Votes taken by Pisy

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    Mhhh, a me non sembra una creepypasta, onestamente. Non è creepy, il colpo di scena non è un colpo di scena... non so, l'avrei vista di più in "Fantastico".
    La traduzione comunque è ben fatta, complimenti ^^
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    Quando ero piccola, io e mio padre vivevamo con i miei nonni. I miei mi ebbero quando erano ancora dei ragazzini. Papà ottenne la custodia esclusiva perché viveva ancora in casa con i suoi genitori, mentre mamma si spostava dalla casa di un amico all'altra a distanza di poche settimane.
    Sono stata la figlia che i miei nonni non hanno mai avuto, e stravedevano per me. Quando avevo sei anni, mio nonno è morto di cancro. Questa storia ha avuto luogo quasi cinque mesi dopo la sua dipartita.
    Credo che fosse un sabato e che papà fosse a lavoro. Nonna aveva deciso di portarmi a pranzo ad un McDonald's e, come chiunque a quell'età, ero molto eccitata. Così siamo andati a quello più vicino, che distava poco più di due chilometri da casa nostra, abbiamo ordinato e ci siamo sedute a un tavolo per mangiare. In quel momento, eravamo gli unici clienti.
    Circa dieci minuti dopo, è entrato un uomo dalla barba ispida, ha ordinato e si è seduto nel tavolo diagonalmente di fronte al nostro, sulla sinistra. Vivevamo in una zona per la gente di classe medio-alta, e questo tizio sembrava assolutamente fuori luogo. Nonna gli dava le spalle, ma io riuscivo a vederlo perfettamente. Quell'uomo avrà avuto almeno cinquant'anni, con i capelli sporchi e la barba bianca. Aveva dei pantaloncini blu e una maglietta bianca, sporca anche quella, e dei sandali. È fantastico, tutto questo risale a ventuno anni fa e riesco ancora a ricordarmelo come se fosse successo ieri.
    Così mi sono accorta che, sotto il tavolo, aveva qualcosa di viola e grinzoso nel suo grembo, continuava a gettarmi degli sguardi e a sfregarselo ogni tanto. All'asilo ci avevano messo in guardia dagli sconosciuti pericolosi, insegnandoci quando toccarsi è una cosa buona e quando non lo è, e quando allarmarci se qualcuno che non conoscevamo si toccava determinate parti del corpo davanti a noi.
    Ho realizzato, nella mia testolina di sei anni, che quell'uomo non avrebbe dovuto avere quel "coso" fuori, né fare quello che stava facendo.
    Ero davvero disgustata e nervosa. Non volevo dirlo a mia nonna perché temevo che ci avrebbe feriti (se ci fosse stato mio padre lo avrei fatto, perché papà era il mio eroe e l'avrebbe sistemato). Invece, ho messo la scatola dell'Happy Meal di fronte alla mia faccia, così da impedire a quell'uomo di vedermi. Non avevo toccato metà del mio cibo, ma avevo perso l'appetito. Nonna mi chiese se fossi piena e io semplicemente annuii. Ero (e lo sono ancora) molto piccola, quindi non aver finito di mangiare non era niente di nuovo, per me. Poi mi ha chiesto se volessi andare a giocare nell'area per bambini, prima di andarcene, ma ho fatto di no con la testa e ho detto a bassa voce: "Voglio tornare a casa". Nonna ha pulito il tavolo e siamo andate via.
    Una volta a casa, ero ancora piuttosto nervosa e avevo la nausea, nonna mi chiese: "Qual è il problema, scricciola?" (questo era il soprannome che mi dava) e iniziai a piangere, a raccontarle dell'uomo del McDonald's e di cosa avevo visto. Lei non si spaventò, non impazzì né diventò isterica, ma mi abbracciò e mi disse: "È tutto a posto, vai a giocare nella tua stanza. Me ne occupo io".
    Asciugò le mie lacrime, mi diede un succo al mirtillo Kool-Aid Burst e disse al nostro cane, Patches, di venire da me, cosa che fece.
    Quando ormai io ero lontana, ha chiamato al McDonald's e ha detto loro di quell'uomo. Era ancora lì! Il manager le ha risposto che se ne sarebbe occupato lui e poi l'avrebbe richiamata. Un'ora dopo, le hanno detto che avevano allertato la polizia, le avevano fatto vedere le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e l'avevano arrestato. Quando i poliziotti chiesero a quell'uomo di alzarsi, la sua salsiccia con fagioli stava ancora penzolando fuori dai pantaloni.
    Il manager ha anche detto a mia nonna che poteva portarmi lì ogni giorno per un mese e avrei avuto ogni volta un Happy Meals gratis.
    Ho anche un'altra storia su un altro tipo strano, che è successa qualche anno fa, ma stavolta papà era con me e mi ha creduta, e quello che gli fece non fu carino. Prima o poi ve la racconterò.



    Edited by Pisy - 30/12/2016, 08:46
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    Questa storia mi è successa ieri notte a lavoro, e mi ha spaventato abbastanza da spingermi a postarla qui.
    Ho salvato una bambina che stava per essere rapita, e sono stupita anche io: l'uomo che ci ha provato era grosso e con un'aria da pazzo, mentre io sono una donna di vent'anni che non farebbe del male a una mosca.
    È entrata una famiglia, marito e moglie con una figlia, una bimba di sei o sette anni, credo. Hanno ordinato da mangiare e si sono accomodati.
    Dopo averli serviti, sono andata sul retro a lavare i piatti. Sono tornata lì ed il padre stava buttando la loro spazzatura, mentre la madre stava facendo scendere dal seggiolone la bambina, che voleva correre un po' in giro.
    Allora un tizio le è andato dietro e le ha afferrato la mano, per poi andare verso la porta principale. Ero l'unica ad aver visto cosa fosse successo, così nella mia testa mi sono detta "Oh... oooooh merda".
    Li ho intercettati e ho detto alla bimba che si era dimenticata di prendere il biscotto in omaggio, e che se il "padre" mi avesse dato il permesso, l'avrei accompagnata a prenderlo.
    Ho guardato quell'uomo negli occhi e posso dire che ha capito che sapevo cosa stesse per fare. La bambina mi ha preso per mano, ed il tizio è uscito dal negozio. Lei ha ottenuto un biscotto gratis, e non è stata sottratta alla sua famiglia.
    Rapitore con le palle di provare a prendere una bambina indifesa mentre la sua famiglia stava a tre tavoli da te, non rincontriamoci, okay?



