Votes taken by Mike the monkey

  1. .
    Questo posto non mi piace,
    di starci non son capace.
    Gente che ride,
    ma ora rido anch'io:
    Dato che non mi vede,
    posso uccidere Dio.
    Bastava solo che mi benedisse.
    Ora sogno l'apocalisse.

    Edited by Annatar - 1/11/2018, 20:25
  2. .
    Premetto che nell'era di spotify, l'unica cosa che mi convincerebbe a staccare la mia musica per sentire quella del forum sarebbe la constatazione che qui passa musica ricercata e di qualità.

    Detto questo, non mi fa impazzire. A parte che, non potendo gestire la grafica, già ad occhio stona con il resto. La cosa che decisamente non mi piace, è che non c'è musica da scoprire. Se trovate una radio a tema "creepy stuff", indipendente, che promuove i musicisti della nicchia dark, horrorcore, etc... con un widget personalizzabile, secondo me diventa una bella iniziativa.
  3. .
    Mi trovo in un paese che conosco, ma di cui non so il nome.
    Non so che ore sono, è notte, ma credo ancora per poco, il mio orologio biologico mi dice che sono circa le 5. Ho un appuntamento al centro del paese, non so con chi, a dire la verità non so neanche se devo incontrare una persona o semplicemente recarmici per fare qualcosa.
    Sono in un vicolo in quello che sembra il centro storico del paese, arrivo su una via poco più larga e svolto a destra, non so perché ma credo che questa via conduca al mare, per via del freddo tengo stretto al corpo il mio giaccone in pelliccia logoro.
    Una berlina nera come quella che attribuiresti ad Al Capone mi passa vicino, lentamente.
    Non vedo chi c'è in macchina, e questo mi fa paura, metto la mano nel tascone destro ed afferro il coltello senza tirarlo fuori, non sono nemmeno sicuro di saperlo usare.
    La berlina dopo aver rallentato fino quasi a fermarsi, continua lenta il suo cammino, non la voglio nemmeno guardare, svolto a sinistra come se sapessi da che parte sta il centro del paese. Percorro pochi metri quando mi ritrovo di fronte ad un portone in ferro battuto a due ante, abbastanza largo da far passare una vecchia carrozza medievale. Nella mia mente affiorano ricordi legati a questo portone. Ricordo che era mia abitudine attraversarlo per recarmi a lavoro, al di là di esso credo ci sia uno spiazzo con delle botteghe, e qualche bancarella durante il fine settimana. Non saprei riconoscere un solo mercante di questa strada, non saprei dire che cosa vendono le botteghe che lo abitano, né sono sicuro che ci siano ancora quelle botteghe. Qualcosa nella mia mente mi impedisce di ricordare quand'è stata l'ultima volta che sono stato qui.
    Un secolo, un anno, è stato forse ieri?
    Il portone è chiuso ma non ha un lucchetto. Ora che ci penso non credo di aver mai visto questo portone chiuso, quando ci passavo era sempre giorno e il paese era nel pieno della sua attività. Penso che probabilmente è abitudine del paese che i portoni tra i quartieri restino chiusi di notte per non far passare gli animali. Non posso fermarmi troppo a sforzare la memoria, mi sento inseguito. Penso che dopo aver attraversato il portone dovrei richiudermelo alle spalle.
    Ecco fatto, ora ricordo, c'è un altro portone da attraversare per arrivare al centro. La piazza me la ricordo, mi ricordo in particolare di una bottega, ma guardarne il portone chiuso non mi aiuta a collegare dei volti, delle sensazioni, niente, perché tutto questo? Che senso ha?
    Il secondo portone è più basso, ed ha un lucchetto.
    Affiorano altri ricordi. Credo che questo portone sia chiuso anche durante il giorno, e che sia mia abitudine aggirare di nascosto questo ostacolo ogni giorno per recarmi a lavoro. Un ricordo simpatico mi suggerisce che tutti nella zona sappiano dei miei rimedi clandestini agli ostacoli della vita quotidiana. Giro l'angolo vicino al portone e trovo una piccola porticina a scrigno, in legno, che mi arriva al ginocchio.
    Mi abbasso e ci entro, faccio in fretta per la paura che ci sia qualcuno proprio alle mie spalle, appena infilo anche i piedi la chiudo ferocemente, forse faccio troppo rumore. Da subito mi rendo conto di quanto poco spazio ci sia qua dentro, mi metto rannicchiato e rivolto verso la porticina da cui sono entrato, mi aspetto che qualcuno la spalanchi a momenti.
    Qui dentro è totalmente buio.

