Votes taken by Medea MacLeod

  1. .
    Bellissima!
    Trovo incredibile come per amore dell'arte si cerchi di realizzare opere così belle su tessuti così fragili, come si voglia cercare sempre di fare di meglio, senza accontentarsi della via più breve e facile
  2. .
    "Attenzione: allontanarsi dalla linea gialla" borbottò l'altoparlante. Avanzai lungo il tunnel, ignorando l'avvertimento. Il vento mi arruffò i capelli, portando con sé un vago odore di metallo e... qualcos'altro. Un odore più forte, più pungente. Qualcosa si mosse sul terreno, appena oltre il piccolo cerchio di luce della torcia.

    Un ratto, probabilmente

    "Attenzione: allontanarsi dalla linea gialla" proferì la voce registrata. Era dolce, femminile, sembrava quasi sinceramente preoccupata. Poiché le rotaie erano perfettamente immobili sotto i miei piedi e qualsiasi treno in arrivo avrebbe provocato delle vibrazioni, continuai ad ignorare il messaggio, proseguendo. Sarei arrivato in fondo alla faccenda, a qualsiasi costo. Qualcosa strisciò alle mie spalle, con un sottile, squamoso suono e rabbrividii. "Per favore, per favore, mi devi ascoltare: allontanati dalla linea gialla".




    Edited by Medea MacLeod - 3/3/2017, 20:17
  3. .
    Qualche mese fa, mio figlio più grande, Charlie mi ha confessato di essere omosessuale.

    Ha fatto sedere me e sua madre in salotto e ci ha confessato tutto, di come si sia sempre sentito attratto dagli uomini, per tutta la sua vita. Ci ha persino detto che aveva un ragazzo e voleva presentarcelo. Justine e io abbiamo sempre avuto dei sospetti, ma eravamo comunque sotto shock quando ce l'ha detto.

    Vi basti sapere che Charlie non è più mio figlio.

    Vedete, ogni tanto, gli adolescenti nel nostro paese hanno dei bisogni innaturali. Cerchiamo di correggere questi desideri impuri quando sono ancora piccoli, gli insegniamo cos'è giusto e cos'è sbagliato. Se non glielo instilli quando sono ancora piccoli, da adolescenti avranno dei comportamenti sbagliati. Prendiamo da parte i bambini che sgarrano e glielo diciamo, ancora ed ancora, dalla preghiera del mattino alla scuola domenicale.

    "Questi comportamenti irreligiosi sono una scelta" gli insegniamo. "Potete scegliere il Paradiso o l'Inferno. Quale scegliete?" Per molti giovani, la minaccia della dannazione eterna è sufficiente per metterli sulla retta via. Ma ci sono alcuni che si aggrappano alle loro perversioni, convincendosi che il loro modo di vivere è quello corretto.

    Se solo fossimo riusciti ad estirparglielo. Forse avremmo salvato Charlie.
    Non capirò mai cosa spinge questi ragazzi a commettere un peccato del genere. Alcuni dicono che sono i media, che gli corrompono la mente. Altri dicono che è solo la malvagità innata dell'uomo, che si manifesta inevitabilmente. Tutto ciò che so è che questi ragazzi vanno in giro a lordare il nome di Dio e la nostra comunità, senza mostrare un minimo di rimorso.

    Probabilmente qualcuno dirà che siamo intolleranti. Per noi non è un problema. Semplicemente crediamo che alcune trasgressioni non andrebbero tollerate, in nessun caso.
    E non tollereremo mai il rapimento, la tortura e l'omicidio.
    No, non ho un figlio gay. Non ho un figlio gay perché quei bastardi malati figli di puttana l'hanno ucciso.




