quel ruolo nella squadra, era anche considerabile il capo del gruppo, ruolo che ricopriva con un certo orgoglio, anche se non lo avrebbe mai ammesso agli altri.
    "Ragazzi, datemi una mano con le cose, non ce la faccio da solo" una voce affaticata raggiunse il gruppetto: era Pete, il fratello minore di Jack e "mascotte" della squadra, in quanto il più piccolo.
    "Io vado ad aprire casa e ad accendere il camino intanto, la strada la conosce Pete" disse Jack allontanadosi lungo il sentiero che portava alla baita "Magari aspettate le ragazze, dovrebbero essere qui a momenti" si sentì qualche minuto dopo, anche se col buio non riuscirono a vedere nemmeno la figura del loro amico.

    [Il gruppo, dopo essere stato raggiunto dalle ragazze, raccoglie gli alcolici e si dirige verso la baita]

    "Benvenuti nella nostra magione!" disse felicemente Pete; era la prima volta che il fratello gli permetteva di unirsi a loro ed era anche la prima volta che avrebbe partecipato ad una vera e propria festa con degli alcolici. Il gruppo si sbrigò ad entrare nella baita, dato il freddo pungente della sera che penetrava nelle loro ossa, e fu accolto dal calore del camino acceso da Jack, il quale sedeva di fronte ad esso su di una sedia a dondolo quasi in uno stato di trance; subito le due ragazze, Jesse e Nora, lo raggiunsero davanti al fuoco per scaldarsi. "Ciao Jack" disse Jesse dandogli un bacio sulla guancia; subito Jack, come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno "Cosa abbiamo da mangiare? La partita mi ha lasciato un certo languorino" chiese Tony, che cominciò subito a rovistare nei sacchetti, tirando fuori un pacchetto di patatine; mentre i ragazzi sistemavano le cibarie e le bevande, Jesse tirò fuori da una tasca del giubbetto un sacchettino. "Guardate cosa ho portato" disse con fare divertito al gruppo; tutti si girarono sorpresi, non era la prima volta che vedevano dell'erba, ma era la prima volta che una ragazza la portava. "Ti ho mai detto quanto ti adori Jesse? E non lo dico perché hai portato l'erba, no no" le disse Jack, che subito si allungò per prendere il sacchetto che però venne rimesso in tasca da Jesse "Questa è per quando abbiamo finito di mangiare, non essere impulsivo" lo rimproverò subito la ragazza.

    [Il gruppo di amici, dopo aver mangiato, si siede su un divano e delle poltrone attorno al camino e dopo una lunga serata tra alcol e marijuana, si dirigono verso le camere da letto per dormire]

    "Bene bene" disse Kenny "abbiamo un problema, non ci sono abbastanza posti letto, qualcuno dovrà dividerlo" e subito il suo sguardo si posò su Nora che, arrossendo, disse "Beh, io e Jesse possiamo dormire assieme" facendo scemare l'idea di Kenny di dormire assieme.
    "Ma scusate un attimo, se Jack si è addormentato sul divano, non possiamo usare il suo letto?" disse Pete con voce assonnata; tutti si girano verso di lui e, dopo un attimo di esitazione, Tony disse "Pete, quanto hai fumato?""Perché? Che ho detto scusa?" chiese Pete indispettito.
    "Chi cazzo è Jack?" disse Tony, convinto che il suo amico avesse le visioni.
    "Smettila di prendermi in giro idiota, sto parlando di mio fratello" ora la voce di Pete cominciava ad essere tremolante, la situazione lo stava mettendo a disagio.
    Ci fu una serie di sguardi imbarazzati tra i presenti e Kenny disse "Pete, te non hai fratelli amico; ti senti bene?"; convinto che i suoi amici gli stessero facendo un qualche scherzo di pessimo gusto, scese le scale per tornare nel soggiorno, che era vuoto. "Jack?" con voce spaventata, Pete cominciò a chiamare il fratello "Vieni fuori, lo scherzo non è più divertente". Una mano si posò sulla sua spalla: era Tony che lo guardava con uno sguardo interrogativo "Hai bisogno di dormire Pete, ti sarà salita male l'erba" gli disse con un mezzo sorriso che nascondeva preoccupazione.
    "No no non capisci, siete tutti impazziti o cosa? Io ho un fratello ed era qui con noi! Ci ha aperto la baita ed ha acceso il camino!" il suo tono concitato fece accorrere Kenny "Guarda che il camino lo hanno acceso le ragazze, non ti ricordi? Erano così infreddolite che ci hanno fatto mettere a posto le cose mentre loro accendevano il fuoco. E la baita l'hai aperta te". Il panico prese Pete che, non sapendo che fare, corse su per le scale e si chiuse nella sua stanza.

