Votes given by ~Cedric

  1. .

    I FAMOSI CINQUE


    PREFAZIONE:



    Mi è tornata l'ispirazione e la voglia di scrivere e mi sono chiesta: perché non buttare giù qualche riga ispirandomi a persone reali, magari persone che condividono la passione per l'horror come la sottoscritta?
    E così, dunque, ho deciso di scrivere una serie di cinque racconti horror, ciascuno ispirato a una persona in particolare. Persona conosciuta grazie a questo forum.
    Sì, ragazzi, sto parlando di voi. Voi con cui ho avuto modo di rapportarmi in questi ultimi giorni, in particolare grazie ai disegnini razzisti sui cinesi e le chiamate deficienti su Discord:
    Sal Er Bestemmione con la speciale partecipazione di Viola,
    Donny Bau Bau,
    Mr Canotta,
    Baby Steph,
    Valerio Er Chef.

    Ebbene sì, voi fanciulli siete le mie muse per i racconti che sto attualmente scrivendo e che scriverò.
    Tocca a voi, però, capire qual è il vostro racconto. Per il momento ne ho uno solo pronto, ma non temete...questo topic resterà in continuo aggiornamento.

    1. Wally


    Le lancette dell’orologio segnavano inesorabilmente le 12:30, cioè il termine della lezione che era stato concesso agli studenti. Wally tirò un sospiro di sollievo. Non ne poteva più di quel professore e delle sue espressioni di algebra relazionale, a dir poco complesse. Dal primo momento che aveva oltrepassato la soglia dell’aula, non vedeva l’ora di parlare a lei. La ragazza che prendeva sempre posto alla terza fila, di lato, da sola.
    Era stufo di limitarsi a posarle lo sguardo addosso, senza fare alcunché. Era tutta la mattina che aspettava arrivasse il momento di parlarle.
    E ora che è arrivato, non può più tirarsi indietro.
    “Ennesima lezione stancante, eh?” Wally la intercettò prima che finisse di raccogliere le sue cose nello zaino e lasciare l’aula. Sally si voltò con un sorriso timido, sapendo per certo chi le avesse appena rivolto parola. Era da qualche settimana che si scambiavano rapide battute sulla lezione del giorno e sull’evidente parrucchino del professore senza, però, avere l’opportunità di approfondire la reciproca conoscenza.
    “Assolutamente.” Sally scrollò le spalle con un sorriso. “A proposito di ciò…recentemente ho perso il mio quaderno degli appunti e ho dovuto prenderne uno nuovo. L’Associazione Studentesca mi ha suggerito di scovare negli oggetti smarriti, ma niente. E’ semplicemente svanito nel nulla.”
    Wally non poté fare a meno di quanto fosse bella, seppur con una ruga di frustrazione che le solcava la fronte.
    “Non è la fine del mondo, naturalmente, però, sai, non posso affrontare l’esame di fine semestre senza gli appunti che ho perso.” Sally si toccò i capelli con leggero imbarazzo, trovando il coraggio necessario per chiedergli quello che aveva in mente da qualche giorno, senza risultare disperata né invadente.
    Wally non aveva bisogno di indovinare: nell’aria c’era già il sottinteso di doverle dare un aiuto.
    Eppure finse di non capire e non la interruppe.
    “Oh, mi dispiace per il tuo quaderno. Mi descrivi com’è fatto? Te lo chiedo perché, se mai dovessi trovarlo, te lo porterei” Wally sapeva perfettamente dove l’altra volesse andare a parare, ma prima di andare al punto della questione voleva giocarci un po'. Vedere per quanto lei volesse continuare a temporeggiare.
    “E’..uhm, ha una copertina rosa ricoperta di lustrini viola. Lo so lo so, può sembrare una sciccheria alla Paris Hilton, ma il rosa è il mio colore preferito!” Ridacchiò Sally, più imbarazzata che mai.
    Wally aveva fatto centro: aveva davanti a sé un pomodoro dalle fattezze umane e malgrado ciò la trovava interessante.
    “Dunque, mi chiedevo se potr-” Continuò lei, ma venne prontamente interrotta da Wally, deciso finalmente a darle tregua.
    “Certo!” Wally le sfoggiò un sorriso rassicurante. “I miei appunti sono anche i tuoi. Ecco, prendi il mio quaderno e fatti con calma tutte le fotocopie che ti occorrono.”
    Per entrambi, la giornata aveva di colpo preso colore.

    Il pomeriggio seguente, a fine lezione, Sally tornò da Wally e gli restituì il quaderno. Sempre se così si poteva definire un mare di scarabocchi presi distrattamente, come se ben altro avesse calamitato l’attenzione del proprietario, distogliendola dal professore e dalla lavagna.
    “Non so come ringraziarti, mi hai praticamente salvata.” Il sorriso di Sally le illuminava il volto come una fiamma inestinguibile.
    Wally aveva fatto centro.
    “Una cena. Io e te, non sarebbe male.” Volle cogliere la palla al balzo lui.
    A tale proposta restò sorpresa la giovane Sally: a smuoverla non era stata tanto l’idea di andare a cena con lui in sé, quanto invece la sicurezza e la naturalezza con cui l’aveva fatta Wally. Si era sempre approcciato a lei in maniera abbastanza goffa e schiva, come se puntualmente gli mancasse quel pizzico di coraggio per lasciare che i soliti commenti sulla lezione odierna si tramutassero in altro: un invito a conoscersi meglio.
    Dunque, cominciò a osservarlo sotto una luce diversa.
    “Oh, accidenti, forse ho esagerato! Scusa volevo dire: prendiamoci qualcosa al bar dell’Università, che dici?”
    “Beh..”
    “Anche se…il caffè del campus stranamente mi porta bruciori allo stomaco. Invece, la caffetteria che si trova sotto il mio alloggio universitario è ottima. Fa anche dei soufflé al cioccolato, buonissimi, si sciolgono praticamente in bocca. E credo che faccia anche dei biscotti alla zucca, aromatizzati ma molto particolari.”
    “D’accordo Wally, mi hai già convinta al soufflé.” Ridacchia Sally, con le sue immancabili guance rosse.

    “Accidenti, non credevo che fosse chiusa oggi. Di solito il giovedì sono aperti. A saperlo prima, ti avrei chiesto di andare altrove. Mi dispiace” Sconfortato, Wally aprì le braccia con i palmi rivolti al cielo, mentre il suo occhio cadeva sulle serrande chiuse della caffetteria.
    Sally si strinse nelle spalle. “Non c’è problema, possiamo sempre rimandare a domani.”
    “Oppure…già che ci siamo, potresti salire su a casa mia e provare la macchinetta del caffè che mi hanno i regalato i miei. Ovviamente non è la stessa cosa di prendere un caffè al bar ma…Espresso, what else?” La incitò Wally imitando l’accento e la posa di George Clooney.
    Sally esitò, non era sicura di voler salire. Altrettanto non aveva la certezza di voler restare chiusa in un posto sconosciuto, con uno sconosciuto.
    Ma alla fine cedette e, ridacchiando, lo corresse: “In realtà nello spot dice Nespresso e non Espresso.”

    “Ti prego, smettila, mi fa male la pancia dal ridere!” Sally era piegata sul tavolo, una mano sulla pancia e l’altra sulla bocca. Si era di nuovo fatta rossa in volto, stavolta però per motivi ben lungi dall’imbarazzo.
    Wally la faceva ridere a crepapelle con la sua spontanea simpatia. Certo che non avrebbe smesso, le risate di lei erano musica per le sue orecchie.
    Fuori si era ormai fatto buio. Due calici di vino parzialmente riempiti si ergevano sulla tavola. Ad accompagnarli c’erano due piatti ormai vuoti e sporchi.
    Quando Wally le aveva confessato di aver lavorato come chef, fuori città, prima di iscriversi alla facoltà di Matematica, Sally lo aveva scherzosamente messo alla prova chiedendogli di sorprenderla con qualche sua ricetta. E così lui aveva seriamente trasformato l’idea di prendere un caffè con la macchinetta in una cena vera e propria, ovviamente preparata con le sue mani.
    “Comunque complimenti, la bistecca era davvero squisita e tenera.” Gli fece presente lei, senza più quel disagio che l’aveva accompagnata fino al momento in cui Wally l’aveva fatta accomodare nell’alloggio.
    Forse era merito del vino se si era sciolta. O forse no.
    “Il segreto sta nel riconoscere la carne giusta da consumare: se dall’esterno ha un colore esterno rosso scuro, quasi un granata tendente al marroncino e al verdognolo, significa che è destinata ad avere un buon sapore. Dopodiché bisogna asportare lo strato, fino a evidenziare il colore rosso vivo, che permane all’interno.” Le spiegò Wally con tanta tranquillità.
    “Mi piace cucinare la carne in tutti i modi possibili: alla brace, al forno, in umido e così via. Domani probabilmente ordinerò tre kg di maiale, mi basterà per tutta la settimana.”
    “Tre kg???” Ridacchiò perplessa Sally portandosi il calice alla bocca. “E dove la metti tutta questa carne? Scusa se te lo dico, ma hai un frigo piccolo.”
    “Venendo qui, non hai notato che vicino la caffetteria c’è una macelleria?” Per la prima volta Sally vide comparire qualcosa di strano sul volto di lui: aveva le caratteristiche di un sorriso, ma non lo era.
    Sally in risposta annuì col capo, abbastanza confusa. Non capiva dove volesse andare a parare Wally.
    “Beh, questa casa è stata costruita esattamente sopra la macelleria. In altre parole, condividiamo un unico scantinato, laddove chiaramente c’è una cella frigorifera. I proprietari sono gentili e mi lasciano tenere la carne quando il mio frigo non me lo permette. Hanno fiducia in me, mi hanno perfino dato le chiavi del loro scantinato.” In un attimo Wally schiarì le idee alla sua ospite.
    Lei lo fissò con un luccichio di curiosità negli occhi.
    “Quindi, stai dicendo che puoi entrare nella loro cella ogni volta che vuoi?”
    “In un certo senso sì.” Il sorrisetto sul volto di Wally assumeva sempre più una sfumatura maliziosa. “Anche in questo momento, anzi. Ora è il momento giusto, considerato che è tardi e la macelleria è chiusa.”
    “Wally…mi stai per caso proponendo di andarci?” Cominciava a sentirsi di nuovo a disagio, ma non poteva negare che l’idea di commettere un “crimine” del genere entrando furtivamente nella proprietà privata di qualcun altro l’allettava.
    “Perché no? Cosa mai potrebbe accadere?”

