Pasta Noir: Dame, pallottole e il sicario

4. Vecchie Ferite Profonde

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    Emily, ma sei bisessuale? ( ͡° ͜ʖ ͡° )

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    Il vecchio ufficio schifoso era freddo e puzzava di rimpianti. Anche con una luce accesa, era così dannatamente buio. Erano passate quattro ore da quando Chris aveva introdotto Michael nel mondo delle Scarypasta. Lessero alcune storie, cercando di conoscere meglio l’argomento e i loro scribacchini. La maggior parte di loro sembravano essere giovani, persone creative che volevano che il mondo intravedesse le loro anime. Lentamente ma indubbiamente, Michael stava diventando un loro fan. Chris conosceva già i protagonisti delle storie più popolari. Aveva cercato delle Scarypasta commentate su youtube per Michael e continuarono così per un bel po’ per poi riposarsi gli occhi.

    “Connor avrebbe amato questa roba” disse Chris con un sorriso leggero, ricordando quanto amasse i film horror e scrivere brevi racconti. Chris si divertiva a leggere le sue storie. Per un attimo si domandò se ad un certo punto suo figlio avesse effettivamente scoperto il mondo di Scarypasta.

    Michael guardò il collega per un momento, pronto ad ascoltare come un buon amico. Non sapeva proprio cosa dire. Non poteva immaginare che dolore provasse Chris. Aveva sperimentato il peggior dolore che una persona potesse provare. Eppure, era lì a combattere il crimine, catturando i criminali della peggior specie: omicidi, stupratori, assassini di bambini. Ogni sacco di merda che prendeva per la strada era come una soluzione, era quel tanto che bastava per fargli superare qualche altro giorno. Come un drogato con la sua eroina.

    I criminali erano dappertutto. Lancia una pietra in una stanza e ne colpirai più di un paio. Senza dubbio questa città stava andando a rotoli in un battito di ciglia. Ecco perché ti serviva una famiglia (se ne avevi una), il tuo Dio personale.
    Chris aveva perso il suo due anni fa in quella città crudele.

    Cercavano qualsiasi cosa nuova che fosse stata postata nelle ore successive alla morte del signor Von Drack. Tutto quello di cui avevano bisogno era un indizio, qualcosa, qualsiasi cosa per andare avanti. La loro ricerca fu inutile.

    Chris cercò un’altra storia. Digitò “Satanisti”. Apparve un titolo: “Estate in Texas” scritto da SarahMetalMassacre. Sentì qualcosa muoversi in lui. Iniziò a leggere. Dopo dieci minuti, la storia lo colpì come un calcio nelle palle. “Figlio di puttana…”
    “Cosa? Trovato qualcosa?” Michael alzò gli occhi dal suo computer.
    “Sì… La storia che sto leggendo. Si intitola: “Estate in Texas”. È stata scritta da qualche mio vecchio collega, del periodo in cui ero a Lytle nel dipartimento dello sceriffo” spiegò Chris.
    Michael ora era intrigato: “No, cazzo!”
    Chris iniziò a spiegare: “Sì, circa quindici anni fa sono stato vice per due anni. Subito prima che io e Abby ci sposassimo. “
    “Sì, vero… Qual era il suo nome? Allen…” lo interruppe Michael.
    “Già, Bobby Allen” rispose Chris.
    “È ancora in circolazione?” chiese Michael.
    “Sì, vive ancora a Lytle. Si è ritirato dopo un arresto cardiaco”.
    “È una sorpresa che non se ne sia andato anche lui dopo che Abby e Connor sono morti” disse Michael fissando il muro. “Vai mai a trovarlo?” iniziò ad incuriosirsi.
    “No, non ci sono più tornato dal funerale. Una volta ogni tanto chiama per sapere come sto. Mi ha invitato ma… Senti, torniamo alla storia. Mi stai facendo salire il nervoso, Mikey!” Chris adesso era chiaramente seccato.
    Michael sorrise e annuì scusandosi: “Scusa amico. Vai avanti”.

    “Come stavo dicendo, quindici anni fa abbiamo ricevuto un rapporto da due ragazzi del posto, Joey Maher e Jason Pruitt. Erano solo bambini, di dodici, tredici anni. Una nuova famiglia si era trasferita in una vecchia casa abbandonata a East Prairie Street. Tutti la chiamavano la curva della Morte a causa dei numerosi incidenti automobilistici avvenuti negli anni. Portava ad una collina dove si sarebbe trasferita la famiglia in questione. Avevano questa figlia, di dodici anni, e fin dall’inizio c’era qualcosa di strano in loro. Si vestivano con abiti vecchi e logori che sembravano di inizio secolo. Un giorno i ragazzi vennero alla stazione dicendo che avevano fatto amicizia con la ragazza e che quella mattina aveva le braccia piene di lividi. Ci hanno chiesto di dare un’occhiata.

