Fenomeni paranormali

Telecinesi, psicocinesi, poltergeist (PK)

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  1. Mike Enslin
         
     
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    1960. In Scozia - Virginia Campell, una ragazzina di 11 anni, aveva il "potere" di spostare mobili con la sola forza del pensiero.
    Una credenza si spostava su e giù per la sala da pranzo. Le porte venivano aperte e richiuse da una forza sconosciuta. Il banco di scuola di Virginia si sollevava dal suolo d'improvviso e rimaneva per un po' nell'aria. Nella cameretta della bambina, tra rumori inspiegabili ed urla, sembrava essere all'opera il diavolo. In casa i fenomeni cessavano in assenza della ragazza e riprendevano dove la stessa si trovava. Da qui deriva la distinzione che i parapsicologi danno tra poltergeist e infestazione.


    Poltergeist: il fenomeno si lega a persone; i fatti telecinetici si verificano in qualsiasi luogo. Cambiare casa non serve a niente, se chi agisce continua ad essere presente.


    Infestazione: riguarda un luogo specifico. Cambiando casa i fenomeni non si registrano più.
    L'infestazione viene perciò, dagli studiosi di orientamento spiritualista, associata alla presenza di fantasmi.


    1967. Miami - Julio, un cubano di 19 anni, commesso contro voglia in un negozio di stoviglie, mandava all'aria e schiantava al suolo piatti e bicchieri. Tutto avveniva sempre con la forza del pensiero. Julio fu psicanalizzato e, in questo caso per la prima volta, si ipotizzò un collegamento tra malessere ed aggressività manifesta in forma psicocinetica.

    Il caso rese più chiara la connessione stretta tra disagio giovanile e fenomeni di PK (sigla di psicocinesi).


    1967. Rosenheim (Baviera) - Gli impianti elettrici e telefonici impazzirono in uno studio legale. Alla presenza ed al passaggio di Annemarie, 19enne segretaria dell'avvocato Adam, le lampadine si rompevano; le luci si accendevano e si spegnevano da sole. Mentre gli elettricisti impazzivano, le fotocopiatrici entravano in funzione da sole; armadi pesantissimi si trovavano al mattino spostati e collocati da una forza sconosciuta a ridosso di una parete diversa. Le bollette telefoniche raggiunsero cifre altissime registrando telefonate mai fatte. La ragazza, a questo punto, fu licenziata dal principale. I fenomeni da poltergeist scomparvero.

    Il caso fu esaminato dal Dr. Hans Bender, noto psichiatra, fra i più attenti studiosi di fenomeni telecinetici. Pur senza arrivare a conclusioni certe, il celebre ricercatore diagnosticò un malessere da innamoramento inespresso di Annemarie. L'avvocato Adam non si accorgeva di lei e la ragazza si vendicava rompendo lampadine.


    Telecinesi


    I poteri di Uri Geller


    Furono scambiati come giochi di prestigio, ma poi si capì che i fenomeni trasmessi dalla televisione britannica, avevano una natura diversa. un giovano israeliano, di nome Uri Geller, riusciva a piegare cucchiaini e forchette con un piccolo contatto delle dita e, a volte, anche senza. questo poteva essere un trucco da teatro, così come poteva essere falsa la notizia che Geller riusciva a fermare la salita di una scala mobile con la forza del pensiero.

    Ma la TV, per la prima volta al servizio del paranormale, agli inizi degli anni Settanta, dimostrava il contrario e insinuava il dubbio sull'effettiva esistenza di un'altra dimensione della realtà.

    In Inghilterra (e poi in Francia, Germania e Italia), durante le trasmissioni 'paranormali' che vedevano Uri Geller all'opera, succedevano fatti straordinari nelle case dei telespettatori.

    Orologi fermi da anni riprendevano a funzionare; in cucina, le posate si piegavano senza che alcuno le toccasse; collane e bracciali giravano al collo e ai polsi delle padrone di casa.

    Fu il momento in cui la parapsicologia diventò di massa e si presentò come spettacolo. Poco dopo tutto rientrò.

    Si disse che Geller era stato scoperto a truccare e tutto tornò nella norma. Nessuno ha spiegato, però, perché orologi fermi da anni riprendevano a funzionare a grande distanza, mentre Uri Geller guardava la lucetta rossa del cameramen, lontano in uno studio televisivo.


    Uri Geller tra PK ed ESP


    Uri Geller forse non fu soltanto un uomo con doti telecinetiche o psicocinetiche. Alla capacità di influenzare e modificare la materia (che indica con la sigla abbreviata PK) sembrò aggiungere poteri che rientrano nella fenomenica dell’ESP (percezione extrasensoriale). Fu in Italia, nel 1973, e negli Stati Uniti (l’anno seguente) che il sensitivo israeliano si sottopose ad esperimenti di telepatia e lettura del pensiero altrui. I risultati furono discussi e rimangono ancora discutibili.

    In un caso, ad esempio, Geller disegnò 24 cerchietti uniti mostrando di aver percepito la figura scelta dal suo ‘trasmettitore umano’: un grappolo d’uva con 24 acini.

    In altri casi – e soprattutto in presenza di collaboratori a lui sconosciuti – si rifiutò di compiere la prova. Questo significa che Uri Geller si serviva di complici? O che – come molti sensitivi affermano – non riusciva a compiere i suoi esperimenti in ambienti ostili o in presenza di persone molto scettiche. Questo atteggiamento si rivide negli stessi anni con gli improvvisi sbalzi d’umore di Nina Kulagina (celebre telecinetica sovietica), che otteneva grossi risultati quando l’esperimento si compiva in un ambiente amichevole. Parimenti, molti anni prima, Eusapia Palladino (probabilmente la più grande medium di tutti i tempi) mostrava di temere molto il giudizio di spettatori e controllori.

