Vedete quella strana copertina con il bambino e la tigre? Ecco, non ci sono né l'uno né l'altro nel libro, e questo è uno dei motivi che me lo ha fatto ignorare per anni, nonostante io sia una grande fan dell'autore. Non avevo capito fosse suo, e il nome è scritto così in piccolo che è stato un miracolo notarlo.
Il libro parla di un popolo che vive in un Tappeto (duh!): non è spiegato di chi sia, come mai ci vivano dentro interi popoli e viene appena citato ciò che si trova oltre ai fili, una landa desolata e vuota.
Comunque, i protagonisti sono Glurk, il capotribù dei 'Morrunghi', grosso ma poco furbo e suo fratello Snibril, più gracile ma più intelligente. Dopo che il loro villaggio viene completamente distrutto dallo 'Strazzo', una catastrofe naturale inarrestabile, la tribù parte a cercare aiuto.
Snibril sembra riuscire a prevedere l'arrivo dello Strazzo, e dopo che ogni volta che questa calamità accade spuntano i malvagi 'Moffosi' (lo so, i nomi sono assurdi) capisce che anche loro possiedono questa capacità.
Infatti, arrivati nel regno di Azzardo scoprono che il re è stato spodestato dal fratello, che si è alleato con i Moffosi convinto che siano loro a portare lo Strazzo. Dopo essersi infiltrati nel castello, scacciano i cattivi ma Snibril e gli altri vengono catturati, mentre Glurk si è salvato e li segue di nascosto mentre vengono portati prigionieri ad Altopasso, una città costruita sopra ad una moneta.
Dopo un altro salvataggio grazie ai Ponghi, lumache pacifiche e molto intelligenti e Culaina (lo so lo so xD), una donna capace di vedere tutti i futuri possibili, decidono di andare a salvare Centrum, il centro dell'Impero: i Moffosi infatti hanno usato il metallo della moneta per costruire armi più forti per spodestare l'Imperatore e conquistare l'intero Tappeto.
Nonostante le differenze, i Popoli si alleano contro i nemici e riescono a sconfiggerli, iniziando una nuova era di collaborazione ed unità: Glurk rimane a capo dei Morrunghi mentre Snibril parte per esplorare il mondo, alla ricerca dei segreti del Tappeto.

Questo è il primo libro di Terry Pratchett che recensisco, ma non è il primo che leggo: da quando lo scoprii grazie ad "A me le guardie" è diventato il mio autore fantasy preferito. Detto questo però, mi rendo conto che questo libro lo ha scritto per primo, a diciassette anni, e nonostante la versione che possiedo sia quella che è stata riveduta e corretta anni dopo, si sente che è sostanzialmente un prototipo.
Il messaggio contro la guerra è forte e chiaro, molto più esplicito che nei libri successivi e l'umorismo c'è ma non è ancora quello caustico ed ironico che mi ha fatto innamorare del genere. É strano vedere le origini dei propri autori preferiti, quello che ha dato inizio ad una lunghissima carriera e una quantità di storie e romanzi che hanno colpito moltissime persone. Lo consiglio, è un bel libro per ragazzi e una buona introduzione all'autore, per poi passare a libri un po' più impegnativi e con temi più maturi.

Un altro libro della bellissima collezione della RBA, gentile regalo da parte di mia madre che mi conosce troppo bene...
Il libro come al solito si svolge durante un vero conflitto storico, tra il Paraguay e Argentina e Brasile, nel 1869 (tutte le parti di lezioni di storia del libro, ammetto, mi sono entrate in un occhio e uscite dall'altro, non le ricordo minimamente): i nostri protagonisti sono due coraggiosi marinai del Paraguay, il giovane Cardozo e il più vecchio ed esperto Diego a cui viene dato il compito di fuggire dall'incrociatore dove si trovano, attaccato dalle forze nemiche, e riportare al consolato del Paraguay a Nuova concezione i diamanti del Presidente Lopez. Con loro, il viscido Calderon, un agente governativo incaricato di controllare che non si intaschino tutto. Ma non preoccupatevi, gli integerrimi protagonisti non ci pensano nemmeno per un istante!
La loro fuga si svolge su una mongolfiera, che viene lanciata nel bel mezzo del conflitto dove i nostri tre assistono tristemente all'esplosione della nave, per poi venire sbattuti un po' in giro a causa di una tempesta: lì, dopo il terrore che i fulmini li facciano scoppiare e dopo essere quasi morti per mancanza di ossigeno (i furboni erano andati troppo in alto) si trovano da tutt'altra parte rispetto a dove volevano andare, in Patagonia.

