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Sono morto alle sei del mattino di un sabato, dopo tre giorni di malattia.
La mia povera moglie mi stringeva le mani e poi è scoppiata in lacrime.
Io sentivo tutto ma i suoni sembravano provenire da molto lontano, soltanto l'occhio sinistro percepiva ancora un vago chiarore. La volontà era morta e nessun muscolo mi rispondeva, solo il pensiero indugiava, lento e torpido, ma perfettamente lucido.
O era l'anima ad attardarsi in quel modo prima di volarsene via.
Poi anche la tenue luce dell'occhio sinistro si spense, non mi ero accorto che mi avessero chiuso le palpebre ma quando me ne resi conto mi sentii gelare, però potevo ancora sentire.
Nella stanza arrivarono altre persone.
Quanto tempo era passato? Nebulosamente udii che il funerale era stato fissato per le undici dopodiché sarei stato sotterrato. Ma più della morte mi aveva sempre spaventato il pensiero d'essere sepolto.
Sentii ancora dei rumori sgraziati, maldestri, come di qualcuno che trasportasse dentro un mobile: era la mia bara.
Mia moglie prese a vestirmi come si fa coi cadaveri, poi delle mani sconosciute mi sollevarono e mi deposero nella cassa. Quando due colpi di martello conficcarono il primo chiodo provai come un brivido nelle ossa e altre ne seguirono in rapida serie, brutali, assordanti, ma non so come in qualche parte profonda di me io sentii che piangevo, come mai avevo pianto in vita mia.
Dopo ascoltai le parole confuse di un prete, ed ecco che mi calavano nella fossa e le corde sfregavano su gli spigoli della bara.
Era la fine.
Poi un colpo tremendo! e pensai che la bara si fosse spaccata in due. Dio mio fu come se svenissi. Non esistevo più.
E invece a poco a poco confusamente tornai in me.
L'aria mi mancava e io sentivo freddo. Volli alzarmi di slancio ma picchiai forte la testa e l'orrenda verità mi attanagliò: Ero sepolto vivo.
Cominciai a dibattermi e a graffiare il legno con le unghie, fuori di me dal terrore, inarcandomi con tutte le mie forze sui piedi, sui reni, sbattendo i gomiti e le ginocchia e tirando calci da rompermi le ossa. Gridavo, gridavo come un pazzo con una voce che...non era più neanche la mia.
Poi mi sembrò che la bara cedesse dalla parte dei piedi. Allora battei con forza i talloni, pregando che da quella parte ci fosse una tomba scavata di fresco. All'improvviso i miei piedi affondarono nel vuoto e non ebbi che da superare un sottile strato di terra e strisciai in una fossa ancora aperta.
Mio dio! Ero salvo!
Restai ansimante sul dorso a fissare le stelle, con la testa vuota, non so per quanto tempo. Potevo correre a riabbracciare mia moglie e i figli ma mi accorsi che non lo desideravo. E da allora è strano, non l'ho più desiderato. Ho rimesso la terra a posto in modo che non si accorgessero di nulla e me ne sono andato via, come un fantasma, senza farlo mai sapere a nessuno.
Quanto cambia un uomo dopo essere sopravvissuto ad una simile esperienza?
Ma ero ancora un uomo?
Me lo sono domandato per tutta la vita aspettando che la morte tornasse a trovarmi.
Edited by ~Roluga - 2/1/2014, 18:56. -
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Horror D'autore . -
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Horror D'autore. . -
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Smisto . -
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Bella, mi è piaciuta molto. Adattissima per la stesura di un monologo niente male, il quale, tra l'altro, c'è su YT. SPOILER (clicca per visualizzare)Ovviamente, grazie a te che me l'hai fatto vedere.. -
Rejkka.
User deleted
Sebbene non metta i brividi, non mi è affatto dispiaciuta! Bella! .