Pseudomonarchia Daemonum.

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    Pseudomonarchia Daemonum, in precedenza Gerarchia dei Demoni, è un'appendice al De praestigiis daemonum (1577) di Johann Wier. Il titolo del libro significa approssimativamente "la falsa monarchia dei demoni".

    È un grimorio simile all'Ars Goetia, il primo volume di Piccola Chiave di Salomone, e contiene una lista di demoni insieme alle ore e ai rituali appropriati per evocarli.

    Il libro è stato scritto prima di Piccola Chiave di Salomone ed ha alcune differenze. Ci sono sessantanove demoni (invece di settantadue) all'interno della lista e l'ordine degli spiriti è diverso, come anche alcune delle loro caratteristiche. I demoni Vassago, Seere, Dantalion e Andromalius non sono presenti nella lista in questo libro, mentre Pruflas non c'è in Piccola Chiave di Salomone. Pseudomonarchia Daemonum inoltre, a differenza di quest'ultimo, non attribuisce sigilli ai demoni.

    Wier ha definito la sua fonte manoscritta come Liber officiorum spirituum, seu Liber dictus Empto. Salomonis, de principibus et regibus daemoniorum. (Libro dei compiti degli spiriti, o Libro chiamato 'Empto'. Salomone, riguardo ai principi ed ai re dei demoni).

    Tuttavia nella voce del demone Gaap o Tap, il testo rifiuta Salomone come il creatore delle invocazioni, indicando bensì Cam, figlio di Noè, per questo ruolo:

    Ci sono stati alcuni necromanti che hanno offerto sacrifici e bruciato doni per lui; e per evocarlo, hanno esercitato un'arte, dicendo che l'aveva creata Salomone il saggio. Cosa non vera: essa fu generata da Cham, il figlio di Noah, che dopo il diluvio iniziò subito a invocare spriti malvagi. Ha invocato Bileth, e creato un'arte in suo nome, e un libro che è noto a molti matematici.

    Viene menzionato anche il Purgatorio, che qui viene chiamato "Cartagra".

    Agares

    Il «De Praestigiis Daemonum».

    L'opera conobbe, vivente l'autore, otto edizioni e dal 1566 fu divisa in sei libri: il primo libro dell'opera tratta dell'origine e dei poteri del diavolo, il secondo dei maghi, il terzo delle streghe, il quarto degli indemoniati e di coloro che ritengono di essere vittime di malefici, il quinto della loro guarigione e il sesto della punizione da infliggere alle streghe e ai maghi.

    Wier individua nell'azione del diavolo l'origine della credenza dei poteri che venivano attribuite alle cosiddette streghe: il diavolo otteneva il duplice scopo di ingannare tanto le donne, pervertendo le loro menti, quanto coloro che le giudicavano e le condannavano. Condanne a morte tanto più ingiuste, perché basate, secondo Wier, su una erronea traduzione di un passo biblico - Esodo 22, 18: «non lascerai vivere la strega» - che in realtà si riferisce agli autori dei venefici.

    Gli argomenti trattati nell'opera avevano pertanto una natura teologica, portando le Scritture a testimonianza degli inganni diabolici, una filosofica, dimostrando in che modo il diavolo corrompesse l'immaginazione delle streghe, una medica, dimostrando come nel comportamento delle streghe vi fosse una causa morbosa, e una giuridica, affinché, dopo aver distinto tra maghi, streghe e autori di venefici, rilevato come le streghe in realtà non fossero in grado di provocare alcun danno, non avendo esse alcun potere reale, si applicassero pene graduate secondo qualità e gravità dei delitti, diversamente da come attualmente veniva fatto.

    Nelle successive edizioni del libro, Wier pubblicò anche alcuni commenti di autorevoli lettori: il teologo Anton Hovaeus, elogiando l'autore, sottolineava come la caccia alle streghe non avesse giustificazione teologica; il medico Balduinus Ronsseus rilevava come le donne accusate fossero in realtà malate di nervi, Johann Ewich deprecava che giudici e teologi facessero confusione tra eresia e stregoneria, mentre un altro medico, Carolus Gallus, confermava come il fenomeno della stregoneria avesse origini psichiche o alimentari e l'umanista Theodor Zwinger sottolineava l'importanza della libera diffusione della cultura e del rinnovamento delle scienze al fine di debellare superstizioni e pregiudizi.