    [Pete è nel suo letto che trema, gli amici hanno invano cercato di entrare nella stanza che però Pete ha chiuso a chiave]

    Nel buio, una figura sbuca da sotto il letto e poggia la mano sulla bocca di Pete. "Shh" disse Jack; nonostante il buio, il suo sguardo è pieno di terrore, come se si trovasse in una situazione di pericolo imminente. "Adesso tolgo la mano, ma te non devi urlare, parla sottovoce" bisbigliò Jack a Pete e, come d'accordo, tolse la mano dalla bocca di Pete.
    "Jack, dov'eri finito? Gli altri dicevano che non esistevi e che mi era salito male il fumo!" disse Pete, cercando di tenere un tono di voce basso nonostante l'agitazione.
    "Pete, adesso ti dirò una cosa che probabilmente farai fatica a capire, non l'ho ancora capita bene pure io: qualcuno non è chi dice di essere. O meglio, quanti eravamo quando siamo arrivati?" gli chiese. "Jack, cosa stai dicendo?" gli disse il fratello che, suo malgrado, si accorse che qualcosa non quadrava. "Ti ho chiesto seriamente di fare un conto di quanti eravamo quando siamo arrivati qui" gli disse Jack alzando leggermente la voce. "Ok ok, allora, eravamo noi ragazzi più le tue due amiche, quindi sei" "È questo il punto: io non ho portato due amiche, ho invitato Jesse e basta".
    Pete, che fino a quel momento aveva solo avuto il presentimento che qualcosa non andasse, ora cominciava a rendersi conto che tutta la situazione era piena di inesattezze, come per esempio il fatto che fino ad un certo punto della serata, Nora non avesse parlato o interagito con nessuno, tranne quando aveva seguito di sopra Kenny; effettivamente non ci aveva badato troppo, ma questa situazione si era ripetuta in più occasioni con quasi ogni membro del gruppo, tranne che per lui e Jack.
    "Cosa stai cercando di dirmi Jack, che c'è un'intruso?" sapeva che la risposta alla domanda non era così facile "Non proprio; cioè, c'è un intruso ma la situazione è più complicata: non hai notato come tutti sembravano conoscere l'altra ragazza? Pure io all'inizio ero convinto di sapere chi fosse, ma durante la serata mi sono reso conto che non era così".
    In quel momento un suono impercettibile venne da fuori la loro camera, come un leggero strisciare di piedi. "Jack, ho paura; non so cosa stia succedendo, ma credo che agli altri sia successo qualcosa e la ragazza abbia a che fare con questo" ora il suono stava incrementando, qualcuno si stava muovendo fuori dalla loro camera.
    "Pete, tutto bene?" la voce di Tony li raggiunse da dietro la porta "perchè ti sei chiuso a chiave? Dai apri che mi fai preoccupare!" il suo tono tuttavia aveva qualcosa di strano: era effettivamente preoccupato, ma come quando qualcuno cerca di fingere preoccupazione, quasi per gioco.
    "Vai via! So che Jack esiste e che voi non siete chi dite di essere!" gridò Pete, con la voce che gli si strozzava in gola; dopo un momento di silenzio, si sentì una risata, o meglio, un suono che ricordava una risata fatta all'unisono da più persone ed un odore acre si cominciò a propagare per la camera.
    "Cos'è questa puzza?" la voce di Jack, che dovette quasi urlare per farsi sentire dal fratello sopra quella strana risata che aumentava sempre più di tono, era carica di terrore puro; il fratello cominciò a tossire e corse ad aprire la finestra per cercare di respirare, ma in quel momento la porta della camera, l'unica cosa che li divideva da qualsiasi cosa ci fosse dietro, venne colpita violentemente fino ad aprirsi, mostrando i loro amici, o chiunque si stesse spacciando per loro, fermi nel corridoio completamente nudi, con le bocche spalancate e gli occhi completamente neri, "come quelli degli squali" pensò Pete, ormai inginocchiato a terra che non riusciva a respirare.
    L'ultima cosa che Jack e Pete videro prima di svenire, furono i loro amici entrare nella stanza, con le braccia alzate verso il soffitto e la testa all'indietro, sempre con le bocche spalancate, mentre dal corridoio emergeva una figura, quasi sfocata agli occhi ma allo stesso tempo nitida nella mente di Jack e Pete: una specie di uomo molto alto ma fatto male, le forme del viso e del corpo diverse da qualsiasi persona mai vista, come se qualcuno avesse provato a costruire una persona sena avere un modello da seguire; le mani, formate da solo tre dita lunghe, tremavano; gli occhi neri, come quelli dei loro amici; la testa era composta da due corna, simili a quelle dei cervi, e da una criniera che si estendeva fino alle spalle.
    "Kabut un Rak" gorgoliò la creatura nelle orecchie di Pete, il quale, quasi privo di sensi, sbarrò gli occhi come se avesse ricevuto una notizia sconvolgente, poi, annaspando, cercò di dire qualcosa ma solo un suono troppo flebile per essere udito uscì dalla sua bocca, poi svenne.

