Votes given by Oessido

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    Io invece ho un'immagine di giardino da vergini suicude. Io credo che questo spazio possa risorgere e non sia perduto. Inoltre ogni cosa che rimsne scritta può esser letta daqualcuno.. Infatti io son giunta qui non so come, per magia o maledizione ma son giunta, e annegherò elle vostre oscure parole con grande piacere.

    Edited by Elendil22 - 29/6/2023, 14:49
  2. .

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    Edited by RàpsøÐy - 6/6/2018, 19:30
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    Consulente: Benvenuto a Mi Sa che Sto per Fare una Cazzata Consulting ®, sono Veronica come posso esserle utile?
    Davide: Mi sa che sto per fare una cazzata.
    Consulente: Be', allora è nel posto giusto. Di che tipo di cazzata si tratta?
    Davide: Sentimentale.
    Consulente: Ottimo, è la nostra specialità. Immagino abbia a che fare con un'altra donna.
    Davide: Immagina bene.
    Consulente: Vede noi forniamo diverse terapie per impedirle di fare una cazzata, terapie molto specifiche che dipendono dal livello della minchionata in questione.
    Davide: Capisco.
    Consulente: Ad esempio, se il cliente è sul punto di infatuarsi di una persona che non sia il partner, lo coinvolgiamo in sessioni di gruppo volte a distoglierlo dall'intento. Se il cliente è sessualmente attratto da un'altra donna, il nostro pool di psicologi provvede a strutturare un percorso di terapia volto a definire le cause sottostanti a questa sua pulsione. Nei casi estremi possiamo ricorrere persino all'ipnosi pur di sradicare la pervicace tendenza all'infedeltà. A che grado di cazzata ritiene di trovarsi?
    Davide: Non ne ho idea.
    Consulente: Facciamo così, mi provi a descrivere questa ragazza.
    Davide: Okay. Vediamo… ecco, quando avevo nove anni l'estate era diversa da adesso. Tanto per cominciare pioveva di più. Temporali caldi e spaventosi, da cui dovevi scappare pedalando forte. E poi la stagione aveva un lato più selvaggio, più imprevedibile e più avventuroso. Le giornate soleggiate duravano il doppio. E tutti i giorni di sole erano un miracolo. In un certo senso mi rendo conto che non dipendeva dalla stagione, dipendeva da me. Be', quando io la guardo negli occhi, ho di nuovo nove anni. Ed è estate.
    Consulente: Perfetto, le chiamo un collega che provvederà a spararle in testa.
    Davide: Ben gentile.

