Votes taken by InKubus

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    CITAZIONE (Rory @ 4/9/2016, 18:15) 
    Tu sei immune a tutti i mindfuck.

    Mitico!
    Sono potente.
  2. .
    Da metà-fine, quando la ragazzina-fantasma comincia a dire cose, il padre pensa, la figlia parla e li la lettura diventa un po' complicata. Ho capito la storia, ma ho impiegato qualche secondo a capire che il protagonista aveva due figlie. Ma penso che la difficoltà, in questo caso, sia una cosa mia. Probabilmente non si può rendere meglio.
  3. .
    L'idea del "condizionamento mentale" è anche mezza carina, ma la storia non mi è piaciuta e non mi ha spaventato, peccato.
  4. .
    Il mondo è bello perché è vario.
    Quando ha cominciato a svilupparsi in me l'idea di fare un secondo articolo di questo tipo ho subito pensato: "Sì, sarà impossibile trovare qualcosa di pari livello all'articolo precedente".

    Mi sbagliavo. Eccome se mi sbagliavo. A quanto pare la natura è sempre pronta a regalarci qualche emozione, dando vita a creature che non dovrebbero stare manco in un racconto del terrore. O uno splatter.

    Iniziamo subito con qualcosa di leggero, per andare man mano a peggiorare. La Brugia malayi è un piccolo verme parassita dell'uomo. Questo Nematode sfrutta le zanzare e le loro punture come metodo di trasmissione. Le microfilaria (le sue uova) penetrano nell'intestino dell'insetto e successivamente migrano verso i muscoli del volo, dove iniziano a crescere per poi svilupparsi in larve. Una volta pronte queste si spostano nella ghiandola salivare della zanzara, dalla quale fuoriescono nel momento in cui essa va a pungere un essere umano per nutrirsi, per penetrare nel loro ospite definitivo.
    Una volta all'interno del corpo le larve si addentrano nel sistema linfatico, dove si sviluppano fino a diventare vermi adulti, per poi accoppiarsi e produrre fino a 10.000 microfilarie al giorno. E gli adulti possono vivere lì dentro fino a 15 anni. Fate due calcoli.
    Per completare il cerchio, un'altra zanzara andrà a nutrirsi del sangue infetto, permettendo alle microfilarie di schiudersi e infettare un altro umano.

    L'ospite può presentare sintomi come gonfiore dei linfonodi nella zona inguinale, infiammazione dell'apparato circolatorio linfatico, gonfiore smisurato degli arti o dei genitali e infezioni batteriche.



    Il secondo parassita di oggi, seppur non così pericoloso o disgustoso, è il Pthirus Pubis meglio noto come pidocchio del pube o piattola. Questo piccolo insetto alloggia in posti poco puliti, aspettando di incontrare l'ospite ideale, per propagarsi nella zona genitale e riprodursi.
    Dopo l'accoppiamento le femmine producono da 4 a 11 uova che vengono attaccate ai peli pubici con la saliva.
    Nutrendosi del sangue dell'ospite e passando la sua intera vita tra i peli del pube, i soli sintomi che si possono riscontrare sono il prurito dovuto alla saliva anticoagulante e la presenza di piccole cacchette sulla cute.
    In caso di parassitosi intensa il Pthirus Pubis può proliferare anche tra i peli delle ascelle e delle gambe. Sono state inoltre riscontrate delle variazioni nel colore degli individui, per adattarlo all'etnia dell'ospite.



    Le cose iniziano a peggiorare con la Vandellia Cirrhosa. Meglio noto come candirù o canero, il pesce stuzzicadenti è tristemente noto per il suo adattamento alla vita da parassita. Grazie al colore semitrasparente e alle piccole dimensioni, riesce ad infilarsi all'interno delle branchie di altri pesci, strapparne pezzi con i piccoli e affilati denti e nutrirsi di carne e sangue dell'ospite.
    E fin qui, tutto bene.
    Il nostro piccolo amico, però, individua le branchie dei pesci tramite il flusso di acqua calda che viene espulso da esse, questo è un comportamento istintivo e quindi, il candirù non fa differenza tra apertura e apertura. Se non avete ancora capito dove voglio andare a parare, vi porrò questa domanda: avete mai fatto pipì in acqua? Ecco.
    Non facendo distinzione tra i vari flussi di liquido caldo, il pesce si infila spesso nel pene e nell'uretra femminile dei mammiferi, in particolare dell'uomo. Una volta lì il candirù inizia a nutrirsi di sangue e carne, ingrossandosi, per poi, però, morire a causa dell'ambiente inadatto. Purtroppo però, far uscire un pesce ingrossato e in controsenso con le squame risulta impossibile e, nella maggior parte dei casi, l'ospite involontario muore dallo shock dovuto al dolore. E, ovviamente, risulta anche impossibile urinare.
    Essendo impossibile estrarlo a causa della direzione delle squame, delle pinne e delle spine branchiali, l'unico modo per rimuovere il candirù è tramite chirurgia. La ciliegina sulla torta sta nel fatto che, a causa delle zone in cui vive il pesce, è altamente improbabile reperire in tempo un chirurgo in grado di effettuare l'operazione e quindi l'unico modo per avere salva la vita è l'amputazione.