    Qualche minuto più tardi erano scesi giù nello scantinato.
    Grazie alle chiavi concessogli dal proprietario, non ebbero difficoltà ad entrare nel piccolo magazzino della macelleria.
    “Non sono mai entrata in una cella frigorifera. Ora grazie a te posso spuntarla dalla lista” Sussurrò Sally con voce trepidante e scossa d’emozione, mentre Wally abbassava la pesante maniglia d’acciaio.
    La invitò ad entrare con un sorriso sornione ma, notando la diffidenza che persisteva ancora in lei nonostante l’eccitazione del momento, prese l’iniziativa di entrare per primo.
    “Allora, che ne pensi?”
    Sally mosse i primi passi nella cella e, cercando di proteggersi dal freddo strusciandosi le mani sulle braccia, si guardò intorno per esaminare l’ambiente.
    C’era carne ovunque. Carne di vitello, di maiale, di cavallo…carne fresca, carne confezionata, carn-un urlo isterico squarciò il silenzio nella cella.
    Dal soffitto scendevano alcuni ganci metallici, e appese ad essi c’erano tre donne. I loro occhi vitrei fissavano il vuoto, i loro corpi erano rigidi, paralizzati dal gelo, e le loro sopracciglia e ciglia interamente ricoperti di brina.
    Ora Sally conosce il motivo per cui le tre ragazze sedute in prima fila, al corso di algebra, non si presentano da giorni, se non settimane.
    Wally ne prese una e lentamente la fece ruotare su se stessa. I suoni meccanici degli anelli di metallo si sentivano flebilmente, perché sovrastati dalle urla di terrore di Sally. Fece per scappare via ma Wally prontamente la bloccò artigliandole un braccio.
    "Sai, ti ho sempre trovata bella. Ma ora mi chiedo: sarai anche buona?"
    Sally non ebbe né il tempo di pensare né di fare alcunché che d’improvviso le arrivò un colpo secco alla testa.

    Il sole splendeva alto nel cielo quando una graziosa vecchietta entrò nella macelleria.
    “Buongiorno!”
    “Buongiorno, signora. Come posso aiutarla?” Il macellaio le dava le spalle perché occupato ad usare il tritacarne, dal cui tubo usciva della carne macinata, palesemente macellata da poco.
    “Vorrei qualche fettina di maiale, grazie.”
    “Maiale, dice?” Wally si voltò verso di lei, dal cappello della divisa fuoriusciva un ciuffo biondo scuro. Sorrise alla cliente appoggiandosi con le mani al bancone, sotto al quale c’era un borsone di pelle, pieno di svariati effetti personali che sembravano appartenere a qualche ragazza. Tra questi spiccava un quaderno rosa dai lustrini viola.
    “Ottima scelta, signora. Qui c’è tutto il meglio che possiamo offrire.” Con una mano la invitò ad esaminare il bancone ripieno di carne confezionata e non.
    “Le svelo un segreto: tutto sta nel riconoscere la carne giusta da consumare: se dall’esterno ha un colore esterno rosso scuro, quasi un granata tendente al marroncino e al verdognolo, significa che è destinata ad avere un buon sapore. Dopodiché bisogna asportare lo strato, fino a evidenziare il colore rosso vivo, che permane all’interno”.

    2. Saladriel



    La stanza era illuminata dal fuoco di un camino scoppiettante. Lingue gialle danzavano tra i ciocchi riducendo in cenere quello che un tempo apparteneva alla quercia che, crescendo, allungava sempre di più la sua chioma sul tetto dell’abitazione.
    Fuori le strade erano desolate, il freddo era tagliente, ghiaccio e brina ricoprivano ogni superficie. Fiocchi di neve scendevano silenziosi e delicati sui tetti delle case, sulle auto, sulle panchine, ricoprendo la città di un manto bianco.
    Lungo la via Giacomo Basito numero 17, lucine di Natale brillavano danzando come stelle luccicanti su ogni casa, eccetto l’ultima abitazione in fondo alla strada laddove null’altro che il camino dava un tocco di calore all’ambiente.
    Mentre tutti gli altri cantavano, mangiavano e ridevano davanti a delle tavole imbandite di ogni prelibatezza, il giovane Saladriel sonnecchiava sul divano, la coperta di lana tirata su fin sotto al naso, il libro di Stephen King aperto sulla pancia.
    Dal tavolino si levò un trillo acuto, uno strepitio, e la suoneria peggiore al mondo gli fece spalancare gli occhi di soprassalto. Destato dal sonno, un irritato Sal pensò di ignorare la chiamata di chiunque volesse mettersi in contatto con lui in quel momento ma, più si prolungava l’orribile suoneria, più le sue orecchie chiedevano pietà.
    E fu così che si alzò dal divano e afferrò il cellulare dal tavolino, il tutto accompagnato da un gesto di stizza.
    Lo schermo del dispositivo annunciava il nome di Violet, l’unica persona al mondo che sopportasse averlo accanto a sé, oltre a sua madre.
    “Ma dove cazzo sei?!” A giudicare dal tono infastidito di Violet, quella sera Sal sarebbe dovuto essere altrove. Non si preoccupò affatto di ricordare che tipo di appuntamento lo attendesse, perché col cazzo che ci sarebbe andato. Natale e tutte le occasioni correlate per festeggiare il compleanno del bastardo non gli interessavano minimamente.
    “Sono per strada” Certo che no, e le sue chiappe tornate sul divano ne erano l’evidente prova.
    “Qui alla festa di Paolo ci sono tutti, manchi solo tu. Fra quanto pensi di venire?”
    “Prendendo la metro delle 20 spaccate dovrei essere lì fra mezz’ora”
    “Sal, da noi le metro non esistono”
    “Appunto”
    Un respiro rassegnato fu tutto quello che udì il giovane Sal dall’altro capo della linea prima che la chiamata venisse interrotta.

    La luna splendeva alta e luminosa nel cielo quando, con profonda amarezza di Saladriel, qualcuno bussò alla porta di casa.
    Non si mosse dal divano e ignorò deliberatamente l'invito ad aprire la porta. Probabilmente, lì fuori, c’erano quei piccoli animali da cortile che disturbavano tutto il vicinato per farsi sentire mentre cantavano in coro, in cambio di due spiccioli per comprarsi le nuove figurine dei Pokémon.
    Tornò dunque a concentrare l’attenzione sul libro che stringeva tra le mani, nel quale il Maestro dell'Orrore recitava: “Nessun organismo vivente può restar sano a lungo in condizioni di assoluta realtà; si crede che perfino allodole e cavallette sognino.“
    Tuttavia, pochi secondi dopo, il campanello alla porta tornò a suonare. Sal si trovò costretto a prendersi una pausa dalla sua beata ed irrinunciabile solitudine. Decise di andare ad aprire la porta e scacciare tempestivamente il disturbatore perché potesse immergersi di nuovo nel mondo di King.
    Spalancò la porta e dovette fare un enorme sforzo per ricacciare indietro un richiamo blasfemo a colui che, proprio quella sera, veniva celebrato più di tutti.
    “Buonasera signor Amrael” Esordì con un sorriso l’uomo dal colletto bianco. Aveva tra le mani un pacco regalo che apparentemente suggeriva di contenere una bevanda alcolica.
    “Cosa vuole?” Sal lo guardò guardingo, non preoccupandosi affatto di celare la totale diffidenza nei confronti dell’altro.
    Aveva riconosciuto il suo disturbatore: era Don Patrizio e si era trasferito in città da un anno o giù di lì. Correvano voci su di lui, si diceva che convertire gli infedeli alla fede era la sua crociata.
    “In occasione della nascita del Nostro Signore Gesù Cristo, la chiesa offre doni a tutti gli abitanti di questo luogo. Nessuno escluso.” Detto ciò, Don patrizio allungò le sue mani raggrinzite per cedere il regalo a uno scettico Saladriel.
    Il suo sguardo per niente convinto corse prima al pacco regalo e poi al volto del disturbatore. Una luce beffarda si accese nei suoi occhi. “Mi dica la verità, signore, lei è venuto fin qui perché sono l’unico arabo della zona? Sta cercando in qualche frivolo modo di convertirmi alla sua fede? Senta, faccia un piacere ad entrambi: veda di levarsi dai coglioni e di spassarsela altrove che ‘sta cazzata dei doni non me la bevo. Arrivederci.”
    Sal non riuscì a chiudere la porta che un piede si frappose tra essa e lo stipite.
    “Signor Amrael,” riprese pacatamente Don Patrizio “Che lei ci creda o no, le iniziative della nostra chiesa includono tutti. Indipendentemente dalle tue origini, vogliamo che tu riceva questo dono e che passi un’armoniosa serata con la tua famiglia” Con maggiore insistenza di prima, il vecchio gli allungò il regalo, il cui fiocco era di un rosso scintillante.
    A questo punto, amareggiato, Sal pensò di accettare il dono soltanto perché unico modo di sbarazzarsi del disturbatore.
    “Vabeh, dia qua. E ora, se non le spiace, vado a srotolare il tappeto e pregare Allah” Tagliò corto lui, chiudendo una volta per tutte la porta e senza prendersi il disturbo di ringraziare Don Patrizio per il regalo, qualunque cosa fosse.
    Allah o Gesù Cristo, per Saladriel c’era soltanto una figura in cui riponeva illimitata fede: Charles Darwin.

