"Everyone wants to be Er Mortadella. Even I want to be Er Mortadella." ~ Cary Grant
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Cosa sono queste maschere?
Sono forse una selezione delle opere più inquietanti fatte dai bambini?
Sono il prodotto di qualche eccentrico artista in vena di spaventare il suo pubblico?
O forse sono il frutto della mente malata di un qualche serial killer?
No, no e ancora no.
Le maschere che vedete qui sono opera di militari affetti da PTSD (disturbo post-traumatico da stress).
Il PTSD è un disturbo psicologico che affligge alcuni individui sottoposti a eventi traumatici, quali lutti, violenze o catastrofi naturali. Esso si manifesta comunemente nei veterani e soldati coinvolti in situazioni belliche particolarmente drammatiche, venne osservato per la prima volta dagli psichiatri dei vari schieramenti durante la Prima guerra mondiale (nonostante vi siano anche testimonianze risalenti a conflitti precedenti).
Questo disturbo si manifesta principalmente con flashback o incubi dell'evento accaduto, insonnia, aggressività, ansia e sensi di colpa legati al proprio comportamento durante l'evento che possono sfociare in forme medio-gravi di depressione o in abuso di alcolici, sostanze stupefacenti e farmaci.
Il PTSD è un grande ostacolo per i rapporti sociali dei membri dell'esercito che sono stati coinvolti in operazioni militari. Tale disturbo in generale è affrontato con l'aiuto di varie psicoterapie (zooterapia, arteterapia) e, nei casi più gravi, con la somministrazione di farmaci.
Queste maschere sono il risultato dell'"Healing Arts Program”, un programma iniziato nel 2010 al Walter Reed National Military Medical Center situato a Bethesda, Maryland. Il programma consiste principalmente nel fornire ai membri una maschera di cartapesta e plastica da decorare a proprio piacimento per aiutarli ad esprimere i loro sentimenti e quindi a superare il trauma.
“Chi ha subito un trauma ha un blocco che gli impedisce di verbalizzare quello che ha passato.” dice Melissa Walker, terapista e direttrice del programma, ad un intervista per National Geographic (link in fondo). “C'è uno spegnimento dell'area di Broca, la parte del cervello che gestisce la comunicazione e il linguaggio. Le maschere danno loro un modo di esprimere se stessi. L'immagine concreta di una maschera libera le parole. Reintegra il collegamento tra l'emisfero sinistro e destro. Ora possono discutere dei loro sentimenti con il loro assistente sociale o psichiatra.”
I temi delle maschere sono vari, i più ricorrenti sono volti feriti, in alcuni casi le stesse ferite di guerra riportate da chi ha realizzato la maschera, la dualità dell'individuo, l'impossibilità di esprimere il proprio dolore e le difficoltà del processo di guarigione.
Queste maschere, inquietanti ma dotate anche di un potente fascino artistico, sono forse una tra le rappresentazioni più belle ed efficaci dei terribili danni che la guerra provoca alla psiche umana.
Non sono abituato a scrivere articoli, ma l'argomento mi è sembrato piuttosto intetressante e adatto al forum quindi mi sono buttato, spero che vi piaccia. Naturalmente se avete suggerimenti o volete aggiungere qualcosa non esitate a segnalare.
Edited by & . - 3/7/2020, 15:16
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