    Tiro fuori il cellulare, per colpa mia ne ha passate di tutti i colori, ha lo schermo a pezzi e fa pochissima luce, se confrontato con gli altri. In questo momento però mi sembra l'oggetto più utile del mondo.
    Mi guardo attorno e credo che questo sia una specie di magazzino, ci sono attrezzi da muratore, o da contadino, non ho la lucidità né la tranquillità per analizzarli meglio. Guardandomi attorno però mi accorgo che c'è una seconda porticina, identica, alla mia sinistra, ad angolo con la prima. Sono certo che passando da qui sbucherò dall'altro lato del portone. Apro la porticina e prima di affacciarmi all'interno percepisco una leggerissima fonte luminosa, dal movimento credo sia una candela.
    Sto lì, fermo, in attesa di percepire movimenti.
    Nulla, vado.
    Tiro fuori il braccio col cellulare per fare luce. Non si tratta di un cortile ma di una stanza logora. Di sicuro non nel suo periodo migliore. Un tempo doveva essere un salotto per gente davvero ricca. Lo capisco dalla carta da parati, ora strappata e logora, il camino, i candelabri e i quadri.

    I quadri.

    Per un attimo non ci avevo fatto caso, ma ora che lo inquadro meglio non capisco come avevo fatto a non notarlo.
    C'è un piccolo camino nella parete di fronte a me, e sopra di esso pende un quadro di due metri, e credo anche di più, in perfette condizioni, raffigurante il Crocifisso.
    Sono quasi certo di aver sempre (?) avuto paura di tutto ciò che abbia a che fare col culto cristiano, in particolare di Gesù Cristo e del Demonio. Ora, davanti a me, in una vecchia stanza buia e desolata, c'è l'unica cosa capace di spaventarmi più di tutte. Perché si, che io voglia crederci o no, davanti a me pende un quadro raffigurante un Gesù Cristo di due metri crocifisso sottosopra.
    Non so cosa mi abbia trattenuto in questa stanza, ma so che ora mi sento davvero vicino ad una crisi di panico. Credo che potrei chiudere gli occhi e rannicchiarmi in quest'angolo della stanza per sempre, fino a morire di fame, sperando di morire di fame.
    Ma non posso, sono davvero vicino, lo so. So che dietro quel muro c'è il punto più centrale del paese. Cosa devo farci? Non lo so, ma so che è li che devo andare.
    Come lo so? Non lo so! So però che c'è un cortile dietro quel camino, e quel crocifisso capovolto. E sebbene io non abbia il minimo ricordo di questa stanza, credo di sapere anche come uscirne, nonostante non ci siano altre vie d'uscita oltre a quella da cui sono entrato.
    Sì, esatto, il crocifisso mi aveva distratto persino dal notare che non ci sono porte o finestre. Questa stanza dovrebbe trovarsi esattamente dietro quel portone cittadino che è sempre stato chiuso, ma di esso, da questo lato, non v'è traccia.

    Finalmente la paura lascia spazio alla ragione, e mi dirigo verso quella candela che avevo notato prima di entrare.
    Una candela accesa, in questa stanza? Bah.
    Mi accorgo subito che emette una fiamma della grandezza di una mosca, e che la cera è davvero agli sgoccioli, come se una candela in buone condizioni in questo turbine di sventure fosse chiedere troppo.
    Il mio inconscio, o qualsiasi cosa sia che conserva ricordi casuali di questo posto, mi dice che per uscire devo accendere il camino. Il mio istinto però mi dice che la candela non arriverà ad accenderlo, cerco un legnetto da una montagna di macerie al centro della stanza. Rovistando mi accorgo che tra quelle macerie ci sono dei rottami di un aratro e di un motorino, non capisco, ma questo mi fa venire in mente qualcosa al proposito di quello che mi aspetto di trovare dall'altra parte. Qualcosa mi dice che il cortile centrare è in ristrutturazione da molto tempo, e che gli abitanti più giovani non sappiano nemmeno come sia fatto.
    Cosa vuol dire esattamente molto tempo per me?

    Trovo un legnetto che sembra fare al caso mio. Lo porto alla candela e lo accendo, con esso mi avvicino tremolante tentando di non illuminare il volto del crocifisso che nell'accendere il camino mi sta esattamente davanti e mi guarda sottosopra, credo di essere sul punto di svenire quando:

    BOOOM!

    Un'esplosione mi avvolge e mi passano davanti agli occhi, tra le fiamme, un sacco di persone, tutte quelle incontrate nella mia vita, amici, parenti, oddio, i miei genitori, e il mio cane!
    Mi passano davanti anche tante cose strane che non so descrivere, ma quello che mi resta fisso nelle cornee sono delle persone in maschera, vestono degli abiti ottocenteschi e mi dicono delle cose che non capisco. Ce n'è una in particolare, una sagoma magra, con un giaccone lungo e un cappello in stile Sentenza della Trilogia del dollaro. Anch'essa indossa una maschera, la sua è nera con decorazioni argento, è troppo elaborata per capirne l'espressione ma mi sembra che sorrida. Ancora una volta è come se sapessi cose che razionalmente non potrei sapere, sono sicuro che l'uomo dietro quella maschera non stia sorridendo.
    Sono sicuro che sia il diavolo.