    Rientrato nel salotto, Sal scartò il regalo giusto per levarsi la curiosità di sapere cosa diavolo ci fosse al suo interno.
    Una bottiglia di vino dolce. Vinsanto. Un classico.
    Pochi minuti dopo la bottiglia era già vuota, tutto il suo interno finito nel gabinetto. Non nutriva la benché minima fiducia verso quel vecchiaccio.
    “Ah, ora sì che ci siamo” disse con estrema soddisfazione mentre sorseggiava dello scotch invecchiato di 100 anni. “A te..” continuò una volta tornato seduto sul divano, il bicchiere di vetro sollevato in aria verso un immaginario crocifisso appeso alla parete. “…che non schiatti mai.”

    L’orologio sul cellulare segnava l’una di notte quando Sal, dopo aver trascorso l’intera serata a leggere il libro e trangugiare un po' la sua bevanda preferita, andò a dormire. Prima di coricarsi, però, notò che la sua camera da letto era gelida: una finestra lasciata socchiusa ne era la causa.
    Che strano, pensò mentre la chiudeva, non ricordo di aver lasciato la finestra aperta…specialmente con questo freddo.
    Si caricò le braccia di cuscini e coperte e tornò in salotto, dove le fiamme residue del camino mantenevano l’ambiente riscaldato e accogliente. Dormire sul divano, altrettanto comodo, non gli era tutto questo grande problema.
    Cullato dal crepitio del camino, il giovane Saladriel immediatamente sprofondò in un sonno profondo.

    Quando si svegliò, non fu né per il bisogno di bere né per la solita sveglia delle 08:00. A strapparlo dalle braccia di Morfeo in piena notte fu un rumore che mai si era aspettato di udire nella sua abitazione.
    Era un rumore viscido, strisciante, che faceva pensare a una poltiglia umidiccia, attaccata e staccata da una superficie.
    PLAF PLAF
    Sal si rizzò a sedere su. Cosa cazzo era? Con occhi sbarrati si guardò intorno, alla ricerca della fonte del rumore alquanto sinistro, ma nulla vedeva se non i suoi soliti mobili d’arredo e il camino.
    Da dove cazzo veniva? Continuò a cercare e cercare con gli occhi una risposta, mentre il rumore si faceva pericolosamente sempre più vicino.
    Un brivido d’inquietudine gli percorse la schiena quando ebbe come l’impressione che, qualunque cosa provocasse quel rumore, gli fosse terribilmente vicina, seppur invisibile ai suoi occhi. Allorché Sal piombò giù dal divano ed indietreggiò dal salotto, avvertendo la primordiale esgienza di tenersi lontano da…non sapeva come cazzo definirla.
    Tuttavia, il viscido PLAF PLAF continuava ad avanzare. E questa volta Sal associò il rumore a quello del dorso del cucchiaio quando viene sbattuto sul porridge freddo. Corse a controllare in ogni stanza che non ci fosse nulla o nessuno di anomalo, mentre la paura cominciava ad artigliare le sue dita scheletriche intorno alla gola del giovane.
    Avrebbe lasciato perdere il rumore e dato la colpa alla sua fervida immaginazione, incoraggiata dai racconti di Stephen King, se non fosse improvvisamente scivolato a terra mentre si muoveva per casa alla ricerca di una razionale spiegazione.
    Realizzò, dunque, che niente era frutto della sua immaginazione quando notò che il pavimento era ricoperto di una lunga e schifosa scia di bava, come se un’enorme lumaca gli avesse attraversato il corridoio.
    Un urlo sbigottito gli esplose in gola. Corse a lavarsi le mani con l’acqua del rubinetto e a privarsi dei vestiti per rimuovere qualsiasi traccia di quella strana e appiccicosa sostanza su cui era accidentalmente atterrato sopra.
    Incapace di realizzare quanto appena accaduto, incapace di dare una spiegazione a quello che gli stava succedendo, Saladriel telefonò l’unica persona che lo sopportasse al mondo, oltre sua madre, nel disperato tentativo di aggrapparsi a quel poco di lucidità che gli restava.
    “Violet!” Esclamò appena udì la sua amica rispondere, il tono di voce che trasudava incredulità. “Qui a casa mia c’è qualcosa che non va. Lascia perdere la festa di Paolo e vieni qui, per favore”
    “Sal, che cazzo dici che sono le 3 del mattino?? La festa è finita da un bel pezzo e io sono nel letto a cercare di prendere sonno. Cosa che, grazie a te, non sto riuscendo a fare”
    “Ma almeno stammi a sentire! Non vuoi sapere cosa mi sta succedendo?”
    “Ok…” Violet sospirò, ma questa volta nel suo sospiro non c’era rassegnazione né irritazione.
    “Stavo dormendo quando ho sentito un rumore troppo strano echeggiare nel salotto. E' un rumore che...non saprei come cazzo descrivere. Mi sono alzato dal divano e sono corso a controllare che in ogni stanza che fosse tutto ok, ma poi sono scivolato su una specie di bava di lumaca”
    “….”
    “C’è della strana bava su tutto il pavimento del corridoio e questo dannato rumore non smette di tormentarmi! Mi hai capito??”
    “Sal, ma hai bevuto?”
    “Sì, un po' di scotch ma non è questo il pun-“
    “Voglio dormire, ti prego, ne riparliamo domani. Bevi tanta acqua che ti passa la sbornia”
    E di nuovo Violet interruppe la chiamata prima che Sal potesse aggiungere alcunché, anche se per motivi differenti dalla precedente conversazione.

    PLAF PLAF
    Il rumore, inarrestabile, continuava a seguirlo per la casa, ovunque andasse.
    PLAF PLAF
    Tappi per le orecchie, farmaci, cuffie bluetooth, sonniferi, niente di questo gli allievava il tormento.
    PLAF PLAF
    Talmente che era insopportabile per la sua povera testa, oltre che spaventoso, il rumore gli annebbiava la vista e gli impediva di mettere a fuoco nemmeno un particolare del luogo in cui si trovava.
    PLAF PLAF
    Nonostante la finestra aperta, l'aria diventava sempre meno presente, meno respirabile, e Sal doveva fare dei lunghi e profondi respiri per riempirsi i polmoni.
    PLAF PLAF
    Non c'era nessuno che gli credesse.
    PLAF PLAF
    Non c'era niente e nessuno che potesse aiutarlo.
    PLAF PLAF
    Il buio lo inghiottiva gradualmente, prima la sua vista, poi la sua mente e infine tutto se stesso.

    Verso la fine dell’anno, su segnalazione di Violet, il giovane Saladriel Amrael, dopo alcuni giorni di totale assenza dal lavoro e dai social media, venne trovato in casa senza vita.
    Secondo il giudizio della scientifica, un arresto cardiaco l’aveva stroncato mentre riposava sul divano. Il bicchiere di scotch, mezzo pieno, e il libro di Stephen King erano le ultime cose che aveva toccato prima di spirare.
    Al funerale, Violet confidò alla madre del giovane che le ultime parole che avesse da lui sentito erano una stupida battuta sulle metropolitane.
    Un bambino dichiarò che, proprio quella tragica notte della viglia di Natale, aveva visto un uomo gironzolare nei pressi dell’abitazione del deceduto Sal, aveva al collo un colletto bianco e una bottiglia di scotch sotto il braccio e, soprattutto, aveva una lunga e viscida coda che gli usciva da sotto la tunica.
    La polizia considerò il bambino come fonte non attendibile e il caso venne immediatamente chiuso ed etichettato come “morte naturale”.

