Posts written by Faust Redrose

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    Per favore non incominciamo a flammare in questo topic che non mi sembra il caso.
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    CITAZIONE (Sandwich @ 9/3/2017, 08:40) 
    Non star sempre lì a voler spostare/nascondere/cestinare tutto quello che potrebbe rivelarsi in qualche modo di cattivo gusto per qualche membro dello staff.

    In effetti se non c'è niente da nascondere non vedo perché non lasciare la discussione pubblica.
    Faccio screen di tutto comunque.
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    A quindi c'erano vecchi rancori dietro al casino che è successo

    Edited by Faust Redrose - 9/3/2017, 09:05
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    Non ci credo che siete riusciti a tagliare tutti fuori dallo shout dandovi dei down a vicenda. Forse avevate ragione :eheh:

    Tra parentesi, non mi sembra (da quello che ho letto) che il clima fosse così accesso come viene descritto dallo staff... sembrava un clima molto idiota... Nessuno di fatto flammava (il flame è la cosa più grave nella comunicazione su internet in quanto crea rabbia e malumore).

    Chiudo dicendo che NON SI BLOCCA LO SCHOUTBOX, la colpa di pochi ricade così un po' su tutti e un po' su nessuno. Sintomo che non si riesce a risolvere una cosa col dialogo civile ma si deve fare affidamento alla forza che, quando non è giusta e mirata (come in questo caso), fa solo polemica e non risolve nulla.

    Cosa ne pensate?


    (Mi dicono che già un topic del genere è stato cancellato e che questo farà probabilmente la stessa fine, TANTI AUGURI AL DIALOGO)
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    Grazie Oessido per il tuo impegno :*
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    Nell'ultima notte ognuno ebbe un sogno. L'esperienze furono varie ma tutte erano accomunate dallo stesso significato: il luogo dove il proprio destino sarebbe terminato, il luogo della propria fine. Io sognai la Baia del Silenzio. Una stupenda e pittoresca spiaggia tra le più belle, se non la più bella, di tutta Italia, era situata in una città nei pressi di quella in cui abitavo io.
    All'alba dell'ultimo sole alla televisione dicevano che i mari e tutti gli oceani continuavano a ritirarsi, che si poteva camminare per diversi chilometri sulla sabbia umida che poco prima era coperta dall'acqua. Non mi feci molte domande, non c'era tempo. Su whatsapp il mio migliore amico diceva di dover partire per l'Himalaya e mi chiese di andare con lui... ma gli risposi che non era quella la mia strada, che avrei dovuto seguire un altro percorso in quanto il mio sogno, evidentemente, era ben diverso dal suo.


    Indossai una camicia rossa, una giacca nera e un paio di jeans blu; ero abbastanza elegante per l'occasione. Non presi null'altro con me e mentre uscivo dalla mia abitazione mi fermai un attimo sulla soglia, la mano poggiata sulla maniglia della porta aperta. Mi voltai guardando l'ingresso da cui sarei uscito: l'arredamento antico, il vaso di crisantemi sotto lo specchio che rivolgeva il suo riflesso e chi entrava... e a me, che andavo via. Scesi in strada. Più il nostro destino ci porta lontani dal mare, più tempo abbiamo per coronare gli ultimi istanti della nostra vita: nel mio caso dovevo fare in fretta. Mi misi a correre, le strade erano semi deserte, il mio obbiettivo era raggiungere la ferrovia e prendere il primo treno per la Baia del Silenzio. Passai di fronte ad un negozio di fiori, un posto vicino ad una rotonda che di solito era affollato. La proprietaria mi sbarrò con decisione la strada: i suoi capelli erano ordinati, il trucco ben messo e le unghie nuove di smalto. Rimasi interdetto per un attimo, poi mi porse una rosa rossa e allora capii. La presi in silenzio, sorridendo mentre lei ricambiava il mio sguardo, sconsolata. Poi, la signora rientrò nel suo negozio e, sedendosi comodamente sulla sedia dietro al bancone, si mise a leggere una rivista di gossip.