    Umberto: Ciao Luca.
    Luca: Ciao.
    Umberto: Come stai Luca?
    Luca: Bene.
    Umberto: Tutto bene?
    Luca: Sì, sì.
    Umberto: Sai perché sei qui?
    Luca: Per fare ripetizioni con te.
    Umberto: No.
    Luca: No?
    Umberto: No. Sei qui perché la tua mamma e il tuo babbo mi pagano un'oscena quantità di danaro nella pia illusione che tu possa trasformarti in qualcosa di più che un taggatore di treni. Ora, vogliamo dare a quei due poveri vecchi l'illusione che tu non sia solo un fermaporta a forma di adolescente?
    Luca: Ochèi.
    Umberto: Molto bene. Com'è andata l'interrogazione di storia?
    Luca: Ho preso tre.
    Umberto: Molto molto bene.
    Luca: Dici?
    Umberto: L'ultima volta era due, giusto?
    Luca: Sì.
    Umberto: Vedi? Poco alla volta si cresce. E, se posso permettermi, come mai la professoressa avrebbe deciso di darti tre?
    Luca: Boh. Io ho ripetuto quello che mi hai detto tu.
    Umberto: Ovvero?
    Luca: Che l'Impero Romano era una cloaca di corruzione morale, superstizione religiosa e prostituzione intellettuale e che in mille anni non è cambiato niente.
    Umberto: E ti ha dato tre?
    Luca: Sì.
    Umberto: Non me lo spiego.
    Luca: Le ho anche detto tutto sul buco romano.
    Umberto: Il buco romano.
    Luca: Sì.
    Umberto: Il foro romano?
    Luca: Quello.
    Umberto: Tu mi stai sul cazzo Luca.
    Luca: Ochèi.
    Umberto: Te lo dico così perché ci tengo che tra noi due ci sia un dialogo franco.
    Luca: Fico.
    Umberto: Vuoi sapere perché mi stai sul cazzo?
    Luca: Va bene.
    Umberto: Mi stai sul cazzo perché hai sedici anni. Perché sei giovane. Perché sei bello. E perché hai l'intelligenza, la curiosità e la sensibilità di un colino per la pasta.
    Luca: Ochèi.
    Umberto: Quante ragazze hai Luca?
    Luca: Boh, tre.
    Umberto: Tre. Sai quante ragazze avevo io alla tua età?
    Luca: Quante?
    Umberto: Zero. Era una domanda retorica. Ti ricordi che abbiamo studiato le figure retoriche? Cosa vuol dire retorico?
    Luca: Che è uguale a zero?
    Umberto: Che è uguale a zero. Bravissimo, Emilio. Ora, mentre tu tiri fuori i libri io vado un attimino di là a sbriciolare dello Xanax.
    Luca: Ochèi.
    Umberto: Che ci tocca oggi?
    Luca: Italiano.
    Umberto: Che cosa di italiano?
    Luca: Gli stilnovisti.
    Umberto: Ah, gli stilnovisti! Bellissimo argomento. Facciamo lo schema come ti ho insegnato. Scrivi. “Stilnovisti” in grande, poi fai una freccia e metti “stalker”. Fai una freccia in basso e metti “questi loschi pervertiti, ossessionati dal sesso ma troppo terrorizzati per metterlo in pratica, hanno trascorso le loro inquietanti brevi vite a scrivere e pentirsi di cose che non osavano fare. La fortuna che ha permesso loro di ottenere l'immortalità letteraria è dovuta al fatto che, a quel tempo, le donne non potevano pubblicare raccolte in versi. Altrimenti staremmo qui a leggere centinaia di sestine che raccontano con varie sfumature la sgradevole esperienza di essere oggetto delle attenzioni di un trentenne ossessivo, vergine e religiosamente contorto”. Scritto tutto?
    Luca: Sì, ma…
    Umberto: Ma?
    Luca: Non è che mi dà tre anche qua?
    Umberto: Va be', allora approfondiamo. Quale metodo ti ho insegnato per mettere bene a mente le informazioni?
    Luca: La droga.
    Umberto: No, mio ottuso padawan. L'altro metodo.
    Luca: Era tipo...tipo...tipo...
    Umberto: Tipo. Tipo. Tipo. Tipo usare concetti familiari per memorizzare concetti non familiari.
    Luca: Quello.
    Umberto: Eh, quello. Allora, cosa ti è familiare?
    Luca: Niente.
    Umberto: Andiamo. Escludendo per decenza il più sfrenato onanismo, ci sarà qualcosa in questo periodo che fai con maggior frequenza del solito.
    Luca: Dragon Ball Fighterz.
    Umberto: Cos'è Dragon Ball Fighterz?
    Luca: Un videogioco su Dragon Ball.
    Umberto: Benissimo. Dragon Ball allora. Ascoltami bene. Gli stilnovisti sono una serie di poeti toscani a cavallo fra il Milleduecento e il Milletre. Dante è Goku. Il più famoso del gruppo, quello che alla fine ci ricordiamo un po' tutti. Ottuso, infantile, perso nella contemplazione di sé stesso, ma si fa amare dal grande pubblico. Fin qua ci siamo?
    Luca: Sì.
    Umberto: Okay. Guido Cavalcanti è Vegeta. Nobile, arrogante, con una bassissima soglia di tolleranza per le stronzate. L'unica valida alternativa a Dante e alle sue facezie naïf. Segue Guido Guinizzelli, che è il Genio delle Tartarughe. Maestro del gruppo e ossessionato dalla bernarda in ogni sua forma e manifestazione. Poi ci sarebbe pure Lapo Gianni. Lapo Gianni è Yamcha, quello di cui non frega mai niente a nessuno. Un po' separato dal gruppo, troviamo Rustico Filippi. Rustico Filippi è Crilin, grottesco e inferiore. E poi c'è Cecco Angiolieri. Vediamo se sei stato attento. Secondo il ragionamento fin qui delineato, chi è Cecco Angiolieri?
    Luca: Non so…
    Umberto: Dai, dai.
    Luca: Io…
    Umberto: Non ci sono risposte sbagliate.
    Luca: Freezer?
    Umberto: Sbagliato, braccine strappate a youtube! Freezer è Petrarca, ci arriviamo poi. Cecco Angiolieri è Mr Satan, ovvero la spalla comica. Vedi che non segui. Se non segui devi dirmelo però.
    Luca: No, no, ho scritto tutto.
    Umberto: Bene. E con lo Stilnovo abbiamo chiuso. Poi?
    Luca: Ci sarebbe la verifica di inglese giovedì.
    Umberto: Argomento?
    Luca: Shakespeare.
    Umberto: Scrivi. Shakespeare, in grande. Poi tre frecce. Prima freccia, tragedie, due punti muoiono. Seconda freccia, commedie, due punti si sposano. Terza freccia, drammi storici, due punti fanno la guerra. Altro?
    Luca: No.
    Umberto: Tutto qua? Be' oggi va di lusso.
    Luca: Veramente…
    Umberto: E guarda, ti avanzano ancora tre quarti d'ora buoni per esercitarti sulla creazione di siti web.
    Luca: Ma io mi rompo a fare i siti web.
    Umberto: Piccolo ingrato, guarda che qua io ti sto insegnando un mestiere! Ma dove credi di andare te? Ma quale futuro pensi ti aspetti lì fuori? Quando ci sarà sto benedetto olocausto nucleare e il mondo diventerà una sterile landa postatomica popolata da mutanti, assassini e stupratori, saper costruire bei siti one page farà la differenza tra vivere e morire. E ora raus, che ti voglio vedere fluido con quell'html.
    ...