    Wier volle coinvolgere, nella sua proposta di revisione delle leggi che punivano le streghe, il teologo Johann Brenz, che già nel 1554, dopo il rogo di Michele Serveto, aveva aderito al manifesto di protesta di Sebastian Castellione, il De haereticis an sint persequendi, con il suo opuscolo An magistratus iure possit occidere Anabaptista, aut alios Haereticos, nel quale aveva sostenuto l'illegittimità della condanna a morte degli eretici.

    Non solo: nel 1539 Brenz aveva pubblicato il sermone Ein Predig von dem Hagel - Predica sulla grandine - su un episodio di caccia alle streghe avvenuto dopo una grandinata, interpretata dalla comunità del villaggio come la conseguenza di un maleficio. Per Brenz, non solo le streghe non potevano provocare alcunché, ma nemmeno il diavolo stesso: al più, il demone poteva prevedere un determinato evento e ingannare una «strega» facendole credere che sarebbe stata lei stessa a provocare quell'evento, illudendola così di possedere poteri sovrannaturali che lei stessa avrebbe poi, in buona fede, confessato di avere.

    Secondo questa analisi, si ammetteva bensì l'esistenza delle streghe ma, per quanto risultasse evidente che ogni loro responsabilità concreta venisse a cadere, Brenz riteneva che le «streghe» meritassero la massima pena a causa del loro commercio con il diavolo, che dimostrava la volontà della donna di fare il male - il conatus perfectus - che la legge del tempo puniva comunque, poiché equiparava la volontà intesa al male all'atto effettivamente perpetrato. Invece Wier, scrivendo al Brenz, sottolineava l'enormità della pena capitale, che avrebbe dovuto essere sostituita con punizioni miti e con un'opera di rieducazione, e negava la legittimità di equiparare l'intenzione criminosa al crimine, così come non si puniva l'adulterio immaginato ma soltanto quello realmente consumato.

    Contemporaneamente alla traduzione in tedesco fatta dallo stesso Wier del De praestigiis nel 1567, uscì a Parigi quella in francese, i Cinq livres de l'imposture et tromperie des diables: des enchantements et sorcelleries, a cura del medico Jacques Grévin, che ebbe nuove edizioni aggiornate nel tempo, fino a quella di Francoforte, in sei libri, nel 1586.

    Il concetto di Melanconia Durante l'attività dell'Inquisizione Spagnola e successivamente del Santo Uffizio Italiano, Johann Wier preferì prendere le distanze da questa forma di ossessione diabolica e descrivere il tutto come un fenomeno causato da un disturbo fisico. Nelle sue tesi si servì delle sue conoscenze mediche per dimostrare che tutte le confessioni delle streghe, che venivano raccolte nei fascicoli della Santa Inquisizione - sotto tortura - erano in realtà il frutto di un disturbo fisico dell'utero, chiamato melanconia. Dimostro' dunque che il patto con il diavolo non aveva alcun fondamento e non sussistendo, non poteva essere considerato reato.

    la_morte

    johann-wierus-weyer-de-praestigiis-daemonum-pseudomonarchia-daemonum-grimoire-3

    Fonti: Wikipedia.


    Edited by Mordekai The Summoner - 21/8/2014, 10:36
     
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    Io lo metterei in CreepyMedia.
     
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    Sono qui, scusate. Non son riuscito a trovare molto.
     
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    A me sembra un po' pochino.
     
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    E' davvero scarno così. Ora come ora per me è sicuramente Cestino, il mio giudizio potrebbe cambiare se verrà aggiunto qualcosa.
     
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    Ho aggiunto un altro paragrafo.
     
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    Aggiungi le fonti, e si smista in Creepy media.
    P.S. usa ctrl f e cerca [9], te lo sei scordato mentre lo modificavi.
     
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    Dovrebbe andare in Creepy books in quanto l'argomento principale del topic è un grimorio, ma quanto mi riguarda è ancora più interessante la seconda parte del topic, quella che tratta della caccia alle streghe e la critica dal punto di vista medico e teologico. Per me o si divide il topic in due discussioni distinte, approfondendo quella che riguarda il libro, oppure si smista in una sezione IT (L&M?), facendo riferimento nel titolo alla seconda parte della discussione: preferisco questa seconda soluzione, perché il grimorio è il punto di partenza per il discorso successivo, e alla fine si tratta praticamente di un'introduzione.
     
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    Con la nuova aggiunta, per me è L&M
     
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    Anche io non la metterei più in creepy media, bensì in L&M.
     
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    Non saprei... è che non riesco a vedercela in L&M.
    EDIT: io sono ancora per Creepy Books

    Edited by RullOmbra - 28/8/2014, 10:45
     
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16 replies since 23/7/2014, 10:35   1668 views
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