Dopo altre mille peripezie sul pallone, iniziano a scendere e ovviamente arriva una banda di nativi locali che scambiano la mongolfiera per la Luna e li inseguono a cavallo. Poi c'è tipo la mia scena preferita dove i tre si arrampicano sulla rete del pallone, questo tocca terra e scendono, ma Calderon rimane impigliato e BOINGG il pallone rimbalza e ritorna in cielo col poveretto ancora sopra. Bellissimo.
Diego e Cardozo si salvano dai patagoni ed incontrano due fratelli, due gauchos che li trattano benissimo e sono super amichevoli nonostante l'autore descriva tutti i gauchos come senza scrupoli... vabbè. (in più è divertente vedere quando descrive cose che non ha chiaramente mai visto, come le uova di struzzo, dove i nostri eroi le "rompono con delicatezza" e ne mangiano "mezza dozzina a testa". Di uova di struzzo. DI STRUZZO.)
Comunque, i quattro cercano di capire dove sia finito Calderon, e dopo un inseguimento dove muore uno dei cowboys vengono presi dagli instancabili patagoni e... Calderon è proprio lì, considerato un essere divino dato che è "Caduto dalla Luna" e tenuto lì contro la sua volontà!
Anche Diego e Cardozo vengono trattenuti lì, ma dopo che l'ultimo eroico gaucho spinge una mandria di buoi contro i cattivoni riducendone molto i numeri, non sto nemmeno a dirvi che tutti fuggono dopo aver dato fuoco alla prateria e penso ucciso metà della fauna locale.

La conclusione è rapida: Calderon, Cardozo e Diego riescono finalmente ad arrivare alla meta: Nuova Concezione. Lì ovviamente l'agente governativo, che si era dimostrato scostante, viscido e sospetto è un traditore e cerca di rubargli i diamanti ed ucciderli. Loro però, chiusi in una stanza prima dell'uccisione scappano dal camino, rompono il collo a Calderon e terminano la loro difficile quest.

Che dire, come al solito il libro è stato piacevole e di facile lettura, a parte le lezioni di storia xD

Dopo l'esplosione memetica del Professor Barbero, grazie a YTP e i video di Mastoz, non potevo non leggere almeno uno dei libri di questo simpatico storico: il libro è stato un regalo al mio ragazzo, ma me lo sono fatta prestare dopo che l'aveva finito. A lui era piaciuto molto, perciò vediamo un po'!
Il libro è la trascrizione delle lezioni tenute da Barbero al Festival della mente di Sarzana, nel 2013 perciò è un libro puramente divulgativo, non ha nulla di romanzato: infatti ho trovato difficile non leggerlo con in mente la cadenza e il modo di parlare tipici del professore cosa che in alcuni casi ha rallentato molto la mia lettura xD
Comunque, parla della storia di sei personaggi medievali, tutte persone che hanno lasciato delle tracce scritte della loro vita e tutti con i loro peculiari punti di vista, il tutto condito da vari aneddoti simpatici: Fra’ Salimbene da Parma, un frate francescano che non esitava mai a scrivere pettegolezzi e dicerie su nobili e religiosi, Dino Compagni, un mercante di Firenze che visse in prima persona i conflitti tra guelfi e ghibellini, Jean de Joinville, un cavaliere che ha accompagnato Luigi il Santo alla crociata, Caterina da Siena, una religiosa che credeva che Dio le parlasse e che scriveva spesso lettere infuocate al papa e ai vescovi, Cristina da Pizzano, la prima scrittrice di professione e Giovanna D'Arco, che conosciamo credo tutti (anche se il suo pezzo si concentra più sul suo processo che sulle battaglie vinte).

Il libro è molto simpatico, mi piace che l'autore vada un po' 'di palo in frasca' perché ricorda molto il mio modo di costruire i discorsi, anche se mi spiace quando non conclude un pezzo magari interessante per passare a quello dopo. Perché solo tre stelle? Beh, diciamo che in generale, a parte l'interesse suscitato è comunque un libro abbastanza accademico, e perciò leggendolo tutto di fila è risultato un pochino pesante. Forse avrei dovuto alternarlo un po' con altro. Diciamo che se si potessero mettere i mezzi voti su Goodreads, sarebbe un 3.5.
Ma lo consiglio vivamente a chi sia interessato alle lezioni di Barbero, perché il libro è innegabilmente 'suo', ha quello stile di parlare simpatico e pieno di aneddoti, e si vede poco questo metodo di spiegazione in giro.

Devo veramente mettere sotto spoiler una rivisitazione del mito del Santo Graal? xD
Questo simpatico libretto racconta la leggenda del Sacro Graal, la sua storia e la successiva ricerca da parte dei cavalieri di Re Artù.
Sarà che stasera sono particolarmente stanca, sarà che questo libro mi ha presa relativamente ma non saprei bene che dirne... è ben scritto e carino ma ci sono libri dello stesso autore mi sono piaciuti di più, questo forse è un po' troppo infantile e semplificato.
Interessante che spieghi l'origine del Graal, che in effetti non conoscevo, ma boh. Meh.