Torture di ogni giorno

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    Sto qui a guardare, sto qui a sentire, ma non posso fare niente.

    Loro non ci capiscono, anche quando cerchiamo di urlarci contro, loro non ci sentono.

    Ogni giorno è un orrore dopo l’altro: sento grida, strazi, lamenti; vedo sofferenze, torture, squartamenti.

    E non posso fare niente, posso solo guardare, posso solo sentire.

    Oggi, come sempre, assisteremo ad un nuovo episodio di violenza inaudita, orribile, disumana.

    Stanno arrivando, riesco a udirlo. Lo conosco bene quel suono, così fastidioso, così insopportabile: ormai ci sono abituato, è da molto tempo che sono qui, lo riconosco subito.

    Sono vicini, manca poco e irromperanno, così potrò vedere, per l’ennesima volta, le facce di quegli assassini senza ritegno, senza un'anima.

    Sono arrivati. Ecco che estraggono le loro armi di tortura, di morte.

    Iniziano con il mio amico qui di fronte a me.
    Senza neanche pensarci, incominciano fin da subito a segargli i piedi dal resto del corpo.
    Oh povero amico mio, perché siamo costretti a subirci queste atroci sofferenze, perché? Vedo come soffri e provo un’enorme compassione per te, ma non posso fare niente, se potessi lo farei, ma non posso aiutarti. Riesco a sentire quello che provi in questo momento, perché in fondo siamo fatti della stessa anima. Nemmeno ti immagini quanto io stia soffrendo vedendoti, così giovane, patire già simili tormenti. Mi dispiace. Come fanno a non vedere le tue lacrime, come fanno a non sentire le tue grida, come fanno?!

    Dopo aver finito con lui, continuano con il mio amico al mio lato sinistro alla stessa maniera, privandolo dell’unico sostegno che ognuno di noi ha per sorreggersi. Lo fanno come se fosse tutto naturale, tutto normale, come se noi fossimo oggetti inanimati, come se dentro non avessimo niente. Ma non si rendono conto che sono loro ad essere vuoti, con quegli odiosi sguardi seri che hanno stampato sul volto.

    E ora, ora è arrivato il mio turno. Afferrano quelle armi letali e si posizionano davanti a me. Ho i piedi incatenati a terra, non posso muoverli. Dopo aver posizionato quella lama affilata in direzione del punto esatto in cui deve avvenire la recisione, con andamento deciso, la avvicinano... oh cielo! Ah che male! Basta, vi prego, basta, BASTA! Perché fate finta di non sentirmi? Vi sono così vicino eppure non mi sentite! Per che cosa le avete quelle orecchie, se poi non sentite niente?! Lasciateci in pace! Che cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo? Ditecelo, vi prego, spiegatecelo, vogliamo saperlo. Sto lacrimando, non vedete che sto piangendo? Per cosa li avete quegli occhi, se poi non vedete niente?! Smettetela di essere indifferenti, di fare finta che io non esista, che non provi emozioni! Smettetela di guardare quell’incisione, alzate lo sguardo, sono qui davanti a voi, guardate me! Guardat...





    Spero che tu sia in un posto migliore adesso, amico mio, e che finalmente possa beneficiare di tutta la pace che meriti.

    Quello che hanno ucciso proprio adesso, quello, era un mio grande amico. La nostra amicizia risale praticamente alla nostra nascita, siamo cresciuti assieme, e assieme, abbiamo vissuto tutto l’orrore che ha caratterizzato da sempre questo luogo, ad opera di loro, questi mostri malsani e cagionevoli il cui unico obbiettivo è farci soffrire e ucciderci non tanto nel corpo, ma, soprattutto, nell’animo.
    Gli diamo tutto, gli abbiamo sempre dato tutto quello di cui hanno bisogno, e in cambio di questo nostro favore, non riceviamo altro che maltrattamenti e crudeltà, come se non avessimo anche noi dei bisogni.
    Abbiamo paura, ogni giorno pensiamo a quello che potrebbe succedere il giorno seguente, siamo stanchi, poveri, afflitti.

    Loro dispongono di tanti aggeggi per farci del male, mentre noi, noi non disponiamo di niente...










    ... solo di acqua e sali minerali.



    Edited by CØLÐARK - 12/12/2015, 17:35
     
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    Si capisce abbastanza dove vuoi andare a parare (non proprio l'oggetto preciso, ma comunque la struttura del racconto sì).
    Premetto che a me, come storia, non piace, non mi sono mai piaciute le "finte-creepypasta", alla fine mi resta solo un grande "Mhe".

    Però è scritta bene, e la struttura è lineare, quindi non c'è motivo di metterla in cestino.
    Dico AR e smisto
     
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    In quanto alla critica, la accolgo con piacere, premetto di non essere un esperto in racconti del genere e ne sono consapevole, ma ho messo del mio meglio, credimi.
    La mia intenzione era proprio quella di non lasciar trasparire l'oggetto, ed evidentemente mi sono concentrato più su quello che su altro

    Comunque sia, ti ringrazio per i complimenti e per averla pubblicata, per me questo è già un grandissimo onore :)
     
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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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    Bello,forse lo si poteva mettere in drammatico
     
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