    Edited by bläckheart - 21/11/2021, 17:48
  2. .
    Non meno di una settimana fa la nostra Emily è stata promossa a Supervisore. Tuttavia, dopo l'abbandono di Kung, abbiamo ritenuto opportuno promuoverla ulteriormente per i suoi meriti e la sua costante dedizione. Ci auguriamo che possa svolgere un ottimo lavoro!
  3. .
    Ormai l'autunno è quasi alle porte, sicuramente quasi tutti avranno cominciato ad avvertire un leggero calo delle temperature rispetto a qualche settimana fa. Per molti potrebbe essere un sollievo, per altri un po' meno ma una cosa è certa: prima di salutare definitivamente l'estate noi del CPF dobbiamo annunciare i vincitori dell'Estacontest 2019! Come al solito, ci tengo a ringraziare a nome dello Staff tutti coloro che hanno preso parte all'iniziativa e si sono cimentati in questo contest un po' diverso dal solito. Eh già, perché adottare un limite massimo di parole avrebbe potuto limitare in qualche modo la vostra creatività ma dobbiamo ammettere che la maggior parte di voi è riuscita a superare la prova sebbene non sia stato affatto semplice.
    Veniamo ora alla classifica generale che vedrà gli staffers esclusi come da regolamento.

    Classifica



    Amori estivi - Tommas02

    L'estate che verrà - Markrath

    The horror in the twenty-first century - ~@AnthonyInBlack

    Bussavano - -TACET-

    Il Terzo Grande Inganno - ~Cedric



    Complimenti ai primi tre classificati che riceveranno una targhetta di partecipazione da inserire eventualmente nel proprio profilo!

    Le sorprese però non finiscono qui perché durante questo contest è successo un fatto increscioso: l'anima di Gigi, non si sa come, non si sa perché ha preso temporaneamente il sopravvento del forum. Grazie alle rapide segnalazioni degli addetti alla nettezza virtuale Markrath e Sixtyten è stato possibile intervenire celermente per rinchiudere la sua anima all'interno di un'immagine :gigi:
    Senza il loro contributo la classifica reale sarebbe stata la seguente:

    Classifica



    Le domeniche d'agosto - Rory

    Amori estivi - Tommas02

    L'estate che verrà - Markrath

    The horror in the twenty-first century - ~@AnthonyInBlack

    Bussavano - -TACET-

    Il Terzo Grande Inganno - ~Cedric



    A parte gli scherzi ringraziamo Rory per averci deliziato con la sua splendida super trolltrashpasta :lol:

    Targhette Vincitori


    Btjdydh

    CODICE
    <img src="https://i.imgur.com/Btjdydh.png">


    wYrgPi8

    CODICE
    <img src="https://i.imgur.com/wYrgPi8.png">


    YLxT6FF

    CODICE
    <img src="https://i.imgur.com/YLxT6FF.png">


    Al prossimo contest!!!
  4. .
    Gigi è tra noi, Gigi è sempre con noi, Gigi supererà la soglia dei 120 anni spingendosi oltre il limite ultimo identificato da Panzironi. Un applauso per Gigi.

    :gigi:

    CODICE
    :gigi:
  5. .
    CITAZIONE (Markrath @ 9/9/2019, 23:12) 
    Sapete cosa ho notato non ironicamente? Nello Smistamento ci sono 28 discussioni, ma quando fu aperto ne vidi di meno... o mi sbaglio....?!?!?!?


    Per un attimo ho pensato che gli staffer avessero aggiunto un'altra emoticon XD
  6. .
    Intanto l'entità malefica continuava a creare scompiglio all'interno del forum, mandando misteriosi messaggi sfruttando i profili delle ignare vittime.

    Il demone guardava soddisfatto il suo lavoro, mentre tutti continuavano a parlare di lui. Gli ignari utenti del forum non potevano immaginare che il colpevole si celasse dietro un volto così familiare, così innocuo, così... Insospettabile.

    Nascosto nell'ombra, osservava il suo operato, sapendo che avrebbe creato scompiglio ancora per molto, molto tempo.

  7. .
    Quella notte gli staffer stavano svolgendo riti satanici volti a distruggere ciò che noi utenti non potremmo comprendere ed apprezzare.

    Ma qualcosa andò storto e l'irrivelabile venne rivelato, causando profondi disagi, confusioni e possessioni...

    Alla fine, dovettero prendere decisioni drastiche e pericolose, ma alla fine riuscirono a rimediare ai loro errori... Ma i danni causati lasciarono una profonda ferita nel cuore dei presenti.
  8. .
    Ripulisco e smisto
  9. .
    Ciao, come va la vita in Egitto? Ehehehuhuegeg. Benvenuto.
  10. .

    vmdE32r


    La stagione estiva è ricca di colori e profumi, di immagini e di sensazioni caratteristiche. Basti pensare al rumore delle onde del mare sulla battigia, al tepore mattutino dei raggi del sole, al profumo della salsedine. Ma l'estate è anche sinonimo di scoperta e di avventura: passeggiate serali in compagnia dei propri amici, viaggi, nuovi amori. E se tutto questo non fosse vero? Abbiamo considerato solamente alcuni degli aspetti positivi dell'estate. Se pensassimo quindi all'estate come sinonimo di horror? Cosa ne verrebbe fuori?
    Noi dello Staff siamo molto curiosi e abbiamo pensato di dare a voi utenti l'opportunità di raccontarcelo attraverso un nuovo contest di scrittura. Ma attenzione, questa volta ci sarà un vincolo da rispettare e vogliamo sfidarvi dandovi un limite massimo di parole da rispettare. Are you ready?

    Regolamento


    • I voti delle storie andranno da 0 a 5 con la possibilità di usare i mezzi voti. Potranno votare tutti coloro che non partecipano al contest. Verranno presi in considerazione solamente i voti degli utenti che avranno commentato e argomentato in modo adeguato le storie dei partecipanti;

    • Gli staffer potranno partecipare al contest, ma le loro storie non saranno presenti in classifica. Sarà possibile però votare le storie dello Staff che verranno poi inserite in una classifica secondaria senza premi. Gli unici vincitori sarete voi utenti;

    • Il limite massimo di parole da utilizzare è: 600;

    • Il periodo di durata del contest va dal: 04-08-2019 al 04-09-2019.


    Premi


    • La storia del primo classificato sarà pubblicata sulla pagina Facebook del CPF;

    • I primi tre classificati riceveranno una targhetta di partecipazione da poter inserire nel proprio profilo.


    Bando alle ciance, diamo inizio all'Estacontest!!!




    Avvisiamo la gentile utenza che le votazioni NON verranno prese in considerazione se non presentano motivazioni valide e argomentate.

    Edited by Emily Elise Brown - 21/8/2019, 21:35
  11. .
    Questo resoconto è di F.G., un mio conoscente rimasto coinvolto in degli avvenimenti che potremmo definire bizzarri, ma con dei contorni piuttosto... conturbanti.