    Quando arrivai al binario uno c'erano alcuni ragazzi che giocavano a pallone, il mio treno era fermo sulle rotaie. Uno di loro mi si avvicinò con aria sicura e per un attimo mi sentii a disagio: aveva dei pantaloni neri eleganti e una felpa bianca, ma era solo un ragazzo e sapevo non c'era nulla da temere. Mise la mano nella tasca delle felpa ed estrasse una penna che mi porse sorridendo. La presi restando in silenzio, salutandolo con un cenno della mano. Salii su un treno praticamente fantasma, privo di passeggeri, tranne per un signore anziano accanto al quale mi sedetti. Mi salutò con un cenno della mano e, senza dire nulla, mi porse un foglio di carta che presi sorridendo. Poi mentre volgeva il suo sguardo al monotematico panorama di rotaie all'esterno, chiuse gli occhi ed esalò un respiro grave. Quando il treno si fermò lasciai la mano dell'uomo per scoprire che il suo corpo giaceva ormai immobile. Scesi dal treno e notai che esso non riprese la marcia; rimase fermo, come il vecchio, in attesa.


    Arrivato alla baia non c'erano né persone né mare, se non fosse stato per una figura vestita di bianco sulla sabbia umida, distante ma non irraggiungibile, che osservava l'orizzonte. Al largo molte barche si vedevano adagiate sulla sabbia, ormai asciutta. Mi avvicinai a quella dama pallida e, quando si girò, mostrò uno splendido viso affusolato, dal colore come candida porcellana, labbra rosse, occhi grandi che riflettevano la mia stessa solitudine. Mi porse una rosa bianca ed una bottiglia di vetro vuota. Li presi sorridendo dandole la mia rosa rossa che afferrò con dolcezza, poi rimase fissa a guardarmi con affetto. Ci sedemmo sulla sabbia, posammo i nostri oggetti e, per la prima volta in quella giornata, ruppi il Silenzio, quasi funebre, che aleggiava nell'aria e le rivolsi la parola. Come se tutte le nostre esistenze culminassero in quell'attimo, il destino ci soddisfa all'ultimo, dandoci un'anima con la quale condividere il tempo poco prima della fine. Anche lei, ovviamente, aveva sognato: un sogno molto simile al mio che l'aveva portata nel mio stesso luogo. Veniva da una città d'arte, anche se ormai poco importava la nostra provenienza, ogni bellezza sarebbe stata presto spazzata via. E mentre la più grande onda anomala della storia si affacciava all'orizzonte, cancellando le nuvole, io la baciai e ci unimmo in un forte abbraccio che sarebbe durato per sempre. Uniti nel Mar.

    Edited by Faust Redrose - 16/7/2017, 00:19
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    Trovo che sia una delle cose che mi da più soddisfazione, scrivere. Le arti creative in generale, hanno la particolarità di prelevare un'idea che giace dormiente nella tua testa e renderla qualcosa di tangibile, di reale, che può essere condivisa e che può dare qualcosa agli altri. Il perché scrivo, comunque, la vera motivazione è qualcosa di molto personale, per me non è un semplice passatempo.
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    CITAZIONE (Harley Quinnzel @ 14/2/2017, 23:47) 
    Aspetta , cosa vuol dire floodare?
    Sono nabba ancora..

    Vuol dire inondare una sezione di messaggi che non c'entrano nulla. Per parlare del più e del meno c'è la chat in home :)
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    Basta voi due non floodate prima che venga un moderatore a dirvelo.
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    Buona permanenza, non commettere crimini da noi eh
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    Molto bello. Leggerlo a San Valentino è il top!
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    Comunque entrambi potrebbero essere numeroni esadecimali. In quanto sono combinazioni alfanumeriche le cui lettere non superano la f, il che è corretto per essere un esadecimale.
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    Grazie ReaperBrown :)
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    Dunque dovrebbe essere una metafora che ricercare l'ordine forzato, razionale porta a ritrovarsi chiusi in una gabbia dove si perde la libertà.
    Parte nell'oscurità, cioè prima di nascere, viene alla luce con la scoperta degli organi di senso, l'arrivo della ragione e dei primi istinti sessuali, termina con l'oscurità cioè la morte.
    Notare che c'era spazio per tutti prima del finale ma il desiderio di conformarsi ad un modello predefinito ha mandato in rovina il nostro personaggio.
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    Mi ha fatto venire in mente la camera 1408, un racconto di Stephen King. Certo che a confronto si sente proprio quanto questo sia amatoriale :'
    Il riferimento alla finestra è per dire che non si apre :)
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    Il passaggio dalla felicità dei genitori alla rovina della famiglia, causa la loro incapacità di affrontare le avversità della vita. Interessante, comunque lo definirei "drammatico" non "creepypasta".
136 replies since 3/11/2011
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