    Edited by Medea MacLeod - 19/1/2017, 20:44
  4. .
    Fissare il ventilatore che ruotava sul soffitto era l'unica cosa che facesse. Gli piaceva sentire la brezza fresca accarezzare il suo viso da bambino mentre se ne stava sdraiato nella sua culla con sua madre che gli sorrideva. Mentre i giorni diventavano settimane, lui continuava a fissare il ventilatore che ruotava sempre più veloce.

    Questa è la felicità, pensò. L'unica cosa che cambiò da quando iniziò ad osservare il suo ambiente circostante erano i sorrisi che i suoi genitori gli rivolgevano quando si addormentava e si svegliava.

    I sorrisi radiosi divennero cauti. Poi si tinsero di preoccupazioni. Il tubare gioioso si trasformò in un sussurro timido, che non faceva altro che confermare che c'era qualcosa in lui che effettivamente non andava. Le voci diventarono più dure quando vide suo padre afferrare sua madre per i capelli per prenderla a schiaffi. Sentì la frase "È colpa tua porca puttana!" per ben venticinque volte quella sera.

    Mentre la sera cedeva alla notte, sentì la porta sbattere mentre suo padre se ne andava. Sentì sua madre lavargli il viso con le sue lacrime, mentre passava dal dolore, allo sconforto, alla colpa. Finalmente si addormentò.

    I raggi di sole lo svegliarono dolcemente, facendogli aprire gli occhi. Iniziò a contare quanti giri facesse il ventilatore, però rimase deluso nel vedere che ci metteva di più a fare un giro completo, ma immaginava che il peso del corpo morto di sua madre che penzolava da esso dovesse influire in qualche modo.




    Edited by Rory - 22/1/2017, 22:04
  5. .
    CITAZIONE
    Grazie alla tecnologia del 2017, ti basterà copiare e incollare la storia in google traduttore et voilà, è già tradotta perfettamente!

    Questo spiega le tue traduzioni

    Scherzi a parte, lollai





    E se volete consultare la guida ufficiale del Creepypasta forum su come scrivere una storia decente, vi basta prendere un asciugamano e cliccare qui!
  6. .
    cliccate qui, se vi siete persi il primo appuntamento del Calendario dell'Avvento WT


    È la notte tra il 5 e il 6 dicembre. Sento degli strani rumori nella mia camera buia, i piccoli passi sono appena percettibili, attutiti dalla moquette che ricopre il pavimento. Sento le coperte di un angolo del letto venir tirate sotto il peso di una creatura che si aggrappa ad esse.

    L’intruso è sul letto, sento il suo peso sul piumone, mentre avanza verso la mia testa, arrampicandosi sul mio petto, poi si ferma in contemplazione, è il momento di reagire, urlo, liberandomi del peso. Ha inizio una battaglia all’ultimo sangue.

    Dopo diversi minuti, riesco finalmente ad avere la meglio e a catturare il mio aggressore. Lo guardo nei suoi occhi pieni di odio. È proprio lui, come mi aspettavo. È uno degli agenti più pericolosi, ha centinaia di nomi ed è spietato, non si ferma di fronte a nulla per raggiungere il suo scopo.

    Punire i bambini cattivi.



    Il Grittibänz, come abbiamo detto, ha molti nomi, così tanti che potrebbe competere con Daenerys Targaryen:

    Stutenkerl o Stutenmännchen Bassa Sassonia, Macleburgo e Westfalia, Kiepenkerl in Münsterländ, Klaaskerl o Backsmann, Stutenmann o Piefekopp nel Bergischen Land. Nella regione della Ruhr lo chiamano Puhmann, Buckmann. In Rheinland-Pfalz si chiama Ditz, In Renania Palatinato Dambedei, Maddinsmändl o Hefekerl, a Eichsfeld si parla di Martinsbrot. In alcune parti della Germania del sud è conosciuto come Weckmann, Weckemann o -männchen, in Assia Weggbopp. Nella regione tra il Danubio e il Lech lo si chiama Klausenmann, nella regione di Breisach am Rhein è il Baselmann. In Svizzera è conosciuto come Grittibänz, nel Canton Basilea Grättimaa, nel Canton Turgovia und e nel Canton Zurigo Elggermaa. A Lussemburgo vengono chiamati Boxemännchen, in Alsazia Lorena sono i Manele (Männele), e nella Franca Contea i Jean Bonhomme. Infine nei Paesi Bassi sono sconosciuti come Buikman, Wekkeman, Weckman, Weggekèl, Stevensman, Piepespringer o Ziepesjprengert.


