Non chiedere per chi suonano le campane

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    Era cominciata una nuova giornata. I rintocchi delle campane ruppero il silenzio del villaggio di Londra. Gary sapeva che ciò significava solo una cosa. Un'altra persona era morta di peste quella notte e lui sarebbe dovuto andare a recuperare il corpo.

    Si alzò, indossò i suoi abiti da lavoro, una serie di tute messe una sopra l'altra e un grosso paio di guanti di gomma e uscì di casa.

    Afferrò il suo carretto e la pala e iniziò ad avviarsi verso il centro della città, dove si sarebbe informato su dove fosse la casa. Forse questa volta sarebbe stato fortunato e l'avrebbe trovata strada facendo. Almeno non avrebbe dovuto incontrare il sindaco che lo avrebbe trattato dall'alto in basso ancora una volta.

    Mentre camminava, cominciò a pensare alle altre persone che aveva dovuto prendere. Aveva dato loro dei nomi. I Bubbonici erano coloro che la gente non realizzava fossero morti e i loro corpi erano rimasti in una stanza chiusa.

    Quelli erano i peggiori. Gary aveva dovuto maneggiare quei cadaveri con la massima cura perché se i loro bubboni scoppiavano, l'intera stanza si sarebbe contaminata e l'odore era qualcosa di terribile.

    I Gocciolanti trasudavano leggermente una specie di muco nero. Avevano sempre questa sostanza intorno alla bocca ed erano quelli più difficili da ripulire dopo... La malattia non aveva pietà per nessuno e i Gocciolanti lasciavano sempre dietro di loro una scia grondante di fluidi corporei infetti. Gary li odiava quasi quanto quelli ricoperti di bubboni.

    Sperò ardentemente fosse solo un Passeggero... uno di quelli che avevano contratto la peste ma che erano abbastanza fortunati da andarsene in pace quando la febbre diventava troppo alta, all'inizio della malattia. Erano i più facili a cui badare. Bastava prenderlo e portarlo nel luogo della sepoltura.

    Mentre percorreva la strada pensando a ciò che lo attendeva, cominciò a domandarsi chi fosse. Entrò in un caffé che si trovava nelle vicinanze e chiese se qualcuno sapeva per chi stessero suonando le campane. Nessuno si girò verso di lui, sembrava che neanche si fossero accorti della sua presenza.

    "Turisti...", borbottò Gary.

    Anche quando l'epidemia di peste aveva raggiunto il suo picco e la maggior parte delle strade dentro e fuori la città erano bloccate, arrivavano in città alcune persone con una forte curiosità morbosa per dare un'occhiata in giro. Erano noti per essere dei forestieri anche se...

    Gary continuò per la sua strada. Riconobbe un vecchio amico che veniva nella sua direzione e cercò di fermarlo per chiedergli per chi suonassero le campane questa volta ma egli affrettò il passo e andò via.

    "Deve essere occupato... Come sempre...", borbottò ancora Gary.

    Continuando a brontolare finalmente arrivò nella piazza del paese. Faceva stranamente freddo per essere una mattina di inizio estate. Non c'era ancora la solita folla. In genere c'era sempre qualche curioso che si radunava lì intorno, in attesa di vedere chi fosse il morto. Gary non riusciva nemmeno a trovare il sindaco, il che era strano dato che era sempre lì e rimaneva finché le campane non smettevano di suonare...

    Mentre si guardava intorno, notò un uomo vestito di nero dietro di lui. Aveva un'espressione tranquilla sul volto e si era accorto di Gary. Stava venendo verso di lui.

    "Ehm, signore, non credo di averla mai vista prima da queste parti, ma lei sa per chi suonano le campane?", chiese Gary. Cominciava a sentirsi un po' agitato. L'uomo annuì leggermente e indicò la strada alle sue spalle.

    "Vieni", disse.

    Gary seguì l'uomo rifacendo tutto il tragitto dell'andata a ritroso.

    "Mi sta dicendo che ho fatto tutta questa strada solo per arrivare alla casa di fronte alla mia?", chiese Gary quando l'uomo si fermò.

    "No.", disse. Indicò verso la casa di Gary.

    "Quindi si tratta del mio inquilino e io non me ne sono neanche accorto", sussurò Gary. Aprì la porta e iniziò ad andare di sopra.

    "George? Dove sei? George, sei morto? Ahh, dannazione, perché gli sto chiedendo se è morto? Non può rispondere...", borbottò Gary salendo le scale.

    A metà strada dalla stanza di George, Gary si fermò. La sua porta era aperta e c'erano delle persone dentro casa. Guardò all'interno, credendo fossero ladri, solo per vedere il sindaco e la famiglia di Gary singhiozzare vicino a lui.

    "Cos'è questa storia? Che cosa significa tutto questo?", domandò Gary. "Mi sono alzato solo per prendere un altro dannato corpo e tutti vengono a piangere nella mia stanza? Che cosa sta succedendo?

    Gary cercò di entrare. L'uomo in nero se ne stava in un angolo della stanza. Si girò verso Gary e indicò il letto.

    "Lui.", disse.

    "Chi è? Questa è la mia stanza e io sono proprio qui davanti a te! Per chi quelle dannate campane...
    Gary si bloccò. Il sindaco se n'era andato e Gary capì chi c'era nel suo letto.

    A faccia in giù, in una pozza di muco nerastro, Gary giaceva morto di peste.

     
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    Decisamente prevedibile, ma non male, concordo sul fatto che non inquieti però, ma è bella come storia, io la smisterei in AR. :)

    Edited by ¬Saske™ - 27/11/2015, 21:34
     
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    Mi piace, tantissimo :omg:

    Mi accodo ai colleghi e dico AR, attendiamo un parere (oppure la specifica di Captain Soyuz) per smistare (o cestinare :P)
     
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    Sono Lady Cupcake, prima del suo nome. Madre dei Pennuti, distruttrice della mia autostima. Creatrice del ciclo del Disagio e stermimatrice di germi.

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    Dico AR anche io, non è male (nonostante la banalità del finale) e la traduzione è perfetta, mi fa pena dire cestino. smisto.
     
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  5. TheExplorer
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    Gradevole, ma prevedibile sin dalle primissime battute.
     
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  6. CalmWolf
         
     
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    Molto prevedibile e non mette molta inquietudine, effettivamente. Però, io ho sempre trovato curiosità nei sintomi e in questa famosissima malattia che sterminò più di metà Europa, non che mi affascini sia chiaro :ahse:
    Comunque, nonostante i difetti e la semplicità, è stata una lettura abbastanza piacevole.
    Complimenti per la traduzione!
     
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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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    condivido il parere degli altri
     
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