Il Colore Venuto Dallo Spazio pt.4

H.P. Lovecraft

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    Il Colore Venuto dallo Spazio (IV)



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    Quando Ammi arrivò a casa, scoprì che i cavalli e il calesse l'avevano preceduto, gettando sua moglie nell'angoscia. Rassicuratala senza darle spiegazioni, partì immediatamente alla volta di Arkham e notificò alle autorità che la famiglia Gardner non esisteva più. Non indugiò nei particolari, ma si limitò a parlare della morte di Nahum e di Nabby, visto che quella di Thaddeus era già nota, e disse che la causa sembrava essere la stessa malattia che aveva ucciso il bestiame. Dichiarò inoltre che Merwin e Zenas erano scomparsi.
    Seguì un'animata discussione alla centrale di polizia, alla fine della quale Ammi fu costretto ad accompagnare tre agenti alla fattoria dei Gardner, insieme al Coroner, il medico legale e al veterinario che aveva curato gli animali ammalati. Vi si recò contro la propria volontà, visto che il pomeriggio stava finendo e che lui temeva il calar delle tenebre su quella terra maledetta, ma gli fu di un certo conforto avere tante persone con sé.
    I sei uomini viaggiarono in un baroccio che seguiva il calesse di Ammi, e arrivarono alla fattoria appestata intorno alle quattro del pomeriggio.
    Per quanto gli agenti fossero avvezzi ad esperienze raccapriccianti, nessuno di loro restò impassibile di fronte alle cose che si trovavano nel solaio e sotto la tovaglia a scacchi rossi in cucina.

    L'aspetto generale della fattoria, con la sua grigia desolazione, era già abbastanza terribile, ma quei due oggetti sgretolati superavano ogni limite. Nessun ebbe la forza di guardarli a lungo, e perfino il medico legale ammise che c'era ben poco da esaminare. Si potevano analizzare dei campioni, naturalmente, perciò si preoccupò di procurarseli, provocando così lo sconcerto nel laboratorio della Miskatonic, dove le due fiale di polvere furono subito portate.
    Allo spettroscopio entrambi i campioni emanarono uno spettro sconosciuto, in cui molte bande erano identiche a quelle rivelate dallo strano meteorite l'anno prima. La proprietà di emettere quello strano spettro svanì dopo un mese, dopodiché la polvere rimase composta principalmente di fosfati e di carbonati alcalini.

    Ammi non avrebbe parlato ai poliziotti del pozzo, se avesse pensato che avevano intenzione di indagare immediatamente. Era ormai il tramonto, e lui era ansioso di andarsene. Ma non riuscì a impedirsi di lanciare occhiate nervose al muretto di pietra che racchiudeva la grande cisterna e, quando un agente lo interrogò al riguardo, ammise che Nahum aveva paura di qualcosa che era nel pozzo; ne aveva tanta paura che non aveva mai nemmeno pensato di scendere a cercarvi Merwin e Zenas.
    Dopodiché i poliziotti vuotarono immediatamente il pozzo e lo esplorarono, cosicché Ammi fu costretto ad aspettare tremante mentre, secchi o dopo secchio, l'acqua maleodorante veniva issata e buttata sul terreno fradicio.
    Gli agenti arricciavano le narici per il disgusto e, verso la fine, si otturarono il naso per non sentire il fetore che stavano portando alla superficie.
    Il lavoro non fu lungo come avevano temuto, visto che il livello dell'acqua era incredibilmente basso. Non c'è bisogno di descrivere con troppi particolari che cosa trovarono. Merwin e Zenas erano entrambi nel pozzo, sebbene dei loro corpi fosse rimasto quasi solo lo scheletro.

    C'erano inoltre un piccolo capriolo e un cane grande, più o meno nello stesso stato, e un certo numero di ossa di animali più piccoli. Il limo e la fanghiglia sul fondo erano inspiegabilmente porosi e pieni di bolle, e un agente che scese lungo gli appigli con un lungo bastone in mano scoprì che l'asta di legno affondava in profondità nel fango, senza incontrare alcun ostacolo solido.
    Ormai era l'imbrunire, e dalla casa furono prese delle lanterne. Poi, quando si capì che dal pozzo non si poteva ricavare più niente, tutti entrarono in casa e si riunirono nell'antico soggiorno, mentre la luce intermittente di una spettrale falce di luna illuminava livida la grigia desolazione esterna.
    Gli uomini erano sinceramente sconcertati, e non riuscirono a trovare nessun elemento comune che collegasse la strana condizione dei vegetali, la sconosciuta malattia che aveva colpito gli animali e gli essere umani, e le inspiegabili morti di Merwin e Zenas nel pozzo contaminato. Avevano sentito le voci che giravano tra i contadini, è vero, ma non riuscivano a credere che fosse accaduto qualcosa contrario alle leggi della natura.
    Il meteorite aveva senza dubbio avvelenato il suolo, ma la malattia letale che aveva colpito persone e animali che non avevano mangiato nulla cresciuto in quel suolo era un'altra faccenda. La colpa era dell'acqua del pozzo? Probabile. Sarebbe stata un'ottima cosa farla analizzare. Ma quale forma particolare di pazzia aveva potuto spingere i due ragazzi a saltare nel pozzo? Le loro azioni erano state simili, e il loro resti mostravano che entrambi avevano sofferto di quella malattia letale che portava il corpo a ingrigirsi e a sgretolarsi. Perché tutto era così grigio e friabile?