    [Estratto dal giornale locale uscito una settimana dopo l'evento]
    "Sono ancora in corso le ricerche dei cinque giovani scomparsi lo scorso week-end: secondo fonti autorevoli, i ragazzi avrebbero assunto alcol e marijuana durante la serata, dopo la quale non si hanno notizie certe. La cosa sconcertante che rende questo avvenimento ancora più misterioso di quanto già non lo sia, è stato il ritrovamento degli indumenti che i giovani portavano, facendo supporre gli investigatori che i ragazzi si siano allontanati dalla baita completamente nudi.
    - Io non riesco proprio a capire - ci ha detto lo sceriffo Donovan a capo delle indagini - siamo nel mese di Dicembre, avremmo dovuto trovare i corpi assiderati non lontani dal luogo della scomparsa e invece niente, non una traccia, solo impronte di un qualche animale selvatico. - ha concluso."

    Edited by Mr Tita - 23/11/2019, 19:02
  4. .
    Io ed i miei amici di lavoro eravamo al nostro pub preferito la sera scorsa. Non un posto molto elegante ma con birra a basso prezzo ed abbastanza vicino a casa da non dover prendere la macchina. La serata era come tante altre, con noi quattro seduti ad un tavolo nell’angolo del locale, per lo più parlando di lavoro e sparlando del nostro capo. Essendo a metà settimana non c’erano molte persone, circa otto o nove in tutto il locale. Tutti se ne stavano per conto loro, il tipo di gente che trovi in un pub il mercoledì sera.

