Le misteriose morti di Bruce e Brandon Lee

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  1. ReaperBrown
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    Quale fine per il combattente più famoso del cinema?

    Le stelle del cinema non hanno sempre combattuto allo stesso modo.
    C’è uno stile di confronto per ogni genere di film, dai combattimenti cappa e spada de “Il Conte di Montecristo” a “I Tre Moschettieri”; dalle lunghe attese di un duello con le pistole dei film di Sergio Leone, alle semplici scazzottate tanto care ai film di Bud Spencer e Terence Hill.

    Da qualche decennio a questa parte sembra però che la scelta più comune sia un frenetico scontro a colpi di arti marziali.
    I nomi legati a queste discipline e i suoi spettacolari usi davanti alla macchina da presa sono tanti: da Chuck Norris a Jackie Chan a Tony Jaa.

    Tuttavia, la persona a cui si deve la diffusione di questa pratica e il fatto che le arti marziali siano diventate famose e praticate in tutto il mondo è senza dubbio Bruce Lee.

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    Uno dei personaggi più famosi del XX secolo e forse l’esperto di arti marziali più influente della storia.
    Egli è ricordato per i suoi film e per i suoi sforzi nella diffusione delle arti marziali al di fuori dei Paesi orientali; non di meno per la creazione del suo stile personale – il Jeet Kun Do – ed infine per l’apparente maledizione che sembra aver gravato su di lui e suo figlio Brandon.

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    Brandon Lee come il padre aveva intrapreso la carriera di artista marziale, in principio in film di medio-basso livello, fino alla consacrazione
    che porta il nome de "Il Corvo", ma che purtroppo decretò la fine della sua vita.

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    Sia Bruce che Brandon morirono prematuramente in circostanze misteriose, entrambi mentre stavano realizzando i film che li avrebbero portati ad avere un successo planetario.



    LE OMBRE SULLA MORTE DI PADRE E FIGLIO

    Come detto in precedenza entrambi i Lee sono morti, infatti in circostanze misteriose, e non sono poche le persone che pensano che i decessi siano collegati.

    LA MORTE DI BRUCE LEE

    Il 10 maggio 1973, negli studi della Golden Harvest, durante le sessioni di doppiaggio de "I tre dell'Operazione Drago", Lee fu colto da un attacco di vomito, febbre alta e forti convulsioni. Venne immediatamente trasportato all'ospedale più vicino, dove riscontrarono la presenza di un edema cerebrale. Gli fu così somministrato del mannitolo, un medicinale atto a ridurre il gonfiore al cervello, che gli salvò la vita.
    Lo stesso male, tuttavia, lo colse inesorabilmente due mesi più tardi, esattamente il 20 luglio 1973, all'età di 32 anni.
    Si trovava a Hong Kong a casa di Betty Ting Pei, entrambi avevano appuntamento col produttore Raymond Chow per discutere di un film in produzione, "Game of Death". Per cercare di alleviare una forte emicrania, Lee assunse una pastiglia, datagli da Betty, di Equagesic, contenente sia aspirina che meprobamato, e si addormentò senza più svegliarsi.
    Fu trasportato al Queen Elizabeth Hospital, dove un'autopsia mise in evidenza come il cervello di Lee, che mediamente in un adulto pesa attorno ai 1.400 grammi, ne pesasse 1.575 (un aumento del 13%).
    Le uniche due sostanze rinvenute nelle analisi del sangue durante l'autopsia, furono i due componenti dell'Equagesic.
    Tuttavia alcuni dubbi sono sorti per via del fatto che il medico che eseguì l'autopsia, tale Peter Wu, ritrattò il suo referto, non dicendo mai quali fossero le reali cause della morte dell'attore. E lasciando un mistero attorno alla morte di Bruce Lee.



    La morte di Lee scatenò un fiume di teorie fantasiose, che divennero vere e proprie paranoie quando Brandon Lee seguì lo stesso destino.

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    LA MORTE DI BRANDON LEE

    La morte di Brandon, avvenuta il 31 marzo 1993 a Wilmington (Carolina del Nord), è legata invece ad uno dei film più ‘maledetti’ della storia del cinema, al pari della trilogia di Poltergeist e il film “Rosemary’s Baby”: “The Crow”, da noi conosciuto come “Il Corvo”.

    L’incidente che portò alla dipartita dell’attore fu solo l’ultimo di una serie di strane circostanze, che vanno da incidenti con cavi scoperti, ad un operaio che si schiantò con la sua macchina in un laboratorio del set, a sparatorie avvenute poco lontano dalla locazione.

    La tragedia fu causata da una disattenzione dello staff, che non aveva controllato con la perizia necessaria la pistola che doveva servire per la scena. Per motivi di tempo, non avendo colpi a salve, alcuni membri della troupe comprarono proiettili veri e ne rimossero la polvere da sparo all'interno, ricongiungendo il proiettile alla capsula a percussione.
    La pistola venne usata in diverse riprese, ma all'interno della canna rimase bloccato un proiettile per via di una carica debole.
    Il difetto passò inosservato e l'arma venne poi ricaricata con proiettili a salve per poi essere usata per girare la scena fatale.
    Per via della breve distanza e della canna ostruita, una carica a salve fu sufficientemente forte da far partire il proiettile bloccato che colpì Brandon all'addome.