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    Per questione di comodità, ci riferiremo a lui come Grittibänz, il nome in svizzero tedesco significa “Benedetto con le gambe larghe” dove Benedetto è un nome generico per indicare un uomo (come Jack in inglese).
    Ma chi sono questi buffi, ma temibili personaggi? Non sono altro che gli aiutanti di San Nicola, santo particolarmente amato nelle regioni tedesche perché precursore di Babbo Natale. San Nikolaus era un vescovo noto per le sue opere di bene a favore dei più poveri e per i doni per bambini che era solito lasciare accanto al camino.

    La sua figura si è pian piano evoluta in quella di un portatore di doni, come Santa Lucia, Babbo Natale o la Befana (a seconda delle regioni). Non è insolito che questi personaggi puniscano i bambini cattivi, ma in alcune tradizioni la punizione dei bricconcelli sia riservata a degli aiutanti del Santo. In alcune regioni è il Krampus, lo Schmutzli o il Pelzebock, nelle regioni menzionate è, appunto il Grittibänz. Questo piccolo uomo di pane al burro, è il piccolo aiutante di San Nikolaus, solo che gli vengono affibbiati i compiti più sgradevoli, come portare i sacchi di carbone per i bambini cattivi o portare i bastoni per picchiarli.

    E il Grittibänz sfoga il suo stress lavorativo causato da condizioni di lavoro improponibili sui bambini cattivi, prendendoli a bastonate in modo particolarmente violento, o addirittura chiudendoli nel sacco del carbone, malmenarli di bastonate e portarli, sempre nel sacco, in un posto a loro sconosciuto, abbandonandoli al proprio destino.
    In altre regioni invece sono gli aiutanti di San Martino, ma le loro condizioni lavorative sono più o meno le stesse.

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    Tradizionalmente il Grittibänz è fatto con un pane al burro leggermente dolce, con gli occhi fatti di uvetta, con in bocca una lunga pipa di ceramica. La funzione della pipa non è chiara: secondo alcuni è un simbolo di mascolinità, secondo altri invece rappresenta la fede protestante. Sembra che la ricetta sia stata inventata da diverse fornerie utilizzando il “corno” di farina (un sacchetto a forma di corno) che veniva tradizionalmente regalato agli abitanti delle città durante il periodo natalizio.

    Quindi, cari utenti, anche se San Nicola è passato, non ritenetevi al sicuro. Non si sa mai cosa potrei fare con il Grittibänz che ho catturato. Magari potrei portarlo dalla mia parte offrendogli stipendio e diritti sindacali e crearmi un piccolo esercito.

    Quindi, fate i buoni!

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    Edited by Medea MacLeod - 11/12/2016, 12:01
  7. .
    L’idea è di fare una WT a tema natalizio per ogni domenica dell’avvento, quindi 4 wt, una ogni domenica fino a Natale.


    Il Natale è una festa magica. La si trascorre in famiglia, con gli amici più cari, ci si scambia doni e si mangia in abbondanza. Purtroppo c’è stato un tempo dove il Natale veniva celebrato con quel poco che i tempi offrivano: la Seconda Guerra Mondiale.