    Fu il Coroner, seduto accanto alla finestra a guardare l'aia, a notare per primo la luminosità intorno al pozzo.
    Era ormai notte, e tutto lo squallido terreno circostante riluceva debolmente, e non per la luce intermittente della luna. Questa nuova luminosità era qualcosa di definito e di distinto, e sembrava emanare dal pozzo buio, simile al raggio attenuato di un riflettore, creando cupi riflessi sulle pozze d'acqua sul terreno.

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    Aveva uno strano colore e, mentre tutti si affollavano intorno alla finestra, Ammi trasalì violentemente. Infatti, quello strano raggio di miasma spettrale aveva una sfumatura di colore che gli era familiare. Aveva già visto quel colore che gli era familiare. Aveva già visto quel colore, e aveva paura di pensare che cosa potesse significare. L'aveva visto due estati prima nel globulo friabile, incastonato nel meteorite, l'aveva visto nella folle vegetazione della primavera, e gli era parso di vederlo quella stessa mattina contro la piccola finestra della stanza del solaio in cui erano accadute cose innominabili.
    Il colore era balenato un attimo, una folata viscida e disgustosa di vapore aveva sfiorato Ammi, e poi il povero Nahum era stato ucciso da qualcosa che era in quel colore. L'aveva detto in punto di morte: aveva detto che era simile al globulo e alle piante. Dopodiché si era sentita la corsa nell'aia e il tonfo nel pozzo, e ora il pozzo stava eruttando nel buio della notte un raggio pallido e insidioso dello stesso demoniaco colore.
    Fa onore alla vivacità mentale di Nahum il fatto che in un momento di tensione simile si fermasse a riflettere su una questione puramente scientifica. Non poteva meravigliarsi per il fatto di aver ricevuto la stessa impressione da una nube di vapore scorta di giorno, contro una finestra aperta sul cielo mattutino, e da una nube fosforescente vista di notte sullo sfondo di un paesaggio nero e desolato. Non era giusto, era contro natura, e Ammi ricordò le ultime terribile parole dell'amico morente: - Viene da un mondo dove le cose sono diverse da qui... l'ha detto uno di quei professori... -
    In quel momento tutti e tre i cavalli, che erano legati a un paio di alberelli secchi accanto alla strada, cominciarono a nitrire e a scalpitare freneticamente.

    Il conducente del barroccio si avviò verso la porta per intervenire, ma Ammi gli posò una mano tremante sulla spalla.
    - Non andare lì - sussurrò. - Ci sono molte cose che non sappiamo. Nahum ha detto che nel pozzo vive qualcosa che succhia la vita. Ha detto che deve essere cresciuta, in qualche modo, da una palla simile a quella che vedemmo nel meteorite che cadde un anno fa, a giugno. Succhia e brucia, ha detto, ed è solo una nuvola di colore, proprio come quella luce lì fuori. Si vede appena e non si può dire che cosa sia. Nahum pensava che si nutrisse di tutto ciò che è vivo e che diventasse sempre più forte. Ha detto che l'ha vista in questi ultimi giorni. Dev'essere qualcosa che viene dal cielo, come il meteorite: così dicevano i professori dell'università. Il suo aspetto e il modo in cui uccide non appartengono al mondo di Nostro Signore. È qualcosa che viene dallo spazio. -
    Allora gli uomini si fermarono indecisi, mentre la luce emanata dal pozzo diventava sempre più forte e i cavalli attaccati scalpitavano e nitrivano con una frenesia crescente.
    Fu veramente un momento terribile. Il terrore era in quella casa antica e maledetta; quattro mostruosi mucchietti di frammenti - due provenienti dalla casa e due dal pozzo - erano nella legnaia, e quel raggio di un colore empio e ignoto saliva dalle profondità fangose del pozzo.

    Traduzione di Gianni Pilo


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    Edited by & . - 24/6/2020, 19:38
     
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    Sono Lady Cupcake, prima del suo nome. Madre dei Pennuti, distruttrice della mia autostima. Creatrice del ciclo del Disagio e stermimatrice di germi.

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