    ...
    Umberto: Pronto?
    Veronica: Pronto, sono la mamma di Luca.
    Umberto: Ah signora, mi dica, Luca ha fatto l'interrogazione di italiano?
    Veronica: Sì.
    Umberto: E allora?
    Veronica: Ha preso quattro.
    Umberto: L'altra volta aveva preso tre. In economia questa si chiama crescita intensiva.
    Veronica: Pare abbia detto che Guido Cavalcanti è Goku.
    Umberto: Vegeta.
    Veronica: Come dici?
    Umberto: Non importa. Comunque qui da me l'argomento lo sapeva bene.
    Veronica: E poi c'è un'altra cosa...
    Umberto: Dica, dica.
    Veronica: Ha sviluppato una strana ossessione per Pyongyang e l'apocalisse nucleare.
    Umberto: Bizzarro.
    Veronica: Tu cosa mi consigli di fare. Lo mando da uno psicologo?
    Umberto: Ma ci mancherebbe! No, no. Ascolti me. Faccia così. Quest'anno lo bocciano e amen. Vivaddio ha tutti tre. L'anno prossimo me lo iscrive al Cepu, gli fa fare due anni in uno e paga per vederselo diplomato. Combo Smart più vacanzella premio a New York in cui si rompe i coglioni e si fa rapinare. Poi l'università. Una triennale agonica dove gli facciamo pigliare la media del venti e ogni tipo di malattia venerea nota all'uomo. Poi vediamo... suo marito è avvocato no?
    Veronica: Sì.
    Umberto: Lei è medico, capirà, me lo parcheggiate da qualche parte a fare un lavoro ad alto stipendio e bassa responsabilità. In tutto questo lo facciamo drogare, tradire la moglie e non andare mai a votare. Tutto senza un pizzico di poesia o autoironia. Prestanome partime, indifferente a quello che succede nel mondo, miope sia a bellezza che a tristezza, sensibile alla coercizione. Quindi sindaco prima, per un partito che ha sempre bisogno di gente ottusa e determinata, Consigliere Regionale poi. Presidente della Regione. Dopo chissà, il Parlamento…
    Veronica: Oddio lo credi davvero?
    Umberto: Le premesse sono incoraggianti.
    Veronica: Oh, mi togli un peso.
    Umberto: Son qui per questo.
    Veronica: Pensavo non fosse normale.
    Umberto: Stia tranquilla. Me lo rimanda giovedì?
    Veronica: Sì, grazie mille.
    Umberto: Ah signora.
    Veronica: Sì?
    Umberto: I soldi.

    1990: Perché?
    1960: Perché sì.
    1970: Perché abbiamo deciso così.
    1990: No, adesso voi mi date una spiegazione valida del perché non posso venire con voi.
    1970: Se no che fai?
    1960: Ci scateni contro Bim bum bam?
    1970: Son qua che tremo. Dai, smamma nano. Vai a liberare un po' Mandela va'!
    1990: Siete proprio degli stronzi!
    1970: (accendendosi virilmente una sigaretta): Vuoi sapere perché non ti portiamo con noi? Perché sei troppo piccolo.
    1990: Ma portate '00 e '10!
    1960: '00 e '10 hanno stile.
    2000: lol
    2010: #lol
    1990: Ma anche io ho stile!
    1970: No, tu hai i New Kids on The Block, Arafat e Macaulay Culkin. E fidati, quello non è stile.
    2000:: Powned!
    2010: #powned!
    1990: Io... io... non è giusto! Voi non potete!
    1970: Non possiamo? Ma lo sai con chi stai parlando? Le cose che abbiamo fatto...
    1990: Anch'io ho fatto grandi cose!
    1960: Come no...
    1970: Dai, finiamola qua che se no questo scassa tutto il giorno. Sentiamo, cos'hai?
    1990: Kosovo.
    1970: Vietnam.
    1990: Titanic.
    1970: Il padrino.
    1990: I... i Take That?
    1970:Dio santo, un po' di amor proprio. Il punk.
    1990: Io... uhm... ah ecco! Ho la morte di Lady Diana!
    1960: Assassinio Kennedy.
    1970: Aldo Moro. Stragi di stato. Anni di piombo.
    2000: 9/11.
    1990: Eddai questo non può campare di rendita tutta la vita sull'undici settembre!
    2000: 9/11. Vinto. Suca.
    2010: #suca.
    1990: Però non è giusto! '10 non ha niente. Ha appena otto anni!
    1990: Lui ha lo swag.
    2010: #swag.
    1970: Esatto.
    1990: Va be' però io ho avuto Clinton, il boom della borsa, un periodo di quasi pace globale. Friends...
    1970 (sbadiglia): Fatti due mesetti a Khe Sanh e poi ne riparliamo...
    1960: Sì, vatti a sparare in faccia Kurt! Quando avrai organizzato una tua Woodstock, allora forse se ne potrà ridiscutere.
    2000: Lady Gaga!
    1970: Inappropriato.
    2000: Scusa.
    1990: Ma... ma io...
    1970: Dai, non fare così, non ti lasciamo mica a casa da solo, rimane '50 a farti compagnia.
    1950: Hai mai linciato un negro, ragazzo?
    1990: '50 non mi piace.
    1950: Dico linciato come si deve. Ti posso insegnare.
    1970: '50 non piace a nessuno. Però è innocuo...
    1950: O un comunista. O un alieno comunista. Quelli sono i peggiori.
    1970: ...credo. Bon, tutti pronti a partire?
    1990: Ehi! Ho trovato: caduta del muro di Berlino!
    1980: Non ci provare neanche, brutto figlio di puttana.
    1990: Ah, '80... non pensavo ci fossi anche tu...
    1980: E invece guarda un po' ci sono anch'io, stronzetto! Scusate il ritardo...c'è questo maledetto cubo… mi sta facendo impazzire...
    1960 Da' un po' qua... (lo getta lontano)... che ste cose ti fondono il cervello (fa un profondo tiro da una pipa di peyote)...cinghiali blu caricano all'orizzonte...pioverà!
    1980: Siete sicuri che non devo portare anche io un po' di musica per il viaggio?
    1970: No!
    1960 No!
    2000: No!
    2010: #no!
    1970: Non è cattiveria '80, ma davvero no.
    1980: C'è questo nuovo singolo di Madonna...
    1970: Ho detto no. Alla musica ci pensiamo io e '60. C'è un solo motivo per cui ti portiamo con noi.
    1980: Le commedie?
    1970: Le commedie. Quindi ringrazia John Landis che nessuno ti chiede perché hai quel cazzo di Reagan tatuato su un bicipite e metti su i Blues Brothers...
    1960 Okay, i bagagli son tutti caricati. Quando volete si va.
    1990:Il partito socialis ...uhm ...no ...la discesa in campo di Berlu...
    1970: Smettila. Ti stai rendendo ridicolo.
    1940: Che state facendo, voialtri?
    1970: Ecco, bravo, hai svegliato il vecchio. Nonno, noi partiamo, andiamo a vedere un po' il mondo.
    1940: A vedere un po' il mondo? Uh signùr, l'ho visto io il mondo. Io ho fatto la guerra!
    1960: No però il pistolotto sulla guerra no.
    1940: Che voi non avete idea di cosa significhi stare...
    1970: ..."col fango fino a qua a combattere i tedeschi a Montecarotto" ...va be', senti, noi si va eh...(sottovoce) pure sto vecchio rincoglionito ci mancava...
    1930: Che odo!
    1960: Eh no!
    1930: Insulti fellamente questo italico avo tuo e con disprezzo per l'altrui senilità, facendoti barba del più sacro dei vincoli di parentela?!
    1970: '30, dai non mi rompere i coglioni. Stavo semplicemente dicendo...
    1930: Me ne frego! Sei confinato nella tua camera, ad acqua e fette di pan tosto! Da subito! Al passo! Raus! Savoia!
    1960 Dai rilassati, stiamo solo cercando di farci una gitarella...
    1930: Non prendo ordini da un bolscevico vestito come un pagliazzo che puzza di alcole e viltà! Tornatene nel tuo Soviet prima che si decida d'impartirti la dura lezione del ri-ci-no! (estrae un manganello)
    1960 Oh ma il fratello qua è fuori di testa...
    1930: Non sono tuo fratello!
    1950: Qualcuno ha detto negro?
    1970: '50 te devi veramente farti vedere. Ma da uno bravo. E spettinati quei capelli!
    1930: '50 è molto più assennato di voi, mezze calzette! Guardate la balda postura! Il profilo littorio! Ora, se non volete assaggiare la cinta dei miei calzoni e il dorso ruvido del mio italico stivale, sarà meglio per voi disfare i bagagli! A noi!
    (Un gemito strozzato. '30 cade a terra in una pozza di sangue)
    1970: Oddio!
    1960: Che è stato?
    2000: WTF!
    1789: Parbleu!
    1990: Adesso posso venire con voi?
    1970: Tu… cosa... no! Tu l'hai ammazzato. Hai ammazzato un povero cristo a sangue freddo!
    1990: No, io non ho ammazzato nessuno.
    1970: Ma sì che l'hai ammazzato, ti abbiamo visto. L'hai... l'hai pugnalato a morte.
    1940: Eh, voi non sapete cos'è la morte, la morte vera. Ricordo che sul San Martino, col CNL...
    1970: Zitto un po'! '90 sei un assassino.
    1990: Non avete prove.
    1970: Come non abbiamo prove? Noi...aspetta un secondo. O.J. Simpson di che anno era?
    1950: Qualcuno ha detto negro? Ho sentito distintamente la parola negro!

