Votes given by Annatar

  1. .
    Guidami oh Calliope, che la mano
    mia a narrar le gesta sia della potente
    Moleide, rosee guance, che col suo
    cor riuscì a salvare l’intera sua gente.

    Pe' dieci giorni e dieci notti, saette
    volaron intorno la achea città adducendo pella giusta
    gente morìa che aedi piagneranno
    in sì troppe feste. L’ira dell’ospitale Ade fia
    abbattuta su Mole, dell’isola di Melos regio da quando
    il primo nato della testa coronata s’intrufolò tra
    i pioppi al bosco prossimi, di Persefone e indugiò
    giacendo con la signora del cinereo divino.

    Il potente Ade, scoperta l’onta, destò le spaventevoli
    armi, che nascostesi da Elio, viaggiaron guidate dalla
    fredda luce di Selene per esser mortifere colla famiglia
    dell’offenditore.

    -Oh Romide, disse il giovan virgulto, -padre mio. Afrodite
    S’insinuò nelle auree vie di Morfeo e col tocco suo la
    mente portò alla divin nipote d’Era. Colli occhi verdi e
    d’ossidiana la pelle, mi rapì pella mano e condusse nei
    verdi pascoli dell’Ade, ove il mirto odoroso cela il vero.
    All’abbraccio guidato dalla figlia, il Romide strinse Efemio,
    piè silente, e svoltò lo sguardo alle richieste e fece oltraggio
    cacciando il sacerdote, co’ veloci prore era lì per domandar
    giustizia contro il Moleide.

    Tre volte l’Apotropaico giunse prima ch’achei sentissero i
    bui lamenti dell’infernal armata. Non fia la paura nei cori,
    ma la saggezza delle menti a far della città una roccaforte
    che, serrando i portali, bloccaron la via d’ingresso.
    Arricciossi ogni capello della Romide testa, e l’esercito reale
    preparossi alla crucial battaglia, che ominunque dei guardaron
    con interesse per esser chiamati con flebile vociar.

    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    E li suoi arcieri son morti semoventi.
    E li suoi scudieri son morti semoventi.
    E li suoi spadieri son lupi tremendi.
    E li suoi araldi di furor a fuoco animati.
    Il suono delle pelli battute si spanse e alla mente
    degli achei arrivò. Fu allora c’orando, Lacoona,
    rosee guance, pose le ginocchia in terra e innalzò
    il pianto che la fraterna colpa non penasse la sua
    gente, coi fumi leggeri, del grasso ventre, e velli
    freschi, che al cielo indugiaron, l’udì Demetra che
    dall’olimpo scese e inverdì la terrazza della principessa.

    La ria figlia, per fugar la turbitudine della prigionia,
    da quando la melagrana fu intaccata coll’inganno,
    avea iniziato a intrattenersi co’ giovan mortali e danzanti
    semidivini pe’ alleviar lo scontento.
    La vista della primaveril divina la colse impreparata e
    la giovin Moleide quasi cadde nell’oblio.

    -Oh figlia di Mole incominciò l’anesidora -pel
    tuo cor dì franca. Il tuo pianger giunse alle irte cime del
    divin monte dimorato dagli immortali, che pella tua
    causa interessati or sono. Il gesto di Efemio, offese
    l’oscuro sposo di mia figlia.
    -L’errar del mio Efemio, Deh s’invia al selvo proibito che
    dal buio fè nascosto e la divina vide; si distese assime la
    meraviglia e pell’erbosa terra giaccero assieme d’amor intrisi.
    -D’amor intrisi.

    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    -Intercedo pella tua gente col mio genero, ma ti avverto
    oh Moleide, lo tuo coraggio e il cor desideroso verrà provato
    con versi e azioni, che s’inventan e parean d’altro mondo.
    Si pria che lo carro passi tre volte tu, accompagnata dalle
    sacre matrone tosta all’improvvisato tempio e rècavi profumi
    e posti sull’ara le care e leggiadre votivie con giare di due giovenche,
    il divo fiume onda l’onta lava e gli achei familiari tui risparmerossi.

