Questione di scelte

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  1. suntslab
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    Mi svegliai con un mal di testa incredibile. Non capivo cosa stava succedendo intorno a me.

    Nella mia camera c'era la nebbia, i mobili erano distrutti e rotti come quelli di vecchie case che si vedono in campagna o nei paesini piccoli. Ero confuso, in più, il silenzio dominava la scena accompagnato dalla mia faccia incredula. Perchè c'era della nebbia in uno spazio chiuso e sopratutto, mi chiedevo, dov'era finita casa mia,o meglio, dov'ero finito io? All'inizio pensai di essere magari in una di quelle candid camera Americane dove si fanno scherzi del genere, per incuotere paura alle vittime e far ridere il pubblico.

    Poi però fui costretto subito a ricredermi quando poggiai i piedi sul pavimento. Mi sentivo leggero, come non avessi peso, come se non ci fosse la gravità, come se fossi vuoto e dentro il corpo ci fosse solo la mia anima. Decisi di iniziare, con grande timore, a esplorare la casa. A ogni passo che facevo, il paesaggio cambiava, variavano scene di felicità, ad esempio una famiglia che si era appena trasferita in una nuova casa a scene di immensa tristezza: la morte di un bambino appena nato, la scoperta di una mamma di essere sterile per poi passare ai bambini soldato.

    Non riuscendo più a reggere tutta quella carica di emozioni decisi di arrestare la mia camminata. Le scene sparirono, e intorno a me riprese ad esserci il paesaggio apocalittico di poco prima.
    Volevo uscire da quel buco, così mi feci coraggio. Con gli occhi socchiusi iniziai a dirigermi verso l'uscita e a mia grande sorpresa il paesaggio non cambiava.

    - Menomale - dissi tra me e me.

    Non faticai ad arrivare alla porta, la aprii senza difficoltà e fui inghiottito dall'oscurità. Iniziai ad avere il respiro affannato, il cuore batteva forte come se volesse uscire fuori dal petto e scappare, quelle tenebre mi facevano male agli occhi, come piccoli aghi che continuamente infastidivano il mio bulbo oculare. Ricevetti tutto questo mix di emozioni, dolore fisico e paura in pochi secondi. Il sangue, se ancora ne avevo nel corpo e sempre se ero vivo, faceva fatica ad arrivare al cervello e mi veniva da svenire. Ad un passo dal crollo, una potenza e una rabbia mai avuta prima mi avvolssero ed inizai ad urlare.

    - DOVE CAZZO SONO? - appena finì di pronunciare quelle parole, il dolore fisico aumentò.

    - BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA, STO IMPAZZENDO!

    Una voce scoppiò in una grassa risata. Io continuavo a non capire e a pronunciare frasi senza senso che improvvisamente furono interrotte, da un rumore simile a quello che fanno cento fulmini che si vanno a schiantare nello stesso punto contemporaneamente. Sentii male alle orecchie.

    - Allora, caro Vladimir, ti sto per mettere di fronte ad una scelta.

    Rimasi pietrifcato, nel frattempo la voce proseguì.

    - Vuoi vivere per l'eternità nell'oscurità accettando questo silenzio assordante e il dolore fisico, oppure scegli di tornare a vedere la luce?

    Guarda, prima che tu risponda, voglio ricordarti che hai tutto il tempo che ti pare a disposizione per decidere. - Disse, quello che ormai penso fosse il diavolo, ridacchiando.
    Non feci in tempo a pensare che fui catapultato da un'altra parte. Lo stronzo mi aveva letto nel cervello.

    - Molto bene, hai fatto la scelta giusta, cioè, a dirla tutta, era quello che avrei scelto anch'io!

    Finita la frase si sentì un rumore assordante, una luce mi avvolse e mi accecò. Intorno a me era tutto bianco e io sembravo sospeso nel vuoto.

    - Probabilmente ti starai chiedendo perchè sei quì. Nella tua testa continuerà a viaggiare da una tempia all'altra la solita domanda che tutti si fanno ''cos'ho fatto di così brutto per meritarmi questo'' - la voce era seria, io guardai verso il vuoto come per guardare colui con cui stavo avendo la conversazione, con in faccia uno sguardo che fungeva a mo di risposta affermativa.

    - Beh, caro mio, lascia che ti rinfersci un po' la memoria. - subito finita la frase, si sentì un'altro boato, l'ormai solito momento di blackout in cui non potevo vedere niente per poi finalmente avere di nuovo il dono della vista.

    Ciò che apparve davanti ai miei occhi, fu una specie di filmato. Inizialmente non capivo, ma poi le cose iniziarono ad essere più chiare. C'era la cartina globale, che però era differente da quella che io ricordavo. Tutti i contineti erano colorati di rosso e c'era scritto a caratteri cubitali ''RUSSIA''. L'immagine tutto d'un tratto cambiò. C'era una persona inquadra, costui sembrava una persona importante.. Parlava in russo e io non so come, ma capivo quella lingua.

    - Attaccheremo tutto il mondo, se non ci riusciremo con le armi, useremo le bombe nucleari. - disse il condottiero a una persona non inquadrata.

    - Va bene signore! - rispose una voce che sembrava la mia.

    Un'altra domanda iniziò a vagare per il mio cervello. Ero un generale dell'esercito Russo o di una qualche mafia che aveva il controllo sul globo?

    Nel frattempo le immagini che stavo vedendo si interrupero e al loro posto ne apparvero altre. Sembrava fosse stato fatto un salto temporale di almeno 10 anni. C'era una stanza che sarà stata un massimo di 50x50, dentro c'erano colui che aveva l'assoluto controllo nella nazione Russa e quello che sembrava fosse un generale con varie riconoscenze ottenute nel passato appese al petto sulla divisa. Tutto iniziava a sembrarmi più e i ricordi riaffiorivano nella mia mente.