    Il quarto parassita risulta talmente crudele che persino un osservatore imparziale come Charles Darwin ne rimase sconvolto, facendolo addirittura riflettere su come Dio potesse permettere una simile atrocità. Gli Icneumonidi sono delle vespe che scavano la loro tana sottoterra, dove poi andranno a riprodursi.
    Una volta pronta a deporre le uova, la vespa cerca un bruco e lo punge, iniettando un veleno che paralizza la vittima, mantendola, però, in vita.
    Una volta trasportato lo sventurato bruco nella tana, la vespa depone le sue uova al suo interno.
    Quando queste si schiuderanno, le piccole larve avranno carne fresca con cui nutrirsi. La vittima rimane viva e anche perfettamente cosciente, visto che il veleno paralizza solo i muscoli. Dato che la carne putrefatta non è di utilità per i neonati, essi iniziano a mangiare dapprima i depositi di grasso e gli organi della digestione, lasciando intatti il cuore e il sistema nervoso centrale, in modo da mantenere l'ospite in vita il più a lungo possibile.
    Esistono varie specie di Icneumonidi, che differiscono per la scelta di prede, non tutti, infatti, scelgono i bruchi. Alcuni prediligono i ragni, altri le larve del legno.



    L'ultimo parassita di oggi è il Leucochloridium Paradoxum. Per poter parlare di lui, però, bisogna fare una premessa. Le lumache, si sa, sono creature timide, che passano poco tempo allo scoperto e che prediligono uscire dopo la pioggia per evitare la calura di un sole che le seccherebbe, portandole alla morte. Inoltre, questi invertebrati hanno un pessimo sapore che scoraggia la maggior parte dei predatori e questo è un gran problema per i parassiti delle lumache, il cui complesso ciclo vitale richiede di passare da un ospite all'altro.
    Il nostro Leucochloridium, però, ha trovato il modo più efficace e disturbante possibile per risolvere questo problema!
    Nell'intestino di un uccello, le larve del parassita si sviluppano in esemplari adulti ed ermafroditi, che cominciano ad accoppiarsi e fecondarsi selvaggiamente, sia da soli che con un compagno occasionale. Attaccatisi alle pareti intestinali per succhiare nutrimento, depongono le loro uova che vengono espulse dal volatile tramite defecazione.
    Le deiezioni degli uccelli, si sa, si spargono dappertutto e questo aiuta molto la diffusione.
    A questo punto entra in gioco una sfortunata lumachina che, nutrendosi di fogliame su cui sono presenti gli escrementi di uccello, fa entrare nel proprio organismo numerose uova. Queste andranno poi a finire nell'intestino dell'invertebrato dove si schiuderanno e daranno vita a numerosi vermi neonati, che comincieranno a scavarsi una via dall'intestino fino all'apparato digerente della chiocciola, per poi trasformarsi in sporocisti, iniziare a riprodursi e riempirsi di nuovi giovani parassiti.
    Le sporocisti sono lo stadio del parassita che dovrebbe finire in bocca e successivamente nell'intestino di un uccello passeriforme, ma abbiamo detto prima che le lumache non sono una preda appetibile. Come risolvere?
    Le sporocisti si colorano di vistose strisce bianche e verdi, muovendole molto rapidamente per poter essere facilmente identificate, dopodichè esse si spostano all'interno dei tentacoli oculari del gasteropode, accecandolo e impedendogli di ritrarre le antenne. In questo modo egli comincia a vagare senza meta, senza sapere dove si trova e non riuscendo più a nascondersi, diventando facilmente individuabile dagli uccelli, che scambiano i suoi occhi per due ciccioni e succulenti bruchi.
    E così, il passero di turno strappa gli occhi della lumachina, facendo ricominciare il ciclo vitale del Leucochloridium Paradoxum.

    Visto che però al peggio non c'è mai fine, vorrei far nota del fatto che raramente l'uccello inghiotte tutta la lumaca o tutto il verme, limitandosi spesso alla zona ripiena di larve. Le antenne ricrescono e un altro parassita prende il posto di quello vecchio.

    c'est la vie.