    Edited by Pisy - 27/12/2016, 00:54
  4. .
    Mio padre era fuori per un colloquio di lavoro, così io e mia sorella avevamo la casa tutta per noi per almeno due ore. Io ho guardato la TV al piano di sotto, sono uscito per un po' e quando son tornato ho lasciato la porta aperta per mio padre, perché si avvicinava il momento in cui sarebbe dovuto rientrare.
    Son salito di sopra e ho passato del tempo con mia sorella. Ho sentito il portone d'ingresso aprirsi e qualcuno che rovistava nei cassetti. Ho semplicemente immaginato che fosse papà, dal momento che gli piace controllare che sia a tutto in ordine prima di rilassarsi. Non solo: la porta della sua camera si è aperta e richiusa diverse volte, anche se molto lentamente.

    Stavo parlando con mia sorella quando ha suonato il telefono. Per mia sorpresa, era papà. Mi ha detto che sarebbe tornato a casa in ritardo e che dovevamo farci la cena da soli. Quando ha detto così, ho sentito il cuore cadermi ai piedi. Ho realizzato che quello che era entrato in casa non era mio padre.
    Mi son precipitato giù dalle scale frettolosamente per vedere se fosse tutto okay. Molte cose erano sparite e il portone d'ingresso era spalancato. Allora ho sentito ansimare dal bagno.
    Ho soffocato il bisogno di urlare, quando ho visto una mano agguantare la maniglia ed una faccia che si guardava attorno.
    Appena il tizio mi ha visto, si è messo a correre come un forsennato. L'ho inseguito, ma alla lunga mi ha seminato. Sul pavimento del bagno, oltre a tutte le nostre cose, ho trovato anche un coltellino. Non sono sicuro di quali fossero le sue intenzioni con quell'arma, ma di certo non erano buone.
    Ho chiamato la polizia, poco dopo, ma non sono riusciti a trovarlo. Ora mio padre chiama sempre quando sta tornando a casa, per avvisarmi che è ancora in cammino.
    All'intruso, non incontriamoci mai più nella vita.

  5. .
    Questo incidente è avvenuto a mia madre prima che nascessi io, oltre venti anni fa.
    Lei lavorava in un pub del posto che accoglieva perlopiù i pescatori della mia città, sulla costa occidentale dell'Australia, e sapeva molte cose sulla vita delle persone che andavano a bere o a mangiare qualcosa.
    Comunque il flusso di clienti non si arrestava mai, e mi ha raccontato di un tizio che aveva conosciuto a qualche festa e frequentava il locale abitualmente; questo qui voleva sempre parlare con lei anche mentre stava lavorando. Mia madre non poteva che rifiutare, chiedere scusa e tornare a fare le sue cose. Una volta ha finito di lavorare intorno a mezzanotte ed è tornata a casa a piedi, perché distava solo pochi chilometri.
    Viveva con qualche coinquilino, tutta brava gente, e quando rientrò decise di farsi una doccia.
    Una volta a casa, si accorse che la porta, normalmente chiusa a chiave, era aperta, mentre tutti stavano dormendo. Sbuffò e si mise a letto, ma non si sentiva a suo agio. Così, per qualche ragione che non è riuscita a spiegarmi, ha sentito il bisogno di guardare sotto il letto.
    Quello che vide fu il tizio del bar che l'aveva seguita da lavoro. Mi ha detto che è rimasta a fissarlo per un po' e che lui non si muoveva né respirava, al punto che pensava fosse morto. È uscita dalla sua camera con calma ed è andata in quella di uno dei suoi amici, per dirgli che c'era un uomo morto sotto il suo letto.
    Sono tornati con una mazza da baseball per poi scoprire che c'era la finestra mezza aperta. Era riuscito a scappare e a darsela a gambe. Chiamarono la polizia e, dal momento che sapevano chi fosse, venne arrestato il giorno dopo.
    Il pensiero che mi disturba di più è ciò che voleva fare quella notte con mia madre.
    Lo stronzo si è preso una multa e un ordine restrittivo.
    Troppo poco, secondo me.



    Edited by DamaXion - 27/12/2016, 21:11
  6. .
    Questa storia mi è accaduta quattro anni fa. È di gran lunga la situazione più estrema e pericolosa in cui mi sia mai trovata. La testimonianza oculare che state per leggere è 100% vera, ed è mia.

    Per una migliore comprensione, ciò che sto per raccontarvi è successo negli Stati Uniti. Era l'estate del 2012. Io e il mio fidanzato di lunga data ci eravamo sposati da poco. Anche se eravamo studenti del college schifosamente poveri e vivevamo in un appartamento carino, ce la spassavamo un casino. Quell'estate in particolare ci radunavamo con i nostri amici in un cinema quasi ogni fine settimana. Ce n'era uno giusto in fondo alla strada in cui stava casa nostra, che vendeva biglietti davvero convenienti. Se una notte fuori ci veniva sotto i dieci euro, allora era di certo in budget. Ad ogni modo, un giovedì sera ho ricevuto una chiamata da un gruppo di amici per invitarci a vedere l'anteprima del nuovo film di Batman, a mezzanotte. Avevo appena finito di lavorare un turno di dodici ore ed ero abbastanza stanca. Stavo per rifiutare l'invito e ho pensato di crollare, invece, nel letto del mio appartamento. Comunque, non volevo perdermi il divertimento, e si trattava di un film che avrei voluto vedere in ogni caso. Di certo non avrebbe fatto alcun danno star sveglia più del solito e perdere qualche ora di sonno, giusto?