    Comunque, da dove sono seduto ho una buona visione della TV dietro al bancone. Jessie, la barista, sta pigramente cambiando canali tra cui quello del nostro telegiornale locale. Per un momento, sullo schermo, appare un'esplosione di rosso ed arancione, che collego subito ad un incendio da qualche parte, il quale sparisce subito quando Jessie cambia canale. Mi è sembrato tuttavia di vedere qualcosa di stranamente familiare in quelle poche immagini.
    “Ehi Jess, puoi tornare indietro di un canale?” le dico attirando la sua attenzione.
    Sullo schermo ritorna il tg locale e subito riconosco il condominio in TV. Il mio condominio, e sta bruciando.
    “Oh merda!” esclamo, abbastanza ad alta voce da far voltare verso lo schermo i pochi presenti. “Quello è il mio appartamento!”
    La gente nel locale diventa subito silenziosa, tutti con lo sguardo fisso sullo schermo. La TV mostra una panoramica dell’esterno della mia abitazione; la telecamera deve essere stata piazzata sul lato nord dell’edificio perché riconosco vari negozi al piano terra – gestione immobiliare, lavanderia, il minimarket, ecc. L’angolo in alto a sinistra sta andando a fuoco; non è affatto un grande incendio, ma sembra che alcuni appartamenti tra i quattro piani superiori siano già stati inghiottiti dalle fiamme.
    “Cristo, amico” dice uno dei miei colleghi. “Che … che situazione” - Un imbarazzante mormorio di consenso passa tra i tavoli. Nel senso, non do loro nessuna colpa, anche io non saprei che dire in una situazione del genere. “Già” rispondo, un po’ goffamente. Per fortuna il mio appartamento si trova a più di metà strada dalle fiamme ed è situato sul lato ovest del condominio. Incrocio le dita, sperando che le mie cose si salvino.
    La telecamera taglia su di un giornalista che si trova sulla scena. Quest’ultimo sta leggermente lontano dall’edificio; vedendo i negozi sullo sfondo riesco a capire che si trova sul lato nord ovest dell’edificio. “I vigili del fuoco arriveranno sul posto da un momento all’altro” dice il reporter “e fortunatamente saranno in grado di contenere questo orribile inferno prima che si diffonda. Come dicevo prima, è stata una fortuna che tutti siano stati in grado di evacuare l’edificio prima che le cose si mettessero male, chissà che tragici eventi sarebbero potuti accadere”.
    “Ci sta andando giù pesante” scherza uno dei miei colleghi. Mi viene da ridere; nonostante tutto, la situazione non sembrava così disastrosa al momento.
    Ma proprio in quel momento “Ehm … aspettate” dice il reporter “Ci sono arrivate delle notizie. Sembrerebbe … aspettate un attimo che aggiustiamo la visuale della telecamera”. La visuale, che prima era bloccata, ora si muoveva ad inquadrare una zona dell’edificio a circa metà altezza del lato destro. Tutte le luci dell’edificio erano spente, eccetto una. Comincio a sentire una strana sensazione di inquietudine mentre conto le finestre partendo dal basso.
    Quinto piano, seconda finestra a sinistra. Giuro di aver spento quella luce, penso subito; poi lo vedo. C’è … una persona affacciata alla mia finestra. La visuale della telecamera è troppo lontana per notare i lineamenti, ma è sicuramente un uomo e sicuramente si trova nel mio appartamento. Rimango pietrificato mentre la telecamera aumenta lo zoom e riesco a notare dei dettagli.
    La figura nel mio appartamento sta… danzando, o comunque sta facendo qualcosa di simile. Non saprei come altro descriverlo, si sta muovendo parecchio e in tutti i suoi movimenti c’è un che di ritmico. Comincia a muovere le braccia in aria avanti ed indietro, avanti ed indietro, dopodiché le muove su e giù lungo i fianchi. Poi si mette a battere i pugni sulla finestra. Poi ancora sventola le mani sopra la sua testa avanti e indietro. Tutto questo seguendo sempre lo stesso ritmo. 1,2,3,4,1,2,3,4. Si mette a saltare ed a muovere le braccia sopra la sua testa, come se stesse cercando di attirare l’attenzione di qualcuno lontano, ma tutto questo sempre seguendo lo stesso ritmo, ancora ed ancora; 1,2,3,4,1,2,3,4.
    “Ma che cazzo” bisbiglio con un tono rauco. Alla fine la visuale si avvicina abbastanza da permetterci di vedere le fattezze di questa persona.
    Sembra quasi una mia copia perfetta. Indossa gli stessi vestiti che indosso io ora, vestiti che ho cambiato pochi minuti prima di uscire. La sua faccia assomiglia alla mia, tranne per gli occhi. Occhi troppo grandi per appartenere ad una persona. Inoltre ha questa espressione di terrore comica dipinta in faccia, non so bene come descriverla. Immaginate una persona che finge di essere spaventata ma per gioco. Sarebbe anche stata divertente se la situazione fosse stata diversa, ma in questa circostanza è estremamente inquietante.
    Nessuno nel bar sta parlando. Quella “persona” sta ancora ondeggiando e sbracciando, battendo i pugni sulla finestra oppure saltellando in giro. Quasi non sento il giornalista dire che i vigili del fuoco sono entrati nell’edificio e stanno puntando al mio appartamento. Oddio penso, senza capire veramente cosa stia accadendo. Per favore non entrate.
    Rimango pietrificato a fissare lo schermo. Da questa angolatura si riesce a vedere a malapena, attraverso la finestra, la parte superiore della porta del mio appartamento, non troppo lontana dalla creatura che ancora si sta agitando. Ora sta tenendo la faccia tra le mani, scuotendo la testa da un lato all’altro come se dicesse “no”.
    All’improvviso la porta alle sue spalle viene sfondata, presumibilmente dai vigili del fuoco che sono riusciti ad entrare nell’appartamento.
    A questo punto la creatura si ferma di colpo. Riesco a vedere la sua espressione cambiare; la precedente espressione comica di terrore sparisce, lasciando spazio ad un grosso sorriso, pieno di enormi denti affilati. Poi le luci si spengono nell’appartamento.
    Tutti i presenti del bar rimangono in silenzio a fissare lo schermo mentre la telecamera torna indietro dalla ormai buia finestra. Nessuno dice niente e pian piano ognuno paga il conto e se ne va.
    Io sono subito andato da mia sorella dall’altra parte della città chiedendole se poteva ospitarmi. Le ho detto che c’è stato un incendio nel mio appartamento ed avevo bisogno di una sistemazione. Quando ho cercato online il filmato che ho visto nel bar, ho scoperto che l’ultima parte è stata tagliata.
    Non so cosa fosse quella cosa, ma spero che non abbiano spento l’incendio; spero che abbiano lasciato bruciare tutto.