    Edited by KingRyuX - 11/5/2018, 22:11
  4. .
    Hi, I am a 30 year old man with autism and clinical depression and a receding hairline and a micropenis. I am hoping to raise money for a sex change to become an anime girl with pinku (pink) hair. In order to earn the required money I will become a professional Dota 2 player and compete at the International 4. That is my dream. Sorry for my perfect English (due to my autism).
  5. .
    Quando la morte di una persona viene presa come ispirazione per un episodio di X-Files, è chiaro che non si tratta di un evento normale: è il caso di Gloria Ramirez, soprannominata "la donna tossica".

    Gloria-Ramirez



    É il 19 febbraio 1994 e Gloria Ramirez viene portata d'urgenza al Riverside General Hospital: soffre di tachicardia e respiro irregolare, sintomi di uno stato avanzato di cancro cervicale.
    Le vengono somministrati diversi calmanti per regolare il battito cardiaco, ma quando ciò risulta inutile, viene usato il defibrillatore: a quel punto, sulla pelle della donna sembra formarsi una patina lucida ed oleosa e a sentirsi un odore simile ad aglio.
    Un'infermiera, Susan Kane, le estrae del sangue e sente uno strano odore di ammoniaca provenire dalla siringa e un'altra, Julie Gorchynski, nota delle particelle biancastre: a quel punto, Kane sviene e poco dopo Gorchynski si sente nauseata, prima di perdere conoscenza a sua volta. Quando una terza donna si sente male, lo staff è costretto ad evacuare tutti i pazienti del dipartimento di emergenza.
    Gloria Ramirez morirà poco dopo, a causa di un'insufficienza renale causata dal cancro.

    In tutto, ventitré persone si sentirono male, cinque vennero addirittura ricoverate e quella che subì le conseguenze peggiori fu Gorchynski, che soffrì di tremori e apnea, si ammalò di epatite e pancreatite e sviluppò un'Osteonecrosi al ginocchio.
    La prima autopsia su Gloria fu inconcludente, così come la seconda eseguita mesi dopo, dato che il corpo era troppo decomposto.

    Ma per quale motivo Gloria Ramirez causò tutto questo? Esistono varie teorie in proposito, ma nessuno è mai arrivato ad una vera soluzione:

    -La prima teoria parla di isteria di massa, dato che le persone maggiormente colpite erano sopratutto donne, e molte vittime di questi misteriosi malori dimostrarono di avere analisi del sangue pulite. Ma in realtà, pur essendo la più semplice, è la teoria meno probabile, data la gravità dei malesseri di Julie Gorchynski, non spiegati da semplice isteria.

