Noi, i Quattro

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    Non ricordo quando né come nacqui.
    Non ho particolari avvenimenti nella mia solitaria e cupa infanzia che possano ricondurmi anche alla più piccola conoscenza di chi sono i miei genitori o dove essi si trovino.
    Tutto ciò che ho conosciuto, sin da quando ero piccolo era una spoglia e buia stanza, con quattro letti arrugginiti e una finestra costantemente coperta da un pesante panno scuro.
    Da quando ho memoria nella mia piccola e triste cella ero sempre stato in compagnia di un altro ragazzo, aveva i capelli lunghi e neri, così come i suoi occhi. La sua pelle era pallida e gelida, come quella di un cadavere.
    Parlava poco, ma stringemmo amicizia subito, io imparai a rispettare i suoi silenzi e lui imparò a sopportare le mie futili domande.
    Non ci chiamavamo mai per nome, nessuno ce ne aveva dato uno.
    L'unico altro individuo esterno, oltre a noi era un uomo, era alto e sempre vestito di nero. Ci portava da mangiare e da bere, ma mai una parola uscì dalla sua bocca.
    Sapevo poche cose del mio confinamento, ma sapevo che non ero solo. Spesso udivo giovani voci di bambini ridenti, oltre la metallica porta della mia cella. Ma mai una sola voce mi parlò. Con il passare degli anni cominciai a pensare che nessuno oltre al ragazzo insieme a me e alla figura in nero era a conoscenza della mia esistenza.
    Passammo insieme qualche anno, io e il misterioso ragazzo, che sia per solitudine che per confinamento cominciai a chiamare Fratello.
    Fino a che un giorno, la porta si aprì, e non era l'ora dei pasti. Nel buio udimmo dei colpi di tosse persistenti, e intravedemmo la figura in nero che malamente teneva per il braccio un altro ragazzo. Lui era orribile.
    La sua pelle era ricolma di pustole e piaghe, i suoi denti erano gialli e corrotti, e i suoi occhi spenti e vuoti. Non feci in tempo a gridare che la figura scomparve, gettando a terra il ragazzo, che notai aveva qualche anno in meno di me.
    Il ragazzo era la prima voce che udivo fluente e priva di silenzi, mio fratello era sempre silenzioso e nemmeno la venuta di questo altro ragazzo riuscì a smuoverlo.
    Nonostante le sue parole fossero frammentate da colpi di tosse parlava molto con me, anche se spesso non avevamo nulla da dirci. Parlavamo di come questa nostra prigionia fosse misteriosa, ma mentre in lui albergava un senso di accettazione e sconforto io scoprì la rabbia, che spesso mi pervadeva e annebbiava, rabbia e odio rivolto al mio carceriere. Prima della venuta di quel ragazzo nessun odio e nessuna rabbia mi aveva pervaso, ma adesso che eravamo in tre notai che mio fratello era sempre più cupo, e il ragazzo stava sempre più male. I suoi colpi di tosse divennero sempre più rochi e profondi e anche il suo aspetto peggiorò. Sino a che non sembrava altro che un cadavere ambulante.
    La mia rabbia cresceva di giorno in giorno, molte volte pensai di uccidere il mio carceriere, ma dalla venuta del ragazzo malato non entrava più a darci da mangiare, usava un piccolo sportello. Forse pensava che la malattia perenne del mio amico fosse contagiosa, ma non lo era. Io non mi ammalai mai, così fu anche per mio fratello.
    Passarono molti anni, la mia rabbia era enorme e incontenibile, molte volte ho ribaltato i letti con una forza che non credevo di avere e molte volte gridai furioso.
    Sin da quando ero lì, sapevo che i letti erano quattro, e sapevo che sarebbe arrivato un altro ragazzo. Ma non sapevo quando, fino a che un giorno arrivò.
    Il carceriere entrò e io lo assalì, gli ruppi il naso e un braccio, mi chiamò mostro, mi chiamò bestia. Lo avrei ucciso, ma la porta si chiuse davanti a me.
    Il quarto era molto magro e non mangiava, non parlava e raramente si muoveva. Tutti lo trovammo molto strano e inquietante, ma lo accettammo.
    La mia rabbia divenne pura Ira, nulla mi fermava e nulla mi bloccava, la mia forza era immensa e inarrestabile. Ma quella porta ancora ci confinava.
    Sino a quando venne il giorno.
    La Terrà tremò e un terremoto di proporzioni epiche si scatenò, nel fragore e nel furore udii molti bambini gridare e le macerie cadere. La porta si scardinò e io uscii per primo seguito dai miei compagni. Davanti a noi vidi la misteriosa figura in nero, con la sua tonaca e notai che aveva anche un colletto bianco. Lo assaltai e lo uccisi, gettandolo contro un muro. E quell'uomo oramai morente mi disse:
    "Abbiamo provato a contenervi, ma nulla potrà mai fermare la volontà di Dio"
    Lo finii e insieme ai miei fratelli scoprimmo rapidamente la verità.
    Scoprii che Mio fratello, poteva fissare le persone con i suoi neri occhi e ucciderle, senza un suono o un gemito.
    Scoprii che il mio malato amico poteva infettare gli uomini e ricoprirli delle peggiori malattie.
    Scoprii che il mio magro compagno poteva far rinsecchire e ridurre in polvere tutto ciò su cui posava il suo sguardo.
    Loro erano Morte, Pestilenza e Carestia.
    Quanto a me e alla mia Collera e Furia scoprii nello stesso istante in cui uccisi il mio carceriere chi ero.
    Io ero Guerra.
    E insieme ai miei fratelli annunciammo la fine dei Tempi.

    Edited by Rory - 5/9/2016, 07:58
     
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    La storia mi è piaciuta moltissimo, ma non ci trovo niente di "creepy". Per me può stare in AR. :)

    Edited by Er Mortadella - 5/9/2016, 16:57
     
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    Concordo con Rory, è scritta bene e la vedrei in AR
     
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    Sono d'accordo anche io, vada per AR :)
     
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    Bene, pulisco e smisto. :)
     
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    Appena letto il titolo mi è subito venuto da pensare ai Cavalieri dell'Apocalisse ma non mi aspettavo assolutamente questo genere di interpretazione, davvero interessante e scorrevole nella lettura. Complimenti.
     
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  7. Cavaliere Nero 94
         
     
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    Mi è piaciuto il finale. l'unica cosa che mi chiedo è: come fanno dei tizi confinati lí che non si ricordano neppure quando sono nati ad avere nozioni bibliche?
     
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    Si capisce subito che i 4 sono i Cavalieri dell'Apocalisse e la frase finale lo conferma. Mi piace come il comportamento e le caratteristiche di ogni personaggio si addicano al nome. Bella storia, anche se non è poi cosi creepy, è comunque molto affascinante.
     
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    Mi piace molto, complimemti
     
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    Non avevo capito assolutamente che si parlava dei 4 cavalieri.
    Questa loro versione mi piace tantissimo, davvero una bella storia.
     
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    Grazie mille, se avete qualche consiglio vi prego di farmelo sapere
     
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    È piaciuto anche a me :)
     
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    Dal titolo avevo subito capito che si parlava dei quattro cavalieri dell' Apocalisse; questo, però, non ha sminuito il racconto. Scorrevole e piacevole da leggere. In sostanza: mi è piaciuta ;)
     
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