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    Creepy Parasites 3 >>



    Edited by InKubus - 12/8/2017, 16:35
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    Sembra una scena di horror demenziale uscita da Scary Movie.
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    Molto prevedibile e forse non è il massimo come old stile, non mi ha spaventato, però dai, mi è piaciuta come storia.
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    Bellissimo e alcuni test fanno scompisciare.
    CITAZIONE
    Soggetto: D-4010
    Nota: Il soggetto era nudo e non possedeva nessun oggetto.
    Oggetto Recuperato: La patente del 1987 di D-4010
    Oggetto Perduto: Il soggetto ha accusato un intenso dolore addominale mentre rimuoveva la mano da SCP-1162 per poi collassare. E' stato scoperto che il suo rene sinistro era mancante, e che tutti i vasi collegati al rene sono stati perfettamente recisi.
    Note: I futuri test devono essere effettuati con indosso dei vestiti e con almeno un oggetto sulla persona del soggetto.

    Poi c'è questo che è creepy, ma vabbè.


    Qualcuno traduca i registri estesi dei test per favore!

    Non ci si può perdere delle perle come:
    CITAZIONE
    Item Retrieved: One (1) pair of generic sunglasses, black
    Item Lost: One (1) SCP Foundation ID badge
    Notes: Agent Luminus has been given a replacement; however, after this test, "1162 ate it" will no longer be allowed as an excuse for losing your badge. Leave it outside the testing area.

    Subject: Researcher Veldi
    Item Retrieved: A small plastic box containing various Lego pieces.
    Item Lost: One (1) fishing license.
    Notes: "Of course this happens right before a fishing trip."

    Item Retrieved: One (1) Vizio brand television remote control.
    Item Lost: One (1) iPhone
    Notes: "Son of a[EXPLETIVES REDACTED]"
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    Il mondo, nella sua naturalezza, è pieno anche di esseri spaventosi e raccapriccianti, tra questi, quelli che forse più inquietano, anche solo per definizione scientifica, sono i parassiti. Creature che vivono a scapito di un ospite, non sempre portandone benefici. Qui per voi ecco una piccola raccolta di cinque simpatici esserini, che sicuramente spiccano per ingegno e disgusto.

    Cominciamo subito alla grande con il “Cymothoa exigua”.
    Noi umani non dobbiamo temere nulla da lui, ma se siete un pesce questa creatura è un vero incubo che diventa realtà. Questo piccolo crostaceo si fa strada nella bocca dei pesci attraverso le branchie, il suo obiettivo è la lingua dell’ospite, dalla quale, dopo essersi saldamente ancorato tramite appositi uncini, comincia a succhiare sangue fino a portarla alla necrosi. Già qui la cosa è abbastanza creepy, ma il vero incubo inizia quando la lingua dell’ospite, per ovvi motivi, si stacca, perché a questo punto il piccolo parassita collega il proprio corpo alla muscolatura del pesce, sostituendosi alla sua vera lingua e quindi, l’ospite, comincia ad usarlo come tale.



    Il secondo parassita di oggi è il Loa Loa. Questo vermetto dal nome molto tenero è meglio noto come “verme dell’occhio”, sì, perché quando l’ospite, anche umano, viene infettato, il parassita comincia a strisciare attraverso i suoi tessuti sottocutanei, causando gonfiori, infezioni e prurito, raggiungendo, spesso e volentieri, i bulbi oculari dell’ospite.
    I sintomi più comuni includono prurito, dolori articolari, stanchezza, e i parassiti possono arrivare anche a causare la morte dell'ospite.
    Attenzione ad andare in Africa o in India, perché il morso di un insetto potrebbe liberare tanti Loa Loa bebè pronti ad usare il vostro corpo come un macabro parco giochi.



    Il Dracunculus Medinensis rientra nella lista quasi più per anzianità di servizio che altro, di questo altro vermetto noto anche come filaria di Medina o verme di Guinea, si trovano riferimenti sin dalla bibbia.
    Questo parassita vive in Africa e Asia ed entra nel corpo del suo ospite quando esso beve acqua dove si trovano i copepodi, piccoli crostacei che rappresentano per il Dracunculus l'ospite intermedio.
    Dopo che il parassita ha trovato il cosiddetto "ospite definitivo" (un mammifero, spesso l'uomo), attende un anno di incubazione, per poi creare delle bolle sulla pelle del malcapitato. Entro 72 ore, le bolle scoppiano rivelando un'estremità del verme. Queste bolle portano una forte sensazione di bruciore che l'ospite tenterà, solitamente, di alleviare con l'acqua, così facendo il Verme di Guinea libererà migliaia e migliaia di larve che andranno a contaminare la fornitura idrica.