    Proprio quando pensavo di essere morto, mi trovo ancora nella stanza col crocifisso. Cos'era successo?
    L'esplosione era stata uno scherzo della mia mente? Era un'illusione partita dal camino? Ero forse morto e l'illusione è quella che sto vivendo ora?
    Ancora una volta, so un sacco di cose che non dovrei sapere ma niente di ciò che vorrei davvero sapere.
    Il camino ora è acceso, e la stanza è illuminata dalla sua tenue luce. Mi accorgo che c'è un buco coperto maldestramente con delle macerie, dove il muro tocca terra alla sinistra del camino. So che è quella l'uscita, mi tuffo a scavare come un naufrago su un'isola deserta che vede cibo per la prima volta dopo mesi.
    Il muro è molto spesso e ad un certo punto sono costretto a scavare con una mano, non sopporto gli spazi stretti ma non me ne farò un problema, voglio attraversare questa dannata fessura. Manca davvero così poco, e la mia paura più grande è che non troverò niente in questo cortile.
    Ad un certo punto con la mano tocco qualcosa che non sono pietre, non è terra, cos'è?
    Credo sia la cerata che copre le mura, sì, sto sbucando da dietro la cerata, sono nel cortile che sapevo fosse in ristrutturazione, ce la sto facendo!
    Sono li, che festeggio e scavo più velocemente, quando l'ombra di una mano spunta da dietro la cerata. Ritiro la mia e un brivido tremendo mi assale. Ora il cuore mi batte a mille dentro il petto. Ci siamo, mi dico. A questo non sopravviverò di sicuro.
    La mano solleva la cerata. Io non riesco a vedere cosa c'è la dentro perché mi sono ritirato troppo. Ma sono arrivato fin qui, non posso non guardare.
    Cautamente mi abbasso di nuovo e guardo nel buco dalla dovuta distanza.

    C'è lui, l'uomo nero in maschera.
    Mi guarda come se si aspettasse qualcosa da me, alle sue spalle ci sono le altre persone dell'esplosione.
    A proposito, cos'era succ...
    Niente, lasciamo stare.
    Alle sue spalle ci sono una decina di altre persone in maschera vestite in modo simile al suo, sia uomini che donne. Mi fa un gesto che credo voglia invitarmi ad entrare nella sua stanza (è una stanza o un cortile come ricordavo?).
    Non credo di potercela fare, sebbene ci sia un muro tra noi, se provassi a guardarlo negli occhi so che me lo ritroverei da questo lato senza accorgermene, e per me sarebbe la fine. Decido di chiudere la fessura che avevo aperto, non ce la faccio, questo è troppo.
    Sto per chiuderla, lentamente spingo la montagnola di macerie che avevo creato scavando, sono ad un passo dal sigillare di nuovo quel buco, ho davvero rinunciato così facilmente dopo tutto quello che ho passato?
    Lo sapevo sin dall'inizio che non ce l'avrei fatta?
    Vengo tirato verso l'alto da qualcosa che mi afferra bruscamente alle spalle, ora sono paralizzato dalla paura, non arrivo a capire cosa sta succedendo, l'uomo nero in maschera lancia un lamento assordante che passa attraverso il muro e mi riecheggia in testa all'infinito.

    Mi trovo in un paese che conosco, ma di cui non so il nome.
    Non so che ore sono, è notte, ma credo ancora per poco...

    Edited by RàpsøÐy - 4/4/2018, 19:58
  4. .
    Niente, la mente di mike ha ricollegato i corpi carbonizzati ai sofficini bruciati che spesso vedeva sulla padella quando sua madre se li dimenticava sul fuoco, è un pensiero irrazionale che gli balza in testa per una frazione di secondo in quel momento di confusione, ma credo sia ciò che ricorderà con più facilità di quel giorno.
  5. .
    Quello che segue, avviene tra le 11 e le 12 del 27 Maggio 2013, ora locale. I fatti sono narrati in tempo reale.
    Carla e Johnny escono da scuola e corrono nel cortile in direzione dell'uscita, fanno a gara con Mike e Ronald che sono rimasti indietro trattenuti dalla massa di compagni nei corridoi, per chi arriva primo alla fermata del 28 che li porterà a casa.

    I due giovani in prima posizione nella corsa verso la morte, che non nascondono una cotta reciproca ai due cari amici che li inseguono, per mettere ancora qualche metro di distanza attraversano l'aiuola nel cortile e corrono dietro il plesso B della Forrester Middle School, Arbedeen.
    Ronald però, corporatura massiccia e muscoli fuori dalla norma, vuole dar prova al minuscolo Mike della propria superiorità in uno scatto possente che lo porta direttamente dall'altra parte del plesso pur passando davanti, addirittura prima dei due giovani innamorati.