    Edited by ;Isabel - 15/1/2019, 22:56
  5. .
    In qualunque città, in qualunque paese, vai in un qualsiasi nightclub che puoi raggiungere. Se riesci a raccogliere il tuo coraggio, vai a cercare la cabina del dj. Bussa tre volte sulla porta, ma non aspettare una risposta prima di aprire. Una volta dentro, assicurati di aver chiuso la porta dietro di te. Per favore, sappi che in nessuna circostanza dovrai lasciar parlare il dj poiché si tratta di un imbroglione e non vorrà fare altro che portarti ad un destino raccapricciante. Vedi, una volta era un Cercatore come te e farebbe qualsiasi cosa per essere di nuovo libero. Chiedi al dj di suonare "Il Possessore dell'Ascolto". Se il dj ti ignorerà, allontanati dal nightclub senza farti notare più in fretta che puoi. I clienti abituali, un tempo tutti cercatori, sapranno presto della tua presenza e cercheranno di farti rimanere con qualsiasi cosa riterranno necessaria. Tuttavia, se il dj sorriderà cupamente, sarai libero di provare a prendere questo Oggetto. Egli indicherà un baule nero che si trova in un angolo, il quale non avevi notato prima. Apri il baule e arrampicatici dentro. Dovresti ringraziare il dj; essere gentili non guasta mai. Chiudi il coperchio del baule e serra gli occhi non appena cominci a cadere.