    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    Tutto sia daffar pel popolo e fratelli miei,
    ma tu dicesti dì franca e lo cor mi chiede, che fia
    dello mio fato.
    -Lo Fato non è pe' mortal mente né pell’occhio divino.
    E così che sia quel che sia.

    -E sia, corri a placarlo mia divina, io intanto ratto le chiavi
    del portal ch’io possa sortir colle offerte dettemi. Potria solo
    destar mio figlio con un bacio e dirli addio.

    Li soldati, con sopra il semidivino Ocantio, figlio
    di Ares in persona e Masifae, staan conclamando
    a battaglia feroce.
    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    E li suoi arcieri son morti semoventi.
    E li suoi scudieri son morti semoventi.
    E li suoi spadieri son lupi tremendi.
    E li suoi araldi di furor a fuoco animati.
    Un gesto e lo acheo campione fia fermato e la battaglia a riposar.
    Nella sua tenda co’ Strisa, la su donna, a metter unguenti sulla
    schiena che d’improvvisa apparizione nella giara si levò il suo divin genitore.

    -Oh Ares Maiaphonos, dal cor mi sia mai tolta di sì spiacenti
    guai lo dispiacere, ma del mio buon padre la venuta la potea
    intender como s’io non venia spinto a Pluto.
    -Ocantio, l’animoso despota ch’echeggia oltre Caronte è qui,
    s’avvia pella vita del Meloide infingardo. Sì tu ch’io genero ne
    la valle con Masifae, la battaglia el sangue ricerchi, ma i
    nemici in questo loco s’infittan di divin magia e la tu spada un
    ne ferisce che metà. S’io che volea affrettar l’esito a favor del
    mio sangue ti porto la daga forgiata da Efesto.

    Col lampo porporato del dio omicida scompare e la daga scintillante
    si fia in lo splendor clangore ne la tenda del Fortebraccio.
    Con la destata lama del vulcan divino incantata e colpita a ferir
    fendenti torna e chiedea per lo campion di tenebrosa armata.
    La terra tremaa col passaggio del mostro del cinereo, con le candide
    ossa in vista e le zanne luminose. L’elmo crinierato in blu tartarico
    e gli occhi impeciato delle carene naviganti.

    L’infante nipote del regio mortale fia in Morfeo abbraccio che la
    madre dalle rosee guance lo raggiunse e con un lieve tocco
    fece il contorno del viso latteo del piccolo.
    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    Ma tu riposa e tempra lo spirto che la tu mamma fè della battaglia fine
    e pace sigillo.

    Pria della luce, le orrende ma sacre matrone di bianco
    conciate si presentaan alla vista della pora che di tutto
    fiato rispose di ghidar alla foce dello fato scorrevole como
    il fiume. Colle bocche cucite di seta nera si portaan all’estremi
    della Meloide rendendola invedibile alli ciechi pertugi
    dell’orripilante armata.
    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    E li suoi arcieri son morti semoventi.
    E li suoi scudieri son morti semoventi.
    E li suoi spadieri son lupi tremendi.
    E li suoi araldi di furor a fuoco animati.

    Mentre passaa vide il prio guerrier e lo sguardo e
    com’ebbe il cammino in lui gli sguardi fissi: si movea
    pel campo in direzione del campion mostruoso e del Pluto condottiero.
    -Sciagurato! Il cor d’ira ti rode e il padre tuo alla battaglia
    ti irretisce, ma non è bello il coltivarla como non lo è
    il fugarla pel crescerla in anima.
    Col silente inceder sì in loco attese tra le mute matrone
    ch’ora attendean lo scontro de li due campioni.
    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    E li suoi arcieri son morti semoventi.
    E li suoi scudieri son morti semoventi.
    E li suoi spadieri son lupi tremendi.
    E li suoi araldi di furor a fuoco animati.
    Ma ora fremean tutti aspettando di sentir toccar le lame.