    Carla e Johnny corrono ora mano per mano sul retro della scuola, Carla stringe la mano di Johnny, Johnny vorrebbe che il plesso B fosse infinito.
    Ma il plesso B non è infinito più di quanto non sia nascosto, i due innamorati si rendono conto di essere in una trappola spaventosa, costituita a destra dalla scuola, a sinistra dall'enorme parete rocciosa che sormonta la scuola di Arbedeen da dietro, e davanti a loro Ronald, che se per i primi istanti sembrò stanco e sorridente agli occhi dei due topi in trappola, si rivela subito quale il mostro rabbioso nel quale si è trasformato in meno di un secondo, da quando ha visto le mani dei due amici stringersi l'una nell'altra proprio allo svoltare dietro il palazzo secondario della scuola.

    Mike, che ancora non sa se meravigliarsi dello scatto disumano del compagno di classe che era sempre stato il bodyguard del gruppetto, o correre dagli altri a vedere cosa stanno combinando, è capace solo di fermarsi la, prima di attraversare l'aiuola in mezzo al cortile, e si rende subito conto che troppe cose che non vanno oggi in Roland. Pensa che forse si erano messi d'accordo tutti prima per tendergli una trappola, dato che è la vittima di tutti gli scherzi dei suoi amici; ma neanche ha il tempo di formulare quest'ipotesi che urla provenienti dall'inferno riempiono il cortile ed echeggiano nelle mura dei due plessi scolastici. Mike si pietrifica e si bagna i pantaloni ben prima di rendersene conto, la sua faccia sembra essersi schiantata contro un vetro a tutta velocità, sente sottilissime e pianissimo le urla dei due amici che non riescono a sopraffare quelle del demonio che gli è apparso di fronte, nascosto alla vista di Mike dal plesso B.

    Ronald aveva sempre saputo che i due piccoli Johnny e Carla sembrano fatti per stare insieme, ma si convinceva da sempre di essere impassibile di fronte a questa realtà, e in effetti non fece mai una sola scenata di gelosia prima di oggi. Ma proprio ieri sera gli fu recapitato a casa il pacco contenente la maschera che il suo amico italiano Marco gli mandò da chissà quale tribù africana dove suo padre fa volontariato, in quanto missionario per la chiesa cattolica. Marco era sempre stato un tipo strano, quasi inquietante, con il quale si vedevano tutti gli anni in Sicilia, per passare le vacanze insieme, data la stretta amicizia tra le famiglie dei due. La maschera quando arrivò fece subito paura al nostro Ron, una paura subordinata alla rabbia e l'aggressività che si sentì addosso sin dal primo momento in cui la tenne in mano.
    Oggi però, quando vide quelle mani stringersi appena prima di girare l'angolo sentì subito un impeto di violenza, che per un momento provò a colmare, poi ci fu lo scatto, e quella pesantezza insopportabile alla schiena, Ron sapeva che si trattava della maschera, ma non ebbe tempo di farci caso.
    Si ritrovò esattamente davanti ai due amici, ma dall'altro lato del palazzo;
    - Ron! Ci hai fatto spaventare! Ma cos...
    Il piccolo Ronald non sentì niente di ciò che successe da quando la maschera si era impossessata del suo corpo, urlava e basta, urlava dentro, di dolore alla testa, di panico, di angoscia per il proprio corpo che non rispondeva più alla mente, e lui chiuso nella propria testa a urlare e desiderare di morire.

    Mike, ancora immobile davanti l'aiuola, nel preciso istante in cui sta per fiondarsi dagli amici, viene scaraventato sul portone del plesso A della scuola.
    Un'esplosione sulla quale si investigherà per anni data la natura praticamente introvabile dell'esplosione.

    Successivamente, solo dopo essere riuscito ad alzarsi, vacillerà verso il plesso B tenendosi la testa pulsante, passando sopra l'aiuola, accanto a un cartello che lo vieta espressamente.
    Si troverà davanti tre corpicini carbonizzati, la prima sensazione che avrà di fronte quello spettacolo sarà quella che i suoi amici ora devono avere lo stesso sapore orrendo dei sofficini di sua madre quando li lascia troppo sul fuoco a fare quella crosta nera che li appiccica al fondo della padella.

    Poi però noterà qualcosa, appena prima che accorra metà istituto, tutti allarmati, impauriti, e vogliosi di intrattenersi allo spettacolo giusto il tempo da poter dire "io c'ero", e poi sgattaiolare a casa, magari a mangiare sofficini.
    Noterà la maschera, noterà che nonostante sia un manufatto in legno è rimasto intatto dopo l'esplosione, riportando solo metà della faccia nera, una macchia che potrebbe passare semplicemente con una passata sotto la fontanella della scuola; sentirà arrivare la folla, penserà che se nasconde il manufatto lo fa solo perchè è l'unica cosa che gli resta dei suoi amici, anche se si tratta di una cosa che non aveva mai visto prima, non conta come furto, e in ogni caso che importanza potrebbe avere per gli altri il ritrovamento di un pezzo di legno?