    Alle 22:30 ci siamo incontrati al cinema. Abbiamo superato due grandi sagome di cartone di Catwoman e Batman dopo essere entrati, accolti dall'odore di popcorn al burro e dal chiacchiericcio degli astanti eccitati. La biglietteria era a destra dell'ingresso, e proprio sopra c'era una lista elettronica dei film che venivano proiettati. La mezzanotte mostrava "Batman, il cavaliere oscuro - Il ritorno" in lettere rosse brillanti. Essendo noi paranoici che potessero svendere rapidamente tutti i biglietti, uno dei miei amici era venuto prima e li aveva comprati per tutti. Abbiamo bypassato la fila e siamo andati direttamente dalla bigliettaia. Lei ci ha sorriso e ci ha gentilmente indirizzato alla Sala 9, che stava nel lato destro dell'atrio.

    Se solo avessi saputo cosa stava per succedere. E cioè che in mezzo alla folla si nascondeva un killer. Che mentre camminavo su quel viscoso tappeto rosso e viola verso la Sala 9, avrei potuto camminare verso la mia morte. Mi sarei dovuta voltare, in quell'istante, e tornare a casa. Non sarei proprio dovuta andare a vedere quel film. Ma, ovviamente, non avevo modo di saperlo. Ignara del pericolo, mi stavo portando all'interno; ho aperto le porte della Sala 9 senza pensarci due volte.

    Qui, il corridoio aveva la forma di una U e si poteva andare sia a destra che a sinistra. La Sala 9 era la più grande nell'edificio, perfetta per accogliere quella folla che l'anteprima aveva attratto. Lo schermo era immobile e grigio; neanche le pubblicità erano ancora partite perché mancava ancora una buona ora e mezzo prima che il film iniziasse veramente. Entrammo dal lato destro, quindi avevamo tutti i posti alla nostra sinistra. Ricordo di essermi sorpresa nel vedere quanto già fosse pieno di gente. Quasi tutte le sedie erano occupate, con nostro disappunto. All'inizio sembrava che non saremmo riusciti a trovare un posto per sederci insieme. Invece, c'era un gruppetto di sedie proprio di fronte allo schermo. Quest'area era schiacciata, per via della forma a U della stanza, e c'erano appena cinque file in questa sezione. Molte erano vuote, ma sedersi di fronte allo schermo fa schifo e nessuno vuole farlo. Uno dei miei amici, poi, ha individuato una fila con cinque posti liberi uno di seguito all'altro, perfetta per il numero di persone che eravamo. Questi posti erano circa 3-4 file più in alto della prima. Ci siamo messi a correre perché nessuno se ne impossessasse prima di noi. Mio marito, Brock, si era seduto al quinto posto, io vicino a lui, la mia amica Samantha a fianco a me sulla destra. Il suo ragazzo, Tommy, si è seduto dopo di lei e, nel posto che dava sul corridoio, Leo.

    Abbiamo passato il tempo rimanente a chiacchierare del più e del meno, a ridere e a scherzare. Dopo un po', i miei tre amici sono andati nell'atrio a comprare delle bibite e quegli invitanti popcorn al burro. Mentre erano via, Brock ed io abbiamo osservato le persone. La sala era luminosa, dal momento che le luci non si erano ancora abbassate, e potevo vedere chiaramente tutti. C'era un sacco di gente con la maglietta e la felpa di Batman. Una persona, addirittura, aveva una maschera ed una di quelle calzamaglie con il mantello attaccato. C'erano molti bambini che aspettavano, niente di sorprendente perché, anche se era giovedì notte, erano le vacanze estive e non avrebbero avuto scuola il giorno dopo. Di tutta la gente che ho visto, l'unica persona che non dimenticherò mai era la piccola bambina che sedeva nella nostra fila, a poche sedie di distanza. Era davvero carina, bionda con gli occhi azzurri, ed era passata diverse volte di fronte a noi nel corridoio, ogni volta tornando indietro con nuovi snack e porzioni di popcorn. Nel complesso, tutti apparivano molto eccitati di vedere il film, e la stanza era piena di energia e risate. Dopo quella che ci sembrò un'eternità, le luci iniziarono ad oscurarsi e l'anteprima iniziò. Come ogni film che avevo visto, una breve animazione passò nello schermo ricordandoci di fare rifornimento nell'atrio (noi stavamo già divorando i popcorn come animali affamati), di silenziare i cellulari e di assicurarci di sapere dove fossero le uscite di emergenza. L'animazione aveva un orribile gatto fatto al computer che sedeva in un cinema. Casualmente ho gettato uno sguardo alla luminosa insegna verde che indicava l'uscita d'emergenza, che si trovava a destra e a sinistra dello schermo. Non ho pensato troppo a tenerla a mente, come al solito.

    Quando il film è iniziato, la Sala esplose in fragorosi applausi. Il titolo del film, Il cavaliere oscuro - Il ritorno, comparve sullo schermo. Seguì subito la scena dove Bane sta dirottando un aereo. Ho pensato che fosse davvero forte, e ha catturato subito il mio interesse. Solo quando il film ha iniziato a prendermi un po' di meno ho ricordato quando stanca io fossi. Ho deciso che avrei chiuso gli occhi nelle parti più noiose, per riposare un pochino. Ero stata sveglia per venti ore, quindi ero giustamente stanca. I miei occhi erano rimasti serrati per la maggior parte della durata degli incontri di Batman e Catwoman. Non ricordo veramente cosa succedesse in quelle parti (forse qualcuno di voi lo ha visto e sa di cosa sto parlando). Ad ogni modo, quando li aprii di nuovo, Bruce Wayne stava sul suo computer cercando informazioni su Catwoman. Questa è l'ultima scena che ho visto. Non ho mai guardato il resto del film.

    Tutto all’improvviso, un fragoroso BANG si è sentito al lato sinistro della Sala. Credo di aver gridato un po’, perché mi ha spaventato. Uno strano odore ha iniziato a riempire l’auditorium. Sembrava quello dei fuochi d’artificio, così ho pensato che si trattasse di una bomba carta o qualcosa di simile. Forse qualcuno aveva lanciato dei fuochi d’artificio in mezzo alla folla per fare uno scherzo? Allora, in basso, sull’angolo destro dello schermo, la silhouette scura di una persona ha catturato la mia attenzione. Era come un corpo nero che copriva i colori brillanti del film. Una serie di luci lampeggianti iniziò a provenire proprio da lui. Fu un momento strano, in cui il tempo è letteralmente rallentato e tutto è rimasto calmo. Son rimasta completamente congelata, immobile e incapace di pensare a qualsiasi cosa. Era come se il mio cervello avesse smesso del tutto di lavorare.