    Li sfidanti si scrutaron in cerchio errando e in quel
    punto istesso colli scudi a batter sopra con spade pell’aria
    mandar clangori. Fia battaglia sine eguali e lo sparger di terra
    coi calzari alzata fu arte della guerra che lo padre del
    demimortal sfidante fu orgoglio malcelato ai familiar divini ne
    la casa dell’Agoraio.
    Colla daga incantevole, infornata dalle mani dello sposo di
    Afrodite, sia combattente e danzatore di guerra ricercatore,
    lo Ocantio, figlio di Ares, affondò tra le costole del mostro pel
    spinge a torno l’anime a Pluto padrone.
    -Sciocco Deh, il sangue purpureo scorre solo nei viventi e pel
    divin pugnale la guerra porteria solo moria all’uomo tuo fratello.
    Il padre tuo combatter e attaccare conosce solo dell’atto in su
    pella collera e niuno è eguagliatore in ferocia e forza, ma
    la saggezza non è cosa sua.

    Il mostruoso campion de la bruta ferinità s’innalza
    sopra il semidivin figlio e colle forti braccia prende
    cumulo per poi lanciarlo contro e in pochi secondi
    l’urlo di guerra dei morti s’intona col canto di dolore
    del combattente d’antonomasia.
    Colla tristezza nel cor la donna saggia e dalla primaveril
    dea aiutata li occhi abbassa, afferra la divin daga intrisa
    di fango e ad errar lenta riprende addutta dalle matrone a
    la pece tenda.

    -Oh Lacoona Meloide, s’entrata in irti vie pel contestar
    la mia condotta. Il devoto sorridossi alla donna e girossi
    pe’accendere l’incensiere.
    -Or mi resti tu solo oh sacerdote, pel finire della insensata
    battaglia. Fè mi delle giovenche le giare ch’io porto e tieni queste
    offerte a cu’io tengo pel Pluto ospite.

    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    E li suoi arcieri son morti semoventi.
    E li suoi scudieri son morti semoventi.
    E li suoi spadieri son lupi tremendi.
    E li suoi araldi di furor a fuoco animati.
    Ma ecco che iva superbo alito che alma conduce Ade nel
    la tenda del vate ch’a voce chiama lo suo signore pell’offerta di pace.
    S’infrange l’immagin nell’ardor della fiamma e la donna
    s’inginocchia in fronte a lui.
    -Se mi teneo in disparte era pe’timore, ma aora son qui
    pella pace e la vita dello mio popolo e co’ questo gesto io t’offro
    lo richiesto sangue Meloide.

    Il leggiadro fumo s’innalza el brillo della lama arride al volto
    di Pluto ch’erra pella tenda e ivi pone la mano su quella de la donna.
    -S’hai il coraggio delle tue parole, nutri il suolo.

    -Deh lo padrone dell’Ade si è schierato.
    E li suoi arcieri son morti semoventi.
    E li suoi scudieri son morti semoventi.
    E li suoi spadieri son lupi tremendi.
    E li suoi araldi di furor a fuoco animati.
    Ma tutto scomparve quando il sangue di Lacoona imporporò l’erba.

    Ed ecco la forza della Meloide ch’el suo sangue versò pe'
    salvar quello del suo popolo.

    Edited by KungFuTzo - 18/10/2015, 18:57
  2. .
    Ciao, Roger. Già tornato? :v:
  3. .
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  4. .



    Signore e signori, sono qui per annunciarvi i risultati del Creepy Christmas Contest!
    Vi ricordo che per questa edizione si è fatto uso di un voto "popolare", sono stati infatti conteggiati i "pollici in su" dati dai lettori. +1 per ogni pollice degli utenti, +2 per ognuno dello staff.