    Erano momenti difficili: le razioni scarseggiavano, i soldati morivano al fronte, i bombardamenti erano continui e le famiglie non sapevano se i loro cari erano al sicuro. La situazione era particolarmente difficile per i prigionieri di guerra nei campi di lavoro tedeschi. Sebbene protetti dalla Convenzione di Ginevra, i soldati Alleati erano spesso costretti ai lavori pesanti senza ricevere i pasti necessari per mantenersi in forze. Tuttavia era risaputo che un prigioniero malcontento era più incline alla ribellione, pertanto, ai prigionieri era spesso concesso ricevere regali, in particolare a Natale.

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    Questi doni comprendevano spesso beni di lusso, come cioccolata, sigarette e calzini; ma anche giochi per svagarsi, come Monopoli o mazzi di carte. I soldati potevano così divertirsi per qualche ora, sfuggendo in teoria alla loro difficile realtà. Solo che a volte sfuggivano anche in pratica.

    Questi giochi infatti erano forniti da diverse fondazioni e associazioni benefiche, che spesso avevano come sede un indirizzo fittizio o un palazzo abbandonato: il mittente, in realtà, era l’MI9. Questa sezione dei Servizi Segreti inglesi si occupava di aiutare i propri soldati dietro le linee nemiche, come aviatori abbattuti, o sostenere le operazioni dei partigiani alleati. Una parte dell’MI9 denominata “A Force”, in particolare, si dedicava completamente ad assistere i soldati nella fuga dai campi di detenzione.

    L’MI9 e i Servizi Segreti americani iniziarono a collaborare con due grandi produttori di giochi d’intrattenimento: la Hasbro, produttrice del Monopoly, e la Bicycle Company, produttrice di carte da gioco.

    Quest’ultima iniziò a produrre mazzi di carte molto particolari: realizzate in materiali speciali come la seta, se bagnate si separavano in due fogli, rivelando una mappa nascosta e le indicazioni necessarie per la fuga dal campo di lavoro alla quale erano state inviate.

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    Il Monopoly fu una trovata ancora più ingegnosa: il tabellone di gioco era prodotto in diverse versioni, una per ogni paese dove si trovava un campo di lavoro, distinguibili grazie a piccoli accorgimenti. Per esempio, se “Marylebone Station” era seguita da un punto, il tabellone nascondeva una cartina dell’Italia. Il punto dopo Mayfair indicava la Norvergia, la Svezia e la Germania, uno dopo “Parcheggio gratuito” indicava la Francia, la Germania e i loro confini.

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    Ma non si limitava certo a questo: le pedine erano spesso prodotte in oro e i soldi erano spesso veri contanti, in modo che i soldati potessero pagare per ricevere assistenza durante la fuga in caso di necessità. Spesso i soldati tedeschi non controllavano approfonditamente questi doni, perché provenienti da organizzazioni fittizie dal nome innocente, come “Fondo per il tempo libero dei Soldati” o “Associazione femminile per il sostegno dei Soldati”.

    Questi sistemi mantenuti sotto la massima segretezza, tanto che solo ora si inizia a diffondere la notizia di questi metodi di fuga. Si stima che grazie a questi doni fuori dal comune più di 17500 soldati alleati siano riusciti a scappare dai campi di lavoro dell’Asse e a passare il Natale con le loro famiglie.




    Edited by Medea MacLeod - 4/12/2016, 11:17
  8. .
    CITAZIONE
    Mi sembra solo un modo per ovviare alla lentezza degli smistamenti, cosa che si sarebbe dovuto risolvere con l'aggiunta delle nuove leve.

    è un modo per sfruttare la scuola creepy al meglio, cosa che prima non succedeva, e per coinvolgere gli utenti nell'attività del forum e sondare anche i loro gusti e capire cosa preferiscono: più di una volta è capitato che una storia che per noi non era un granchè fosse molto apprezzata dagli utenti.
    Inoltre, lo smistamento al momento funziona piuttosto bene, tu sei stato a lungo assente e non hai avuto modo di vederlo =)
  9. .
    (Nota: questa storia è assolutamente vera ed è stata confermata dalla mia famiglia)

    Per il mio secondo compleanno mia mamma e mia nonna mi portarono al centro commerciale vicino a noi perché mi facessero delle foto presso un fotografo specializzato in foto di bambini a Charleston, West Virginia. Mia nonna vive in un piccolo paese a circa 80 km di distanza e per questo non viene spesso a trovarci, per cui mia mamma pensò fosse una buona idea fare delle foto per commemorare l'occasione.