    Brock ha capito immediatamente cosa stesse succedendo e mi ha afferrato. Mi ha buttato a terra e si è sdraiato sopra di me, facendomi da scudo col suo corpo. A questo punto son tornata a sentire. Ho potuto sentire la carica di spari rimbombare nella sala. La gente stava urlando. Il film proseguiva sopra tutto questo, creando una caotica esplosione di suoni. Ho realizzato che le luci lampeggianti che avevo visto erano proiettili sparati dalla canna di un fucile. Un’istantanea sensazione adrenalinica mi ha attraversato le vene. Non c’era assolutamente nulla che potessi fare, eccetto stare là sdraiata e pregare Dio che gli spari che sentivo bucare i sedili non colpissero anche me. Ad un certo punto uno shrapnel mi ha sfiorato la testa, tagliandomi una grossa ciocca di capelli, così mi son portata la mano sul capo per assicurarmi di non star sanguinando.

    Ero sdraiata a faccia in su, dunque ho potuto vedere tutto quello che stava succedendo. Le luci del film si specchiavano in una danza di colori sul soffitto e sulle pareti. I miei amici erano per terra con me. La nostra ciotola di popcorn si era rovesciata. Leo aveva le gambe che uscivano dal corridoio perché non c’era abbastanza spazio per lui dietro i sedili. Ad un certo punto, la bottiglia d’acqua di Samantha, che era rimasta nel porta bibite tra le sedie, è esplosa. L’acqua mi ha bagnato tutta la faccia. La puzza di polvere da sparo era opprimente. Il gas lacrimogeno mi faceva piangere e tossire in maniera incontrollabile. C’era anche un altro odore: l’orribile odore metallico del sangue, che non mi dimenticherò mai. Ricordo di aver sentito le mie gambe umide, tutto d’un tratto. Per qualche ragione ho pensato che fosse per via della bottiglia d’acqua, ma presto ho realizzato che non era così.

    All’improvviso, tutto si è fatto silenzioso. Per qualche ragione gli spari si sono fermati. Tommy ha urlato “USCIAMO FUORI DI QUI!”. Abbiamo colto l’occasione e siamo scappati via. Abbiamo corso già dalle scale di fronte allo schermo, verso il segnale verde dell’uscita di sicurezza. Ci siamo ammassati nel piccolo e angusto spazio di fronte alla porta. Era così buio che ci abbiamo messo un bel po’ a scovare la maniglia. Stavamo urlando e ci buttavamo sul muro per trovarla, accecati dal gas lacrimogeno e sconvolti per lo shock. Alla fine, le mie mani hanno trovato la maniglia metallica e ho spinto con tutta la mia forza. Si è aperta e la luce di un lampione ci ha inondato gli occhi. Abbiamo spinto così forte che siamo tutti caduti sul cemento del marciapiede. Samantha ha anche perso le sue infradito viola.

    Appena sono inciampata sui miei piedi, mi sono accorta che le mie gambe erano rosse; totalmente inzuppate di sangue. Era come se le avessi immerse in una vasca che ne era piena. Ho controllato il mio corpo da cima a fondo, ma non ero ferita. Da dove veniva quel sangue? Mi sono guardata indietro e ho visto che era di mio marito. Era stato sparato a una gamba. Un largo foro gli aveva strappato la carne della metà distale della sua gamba destra. Il suo piede era appena attaccato all’arto, e penzolava senza vita. Leo ed un tipo che non conoscevo mi hanno aiutato a trascinarlo perché, dopo essere caduto dalla porta, aveva perso tutte le sue energie e non riusciva a camminare. Io ero completamente scioccata. Non avevo idea che fosse stato ferito, specialmente dal momento che era rimasto dietro di me per tutto il tempo ed era riuscito a scappare dal cinema tutto da solo. Come ci sia riuscito con un piede solo, non lo saprò mai.

    A questo punto ho urlato. Le mie grida erano così forte che hanno allertato degli operai in un cantiere lì vicino. Sul retro del cinema c’era uno stretto parcheggio, seguito da un prato erboso e da una strada subito dietro. Gli operai stavano riparando quella strada ma, appena mi hanno sentito e ci hanno visto correre, hanno smesso di lavorare e hanno guardato cosa stesse succedendo. Non so perché questa parte è così vivida nella mia memoria. Comunque, sono venuti e hanno trascinato Brock lungo il marciapiede, fino alla fine della via, all’angolo dove si trovava il cantiere. Era molto distante, a una cinquantina di metri. Mio marito è crollato per la stanchezza e il dolore, dicendo che non riusciva più a muoversi. È rimasto sdraiato e una pozza di sangue ha iniziato a circondarlo. Mi son guardata indietro e ho realizzato che avevamo lasciato una scia rossa dall’uscita di emergenza sino a quel punto.

    Stavo tremando. Mi sono inginocchiata a fianco a Brock e ho dato un’occhiata in giro per vedere chi altro fosse stato ferito. Tommy era stato colpito al ginocchio e al bacino ed era rimasto indietro nel parcheggio. Anche il ragazzo che aveva aiutato mio marito era stato sparato. Suo padre e sua madre erano con lui; lei era seduta con le spalle contro il muro e sembrava agonizzante. Perdeva sangue da più punti. La sua famiglia era scappata insieme a noi. Immagino che non abbiano più sentito spari e quindi siano corsi via. Eravamo stati tutti fortunati, perché la sparatoria poi aveva ripreso, all’interno del cinema.

    Ho dovuto togliermi la maglietta e usarla per fermare l’emorragia. Non scorderò mai quanto flosce apparissero le sue gambe, e immaginai che fosse quella la sensazione che dà un corpo morto. Ero coperta di sangue anche nelle mani e nelle braccia. La polizia è arrivata davvero, davvero in fretta. Potrei dire che eravamo fuori da un minuto o due prima che le sirene rosse e blu accendessero la notte e accorressero alla nostra posizione (eravamo a un isolato di distanza dalla stazione). Un'ufficiale è rimasta con noi per tutto il tempo finché non sono arrivati i paramedici, che ci hanno messo un sacco di tempo.