    Bhe, dopo essere andati là, abbiamo fatto qualche domanda. Abbiamo chiesto se potevamo vedere la figlia. Hanno sostenuto di non avere una figlia, solo un figlio neonato che era morto poco dopo la nascita. Abbiamo chiesto di ispezionare le stanze. Senza il mandato, hanno rifiutato. Quando siamo tornati abbiamo informato i ragazzi, ci hanno detto che la ragazza… Sarah aveva un fratello maggiore chiamato uh… Jimmy Lee che viveva con loro. Questo è il nome che la coppia aveva dato al figlio morto. Siamo andati a richiedere un mandato immediatamente. Nel frattempo, uno dei ragazzi aveva sviluppato una sorta di relazione romantica con Sarah. Penso che fosse Joey, il più cicciottello. Si erano ripromessi di provare a salvarla.

    Il loro piano era semplice. Uno nascosto dietro il bidone dell’immondizia mentre l’altro tirava sassi alla finestra e gridava dal vialetto. Quando la coppia sarebbe uscita per affrontarlo ed inseguirlo, quello che si nascondeva (Joey) entrava per salvare Sarah. Non è andata proprio così. Siamo arrivati lì giusto in tempo. Stavano inseguendo i ragazzi lungo il vialetto, con i coltelli da macellaio in mano. Abbiamo detto loro di fermarsi… quando si sono rifiutati, gli abbiamo sparato a morte. Sono entrato per controllare Sarah.

    Era stata legata ed imbavagliata, appoggiata su un telo nero. I genitori avevano riesumato un cadavere dal cimitero e lo avevano messo su una sedia. Sul divano c’era una Bibbia satanica. I genitori appartenevano ad un culto satanico rurale, nella Contea di Travis ed erano fuggiti dopo qualche problema. Pianificavano di sacrificare la ragazza.
    Risultò, dopo le indagini, che l’avevano rapita da neonata ed avevano ucciso i suoi genitori biologici e l’avevano cresciuta. È stata curata, adeguata ed introdotta nella società. Ed ora apparentemente sta scrivendo. E da quello che ho letto, è anche abbastanza brava. È una delle scrittrici più popolari di Scarypasta.com. Tutte le sue storie sono state raccontate su Youtube. Piccolo il mondo, uh?”

    “Wow, amico! Davvero piccolo il mondo” rispose Michael con un’espressione sorpresa. Pensò per un momento poi alzò lo sguardo verso Chris: “Hey! Sai dove abita adesso? Magari ci può dare qualche idea su come trovare l’assassino. Tipo un consulente.” suggerì Michael.

    Chris fissò il collega per qualche istante, poi distolse lo sguardo. “Non so. Ma è un’idea dannatamente buona! Sono contento di averci pensato!”
    “Allora cosa stiamo aspettando?” chiese Michael con l’eccitazione di un bambino.
    “Penso che ora abbia un altro nome. Però non riesco a ricordare quale. Dannazione! Mio suocero dovrebbe saperlo. Si è spostata un po’ dopo quello. Ha vissuto con una famiglia affidataria che poi l’ha adottata. Ce n’eravamo andati, allora. Ci siamo sposati ed ho trovato lavoro all’S.A.P.D. Credo che lo chiamerò. Hey, perché non ci prendi confidenza mentre chiamo Bobby?” disse Chris con esitazione, non volendo affrontare i fantasmi del suo passato.

    Bobby Allen era l’unica persona che non poteva affrontare. Era più che imbarazzato. Chris non era degno di confrontarsi con il suo mentore. L'aveva accompagnata all'altare al loro matrimonio. Si era fidato di Chris consegnandogli la vita di sua figlia, e lui l’aveva persa. Ora aveva perso una figlia ed un nipote. Sapeva che Bobby era ferito. Alzò gli occhi al soffitto, scosse la testa e disse: “Mi stai uccidendo silenziosamente…”

    Michael recepì il messaggio e si alzò dalla sedia: “Andrò al cesso, prenderò un caffè. Vuoi qualcosa?”
    Chris cercò sulla rubrica del suo telefono e diede una rapida occhiata al collega: “No grazie. Sto bene”.

