Memoria

H. P. Lovecraft

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  1. Hexacrøss
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    Sulla valle di Nis splende una falce di luna pallida e maligna, e i suoi raggi trasparenti si fanno strada nel fogliame del pericolosissimo albero d'upas; ma nelle profondità della valle, dove la luce non arriva, si agitano figure che è meglio non guardare e non incontrare. La vegetazione, sulle pendici, è marcia; viticci disfatti e rampicanti insidiosi strisciano fra le pietre dei palazzi in rovina, spasmodicamente attorcigliati intorno alle colonne spezzate e ad ancora più strani monoliti; e i pavimenti, posati da mani ignote, si sollevano sotto la pressione della vegetazione. Fra gli alberi giganteschi che sorgono nei cortili dimenticati balzano piccole scimmie, mentre serpenti velenosi ed altre creature coperte di scaglie, ma meno familiari, strisciano dentro e fuori le cripte profonde che nascondono tesori.
    Enormi sono le pietre che dormono sotto la copertura dell'umido musco, e possenti erano le mura da cui sono cadute. Gli antichi costruttori le edificarono perché durassero in eterno e in effetti servono ancora a un nobile scopo, perché il rospo grigio vive sotto di esse.
    Nella parte più bassa della valle scorre il fiume Than, le cui acque sono limacciose e piene di erbacce; nasce da fonti nascoste e corre per grotte sotterranee, sicché il Demone della Valle non sa perché le sue acque siano rosse, né dove sfocino.
    Il Genio dei Raggi di Luna disse al Demone della Valle: «Sono vecchio e non ricordo più, ma tu raccontami chi costruì questi monumenti. Come si chiamavano? Che aspetto avevano? Che cosa fecero?». E il Demone rispose: «Io sono la Memoria e so molto del passato, ma anch'io sono invecchiato. Le creature di cui mi domandi somigliavano all'acqua del fiume Than, che nessuno potrà mai spiegare. Non so più quali fossero le loro imprese, perché durarono un attimo; anche il loro aspetto mi è vago, ma era simile a quello delle piccole scimmie. Il nome della loro razza, tuttavia, mi è rimasto impresso per un'assonanza con quello del fiume: quelle creature del passato si chiamavano Uomini*».

    Il Genio se ne tornò sulla falce di luna e il Demone fissò con curiosità una piccola scimmia appollaiata su un albero che cresceva nel mezzo di un cortile devastato.

    (Memory, 1919)

    *L'assonanza è Than/Man, intraducibile in italiano
     
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  2. DesertOrchid
         
     
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    Sarebbe il mio autore preferito, se non si prolungasse in maniera esagerata su qualsiasi cosa.
    Nei suoi libri si può notare come ci siano si e no 2-3 dialoghi. Il 90% è tutta descrizione.
    :omg:
     
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1 replies since 1/8/2011, 17:11   143 views
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