Cenere Nera

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    Questa è una fanfiction su DB che avevo scritto parecchio tempo fa (anni fa, in effetti). Casualmente l'ho ritrovata in una cartella del pc


    Una giornata tranquilla, immersa in un clima soleggiato e sereno, con un dolce venticello estivo che ristora e tranquillizza tutti coloro che, incauti, decidono di passare la giornata sotto il sole cocente, immersi nella soffice sabbia che lenta scorre nelle loro mani, come giorni perduti mai recuperati, come sogni che ti scivolano dalle dita e tu non sai nemmeno il perché.
    In una giornata come questa Crilin è tranquillamente sdraiato su un lettino da spiaggia, fuori dalla Kame House. Occhiali scuri coprono i suoi occhi neri ed un cappellino azzurro protegge la sua testa dai raggi del sole. Forse per paura che un raggio riflettendosi sulla pelata dia fuoco alla casa. Il petto è nudo, si lascia carezzare dolcemente dal vento e coccolare dai raggi caldi del sole, protetto dalla crema a protezione 12, per evitare ustioni. Le gambe, lasciate pigramente distese, poggiano mollemente sull'appendice del lettino, senza alcun cenno di vita, lasciate alla loro nudità, senza creme a schermarle dall'azione dell'abbraccio rovente del sole. Un segno di scarsa prevenzione: se resta lì entro sera saranno completamente in fiamme. Forse, visto il seguito, sarebbe stato meglio così: un'ustione è facilmente curabile, ma cosa succede quando fiamme di tenebre ardono il tuo cuore fino a renderlo cenere nera? Nessuna cura, nessun sollievo. Solo l'arido deserto di illusioni perdute. E cuori che volano via e forse non tornano più. Ma Crilin è ancora ignaro del suo destino di cuore scottato, ancora resta sul comodo lettino, a cercare un'abbronzatura che gli dia soddisfazione.
    Lentamente solleva un braccio e sposta gli occhiali scuri, mostrando due specchi di luce e di speranza. Osserva l'orizzonte del mare, spostando lo sguardo con rapidità, come se cercasse qualcosa. O qualcuno. Finalmente i suoi occhi incontrano la figura della giovane fidanzata. I capelli blu della ragazza ondeggiano mossi dal vento, mentre un vestito rosso molto attillato non lascia spazio all'immaginazione. Crilin si alza dal lettino, facendo un rapido gesto con la mano per richiamare l'attenzione della ragazza, che continua a nuotare tranquilla nell'acqua. Il ragazzo si stupisce, sbatte gli occhioni un paio di volte, quasi incredulo. L'ha ignorato di proposito? Un nuovo gesto veloce accompagna i suoi pensieri, mentre lui inizia ad avvicinarsi alla riva. La ragazza si volta verso di lui, ma nuovamente torna a tuffarsi nell'acqua cristallina, generando sprizzi che vanno a colpire il piccolo ragazzo. Lui sbuffa, seccato. E' ora di pranzo, deve dirgli cosa vuole mangiare così che lui possa cucinarlo. Ma per farlo deve uscire dall'acqua! O entrare lui...gli sembra una buona idea, così si tuffa, raggiungendo la fidanzata in poche bracciate.
    “Hey, Marion!”
    L'azzurra si gira, osservandolo con un sorriso radioso.
    “Crilin, ciao!”
    Il tono è stupito, come se davvero prima non l'avesse visto. Ma Crilin sa che non è così, l'ha volutamente ignorato. Chissà perché poi...
    La risposta arriva al piccoletto rapida come un treno e inaspettata come un fulmine a ciel sereno.
    Improvvisamente la mano della ragazza si posa sul suo costume, accarezzandolo tra le gambe, e facendo risvegliare il suo membro, ora pronto all'azione. Lei sorride maliziosamente.
    “Ohh, vedo che qualcuno qui mi vuole salutare...”
    La mano della ragazza continua ad accarezzare l'amichetto attraverso il costume, ma Crilin la ferma, rosso in viso.
    “Ehm...pranzo...io....preparare....cosa...tu...devo...vuoi....”
    Scuote leggermente la testa per riordinare le idee, sotto lo sguardo sempre più malizioso della ragazza.
    Riformula la frase in maniera corretta.
    “Devo preparare il pranzo. Puoi dirmi cosa vuoi?”
    Lei rimane pensierosa qualche istante, poi il suo volto si illumina e lei annuisce con vigore.
    “Costolette d'oca all'arancia”
    L'altro strabuzza gli occhi. E che razza di cibo è? Lui non l'ha MAI sentito nominare.
    “Ma...sei sicura...?”
    Ma poi esistono le costolette d'oca?! Lui conosce quelle di maiale, ma quelle d'oca non le ha mai sentite nominare. Osserva la ragazza speranzoso: magari cambia idea.
    Le sue speranze vengono disilluse.
    “Dai, amore, ti prego! Non posso vivere senza costolette d'anatra all'arancio!!”
    Lui la guarda incredulo, sorpreso e anche alquanto scocciato, ma non osa protestare. Lentamente esce dall'acqua e si alza in volo diretto verso la prima città, dato che ovviamente le costolette d'oca lui in casa non le ha. Hey, aspetta. Prima ha detto oca, poi anatra...ma cosa vuole, l'oca o l'anatra? Continua a dirigersi verso la sua meta, sperando possano dargli qualche informazione utile.