    "Stavo andando alla fermata dell'autobus quando sul palo del cartello stradale vidi appiccicato un adesivo bianco. Avvicinandomi notai subito che non si trattava della solita pubblicità illegale, era qualcosa di diverso. Sulla stampa c'era un disegno un po' bizzarro, che sembrava una vecchia incisione medievale... raffigurava un essere deforme con quattro zampe terminanti in grossi zoccoli, una testa umana pelata e con una lunga barba, un paio di mammelle femminili sul davanti, e per finire diversi fiori sulla groppa.
    Aggrottai le sopracciglia, non sapendo se ridere o meno. Sotto il curioso disegno c'era un sito web, con tanto di QR-code.
    Sulle prime, lo ignorai. Ma una volta arrivato l'autobus mi accorsi che dietro alcuni sedili avevano incollato lo stesso adesivo col disegno. La curiosità aumentò finché non mi decisi a estrarre lo smartphone dalla tasca dei pantaloni e andare sul sito web. Ci mise un po' a caricare, ma appena ebbe finito, potei leggere chiaramente il contenuto della pagina internet. Il sito era molto minimale, sfondo bianco e scritte nere. C'era il disegno dell'adesivo ovviamente, messo in primo piano, e sotto a mò di didascalia, una frase apparentemente insensata quanto enigmatica.
    Per tutta la durata del viaggio in pullman fino a casa, la rilessi cercando di capire di cosa si trattasse. All'inizio pensai a un anagramma, poi scartata tale ipotesi provai a leggere le iniziali delle parole credendo si trattasse di un gioco acrostico, ma ancora una volta fallii.
    Una volta sceso dal pullman, ebbi un'idea: forse la frase aveva senso in un'altra lingua, e così cercai di tradurla con i servizi online, ma continuai a fare un buco nell'acqua. Quando ormai avevo perso ogni speranza, provai un ultimo tentativo mettendola sui motori di ricerca per contestualizzarla, e bingo! Venne fuori che si trattava di un dialetto antico parlato in un vecchio borgo vicino casa mia! Ce l'avevo fatta!
    Dopo pranzo, decisi di programmarmi la serata: avrei esplorato quel paese, in cerca di qualche indizio su cosa volesse dire quel disegno presente sull'adesivo. Così, dopo aver riposato e fatto i compiti, mi preparai ad uscire. Presi lo scooter e arrivai nel paese all'imbrunire. Notai delle luminarie in giro per la piazza centrale, e vidi che accanto la chiesa principale stava succedendo qualcosa. C'era un gruppo di persone tutte in fila sulla stradina che tangeva il lato sinistro, come se stessero aspettando di entrare da qualche parte. Mi accodai aspettando pazientemente, e mi accorsi che all'ingresso della stradina chiusa al traffico c'era una sorta di banco con un signore mascherato che porgeva dei bigliettini colorati per ogni turno.
    Doveva trattarsi di una sorta di festival, o roba simile. A saperlo, avrei chiamato i miei amici anziché andare da solo in esplorazione.
    Quando finì l'attesa e fu il mio turno, era ormai scesa la sera. Il signore in maschera mi disse il prezzo del biglietto, pochissimi spiccioli, glieli diedi e lui in cambio mi consegnò un biglietto rosa. Superato il bancone, notai che la stradina si apriva in vari cortili laterali, e così tutto contento decisi di esplorarne uno per uno. Gli spettacoli erano uno più strano dell'altro: nel primo, intravidi una danzatrice nascosta dietro un telo con una luce sparata di fronte che proiettava solo l'ombra del suo esile corpo nudo. Rimasi affascinato senza capirne il senso, mentre una strana musica di sottofondo mi rabboniva intontendomi. Nelle altre corti vidi sculture enormi di teste giganti spaventose, mani enormi, cespugli di rose nere da cui uscivano occhi minacciosi...
    Il posto iniziò a inquietarmi un po', le persone che vi erano venute avevano delle facce spettrali e seriose come se tutta quella situazione fosse una cerimonia sacra e solenne. Mi chiesi il motivo delle loro reazioni così apatiche. Mentre gironzolavo per la viuzza principale, circa a duecento metri dall'entrata vidi un'altra corte più ampia sulla sinistra, la cui entrata era sorvegliata da due ragazzi molto grandi e grossi, e dietro i quali c'era un vecchio arco di pietra parzialmente coperto da un lungo drappo rosso. Aveva tutta l'aria di un privè.
    Mi accostai a loro sicuro che mi avrebbero mandato via, ma quando videro il colore del mio biglietto, lo indicarono parlando un po' tra di loro, e uno dei due mi fece segno gentilmente che potevo entrare, scostando un po' il drappo rosso alzandolo dal lato destro.
    Contento di avere un privilegio simile, avanzai all'interno notando altre stranissime scenografie che raffiguravano altre teste inquietanti, stavolta di animale (coniglio, corvo, pipistrello, et cetera) e installazioni misteriose illuminate dal basso. Ciascuna di esse, notai, era stata sistemata all'interno di piccole casupole che dovevano essere abbandonate da secoli. In fondo alla corte, mi accolse un altro signore mascherato posto dietro a un tavolo sopra al quale erano disposti diversi calici di ferro e una brocca di ceramica. Questi versò il contenuto della brocca in uno di quei calici, rivelando un fiotto nero che doveva trattarsi di vino, dopodiché me lo porse. Bevvi un sorso accorgendomi che aveva un sapore strano e dolciastro. Gliene chiesi dell'altro, e questi senza scomporsi ubbidì. Al quarto bicchiere, iniziai a sentire una strana euforia e iniziai a ridere. Riuscii a contenermi, accorgendomi che nella corte eravamo solo io e quello strano guardiano.

    - Mi direbbe che cos'é questo festival? - gli chiesi.

    L'uomo mascherato mi fissò in silenzio e dopo un po' mi rispose.

    - Hai letto l'opuscolo all'ingresso? - domandò.

    Io feci di sì con la testa, mentendo per non fare una figuraccia.

    - Bene, in tal caso posso lasciartelo vedere. - disse, spostandosi dal tavolo. Lo seguii con gli occhi mentre si avvicinava a un vicoletto strettissimo che prima non avevo notato, posto alla sua destra: era uno spazio largo non più di mezzo metro formatosi fra una casupola abbandonata e un muro scalcinato. Il figuro mi fece cenno di inoltrarmi lì dentro ed io acconsentii, cercando di capire di cosa diavolo stesse parlando quando diceva che potevo vederlo. Vedere chi?

    Osservai le citronelle poste a terra lungo lo stretto vicolo: sembravano disposte a indicare la fine del passaggio. Dopo pochi metri infatti, vidi una piccola casupola sul fondo illuminata da dentro, con la porticina accostata. Adagio mi ci avvicinai, spingendola lentamente per poi entrarvi. Fu allora che lo vidi. Piccolo, incatenato in un angolo, gli occhi scintillanti e con un broncio austero in viso. Mi fece pensare al disegno sull'adesivo: era una fedelissima trasposizione, perfino i fiori che gli crescevano sulla groppa! Credendo di trovarmi di fronte all'ennesima scultura presi il cellulare e gli scattai una foto, dopodiché provai ad avvicinarmi...
    A un tratto, mi accorsi di un fatto straordinario: il suo viso aveva impercettibilmente sbattuto le palpebre.
    Accennò un passo in avanti con uno dei quattro zoccoli.
    Inorridii.
    Quel coso era vivo.
    Iniziai ad urlare. Scappai per i vicoli del centro storico, sicuro di essere inseguito, e appena possibile arrivai allo scooter e ripartii verso casa. Durante il tragitto, ebbi una reazione isterica fortissima e lo spavento iniziò a tramutarsi in risate fortissime di pancia. Quante risate!
    Di ritorno a casa, cercai di prendere sonno ma ancora vedevo quegli occhi orribili nel buio, quel muso così umano, quelle zampe munite di zoccoli... cosa poteva essere quel coso? Un terribile scherzo della natura? Una messinscena spaventosamente realistica? E perché proprio a me?
    Le domande mi perseguitano tuttora. Chiunque abiti nella mia zona, non faccia il mio stesso errore. Ecco la foto che sono riuscito a fare:



    Non riesco più a smettere di ridere."

    F.G., 11/05/2019

    Edited by -TACET- - 17/6/2019, 14:13
  12. .
    Come già spiegato dal mio collega, la pulizia prevede l'eliminazione dei commenti contenenti gli errori di battitura/grammaticali che non sono piacevoli da vedere, in caso il commento con errori abbia anche apprezzamenti/considerazioni si tende a modificare il messaggio cancellando solo la parte degli errori.
    Apprezzo molto la proposta che hai sollevato, per due motivi:
    1) sei una persona che ci tiene ai suggerimenti degli altri, soprattutto se volti a farti migliorare;
    2) hai voglia di migliorare e metterti in gioco.

    Detto questo, ti ringrazio nuovamente per la proposta soprattutto perché mi sprona a fare commenti più "esaustivi" sulle storie lette.
  13. .
    Solitamente la pulizia prevede l'eliminazione di tutti quei commenti in cui si segnalano errori grammaticali che non sono utili ai fini di un potenziale dibattito. Al contrario, si cercano di preservare quelli di consiglio o in cui vengono espresse considerazioni personali.
  14. .
    E anche il Post-Apocalyptic contest giunge al termine, siete curiosi di conoscere il verdetto finale? Un attimo di pazienza, come al solito ci teniamo a ringraziare tutti i partecipanti per aver partecipato con le proprie storie. Siamo rimasti molto contenti poiché ognuno di voi ha saputo interpretare a modo suo il tema post-apocalittico. Bene bene, ecco a voi la classifica generale:

    Classifica



    The Beginning of the End - Rory

    Covauova - Faust Redrose

    Il Veleno del Mondo - ~Cedric

    Ero piccola e innocua - Captain Soyuz

    La gita - KungFuTzo

    I mesi del giudizio - Sergio Marchello

    Il fiume - @AnthonyInBlack

    Nel deserto e nell'amore - Levy



    Congratulazioni ai vincitori, qui di seguito le targhette di partecipazione mentre il primo posto, come promesso, riceverà un disegno da eFesti. Infine sotto spoiler troverete i pareri dello Staff con le relative votazioni.

