Trasmoz

Il paese spagnolo scomunicato e maledetto due volte per stregoneria

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    Quello che oggi è un piccolo comune di soli settantanove abitanti, geograficamente situato nella comunità autonoma di Aragona, ai piedi della catena montuosa Moncayo, era un tempo una terra nota per la pratica delle arti arcane, scomunicata e maledetta per ben due volte.
    Il paese in questione, porta il nome di Trasmoz.

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    In foto, tutto ciò che oggi rimane della città: il suo castello in rovina.

    Ancor prima, però (nel XII secolo, per l'esattezza), Trasmoz era una fiorente comunità, ricca di miniere di ferro e argento e vaste riserve di legna come pure di acqua. La sua popolazione era composta principalmente da ebrei, arabi e cristiani. La città era, inoltre, sede di molti laici che grazie ad un regio decreto dovevano pagare le tasse al vicino monastero di Veruela, condizione che per la Chiesa era intollerabile. È risaputo che, nel castello, durante la notte, venissero battute monete false dai suoi occupanti e che i rumori e le fragorose risate provenienti da esso suscitassero l'interesse e la paranoia dei viandanti che si ritrovavano nei paraggi. Queste voci vennero rimaneggiate fino ad arrivare alla chiesa come accuse di stregoneria; secondo quest'ultime infatti, gli abitanti del castello avrebbero celebrato, di notte, riti oscuri e creato decotti maligni e incantesimi. E così, l'abate di Veruela colse al volo l'occasione, chiedendo all'arcivescovo di Tarazona (la città più grande nelle vicinanze) di scomunicare l'intero villaggio (che Papa Innocenzo IV teneva d'occhio già da un po'), negando la confessione e i sacramenti ai suoi occupanti. Gli abitanti rifiutarono il pentimento, così, dopo anni di tentativi di conversione, il monastero deviò il corso d'acqua che passava per il paesino, negandone l'approvigionamento idrico principale. In risposta, il governatore di Trasmoz, Pedro Manuel Ximenez de Urrea, dichiarò guerra al monastero ma, prima che la situazione diventasse ingestibile, Re Ferdinando II finalmente intervenne, dando ragione a Urrea e a Trasmoz.

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    La questione sembrò conlcudersi lì ma, dopo svariati anni, il monastero non voleva ancora lasciare in pace la città, così chiese l'aiuto diretto di Papa Giulio II che, nell'anno 1511, l'autorizzò a scatenare su Trasmoz il più potente anatema che la chiesa abbia mai concepito: Il Salmo 108 del Libro dei Salmi. Così, il paese ricevette la sua seconda scomunica, stavolta per mano del Papa, che solo un altro Papa avrebbe potuto revocare.

    Ciò non avvenne mai.

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    Papa Giulio II, 216° Papa della chiesa cattolica, 5/12/1443 - 21/02/1513.

    Quelli che seguirono furono anni oscuri per la cittadella che, da diecimila abitanti nel XV secolo, passò ad una popolazione di sole sessantadue persone. Il castello venne abbandonato e raso al suolo nel 1520 e non venne più rioccupato; ancora oggi è possibile intravedere le sue rovine sulla sommità della collina. Il paese oggi non ha negozi, nessuna scuola e neanche un bar. Molte case sono in rovina e le strade sono quasi vuote.
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    L'unica cosa ad essere restaurata fu la torre, dove oggi vi è un piccolo museo sulla stregoneria, una collezione di accessori di magia nera, tra cui scope, crocifissi neri e calderoni, e una statua di ferro battuto dell'ultima strega della città, uccisa nel 1860: La Tia Casca. Essa fu incolpata di aver scatenato un'epidemia mortale, di cui tutt'oggi si ignorano le cause, e venne gettata in un pozzo.

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    La statua di ferro de "La Tia Casca".

    Ancora oggi, a giugno, si tiene la festa in memoria del passato del paese di streghe e di arti oscure, chiamata "Feria de Brujeria", ovvero, "Il Festival della stregoneria", che include un mercato dove avviene la svendita di lozioni e pozioni curative tratte da erbe e piante allucinogene, che crescono nelle montagne circostanti Moncayo; versioni teatrali delle torture che venivano inflitte alle streghe e, addirittura, una cerimonia che consiste nell'elezione della strega dell'anno.

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    Una foto della festa delle streghe.



    Grazie alla sua nomea, Trasmoz oggi gode di un grande afflusso di turisti provenienti da ogni parte del mondo, ansiosi di intraprendere un misterioso viaggio, fra i resti del luogo, di storia e di magia, dando una grossa mano all'economia locale.
    Chi raggiunge il posto in cerca avventura, rimane sempre soddisfatto ma i suoi abitanti sanno meglio di chiunque altro che il suolo su cui camminano è uno dei più blasfemi e corrotti al mondo.

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    Edited by RàpsøÐy - 7/2/2017, 18:26
     
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  2. ReaperBrown
         
     
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    Ripulisco e smisto
     
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    Ripropongo.
     
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    Un paese scomunicato e maledetto?

    Per ben due volte?

    Dovrebbe chiamarsi Trasgrymoz.
     
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3 replies since 31/1/2017, 17:59   429 views
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