    Brock fu uno degli ultimi a essere portati in ospedale. Aveva sanguinato per almeno venti minuti prima che un’ambulanza lo prelevasse. A quel punto, aveva smesso di rispondere e aveva praticamente perso conoscenza. Diversi tizi si son precipitati sul prato con una barella, lo hanno caricato su, e sono tornati in fretta all’ambulanza. Non potevo andare con lui perché c’era un altro ferito ed il mezzo era troppo affollato. Ho vagato di fronte al teatro da sola, insicura di dove fossero andati i miei amici. La mia maglietta e la pozza di sangue erano rimaste lì, nel marciapiede.

    Camminare tra la folla mi sembrava quasi un sogno. Non potevo credere a cosa fosse appena successo. La gente era isterica e piangeva. Una marea di persone era coperta di sangue come me. E, sempre come me, sono abbastanza sicura che il sangue che macchiava la loro pelle non fosse il loro. Molti notavano quanto sola e frastornata io fossi, così mi hanno tenuto compagnia e mi hanno offerto un passaggio in diversi ospedali per trovare Brock, perché non avevo idea di dove lo avessero portato. Sono restata in mezzo a loro per un po’ finché la polizia non ha riempito l’area e ci ha interrogati. L’intero parcheggio era stato bloccato, e ci era stato vietato di andarcene. Erano circa le due del mattino, quindi c’era ancora molto buio (ed io avevo piuttosto freddo, dal momento che indossavo solo canottiera e pantaloncini). Le luci rosse e blu di quelle che potevano essere cento macchine della polizia mi stavano accecando. Ricordo di aver visto un veicolo più grande degli altri su cui c’era scritto qualcosa come “Unità d’Analisi Scene del Crimine”. Penso che sia questo il momento in cui ho iniziato a star male di stomaco e volevo vomitare, ma in qualche modo son riuscita a trattenermi.

    Alla fine, la polizia ci ha lasciati andare. Son saltata sul mio camion e l’ho portato via di lì. Ero così spaventata che non ho neanche pensato di tornare al mio appartamento, prendere il cellulare (che avevo dimenticato) e chiamare i miei genitori o qualcun altro per aiutarmi. Ero arrabbiata, sconvolta, spaventata, e più di tutto ero ancora in stato di shock. Stavo davvero per perdere Brock ad appena un mese dal nostro primo anniversario di matrimonio per via di uno psicopatico con una pistola? Fortunatamente, prima che arrivasse l’alba, ho trovato l’ospedale in cui era stato ricoverato. Si trovava nella città a fianco alla nostra, forse a tre quarti d'ora dal cinema, seguendo i limiti di velocità. Ero contenta di essere là, e lo staff dell’ospedale era accogliente e comprensivo. Dopo essersi assicurati che non fossi stata ferita, mi hanno lasciato aspettare nella stanza in cui avrebbero portato Brock, una volta uscito dalla chirurgia. Ero così felice che fosse vivo. Sia Brock che Tommy son sopravvissuti, mentre molti altri non sono stati così fortunati.

    Ho scoperto il giorno dopo (dopo molte ore di sonno su un divano dell’ospedale) che dodici persone erano state uccise e più di settanta erano rimaste ferite (mi ricordo che prima avessero ipotizzato quindici vittime, ma che il numero reale si fosse fermato a dodici). La bambina bionda nella mia fila non sopravvisse. Era stata uccisa nel cinema a meno di un metro da noi. Sparata numerose volte. Un agente di polizia dal cuore d’oro, che pianse anche durante la sua testimonianza in tribunale, provò senza successo a salvarle la vita portandola fuori dalla Sala e accompagnandola in ospedale. Tommy era stato trasportato in un altro, diverso da quello di Brock, sul sedile di un’auto della polizia. È stato sottoposto a un intervento chirurgico e si è ripreso del tutto. Il proiettile ha mancato l’osso dell’anca e per un soffio anche il tratto urinario e la vescica. Stando ai medici, mio marito perse almeno metà del suo sangue. Brock era stato portato in ospedale appena in tempo; ancora un po’ e sarebbe morto. Gli hanno fatto parecchie trasfusioni, ed è rimasto ricoverato per ventuno giorni. La ferita alla gamba era così grave che gliel’hanno dovuta amputare dopo aver provato senza successo a salvargliela.

    È passato così tanto da quell’evento che mio marito, i miei amici ed io ci siamo ripresi, in qualche modo. È stata un’esperienza raccapricciante che di sicuro ci ha segnati. Non direi che la parte inquietante della storia fosse la sparatoria in sé. No, la parte inquietante era l’assaltatore stesso. In seguito ho appreso molto su di lui, dal processo per omicidio che venne negli anni seguenti. Anche se il mio incontro con quest’uomo fu molto breve, ha cambiato la mia vita in maniera consistente. Soltanto sapere che esistono persone del genere è… disturbante. È di certo un individuo contorto che non voglio vedere mai più.

    Ho appreso tutto guardando il processo in TV che è partito agli inizi del 2015. Questo ragazzo studiava neuroscienze o qualcosa del genere in California. Immagino che fosse un tipo abbastanza brillante. Comunque, per qualche ragione, aveva l’ossessione di uccidere le persone, nonché una mentalità da stalker. Dopo aver lasciato la sua università, si è trasferito nel mio Stato e ha scelto il cinema locale per compiere una strage di massa. Prima di questo, aveva pensato di nascondersi presso alcuni sentieri di montagna, assalire le persone, spingerle verso un albero e ucciderle lì, anche se non ha mai realizzato questa idea. Aveva studiato il cinema per mesi, pianificando la sparatoria per la notte del 20 luglio. Anche se non l’avevo mai visto prima di allora, è snervante sapere che questo ragazzo ci fissava ogni volta che andavamo a vederci un film, e noi avremmo potuto non venirne mai a conoscenza. Eravamo completamente all’oscuro di quello che stava per farci. Tutto questo ha demolito il mio senso della sicurezza, perché chissà se anche lo sconosciuto a fianco a te nell’autobus non abbia in mente di fare la stessa cosa.