    Purtroppo tre storie non hanno ricevuto nessun punto, le seguenti:

    Babbo Natale

    La Neve Rossa

    A Bloody Christmas

    Un risultato migliore per We wish you a merry christmas che guadagna 1 punto

    4 punti coronano Da "Bestiario immaginifico per ogni festività" che si piazza così al quarto posto

    Veniamo ora al podio!

    Terzo posto: Ricorrenza Blasfema con 8 punti

    Secondo posto: La nascita, con 14 punti

    Primo posto: A Capodanno, per tutto l'anno con 15 punti

    Speriamo vi siate divertiti, e vi aspettiamo al prossimo contest!
  5. .
    Credo di aver detto anche al muro alla mia destra che te lo meritavi.
  6. .
    Bravo RullOmbra, congratulazioni! :asd:
  7. .
    E gg per RullOmbra. :siga:
  8. .
    Dopo ben nove mesi di stallo, eccoci di nuovo al fatidico momento delle promozioni! Lo staff è cambiato molto in questo periodo: ha perso molti dei suoi membri, e quasi altrettanti, lo scorso mese, ne hanno ingrossato le fila... ma è giusto che i più meritevoli tra i "superstiti" ricevano la promozione che aspettano ormai da molto tempo.
    Tanti fattori mi hanno portato (e continuano a portarmi) ad essere cauto, e li esporrò con franchezza: noi admin non possiamo dire di aver seguito a fondo l'operato degli staffer (per me vale fino ad estate inoltrata, dato che da allora sono tornato a lavorare con loro a stretto contatto), quindi ne ho discusso parecchio con Pisy, per farmi un'idea il più possibile completa; c'era il rischio, quindi, di non dare il giusto peso al lavoro degli staffer prima del mio ritorno, e ciò vale sia in positivo che in negativo: come comportarmi con chi ha lavorato abbastanza da meritarsi la promozione, ma il cui impegno è calato negli ultimi mesi? E con chi invece ha dato il massimo solo in questa ultima parte dell'anno?
    Questa responsabilità per me è stata enorme (considerando che il rischio di non accontentare qualcuno è decisamente elevato, e che tutto alla fine ricade nelle mie mani), perciò mi sono trovato a posticipare queste promozioni e a concederle anche a coloro riguardo i quali ero più in dubbio.
    Prima di chiudere questo post forse un po' troppo controverso, vi dico un'ultima cosa: non annuncerò le promozioni tutte assieme, mi sono concesso invece il privilegio di divulgarle in più tranche (non solo a voi, ma anche ai diretti interessati) senza stabilire quando e in che ordine: in linea di massima, posso dirvi solo che cercherò di andare per gradi, dal più basso al più alto.
    In conclusione, quindi, inizio con la promozione di un collaboratore al rango di moderatore: fate gli applausi al caro
    RullOmbra!
  9. .
    Urlarono tutta la notte. Il mattino dopo la strada era rossa.

    Siamo venuti ad abitare qui due mesi fa. Io e la mia mamma.
    Il villaggio è protetto dalle recinzioni, ma ci sono troppe persone. La mamma dice che i mostri non possono passare. Dice che da questa parte siamo al sicuro.
    Matz una volta ne ha visto uno alto come una casa, ma Matz è solo un bambino. Io non gli credo.
    La mamma dice che non devo avvicinarmi mai alle recinzioni. I mostri possono afferrarmi e tirami via. Ma io sono grande e non ho paura di niente.
    Quando un mostro ti rapisce, ti porta nella sua tana e ti rinchiude in una piccola gabbia piena di topi. Il giorno dopo ti mangia.
    Ieri notte sono uscito di nascosto e li ho visti. Alcuni non volevano farsi vedere: si nascondevano dietro gli alberi e restavano immobili. Altri, invece, camminavano velocemente sulla strada.
    Il giorno dopo la mamma si è messa a piangere. Allora io le ho detto che i mostri non potevano farci nulla. Io ho il mio simbolo magico. L'ho trovato per terra la settimana scorsa.
    “Quello è uno scudo” mi disse la migliore amica della mamma, dopo averlo visto “tiene lontano i mostri”.
    Mi piace molto, ma non sembra uno scudo. Sembra una stella.

