Quel maledettissimo quadro

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    Il mio nome è K., ho 34 anni e sono padre di un maschietto di 8 anni, il suo nome è J.
    Mia moglie si suicidò alla nascita del bambino per una depressione troppo forte dovuta... Lasciamo stare, non è di Martha che voglio parlare.
    I primi anni di J. sono stati difficili da sopportare, ero completamente inesperto e la mancanza di una figura femminile nella vita di un bambino è un vuoto incolmabile. Per quanto sia stato complicato, sono riuscito a non fargli mancare niente e ad essere il padre e la madre del piccolo J.
    Non mi ha mai dato nessun problema, ma sin da bambino era fissato con un quadro presente a casa mia, regalatomi da mio nonno anni e anni fa. Alcune volte, J. aveva crisi di pianto molto pesanti che non riuscivo a placare se non portandolo a guardare quel maledettissimo quadro. Ne restava ipnotizzato, riusciva a calmarlo in qualche modo. Fino a qualche settimana fa consideravo questa cosa superficialmente, ma poi J. ha iniziato ad essere strano.
    Tornava da scuola e anziché sedersi a tavola per pranzare, correva in cameretta per fissare il quadro. Quel dannatissimo quadro. Restava ore ed ore a fissarlo.
    Ah, nel caso voleste saperlo, il quadro non era granché. Rappresentava un paesaggio di montagna, con una casa e degli alberi. Era un disegno fatto da mio nonno per ricordare la casa dove egli è cresciuto.
    Comunque, col passare dei giorni iniziava ad essere sempre più cupo e freddo nei miei confronti, così decisi di domandargli una volta per tutte cosa ci trovava di così ipnotico in quel quadro.
    Non ebbi una chiara risposta, quando glielo chiesi si voltò rapidamente verso di me e disse che aspettava da molto tempo quella domanda. Mi raccontò che quel quadro per lui era come una televisione all'interno della quale poteva vedere immagini animate. Io tentai di fargli capire che non c'era nulla di animato in quel quadro, ma J. non mi stava a sentire. Quasi ridacchiava all'udire quelle mie parole, come se mi stesse prendendo in giro. Continuava a ripetermi che dovevo guardare oltre.

    Tutto questo stava iniziando a farmi impazzire, così pensai che l'unica soluzione giusta sarebbe stata nascondere quel dannato quadro e vedere la reazione di J. all'accaduto. Allora lo feci. Attesi che andasse a scuola e portai il quadro a casa di mia madre, chiedendole di custodirlo con cura.
    J. tornò a casa il pomeriggio e come al solito si recò nella cameretta. Quando vide che il quadro non era presente, iniziò ad urlare. Urlava così forte che sembrava come se avesse perso una persona importante nella sua vita. Andai verso di lui e mi inventai che i ladri avevano rubato il quadro, pensando che fosse di valore. Ovviamente non credette alle mie parole. Mi dava del bugiardo, diceva che dovevo morire, soffrendo. Quelle parole mi toccarono l'anima, ma sapevo che in fondo J. doveva crescere e liberarsi per sempre dall'ossessione che aveva per quel quadro.

    Erano giorni che non mi parlava. Le maestre dicevano che a scuola J. era freddo, non parlava e se ne stava tutto il tempo a scarabocchiare qualcosa sul suo quaderno. Cercava di riprodurre il quadro che tanto amava. E che io tanto odiavo.
    Una notte decisi di sbirciare dalla serratura della sua cameretta per controllare che tutto andasse bene. Ciò che vidi mi traumatizzò. J. era seduto sul letto a fissare il muro dove era presente il quadro, porgendo la mano a "qualcuno", chiedendo scusa. Aprii immediatamente la porta e lui, stranamente, non urlò; si voltò verso di me con uno sguardo inquietante e mi chiese di restare in silenzio. Con un piccolo sorrisetto macabro si girò nuovamente verso la parete. Gli pregai di smetterla, di tornare in sé. Ecco che riprese a piangere ed urlare, "ordinandomi" di andare fuori.