    Sono stata molto vicina allo sparatore, ma non l’ho mai visto in faccia di persona finché non sono stata costretta a testimoniare in tribunale. Ovviamente ho avuto modo di vedere il suo muso in televisione, ma al cinema non ho potuto percepire altro che una silhouette scura nell’ombra, come una figura demoniaca uscita dal più oscuro e sinistro degli incubi. Era anche nel corridoio che abbiamo dovuto percorrere quando ci siamo gettati sull’uscita di emergenza. L’unica cosa che gli ha impedito di ucciderci è stato il fatto che il suo fucile d’assalto si è inceppato. Per commettere questo orrore, ha ordinato qualche migliaio di munizioni, una tenuta antisommossa, del gas lacrimogeno, un fucile d’assalto e uno da caccia. Si è scattato delle foto dove appariva in tribunale indossando le stesse armature come se fossero un malato trofeo, e impugnando le stesse armi con un sorriso minaccioso. Si era tinto i capelli d’arancio e si era messo degli occhiali neri; faceva facce diaboliche alla telecamera, cosa che mi ha fatto impazzire solo a guardarlo. Prima di guidare fino al cinema con tutto l’armamentario nella macchina, ha riempito di trappole il suo intero appartamento, in modo che esplodesse se qualcuno avesse aperto la porta. Poi, una volta sul posto, ha finto di essere un cliente, tanto che ha anche comprato un biglietto per la Sala 8; ma visto che la 9 aveva più gente, si è confuso tra la folla ed è entrato là dentro. Era nelle prime file frontali. Devo essergli passata di fronte molte volte nell’atrio, mentre era lì. Forse mi ha anche visto. A un certo punto del film si è alzato ed è uscito dalla porta laterale (che per qualche ragione non era allarmata), tenendola aperta con qualcosa, è tornato alla sua macchina per prendere l’armatura e le armi. Poi, è tornato indietro e ha iniziato a sparare. Quando siamo scappati, siamo passati dietro la sua macchina bianca che era parcheggiato proprio davanti all’uscita. Non l’avevamo neanche notata. È venuto fuori e ci ha visti. Non so cosa lo abbia persuaso a non sparare alla gente che stava all’esterno, ma avrebbe potuto finirci in un istante, se avesse voluto.

    Penso che la cosa più difficile, per me, sia stata trovarmi faccia a faccia con questo deviato in tribunale. Non mi dimenticherò mai di come mi sono alzata quando hanno chiamato il mio nome, di come ho camminato verso il centro della stanza davanti alla mia famiglia, agli altri superstiti e al gruppo dei giornalisti. Mi sono seduta di fronte a lui, forse a soli tre metri di distanza. L’arancione dei capelli era sbiadito, ma indossava gli stessi occhiali neri. Stargli così vicino è stata una spaventosa e sconfortante esperienza. Come potrò mai dimenticare i miei incontri con quest’uomo? Ora posso dire di essermi misurata faccia a faccia con un vero psicopatico degenerato. Aveva uno sguardo vacuo per tutto il tempo. Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, allora la sua era riempita da nulla se non una fredda indifferenza per tutte le persone che aveva ucciso o ferito. Non mi ha neppure guardata. Ha provato a prendersi la mia vita, ma fortunatamente ha fallito. È un uomo che dovrebbe spendere il resto della sua vita dietro le sbarre. Alla fine gli hanno dato 3318 anni di carcere per i suoi crimini.

    Questo è l’uomo che ha provato ad uccidermi. L’uomo che mi ha provocato una quantità inimmaginabile di incubi e ha alimentato i fuochi della mia paranoia. L’uomo che ha ferito i miei amici e la mia famiglia, causando anni di dolori indicibili a mio marito, perché non camminerà mai più allo stesso modo. L’uomo che ha rubato l’innocenza e la gioia a una bambina di sei anni che è entrata al cinema da viva, e ne è uscita da morta. All’uomo che ha compiuto il peggior massacro nella storia del Colorado, non rincontriamoci. Mai più. Spero tu marcisca in prigione.



    Edited by DamaXion - 29/12/2016, 11:30
  7. .
    Mia moglie era fuori tutto il giorno a fare shopping, così io son rimasto nel seminterrato a lavorare il legno. Ho sentito arrivare la sua macchina, perciò ho salito le scale per darle una mano con le buste. È corsa dentro casa dicendo che c'era qualcuno dietro di lei.
    Mi sono incazzato. La gente cerca di non farmi arrabbiare (tenetelo a mente), perché sono alto un metro e 85 e peso 120 chili. Faccio sollevamento pesi abitualmente e lavoro in una segheria. Mia moglie dice che sono l'incrocio tra un orso ed un montanaro. Abbiamo anche un grosso patou che era con noi anche in quel periodo. Per quelli che non sanno cosa sia un patou, è un cane meraviglioso. Sono una razza di cani da guardia che viene dalle regioni dei Pirenei. Il nostro è 65 chili, tutto muscoli.
    Sono i cani più dolci, fantastici con i bambini, a meno che non si maltrattino i loro simili. In quel caso diventano piuttosto cattivi. Per esempio, qui ci sono i coyote. Noi abbiamo anche un bastardino (il cane di mia moglie) di 7 chili. Un giorno due coyote lo hanno attaccato, e il patou li ha uccisi entrambi.
    Tornando alla storia, mi sono incazzato. Il tizio è entrato prepotentemente in casa mia, pensando che lei fosse da sola perché il mio camion era in negozio. Non si aspettava di trovare me o il patou. Il cane lo ha caricato (con tutti i suoi 65 chili), ha afferrato l'intruso ad un braccio e lo ha trascinato sul terreno. Poi l'ho preso io per la gola, e ho detto a mia moglie di chiamare la polizia.
    Ho speso quasi un quarto d'ora a minacciarlo di morte se si fosse mosso. Il cane non gli ha lasciato il braccio neanche per un secondo. Sono arrivati i poliziotti, hanno preso la mia denuncia e quella di mia moglie e l'uomo cattivo è finito in prigione. Pare che questo idiota avesse seguito mia moglie dal negozio (dista 30 minuti da casa, e lei ha cercato di seminarlo due volte) dopo averla sorpassata diverse volte, ma lei disse che sapeva che, una volta a casa, sarebbe stata al sicuro.
    Dunque, stronzi che volete stuprare qualcuno, non incontriamoci di nuovo, a meno che non vogliate morire.