    Adesso devo andare. I mostri sono attirati dalla sporcizia, si sa, e bisogna mantenersi puliti. Ci stanno chiamando per fare la doccia. Se non vado mi sgrideranno. Quando torno vi racconto di come siamo arrivati qui. Su quel treno c'era tantissima gente!



    Edited by Dogmeat - 29/11/2014, 01:07
  10. .
    Siamo qui riuniti, oggi, per celebrare la nascita del nuovo canale YouTube ufficiale del forum.

    Avfw4mD

    Sono già in corso walkthrough di diversi videogiochi, inoltre, non appena saranno disponibili, caricheremo video di titoli come The Evil Within, Dying Light ed il nuovo Silent Hill (per il quale probabilmente dovrete aspettare un po', ma potrete ingannare l'attesa con i video dei capitoli precedenti).

    Ovviamente, non ci limiteremo solo a questo... Vedrete con i vostri occhi. Preparatevi al peggio.


    Se qualcuno di voi ha apprezzato particolarmente un gioco horror, o ne vorrebbe conoscere i segreti, può tranquillamente richiederlo nei commenti. Se possibile, cercheremo di farne guide dettagliate.

    Saremo aperti ai consigli, quando costruttivi, tanto quanto alle richieste.

    Edited by Mask888 - 9/10/2014, 21:57
  11. .
    Avevi un'abitazione vicino alla piazza a quel tempo, al centro dei lastricati macchiati dalle pozzanghere d'acqua piovana scesa dalle grondaie. E quella era una serata speciale.

    Ogni tanto, ti concedevi il piacere di uscire oltre il dodicesimo rintocco; in quel delizioso impermeabile di pelle rispolverato per l'occasione ti allontanavi dal focolare, che pian piano diventava sempre più freddo. Stringevi i pugni come per non sentirli più, quella notte.
    Una volta per l'altra, ancora e ancora meglio di prima. La sensazione che tutto fosse a posto, che ogni pozzanghera di fango viscido per terra fosse lì per una ragione persisteva; sentivi la saliva zuccherina (tipica dei dolci risvegli) inumidirti lentamente la bocca. E nuovamente, quello stupendo sottofondo di Sax contralto che ormai non era più una sorpresa.

    Camminando i tuoi passi scivolavano, e in breve tempo arrivasti al primo bivio: ovviamente cosa, cos'altro oltre all'unico elemento "d'ambiente" di quell'oscura scena notturna poteva guidare la scelta della tua direzione?

    Niente di più, niente di meno. Tutto perfettamente soppesato.

    Piano piano, al sentimento di diffidenza si era sovrapposto il lieve principio di un'euforia priva di limite. E sotto quelle note dorate ti muovevi, ignaro di chi, urtato nella notte, avrebbe desiderato spezzarti le ossa per impedirti di correre ancora. Qualcuno digrignava i denti al tuo passaggio.

    La porta di quello splendido e ben curato edificio era aperta per te: d'un gusto visibilmente eccessivo, i colori vividi delle seppur soffuse luci ti facevano male agli occhi. Ma era piacevole.

    Ansioso di conoscere il suonatore ti fiondasti alla sua ricerca, disperatamente alimentato da quel desiderio di perfezione che ti aveva spinto in avanti da quando avevi chiuso la prima porta.
    Sospirando, ne apristi un'altra.

    Un vaporoso tappeto rosso chiaro era posto nel mezzo di un corridoio che a prima vista avrebbe potuto dirsi offuscato dal fumo; il provare ad indovinare cosa si nascondeva dietro l'arcata buia in fondo ad esso era però irresistibile. Sì, era da lì che proveniva il suono. Nonostante il suono fosse infinitamente piacevole, cominciavano a dolerti le orecchie quasi che il lobo si stesse improvvisamente staccando.