    -La seconda, formulata dagli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory, ipotizza che la donna usasse il Dimetilsolfossido (o DMSO), un solvente utilizzato anche come analgesico, per curare i propri dolori: secondo loro, il DMSO si sarebbe convertito, a causa dei problemi ai reni dati dal cancro, in Dimetil solfone (DMSO2), un composto che cristallizza a temperatura ambiente, che spiegherebbe le particelle bianche nel sangue della donna.
    Successivamente, l'ossigeno somministrato e la defibrillazione avrebbero convertito il DMSO2 in DMSO4, Dimetilsolfato, un composto tossico oleoso e dall'odore simile a cipolla.
    Le prove contro questa teoria furono la parola dei suoi parenti, che negarono che lei utilizzasse questa sostanza, e i sintomi delle persone colpite, che parrebbero inconsistenti con l'esposizione al Dimetilsolfato. In più, non fu mai possibile replicare il misterioso evento in laboratorio.

    -Una terza teoria ipotizza come in realtà non fu affatto colpa della donna, ma di gas di Clorammine, formatosi a causa dell'unione di urina e candeggina in un lavandino, ma non fu mai davvero presa come possibilità.

    Probabilmente non si saprà mai cosa davvero successe quel giorno, ma di certo è un fatto così bizzarro che verrà ricordato ancora a lungo.



    Fonte
    Fonte
    L'episodio di X-Files ispirato a questi fatti è il 24esimo della prima stagione, "Nuove Creature" (The Erlenmeyer Flask)


    Edited by DamaXion - 5/5/2018, 19:53
  6. .


    one BOI band

    è una vergogna che un ragazzo così talentuoso non abbia il successo che merita sono proprio nato nella wrong generesción
  7. .


    siamo tutti slim shady






    tranne il vero slim shady che adesso fa i feat con Ed Sheeran
  8. .
    CAH partirà ufficialmente venerdì 20 aprile alle ore 21. Vi aspettoh!
  9. .
    "Impietrito in quella tenebra, dubitoso, tutta un’ora
    stetti, fosco, immerso in sogni che mortal non sognò ancora!
    ma la notte non dié un segno - il silenzio pur non fu
    rotto, e solo, solo un nome s’udì gemere: «Lenora!»"
    -Edgar Allan Poe, “Il Corvo”


    ---

    A Baltimora, Maryland, Stati Uniti, recati nell’edificio segnato 203 North Amity St. ed entra. All’interno dovrebbe esserci un tour. Unisciti al gruppo. La guida ti chiederà se desideri ricominciare la visita dall’inizio. Qui, dovrai rispondere: “No, semplicemente desidero vedere il Possessore del Dolore”.

    La guida ti lancerà uno sguardo beffardo e poi ti dirà che hanno già superato quella parte. Da adesso, se non hai notato le persone che conduce, scoprirai che tutti i membri sono bagnati in quello che sembra essere il loro stesso sangue, dalle ferite aperte sanguina un fiume rosso che scorre come un ruscello in fondo al corridoio dove hanno appena camminato. I loro occhi rappresenteranno biglie bianche che rotolano nelle loro teste. Da lungo tempo hanno abbandonato l’uso della vista, queste persone hanno cercato nell’oscurità quello che hanno perso. Le loro lingue ciondolano fuori dalla testa, una disgustosa pestilenza verde o piaga attacca l’interno delle loro bocche e lingue.

    E la guida innocente è il capo di queste anime dannate. Non cadere nei suoi trucchi. Girati e segui le tracce di sangue che i membri del tour si sono lasciati alle spalle.

    La scia dovrebbe raggiungere una porta, con una piccola pozzanghera che indica dove è iniziato il copioso sanguinamento. Bussa alla porta. Questo è il punto di non ritorno, comunque se avessi avuto intenzione di scappare non ti saresti mai recato a Baltimora, soprattutto in questa particolare casa.

    Aspetta fino a quando una voce calma e composta non ti dice di entrare. Se invece è brusca e rude, allora oggi è il giorno in cui gli alti poteri hanno deciso che tu non saresti dovuto esistere. E rimedieranno al loro errore usando il modo più doloroso possibile.

    Apri la porta. Nella stanza dovresti vedere un piccolo, pallido uomo seduto ad una scrivania a scrivere un diario. Non importa quando entri nella casa, il cielo dalla finestra vicino al tavolo sarà nero, senza luna e l’indivudio starà lavorando con una lampada ad olio. Oltre a questi dettagli, non sarai in grado di vedere nient’altro, perché la luce non può andare più lontana.

    Entra nella stanza. Ignora il rumore emesso dai tuoi piedi quando colpisci il pavimento, con un suono stridulo. Non guardare in basso per vedere di che colore sono diventate le scarpe. Allontana tutti i pensieri su quanto sembra caldo. E, ancora più importante, per prima cosa non dire niente sul fatto che c’è qualcosa sul pavimento.

    Quando raggiungi l’uomo, guarda quello che sta scrivendo. Sarà una lingua incomprensibile, inutile darci una seconda occhiata.

    Mentre scrive, lui dirà così: “Magari posso aiutarti con qualcosa?”

    Non rispondere nient’altro che “Mai più”. Se dirai qualche altra cosa, ti attaccherà immediatamente con una forza che ti causerà un dolore eterno in ogni nervo del tuo corpo. La morte non ti raggiungerà mai mentre estrarrà da te tutto ciò che appartiene al tuo organismo e banchetterà, prendendosi il suo tempo per masticare ogni tuo pezzetto prima di usare il tuo sangue per la sua penna stilografica.