    Edited by Pisy - 25/12/2016, 16:08
  8. .
    Stavo tornando a casa in macchina da una grande metropoli vicino alla mia cittadina, a notte fonda, dopo una giornata là con un ragazzo, al nostro primo appuntamento, nel marzo del 2012. Lui era addormentato, e il suo sedile era quasi totalmente reclinato.
    Siamo arrivati intorno all'una del mattino, ed ho notato questo tizio al semaforo a cui stavo per fermarmi. Sembrava che stesse ponderando qualcosa. Parlava da solo e camminava avanti e indietro. A volte giudico le persone troppo presto.
    Così mi son fermata e accidentalmente abbiamo incrociato i nostri sguardi. O, se non altro, fu accidentale per me. Posso dire che mi stava urlando contro perché continuavo a sentire "puttana" e altre cose del genere... Uh... Ero ancora ferma al PIÙ LUNGO SEMAFORO ROSSO DI SEMPRE mentre il ragazzo con cui stavo dormiva comodamente nel sedile del passeggero (molto molto reclinato!). Dopo circa 10 secondi in cui quel tizio non ha smesso di imprecare, è saltato verso la mia macchina e ha aperto lo sportello a fianco al mio CERCANDO DI AFFERRARMI. Mi son messa a urlargli "bastardo assassino", ed il ragazzo che era con me si è svegliato all'improvviso e ha preso quell'uomo a ceffoni (all'inizio credo che fossero i suoi riflessi). Il pazzo ha iniziato a urlare "Cazzo, amico! Non ti avevo visto! Cazzo! Oh cazzo, non ti avevo visto! Porca puttana!" Etc., ed il mio "appuntamento" lo ha spinto fuori, mentre io mi tiravo indietro, attraversando col rosso. Ha chiuso lo sportello e ha urlato: "CHI CAZZO... COSA CAZZO ERA...?" Sono entrata in iperventilazione e ho iniziato a piangere e ridere insieme perché i miei nervi erano andati.
    Ci siamo mangiati un gelato all'una del mattino. Quindi l'ho riportato a casa e poi son tornata a casa anch'io. Abbiamo riso della cosa. Ma, non credo avrei avuto occasione di ridere, adesso, se lui non fosse stato lì con me.

    Quel ragazzo che dormiva nella mia macchina al primo appuntamento mi ha sposato tre settimane fa. :) Potete scommetterci fino al vostro ultimo dollaro che vi ho appena raccontato la storia del nostro primo appuntamento.



    Edited by Rory - 2/1/2017, 07:32
  9. .
    Questa vicenda mi è capitata letteralmente dieci minuti fa.
    Stavo tornando in città (è l'una e mezza del mattino) ed ero praticamente l'unica macchina che si vedeva in giro. Un tizio mi si attacca al culo e fa per superarmi, onestamente non so da dove sia sbucato.
    Ho deciso di rallentare così da permettergli il sorpasso, ma ha rallentato anche lui. Questa è una strada a doppia corsia, non avrebbe avuto alcuna difficoltà a farlo. Poi si decide a superarmi e si inserisce subito davanti a me, tagliandomi la strada. Ho dovuto schiacciare il freno pesantemente. Naturalmente, ho suonato il clacson e gli ho mostrato il dito medio. È buio, quindi non so se l'abbia visto, ma il mio clacson può averlo fatto incazzare.
    Decide di cambiare corsia e restare in linea con la mia macchina, ho rifiutato di guardarlo. La mia uscita stava arrivando, così ho immaginato che avrei potuto prenderla senza problemi. Stupidamente, ho messo la freccia e mi ha seguito. Ho guidato verso il mio appartamento e ho realizzato che forse non avrei potuto semplicemente uscire dalla macchina ed entrare in casa senza farmi investire da quello lì.
    Ho deciso di chiamare il padrone di casa. È un uomo giovanile, una sorta di animale da festa, quindi sapevo che sarebbe stato sveglio. Mi ha detto di andare al suo appartamento e che mi avrebbe aspettato. Così ho fatto, lui era lì davanti con una spranga di metallo, si è avvicinato al finestrino e mi ha chiesto se la macchina ferma dietro di me fosse quella che mi stava seguendo. Gli ho detto di sì e lui le è andato incontro. Quello ha messo la retromarcia ed è andato via gridando la parola con la N1 (il mio padrone di casa è un grosso uomo di colore), ma non prima che lui lanciasse la spranga, colpendo e probabilmente ammaccando la sua auto. Chi mai deciderebbe di prendersela con una giovane donna a quest'ora di notte per nessun motivo? Te lo sei meritato, coglione.

    1: Negro

  10. .
    Ieri ho avuto una giornataccia e mi è stato chiesto di lavorare un'ora in più (yay): siamo tornati indietro di un'ora con il fuso orario, quindi era già buio quando ho lasciato il mio posto di lavoro. Ero abbastanza stressato e stavo guidando lungo il solito percorso, quando ho notato una ragazza in una strada buia che usava il cellulare. Stavo aspettando il semaforo verde, e ho pensato: "Questo è proprio un posto di merda, chi cazzo è che starebbe fermo lì a messaggiare al buio?" In quel momento ho voltato lo sguardo e ho visto un ragazzo a 15 metri di distanza da lei che la fissava. Stavo giusto per andarmene quando mi son reso conto che... se la stava proprio mangiando con gli occhi.
    La cosa mi ha colpito. "Oh cazzo, brutta storia", così ho parcheggiato la macchina nella strada adiacente e mi son precipitato dove stava la ragazza.
    Quando ho girato l'angolo, ho sentito la tipa dimenarsi e spingere via quel ragazzo, mentre gridava. Ho accelerato più che potevo e gli ho urlato: "Ehi, coglione, lasciala stare". Il tizio si è voltato, mi ha guardato, l'ha spinta da una parte e si è messo a correre come un pazzo. L'ho inseguito e mi sono accorto che gli era caduto un coltello mentre scappava, quindi son tornato indietro dalla ragazza e le ho chiesto se stesse bene. Dopo che si è calmata, mi ha detto che le ha rubato il cellulare. Le ho risposto che era solo un oggetto e che non era poi tanto importante. Lei stava aspettando il suo fidanzato, così quando è arrivato gli ho spiegato la situazione, ci siamo stretti la mano e me ne sono andato.
    Un po' troppo per essere una serata di merda.
    Dunque, tipo che assalta povere ragazze, non incontriamoci.