    Il quarto membro della crew è forse il mio preferito. Abbiamo sentito tutti parlare di zombie e controllo della mente giusto? Eppure, non sempre si tratta di opere di pura fantasia. L'Ophiocordyceps Unilateralis è un piccolo fungo parassita che infetta solitamente le formiche.
    Quando gli insetti vanno a nutrirsi con parti del fungo assimilano inavvertitamente anche le sue spore, una volta dentro, esse iniziano a germinare e, quando il parassita è pronto a produrre nuove spore, il suo micelio inizia a farsi strada all'interno del cervello dell'ospite, alterando la sua percezione dei ferormoni.
    Una volta che il "lavaggio del cervello" è iniziato, la formica abbandona le sue mansioni e si dirige inesorabilmente verso una foglia all'altezza di circa 25 Cm dal suolo, rivolta verso nord, in un ambiente con il 94-95% di umidità, tra i 20 e i 30 °C. Perché tutti questi parametri così precisi? Ma è ovvio! Perché queste sono le condizioni perfette per lo sviluppo e la riproduzione del fungo.
    Una volta raggiunta la foglia giusta l'insetto ospite si àncora ad essa con un morso alla nervatura centrale, con forza inusuale. Successivamente, il fungo determina la morte della formica e continua a crescere finché il micelio non occupa tutto l'organismo, per poi sfondare l'esoscheletro e rivelare il corpo fruttifero, con il quale potrà nuovamente diffondere le spore. Il processo dura dai quattro ai dieci giorni.
    CITAZIONE
    Durante l'infezione il mutamento nelle abitudini della formica ospite è tanto caratteristico da aver dato origine al termine formica zombie.



    Ultimo ma non ultimo, troviamo la Sacculina Carcini. Questo parassita dei granchi è un altro maestro del controllo mentale, esso, infatti, inietta le sue cellule all'interno dell'ospite sviluppando un totale controllo fisico e mentale, portando lo sventurato granchio alla castrazione ormonale. Una volta controllato l'ospite smetterà di crescere, di pulirsi, di accoppiarsi e inizierà a nutrirsi compulsivamente per alimentare il parassita al suo interno. Raggiunto il giusto stadio, la Sacculina utilizza la sacca larvale del granchio per sviluppare i suoi piccoli e riprodursi. Se l'ospite è maschio, il parassita riesce addirittura a modificarne l'organismo fino a farlo funzionare come quello di una femmina e portare comunque a termine la riproduzione.



    Creepy Parasites 2 >>



    Edited by InKubus - 2/9/2016, 21:59
  9. .
    Allor, premetto che il mio non era un attacco personale o una provocazione.

    Solo sto cercando di capire, mi hai dato una mezza risposta e sono mezzo soddisfatto direi, se questa è la tua scelta stilistica va bene, come puoi vedere inizialmente e stata apprezzata da tutti, forse bisogna dosarla meglio.

    Spero che tu non te la sia presa, non era mia intenzione.
  10. .
    Pasta, non confondiamoci, un conto è presentarsi, spiegare chi si è, magari anche recitando una parte, ma come ha detto Dev, questo è riempirsi la bocca di frasi apparentemente complicate e profonde che in realtà vogliono dire poco. Far leva sul vittimismo e dire "Vi da fastidio qualcosa fuori dall'ordinario" mi sembra davvero ridicolo, quando la discussione è iniziata erano tutti molto interessati allo stile della persona, ma poi il portare avanti questo discorso senza senso che sembra quasi un fl00d ha cominciato a smorzare questo entusiasmo, a parer mio. Poi chiunque può continuare a dire e fare quello che vuole, io la penso così, mi sono solo espresso.

    Piuttosto, se vuoi continuare con le tue frasi della serie "io non ho gli occhi" almeno spiegaci questa tua scelta stilistica, senza risposte nonsense però.
  11. .
    CITAZIONE (Devilz @ 28/8/2016, 08:15) 
    Trovo estremamente inadatto il tuo modo di porti, il voler sembrare inquietante ed il voler lasciare un qualche messaggio subliminale con questi post che per quanto possano sembrare complessi, non hanno un minimo di senso. Sei una persona interessante nella tua stranezza, ho guardato persino i tuoi tre video pubblicati su YouTube e a loro modo li ho trovati interessanti, ma qui siamo su un forum nel quale ci si pone diversamente dal modo in cui lo stai facendo tu.
    Se sei così veramente allora mi dispiace, se indossi una maschera ti consiglio invece di rimuoverla e di essere una persona normale. Ti trovi su un forum, non su un palcoscenico.