    Scuoterà la testa. “Quindi, lo vuoi davvero? L’Oggetto che ho tenuto per così tanto? Ma non ho ancora finito”.
    Rispondi con: “Mai più.”
    Sospirerà: “Bene, allora. È tutto ciò che sai dire?”
    Ribatti: “Mai più.”
    Alzerà gli occhi dal suo taccuino, ma non da te: “Capisco. Guarda, ho bisogno di un introduzione per la storia che sto scrivendo e mi chiedevo se potevi spendere un minuto per ascoltarla…”
    Replica: “Mai più.”

    Dopo una breve pausa, si alzerà ed andrà alla finestra. “Bene, lo prenderò come un consenso. Allora, inizia con…”

    E comincerà a raccontarti una delle storie più disturbanti che tu abbia mai sentito, seconda a niente e a nessuno. Ti racconterà di un criminale infame che è fuggito da un certo manicomio. Il motivo per cui era là? Aveva ucciso e poi mangiato ogni persona che era entrata in contatto con lui prima del suo arresto, per una somma totale di ventitré vittime. Costretto a marcire in un manicomio per cinque anni, ha pazientemente aspettato una pena di morte, farfugliando di un salvataggio, di una fonte divina e della collezione che deve ancora finire. Allora, nel giorno della sua dolorosa fine, un fulmine ha formato un buco nella recinzione ed ha creato un’esplosione così potente da formare un foro abbastanza grande da farlo uscire.

    Ha corso fino a quando non poteva più farlo, e poi ha continuato. Poi è entrato in un altro manicomio ed ha chiesto al custode di vedere qualcuno. È entrato ed è uscito molto velocemente, portando un piccolo pacco nelle braccia.

    L’uomo ha continuato, a uccidere e divorare parzialmente qualsiasi cose gli si parasse davanti, in un’allegra baldoria sanguinaria, fino a quando ha raccolto facilmente più di 500 oggetti casuali. Poi, è scomparso senza lasciare tracce. Nessuno ha più sentito parlare di lui. La morale della storia? Quale morale?

    “Allora,” dirà l’uomo, “cosa ne pensi?”
    Di: “Mai più.”
    L’uomo farà una pausa. “Vuoi sapere chi era l’uomo? L’assassino?”
    Rispondi: “Tu?”
    Si volterà verso di te, il viso coperto dall’oscurità, mostrerà i suoi frastagliati denti rosa, il colore si illuminerà nel buio. “No…”
    Si avvicinerà e sussurrerà: “…sei tu.”

    Ora sarai in grado di vedere bene il suo viso. Sembrerà che tu stia guardando in uno specchio, poiché la sua faccia sarà un’esatta copia della tua, solo che l’uomo di fronte a te avrà del rosso che gli cola dal mento ed i suoi denti saranno limati fino ad essere rosa. Lui stringerà uno specchio.

    Sentiti libero di urlare. Quello che vedrai è il viso dell’uomo, che ora è diventato il tuo. Gli stessi denti, lo stesso sangue, lo stesso sguardo selvaggio degli occhi suoi.

    La prossima volta che batterai le palpebre, sarai nella stanza della casa, l’ora del giorno sarà la stessa di quando sei entrato nell’edificio. Sulla scrivania ci sarà un diario chiuso con la lettera “R” rosso sangue sulla copertina. Prendila e dirigiti al bagno. Sarà una buona idea toglierti quel sangue dalla faccia.

    Il diario è l’Oggetto 300 di 538. Ora hai l’ispirazione per portare rovina alle vite che tu sai. Comunque, la decisione di scrivere o no la storia, sta a te.

    ---

    "E il mio spirto, stretto all’ombra di quel circolo maliardo
    non potrà surger mai più!”
    -Edgar Allan Poe, “Il Corvo”




    Edited by Emily Elise Brown - 17/4/2018, 18:42
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    Buonsalve ragazzuoli, come da titolo, si pensava di riesumare l'iniziativa di Cards Against Humanity.

    Per chi non lo sapesse, CAH è nato come gioco da tavolo, per poi diventare anche un gioco virtuale; sostanzialmente, è un gioco basato su stupidità, crudeltà, cazzate e colpi bassi sul sarcasmo e sull'ironia dei suoi stessi giocatori.

    Le regole sono semplici: esistono due mazzi di carte nere e bianch, le prime servono a formulare una domando o una frase con degli spagli, le second a rispondere o riempire i buchi ( ͡° ͜ʖ ͡° ). Una volta formulata la risposta, i giocatori votano la combinazione più divertente e chi ottiene più punti vince.

    Ordunque, arrivando al punto saliente del tutto, vorremmo che decideste due giorni della settimana per giocare a questa figata questo bellissimo passatempo ludico. Potete scegliere anche l'orario che più vi aggrada per iniziarle. Dato che sabato normalmente si esce a far baldoria a meno che non siate dei cazzoni che stanno a casa a guardare i muri, è l'unico giorno che non appare nel sondaggio.

    Potete scegliere due orari diversi e specificare nei commenti in quale giorno li preferite.

    Ecco una piccola dimostrazione degli scleri delle genialate uscite da CAH:
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    Edited by Emily Elise Brown - 13/4/2018, 21:10
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    Mermaid Swamp (Palude della Sirena) è un gioco RPG realizzato con Wolf RPG Editor da Uri, la stessa ideatrice della serie “Strange Man”. È disponibile in lingua inglese ed è scaricabile qui.
    Esistono quattro finali diversi (di cui tre “BadEnd”) che dipendono dalle scelte effettuate dal giocatore.
    Per facilitare il completamento del gioco, all'interno dei file di gioco Uri ha inserito una guida descrivendo tutto ciò che occorre fare per proseguire nel gameplay.

