Un'ultima tazza di caffè

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.      
     
    .
    Avatar


    Group
    Admin Veterani
    Posts
    14,253
    Creepy Score
    +739
    Location
    In uno specchio scuro

    Status
    Offline
    “Il solito, Luca!”
    Kate varca la soglia della caffetteria, gridando e togliendosi il cappotto dalle spalle, con un gesto seccato. Il barista non ha bisogno di dirle niente, semplicemente si volta verso la macchinetta e comincia a far sgorgare quel nettare prelibato, sotto lo sguardo degli altri avventori.
    E' la solita routine, ogni giorno. Alle otto precise Kate entra nel bar, sempre con quell'aria seccata, oppressa dai disagi del mondo. Luca ormai l'aspetta, spesso ha il suo cappuccino già pronto, se non c'è troppa gente da servire. Kate berrà il suo caffè con fretta, facendolo scivolare lungo la gola senza fermarsi a gustarlo, è solo la sua sveglia, le serve per affrontare un'altra giornata di studio, di esami, di scontri con i professori. Eccola, si siede al suo tavolo preferito, butta il cappotto sulla sedia ed afferra la tazzina che Luca le ha appena portato. Pochi istanti, e il liquido si è già riversato nel suo stomaco. Luca si avvicina, cerca di convincerla a prendere anche qualcosa da mangiare, ma lei non ha tempo, è sempre di corsa.
    “Devo andare, ho lezione. A domani, Luca!”
    Veloce com'è entrata se ne va. Una penna le scivola dalla tasca dei jeans e rotola a terra, ma lei non se ne accorge; Luca la raccoglie con aria pigra, portandola dietro il bancone. Poco male, tra poco Kate verrà a riprenderla, come al solito. Kate ha sempre la testa tra le nuvole, è sognatrice e distratta, e a Luca, forse, piace proprio per questo.
    Appena il tempo di pulire il bancone con uno strofinaccio, ed ecco che la giornata si mostra uguale a tutte le altre, la ragazza mora torna a varcare la soglia del locale, con sguardo colpevole.
    “Luca...ho...dimenticato la penna”
    Arrossisce appena, mentre il barista le porge l'oggetto perduto, con un lieve sorriso.
    In quel momento la porta della caffetteria si apre ancora, e questa volta a fare il suo ingresso è un ragazzo biondo, con i capelli sparsi sul capo. Fuori ha cominciato a piovere e le goccioline d'acqua sul suo giubbotto mostrano che il giovane non aveva con sé l'ombrello.
    “Buongiorno Luca”
    Leonardo non ha una richiesta fissa, gli piace variare, provare nuove cose, è meno prevedibile di Kate. Ogni giorno varca quella soglia alle 8:15 precise, ma c'è sempre un po' di suspense riguardo la sua ordinazione.
    “Un caffè macchiato, per favore”
    Ansima, lasciandosi cadere sulla sedia. E' stanco, si vede che ha corso, probabilmente per trovare rifugio da quella pioggia sferzante.
    Dopo aver salutato il nuovo arrivato con un cenno del capo, Kate esce di nuovo, farà ritorno nel pomeriggio, lamentandosi del troppo studio, dei troppi esami e dei troppi compagni di corso. Quella ragazza non ama troppo la compagnia, preferisce stare da sola, per questo il tavolo in fondo è sempre riservato a lei, eppure è già scritto che nel pomeriggio si unirà agli altri, come ogni giorno.
    Luce porta il caffè a Leonardo, e torna al riparo del suo amato bancone, pronto a servire i clienti occasionali, che non mancano mai. Leonardo è diverso da Kate, lui preferisce fare le cose con calma, è pacato e razionale e sorseggia il suo caffè, cercando di gustarlo, ma con la mente già proiettata alle fatiche della giornata.