    Amen.

    Questa cosa è stata tirata un po' per le lunghe e comincia a diventare ridicola e fastidiosa.
  12. .
    Rat King in inglese, Roi des rats in francese, Rattenkönig in tedesco. Il folklore si diffonde talvolta di paese in paese, così ecco che la stessa credenza trova echi in luoghi distanti e in lingue diverse.

    Quella del “re dei ratti” è una curiosa leggenda, principalmente perché è una delle poche di cui abbiamo prove tangibili che ancora non hanno portato a un definitivo pronunciarsi della scienza sulla questione. Se, infatti, di fronte ai “corni di unicorno” delle antiche wunderkammer un qualsiasi biologo odierno può riconoscere senza esitazioni il dente del narvalo, i re dei ratti conservati nei musei di mezzo mondo non hanno ancora portato a una risposta certa sulla loro origine.

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    Il re dei ratti è costituito da due o più roditori che rimangono impigliati l’uno nella coda dell’altro: più essi tirano per liberarsi, più le loro code si annodano e con il tempo si incrostano di feci, sporco, sangue o fluidi corporei che agiscono da “cemento”, finché i topi sono costretti ad agire come un unico individuo; oppure, più facilmente, muoiono proprio per la difficoltà che trovano nel muoversi. Non si tratterebbe, è chiaro, di gemelli siamesi uniti dalla nascita, ma di esemplari adulti, estranei l’uno all’altro, che a causa dello spazio ristretto in cui vive una numerosissima colonia (ad esempio, dentro l’intercapedine di una parete) restano vittime di questa singolare beffa del destino.

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    Il primo caso di re dei ratti di cui abbiamo conoscenza venne riportato nel 1564; generalmente l’avvistarne uno era ritenuto segno nefasto, anche perché stava a indicare un’elevata presenza di ratti nella zona, con conseguente pericolo di malattie come la peste. Da quel momento, i casi segnalati sono sempre stati molto sporadici, una cinquantina in tutto, il più recente dei quali risale al 2005.

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    Il fatto che il fenomeno sia estremamente raro non significa per forza che non sia autentico: anzi a rigor di logica, se davvero accadesse in natura, sarebbe quasi impensabile che noi ne venissimo a conoscenza. I re dei ratti, infatti, sarebbero facile bersaglio per i predatori – e per i ratti stessi che non disdegnano il cannibalismo, e talvolta non aspettano nemmeno che un loro compagno in difficoltà sia morto per attaccarlo. La vita di un simile groviglio di bestiole sarebbe durissima, e quasi impossibile quindi trovarne i resti intatti.

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    Secondo la maggior parte degli scienziati, gli esemplari conservati nei musei, il più grande dei quali è conservato al Museum Mauritianum ad Altenburg e consta di 32 topi mummificati, sarebbero però dei falsi. La coda dei ratti, innanzitutto, non è abbastanza flessibile da annodarsi in quel modo; inoltre risulta davvero poco plausibile che, pur confinati in uno spazio angusto, gli animali si aggroviglino tra loro. Molti dubitano anche dell’unico esame a raggi X condotto su un esemplare, che avrebbe mostrato segni di calcificazione sulle fratture nelle code dei roditori (segno, apparentemente, di una loro lunga sopravvivenza dopo la formazione del “nodo”).

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    I re dei ratti ricadono dunque ancora oggi nell’ambito della criptozoologia, in quanto non è mai stato possibile osservarli dal vivo e le preparazioni museali sono comunque dubbie. Eppure, gli avvistamenti si sono succeduti regolarmente negli ultimi cinque secoli, e continuano tutt’oggi. E c’è anche chi giura di aver visto un Re degli scoiattoli…


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    CITAZIONE (archi83 @ 26/8/2016, 18:17) 
    Non è vera. Io sono riuscito a finire dei sogni buoni e... sono ancora qui sulla Terra!!!

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  14. .
    Qualcosa deve essera andato storto.
    Adoro le creepypasta, adoro i pokémon, adoro le rime, ma questa storia non mi piace per niente.
    Non mi sembra avere un gran senso e non trasmette nulla, un vero peccato.


    Però complimentoni per la traduzione, come ha già detto qualcuno prima di me, tradurre e mantenere tutte le rime non è affatto facile.
  15. .
    CHE BELLEZZA.
110 replies since 17/9/2012
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