    Decisi in seguito di portare J. da qualche specialista, mostrandogli anche il dipinto.

    Quando ci recammo dallo psicologo J. non era affatto contento, ma decise di accettare solo perché gli avevo promesso che avrebbe rivisto il quadro.
    Entrammo in studio e domandai al dottore se avessi potuto assistere alla seduta. Mi rispose di sì.
    Dopo una serie di domande senza risposta, lo psicologo decise di mostrargli il quadro. Lo estrasse e lo posizionò sul tavolo, chiedendo a J. quali fossero le animazioni che vedeva attraverso quel dipinto. Il piccolo diede una risposta sconcertante; disse che in quel luogo il quadro non avrebbe avuto alcun effetto su di lui, doveva necessariamente trovarsi nella posizione in cui è sempre stato. Decidemmo di accontentarlo e ci dirigemmo verso casa mia. Posizionammo il quadro sulla parete e J. tornò nuovamente a sorridere. Si sedette come era solito fare e ancora una volta diede la mano a "qualcuno". Lo psicologo gli rifece la stessa domanda e J. rispose.
    La risposta del piccolo lasciò di stucco sia me che il dottore, perché J. disse che non era il dipinto in sé ad attirare la sua attenzione, ma quel divertente modo di fare della pallida Martha, ormai solo un riflesso attraverso il vetro della cornice di quel maledettissimo quadro.
     
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    Diciamo che un pò mi aspettavo che alla fine "tornasse" Martha (forse è per come la penso io, che già all'inizio di ogni lettura cerco di pensare a dove vuole andare a parare). Però non mi sarei immaginato che ci fosse il riflesso nel vetro del quadro (a dir la verità, non sapevo nemmeno che ci fosse un vetro). Attendo altri pareri prima di poter esprimere un giudizio finale
     
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    CITAZIONE (Oscurios @ 3/7/2016, 20:21) 
    Diciamo che un pò mi aspettavo che alla fine "tornasse" Martha (forse è per come la penso io, che già all'inizio di ogni lettura cerco di pensare a dove vuole andare a parare). Però non mi sarei immaginato che ci fosse il riflesso nel vetro del quadro (a dir la verità, non sapevo nemmeno che ci fosse un vetro). Attendo altri pareri prima di poter esprimere un giudizio finale

    Mi pareva scontato che un quadro avesse una cornice, altrimenti avrei detto "pezzo di carta appeso al muro"
     
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    Mhh... già XD
     
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  5. CarneDiCane
         
     
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    Interessante. Mi ha tenuto sulle spine dall'inizio alla fine.

    Se però devo essere sincero, il finale me lo aspettavo diverso.
    Il problema di questa storia, a mio parere, sta nella credibilità. Mi spiego. Probabilmente un bambino avrebbe subito detto come stavano le cose, invece di dare spiegazioni vage come questa:
    CITAZIONE
    Continuava a ripetermi che dovevo guardare oltre.

    Comunque sia è un buon racconto. A mio parere non il tuo miglior lavoro, ma è comunque molto godibile.
    Sono alquanto indeciso sullo smistamento. Da una parte vorrei dire HS, ma il colpo di scena finale mi fa propendere per CP.
     
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    Non ci ho pensato mentre la scrivevo che un bambino potesse subito rivelare tutto, piuttosto ho preferito lasciar credere che la sua mente fosse in qualche modo influenzata da sua madre, non permettendogli di dire come stavano le cose. In alcune storie, in alcuni film, ci sono bambini molto chiusi in sé stessi e non parlano mai, sono alquanto silenziosi e misteriosi. Ecco, mi sono ispirato a quelli sostanzialmente.
    Grazie comunque per il parere e per il "molto godibile". Ho apprezzato.
     