    In tutta l'oscurità che ti circonda dovresti sentire i tuoi piedi colpire il terreno duro, seppur vibrante. Tuttavia non sarai ancora salvo e non dovrai aprire i tuoi occhi. Non si sa bene quanto tu debba attendere in questa oscurità, ma non aprire i tuoi occhi e non dare segno di impazienza. Questo Possessore ti sta studiando, ti sta giudicando e sarà la tua fine se non ti troverà all'altezza. L'unica volta in cui dovrai emettere un suono sarà se la vibrazione sotto i tuoii piedi cesserà. A questo punto alza il braccio sinistro con il palmo verso l'alto e grida: "Continua la canzone, ti imploro, poiché non sia mai in silenzio!". La vibrazione dovrà quindi tornare. Se non lo farà, ti suggerisco di tenere gli occhi chiusi.

    Se la vibrazione tornerà o non verrà interrotta, sentirai, infine, una donna canticchiare vicino al tuo orecchio accarezzandoti i capelli come una madre al suo amato figlio. Apri gli occhi continuando a fissare dritto avanti a te anche se vedrai la punta delle sue dita con la coda dell'occhio. Qualsiasi esitazione o domanda sbagliata sarà, a questo punto, la tua rovina. Pieno di determinazione e con una voce gentile chiedi: "Cosa sentono Loro che noi non possiamo udire?".

    Un urlo lacerante si sentirà tutto intorno a te, aumentando in intensità. Dall'oscurità di fronte a te sbucherà una fetida mano grigia. Uscirà dalle tenebre il cadavere strisciante di una donna che griderà con le voci di tutte le vittime ed amanti in lutto. Ella è stata molto tempo morta aspettando questa tua domanda, caro Cercatore. Nella fretta di raggiungerti, si strapperà le carni e romperà le ossa, ma non fare un passo indietro e non mostrare il disgusto che sicuramente proverai. Fai di nuovo la tua domanda con una voce tenera, anche se il cuore ti si spezza ad udire il suo pianto ed il tuo stomaco si agita alla vista del suo corpo marcio. Striscerà sul tuo corpo e prenderà il tuo viso con le sue mani. I suoi occhi, molto secchi, vagheranno sul tuo viso e la sua mascella tremerà con il dolore di una madre senza figli. Ti dirà: "Ti darò i mezzi per conoscere, ma non invidiarmi ciò che apprenderai." mentre premerà le sue putride labbra contro le tue con un bacio appassionato. Sverrai.

    Ti sveglierai nei resti di un edificio bruciato, con in mano un paio di cuffie che emettono il mormorio di una cantilena. Se ascolterai attentamente, potrai notare che sembrano parole. Queste cuffie sono l'oggetto 104 di 538. Ora puoi ascoltarLi, ma non lasciare che Essi ascoltino te.

    Edited by AndySky21 - 24/6/2016, 19:15
  6. .
    I miei capelli sono a tua disposizione ^_^
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    Sempre fiero di essere il suo Scudiero :peoflow:.
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    Molto bella, apprezzata fino alla fine ;)
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    Beh, non sapevo il termine che indicava l'effetto placebo "negativo" ^^"
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    Nel caso qualche staffer non lo sappia, ho chiesto a Kun se poteva abilitarmi al contest perché, quando hanno aperto e successivamente chiuso le iscrizioni, ero all'ospedale e non ho potuto iscrivermi; spero non ci siano problemi :)



    Conobbi Jenny in una di quelle situazioni che molti definirebbero da film; si sedette su di uno sgabello al bancone del bar vicino a me, ordinò un margaritas e finse interesse per la televisione silenziosa che trasmetteva le ultime notizie del mondo. Dopo qualche minuto cercò di instaurare un discorso commentando la guerra in Egitto dicendo:" Cavolo, possibile che non c'è mai una buona notizia?". Curioso di questa sua domanda, la osservai con più attenzione, divertito dal fatto di essere abbordato da una ragazza: era una bella ragazza dai capelli scuri e lunghi e lisci oltre le spalle, occhi marroni che lasciavano intendere la sua personalità ribelle; osservai tutto il suo corpo abbronzato, notando, dentro la scollatura, la mancanza di segni del costume. L'immagine di Jenny che si abbronzava in top-less, se non completamente nuda, mi eccitò al punto di dimenticare la sua domanda e passare subito alle presentazioni:" Piacere, sono Mike, Mike Donovan" le dissi con il tono più dolce che potessi, sperando che l'alcool che avevo in corpo non influisse troppo sul dialogo. "Piacere Mike Donovan- disse lei sorridendo- chiamami Jenny".