    L'orologio al polso di Luca segna le 8:30 ed ecco che anche Maurizio si unisce. Scuote l'ombrello rosso, regalo della madre, per liberarlo dell'acqua in eccesso e lo lascia fuori, cercando di non bagnare troppo il pavimento della caffetteria, per evitare di sentire i rimproveri di Luca.
    “Caffè. Amaro. Bollente”
    Dice con tono secco, andando a sedersi vicino a Leonardo: sono amici, quei due, un'amicizia cominciata grazie a due chiacchiere davanti a un caffè, ore spese a parlare degli esami terribili che condividevano.
    Luca sistema il caffè in un piattino e posa il tutto davanti al moro, sorridendogli appena. Luca non sorride facilmente, è un tipo rigido, duro, ma Maurizio gli sta simpatico, con quell'aria da primo della classe e la fanciullezza ancora stampata negli occhi. Maurizio è anche l'unico della combriccola che davvero si intende di caffè, ama berlo amaro per non contaminare il suo gusto, lascia che quella bevanda calda gli penetri nelle emozioni, e per un istante non c'è nessuno, né lì, né altrove, solo lui ed una completa pace. Dura poco, però, solo fino all'ultimo sorso, poi l'urgenza della vita torna a farsi sentire, ma quel sorso di emozione gli è sufficiente per affrontare tutto con il suo solito sorriso.
    Le ore passano, mentre clienti occasionali si affollano al bancone e tra i tavoli, chiedendo un caffè per continuare la giornata. Lo bevono con foga, sfogliando un giornale e imprecando contro tutto e tutti, per poi riporre con malagrazia la tazzina e lasciare il locale a grandi falcate, dopo aver pagato il conto. E' un carnevale di volti, di corpi, di anime, che si muove senza sosta, succedendosi ora dopo ora, ma nessuno lascia niente tra quei tavoli, forse, di questi tempi, credono che sia il caso di tenere persino le proprie emozioni al sicuro.

    14:00. Tra non molto i ragazzi verranno a prendersi un nuovo caffè, dopo la fine delle lezioni. Luca li aspetta, mentre serve i panini a coloro che hanno troppa fretta per potersi gustare un vero pasto.
    La porta si apre, ed entra un vecchietto, ricurvo sul suo bastone, ogni singolo capello bianco sulla sua nuca è testimone di un ricordo, ogni singola ruga sul suo volto è emblema di un'emozione vissuta. Luca è troppo giovane per sapere di chi si tratti, lo accoglie come se si trattasse di un qualunque cliente, gli prepara il caffè senza fermarsi troppo a guardarlo. Ma non è la prima volta che quell'uomo entra nella caffetteria.
    Era il 1953, e fuori pioveva a dirotto, proprio come adesso. La caffetteria si trovava sempre nello stesso luogo, all'angolo tra queste due strade, un po' fuori mano, forse, ma pronta ad accogliere chiunque si fosse fermato per gustarsi un buon caffè.
    Quel giorno, però, non era destinato ad essere come tutti gli altri; non per un giovanotto dallo sguardo luminoso e dal passo svelto, entrato in quella caffetteria solo per trovare riparo e per gustarsi un buon caffè, in attesa di andare al lavoro. Il suo sguardo, però, si era fermato per qualche secondo su una ragazza, seduta da sola ad un tavolino ad angolo, che sorseggiava un the caldo; era una ragazza bellissima, con folti capelli biondi che le ricadevano sulle spalle, donandole il candore di un angelo. Il giovane si era avvicinato, reggendo tra le mani la sua tazza di caffè, in quello stesso momento, però, la ragazza si era alzata e l'aveva così urtato. Il caffè si era rovesciato completamente sul suo vestito elegante, con sommo imbarazzo della giovane. Il ragazzo aveva sentito il calore del caffè propagarsi sul suo corpo, ma un altro calore, ancora più forte, si era unito a quello, nel momento in cui aveva visto le labbra della giovane disegnare un sorriso imbarazzato.
    Le aveva offerto un caffè, che lei aveva accettato volentieri. A quel primo caffè fecero seguito un secondo, un terzo, un quarto, un quinto...una vita di caffè.
    E adesso quello stesso uomo è seduto a quello stesso tavolo. Si porta alle labbra secche il suo caffè, che ha lo stesso sapore di allora, ed insieme al liquido lascia che nello stomaco scorrano anche i ricordi. Sua moglie è morta un anno fa, e lui adesso è qui, nel luogo dove tutto è cominciato.
    Nessuno fa caso a lui, tutti sono preda del frenetico mondo moderno, nessuno ha il tempo di curarsi degli altri, nessuno ha il tempo di pensare a un vecchietto dallo sguardo stanco.

