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-E mi raccomando, non lasciare il tuo bicchiere incustodito...-
- Sì sì "perché malintenzionati potrebbero metterci dentro qualcosa" - Lo canzonó Marco, - lo so papà, ciao e... grazie per lo strappo! -
Scese dalla macchina chiudendo piano la portiera e avviandosi frettolosamente verso l'ingresso della villa che ospitava la festa. Notò l'espressione sconsolata del padre, sperò che non si fosse offeso, ma preso dall'euforia dell'imminente divertimento gli passò presto di mente. La villa era piena di gente, e a Marco la cosa piacque: statisticamente, più gente era presente e più alte erano le possibilità di poter rimorchiare qualche bella ragazza. E una volta rimorchiata una bella ragazza era un attimo portarla in un posto isolato e... No! Non doveva pensarci, non ancora, scene di sangue e violenza si propagarono nella sua testa. Mise nervosamente una mano in tasca, la musica tecno accompagnata dal frastuono dei giovani iniziava ad infastidirlo. Sentì un'oggetto freddo e rigido, in cui riconobbe il suo serramanico con impugnatura in osso di cervo. Sbiancò... non ricordava di averlo preso... esattamente come l'ultima volta. Vide Chiara V., prima sorridente, poi fare un'espressione di dolore guardandosi l'addome, e infine piantargli gli occhi addosso, occhi pieni di puro terrore. Sentì addosso umido calore, e vide il suo sguardo perdere luce e il suo esile corpo accasciarsi al suolo... "No! Basta! Non devo pensarci, non deve... risuccedere.” Il panico si impossessò di Marco, cercò con lo sguardo un'uscita, un bagno, qualunque posto adatto a disfarsi dell'arma una volta per tutte. Arrivò in una stanza meno affollata, entrò quasi correndo finendo per scontrarsi contro un ragazzo ubriaco che barcollava, facendo cadere entrambi rovinosamente a terra. Una mano si tese verso di lui, lo aiutò a rialzarsi e fu sollevato nel riconoscere Francesco, il suo migliore amico. Lo salutò con una vigorosa pacca sulla spalla, dopo averlo fatto rialzare. Voltandosi per chiedere scusa si accorse con stupore che il ragazzo sembrava sparito, ma non diede molta importanza alla cosa.
Il sollievo si tramutó in panico, Marco si mise una mano in tasca pensando ad una scusa per allontanarsi un attimo. Se Francesco avesse visto il coltello avrebbe ricollegato tutto e per Marco sarebbe stata la fine. Con suo grande stupore la sua mano incontrò solamente la stoffa dei jeans. "Il coltello deve essermi caduto nell'impatto" si guardò velocemente attorno per verificare se effettivamente fosse da qualche parte sul pavimento, ma non vide nulla. " Al diavolo sarà finito sotto qualche mobile, meglio così..."
Sì rese conto che Francesco lo guardava in modo strano, così abbozzò un sorriso forzato. -Ma cosa ti prende ? Sembra che hai visto un fantasma...- Ridacchiò e gli porse un bicchiere di plastica trasparente, contenente ghiaccio, menta ed un liquido trasparente. Notò che ne aveva uno in mano identico, anche se vuoto per metà. Marco non era un grande esperto, ma riconobbe il cocktail come mojito, il preferito di Francesco. Quest'ultimo alzò la spalle - Volevo aspettarti giuro...Ma sai com'è il mio rapporto con l'alcol! - La risata del suo amico lo rilassò " Stupido grassone alcolizzato, non capiresti come sono andate le cose nemmeno se te lo confessarsi... ", accettò il cocktail e ne sorseggiò un po’ dalla doppia cannuccia. Notò, senza dargli troppo peso, che il tipo di musica era cambiato, diventando più soft. Immaginò che nel salone della villa stessero ballando un lento, e fece per proporre al suo amico di andare a vedere, quando si sentì improvvisamente strano. Iniziò a sentire il pavimento poco stabile, come se si stesse sciogliendo, e la vista offuscarsi. Mentre vacillava notò che le casse ora emettevano una melodia inquietante, funesta e soprattutto terrificante. Mentre perdeva sensi si rese conto che tutti i presenti nel soggiorno avevano indossato delle strane maschere. Si sentì afferrare per le braccia e sorreggere, una figura in cui Marco riconobbe l'ubriaco di prima gli si parò davanti, indossava una maschera rossa con sfumature nere. Si sfilò la maschera con un gesto teatrale e ciò che vide lo terrorizzò. Il ragazzo non era affatto ubriaco e non era uno sconosciuto ma Paolo V., e teneva il suo coltello in osso di cervo in mano.
Edited by Emily Elise Brown - 14/9/2018, 20:54. -
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Ripulisco e smisto . -
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Mi è parso tutto un po' troppo... casuale? Ho faticato non poco a stare appresso al filo che collega tutto il racconto e la fine mi è sembrata totalmente messa a caso. Non mi è piaciuta. . -
.Mi è parso tutto un po' troppo... casuale? Ho faticato non poco a stare appresso al filo che collega tutto il racconto e la fine mi è sembrata totalmente messa a caso. Non mi è piaciuta.
Anch'io l'ho trovata troppo casinistica e frettolosa.. -
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Sarebbe l’estratto di un qualcosa di più grande in realtà, vi ringrazio per il vostro giudizio negativo, lo aggiungerò alla lista di cose di cui non me ne importa niente. 
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Pippinn.
User deleted
Sarebbe l’estratto di un qualcosa di più grande in realtà, vi ringrazio per il vostro giudizio negativo, lo aggiungerò alla lista di cose di cui non me ne importa niente.
dab
sans undertale.