    Parlammo per diversi minuti, fino a quando le proposi di spostarci in spiaggia per stare più comodi; pagai il conto e feci strada fino alla lunga distesa di sabbia che si stendeva per kilometri. "Allora Mike-cominciò lei- da quanto tempo sei qui in California?", "Circa due settimane, mi sono concesso una vacanza di relax. Tu invece? Sei di queste parti?". Cercavo di sembrare lucido mentre sentivo i giramenti dovuti al troppo whisky bevuto. "Io sono di qui, abito a meno di venti minuti da qui; dimmi Mike- disse cambiando tono, rendendolo sensuale- dove alloggi?"; la sua domanda mi fece intuire dove sarebbe finita la serata. "Alloggio in una stanza nell'albergo qui di fronte, il "Coconut palm"; da camera mia vedo tutta la spiaggia sai?". Mi pentii subito di quello che avevo detto, sapevo di aver forzato troppo la cosa; aspettai che si alzasse dandomi del pervertito mentre si allontanava. Invece non accadde, mi disse sorridendo:" Allora devo godermi questo panorama".

    Non eravamo ancora entrati in camera e già si era avvinghiata al mio collo, intenta a baciarmi selvaggiamente; sentivo la sua lingua passare dalla mia bocca al collo mentre chiudevo la porta alle mie spalle. Appena la chiusi, Jenny mi spinse sul letto sfilandomi in malomodo la camicia; appena riuscì a togliermela, si mise a cavalcioni sopra di me, dopodichè si sfilò la maglietta. La fissai nella sua bellezza fino a quando non mi disse scherzosamente:" Puoi anche toccarle, sono tue stasera" strizzandomi l'occhio. Dopo qualche minuto eravamo avvinghiati l'uno con l'altra; forse per via dell'alcool, forse per via del tanto tempo trascorso dall'ultima volta, decisi che quella era il miglior sesso mia vita. O almeno, fino a quel momento. Non ricordo bene come successe, so che ad un tratto con fare scherzoso mi mise le mani al collo, stringendo appena; lo trovavo un po' strano ma non volevo certo andarle a dire che mi infastidiva. Dopo qualche minuto mi chiese di fare altrettanto; un po' riluttante spostai le mie mani dalle sue natiche bianche al collo. Non fui io a volerlo, mi disse di stringere di più e così feci, strinsi; continuai a stringere nonostante sentissi che la sua presa si faceva più forte e dalla sua bocca uscissero dei gorgoglii. Quando mi resi conto della troppa forza che ci stavo mettendo, la lasciai andare, ma con crescente terrore vidi che si afflosciava su di me senza dare cenni di vita. All'inizio pensai che volesse scherzare o che semplicemente stesse riprendendo fiato, ma quando le scostai i capelli e vidi i suoi occhi strabuzzati e il filo di bava che le scendeva dalla bocca, capii che non c'era tanto da fare.

