L'artista

Di Patricia Highsmith

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Veterano
    Posts
    1,450
    Creepy Score
    +151
    Location
    dal cuore dell'oscurità

    Status
    Offline
    Ai tempi del suo matrimonio, nessuno avrebbe potuto pensare che ci fosse qualcosa che non andava, in Jane. Era paffuta, carina ed efficiente: sapeva praticare la respirazione artificiale, far rinvenire la gente e arrestare le emorragie nasali.

    Lavorava come assistente da un dentista, e possedeva tutta la prontezza di spirito necessaria, di fronte alle crisi e al dolore. Ma nutriva un vero e proprio entusiasmo per le arti. Quali arti? Tutte. Cominciò, il primo anno di matrimonio, con la pittura.

    La pittura le occupava tutti i sabati, o almeno abbastanza sabati da impedirle di fare la spesa per il weekend. Ma c'era suo marito Bob, a provvedere. Era sempre lui a pagare le cornici dei ritratti a olio confusi e pasticciati che Jane faceva ai suoi amici, e le sedute con i suddetti amici occupavano gran parte del weekend.

    Alla fine Jane si decise a prende atto della propria incapacità di impedire ai colori di mescolarsi come volevano, e decise di abbandonare la pittura per la danza. La danza, in calzamaglia nera, non migliorò di molto la sua figura robusta, solo il suo appetito.

    Poi arrivarono le scarpette speciali. Ora studiava danza classica. Aveva scoperto un istituto d'Arte. In quell'edificio a cinque piani si insegnavano pianoforte, violino e altri strumenti, composizione musicale, scrittura, cultura, poesia, danza e pittura.

    "Vedi, Bob, la vita può e deve essere resa più bella, più piacevole", diceva Jane col suo largo sorriso.

    "E tutti dovrebbero contribuire, nel loro piccolo, se possibile, alla bellezza e alla poesia del mondo".

    Nel frattempo Bob vuotava la pattumiera e si assicurava che ci fossero ancora patate in casa. I progressi di Jane nel campo della danza classica non andarono oltre un certo limite, e fu così che decise di lasciar perdere e dedicarsi al bel canto.

    "In realtà io penso che la vita sia abbastanza bella com'è" diceva Bob. "E comunque sono felice così".

    Questo durante il periodo canoro, nel corso del quale il soggiorno, già piccolo, venne ulteriormente ingombrato da un pianoforte verticale. Chissà per qualche ragione, Jane lasciò perdere le lezioni di canto e cominciò a studiare scultura e intaglio.

    La stanza di soggiorno diventò un caos di pezzetti di argilla e trucioli di legno che non sempre l'aspirapolvere riusciva a eliminare. Jane era troppo stanca per pulire, dopo un giornata al gabinetto dentistico, e dopo aver lavorato, in piedi, fino a mezzanotte, il legno o l'argilla.

    Bob arrivò a odiare la Scuola D'Arte. L'aveva vista alcune volte, quando era passato a prendere Jane, verso le undici di sera. (Il quartiere non era di quelli in cui si potesse tranquillamente passeggiare di notte).

    Sembrava a Bob che gli studenti fossero tutti un branco di incapaci di belle speranze, e gli insegnanti una manica di mezzecalze. Quella scuola era un manicomio di sforzi mal riposti. E quante case, bambini, e mariti erano nei guai perché le donne - gli studenti erano per lo più di sesso femminile - venivano meno al loro compito, quello di sbrigare le faccende essenziali?

    Sembrava a Bob che non ci fosse ispirazione, alla Scuola d'Arte, solo desiderio di imitare gente che l'ispirazione l'aveva avuta, come Chopin, Beethoven e Bach, di cui sentiva bistrattare le opere seduto su una panca dell'ingresso, in attesa della moglie.

    La gente chiama folli gli artisti, ma gli studenti di quella scuola sembravano incapaci di quel particolare tipo di follia. Parevano sì, folli, in un certo senso, ma non nel modo giusto.

