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Uno zingaro zoppicava in un vicolo desolato, trascinando le proprie gambe a fatica. Era sudicio, i vestiti strappati e ricoperti di sporcizia, e si muoveva lentamente alla ricerca di tesori nascosti nei bidoni della spazzatura. Ne scrutava l'interno, immergendo le mani in quei pozzi neri e senza fondo, sperando di trovare una singola ricchezza, qualcosa che per lui potesse valere tanto e fosse in grado di salvargli la vita: resti di cibo, indumenti usati da poter indossare, coperte macchiate con cui sarebbe stato in grado di proteggersi dal freddo.
Ma quella notte di lavoro, rigida e umida e con la luna pallida, non portò buoni risultati. Il povero zingaro aveva sollevato il coperchio di diversi bidoni, e sporgendosi dentro non aveva trovato che bucce di frutta, sacchi bucati e frammenti di tela, oggetti privi di utilità per lui.
Fu sul punto di arrendersi, di abbandonarsi al proprio destino, quando un luccichio destò la propria attenzione. La luce di un lampione, intorno a cui le mosche ronzavano in enormi sciami, illuminava una fetta di pizza posta sul bordo di una pattumiera, che oscillava lentamente come un'amaca mossa dal vento d'inverno.
Lo zingaro si avvicinò allora al suo pasto agognato, osservandone la mozzarella giallognola. L'aspetto era a dir poco appetitoso: il pomodoro, di un rosso vivido e punteggiato di nero, pareva una melassa deliziosa, della giusta consistenza. Scelse di mangiarla, perché la fame era troppa e gli attanagliava lo stomaco; comunque, non fece a meno di notare che qualcosa di strano aleggiava intorno a quel bizzarro alimento, così perfetto seppur lasciato all'aria aperta e all'interno di un recipiente tutto zozzo. La divorò in pochi bocconi, e subito la sua pancia prese a tremare e ad emanare strani gorgoglii di tormento.
Lo zingaro cominciò a vomitare, fino a svuotarsi la pancia. Poi sentì le mani intorpidirsi, e le osservò entrambe, rivolgendo lo sguardo alle palme. Una strana sostanza nerastra aveva iniziato il suo lungo decorso, ricoprendo dapprima le punta delle dita e infine espandendosi su tutto il corpo.
Era un liquido viscoso, corrosivo, e presto lo zingaro venne avviluppato completamente e disciolto in una pozza fumante su cui crescevano bolle a dismisura. Dello zingaro che si aggirava da quelle parti, nessuno seppe più niente.
Edited by M for Mikelo - 21/5/2017, 23:19. -
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Ripulisco e smisto in Creepypasta. . -
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Ha un finale troppo precipitoso, secondo me . -
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"E lo zingaro si trasformò... in un pezzo di pizza."
Carina la storia, il finale rimane incognito fino alla fine, anche se forse arriva troppo in fretta.
Comunque non mi è dispiaciuta, bravo!. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Salvini sborrerebbe
Non male, però come ha detto Girl Killer il finale è troppo precipitoso, e sembra molto a caso.... -
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A me non è sembrato precipitoso, il finale.
Non è creepy, credo sia invece molto surreale, sfuggente come una coltellata, veloce.
Non male, M per Mantova, non male davvero.. -
Levy.
User deleted
è un po'... Bho, bizzarra. Non saprei come descriverla. è scritta bene, però mi ha lasciata un po' perplessa xD
Sarebbe carino farci una serie, magari spiegando, a mano a mano, chi lascia in giro quelle fette di pizza o il perché.
Forse è un'idea stupida, però chissà...SPOILER (clicca per visualizzare)Non fidatevi delle pizze abbandonate. -
Lupo Alfa Affamato.
User deleted
Era un'arma chimica di Matteo Salvini. . -
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Non lo so, il finale viene troppo all' improvviso e di solito preferisco le cose che hanno un minimo di spiegazione. Comunque non male. . -
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Scritta bene, crea la situazione e la giusta atmosfera. Forse il finale è un po' sbrigativo, ma merita! Bella .