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Heimdall90.
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Il cortile
Scesi nella città che conoscevo;
borgo lebbroso dove folle cupe
levano canti a dèi stranieri, e il gong
risuona in cripte sulle rive oscure.
Case con occhi come pesci morti
ebbre e disanimate mi schernivano
mentre solcando il limo giunsi al varco
<verso il nero cortile in cui speravo
d’incontrare qualcuno.
La muraglia si chiuse, e maledissi
la mia discesa in quell’oscuro botro,
quando strane vetrate d’improvviso
s’illuminaron d’una luce folle
e ne usciron figure in strana danza:
morti che s’aggiravano furtivi,
e di mani e di testa erano privi!
H.P. Lovecraft
tradotta da Sebastiano Fusco.
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