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The Deceiver Gentleman.
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Volevo il sonno eterno, senza però andare incontro alla morte, prima del tempo.
Pare che le mie preghiere siano state esaudite, in quel fatidico giorno d’inverno, sulla strada di casa, uno sbadato e drastico incontro con una vettura.
Ora dormo ma: sono vivo! Percepisco ogni rumore proveniente dal mondo esterno, sento dottori, medici, infermiere e parenti, che ora s’intristiscono alla mia vista.
La sorte è stata crudele, ma devo ammettere che possiede un interessante senso dell’umorismo; io, che sempre ho cercato di portare allegria nei cuori, ridicolizzandomi alle volte, ora porto con me disperazione.
Certo, il mio essere è in contrasto: prima desidero il sonno eterno e poi ammetto di comportarmi come un clown per far sorridere chi mi sta attorno.
Chi sono ora se non un amico, un parente, un figlio, disteso su un lettino d’ospedale, con l’anima in bilico tra aldilà e realtà. Io so dove mi trovo realmente, so di essere vivo e sono certo che anche loro lo sanno. Li sento, ma loro sentiranno me? Che domande, certo che no, altrimenti non starei qui a scrivere, all’interno della mia mente,per non dimenticare,con la vana speranza di non essere dimenticato.
Con la speranza che non stacchino la spina.
Ora ho quello che desideravo: la vita; non una banale vita da passare sulla terra, o nello spazio materiale, volendo essere precisi; possiedo una vita tra due mondi, onirico e reale e non chiedo di più.
Se solo potessero sentirmi come io sento loro, che sentenziano morte e dolore, se solo mi lasciassero vivere! Non comprenderebbero quanta gioia mi porti questo coma, il giaciglio su cui sono adagiato e la stanza dove alloggio, e che ancora non ho potuto ammirare.
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M[a]rcoDMC.
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Scontato, ma ottimo, anche se la cosa mi ricorda Tanner di Driver San Francisco quando è in coma. . -
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AR. .