    Sentirà la prima mano che lo afferra per la spalla, inorridito, il bidello Hubert. Mike infilerà rapidamente la maschera in tasca, e inizierà a piangere tra le sue braccia.

    Edited by Mike the monkey - 5/6/2013, 16:30
  6. .
    Io mi voglio lamentare di tutto e di tutti, e di me che mi lamento di tutto e di tutti!
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    Vabbuò dai XD mi faccio vedere anch'io ..alla fine siamo in un un creepy forum :D
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    "Sangue, sangue, sangue....morte e cattiveria, e ancora sangue!"
    -“Padre, nelle tue mani affido il mio spirito". Detto questo, spirò. Ora, il centurione, vedendo l’accaduto, glorificava Dio dicendo: "Veramente quest'uomo era giusto!".
    "Toglietevi di mezzo esseri immondi!"
    [Borbottava mentre avanzava per la 25a strada spintonando chiunque si trovasse davanti.]
    <<che schifo! Tsk, gli animalli più intelligenti sulla faccia della terra!>>
    -Sarà accusata di stregheria, e quindi arsa al roco!
    <<basta! Non ce la faccio più! Che schifo....sangue.....morte, hanno completamente perso il senno!>>
    -Il complesso dei campi di Auschwitz svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale del problema ebraico"
    - Ieri, 7 dicembre 1941, una data che entrerà nella storia come il giorno dell'infamia, gli Stati Uniti sono stati improvvisamente e deliberatamente attaccati dalle forze aeree e navali dell'impero del Giappone.
    "Non meritiamo di vivere siamo un aborto di Dio! Non esistono animali che si scannano tra loro!-dove sono le chiavi?!?!-sangue ovunque oddio! Ma che è preso a tutti?!"
    -Le vittime degli attentati dell'11 Dicembre 2001 furono 2 974, esclusi i diciannove dirottatori: 246 su quattro aeroplani. 2 603 a New York e 125 al Pentagono.

    [Mentre saliva le scale per arrivare al pianerottolo di casa sentiva che se avesse perso ancora tempo gli sarebbero scoppiate le orecchie per quanto si facevano forti quelle voci]
    -Il cittadino norvegese Anders Breivik ha confessato di essere il responsabile degli attentati che hanno causato la morte di 77 persone
    -La donna è stata lapidata questa mattina in un campo sportivo vicino Teheran insieme al marito.
    -Scontri in Libia, altri morti per le strade di Tripoli, il capo di stato Gheddafi non accenna a tirarsi indietro.

    [Si fermò solo un attimo di fronte alla porta di casa,dietro la quale c'era direttamente la cucina,e sua madre, impegnata in una conversazione telefonica]
    "No guarda, non ho idea di cosa abbia detto lo psicologo, so solo che ha farfugliato un sacco di cose che non comprendevo che mi sembravano cose buone ma alla fine mi sono resa conto che forse è tutto il contrario, siccome si sentiva stressato dopo il colloquio l'ho fatto uscire con la scusa della spesa, almeno prende un po' d'aria fresca"
    -Strage nella scuola di Newtown: Adam Lanza ha sparato con le armi della madre
    -Takahashi era stato inserito nella lista dei latitanti più pericolosi del Giappone per aver partecipato all'attentato con il gas Sarin nella metro di Tokyo nel 1995, causando 13 vittime e 6 mila intossicati. L'attacco, compiuto da una setta chiamata Aum Shinrikyo per volere dal padre fondatore Shoko Asahara, era stato classificato dal governo giapponese come uno tra gli attacchi peggiori subiti, ovviamente dopo quello della seconda guerra mondiale.

    "Basta, sangue...sangue...basta; ho fatto la spesa mamma, il tizio del negozio mi ha anche fatto uno sconto! Mi ha assicurato che con questo taglio la carne più grossa come fosse burro!"
    "Oh, Claire scusami! E' arrivato Har...Harold!?....Harold sei tu?"

    La donna si ritrovò sulla porta di casa, senza nessuno davanti, il telefono in mano ancora in conversazione, anche se dall'altra parte era stata chiusa la chiamata, la casa improvvisamente sembrò così dispersiva e spettrale, le sembrò che gli si stesse chiudendo tutta attorno, mentre del suo piccolo cucciolo di pazzoide ne avvertiva solo la presenza, la maligna presenza

    "Sangue, morte, siamo esseri immondi, la fine del mondo sarebbe solo un bene per noi, oggi è 21 dicembre, forse la fine è veramente arrivata mamma"
    "Harooold?!?!"


    [Signora suo figlio è una persona estremamente sensibile, quasi eccessivamente addirittura. E' un tipo empatico, è un bene il più delle volte, ma signora...mi preoccupa la facilità con la quale si corrompe la sua mente, e questo unito a quanto ho detto prima rappresenta una patologia.
    Signora suo figlio è psicolabile, bisogna stare attenti.]


