Pasta Noir: Dame, pallottole e il sicario

1. Hardboiled Blues

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    Emily, ma sei bisessuale? ( ͡° ͜ʖ ͡° )

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    L’aria notturna del centro cittadino era fresca e frizzante, con un leggero aroma di sofferenza. Non avrebbe mai pensato che la sua vita prendesse quella piega. La moglie, il bambino, l’orgoglio - tutto perduto lungo la strada. Erano persi da qualche parte al centro di quella grande e cattiva città, dove non sarebbero mai invecchiati, rimanendo giovani, belli e pieni di grazia per sempre. Li vedeva ancora in tutto e tutti. La vita di un investigatore della omicidi non si può definire da per sempre felici e contenti. Ogni giorno, il detective Chris Priest si svegliava, guardava in alto si chiedeva perché cazzo era ancora lì per rifare tutto da capo. Era la sua punizione, capite. La sua penitenza era quella di svegliarsi senza di loro, cercando ancora di fare un briciolo di differenza in questa città in fiamme.

    Guardando fuori dalla finestra, si versò un quarto di bicchiere di Jim Beam e con le famose parole dei The Clash si chiese: dovrei restare, o dovrei “far tremare” la Kasbah*? Il familiare suono metallico della colt 45 in quel momento rendeva le cose reali. Era la paura che gli impediva di ingoiare il rospo. Eppure, era la sua mancanza di fifa che lo teneva a galla per un altro giorno. Continuava a fare ciò che faceva meglio, l’unica cosa a cui teneva di più. La paura era per il nemico, la paura e i proiettili.

    La poca fede che gli era rimasta penzolava come una corda allentata. Si potrebbe pensare che Chris avrebbe perso completamente ed interamente la sua natura, la sua umanità… Il tutto in un brillante lampo di “Vaffanculo” che il destino gli aveva tirato addosso. Erano accadute molte cose nella sua vita da quando aveva prestato giuramento ed iniziato a prestare servizio come vice sceriffo a Lytle, Texas, diciassette anni fa. Tuttavia, nel pieno della sua gloria, del suo sangue freddo e della sua ascesa, Chris aveva il suo asso nella manica. Abby. Era una bomba. Avevano bevuto dalla stessa bottiglia, dando sempre il massimo. Passavano le giornate ad amare, ridere, vivere, scopare.
    Era febbraio. Dalla finestra di Chris, la vista sul centro era coperta di bianco, una rarità. L’ultima volta che aveva davvero nevicato a San Antonio era il 1985, quando aveva dieci anni. Ricordava quel giorno con una sensazione calda e indistinta. Lui e il suo migliore amico erano usciti da scuola insieme per tornare a casa e giocare con la neve, dove avrebbero costruito pupazzi di neve e avrebbero preso parte alla classica battaglia a palle di neve con i loro genitori. Sarebbe stato uno dei giorni più belli della sua esistenza. Spesso gli piaceva andare lì quando la vita lo masticava e risputava. Desiderò che fossero al suo fianco ora. Si sarebbero divertiti tutto il giorno proprio come avevano fatto tanto tempo fa.

    “Riprenditi, cazzo!” mormorò Chris tra sé mentre chiuse gli occhi e fece un profondo respiro ed espirò aprendoli. Non erano esattamente le condizioni ideali per combattere il crimine in città. Tuttavia, se avesse passato un altro secondo con quella bottiglia di Jim Beam, avrebbe effettivamente potuto decidere che quello fosse il giorno da “Rock the Kasbah”. Abbandonò il suo quarto di bicchiere di J.B. e pensò: “Sarà ancora qui quando tornerò. Entriamo nel personaggio, cazzo”.

    Chris chiuse la porta del suo appartamento. Non che ci fosse molto da rubare, ma era meglio ch tornare a casa in un appartamnto già quasi vuoto. Nella peggiore delle ipotesi, qualche sacco di merda avrebbe trovato i suoi alcolici e glieli avrebbe ripuliti. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta. L'alcol in qusti giorni l'aveva tenuto in vita. Aveva salvato la sua anima. Il questa città, non potevi mai perdere la lucidità.