    Dopo un paio d'ore torna, con volto stanco e stomaco brontolante. E' affamato. Altro che oca o anatra! Gli sono scoppiati a ridere in faccia quando li ha chiesti! Come immaginava lui le costolette sono di maiale! Atterra sull'isola, deciso a chiedere spiegazioni a Marion, ed entra in casa a passo deciso. Ha fame! Tanta.
    Fa un rapido giro della casa, ma non trova la fidanzata, così decide di andare al piano superiore. Apre piano la porta della camera di Marion, ma non la trova. Un brivido freddo scende lungo la schiena al pensiero che possa essere in camera sua, ma è l'unica stanza che gli resta da controllare. Con sguardo terrorizzato e muscoli così tesi da sembrare fatti di marmo, il piccoletto pelato apre la porta. I suoi atroci pensieri prendono corpo nella figura di fronte a lui. Marion. Nuda. Completamente nuda.
    I suoi occhi si posano sul seno abbondante, sul ventre piatto, sulla vita sottile, sul fondoschiena sodo e infine non possono fare a meno di puntare in quel posto segreto dove dovrebbe trovare residenza un triangolino piuttosto interessante per i maschi. Ma il triangolino non c'è. O, meglio, c'è, ma non com'è di solito. Insomma, è completamente glabro. Crilin sgrana gli occhi e deglutisce a vuoto la saliva. Prova un intenso desiderio di fuga, ma allo stesso tempo il suo istinto maschile lo trattiene lì, ad osservarla. Lei lo guarda con un sorriso intenso e si sdraia sul letto, permettendo allo sguardo del povero tonno di godere di tutte le curve che una donna può avere.
    “Avanti, vieni qui...”
    In quel momento il cuore di Crilin ha un sussulto di panico. Lui non è mai arrivato a tanto con una donna, e non ha intenzione di farlo ora, con lei. Insomma, prima vuole essere sicuro che sia quella giusta, sposarla e iniziare a pensare ad una famiglia. Certo, Marion è una bella ragazza, bellissima, ma lui non è sicuro di amarla completamente, e, soprattutto, non è sicuro che lei ami lui. Insomma, a queste condizioni non può assolutamente farlo!
    “N-no...non credo sia il caso...!”
    Fa per uscire e chiudere la porta, ma Marion lo blocca, abbracciandolo alla vita appena lui si gira. Ma come ha fatto?! Dove ha sviluppato una tale velocità?!
    Lei abbassa rapidamente la mano destra, iniziando ad accarezzare il suo membro sopra la stoffa dei pantaloni. Lui si blocca, spalancando gli occhi.
    “Marion...davvero...io...”
    Non sa cosa fare. Lui non vuole. Non vuole assolutamente!
    Ma al tempo stesso...
    Lei è la sua fidanzata, quindi forse dovrebbe farlo anche se non vuole...
    In fondo inizia ad avere una certa età, è un uomo ormai...tutti i suoi amici han già esperienza. A parte Tensing, ma quello è un caso patologico. E poi non è suo compito in quanto fidanzato? Non lo sa, è confuso, vuole del tempo per pensare. Vuole essere sicuro dei loro sentimenti. Ma la ragazza non sembra volergli concedere tregua. Con abilità sgancia i pantaloni e li lascia cadere inermi al suolo. Lui li osserva per qualche secondo, poi lentamente si abbassa sotto lo sguardo della ragazza e li toglie. E' un gesto meccanico, per lui. Si sente ridicolo con i pantaloni a mezz'asta! Ma la ragazza sembra prenderlo come un tacito cenno di assenso, e rapidamente si libera anche dei boxer, sbottonandoli -ma perché lui non ha comprato degli slip?- ed inizia ad accarezzare il membro sulla nuda pelle. Crilin prova dei brividi lungo la spina dorsale, ma non sono affatto di piacere. Tutt'altro. Prova la stessa sensazione che la gente prova osservando una tigre allo zoo. E' bella, affascinante, ma è meglio starle alla larga e non avere un incontro ravvicinato con lei.
    Marion toglie le mani dall'amichetto e Crilin sospira di gioia, pensando che forse lei ha deciso di dargli ascolto, di lasciarlo andare.
    Invece no.
    Lei lo afferra saldamente per le spalle e lo gira, mandandolo a sbattere contro la porta ancora chiusa -mai come in quel momento Crilin ha provato il desiderio di aprirla-. Il piccolo ragazzo continua a sentire il sangue gelarsi nelle vene. E' come se in qualche modo si stesse “sporcando”. Non è così che deve andare. Deve essere dolce, intenso, romantico, con la donna giusta, quando entrambi sono sicuri dei loro sentimenti. Così non va bene! Sembra uno dei film che guarda di solito Muten!