    Subito l'effetto dell'alcool sparì, rendenomi lucido e completamente terrorizzato. La parte più razionale di me disse di chiamare l'ambulanza, forse c'era ancora speranza, ma la codardia si fece subito sentire, dicendomi che era morta, non c'era polso e che dovevo sbarazzarmi del corpo. Già, fino a dieci minuti fa ero l'uomo più felice sul pianeta, ora mi ritrovavo a pensare di nascondere un cadavere. Dopo una lunga riflessione, decisi che non volevo finire in carcere e che quindi Jenny doveva sparire; senza farmi vedere dal portiere, che per mia fortuna in quel momento non si trovava nella hall, portai il corpo senza vita di Jenny in macchina. La sistemai per bene dietro, sdraiata come se stesse dormendo, nel caso mi avessero fermato. Decisi di buttarla in mare, avevo letto in un qualche libro che, tagliando la trachea ad un morto, il corpo sarebbe andato a fondo. Presi da terra una bottiglia di birra lasciata da qualche ragazzo e la spaccai, prendendo la scheggia più grossa. Viaggiai per almeno mezz'ora fino a quando trovai un posto che pensavo sarebbe stato l'ideale, nascosto da una fitta vegetazione. Presi Jenny, che ormai era gelata, e la trascinai fino a riva, dove le conficcai la scheggia di vetro in gola; cercai di fare un solco profondo, anche se la mia "arma" non me lo permise appieno. Quando fui abbastanza convinto del mio lavoro, la trascinai in acqua, fino ad immergermi al collo; trattenni Jenny sott'acqua fino a quando l'acqua penetrò fece abbastanza peso da tenerla a fondo. Tornai in macchina il più in fretta possibile, cercando di capire cos'era la prossima cosa da fare, fino a quando un pensiero mi balenò in testa. Il barman ci aveva visti assieme.

    Arrivai a destinazione mettendoci quasi la metà del tempo, con la crescente paura che il bar fosse già chiuso e che quindi avrei dovuto aspettare un altro giorno per uccidere l'unico testimone. Uccidere, ma cosa stavo dicendo? Non ero un criminale, non avevo mai fatto nessuno e tutto ad un tratto stavo già pensando di uccidere, questa volta volontariamente, un'altra persona. Fu in quel momento che mi resi conto dell'immensa cazzata che feci nel disfarmi di Jenny, non potevo tornare indietro, ora non era solo un omicidio colposo, ma anche occultazione di cadavere. Senza nemmeno accorgermene ero sceso dalla macchina con il pezzo di vetro nascosto con la mano dietro al braccio dentro e stavo andando al bar che era ancora aperto per mia fortuna, se così si può chiamare. Entrai e mi diressi al bancone, dove vidi il barman che sistemava i bicchieri; appena mi vide disse:" Ehi, non è andata bene con quella ragazza eh? Dai, ti offro un goccio per tirarti su" mi disse gentilmente. Non appena udii quelle parole, feci retro front e mi diressi alla macchina, dicendogli che non mi sentivo bene. In effetti era vero, dopo pochi metri dal bar vomitai l'anima, un po' per l'alcool e un po' per la situazione assurda in cui mi trovavo; lanciai il più lontano possibile la scheggia, non potevo uccidere quell'uomo, anche se mi aveva viso assieme a Jenny.

    Non sapendo tanto che fare, rimontai in macchina e cominciai a girare, fino a quando raggiunsi la Catena Costiera; dopo poche curve capii perchè mi trovavo lì; capii come mettere fine all'incubo. Ripensando agli ultimi momenti con Jenny mi si dipinse un sorriso in faccia mentre accelleravo e mi schiantavo contro il guard-rail, precipitando nel vuoto.
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    Benvenuta!
    Ti prego non uccidermi,ho moglie e figli! Prendi loro! [cit.]
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    Carina,dopo che ho letto i vari commenti ho capito :P
    Vedo che mantieni fede alla tua "promessa" di postare più storie possibili per il contest xD
  13. 47 - Flood
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    Ah,ero giù di morale ma leggere qui mi ha fatto ridere 10 abbondanti minuti xD
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    CITAZIONE (~Drago{Char} @ 2/1/2013, 14:43) 
    CITAZIONE (@Lilfred@ @ 2/1/2013, 14:37) 
    Il paragrafo finale la rovina del tutto! :facepalm:

    Se lo togli può corrispondere ad alcuni dei canoni della storie creepypasta. :sisi:
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    Carina, ci vuole un attimo a capirla ( grazie Pisy e Vampyr xD); gradevole :)
64 replies since 20/11/2011
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