    L'orologio segna le 16:00. Il turno di Luca è quasi terminato, si appresta a lasciare la caffetteria nelle capaci mani di Silvia, l'altra barista, quando la porta si apre ed i ragazzi fanno il loro ingresso. Kate, Leonardo, Maurizio sono tornati a gustarsi il secondo caffè della giornata, e alle loro spalle li seguono Filippo e Lorenzo. Un bel gruppo affiatato, e Luca sorride guardandoli, dovrebbe andarsene, ma già sa che sarà lui a preparare il loro caffè, come sempre.
    Non dice nulla, resta in silenzio accanto alla macchinetta, in attesa delle ordinazioni.
    “Cappuccino”. Kate non si smentisce mai, solo lei è capace di bere un cappuccino a qualsiasi ora del giorno e della notte, e Lorenzo è come lei, e subito le fa eco, con la sua stessa richiesta. Luca comincia a darsi da fare, mentre ascolta le richieste degli altri ragazzi.
    “Caffè amaro”. Sempre il solito intenditore, Luca è convinto che un giorno Maurizio avrà una caffetteria tutta sua, sicuramente saprebbe fare bene il suo lavoro.
    “Io prendo solo una crema di caffè”. Leonardo e le sue imprevedibili richieste, ormai Luca è abituato, non cerca più di indovinare cosa ordinerà il biondo.
    Manca solo Filippo. Luca si volta verso di lui, osservandolo; il ragazzo sta studiando il menu, sempre altamente concentrato.
    “Un mocaccino, grazie!” . Il barista si chiede perché quel ragazzo perda tempo a leggere il menu, se poi ordina sempre la stessa cosa. Non che sia affar suo.
    Senza una sola parola, porta ai ragazzi ciò che hanno ordinato, mentre loro restano seduti al loro tavolino preferito, quello in fondo alla sala.
    Silvia fa il suo ingresso nel locale, sorridendo allegra e a quel punto Luca capisce che è il momento di uscire. Si toglie il grembiule e lo ripone in magazzino, per poi indossare la sua giacca ed uscire fuori, sfidando il vento gelido e la pioggia; ogni volta che lascia la caffetteria gli sembra quasi di lasciare la sua stessa casa.
    Silvia prende il suo posto, dietro al bancone, mentre l'aria del locale si riempie delle risate e delle chiacchiere del gruppo di ragazzi.

    18:00 Ormai sta calando la sera, ed i ragazzi si alzano dal loro tavolo, per tornare a casa. Si precipitano verso la porta, osservando il cielo, che ha finalmente smesso di lacrimare. Silvia, invece, si allontana dal bancone e comincia a sistemare le sedie e i tavoli, che inevitabilmente il gruppo di ragazzi ha spostato.
    Ormai i giovani sono fuori dalla porta, solo Kate resta indietro. Si appoggia allo stipite e guarda Silvia, con un leggero sorriso.
    “Ti serve una mano?” le domanda con tono gentile, ed in risposta riceve il caldo sorriso di Silvia, che scuote piano la testa “No, tranquilla Kat, faccio da sola”. Un ultimo sorriso gentile, e Kate sparisce oltre la soglia e corre in direzione dei suoi amici, che la stanno aspettando.
    Il gruppo si allontana, ma tutti loro sanno che quell'allontanamento è solo un arrivederci ad una vecchia amica. Domani la caffetteria sarà ancora lì, pronta ad ascoltare le loro storie ed i loro problemi, proprio come una madre che accoglie i propri figli...

    “Il solito, Luca!”
    ...davanti a un'ultima tazza di caffè.
     
    .
  2. IlCavaliereNero
         
     
    .

    User deleted


    Carina! :peoflow: per me è smistabile.
     
    .
  3. PainAndMad
         
     
    .

    User deleted


    INR.
     
    .
  4.      
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Veterano
    Posts
    9,310
    Creepy Score
    +1,194
    Location
    Moonlight Falls

    Status
    Anonymous
    Brava Shira ^_^
     
    .
  5.      
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Veterano
    Posts
    1,627
    Creepy Score
    +176
    Location
    Deepnest

    Status
    Offline
    Smisto Inr.
     
    .
4 replies since 12/9/2013, 15:56   82 views
  Share  
.