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    Io la penso esattamente vome Dogmeat: lo scritto non è tra i tuoi migliori lavori ma lo stile è molto scorrevole, te lo fa leggere in un momento. Diciamo però che ci ho trovato un qualcosa di drammatico dentro. La sofferenza della perdita della madre... per quanto sia spaventoso vedere il "riflesso" di ella sul vetro, l'ho trovato un pelino commovente.
    Ci sta pure in cp, però per me può star bene anche in drammatico.
     
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    CITAZIONE (Rory @ 9/7/2016, 09:35) 
    Io la penso esattamente vome Dogmeat: lo scritto non è tra i tuoi migliori lavori ma lo stile è molto scorrevole, te lo fa leggere in un momento. Diciamo però che ci ho trovato un qualcosa di drammatico dentro. La sofferenza della perdita della madre... per quanto sia spaventoso vedere il "riflesso" di ella sul vetro, l'ho trovato un pelino commovente.
    Ci sta pure in cp, però per me può star bene anche in drammatico.

    Azz, quello che volevo trasmettere era l'angoscia provata dal padre e l'inquietudine che la situazione avrebbe potuto causargli. L'immedesimazione dovrebbe essere la parola chiave per leggere questo racconto, visto che immaginavo un uomo vedere il proprio figlio magrolino e con le occhiaie a fissare lo stesso punto dando la mano al vuoto, oppure a fissare suo padre negli occhi con uno sguardo perso. Comunque grazie anche a te.
     
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    Giuro che mi ha messo tristezza. Anche l'attaccamento morboso al quadro, il fatto che urlasse quando gliel'ha tolto... A me da quasi l'impressione che J. fosse attaccato alla madre da un amore incondizionato o, forse, la stessa madre lo faceva comportare così (?)
    Comunque si può smistare un CP, eh u.u
     
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    Non trovo la drammaticità in questo racconto, per me può andare in CP, massimo in AR.

    L'elemento di angoscia provato dal padre è intuibile, anche se secondo me lo stile di scrittura non lo trasmette appieno
     
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    Smisto :D
     
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    Scritto bene, però l'inquietudine del padre non la si sente quanto, credo, vorresti.

    Però devo dire che il finale perfettamente in stile CP mi ha dato quel brivido (In stile "non voltarti, sono dietro di te" per capirci) e fino all'ultimo mi è stato impossibile capire dove saresti andato a parare. Molto bene direi.


    Tutto sommato mi è piaciuto, perchè no, bel racconto.
     
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    Beh, io non so cosa ci si aspetti di più :D
    Nel senso, è scritto molto bene, è inquietante, la fine ti trasmette un brivido, non è banale e c'è un lavoro di suspence eccellente, tra le ultime creepy (e non) che ho letto questa è quella che mi è piaciuta di più. Quando un lavoro è fatto bene bisogna dirlo. Davvero complimenti :)
     
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    CITAZIONE (Pasta Alla Creepy @ 11/7/2016, 12:14) 
    Beh, io non so cosa ci si aspetti di più :D
    Nel senso, è scritto molto bene, è inquietante, la fine ti trasmette un brivido, non è banale e c'è un lavoro di suspence eccellente, tra le ultime creepy (e non) che ho letto questa è quella che mi è piaciuta di più. Quando un lavoro è fatto bene bisogna dirlo. Davvero complimenti :)

    Oh, non me l'aspettavo. Grazie mille! ^_^

    Grazie anche agli altri. <3
     
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  15. Cavaliere Nero 94
         
     
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    No un momento non ho capito chi caspita è Martha, a logica suppongo sia la madre defunta (tutte le mamme si chiamano Martha come in Man of Steel) ma mi son perso il pezzo dove lo spiega.

    E perché di K. e J. si ha solo il nome parziale e di Martha abbiamo il nome integrale?
     
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18 replies since 3/7/2016, 06:27   767 views
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