    Edited by Pisy - 25/12/2016, 01:21
  11. .
    Oggi sono andato al cinema a vedere DeadPool. A fianco a me c'era la mia matrigna, che ha da poco finito l'addestramento per diventare poliziotta. All'inizio, tutto stava andando normalmente ed era tutto okay. Amavo il film pur avendolo già visto un'altra volta prima di allora.
    Verso la fine del film, però, ho notato un uomo più vecchio che si stava avvicinando in cima alla sala, dove stavamo io e la mia matrigna, ed è rimasto lì. Non ha guardato il film, non si è seduto, non ha fatto nulla se non fissare la gente.
    Ho sbuffato immaginando che stesse cercando qualcuno e non riuscisse a trovarlo. Allora è tornato giù all'ingresso e ha fatto la stessa cosa, ha guardato tutti quanti ed è rimasto ad osservare per altri 7-10 minuti, prima di andarsene. Ho pensato fosse strano, ma ho continuato a guardare il film. Circa due minuti dopo vedo lo stesso uomo, solo che stavolta camminava per la sala davvero lentamente. Non per guardare lo schermo o qualcosa del genere, ma ancora una volta per scrutare la gente. La mia matrigna mi ha guardato e mi ha bisbigliato: "Prendi le tue cose e andiamo all'ingresso". Ho iniziato a uscire un po' fuori di testa e ho fatto quel che mi aveva detto.
    Sono andato in bagno a fare pipì e quando sono uscito c'erano 4 impiegati fuori dal cinema, e lei stava spiegando che pensava ci fosse qualcuno che volesse sparare sulla gente, in quella stanza. Stava esaminando la sala e chiunque fosse all'interno. Dopo un po', gli impiegati hanno preso il controllo della situazione e si son messi a controllare l'uomo per un po', giusto per assicurarsi che tutto fosse a posto. Due di loro sono entrati, e dopo circa cinque minuti sono usciti dicendo "sissignora, è sempre lì che fissa tutti". Poco dopo siamo andati via dal cinema, per stare tranquilli.
    Una volta a casa, ha chiamato uno dei suoi amici che lavorano alla stazione della polizia e gli ha parlato della cosa. Le ha detto che era un uomo di mezza età che aveva una pistola carica con lui per tutto il tempo, che non è mai sceso né ha smesso di fissare le persone.



    Edited by Rory - 27/12/2016, 12:35
  12. .
    Mia madre ha lasciato mio padre quando avevo tre anni. Ho tre sorelle più grandi. Era un alcolizzato cronico. Ci ha sempre picchiate tutte, specialmente mia madre. Legava insieme due fruste di carya e le metteva in forno (ndr: perché si indurissero) prima di picchiarci con quelle.
    Alla fine mia madre ha trovato il coraggio di lasciarlo. Per un po' siamo rimaste ad un rifugio per donne maltrattate ed i loro bambini.
    Quando mia madre risparmiò abbastanza denaro, ci trasferimmo in una casa prefabbricata.
    La prima notte passata in quel nuovo posto, io e due mie sorelle guardavamo la tv. Mia madre era in cucina e mia sorella maggiore stava ripulendo la vasca da bagno.
    Mio padre è entrato dalla porta d'ingresso e si è portato l'indice alla bocca dicendo "shh". Avevamo davvero paura di lui, così non abbiamo detto niente.
    È andato in cucina e ha detto: "Carrie". Mia mamma si è girata e lui le ha puntato contro una pistola. Lei si è messa a gridare ed è corsa in salotto verso la porta sul retro. Lui le ha urlato che se non avesse smesso di gridare, avrebbe ucciso anche le bambine.
    Io e le mie due sorelle siamo scappate di fronte alla casa dei nostri vicini. Abbiamo raccontato loro cosa stesse succedendo, e ci è venuto in mente che nostra sorella maggiore non era con noi.
    Ci ha raggiunte circa un minuto dopo. Quando aveva sentito la voce di nostro padre, si era sdraiata nella vasca.
    Mio padre ha sparato a mia madre cinque volte, uccidendola. Mia sorella dice che lui poi è tornato indietro in salotto, chiamandoci per nome. È quello il momento in cui è saltata fuori ed è corsa via.

    Io adesso ho 38 anni, e lui è ancora in prigione.
  13. .
    Bisogna dire alcune cose. La prima è che ci sono degli errori di traduzione importanti: la bambola viene regalata A MeG, non è lei che la regala.
    Una volta, Meg mi ha guardato; ora, mi osserva a malapena. --> Una volta, Meg stravedeva per me; ora, mi guarda a malapena.

    Per il resto, 'kagerou, hai trovato una miniera d'oro. Ho letto altre tue traduzioni e sono impeccabili. Veramente i miei complimenti.
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    CITAZIONE (Qush-Nath @ 16/9/2016, 18:04) 
    Non mi è piaciuta personalmente, la scrittura l'ho trovata abbastanza confusa, troppo rapida, accade tutto troppo in fretta. Inoltre non capisco dove sia l'elemento inquietante, la mano? Sembra un elemento inserito a caso, non spaventa, non suscita nemmeno curiosità.

    è un gran peccato. Era stata tradotta decisamente meglio, e infatti c'è anche nella pagina Facebook. Non capisco la scelta di sostituirle: la trovo molto poco oculata.
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    Ho corretto le cose che non ti erano state fatte notare perché è qui da giugno. Smisto.
236 replies since 9/5/2012
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