    Mi portano al negozio e parlano delle foto con il cassiere. Mia mamma doveva andare al lavoro, per cui rimasi da sola con la nonna e il fotografo. L'uomo dà indicazioni a mia nonna su come farmi posare e come farmi guardare l'obiettivo. Prende decine e decine di foto, finché il conto non arriva a circa 400$.

    Dopo circa mezz'ora di foto, l'uomo dice a mia nonna che dovevo andare con lui sul retro del negozio, in un'altra stanza con lui solo. Non dice il perché, ma le sue intenzioni erano chiare a mia nonna. Lei gli dice che non avrei lasciato il suo fianco e che la sessione era finita. Mi afferra per una mano e paga l'uomo alla svelta, chiama mia madre e le spiega la situazione.

    Mi innervosisco tutte le volte che penso a questo episodio. Ovviamente era tutto pianificato e mi disgusta sapere che probabilmente ha fatto la stessa cosa con altri bambini e probabilmente è riuscito nelle sue intenzioni.
    Genitori, state attenti a chi affidate i vostri figli. E fotografo, se stai leggendo, non rivediamoci mai più.






    Edited by Medea MacLeod - 29/11/2016, 12:49
  10. .
    I libri nel Medioevo costavano una fortuna. Poiché la stampa non era stata ancora inventata, i libri venivano copiati e illustrati dagli amanuensi, monaci che dedicavano la loro vita alla produzione di questi piccoli capolavori, chini per ore e ore sulla pergamena, con solo la fioca luce di una candela ad illuminare il lavoro. Questo richiedeva molto tempo e fatica e il risultato era una vera propria opera d’arte, che come tale risultava molto costosa e ben lontana dalle tasche della popolazione comune.

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    Avendo un valore così elevato, i libri rappresentavano un succulento bottino per molti ladri dai quali gli amanuensi e i proprietari dei libri dovevano difendersi con l’unica risorsa a loro disposizione: le parole.

    Le maledizioni di solito minacciavano il ladro delle peggiori pene per l’epoca, prima tra tutte la scomunica, con effetti collaterali come:
    • Nausea
    • Vertigini
    • Morte atroce e dolorosa
    • Perdita delle mani
    • Occhi cavati
    • Finire “tra lo zolfo e le fiamme dell’inferno”
    • Essere tagliati a metà da una spada demoniaca

    “Queste maledizioni erano l’unica cosa a proteggere i libri. Per fortuna, nel Medioevo si credeva a queste minacce. Se avessi strappato una pagina, saresti morto tra tremende agonie. Nessuno voleva rischiare una cosa simile.” afferma Marc Drogin, autore di Anathema! Medieval Scribes and the History of Book Curses (Anatema! Amanuensi e storia delle maledizioni dei libri).

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    Ecco l’esempio standard di una di queste maledizioni:

    May the sword of anathema slay
    If anyone steals this book away.

    Si quis furetur,
    Anathematis ense necetur.

    Che l’anatema ti possa colpire
    Se questo libro provi a carpire.

    Le maledizioni potevano essere anche molto più dettagliate, descrivendo passo per passo cosa sarebbe successo al ladro oltre alla scomunica: in questo caso si parlava di “Anatema-Maranatha” (Maranatha significa “Il Nostro Signore è giunto”)

    “If anyone take away this book, let him die the death; let him be fried in a pan; let the falling sickness and fever size him; let him be broken on the wheel, and hanged. Amen.”