    Edited by Mike the monkey - 23/12/2012, 14:38
  9. .


    CITAZIONE (Giudicazione @ 28/5/2012, 21:42) 
    (IMG:www.manilanet.net/images/Nina-Senicar-foto.jpg)

    L'immagine dice tutto!

    vabene la declasso a 85 per calo di TETTE

    Mi sembra una trans.
    [/QUOTE]

    Finalmente qualcuno che la pensa come me!!! L'ho sempre detto che è un trans e nessuno si trova d'accordo xD dammi un 5 virtuale! :riot:
  10. .
    Raga che dire, io credo fermamente che la cannabis non faccia assolutamente male, per esperienza personale posso dire che anche a lungo andare il massimo di danno che può fare è un po di perdita di memoria e nei casi disperati rincoglionimento, che, per inciso, sono tutti e due effetti perfettamente reversibili, nel senso che basta fare una pausa e si torna sanissimi dopo qualche mese, quindi posso assicurare che una tromba al giorno può fare solo bene. Croc i trip che ti dicono di fare, credimi, sono più che reali, quando prende veramente bene c'è da stupirsi ad assistere a quello che la tua mente insieme con i tuoi sensi può creare. Con questo non voglio dire nulla, eh. :P Io penso che giusta o sbagliata una cosa va fatta solo se la si vuole fare al 100% , io prima di fare della cannabis un'abitudine mi sono informato, ovunque, fino a sapere esattamente cosa sto facendo, a livello proprio fisico, legale, psicologico, medico. Inoltre, raga, non perdiamo di vista un fatto importante, le droghe esistono in natura, l'uomo ne fa uso da secoli, dall'alba dei tempi, è sempre la quantità ad uccidere, per me è così. Non parlo certo dell'LSD però, attenzione, se proprio uno vuole un'allucinazione fortissima,sappia che con quella stai fuori anche 8 ore....non tutti reggono un viaggio cosi lungo, rischio di paranoie, bad trip, se uno non sta attento inizia a trovarsi in veri e propri film horror, solo che sei sballato e sei CONVINTO sia tutto reale, come pensate di reagire in questi casi. E cosa più pericolosa di tutte: LSD lascia qualcosa nei tuoi nervi, che ti fa avere quello che viene chiamato ritorno d'acido...ovvero anche a distanza di 40 anni dall'ultima assunzione ti può risalire un trip in un momento random, anche mentre guidi, e tu che fai? magari vai e ti schianti con la tua famiglia perchè anni prima decidesti di assumere quel francobollo colorato -.- se proprio volete esperienze forti ci sono i funghi, identici all'lsd per effetto, ma almeno sono naturali e non creano questi brutti danni.
  11. .
    Quando la sera durante la settimana stai seduto al pc, non hai più niente da dirti col tuo migliore amico, e la ragazza che ti piace è troppo impegnata per risponderti, la cosa più emozionante e allo stesso tempo fastidiosa che ti possa capitare è essere chiamato, con quel tono che ti irrita tanto, da tua madre che ti invita ad andare solo un attimo da lei a farle un favore.
    C'è chi a volte trova rifugio da questa condanna nel fratello minore, dopo una lunga diatriba su chi è il più pigro, avendo modo così di restare indisturbato davanti al pc a ripetere ancora una volta le automatiche azioni, simbolo di noia totale accompagnata da assenza di sonno.
    C'è chi invece deve assumersi tutti i compiti da figlio unico, e in ogni caso purtroppo non sempre si può sfuggire a questo richiamo al dovere casalingo; tua madre d'altronde sta lavando i piatti, tuo padre continua da mezz'ora a lavorare su quel dannato portatile, altro modo per dire che sta considerando l'idea di iscriversi a facebook.