    Targhette Vincitori


    cpf post-apocalyptic contest primo classificato

    CODICE
    <img src="https://i.imgur.com/zgTwjGA.png" alt="cpf post-apocalyptic contest primo classificato">


    cpf post-apocalyptic contest secondo classificato

    CODICE
    <img src="https://i.imgur.com/upoBdUq.png" alt="cpf post-apocalyptic contest secondo classificato">


    cpf post-apocalyptic contest terzo classificato

    CODICE
    <img src="https://i.imgur.com/XPsMxVu.png" alt="cpf post-apocalyptic contest terzo classificato">


    I pareri dello Staff


    DamaXion
    Il fiume:
    Originale è originale, un apocalisse... filosofico non me lo aspettavo ma forse Anthony qui ha puntato troppo in alto e ha ridotto un'idea profonda ed interessante ad un racconto troppo breve e poco... pregnante. Non so cosa non mi convinca appieno, ma ho davvero un senso di "idea sprecata". Dovrebbe svilupparla forse, non so. 2.5/5

    I mesi del giudizio:
    Carina l'idea delle registrazioni audio, penso funzionerebbe bene come audio drama. Per iscritto... uhm, non saprei c'è molto da sistemare sopratutto per come le frasi vanno a capo senza buone ragioni. Forse l'ho trovata un po' troppo sbrigativa, ma non è malaccio ed è sicuramente sistemabile con un po' di lavoro. 2.5/5

    Nel deserto e nell'amore:
    Carina, ma un po' insulsa: sarà che le storie d'amore mi annoiano un po', o forse che ha scelto di farla svolgere nello scenario apocalittico più banale che c'è, ma non mi ha detto nulla. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, la storia d'amore è poco sviluppata ma neanche così improbabile dato lo scenario in cui si trova. 2/5

    Ero piccola e innocua:
    Ho saputo del fatto che la protagonista fosse una molecola d'acqua prima di leggere il racconto, quindi non posso dire di non essermelo aspettata xD però devo convenire con chi ti ha detto che forse il disguido viene dal fatto che è troppo... caratterizzata. Ci sono cose come la descrizione di espressioni, lacrime, visi che quasi ingannano involontariamente il lettore, perché fa immaginare che chi parla sia un essere vivente.
    Diciamo che più che post apocalittica l'ho trovata forse un po'... "durante-apocalittica" e quindi leggermente fuori tema, ma è sicuramente originale perciò direi 3/5

    La gita:
    Ad essere sincera, pensavo che la protagonista fosse una mutante o un'aliena dopo un'invasione xD Mi è piaciuta, senza dubbio è ben scritta e va al punto senza problemi... non l'ho trovata però troppo originale ed immaginavo dove sarebbe andata a parare abbastanza presto, mi aspettavo forse che succedesse qualcosa all'effettiva gita, e se fossi in te io amplierei un po' il tutto perchè è un buon incipit per qualcosa di davvero interessante.
    Per me è comunque un bel 3.5/5

    Covauova:
    Mi è piaciuta, l'ho trovata interessante anche se il post apocalisse si sente un po' meno ma almeno è molto diversa dal resto... nulla da togliere agli apocalisse "scientifici", ci mancherebbe, ma un apocalisse esoterico è stato una bella novità. Si vede molto che è parte di un racconto più grande e non so benissimo se la cosa mi piace o no, se trovo che questo pezzo da solo funzioni bene o no. Comunque, ci sta un 3.5/5

    Il veleno del mondo:
    Devo dire, nella sua brevità è interessante anche se davvero forse fin troppo breve... inizia in prosa e finisce in poesia e la cosa non mi dispiace ma ripeto, forse mi sarei soffermata di più a descrivere. Comunque, direi 3/5

    The Beginning of the end:
    Lunga e dettagliata, si vede la ricerca dietro e l'impegno con cui è stata scritta, anche se purtroppo resta poco originale ma pienamente in tema. Non so bene cosa dire che non abbiano già detto tutti, penso meriti 4/5

    Emily Elise Brown
    Covauova: sarò mongola ma non l'ho capita. La storia in sé mi piace molto, nonostante non abbia capito un caz; come hai confermato, è l'estratto di una storia molto più ampia e questo secondo me è un "punto a sfavore", forse perché può essere malinterpretato. In ogni caso, si vede che manca parte della storia. Sicuramente viene voglia di saperne di più.

    Comunque, considerando che la nel complesso mi è piaciuta e non mi sembra che il contesto post apocalittico sia sviluppato/reso completamente, il mio voto è 3,5.


    Il veleno del mondo: mi sono piaciuti i riferimenti "biblici"(?) e la resa generale della storia. Hai nascosto bene il fatto che la protagonista sia un animale e non un essere umano, almeno non è subito intuibile. Forse sarebbe più gradevole e convincente se ci fossero delle descrizioni in più, soprattutto sul luogo del parto. Tuttavia la trovo comunque gradevole come storia.

    Il mio voto è 3.


    The Beginning of the end: nella sua complessità è ben strutturata e soprattutto apprezzo il fatto che siano state effettuate delle "ricerche" per la sua realizzazione. Decisamente la storia che ho apprezzato di più. Davvero i miei complimenti.
    I personaggi sono stati introdotti bene, e il tutto mi pare sia stato descritto in maniera dettagliata ma non troppo pesante.
    Apprezzo soprattutto il fatto che tu sia riuscita a includere anche tematiche molto attuali, senza per questo risultare "banale" (non so come spiegarmi meglio).

    Ti meriti un bel 4,5.


    Il fiume: forse un po' criptica ma credo renda bene. Scritta in maniera scorrevole e abbastanza articolata. Credo che non sia una storia per tutti, ma questo non vuol dire che sia un difetto. Forse ecco, sembra mancare qualcosa ma non saprei bene dire cosa. Ha certamente del potenziale, su questo non c'è alcun dubbio.

    Il mio voto è 3,5.


    I mesi del giudizio: carina l'idea dell'audio diario, credo che intensifichi il senso di "solitudine" e "abbandono" in cui si ritrova il protagonista. Tuttavia mi fa storcere un po' il naso il fatto che non si capisca che tipo di esperimento si stesse effettuando o cosa si dovesse scoprire con esso. Sembra che manchino alcuni dettagli che renderebbero il tutto più completo.
    Risulta anche un po' "acerba" rispetto ai tuoi ultimi lavori e di certo non brilla di originalità.

    Il mio voto è 3.


    Nel deserto e nell'amore: mi è piaciuta particolarmente la caratterizzazione dei personaggi di Charles e Audrey.
    Charles è il classico antieroe, un inetto che si ritrova in una situazione più grande di lui; Audrey è la vera eroina della situazione, tosta, forte e sicura di sé ma che dimostra anche un lato "fragile".
    Noto una citazione al vecchio anime Ken il guerriero nelle prime frasi (non ce la faccio, troppi ricordi!) Forse la "storia d'amore" si sviluppa troppo in fretta rispetto al resto della storia. Sembra anche esserci confusione sul tipo di storia che volevi realizzare, come è già stato detto inizialmente pare una storia comica, poi si trasforma quasi di punto in bianco in una storia d'amore.

    Comunque credo che rispetto alle tue ultime storie tu sia migliorata.

    Il mio voto è 3.


    Ero piccola e innocua: ad essere sincera... non l'ho pienamente capita. All'inizio credevo fosse una sorta di "metafora" della distruzione della natura causata dall'uomo e quindi il "mostro" era l'avanzamento delle città, ma il fatto che si trattasse di una molecola d'acqua l'ha resa senza dubbio originale. Tuttavia la trovo comunque gradevole, forse necessita di qualche dettaglio in più.

    Il mio voto è 3,5.



    La gita: quando vuoi "ammutolire" il tuo pubblico ci riesci eh... Finale molto ad effetto, ma forse il tutto è stato sviluppato troppo poco. Il tema mi sembra appena accennato, visto che viene fuori solo alla fine.

    Perciò il mio voto è 3.

    ;Isabel
    The Beginning of the End:

    Diversi errori di distrazione sparsi in particolar modo nella prima parte del racconto, ma sono piccolezze, come verbi riferiti alla persona sbagliata o punti esclamativi mancanti. Scrittura che fin da subito mi è parsa molto scorrevole, non riscontro la pesantezza che ho visto segnalare in altri commenti, mi sembra invece un lavoro fluido e ben ponderato. Forse non arriva troppo al punto la premessa, dai dialoghi e dall'atmosfera, nonostante le descrizioni, non ho subito avuto l'impressione o l'impatto che dovrebbe causare, invece, una mensa in quello che mi sembra essere una sorta di bunker o di ritrovo. Il discorso iniziale, quello che segue alla premessa, non mi sembra tratto da un racconto, quanto più da un articolo di giornale che parla di dati problemi o questioni, cosa che non me lo ha fatto apprezzare, perché finisce per suonare pedante e per rappresentare un limite all'immersione che, invece, mi aspetterei da un racconto. Mi sembra anche strano per una conferenza sull'ambiente, chiaramente. Molto verosimile, invece, il dialogo tra Vincenzo e l'altro uomo, ma del resto penso che gran parte dei dialoghi in questa storia abbiano una naturalezza che manca a molti altri autori del forum.

    CITAZIONE
    «… La crisi dell’acqua, la crisi dell’aggressione ambientale non sono una causa. La causa è il modello di civilizzazione che abbiamo costruito e che abbiamo il dovere assoluto di rivedere. Perché lo sviluppo, il progresso, la scienza e l’innovazione non possono essere gli artefici della distruzione dell’uomo, perché essi esistono a favore della felicità dell’uomo.
    «Grazie a tutti».

    Questo lo ho trovato più ben posto, ad esempio. Quello che mi colpisce del racconto è che riesce a dare l'illusione - perché di questo si tratta, alla fine - di essere accurato, senza assurdità di sorta: se ci sono degli errori, immagino che siano piccolezze non calcolabili o comunque dovute ad ovvi limiti che una persona che non se n'intende potrebbe avere. La descrizione delle reazioni del protagonista rimane ad un livello superficiale, così come la reazione delle persone che ha attorno, ma potrebbe essere giustificato, nel racconto, come un distacco dovuto ad un guardare - ormai - gli eventi a distanza di tempo, che può essere tanto un limite quanto un vantaggio. La descrizione dei meccanismi che si innescano in un cataclisma del genere è per forza di cose più efficace che meglio elaborata, per quanto ben scritta ci si affida fondamentalmente a stereotipi del genere e della narrativa, senza particolare innovazione. E' un racconto veramente ben misurato nella forma, nello stile, ma che ho trovato infarcito - in certe parti - di stereotipi che me lo hanno reso meno godibile di quanto mi sarei aspettata. Fondamentalmente non mi ha trasmesso molto, ma c'è una perizia che non posso ignorare, soprattutto se penso ai racconti del precedente contest, anche se Rory mi pare non avesse partecipato. Forse, a questo giro il livello s'è davvero alzato in generale. E io devo sempre tenere conto che per essere un lavoro su un forum dell'internet è abbastanza notevole. Bene così.

