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Master Lautnecrep.
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Oppressioni. Repressioni.
Crisi concettuali, ideologiche, economiche, morali. La sola, vera, fine del mondo.
“E l'uomo diverrà cannibale del suo simile, ogni fonte svanirà, il valore sembrerà esser mai nato ed ogni speranza cadrà dal cielo come nubi di fuoco che tenteranno invano di purificare l'inutile colpa, ogni traccia svanirà e tutto diverrà perduto.”
Chi oserà ancora tiranneggiare i profeti?
I telegiornali ne parlano, internet ne parla e nessuno vede. “Speriamo salti fuori qualcosa”, “Politici infami!”, “Non ci sono soldi.” Cos'altro gridare? Quale altro modo per nasconde la verità?
L'equilibrio. E' sempre stato questo il problema. Abbiamo sempre vissuto e ragionato all'interno di un sistema privo di equilibrio.
L'equilibrio non vive.
Perché esistono persone ricche e povere? Perché esistono persone che comandano e persone che eseguono? Come distruggere il pregiudizio e creare la reale uguaglianza?
Chi “poteva” ha gestito l'eterno schema a proprio favore e gestito ogni pedina affinché il caos si generasse. Il caos è sempre stato il miglior mezzo per raggiungere la fine: confonde i concorrenti, destabilizza i deboli e regala speranze ai forti. Tutto all'interno di una nube di niente. Un gioco di specchi.
E quando il cibo è finito e le munizioni esaurite, le gengive hanno cominciato a vibrare e l'uomo ha iniziato ad usare la migliore arma di sempre. Se stesso. La fede per la speranza fu la prima a svanire, seguita dalla fede per il prossimo. La paura divenne rabbia, poi odio... e poi disperazione. Non ci furono più regole. E anche i ricchi piansero.
L'equilibrio non pensa.
Come rimediare?
Il primo passo fu chiaro da subito: rendere tutti un unico bersaglio. Tutti dovevano vivere un'unica paura comune.
Ci volle tempo, ma tutto accadde. Le uniche difficoltà che si presentarono furono le varie distrazioni rivolte alla guerra e alla sopravvivenza, si rivelò difficile attirare le attenzioni. Quando il loro sguardo fu totalmente catturato, l'idea progredì.
Non esiste il debole. Non esiste il forte. Tutti hanno tutto e tutti sono niente. Gratifiche e premi saranno identici. “Vivrete! Respirerete! Contribuirete e rimedierete! Tutti sarete uguali!” Quelle furono le mie volontà.
L'equilibrio è immorale.
Tutto venne ricreato ad ogni livello: fisicamente, storicamente, concettualmente.
Il popolo divenne una perfetta macchina di ripristino: privo di lamento e di pretese. Ogni ingranaggio non osava fuoriuscire dalle sue mansioni e continuava ad operare secondo le mie regole. Il grande globo riprese a vivere. Fu l'uguaglianza.
Il mondo riprese a sopravvivere. E smise di vivere.
Affinché tutto progredisse, fu necessario azzerare le volontà: spensi i loro desideri, i loro sogni, i loro pensieri. Dovevano esistere solo i miei voleri. E nient'altro.
L'equilibrio è il vuoto.
Non ci furono intoppi, né rallentamenti. Tutto procedeva e lo avrebbe fatto in eterno. L'ingranaggio non avrebbe mai smesso di girare. La bugia avrebbe continuato il suo scopo: l'unica uguaglianza.
Quali sacrifici per un solido ordine? Quanto amaro. E per cosa?
Annullare l'umanità per salvare l'umanità, per mano di uno di loro. Ma chi sono io per decidere per loro? Ho fallito, ho infranto l'uguaglianza e l'ho fatto con la mia persona. Pensavo di farcela e, invece, ho ottenuto lo stesso, frustrante risultato: un forte che gestisce i deboli.
Da soli non possono e aiutarli è sbagliato. Divenne tutto un paradosso. Cominciai ad avere paura, cominciai ad odiare. Raggiunsi la disperazione e, in preda a quella peste della mente, abbondai il mio potere e cercai di rimediare: mi riunii a loro. Tutto riprese.
L'equilibrio non esiste.. -
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AR? . -
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AR. .