    I casi di PK inglobano telecinesi, poltergeist, infestazioni e spiritismo con effetti fisici; situazioni tra loro affini e spesso scambiate l’una per l’altra. Rimane il dubbio di sempre: se e quando i fenomeni sono autentici, la psiche in movimento è quella dello sperimentatore o l’anima di un disincarnato tornato per un momento tra i vivi?

    I casi di ESP si rapportano alla preveggenza (visioni anticipate nel tempo), alla chiaroveggenza (visioni a distanza nello spazio), alla telepatia ed alla psicometria (l’osservazione di un oggetto suggerisce eventi collegati alla vita di chi lo possiede).


    Nina Kulagina


    Negli stessi anni di Uri Geller esplode il caso di Nina Kulagina, una casalinga sovietica che già nel 1963 si era mostrata in grado di spostare oggetti senza toccarli. Tra gli esperimenti più noti cui la Kulagina si sottopose ci fu lo spostamento di fiammiferi con movimento delle mani a breve distanza dagli oggetti stessi.

    La donna induceva un effetto calamita, che si mostrò più evidente quando l'ago della bussola cominciò a seguire il moto delle mani della massaia di Leningrado anziché il magnetismo dei punti cardinali.

    Anche in questo caso si parlò di trucchi e giochi di prestigio, ma la semplicità della protagonista e il rigore materialista della parapsicologia in Unione Sovietica escludono qualsiasi ipotesi di malafede. Nina Kulagina fu studiata, fotografata e filmata decine di volte da ricercatori, polizia e KGB. Nessuno trovò mai la prova di artifici e trucchi. La donna veniva regolarmente perquisita e spesso sottoposta a raggi X per accertare che non nascondesse fili o calamite. Non si trovò niente.

    Il fenomeno diventò preoccupante per altre ragioni. Nel clima della 'guerra fredda', i governi occidentali temettero che i poteri della donna potessero essere impiegati per ragioni militari. E' buffo pensarlo, ma qualcuno lo pensò: 'Cosa accadrebbe se un individuo capace di influire a distanza sulla materia bloccasse un radar o un aereo militare in volo?'

    A parte i paradossi, gli esperimenti sulla Kulagina dimostrarono che la donna, durante le sue dimostrazioni, aveva funzioni fisiche esaltate: fiatone e tono cardiaco oltre i 200 battiti al minuto. Il fenomeno era stato già osservato durante le sedute spiritiche di grandi medium ad effetti fisici, come Eusapia Palladino. Ciò vuol dire che la telecinesi è simile alla medianità?



    La leggenda del monacello


    Sembra un gioco di bambini e forse in qualche modo lo è, dato che il cosiddetto "agente", autore più o meno inconsapevole di fatti telecinetici, è solitamente un adolescente inserito in un ambiente familiare conflittuale.


    Questo elemento, quasi giocoso, del fenomeno si ritrova nelle leggende popolari che parlano degli assurdi scherzi di un folletto, detto "monacello", come in eventi realmente avvenuti, meno noti o sconosciuti legati al poltergeist.


    E' piccolo, lesto e imprendibile, volteggiante nell'aria, pronto a far danni, sorprendere e sbalordire. Arriva quando non te l'aspetti, mentre stai per addormentarti. Oppure ne ritrovi gli effetti al mattino. E' maestro d'inganni e, così, si diverte ad intrecciare le criniere dei cavalli ed a renderle inestricabili. Si addossa alle donne quando sono a letto e le opprime provocandone il lamento ed il desiderio.

    In realtà è soltanto un nanerottolo cialtrone, pronto a spaventare e a stupire; ma, qualche volta, i suoi scherzi diventano pesanti. E' esuberante e incosciente e, talvolta, provoca incendi e crolli. La sua avventatezza diventa azzardo.
    Di solito fa male, ma qualche volta, diventa utile.
    Questo strano folletto indossa i panni di un piccolo monaco (per cui nelle campagne meridionali è solitamente detto "monacello"), ma ha anche uno strano cappello rosso, a cui tiene molto.
    Se qualcuno riesce a strapparglielo, è capace di dare qualunque cosa, pur di riaverlo.


    Nella società contadina il monacello serve a spiegare l'improvvisa ricchezza del vicino ("evidentemente ha strappato il berretto al monacello") e il lamento lussurioso della donna a letto ("il monacello si è infilato nel letto e l'ha oppressa mentre dormiva").

    Il monacello è l'ultimo ricordo di una figura del folklore di tutti i tempi e di tutti i paesi. Nelle diverse regioni italiane ha diversi nomi: Farfareddu, Lauro, Fantasima, etc...

    Durante il vicereame di Spagna, questa singolare figura di folletto fu addirittura istituzionalizzata. In un decreto del 1587, emanato dal Conte de Miranda, allora Viceré di Napoli, l'infestazione è in qualche modo disciplinata sotto il profilo giuridico. La norma prevedeva che un contratto di locazione si potesse sciogliere, senza preavviso, ad opera dell'inquilino, se questo fosse preso da "timor panico" perché convinto "di essere insidiato da quegli spiriti maligni che a Napoli si chiamano monacelli". In questa circostanza veniva consentito l'abbandono dell'immobile "senza il pagamento" del canone. La singolare disposizione non è da valutarsi, al solito, come una "trovata alla napoletana", bensì come un saggio provvedimento che teneva conto di una convinzione fortemente radicata nella cultura popolare. Le superstizioni, solitamente esaltate dalla fervida fantasia del Sud, si ritrovano identiche al Nord. Il monacello lo rivedremo all'opera in Italia settentrionale e persino in Inghilterra.

    Fonti: qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui


    Edited by Mike Enslin - 13/9/2014, 20:12
     
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