    3,5/5

    Il Fiume

    Terrò conto di dover valutare il racconto in sé per sé e non lo scrittore, che ci ha offerto storie più che godibili, a mio parere uno dei "piccoli autori" da tenere d'occhio. Lo stile 'a racconto' francamente non mi convince molto per il genere di storia che si chiede nel contest, ma supererò questo pregiudizio nel mio giudizio, anche se penso che l'impianto e la struttura narrativa scelta contino molto e debbano almeno in parte essere considerate in questa mia valutazione. Anche il modo di narrare una storia è importante, e ogni genere ha il suo. Ora, la tecnica del personaggio "onnisciente" in questo caso utilizzata con la nonna non funziona a parer mio, il fatto di aver scelto questo impianto favolistico tende a non farmi prendere troppo sul serio il racconto e, a parer mio, a banalizzarlo; non si crea nemmeno quell'effetto che mi aspetterei, cioè quello di introdurre l'elemento "inquietante" nell'ambito di una narrazione apparentemente innocente, anche se penso che non fosse affatto quello il proposito. Il finale mi ha lasciata molto disorientata, mi ha preso - a dirla tutta - un senso di vuoto, grazie anche all'immagine che ha funzionato bene lì messa, ma credo che si sia ottenuto un involontario effetto tragicomico nella resa della scena della nonna, che concettualmente ho ritenuto inefficace e un po' simile a conclusioni di certe (sic) creepypasta old-style. Penso che siano stati, in sostanza, scelti stile narrativo e impianto sbagliati, motivo per cui già in partenza era difficile fosse un racconto in qualche modo interessante o vincente. Ci sono molti concetti che sono sparsi lì, ma manca, a parer mio, un filo conduttore che riesca a darvi continuità; ci sono, in sostanza, i concetti, ma il modo in cui sono espressi è lacunoso, sebbene lo stile di scrittura sia fluido, scorrevole. In quest'ultimo ho visto dei miglioramenti rispetto al precedente Contest, che tuttavia erano già avvenuti in altre storie postate dall'utente. Tuttavia, in questa sede non debbo tenerne conto e dunque mi limito a dare un voto al racconto.

    2/5

    Covauova

    Finale molto d'impatto, debbo dirlo.
    E' diverso dal nudo e crudo racconto post-apocalittico, ma temo quasi che manchino alcuni cardini che possano fare in modo che si definisca in tutto e per tutto parte di questo genere, ho come l'impressione che il genere sia stato tenuto in considerazione solo in parte, le tematiche sono ben altre. Non ho apprezzato i dialoghi tra i personaggi e le loro interazioni, che ho trovato in gran parte surreali in quel dato contesto. Il racconto è scritto in maniera scorrevole, ma ho avuto l'impressione che avesse bisogno di una rilettura per rendere alcune parti meno - per così dire - frammentarie. Ho trovato interessante il concetto di fondo, ma è stato sviluppato in maniera a parer mio un po' approssimativa, fondamentalmente non riesce ad essere né ficcante - del tutto - né ad essere spiegato in una maniera abbastanza approfondita da risultare interessante più di tanto. Ho apprezzato molto alcune chicche inserite nella narrazione, che lo stesso autore ha spiegato in effetti nei commenti al suo racconto, tuttavia mi perplime il fatto che ci sia stata cura per questi dettagli - apprezzabilissimi - ma che ne sia mancata su un contenuto sicuramente presente, ma non sviluppato a dovere: come se fosse rimasto in superficie. Anche questo fatto di far fungere il personaggio di Em' come chiave di lettura degli eventi, penso che sia una tecnica narrativa abbastanza pigra. Sviluppato in più tempo, come racconto avrebbe potuto dare qualcosa di più. La parte finale è per certi versi la chicca del racconto, chiaramente in senso positivo: mi ha trasmesso un - dolcissimo - senso di inquietudine che non mi ha abbandonata subito a racconto finito.
    Il concetto di questa "apocalisse dell'anima" - come suggeriva qualcuno nei commenti - è potenzialmente molto intrigante.

    3/5

    I Mesi del Giudizio:

    Impostazione un po' classica, apprezzabile per una creepypasta o per un racconto destinato ad Internet, ma nel caso di un Contest ne avrei scelta una diversa, sebbene mi piaccia lo stesso per gusto personalissimo.

    CITAZIONE
    la macabra espressione che ancora si riusciva a scorgere al di sotto di quel lugubre.
    Vomitai, la morte è una visione orribile, oscena.

    In questo caso avrei evitato due aggettivi appartenenti alla sfera dell'inquietudine nella stessa frase, penso abbiano appesantito la cosa non contribuendo all'immersione. In generale, a parte qualche pecca del genere o errore di battitura, il racconto si legge con facilità e non ho niente di più da segnalare, in quanto al modo di scrivere, in positivo o in negativo. Anche la punteggiatura mi pare tutto sommato giusta. Forse un po' troppi punti fermi, io sono dell'opinione che non funzionino nemmeno per trasmettere al lettore un senso di inquietudine. O la prosa spezzettata la si usa da dio, o la si evita a parer mio. Qualche ripetizione sparsa nel corso del racconto, che avrebbe forse avuto bisogno di una rilettura. Qualche esagerazione un po' - permettetemi - da film come quella che segue:

    CITAZIONE
    Quello iniziò a ridere istericamente, i suoi occhi iniettati di sangue stavano schizzando via dalle orbite, la sua pelle biancastra era madida di sudore

    E in generale un modo di narrare che ho trovato non dico troppo asciutto, ma un po' banale e - a tratti - ingenuo. Lo stesso autore ha effettivamente specificato che questo è stato uno dei suoi primi racconti. Contenutisticamente non male, anche se presenta molti stereotipi e - secondo me - uno scenario non particolarmente definito, non è efficace nell'essere una finestrella su un mondo post-apocalittico, se ne comprende davvero poco. Anche questa parte così descritta:

    CITAZIONE
    *Grida*
    *fuoco di pistole automatiche*
    *Versi*
    *Si distingue un ringhio vicino al microfono*

    Non funziona, a parer mio. Anche leggendo le idee dell'autore nei commenti al racconto, penso che queste non siano state sviluppate bene: lo stato di angoscia che una trasformazione del genere dovrebbe iniziare a causare, la scoperta dell'orrore anche da un punto di vista psicologico, dovrebbero essere, credo, i perni di un racconto come questo, ma mancano.

    1,5/5

    La Gita:

    Dal punto di vista dello stile, niente da segnalare, è l'impianto favolistico e che - francamente - avrei quasi visto meglio per una Creepypasta che non riesco ad apprezzare, mentre se penso ad un racconto post-apocalittico mi viene in mente un altro tipo di impianto e di narrazione. E' un racconto scorrevole, che riesce a creare il giusto effetto-tensione e che risulta relativamente d'impatto, tuttavia non riesco mai ad apprezzare a pieno queste opere nelle quali c'è - necessariamente - la "bomba" costruita che viene "scagliata" sul finale (da un punto di vista narrativo, ndr), poiché penso che sia una cosa, appunto, non adatta a quello che si cercava in questo Contest. Apprezzo l'originalità dell'impostazione, certamente è un racconto con uno stampo che lo differenzia immensamente dagli altri.

    2,5/5

    Ero piccola e innocua:

    Quando si vuole trasmettere qualcosa, bisogna stare attenti alla tipologia di narrazione che si sceglie. Io sinceramente non ho apprezzato quello che è stato scelto, nonché la tipologia di descrizione a cui dà adito, sia per l'umanizzazione della molecola, sia per il fatto che è una narrazione che suona "ingenua". Non è tanto lo sviluppo, è letteralmente l'idea che sta dietro al racconto che non riesce a garbarmi ed essendo voti soggettivi è un fatto di cui devo tener conto. Stile scorrevole, ma niente di più. Qualche errore nello scritto, di tanto in tanto, dovuto probabilmente a distrazioni. Si è ottenuto un effetto melenso che ha ottenuto l'effetto di irritarmi, ma niente di più, credo che l'idea che sia "l'ambiente" a parlare sia più adatta ad un docufilm o ad una campagna di sensibilizzazione che ad una storia. La parte più interessante del racconto è quella relativa al paragrafo IV e al meltdown, è l'impostazione che preferisco. Ho trovato strano anche lo speech del presidente, nell'impostazione e nelle parole scelte. Un esempio rapido:

    CITAZIONE
    i nostri avversari

    Dubito si userebbe un termine del genere per riferirsi a dei nemici in guerra. In generale mi è suonata poco realistica, da young-adult, come parlata. In linea di massima s'è letto con piacere e scorrevolezza, ma non sono riuscita ad apprezzarlo.