    Così, Michael se ne andò e si chiuse la porta dell’ufficio alle spalle. Era una cortesia da fare e Michael era stato cresciuto bene. Per un attimo pensò a quanto fosse difficile per il suo collega ed amico fare quella chiamata. Chris era ferito, ma era ancora un buon amico e un bravo poliziotto.
    Sapeva che Chris aveva i suoi demoni da scacciare. Sembrava una caccia infinita – a meno che qualcuno non lo colpisca e lo fermi sul suo cammino, o che si suicidi. Probabilmente si sentirebbe allo stesso modo se fosse nei suoi panni, ma chi lo sa, vero? Fu Mike Tyson a dire: “Tutti hanno un piano finché non vengono colpiti”.

    Bobby: Pronto?
    Chris: ……. Ciao, Bobby.
    Bobby: Chris? Sei tu, figliolo?
    Chris: Sì, sono io. È passato un po’, lo so.
    Bobby: Sì, signore, certamente. Come stai, ragazzo?
    Chris: Eh, me la cavo. Lotto ancora per una giusta causa, sai? E tu?
    Bobby: Bhe, sto bene. Cerco solo di tenermi impegnato. Mona ha sempre qualcosa da farmi fare.
    Chris (ridendo): Questo è un bene.
    Bobby: Quindi, Chris. È una chiamata di cortesia? Verrai a Lytle? Mona sarebbe davvero felice di vederti. E anche io.
    Chris: Mi piacerebbe, Bobby. Ma, uh… Ascolta, uh, ti ricordi Sarah Cambell?
    Bobby: Sarah… Sì, mi ricordo. Adesso si chiama Chloe Marx. I Marx l’hanno adottata. L’ultima volta che l’ho sentita viveva nel centro di San Antonio. Perché? Che sta succedendo?
    Chris: È una lunga storia. Sto cercando di rintracciarla. Penso di poterla usare come consulente per un caso a cui sto lavorando. Finora non abbiamo una vera e propria pista per il caso.
    Bobby: Uh, bhe, lei fa visita ai parenti, di tanto in tanto. Però è da un po’ che non la vedo. L’ultima volta ce l’ho sentita stava scrivendo. Devo dire che ora mi hai davvero incuriosito.
    Chris: Non scherzare. Allora, si tratta di un omicidio rituale in una villa padronale. La vittima aveva un sito web inciso sull’avambraccio. È un sito horror dove gli scrittori pubblicano le loro storie. L’assassino ha ricreato una storia popolare del sito, quando ha ucciso la vittima. La cosa divertente, è che cercando varie storie per trovare una pista, mi sono imbattuto in una storia scritta da SarahMetalMassacre, una storia che raccontava il suo caso. Scritta in terza persona. Ha messo persino noi. Nomi leggermente alterati, ovviamente. Ma siamo noi, Bobby. Deve essere lei. Hai detto che è una scrittrice? Bhe, eccola qua.

    Bobby: Allora che io sia dannato. Penso che mi piacerebbe darci un’occhiata. Che sito web è?
    Chris: Scarypasta.com.
    Bobby: Cosa?! Eheh. Scary… Pasta punto com? Qual è il nome della storia?
    Chris: “Estate in Texas”.
    Bobby: Lo sto scrivendo. Estate… in… Texas. Scary… Pasta… punto… com. Ok. Grazie. E, hey Chris, intendevo questo quando ho detto che ci piacerebbe vederti. Sei la nostra famiglia. Invito aperto.
    Chris: Grazie, Bobby. Penso che accetterò l’offerta. È stato un piacere parlare di nuovo con te. Grazie ancora per il tuo aiuto.
    Bobby: Quando vuoi, ragazzo.
    Chris: Stammi bene. Ciao.
    Bobby: Ci vediamo, figliolo.

    Michael rientrò in ufficio dopo una lunga, piacevole pausa. Chris lo accolse così mentre apriva la porta: “Ok, ce l’ho. Il suo nome ora è Chloe Marx. Tra tutti i posti, vive qui, nel centro di San Antonio”
    Michael guardò il collega ed annuì: “Bene, è un inizio. Controlliamo.”
    “Ho già fatto un controllo. Vive a pochi isolati da me, a South Flores. Quel vecchio edificio che sembra essere davvero infestato.” Disse Chris. In quel momento rimostrò quella sua vecchia scintilla, solo per un secondo.
    “Tutti gli edifici del centro di San Antonio sono infestati! Sei mai stato ad uno di quei Tour di Fantasmi? Sono davvero divertenti” disse Michael, ricordando quanto si erano divertiti lui, Carol ed i bambini quando ci erano andati.
    “Sì, una volta. Quando Connor aveva undici anni. Gli piaceva tutta quella roba” rispose Chris, facendo del suo meglio per non tornare in quell’oscurità. Era una cosa privata; faceva quella merda da solo, con una bottiglia ed una calibro 45.