    La protagonista della storia è Rin Yamazaki che con tre suoi amici, Yuka, Seitaro e Yuuta, stava facendo una piccola vacanza. Durante il viaggio però la loro auto smette di funzionare e i quattro ragazzi si ritrovano a piedi in mezzo alle montagne ed alla nebbia; fortunatamente un anziano signore li ospita nella sua casa, offrendo loro un riparo e del cibo.

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    Durante la cena, Yuka dice di non sentirsi bene e che andrà a dormire presto, quella notte Rin fa uno strano sogno nel quale la sua amica sembra essere in pericolo.
    La mattina seguente il vecchio dice che dovrà assentarsi per qualche giorno, ma permetterà ai giovani di restare in casa sua finché l’auto non ripartirà. Dopo colazione, Rin decide di vedere come sta la sua amica ma, non appena entra nella sua stanza, scopre che il corpo di Yuka si è inspiegabilmente gonfiato ed irrigidito, pertanto cercherà di chiamare i soccorsi senza riuscirci.

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    Cercando il modo di trovare aiuto, Rin scoprirà che la palude situata di fronte alla casa è la fonte di una terribile leggenda che coinvolge le sirene e il nome della famiglia che abita quelle terre.

    Rin ed i suoi amici dovranno affrontare eventi bizzarri, strane presenze e misteri inquietanti per riuscire a scoprire l’orribile verità che si cela dentro la leggenda della palude e delle sirene.

    E tu sei pronto ad immergerti in questo orrore?



  13. .
    Per il suo regalo lei aspetta che tutti siano andati a dormire. Poi, a casa muta, mi accompagna in punta di piedi fuori, nel giardino, sopra la neve croccante, sotto la notte azzurra.
    L'aria brilla glaciale. Lei ha decorato il melo con fili di lucette pallide che pencolano tristi dai rami e mettono ancora più freddo.
    Sotto quel melo mi prende le mani con le mani e gli occhi con gli occhi. "Come ti senti?" domanda "Come Julia Roberts alla fine del film" rispondo.
    Lei ridacchia e uno sbuffo di condensa le scappa fuori dai denti vorticando nel gelo scuro.
    "In questa famiglia è qui che si fanno le promesse importanti".
    E mentre lo dice arriva una brezza leggera in fuga da una stagione diversa.
    Guardo in basso. Senza sorpresa, mi scopro a volteggiare, le punte delle scarpe sospese a un palmo da terra.
    Lei mi stringe le dita e io mi sento come un piatto di cucina molecolare, freddo e caldo allo stesso tempo.
    Poi guardandomi comincia:
    "Io prometto..."

    Vedi.
    È sempre una questione di promesse.
    Cerchiamo chi è in grado di farci mantenere le nostre promesse e di quella persona, di solito, ci innamoriamo.
    All'inizio sono promesse facili da mantenere.
    Arrivare in tal posto a tal ora puliti, puntuali e ben vestiti.
    Essere cordiali, simpatici, attraenti, possibilmente diversi da chiunque ci abbia preceduto.
    Saper fare del sesso decente aiuta.
    Poi le cose si complicano un po'.
    Al candidato si richiede di mantenere promesse diverse.
    Promesse sul lungo periodo.
    Promesse di continuità.
    Promesse di felicità.
    Nei casi più estremi, promesse di fronte a testimoni.
    Io non sono mai stato bravo con le promesse.
    Chi l'avrebbe mai detto, vero? L'uomo con le borse sotto gli occhi e le braghe del pigiama non sa mantenere la parola data.
    Così, tanto per non sentirmi ipocrita, ti ho promesso con sempre maggiore cautela. Ti ho promesso sempre di meno.
    Ma dentro la mia testa giuro di no. Dentro la mia testa continuo a farti promesse e a mantenere quelle promesse.
    Un po' pochino, dici?
    La verità è che temo di non poter essere migliore di così. Ma posso inventare qualcuno che è migliore di così.
    E scriverlo.
    E fartelo leggere.
    E leggendolo forse capirai che non è pigrizia, è paura.
    E questa è la mia promessa.

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    Gabriele: Si può sapere che cosa stai facendo?
    Luca: Pulisco la camera.
    Gabriele: Da cosa?
    Luca: Uhm. Dal sesso.
    Gabriele: Ah ovvio, stupido io che l'ho chiesto.
    Luca: Era un coefficiente di difficoltà otto. Anche otto e mezzo. Guarda qui, dovrò far ritinteggiare.
    Gabriele: Perdonami, un che?
    Luca: Un coefficiente di difficoltà. Dai, le basi. Da uno a quattro è sesso standard. Da quattro a sei è passionale. Da sei a nove è animalesco. Sopra il nove c'è bisogno di una carrucola, di un patentino o devi essere uno di quei tizi del Cirque du Soleil.
    Gabriele: Non mi dirai che è la cosa più perversa che hai fatto con una donna.
    Luca: Ma figuriamoci.
    Gabriele: Allora qual è?
    Luca: Cosa?
    Gabriele: La cosa più perversa che hai fatto con una donna.
    Luca: Ci ho vissuto insieme per cinque anni.