    Il regista, Alex Proyas dichiarò:

    “Lo vidi crollare a terra, con un lamento, il foro del proiettile mi parve perfettamente simulato e il sangue era forse fin troppo abbondante, ma nel complesso la scena era riuscita a meraviglia e dopo aver gridato “stop” dissi che ne avremmo girata un’altra, più che altro per sicurezza”.

    Peccato che sul set tutti si mossero per rigirare la scena e Brandon Lee rimase disteso al suolo, immobile.

    “Visto che non si muoveva, mi avvicinai a lui – ricorda il regista – notai che la macchia di sangue continuava ad allargarsi. Mi chinai, toccai con il dito quel liquido. Era tiepido e denso, come sangue… sangue vero… sul set cadde un silenzio di morte. La prima persona a capire fu Eliza Hutton, fidanzata di Brandon, che faceva parte del cast come assistente alla produzione. Lanciò un urlo e si precipitò verso Brandon, mentre io mi rendevo conto che respirava debolmente e che le sue condizioni dovevano essere gravi”.

    Brandon venne trasportato d’urgenza al più vicino ospedale. I dottori trovarono un corpo metallico nello stomaco che gli provocò la ferita mortale. Morì di lì a poco e la morte fu dichiarata accidentale.

    La scena fatale è quella in cui all'appena resuscitato Eric, tornato nella sua abitazione e turbato dai ricordi di quella tragedia, ritornano alla mente le dinamiche della sua morte. In quel momento l'arma che lo uccise era in mano all'attore Michael Massee (Funboy) il quale, inconsapevole del suo malfunzionamento, lo colpì ferendolo gravemente.
    Come già detto dopo l'incidente, Brandon fu ricoverato d'urgenza al "New Hanover Regional Medical Center" di Wilmington, dove morì dopo una vana operazione di circa dodici ore.
    I dubbi su questa morte sono notevoli, è possibile che in una produzione di Hollywood, con milioni di dollari spesi sul film, possano capitare accidentalmente eventi di questo genere e causare il decesso dell'attore protagonista?
    O la verità è che la pistola fosse stata realmente caricata con proiettili veri con lo scopo di uccidere Brandon Lee?






    QUALE LEGAME DIETRO LE DUE MORTI?

    La leggenda vuole padre e figlio vittime consapevoli della stessa mano: quella della Triade, la spietata mafia cinese, che secondo molti è la vera responsabile della morte di padre e figlio.
    Consapevoli, perché entrambi sapevano quale maledizione li perseguitava.

    Nella ricostruzione dei suoi fan, tutto ha inizio alla nascita di Bruce, il quale fin da subito comincia a recitare in diverse produzioni locali grazie al padre, attore famoso, ed alla Triade, da questi invocata a sostegno del futuro del proprio figlio.
    Alcuni collegano la presenza della Mafia cinese nella vita dei Lee al fatto che il diciottenne Bruce, durante una rissa particolarmente violenta, picchiò brutalmente il figlio di un alto membro dell’organizzazione criminale.
    Altri, più semplicemente, alla posizione predominante che la Triade occupava nel mercato del cinema ed al suo desiderio di voler ‘gestire‘ gli affari della giovane promessa dei film di Hong Kong, il quale rifiutò decisamente, ed ai puristi delle arti marziali, che non volevano fossero ‘esportate‘ in occidente.
    Comunque fosse andata, la leggenda narra che la Mafia cinese maledì Bruce, assicurandogli che lo avrebbe stroncato quando meno se lo aspettava e che avrebbe colpito lui ed i suoi discendenti. Così fu.
    Triade o no, entrambi morirono in circostanze più o meno misteriose e più o meno alla stessa età, intorno ai trent’anni.
    Ed è una coincidenza molto strana.


    IMAGE

    Come prova dell’esistenza di una vera e propria macchinazione criminale, i fan adducono la pellicola ‘L’ultimo combattimento di Chen‘ (di cui sopra ne vediamo un'immagine), un lungometraggio postumo composto da spezzoni tratti da immagini di repertorio, nato da una sceneggiatura rimaneggiata dallo stesso Bruce Lee poco prima del suo decesso.
    Il film narra le vicissitudini di un’affermata star di action-movies di Hong Kong che rifiuta le pressanti offerte di management di una potente organizzazione criminale, che fa in modo che venga ucciso con un colpo di pistola che avrebbe dovuto essere sparato a salve; una denuncia autobiografica, secondo gli appassionati.

    Purtroppo non sarà mai chiaro se i motivi che hanno portato al decesso i Lee, siano stati un triste disegno del destino, o se qualcuno abbia macchinato il tutto per ucciderli.


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    Bruce Lee giace nel lotto 276 del Lake View Cemetery di Seattle accanto al figlio Brandon Lee.



    Edited by ReaperBrown - 9/2/2017, 19:02
     
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