    Fu così, quindi, che ti ritrovasti ad essere l'unico, quella sera, disponibile per uscire quel vecchio tappeto dallo stanzino, più profondo che largo, con grucce sporgenti dagli scaffali e ante dell'armadio avvitate lente che ti investono da ogni lato.
    -Ora io voglio sapere perchè proprio oggi le serve sto tappeto, e poi perchè proprio io, non lo vede che ho da fare?!
    Pensi tra te e te mentre apri la porta.
    Il problema si presenta però quando l'interruttore della luce ti tradisce, e ti costringe a cercare il tappeto quasi al buio; il quale, a quanto detto dai genitori, è proprio in fondo alla stanza; ma non c'è problema, entra un po di luce dal corridoio, e poi farai più in fretta possibile per raggiungerlo, tanto ormai lo conosci a memoria lo stanzino.
    Bene! Che culo, l'hai trovato al primo tentativo!
    Poi però devi uscire, sempre al buio, ed è in quel momento che mentre avanzi vai sempre più veloce, perchè razionalmente sai che non c'è nulla, ma è come se lo percepissi, quest'essere terrificante che si è materializzato proprio dietro di te e ti cammina dietro, con la mano tesa pronta ad afferrarti. Vorresti correre, ma proveresti un misto tra imbarazzo verso i tuoi genitori che ti sentono, e terrore che questo possa provocare una cattiva reazione nel tuo inseguitore immaginario.
    Quei secondi che ti separano dalla porta sembrano interminabili, e non trovando altra soluzione decidi di esorcizzare le tue paure, razionalmente, girandoti con la velocità con la quale le civette girano il collo; tanto, in fondo sai che non c'è niente dietro di te.
    Ma questa volta magari faresti meglio a continuare per la tua strada, non far aspettare i tuoi genitori, perchè sfidare la sorte? Potresti trovarti di fronte un volto orrendo, dilaniato, sfigurato, o magari un volto nascosto dall'ombra, che ti aggredisce urlando come un indemoniato, con la voce del diavolo.
    -No, non esistono cose del genere!
    Invece si; e, credimi, facesti proprio una brutta faccia... le tue grida per un istante superarono le mie.

    Eh si, che brutta fine quel ragazzo...ora però basta leggere, tua madre ti sta chiamando. Vorrà chiederti un favore...


    Edited by Mike the monkey - 23/5/2012, 19:12
  12. .
    Due fratelli maledetti vivono a Venice, un quartiere di Los Angeles. La città degli angeli simbolo di vita mondana e città natale di personalità famose nasconde questo segreto da tempo ormai.
    Si dice che i genitori dei due gridassero sempre con loro; il padre li abbandonò per primo, la madre sembra averli abbandonati in seguito ad una sfuriata più grossa del solito.
    Katherine, dei servizi sociali, in seguito a numerose richieste da parte dei familiari per stabilire l'affidamento dei due, si trova costretta a parlare prima con loro data la maggiore età del grande.
    Appena arrivata si rese conto che la casa sembra molto ordinata, quasi come ci vivesse una numerosa famigliola felice; lo stereo suonava ad alto volume musica rilassante, e mentre il piccolo giocava in giardino, il grande fece subito gli onori di casa e le preparò il caffè.
    Si sedettero in cucina e la donna, tra un biscotto e un sorso di caffè, effettuò tutti i controlli necessari affinché potesse stabilire se i due dovessero vivere soli o essere affidati ai parenti.
    Le sembrarono tutti e due molto simpatici, ma Katherine venne attratta da un pezzo di terra poco rialzato in giardino, davanti a due paletti di legno incrociati piantati a terra; decise di non soffermarsi troppo su questo particolare visto che aveva finito con le domande e non si voleva intrattenere troppo per non disturbare.
    Si alzò con un sorriso di circostanza e ringraziò per l'ospitalità; la pesante sedia di legno però le impedì un po' i movimenti, cosi, impacciata come sempre, fece cadere la tazzina di caffè a terra, accompagnando la caduta con un breve urlo d'imbarazzo.
    Alzato lo sguardo si rese subito conto che gli occhi dei due fratelli a quel punto erano piantati entrambi su di lei, e le misero ansia.
    Subito dopo, forse per farle uno scherzo, il più piccolo entrò in casa correndo e arrivato davanti a lei sussurrò:"Buh!"; quello scatto fece gridare Katherine un'altra volta scioccamente; così chiese scusa e fece un sospiro di sollievo vedendo che non se l'erano presa per la tazzina.
    Tutti si misero a ridere e i fratelli congedarono la donna dei servizi sociali, la quale però arrivata alla porta si accorse essere bloccata; qualche tentativo di aprire la porta fallì, e si girò per chiedere aiuto ai fratelli.
    I due erano già appena dietro di lei, il più grande tremava di nervosismo con un coltello in mano, il piccolo si avvicinò lentamente e sussurrò:"non dovevi gridare, a noi non piacciono le urla".

    Edited by Mike the monkey - 14/5/2012, 21:46
  13. .
    Anni '60:
    Tra le mandrie di soldati mandati al macello sul campo di battaglia c'è chi perisce, e c'è chi torna in patria con una serie di medaglie nonostante la sconfitta.
    Carl Brown rientra tra i secondi; a dieci anni di distanza la guerra del vietnam oltre ad un sottile strato di follia gli ha procurato anche tanta fama e quindi un posto nell'alta società della sua città. Per essere completo però sente il bisogno di una famiglia,
    Ed è solo in occasione di questo suo desiderio che ricorda di aver messo su famiglia, se cosi vogliamo dire, proprio sul campo di battaglia, con una di quelle tante vietnamiti che lo intrattenevano nei momenti di meritato riposo.
    Fiero di se stesso e contento di conoscere suo figlio riparte quindi per il vietnam e non ha problemi a ritrovare la donna che ingravidò in guerra.