    2/5

    Il Veleno del Mondo:

    Il tema dell'uomo come veleno può essere interessante, ma rischia sempre e comunque di essere sviluppato con superficialità quando non si sa come impostarlo e penso, purtroppo, che questo sia stato il capo. C'è invece una chiave di lettura decisamente più interessante in questo racconto, forse la più interessante che io abbia letto in questo Contest.

    CITAZIONE
    Ma la vita trova sempre un modo. La vita deve continuare. È questo che mi dice il mio istinto, l'istinto di tutti noi.
    Tutti noi... chi? In pochi sono rimasti su questo freddo mondo. Eppure... mi piace questa situazione

    Questo spunto vitalistico è ottimo, per quanto a parer mio non posto nella maniera migliore. O meglio, c'era una buona struttura nella prima frase che ho citato, ma la seconda - tutti questi interventi del genere del narratore - a parer mio è più da 'racconto su internet' a mo' di Creepypasta che da racconto vero e proprio. Facendo un resoconto in generale, è una cosa che rimprovererei a tutti quanti o quasi tutti i racconti del Contest: il limite è proprio quello di pensare di star scrivendo in un contesto internettiano, probabilmente, anche se è logico che nelle valutazioni uno debba tener conto - in parte - del posto in cui siamo e degli obiettivi che vogliamo raggiungere. Penso che le ragioni che infine spingono la madre a partorire non siano comunque ben tracciate, è come se mancasse una chiave di volta, al di là fatto della "vita deve continuare": è qualche cosa che in verità non si riallaccia a quelli che sono i suoi pensieri subito successivi, a meno ché l'idea non fosse proprio quella di farla sembrare contraddittoria, come se neppure lei sapesse che pensare; ma anche in quel caso, ci sono altri modi per rendere la cosa. Il fatto che sia un animale ai miei occhi ha grandemente vanificato gran parte del senso del racconto, a malapena lo avrei capito senza leggere i commenti, anche se avevo potuto immaginarlo. Ho trovato molto interessante il simbolismo legato al melo e al serpente.

    2,5/5

    Nel Deserto e nell'Amore:

    Stile scorrevole, ma dialoghi estremamente macchinosi, un po' troppo artificiosi. Qualche ingenuità nel narrato, alcune scene suonano fin troppo cartonesche, come quella del bastone. Concordo con chi ha voluto vederci un'impostazione molto da shonen manga, sia nei personaggi che nelle situazioni, anche in questo caso credo che non sia uno stile giusto per un racconto post-apocalittico. Anche gli eventi cui si accenna sono descritti in maniera troppo vaga, tutto quanto risulta non avere una vera e propria ambientazione, intesa, in questo caso, come contorno e definizione di quanto accade. Si ha l'impressione che potrebbe succedere ovunque e in qualsiasi momento, si parla di una 'catastrofe nucleare' ma non ne viene - effettivamente - narrata una nel racconto, né ci sono delle coordinate che permettano al lettore di orientarsi all'interno del racconto. Come impostazione la vedo più adatta ad una fiaba o ad una favola, tant'è che preferii il racconto di questa stessa autrice contenuto nel precedente contest, che aveva effettivamente quel tema lì. Certamente piacevole alla lettura, ma non saprei dire di più in proposito. Non è scritta male e questo è assolutamente un punto di partenza, va più che altro rivista in alcuni dettagli e da un punto di vista contenutistico. Caratterizzazione dei personaggi presente assolutamente, però.

    2/5

    Annatar
    The Beginning of the End: 4,5
    Ben scritto e piacevole. La storia è certamente lunga ed è effettivamente impegnativo leggerla, ma è comunque ben approfondita, i personaggi sono ben costruiti e le informazioni sono chiare (sinonimo di un ottimo lavoro di documentazione). Il finale mi è piaciuto davvero molto e penso che ad ogni modo faccia riflettere e trasmetta un messaggio sempreverde. Ho trovato forse qualche dialogo composto da "frasi fatte" ma in linea generale è un ottimo racconto.

    I mesi del giudizio: 2,5
    L'aura di mistero che avvolge il racconto non mi è dispiaciuta, aumenta la suspance e il senso di pericolo incombente. Come storia non è male, forse l'avrei preferita leggermente più lunga nella parte finale. La scelta di un diario è quasi sempre efficace, in questo caso funziona tranquillamente. L'unica vera pecca che mi viene in mente sono alcuni passaggi troppo veloci all'interno del "mese della ricerca" (ad esempio la parte dove lui è attaccato dal vecchio, va a prendere il coltello e fa "quello che deve fare"). C'è da sistemare un po' il testo e fare qualche correzione.

    Il veleno del mondo: 3
    Storia scorrevole e d'effetto. È assolutamente comprensibile che l'animale voglia che la vita continui, ma senza la razza umana, per cui prova il desiderio che sparisca. Forse avrei preferito più mistero e qualche dettaglio/aggiunta in più. La poesia ci sta. Purtroppo non mi sento di dare di più poiché oltre al messaggio che ho individuato non mi ha lasciato altro.

    Nel deserto e nell'amore: 3,5
    La storia è scritta bene ed i personaggi sono solidi, ma leggermente stereotipati. La storia d'amore è abbastanza classica, oserei dire da shōnen romantico, non mi dispiace ma forse la trovo un po' fantasiosa e forzata; avrei preferito magari qualche aggiunta a proposito, per dare un po' più di spessore al rapporto fiorente dei due personaggi principali.

    Il fiume: 3,5
    L'atmosfera creata risulta senza dubbio affascinante, ma la storia, a mio parere, manca di spessore. Il problema sta nella profondità dell'elemento causa di tutto: la rivelazione ultima della realtà e del senso della vita. Lovecraft scriveva che quando (noi come umanità) riusciremo a scoprire il nostro posto nell'universo non reggeremo alla rivelazione. Su questo si basa il racconto, ma è un concetto troppo generale e superficiale per essere usato paro paro in un racconto; difatti lo stesso Lovecraft optava per, sì, far passare tale messaggio, ma lasciandolo di fondo, dosando le rivelazioni e scrivendo di scoperte e teofanie più specifiche. Apprezzo comunque il tributo e la stesura.

    La gita: 3
    Scritta bene, riesce a far comparire le immagini davanti agli occhi. Non credo che la amplierei, immagino la sua lunghezza sia concorde al colpo di scena. Purtroppo la brevità del racconto in tal caso si è rivelata, a mio parere, un'arma a doppio taglio: ho intuito il finale prima che questo arrivasse.

    Covauova: 4
    Molto originale e ben scritta. Forse aggiusterei qualche dialogo perché non si capisce bene sempre chi sia a parlare. La reputo auto-conclusiva e non un pezzo di qualcosa di più grande. Tuttavia devo ammettere che la parte finale (mi riferisco al dialogo finale tra Emanuele e Serena) stona un po' con il resto della storia, a mio parere, anzi mi pare quasi non necessaria, nonostante sia comunque bella.

    Ero piccola e innocua: 3,5
    Non mi da fastidio l'umanizzazione di un "non umano" quando ha senso farla, quindi in questo caso a mio parere ci sta. Forse non si può definire veramente post-apocalittica, ma rimane comunque vicinissima al tema. Forse l'unica cosa che mi stona è tutto lo spazio dedicato alla scena del presidente, non lo reputo necessario. Anche io avrei pensato che la molecola si volesse vendicare, invece sono rimasto sorpreso dal constatare che mi sbagliavo, apprezzo di più la sua tristezza.

    Kohei
    Covavuova: 5
    Non sono abituato a storie del genere, però sono convinto che Faust abbia fatto un buon lavoro.

    The Beginning of The End: 5
    La lunghezza può spaventare, ma sono stati trattati temi molto attuali e c'è stato un meticoloso lavoro di ricerca.

    Il Veleno del mondo: 4.5
    A differenza di quella di Rory è breve ma il suo significato è intenso. Molto bella la parte finale.

    La gita: 3
    Non sono riuscito a capirla in effetti, come avevo già spiegato a Kung, le avevo dato proprio un'altra interpretazione. Cioè la storia non è male forse non una delle migliori ma ci può stare.

    Il fiume: 2.5
    Non mi ha convinto molto e a tratti l'ho trovata un po' main stream.

    Ero piccola e innocua: 4
    Vedo che ognuno ha interpretato il tema a modo suo. In questo caso vorrei premiare l'originalità. Forse solo a te e a Kung poteva venire in mente di scegliere un protagonista del genere. Top.

    I mesi del giudizio: 3
    A me non è dispiaciuta se devo essere sincero. Se devo considerare solo la storia senza soffermarmi su tecnicismi a me oscuri, è abbastanza scorrevole.

    Nel deserto e nell'amore: 2.5
    Allora la storia di per sé è scorrevole e si legge facilmente però ho visto prevalere maggiormente altri temi rispetto a quello post-apocalittico.
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    Noi voteremo per ultimi ^^ stiamo, stanno, già votando ^^
25 replies since 25/11/2007
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