    Una stanza cubica, completamente foderata di una ruvida moquette color vino. Al centro uno specchio che ti rendeva consapevole delle tue condizioni.

    Magnifico.

    -

    Quella notte pioveva. E, come eri abituato a fare, uscisti per una breve passeggiata. Qualcosa però attirava il tuo udito fin da quando varcasti la porta:
    un bellissimo, ovattato rumore di sassofono in lontananza.

    Inizialmente eri sospettoso; perché, effettivamente, qualcosa di stupendamente oscuro si nascondeva dietro a quell'atmosfera cupa nella notte. Ma presto sopraggiunse un desiderio che definirei quasi folle, e così ti lanciasti verso l'origine del suono.

    Qualcuno era ancora in giro a quell'ora.
    Per dio, come potevano non sentire anche loro? Come osavano rimanere fermi mentre quelle splendide crome e bicrome venivano emesse con tanta facilità?

    E così, provavi a farglielo sentire a modo tuo. Uno addirittura cercava di allontanarsi da te in fretta, quasi stesse guardando un folle. Idiota.

    Andasti avanti ancora per qualche minuto. Forse ora? Indifferente; in ogni caso raggiungesti la tua meta. Quel baretto di periferia dalle luci maligne era invitante.

    Cinque passi, e fosti accolto da un bellissimo tappeto color rosso scuro, sdruccevole al tocco dei piedi.
    Stranamente ti ricordavi di una porta dietro di te.


    Adesso però il tappeto rosso sembrava non aver fine. E man mano che avanzavi pareva addirittura restringersi.
    Chissà.

    Ad un certo punto però l'intera situazione ti divenne insopportabile: le tue spalle cominciavano a scricchiolare, i lobi delle tue orecchie erano poggiati contro il muro e tu stesso, disincantato...stavi piangendo.
    E quella faccia triste rimase dov'era fino a quando le due pareti diventarono una.


    -


    Passavi di lì per caso, attirato dal suono di un qualche strumento musicale sconosciuto. Era piacevole, sì, ma non avevi mai coltivato le tue velleità musicali. Decidesti comunque di entrare per assistere allo spettacolo, sempre che ce ne fosse uno.

    Quel locale aveva un'aria stantia, opprimente, e un odore pungente ne permeava l'atmosfera. Qualche luce era fulminata e all'interno non c'era anima viva; trovasti tutto ciò onestamente terrificante. Eppure, qualcuno nella stanza affianco stava suonando.

    Avanzasti lungo il corridoio di color nero con vaghe sfumature di un rosso vinaceo più scuro del solito.
    Una bellissima donna in abito da sera ti si avvicinò. Attratto più dalle sue forme che dal suo sguardo voluttuoso la seguisti, senza dire una parola, accostandoti gli occhiali alla punta del naso in un tentativo di sembrare meno goffo di quanto fossi. Perché sudavi freddo?

    Aprendo una porticina, ti spinse contro un ampio letto.
    Urlaste parecchio, entrambi.




    Una mattina dopo un temporale, qualcuno scavò tra le assi marce di un vecchio locale. A detta del quartiere, per qualche tempo si era chiaramente sentita musica di sassofono e "altri rumori" provenire dal luogo; probabilmente i corpi sepolti lì sotto, allineati in un corridoio insieme alle loro viscere e a quelle dei precedenti visitatori.
    E ancora, qualcuno si domandava: Chi suonava il Sax quella sera?


    E io ero lì. Ah, Ulisse. I tempi cambiano.






    Edited by »VShade - 12/5/2015, 20:10
  12. .
    :O

    :O

    :O

    Oddio! Non me lo aspettavo! :DDD

    Grazie!!!
  13. .
    Sono nato e cresciuto in un piccolo paese sperduto, che non molti conoscono... quei tipici paesini ridenti di campagna, dove i pochi bambini giocano in piazza e gli anziani stanno seduti sulle panchine all’ ombra parlando del più e del meno.
    A dire la verità, non è neanche un granchè come posto ma io l’ho sempre amato e rispettato. E’ qui che sono nato, che ho trascorso la mia infanzia ed è qui che ho incontrato la splendida ragazza che sarebbe poi diventata mia moglie.

