"Yeah, that's right!"
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È quando Mr. Pagliacci uscì che il Professor Markus entrò Tempie rigide, pelle lattea, cravatta centrata neanche un po' Tremava, rabbrividiva, si scompigliava alla carlona Finché il Dottore lo accolse, e gli dispose una poltrona.
"Mio buon Professor Markus" disse il Dottor, molto crucciato "La conosco come un uomo certo logico, assennato Di distacco ed empatia al par di tutti sa avvalersi E trovarla in questo stato è cosa triste sì a vedersi.
Di rimedi all'Isteria ve ne sono in quantità Morfina, tè, tabacco o anche il sonno, come sa Ma prima è d'uopo dirmi a cosa debbo questi affanni"
L'uomo disse, meglio urlò: "quest'oggi ho perso a scacchi"
Il dottore domò il riso. "Imperdonabile peccato, Ho sentito dir da molti che in quel gioco lei è ferrato, Chi è il signor ritorto a cui dobbiam simil smacco? Spezzando il suo buon senno e portando il suo re in scacco."
"Il Turco", squittì Markus "nella Gran Fiera, il più gran prezzo Un automa ottomano alto appena un metro e mezzo La parte uguale agli uomini consiste almeno in un torace Le sue dita d'orologio oltre la mente più efficace
Il suo viso intagliato in legno, con gli occhi in vetro fatto Mosse il cavallo verso me, mentre andavo un po' distratto Rimasi esterrefatto, e un forte brivido serpeggiò Così accettai la sfida, la partita così iniziò.
La strategia che avevo era tatticamente insuperata Ma per ogni pezzo preso, due dei miei ne ricavava Bruciò ogni mio piano con una mossa a lui assestata E realizzai la mia sconfitta con la seconda torre andata
Con ogni trucco, clic rotatorio, galoppando verso il suo premio, Un'intelligenza gelata, spiatata, l'occhio freddo, quello di un genio Rovesciai il mio re e sì, mi arresi, per dimenticare che Quella creatura è un mostro, più acuta già di me."
Il Dottore tuonò col ridere: "Il mio uomo... e una facezia Ad averti ingannato e lasciarti malato è stata una semplice inezia, Una persona si celava nel petto e scrutava per due vetrati spiragli, Egli orchestrava l'avanzata del Turco attraverso meccanici incagli,
Ogni mossa dell'uomo meccanico sostava alla sua volontà Il fatto che il Turco non abbia mai perso va solo alla sua abilità E or che abbiam risolto il tutto via apparenza, ormai direi verità Il suo avversario era umano, la sua paura non si dissipa già?
Il Professor Markus sostenne la testa, con un lento sospiro di inferno "No, Dottore. Sono appena uscito...
Ero io l'uomo al suo interno."
[È stato carino cimentarmi in questa traduzione, forse anche più di una "traduzione". Vi lascio ovviamente il testo originale, senza contare che quest'ultimo l'ho preso nelle CP da tradurre. Ci sono cose che mi lasciano insoddisfatto a livello metrico, non ho contato con le dite ogni singolo verso ma sono andato pigramente a orecchio. Spero di aver lasciato il senso originale (inutile dire che il testo originale è moooooooolto meglio) ma adattare parole, senso, quel che di cantilena pregnante di senso tutto insieme è difficile e richiede tanto lavoro. Chiederei a voi come avreste tradotto un certo verso... chissà che non ne viene fuori qualcosa di più costruttivo! Ditemi comunque se va bene così. Da qui Per chi non avesse capito niente, non c'è granché da immaginare. C'è un uomo che entra dal Dottore e gli dice che ha perso a scacchi contro un automa che ha incontrato in una fiera, automa che superava le sue tattiche insuperabili. Il Dottore la prende a ridere e dice, ehi amico, non hai affrontato veramente un automa, ma era un uomo dietro un costume semplicemente più acuto di te. E invece... più ci pensi, meno ha senso. E quel poco che trovi per spiegarlo è comunque misteriosamente affascinante. È un testo intelligente, ben scritto e con una bella atmosfera a cui forse non ho dato giusta dignità. Per questo attendo, più che un vostro parere, una vostra espressione creativa. Figo, no?]
Edited by DamaXion - 3/5/2019, 21:46
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