Legio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    107
    Creepy Score
    +12
    Location
    BucoNero

    Status
    Offline
    E
    llie era ossessionata dal suo Io, ma al tempo stesso aveva timore di sé e si nascondeva quando poteva, con l’illusione che rifiutandosi potesse diventare qualcun altro. Il suo cuore, però, era consapevole che quello era impossibile e dalla finestra accanto a quella certezza, lei poteva guardare i suoi sentimenti più profondi che si tenevano per mano, litigavano, si fondevano tra loro o camminavano da soli.
    Si sedeva sulla sua poltrona, con il suo diario stretto al petto, come se volesse indietro un pezzo di lei che aveva lasciato a quelle pagine. Il suo viso si svuotava da ogni espressione e veniva riempito dalle lacrime, ma neanche quelle bastavano più.
    Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima, ma davanti al suo riflesso non riusciva a scorgere né gli uni né l’altra. Il suo corpo avrebbe dovuto essere pieno di energia, ma la sua mente era vecchia e troppo piena di preoccupazioni scabrose. Voleva svuotarsi, scacciare i pensieri, gli stessi che scappavano e andavano a frantumarsi sulla carta attraverso le sue mani sottili.
    Usava la sua penna magica e le sue amiche pagine e questo le giovava, perché leggendo acquistava tutto più senso. Era il suo modo di legittimarsi e di non dimenticarsi. Si stava sgretolando, ma si sarebbe ritrovata nel suo diario e avrebbe ricominciato da capo. Avrebbe ricominciato a rifiutarsi e a piangere e a rifiutarsi ancora e a piangere di nuovo. Un ciclo infinito ma ogni volta sempre peggiore.

    Era stanca di questo e sentiva qualcosa di guasto dentro di sé, qualcosa che forse la condizionava, qualcosa che forse si annidava dentro lei, ma non era lei. E questo alimentava la sua paura più grande, terrificante, irrazionale di essere posseduta o controllata da qualcosa che potesse annidarsi dentro la sua mente o che qualcosa della sua mente si ammalasse e la facesse diventare matta. Aveva paura della pazzia.
    La sua paura, poi, aumentò fino a riempirle i sogni e a farla star male durante il giorno, tanto che scrivere non aiutava più. Martoriava la sua penna magica e il suo diario con parole oscure e incomprensibili perfino per lei, fino a che non crollava dalla stanchezza e si addormentava, ma poi si svegliava poche ore dopo in preda a crisi di panico e dopo aver regolarizzato il respiro riprendeva a scrivere. Il ciclo infinito stava diventando impossibile da vivere, insopportabile, ma proprio quando pensava di aver toccato il fondo, cominciarono le allucinazioni.


    Era un vecchio signore con il viso ustionato, vestito di tutto punto, con la bombetta e il bastone.
    Lo guardava camminare per i corridoi, aggirarsi per casa come se stesse passeggiando in un prato e non interagiva mai con lei. Col tempo le allucinazioni aumentarono cosicché il vecchio con l’ustione sul viso non la abbandonava mai e la accompagnava in situazioni quotidiane che avrebbero dovuto essere banali, ma che si rivelavano orribili esperienze.
    Possibile che la paura della pazzia, mi stia facendo diventare pazza? Se è così, basta non aver paura.
    Povera sciocca, che speranze inutili.
    Vivevo dentro lei praticamente da sempre, aspettando il momento giusto per impossessarmene e conosco ogni anfratto del suo cervello e della sua anima. Sapevo prevedere le sue mosse, leggerle il pensiero.
    Mi mancava un ultimo sforzo per essere sicura di avere il totale controllo delle sue azioni. Mi insidiai nella sua mente ancora più a fondo e la feci agire a modo mio, mentre lei gridava – e grida ancora, in un anfratto del suo cervello – di smettere.
    Alla fine capirà che non ho pietà.


    Un giorno mi stancai di giocare con lei e passai all’azione, all’ultimo sforzo.
    Si trovava sulla poltrona, come sempre, col suo diario in braccio. Guardava nel vuoto, come se avesse potuto scardinare la sua dimensione e passarci attraverso. Una speranza le solcava il viso: forse se non avesse avuto più paura, il mostro se ne sarebbe andato. Una speranza vana perché in quel momento l’uomo con l’ustione sul viso attraversò il muro e si fermò davanti al suo cospetto, sorridendole. Le porse una mano come volendo prendere la sua, poi le fece il gesto di seguirlo e andò via attraverso la porta.
    Non era mai successa una cosa del genere e Ellie ne aveva molta più paura, adesso.