    Come chiuse la porta dell'appartamento, guardò a destra del corridoio per vedere se qualcuno stava arrivando o andando. L’aria era stagnante e sempre minacciosa. La signora Bonner, una vecchia donna che si consumava in solitudine, stava camminando lentamente verso le scale, facendo la sua passeggiata mattutina come faceva quasi ogni giorno. Chris se la immaginò come quel tipo di donna che si aspetta qualche lettera speciale da qualcuno di speciale che non arrivava mai. Sapeva che tutti avevano una storia (e degli scheletri). Se la immaginò come la bella donna che era un tempo, innamorata di un uomo e madre di due o tre bambini. Sapeva che l’avrebbe superata e che lei l’avrebbe salutato, amichevolmente come al solito, ed iniziato a chiacchierare. Molte delle povere anime qui preferivano ignorarla. Vederla gli ricordava che erano mortali. Tutti gli altri fantasmi del complesso di appartamenti Camino Real, ribollivano nella loro stessa infelicità e preferivano farlo da soli. Un giorno avrebbero avuto anche quel vuoto da riempire, l’esitazione dei giovani che avevano sprecato così tanto della loro vita. Camminavano davanti a loro come se fossero invisibili, guardando dritto, cercando di evitare la semplicità della conversazione, occupati a vivere (o non vivere). Troppo impegnati per un vecchio fantasma. I tempi erano certamente cambiati.



    “Buongiorno, Chris. Uscite con questo casino?” domandò con noncuranza.
    “Buongiorno, signora Bonner. I cattivi non si prendono il giorno libero e neanche io posso” disse con un sorriso. Pensò che il minimo che potesse fare era prendersi un minuto o tre per parlarle. Sapeva cosa significava essere solo e aveva riconosciuto quel grande vuoto dentro di lei. Erano anime gemelle nel dolore. Ad un certo punto, tutti soffrono. La signora Bonner si illuminò visibilmente.

    “Ah! Siete un comico. Beh, qui non ha nevicato per circa trent’anni! Ve lo ricordate?” chiese a Chris.
    “Sì. Era stata davvero una bella giornata per me. Ho giocato nella neve con il mio migliore amico per tutto il giorno. E lei? Cosa stava facendo quel giorno?” Chiese con un sorriso sognante.
    Lei distolse lo sguardo per un momento e guardò lungo il corridoio. “Mio marito mi lasciò per una sgualdrinella quel giorno. Non fu un buon giorno per me, Chris” ricordò, guardando il pavimento, con occhi leggermente intristiti.
    “Ma il coglione l’ha sposata e lei lo ha lasciato due anni dopo… prendendogli tutto ciò che aveva!” ammise con un grande sorriso. Chris rise e alzò la mano per darle il cinque. La signora Bonner rise quando glielo diede.
    “Buona giornata signora Bonner!” gridò mentre si allontanava.
    “Per favore, Chris. La signora Bonner era mia madre. Chiamatemi Delia” rispose.
    “Hm… È il titolo della mia canzone preferita di Johnny Cash” sorrise, guardandosi indietro. Così, si diresse di sotto. Delia era raggiante. Chris percepì di nuovo quella sensazione calda e confusa che non sentiva da tanto tempo. Era bello sentire ancora qualcosa, anche se solo per un breve momento.

    Chris aprì la porta del vecchio condominio. Il freddo lo colpì agli occhi mentre gridava: "Cazzo!!" Il suo cellulare squillò, un messaggio di Michael Rodriguez, il suo compagno (o il suo dannato babysitter, come chiamava Michael dopo che il Capitano aveva deciso che dovevano essere compagni). Comunque Michael era a posto. Solo che gli ricordava un po’ troppo del suo passato.

    Michael: 11651 Alamo Lane, King William District. Non ha un bell'aspetto.
    Chris: Fa abbastanza freddo per te? Arrivo, dolcezza.

    Rimise il telefono nella tasca. Sì guardò in giro nella strada principale di quella città crudele; era coperta di neve. Con lo sguardo trovò la sua macchina parcheggiata lungo il marciapiede, una Camaro del 1987, la vernice nera scheggiata via, era il suo sole nero. Chris comprò l’auto dalla zia, quando suo figlio morì per un’overdose di eroina. Quando la sua famiglia era ancora viva, Chris investiva tempo e denaro in quella macchina. Sperava che suo figlio, Connor, un giorno sarebbe stato fiero di guidarla per la città - scorrazzando vivendo una buona vita da teenager che sta raggiungendo il suo culmine.
    Connor aiutava suo padre con piccole riparazioni e modifiche, qualche volta. Era il loro progetto speciale. Erano gli unici momenti che avevano insieme, di solito durante i fine settimana. Tuttavia, un detective è sempre in servizio. Tenne Miss Sunshine perché gli ricordava i momenti felici passati con suo figlio. Connor aveva solo tredici anni quando lasciò questo mondo.

    La Camaro ora era l’unico amore di Chris. Si avvicinò e ignorò i colpi di Madre Natura solo per scoprire che gran parte della macchina era coperta di ghiaccio. Avrebbe avuto bisogno di lasciarla scaldare un po’.





    *canzone di successo dei “The Clash”, sembra sia nata come sorta di “protesta” contro il divieto di ascoltare e suonare musica rock in Iran.

    Pasta Noir: Dame, pallottole e il sicario 2: Lemon Man



    Edited by DamaXion - 6/4/2018, 11:19
     
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    Happy Urepi Yoropiku ne~

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