    Elegante come non mai, sorrideva mostrando tutti e trentadue i suoi denti perfettamente bianchi; dalla porta di quella baracca, dove abitavano insieme ad altre tre famiglie, entrava un bagliore di luce che lo illuminava da dietro come a farlo sembrare una salvezza per quella madre e quel figlio abbandonati a se stessi da dieci anni.
    Non gli ci volle molto a riconoscere se stesso in quel bambino scheletrico che lo guardava con tanta timidezza quanta curiosità; i vestiti sporchi lo rendevano ancora più magro e la testa abbassata nascondeva gli occhi scavati e le labbra screpolate, mettendo in evidenza la folta capigliatura castana.
    L'abbraccio partì spontaneo, da una parte, dall'altra tutto quello che uscì di spontaneo fu qualcosa di inaspettato, che lasciò sui volti di tutti i presenti gli occhi sbarrati, oltre a delle macchie di sangue per i più vicini.
    Iniziando dall'orecchio, strappato di netto, continuò addentando e graffiando tutto ciò che si trovava sotto, mentre con l'altra mano scavava fino a raggiungere il cuore.
    Quando ebbe finito, dalla sua bocca grondante di sangue uscirono delle parole che Carl non poté sentire, ma quello che riuscì a leggere dal labiale del piccolo mostro, nei suoi ultimi istanti di vita, fu:
    -Nato dal male e cresciuto nell'orrore, come pensavi che potessi provare qualcosa di diverso dall'odio?

    Edited by Mike the monkey - 13/5/2012, 01:41
  14. .
    La notte sembra essersi addormentata anche lei per quanto è silenziosa.I due amanti, soli nel raggio di un miglio in quella foresta cosi spettrale ma cosi rassicurante, erano finalmente pronti, e disturbare la quiete era loro prerogativa in ogni caso.
    Le urla invadono cosi tutta la pianura tanto che ogni gatto, volpe, gufo o lupo che si trovasse nelle vicinanze sentì un brivido di freddo lungo la schiena come un qualsiasi fragile essere umano reagirebbe a sentire cose del genere, urla tanto forti da trasportare con loro anche l'emozione provata dalla donna che le emetteva.
    Lui vedeva sotto di se il corpo ed il volto della sua donna ma non ne era pienamente cosciente,suppone sia per lo stato di estasi in cui si trova e continua più forte di prima.Lei in quei brevissimi momenti in cui apre gli occhi vede quel volto più che bello, succulento! E sullo sfondo le mura di quella vecchia casa,illuminate solo dalla luna, piene di umidità e brandelli di carta da parati, gli unici spazi bianchi ricoperti di scritte tutte uguali, ma scritte da mani diverse.
    Lui notò subito, appena entrato, le firme con le quali si rappresentavano loro stessi:"Morticia+Gomez" cosi come notò la macchina sul retro della casa,ma si sa l'amore è cieco, e l'amore che portava gli uomini da Morticia era più cieco degli altri.Non gli importava sapere che non era il primo con il quale faceva questo gioco, e probabilmente non gli sarebbe importato neanche di sapere che non era la prima vittima, e che quelle scritte erano una sorta di annuale delle vittime per la giovane donna.Per lei aveva tradito la moglie e abbandonato casa, lasciato il lavoro e perso ogni interesse per tutto, mandare tutto all'aria proprio ora che stava per ottenere quel che gli premeva di più sarebbe stato da stupidi.E di certo lei lo sapeva e le faceva piacere; anche se piangeva ormai ogni volta che succedeva, perchè si era ripromessa di non farlo più, ma la sensazione di possedere due corpi nello stesso momento, i quali si danno piacere l'un l'altro, ingannare la persona amata per rubargli l'anima nel momento in cui è all'apice della sua passione...tutto questo le dava troppo piacere per non rifarlo ancora e ancora.Aveva iniziato per punire tutti gli uomini infedeli solo per vendicare il tradimento che aveva subito, e si era ritrovata a continuare la sua "missione" solo per il piacere di farlo. Stavolta però la sua pazienza è stata messa a dura prova, la spettatrice nascosta ed infuriata entra armata e minacciando tutti e due, l'uomo oggetto del contenzioso avrebbe voluto dire tanto, fare tanto, ma ormai non rispondeva più di se stesso e cadde sulla femme fatale.
    -Troia che gli hai fatto?! Muori!
    Ma il colpo di fucile del marito appena morto non ce la fece neanche ad uscire dalla canna, prima che potesse premere il grilletto la donna furiosa provò tutto l'orrore che era riservato solo agli amanti di Morticia, che si rivelava solo nell'attimo di maggior piacere, questa volta ben due persone nella stessa sera hanno sofferto la vendetta di una donna uccisa per tradimento.

    Edited by Mike the monkey - 11/5/2012, 12:36
14 replies since 7/5/2012
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