L' uomo

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  1. DisobeyMaggot
         
     
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    30 settembre 1941
    Il mio nome è Zero Hedelmann, sono un soldato semplice, o Mann nella ma lingua, da poco giunto in queste terre. Sono terre ostili, la pioggia si è trasformata in neve, il fango in gelo, e persino i nostri carri arrancano.
    Nelle ultime settimane alcuni uomini sono morti di freddo, erano tutti molto magri, non so come ci siano finiti qui, nelle S.S. . Prima del freddo eran magri, che s' intenda, è naturale che il gelo ci indebolisca tutti.
    Pensavo che l' inverno nella mia terra fosse rigido, ma mi sbagliavo, o almeno, è un leggero e pungente venticello in confronto a questo.
    Siamo sistemati in un avamposto costruito quando ancora i russi non erano contro di noi, e seppur tutto par' esser zuppo qui dentro, dall' umidità senz' altro, e nonostante funghi e i muschi crescano dappertutto, mi sembra di essermene tornato a casa.
    Non ti annoierò troppo diario, volevo solo dirti che mi fa piacere aver qualcuno con cui parlare. Buona notte.

    4 ottobre 1941
    Caro diario, siamo bloccati da qualche giorno qui dentro, e il cibo è terminato, non c'è di che mangiare. Riusciamo a bere, eccome, ha nevicato tanto che è impossibile camminare. Ma più di tutti, diario, ho paura del freddo.
    Aleggia intorno a me come fosse un vento, ma non tira un filo d' aria qui, sento solo lame gelide perforarmi la pelle. Abbiamo provato a sparare qualche colpo, per chiedere aiuto.
    A chi? Vedi diario, abbiamo chiesto aiuto ai nostri nemici, perchè non immagini quanto vorrei essere un prigioniero dei cosacchi in questo momento, torturato o persino giustiziato. Perchè qui ho paura. Qui non ho speranza.
    Siam tredici persone, e so ben presto, di cosa dovremo nutrirci per sopravvivere.
    Ho molta paura.
    PS: Non abbiamo sparato nessun colpo, il gelo ha distrutto i meccanismi delle nostre armi.


    6 ottobre
    Caro diario, non ho più forze, sento che morirò presto. Mi sono chiuso qui, in uno scantinato di cui probabilmente nessuno conosce l' esistenza. Non c'è nulla, neanche una ragnatela.
    Ah, s' erano belle le ragnatele, caro diario! Eh si, mi davano fastidio, ma quanto vorrei rivedere una meravigliosa ragnatela.
    Ieri non ho avuto il coraggio di dirtelo, non è di certo una bella cosa, ma devo rivelartela: qualche anno fa lessi di una spedizione, proprio qui in Russia credo, e ci fu un incidente. Andavano a caccia d'oro penso, o cose di questo tipo.
    Dopo l' incidente si ritrovarono senza cibo, e indovina un po' di cosa sopravvissero alcuni? Dei loro compagni. Si sono mangiati a vicenda. E le urla che sto sentendo anche ora, diario, so esser quelle di Hans, e prima furono quelle di Arthur. So cosa stanno facendo. Lo so. Ma non voglio uscire. Ho paura. E la neve dalla finestra sembra fissarmi, è un mostro. E' un terribile mostro. Ho paura.


    7 ottobre 1941
    Caro diario, scusa se non riesco a scriverti in una bella grafia, ma dovresti sapere che sto morendo. Non riesco a piangere, mi hanno insegnato a non farlo. Dicevano, all' accademia, che sarei divenuto un uomo forte se non avessi mai più pianto. Diario, vorrei poter pianger prima di morire, vorrei tanto farlo, di dolore, o di disperazione. Ma non esce lacrima dai miei occhi, e son molto meno uomo di prima senza lacrime.
    Sono un' automa destinato a congelare, come i carri, come i corpi dei miei amici, come i miei amici.

    Eccolo diario, eccolo, è giunto. E qui dinanzi a me, quell' essere. E' tanto lento, ma brucia appena ti tocca, brucia come fosse una fiamma ardente, ma è tutt' altro.
    Ieri non ho avuto il coraggio di dirtelo, non è di certo una bella cosa, ma devo rivelartela: il mostro ieri mi ha mangiato le gambe, o me le ha strappate e basta, sono solo immobili ammassi di carne, putrida e marcia ora, che orrore.
    E' lento, ma mi sta stringendo le mani ora, come prima, ma ora più forte, con più cattiveria. Non posso scriverti più, mi spiace. Mi guarda, mi parla. E mi guarda, COI SUOI OCCHI.Sto impazzendo, dalla
    paura. Sto imp ...


    Zero e i suoi compagni morirono alla ricerca delle ricchezze che gli erano state promesse da un uomo.
    Settantun anni prima degli accadimenti di Festung Frost, nel 1870 un gruppo di viaggiatori subì la stessa sorte, in un altro luogo, alla ricerca di ricchezze che gli erano state promesse da un uomo.
    Settantun' anni dopo, nel 2012 miliardi di uomini morirono, in tutto il mondo, alla ricerca di ricchezze che gli erano state promesse da degli uomini.

    E tu, sei ancora vivo?



    Edited by -Praetoriani- - 13/12/2013, 18:21
     
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    A me non è spiaciuta, anche se non credo di aver capito bene il finale, potresti spiegarmelo gentilmente? ^^
     
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  3. DisobeyMaggot
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    CITAZIONE (tita95 @ 10/12/2013, 22:02) 
    A me non è spiaciuta, anche se non credo di aver capito bene il finale, potresti spiegarmelo gentilmente? ^^

    i significati sono articolati e non semplicissimi da carpire, ma come ben sai è proprio questo il bello di un' opera d' arte :) . Zero è un soldato nazista che parte per il fronte orientale su ordine di Hitler e dei suoi generali, con la promessa che l' operazione, se riuscirà, porterà prosperità alla nazione tedesca. I soldati giungono in un piccolo rifugio, Festung Frost, costruito prima della guerra coi russi, quando ancora Germania e URSS non erano in conflitto. Il forte è costruito per permanenze estive e i soldati, incoscienti vi si rifugiano. Ben presto il gelo e la neve bloccano le porte, e i soldati, per sopravvivere, sono costretti a mangiarsi l' un l' altro, anche se alla fine non ne rimarrà comunque nessuno. Come si può notare Zero si ricorda di un libro dove si parlava di un episodio simile, e ben pensa di nascondersi in cantina. E' un' aspra critica a come gli uomini siano costantemente sottoposti a promesse, prima dai dittatori poi dalle multinazionali. In più faccio notare come anche un temibile membro delle S.S. sia alla fine un uomo, che soffre ed ha paura. :)
     
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    Molto bella la spiegazione, anche se non la vedo molto come Cp ma più come storia da "I nostri racconti", forse AR. Non saprei, attendo altri pareri.
     
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