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    Camilla: Come stai?
    Gabriele: Bene.
    Camilla: Posso stendermi con te?
    Gabriele: Uhm.
    Camilla: Come ti senti?
    Gabriele: Solo.
    Camilla: Ti senti solo?
    Gabriele: Solo. Sì. Solo. Non tanto. Forse appena un po' più solo del normale.
    Camilla: Mi dispiace.
    Gabriele: Non devi. Succede di sentirsi soli ogni tanto. Tu ti sentivi sola oggi pomeriggio.
    Camilla: Sì.
    Gabriele: E come abbiamo risolto?
    Camilla: Mi hai parlato.
    Gabriele: Io non voglio parlare. A me basta tenere l'orecchio qui, sul tuo seno sinistro.
    Camilla: Cosa vorresti?
    Gabriele: Non lo so. Tenere l'orecchio sul tuo seno sinistro è un buon compromesso tra quello che voglio e quello che posso avere.
    Camilla: Vuoi sentirti meno solo?
    Gabriele: Sì. No. Vorrei... vorrei che qualcuno mi fermasse chiamandomi dall'altra parte della strada, attraversasse e mi venisse a dire “no, non sei solo”.
    Camilla: Questo lo fai tu.
    Gabriele: Eh?
    Camilla: Lo fai tu. Sei tu il tizio che ogni tanto attraversa la strada e dice a qualcuno che non è solo.
    Gabriele: Lo pensi sul serio?
    Camilla: Sì.
    Gabriele: Devo scrivere.
    Camilla: Cosa?
    Gabriele: Questa cosa, questa cosa che ci stiamo dicendo. Devo scriverla. Forse è quello. Forse ho solo bisogno di scrivere.
    Camilla: Di scrivere cosa?
    Gabriele: Di scrivere che sono solo. E poi leggerlo. A voce alta. Tutto quello che scrivo, quando lo rileggo, sembra sempre così falso. Forse lo sembrerà anche il fatto che sono solo.
    Camilla: Smettila. Non sei solo. Hai me. E poi ci sono i tuoi amici. E tutti ti vogliono bene.
    Gabriele: Questo non significa…
    Camilla: Non significa?
    Gabriele: Niente. Canteresti per me?
    Camilla: Cosa vuoi che canti?
    Gabriele: Quello che vuoi.
    Camilla: Va bene.
    E allora lei ha cantato quello che voleva.
    Gabriele: Grazie.
    Camilla: Grazie di cosa?
    Gabriele: Grazie di avermi portato via.
    Camilla: Non ci siamo mossi.
    Gabriele: Be', mi hai portato via lo stesso.

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    "Dove va questo treno?"
    "Va dove vuoi tu"
    "E perché sta fermo?"
    "Perché va dove vuoi tu"

    In un passato abbastanza recente ho sofferto di depressione. Poi un giorno è sparita.
    Sapete come è sparita? Ho conosciuto chi la depressione ce l'aveva veramente.
    È incredibile quanto bene faccia incontrare qualcuno che sta peggio di te.
    Frequentando questa persona mi sono reso conto che essere un ragazzetto triste e un po' ansioso non faceva di me un depresso.
    La depressione, quella cronica, non è tristezza. La depressione non è ansia. E non è sconforto.
    La depressione è catrame.
    Ti si solidifica dentro in un tempo troppo lungo perché tu possa rendertene conto e alla fine quando capisci di esserci, di essere là dove tutti gli altri non sono, è troppo tardi. E tornare indietro diventa la più grande, eroica, dolorosa, agonizzante, infelice impresa della tua vita.
    Conosco due persone che ce l'hanno fatta.
    Credo. Spero.
    La cautela è d'obbligo in questi casi. Basta guardarli negli occhi mentre ne parlano. Occhi da alcolisti anonimi, da spie in piena Guerra Fredda. Guardinghi e sospettosi, terrorizzati all'idea di ricascarci dentro da un momento all'altro.
    Uno di loro non la chiama neppure depressione, dice che il termine lo deprime. La chiama labirinto. Il mio labirinto. Mi sembra spieghi un sacco di cose in un colpo solo.
    Conosco anche due persone che non ce l'hanno fatta. Una si è persa, l'altra si è uccisa.
    Quando me l'hanno detto, me l'hanno detto così: si è uccisa. E io sono arrossito. Si è uccisa, ho pensato, che modo orribile di dirlo.
    Invece è il modo giusto. Quando combatti contro la depressione non combatti contro un virus, un morbo o un dolore, combatti contro te stesso. Contro un'ombra che ti sta dentro al posto che fuori e ti toglie la voglia di lottare.
    I depressi non sono larve umane, chiuse in casa o stese sul letto a contare le macchie sul soffitto. Non subito almeno. Vanno al lavoro, portano a scuola i figli, fanno la spesa. Poi le cose rallentano. Poi rallentano ancora. E poi ancora. E diventano pesanti. Idee, sogni, ambizioni, dolori, ansie, paure si pietrificano e guadagnano un peso specifico.
    La depressione non spazza via i pensieri, li trasforma in soprammobili.
    Vorrei poter dire dell'altro, dare consiglio o aiuto. Non sono in grado, non ne ho le competenze.
    Una cosa però provo a dirla.
    Ognuno ha la sua ombra personale e la sua guerra personale, da questo non si scappa.
    L'unica cosa che possiamo fare è contarci, riconoscerci e ricordare che, se siamo qui, è perché abbiamo deciso di combattere.

    Edited by RàpsøÐy - 14/4/2018, 11:55
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    Secondo me, la lunghezza non è un problema. Però non era automatico che il protagonista inseguisse il bambino nel bosco: questo, semmai, potrebbe non funzionare.
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258 replies since 7/12/2016
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