    Nella stanza c'era una tastiera, con almeno 500 tasti differenti e sopra di essa uno schermo grande con sopra trasmessa la cartina globale con vari punti rossi sparsi per il mondo. Al di fuori dell'inquadratura si sentivano spari e parole in americano. I due russi erano visibilmente agitati, Il Presidente avevo una revolver in mano. Si girò vero il generale e disse:

    - Allora, lo facciamo?
    - Non lo so, non credo di essere pronto! - era la stessa voce di prima, il generale ero io.
    - Preferisci essere schiavizzato dai nemici della nostra grande nazione?! - urlò il presidente.
    - Io non mi tolgo la vita, non sono un cazzo di samurai, se devo resistere, resisterò fino alla fine - risposi
    - Beh, tua la scelta se premere quel tasto. Finirò all'inferno, ma non voglio scegliere le sorti del mondo.
    - COS?!

    Non feci in tempo a finire la frase che l'individuo si sparò un colpo in gola.

    Ero rimasto solo nell'inquadratura, in silenzio. Da fuori si sentivano ancora spari e urla strazianti accompagnate da ''we are coming, son of a bitch''. Così, mi girai senza pensarci e c'era una pulsante rosso. Sopra c'era scritto ''distruzione totale''. Senza emozioni, senza pensarci, lo premetti. Nello stesso momento dei soldati entrarono nella stanza.
    Mi sparaono tutti adosso, il mio corpo cadde a terra esamine. Sullo schermo nel frattempo apparve un conto alla rovescia.

    ''05:00 minuti alla distruzione del mondo.''

    I poveri digraziati iniziarono ad urlare, si sbraitavano addosso, sparavano allo schermo, ma non succedeva niente, rimaneva intatto. Tiravano pugni alla tastiera, i tasti si rompevano ma non succedeva nient'altro.

    Nel frattempo il tempo era sceso a 01:00.


    Molti di loro iniziarono a piangere, altri si spararono un colpo in testa, altri ancora invece prendevano a calci il mio corpo esamine instulandomi e bestemmiandomi addosso.

    L'orologio arrivò a 00:00.

    Un boato si sentì nell'immagine, che cambio e in pochi secondi mi mostrò varie zone del mondo che esplodevano. Non rimase niente, solo terra e polvere. Il mio corpo non c'era più, quello degli americani ne anche, era rimasto solo terra e polvere. Stessa cosa nelle città. Il filmato si fermò, l'immagine sparì.

    - Allora hai capito chi sei - domandò la voce con un tono sodisfatto.

    - Un generale russo - dissi.

    - No, assolutamente no. Tu sei colui che ha distrutto l'umanità! - urlò con un tono fiero il demonio.

    Scoppiai in un pianto, però dagli occhi non scendevano lacrime, il diavolo iniziò a ridere.

    - Bene, guarda, oggi mi sento buono. Dopo tutto, mi hai dato una mano, possiamo addirittura dire che tu sei stato un mio combattente. Ti voglio proporre una cosa. - disse, aspettando una mia reazione.

    - Va bene, ti ascolto- ero curioso cosa mi avrebbe potuto offrire. La mia coscienza era fottuta, la mia esistenza anche, non avevo più niente da perdere.

    - Allora, tu per la tua intera esistenza, cioè l'eternità, non sarai costretto a soffrire, in compenso, io, ogni giorno ti affiderò una vittima da torturare.

    Rimasi senza parole, ma era chiaro che far soffrire era meglio che soffrire. Almeno, in quel momento mi sembrava la cosa più giusta. Risposi affermativamente, il diavolo scoppiò in una grossa risata.

    Ennesimo boato, blackout, altro posto.

    Ero nel cuore dell'inferno. C'erano fiamme, lava e la temperatura era così alta che si poteva sentire persino tramite l'apparato uditivo.
    Mi sentivo potente, malvagio. Sentivo però che le emozioni tristi e ''umane'', oltre alla mia coscienza, erano rimaste intatte, non mi erano state tolte, sfortunamente.

    Il diavolo sbucò dal nulla e disse - oggi è il tuo primo giorno di lavoro ragazzo.-

    Gli avrei voluto dire ''fottiti'', ma mi limitai a restare in silenzio.

    Lui sorrise compiaciuto di non aver ricevuto risposta e continuò:

    - Tra poco ti sposterai automaticamente in una sala di tortura dedicata solo a te, ti fungerà da ufficio. - disse ridacchiando.

    Si girò come per andarsene ed ero pronto a dirigermi nel mio ''ufficio'', invece, poi, si fermò.

    - Comunque durante la proposta mi ero dimenticato di aggiungere alcuni dettagli. Come avrai notato la tua coscienza e l'immagine di tutte le persone che hai ucciso saranno presenti nella tua mente ogni giorno. Le emozioni umane sono rimaste accompagnate da un'emozione che io chiamo ''istinto omicida'' che racchiude varie malattie mentali, in modo che tu possa fare il tuo ''lavoro'' nel miglior modo possibile. Un ultima cosa, forse la più importante. - si fermò per accenare un sorriso - le persone che dovrai torturare ogni giorno, sono tutti i componenti della tua famiglia. Buon divertimento figlio di puttana! -

    Licenza Creative Commons
    Quest'opera è stata scritta da Denis ''suntslab'' Nutu e distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia.

    Edited by suntslab - 26/11/2015, 22:43
     
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    c'è qualche piccolo errore di battutina ma mi è piaciuta lo stesso.
     
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  5. suntslab
         
     
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    Grazie per la lettura :)
     
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4 replies since 18/11/2015, 14:45   142 views
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