    Una nuova determinazione si accese, però, nei suoi occhi rendendoli, finalmente, dopo tanto tempo, vivi. Aveva deciso di affrontare le sue paure, di indagare sulla natura di quell’uomo e sulla natura della sua pazzia, così corse alla porta d’ingresso e si catapultò fuori in quello che credeva sarebbe stato il pianerottolo, ma che invece si rivelò un corridoio buio, tetro e silenzioso.
    Era molto lungo, le pareti erano rivestite di carta da parati sporca e logorata dal tempo, disseminate di quadri antichi che rappresentavano paesaggi e ritratti. I pochi lumi appesi emanavano una luce fioca che si rifletteva sui pavimenti in marmo, lucidi nonostante le chiazze e gli aloni di quello che forse una volta era sangue rappreso e poi lavato via.
    Si accorse improvvisamente di aver male ai piedi e guardando in basso, vide specchiata su un pezzo di pavimento la sua espressione incredula quando si accorse di avere le scarpe consumate e rotte in più punti, come se avesse camminato per giorni. Cominciò ad avvertire dolori in tutto il corpo e si sentì molto debole e affamata e assetata.
    Decise di non pensarci quando vide l’uomo con l’ustione sul viso passargli davanti e scomparire nel buio infinito di quel corridoio.


    Lo seguì di nuovo, stando attenta a non farsi male ai piedi e a non respirare con la bocca aperta, per non seccare ancor di più la sua povera gola. Arrivò alla fine del corridoio, dove vi trovò una grande porta di legno intarsiato tenuta chiusa da dei lucchetti in argento. Questi ultimi, a un tratto, scattarono facendo spalancare la porta la quale rivelò una sala enorme con lo stesso pavimento e la stessa carta da parati del corridoio, solo era più luminosa e pulita, quasi accecante.
    In contrasto con la lucentezza e lo splendore c’erano statue dal timbro gotico, dalle forme raccapriccianti.
    Non badando ad esse, ricominciò a correre, attraverso la sala gigantesca, e quando attraversò l’altra porta si ritrovò in un salone più piccolo con al centro due rampe di scale che si univano agli estremi.
    A differenza di quello precedente, era vecchio e logoro: il pavimento era sporco e pieno di buchi, le scale erano malridotte, molti gradini erano rotti.
    Pensò che fosse strana anche la disposizione dei locali: quello in cui si trovava avrebbe dovuto essere un salone d’ingresso, ma la porta che aveva varcato per arrivare lì dava su quella che sembrava essere una sala da ballo. Si girò per tornare a guardare quella bellissima sala, ma non la trovò. Al suo posto c’era una porta diversa, molto più grande.
    Si precipitò ad aprirla e fu investita da una folata di vento gelido che le fece venire i brividi.
    Quello che vide fu un grande piazzale deserto che aveva al suo centro un grande giardino pieno di erbacce e rampicanti che andavano a coprire una piccola fontana piena di acqua piovana sporca. Più in là, un bosco infinito che andava a toccare l’orizzonte. Il cielo era completamente grigio. Per uscire avrebbe dovuto scendere quei pochi gradini, ma l’angoscia la bl

    Edited by Gnana - 9/6/2016, 19:00
     
    .
  2.      
     
    .
    Avatar

    #andamovie

    Group
    Admin Veterani
    Posts
    1,660
    Creepy Score
    +294

    Status
    Offline
    La cosa mi è piaciuta molto. Ad essere sincero non rammento la storia originale, anche se ricordo qualche riferimento a Lilith, il che vuol dire o che hai cambiato totalmente, o che io non l'avevo mai letta. La prosa è coinvolgente e l'elemento della pazzia mi ha veramente preso. Mi intriga l'idea di vedere la faccenda della possessione dal punto di vista del posseduto, un occhio interno. Forse il discorso di Lilith e a maggior ragione la frase di Legio sono leggermente stereotipati e, se posso permettermi, un poco pacchiani; ma nel complesso funziona. Sono indeciso tra HS (più per la struttura che per la paura) e AR, ma credo di essere più incline per quest'ultima.
     
    .
  3.      
     
    .
    Avatar



    Group
    Veterano
    Posts
    3,333
    Creepy Score
    +121
    Location
    Londra

    Status
    Anonymous
    Concordo con Kung per smistarla in AR piuttosto che HS.
     
    .
  4.      
     
    .
    Avatar

    If I could buy Forever at a price, I would buy it twice ~

    Group
    Member
    Posts
    12,995
    Creepy Score
    +22
    Location
    Dai meandri oscuri all'interno del web... Niente più iPod Touch.

    Status
    Anonymous
    Concordo anche io, manca il fattore paura, sostituito dall'ansia e dalla prospettiva della "posseduta".
    Sono per AR, se l'autrice/autore corregge gli errori fatti notare da Emily. si può procedere allo smistamento.
     
    .
  5.      
     
    .
    Avatar

    You cannot hide

    Group
    Admin Veterani
    Posts
    1,692
    Creepy Score
    +205
    Location
    Arda

    Status
    Offline
    Corretti gli errori segnalati, sposto in AR.
    L'autrice è pregata di correggere i futuri errori.
     
    .
  6.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    107
    Creepy Score
    +12
    Location
    BucoNero

    Status
    Offline
    Wow, mi ero completamente dimenticata di averla pubblicata. Grazie mille c:
     
    .
5 replies since 25/8/2015, 22:44   87 views
  Share  
.