    Michael lo guardò, pentendosi della sua domanda. Con la quale si era messo a disagio; “Sì, allora, non c’è momento migliore, giusto? Che auto prendiamo?”
    Chris si distolse rapidamente dal suo stupore e gli sorrise, dicendo: “Miss Sunshine, amico mio. Miss Black Mothafuckin’ Sunshine”.

    Con ciò, la tempesta per il momento si placò e tutto era di nuovo a posto.
    La neve stava tornando a San Antonio. Le strade buie del centro erano quasi vuote. L’intera città si comportava come se ci fosse l’Apocalisse ogni volta che c’era un minimo di freddo e molta meno neve. Il ruggito di Miss Sunshine echeggiava ogni volta che superava un ostacolo.

    Chris di solito la trattava con dolcezza e rispetto. Ora, gli piaceva farle correre rischi. A volte, aveva addirittura gareggiato con alcuni di quei teppisti di strada e le loro Honda e Mitsubishi. Tutto per l’eccitazione. Gli piaceva sentire ancora qualcosa, qualcosa di diverso dal dolore costante che risiedeva con la sua anima.

    Mentre si dirigevano verso South Flores, la strada era illuminata da vecchi lampioni rustici. In un vicolo buio, una fiamma brillava da un vecchio barile di petrolio, riscaldando un gruppo dei figli sperduti della città Chris rallentò con la Camaro fino a fermarsi nel vicolo. Il gruppo di vagabondi alzò lo sguardo e riconobbe la macchina del detective Priest. Chris aveva il cuore tenero, soprattutto quando si trattava dei senzatetto.

    Lui e sua madre per un breve periodo erano stati dei barboni quando aveva nove anni. Lo fu solo per cinque notti, ma non avrebbe mai dimenticato quello che aveva provato. Ricordava sua madre mentre cercava di elemosinare qualche moneta per prendergli qualcosa da mangiare. Durante quel periodo, e quello subito dopo, erano come degli zingari, che si spostavano da luogo a luogo. Avevano lasciato la casa dei nonni di Chris in Arkansas e poi si erano stabiliti nella città di San Antonio.

    Michael con un cenno disse al gruppo di andare verso l’auto. Il quartetto (tre uomini anziani ed uno forse sui trent’anni) si avvicinò, con le mani in tasca a Miss Sunshine. Michael abbassò il finestrino.

    “Sera, ragazzi” Chris si chinò e si rivolse a loro.
    “Hey Chris. Che fai qui fuori in questa fredda notte, amico?” chiese uno dei vecchi.
    “Lavoro. Hey, avete provato i rifugi qui intorno? Farà fottutamente troppo freddo per dormire qui fuori”.
    Uno degli uomini più vecchi rispose: “Signorsì. Ma sono tutti pieni. Non una camera”.
    “È un peccato” disse Chris. “Se volete posso chiamare una pattuglia che vi prenda su e vi faccia dormire in cella per stanotte. Lasciatele domattina alle sei. Giusto per non rimanere al freddo ragazzi… sta nevicando”.
    Il vecchio di prima parlò, dicendo: “Nha, amico. Grazie. Staremo bene. Abbiamo il fuoco qui” menzionando il barile in fiamme nel vicolo.

    Chris chiese a Michael: “Hey, amico, andresti nel sedile sul retro per prendermi quella bottiglia?”
    Michael cercò la bottiglia misteriosa dietro al sedile del collega, tirando fuori una borsa viola di pelle scamosciata con dentro una bottiglia di Crown Royal. Roba buona. La porse e guardò Chris con un cenno interrogativo. Il collega rispose annuendo, confermando il regalo per i quattro uomini. Michael la passò a loro cautamente.

    Il più giovane la accettò con gratitudine. “Grazie ragazzi!” disse con un sorriso pieno di denti marci e mostrando la bottiglia ai suoi compagni.
    Il terzo più vecchio si sporse e disse: “Perché non lasci che la tenga io… al sicuro”.
    Il giovane obbedì.
    Michael rise, mentre Chris aggiunse: “Trattatela bene, ragazzi. Scaldatevi!”
    “Sì, grazie Chris!” salutarono con la mano mentre tornavano al caldo.
    “State attenti, detective!” gridò uno di loro.
    Michael guardò Chris, scuotendo la testa.
    Lui contraccambiò e gli chiese, quasi aspettandosi una domanda intelligente: “Cosa?”
    “Non hai niente per me lì dietro?” chiese scherzosamente Michael.
    “No, lì dietro non c’è niente per te… quella è roba per gente come me e quei ragazzi. Tu hai ancora troppo da perdere”.




    Edited by & . - 24/6/2020, 15:55
     
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