    C’è però qualcosa di strano in questo paese… un fenomeno quasi paranormale, inspiegabile dal punto di vista scientifico, una maledizione, se vogliamo. Me ne hanno sempre parlato i miei nonni, i miei genitori, ma non come si racconta una fiaba a un bambino… era evidente che questo fatto li inquietava.
    C’ è un cieco, in paese… un anziano signore che raramente si fa vedere fuori dalla sua abitazione, e se ne sta li, alla finestra con gli occhi banchi, inespressivi, a riflettere.
    Una cosa normale, direte voi, i ciechi ci sono e non è strano che ce ne siano anche nei luoghi meno comuni. Questo è giusto… ma la cosa strana è un’altra… prima di lui c’era un altro cieco in paese, e prima di lui un altro, e precedentemente un altro ancora. Da quando questo posto esiste c’è sempre stato un cieco nella zona, uno solo.
    Quando il cieco moriva, si sapeva che poco dopo ne sarebbe nato un altro in paese, anche se si cercava di limitare al massimo le nascite…. il bambino nasceva sempre, e per qualche sconosciuto motivo, finiva sempre per trasferirsi nel borgo d’origine.
    Una cosa piuttosto strana… a cui gli abitanti poco a poco si sono abituati.

    Il fatto accadde in un nebbioso e molto piovoso pomeriggio di novembre.
    Ero appena uscito dal lavoro. Ero agitato, ansioso, mentre guidavo a tutta velocità tra la nebbia… mia moglie era all’ospedale e da un momento all’ altro sarei diventato padre.
    Passai dalla nostra casa in paese per prendere alcune cose, poi mi infilai in macchina e partii per raggiungere l’ospedale.
    Ero quasi uscito dal territorio del paese quando tra la nebbia vidi una figura umana, in piedi, immobile sulla strada.
    Me ne accorsi, frenai bruscamente ma, vista la velocità, non bastó.
    Chiusi gli occhi, consapevole di quello che sarebbe successo.
    Si sentì un tonfo, l'auto fece ancora un paio di metri, poi finalmente si fermò.
    Aprii gli occhi e tutto quello che vidi fu... sangue.
    Il parabrezza era pieno di macchie rosso scuro.
    Scesi dalla macchina e assistetti a uno spettacolo raccapricciante.
    La carcassa di un uomo era distesa sull'asfalto, sporca di terra e sangue. Delle ossa dovevano essersi fratturate perchè gli arti erano contorti in strane posizioni.
    Ma non fu tanto questo a spaventarmi, quanto il volto...
    Tra le macchie di sangue rappreso potevo distinguere due occhi completamente bianchi.
    Quell'uomo era il vecchio cieco del paese.
    Sul suo volto non vidi alcuna espressione di dolore o agonia, ma c'era un sorriso malato, pazzo e innaturale.
    Ero spaventato. Non sapevo cosa fare, ma all'improvviso il mio cellulare vibrò.
    Nervosamente, risposi.
    Era l'ospedale. Mi informavano che il parto di mia moglie si era svolto senza complicazioni e andava tutto bene.
    C'era solo un problema.
    Il bambino era nato cieco.

    Edited by Bleedingeyes_girl - 4/5/2014, 23:00
  14. .
    CITAZIONE ({Spettro} @ 2/4/2014, 19:56) 
    Io mi sono spaventato; avevo già letto più volte questa storia ma non l'avevo mai vista assieme ad un'immagine! Wow!
    L'ha fatta l'autore o l'ha trovata?

    L'immagine l'ha fatta/trovata RullOmbra! ^^
  15. .
    Mordekai porge i Suoi omaggi.

    Ti invito a rileggerlo.
34 replies since 5/11/2012
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