    Considerato tutto il tempo per il quale la Scuola d'Arte lo privava della moglie, Bob era pronto per far saltare in aria l'edificio. Non dovette aspettare a lungo, ma non fu lui a prendere l'iniziativa.

    Qualcun altro - si seppe poi che si trattava di un insegnante - mise una bomba sotto la Scuola d'Arte, col timer regolato sulle quattro del pomeriggio. Era l'ultimo giorno dell'anno, e nonostante fosse una specie di festa, gli studenti di tutte le arti si stavano diligetemente esercitando.

    La polizia e alcuni giornali erano stati avvertiti della bomba. Il problema fu che nessuno riuscì a trovarla, e anche che la maggior parte della gente non credette all'avvertimento.

    Date le condizioni miserevoli del quartiere, la scuola aveva già ricevuto minacce analoghe. Ma la bomba scoppiò, e non era neanche una bomba da poco.

    Bob si trovava lì per caso, perché doveva prelevare Jane alle cinque. Aveva sentito la storia della bomba, ma non sapeva se crederci o meno. Per precauzione, comunque, o grazie a un presentimento, si era messo ad aspettare in strada, invece che all'ingresso.

    Un pianoforte sfondò il tetto, seguito da vicino dalla studentessa seduta allo sgabello, con le dita premute nel vuoto. Una ballerina riuscì finalmente a fare alcuni volteggi completi senza toccare terra, dato che si trovava a qualche centinaio di metri d'altezza, con le dita dei piedi puntate addirittura verso il cielo.

    Un aspirante pittore attraversò una parete, pennello in mano, pronto per la pennellata decisiva, mentre volava orizzontalmente verso l'oblio totale. Un insegnante, che aveva l'abitudine di rifugiarsi nella toilette appena poteva, saltò in aria in prossimità dei servizi igienici.

    Poi arrivò Jane, in volo, con un martello in una mano, uno scalpello nell'altra, e l'espressione rapita. Era sbalordita, ancora assorta nel lavoro, o addirittura morta?

    Bob non riuscì a capirlo. Le macerie volanti ricaddero con un rumore leggero, che andò scemando, in una nuvola di polvere grigia. Ci furono alcuni secondi di silenzio, durante i quali Bob restò immobile.

    Poi si voltò e si incamminò verso casa. Altre Scuole d'Arte sarebbero sorte, lo sapeva. Stranamente, questo pensiero gli attraversò la mente prima che si rendesse conto che sua moglie se n'era andata per sempre.

    Edited by InKubus - 17/10/2016, 23:29
     
    .
  2.      
     
    .
    Avatar


    Group
    Veterano
    Posts
    2,635
    Creepy Score
    +187
    Location

    Status
    Offline
    Ripulisco e smisto.
     
    .
  3.      
     
    .
    Avatar

    Can't rain all the time.

    Group
    Veterano
    Posts
    1,909
    Creepy Score
    +180
    Location
    Napoly

    Status
    Offline
    Manca il nome dell'autore però
     
    .
  4.      
     
    .
    Avatar


    Group
    Veterano
    Posts
    2,635
    Creepy Score
    +187
    Location

    Status
    Offline
    CITAZIONE (RàpsøÐy @ 17/10/2016, 21:23) 
    Manca il nome dell'autore però

    Corretto
     
    .
  5.      
     
    .
    Avatar

    Can't rain all the time.

    Group
    Veterano
    Posts
    1,909
    Creepy Score
    +180
    Location
    Napoly

    Status
    Offline
    Ottimo lavoro :D :asd:
     
    .
  6.      
     
    .
    Avatar

    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

    Group
    Member
    Posts
    10,846
    Creepy Score
    +136
    Location
    In un mondo di orrore e oscurità

    Status
    Offline
    Bello
    Ps.mi immagino la scena di quello al gabinetto
     
    .
5 replies since 15/10/2016, 13:11   443 views
  Share  
.