    Senza nemmeno guardarlo negli occhi la giovane si abbassa e nel giro di pochi secondi Crilin si sente completamente avvolto dalla sua bocca. Tiene la testa all'indietro, sbattendo la zucca contro la porta e non riesce a impedire che piccoli gemiti escano dalle sue labbra. Nonostante tutto non vede l'ora che questa tortura finisca. Lascia che la ragazza faccia quello che vuole di lui, perché è la sua fidanzata, perché lui è stufo di sentirsi lo sfigato del gruppo, quello che ancora non sa nemmeno com'è fatta una donna. Però continua a sentire una sensazione di gelo nel cuore. Sta sporcando la sua anima. La sta sporcando per sempre. Nel giro di pochi secondi la ragazza raggiunge il suo scopo, assaporando un succo che nessun frutto può secernere.
    Si alza e si avvia verso il letto, sdraiandosi di nuovo e aprendo le gambe, facendo un segno impaziente verso di lui.
    Il piccoletto si avvicina timoroso, si inginocchia sul letto perché non sa cosa fare e si guarda intorno spaesato. Sembra un bambino che sta cercando con lo sguardo la mamma perché lo venga a salvare dall'orco cattivo. La ragazza sbuffa, seccata, annoiata. Si siede sul letto davanti a lui e spingendolo per le spalle lo fa sdraiare, mentre lui continua a guardarla come in un sogno, come se non sapesse cosa sta succedendo. Lo sa, ma non vuole saperlo.
    Rapidamente la ragazza si posiziona sopra di lui, sotto lo sguardo terrorizzato del poveretto. L'azzurra prende il suo membro eretto e lo posiziona contro le grandi labbra, lasciandosi poi cadere seduta sopra di lui e buttando indietro la testa in un impeto di piacere.
    Crilin non sta provando piacere. Nel momento della penetrazione ha distintamente sentito il suo cuore spezzarsi. Da una parte la purezza, tenuta con fede, con la speranza di poterne far dono alla donna della sua vita, dall'altra la consapevolezza che non è così. Che la sua purezza è ormai perduta per sempre, e lui si è perduto con lei.
    Marion si muove freneticamente sopra di lui, sospirando di piacere e urlando ogni volta che il grande membro preme dentro di lei.
    Crilin sta iniziando a sentirsi male, ha voglia di vomitare. Non riesce a sentire piacere, nemmeno sforzandosi di partecipare in qualche modo a quella che dovrebbe essere un'unione di due anime.
    Questa è una sporca unione di due corpi.
    Resta in silenzio, lasciando che la fidanzata continui a muoversi, sempre di più, sempre più forte, e continui a urlare. La sente urlare il suo nome e vorrebbe gridarle di smetterla. Quel nome non le appartiene: è stata solo capace di lacerarlo con il freddo della sua indifferenza.
    Dopo pochi minuti tutto finisce, senza una minima partecipazione da parte del ragazzo.
    Lui resta sdraiato, sporco sia moralmente che fisicamente.
    Aspetta, impaziente.
    Aspetta qualche parola di conforto, di affetto -non osa sperare in parole d'amore-. Ma la gelida realtà gli da un nuovo schiaffo morale. La ragazza scende dal letto ed inizia a rivestirsi dandogli le spalle, senza parlargli, senza nemmeno guardarlo.
    “Sbrigati, Crilin, inizio ad avere fame. Voglio pranzare”
    Marion esce dalla porta e scende rapidamente le scale, diretta sicuramente in cucina, e lui resta sul letto, distrutto. Ha perso tutto. Ha perso la cosa per lui più preziosa. Ha perso l'occasione di condividerla con qualcuno di speciale.
    Calde lacrime di dolore scendono dai suoi occhi scuri, mentre lui resta immobile in silenzio, a contemplare le ceneri nere del suo cuore che lentamente vengono trasportate dal gelido vento.

    Edited by Shira™ - 4/4/2014, 14:32
     
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    Ma :v: lo ha stuprato.
     
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    Sono per AR, anche se una vocina dentro di me dice che quasi quasi potrebbe andare in drammatico lol

    da qualche parte hai finito una frase com due punti esclamativa, ma quotartela da Nokia per me è impossibile
     
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    AR, anche se sono davvero scioccata dalla storia ahahahah
     
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    si alza in volto --> volo*

    Io ho sempre messo le virgole dopo le protasi e dopo le determinazioni di tempo/luogo, qui non mi pare ci siano, ma non sono sicuro che sia un errore, e non danno poi così fastidio.
    Secondo me, invece, è Drammatico, anche se vorrei dire AR.
     
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    Due AR e un Drammatico?
     
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    Pensavo di aver già votato... :gratt:
    Per me è Drammatico.
     
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    AR per me.
     
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    Allora spostiamo in AR, senza timore, guys.
     
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