    "Se qualcuno dovesse rubare questo libro, fai che muoia, fai che venga fritto in padella, fai che lo colga il mal scellerato* e la febbre, fai che sia torturato sulla ruota e che penda dalla forca. Amen.”
    *Epilessia


    “For him that stealeth, or borroweth and returneth not, this book from its owner, let it change into a serpent in his hand & rend him. Let him be struck with palsy & all his members blasted. Let him languish in pain crying aloud for mercy, & let there be no surcease to his agony till he sing in dissolution. Let bookworms gnaw his entrails in token of the Worm that dieth not, & when at last he goeth to his final punishment, let the flames of Hell consume him for ever.”

    “Per colui che ruba questo libro o che lo prende in prestito dal suo padrone senza restituirlo, fai che il libro diventi un serpente tra le sue mani e lo laceri. Fai che lo colpisca la paralisi e che le sue membra esplodano. Fai che soffra e chieda pietà a gran voce e fai che non vi sia tregua per la sua agonia finché, stremato, non si metterà a cantare. Fai che i tarli consumino le sue viscere, come vendetta per il libro che non hanno potuto consumare e quando infine arriverà per lui il giudizio finale, fai che le fiamme dell’Inferno lo consumino per l’eternità”


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    Sembra che gli amanuensi non avessero molta fantasia, tanto che spesso molte maledizioni venivano copiate o riutilizzate su più libri. Nonostante non fossero particolarmente originali, questi anatemi ebbero un così grande successo che iniziarono ad essere usati anche in documenti come concessioni, testamenti e contratti, per fare in modo che i termini venissero rispettati.

    Chissà, forse potremmo inventarci un anatema per difendere le nostre storie da certi Ragazzetti che le copiano su altre pagine senza creditarci. Avete proposte? Scrivete qua sotto, possibilmente in rima!

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    Edited by WDR - 26/11/2016, 11:09
  11. .
    Le voci non hanno tutte lo stesso tono.

    Alcune urlano in gruppi, nel clamore generale.

    Altre sono solo un sussurro, un brusio lontano, ma le puoi sentire ugualmente. Non le senti solo con l’udito, alcune si infilano sotto la tua pelle, si fanno strada, come piccoli aghi, tra le costole e risalgono i polmoni, fino a circondare il cuore. Ad ogni palpito l’ago sprofonda nella carne, sempre di più, fa sempre più male.

    L’hai detto alla maestra, ma lei non ti ha ascoltato. Dice che devi andare d’accordo con gli altri bambini, che non ti prendono in giro alle spalle.

    Non è vero.

    Li senti durante la lezione, li senti quando ti accerchiano in cortile e ridono e ti additano, con le loro dita appiccicaticce e cicciotte, impregnate di sabbia e sudore e ridono a crepapelle con le loro bocche sdentate, la bava che lucida gli angoli della bocca e cola disgustosa verso il mento. Infilano i loro aghi sottili vicino alle tue arterie, come ti solleticano gli occhi per farti piangere.
    E li odi, li odi e vorresti rompergli la testa, vorresti prendere a pugni quella strega della maestra, piantarle le tue unghie deboli e delicate sulla pelle e graffiarla finchè non si strappa, finchè la faccia non le si disfa tra le urla.
    Ma non puoi farlo, ci hai provato, ma ti hanno messo in punizione. Ma un giorno, un giorno avrai la tua vendetta, li sentirai urlare e allora sarai felice.



    E gli anni passano e passano. E il cuore non ti fa più male, ma ha quella sensazione stana, quel torpore. È come quando le tue dita sono tenere, e la pelle sottile si sfalda e si arrossa. Fa male a lungo, ma poi la pelle ricresce come l’erba cattiva ed è dura, è spessa, non brucia più come faceva prima. Ma non è solo il dolore che non senti più. Il callo ti protegge anche dalle sensazioni piacevoli, dalle cose morbide, le tocchi, ma non senti più nulla se non una strana, anonima pressione.
    C’è una ragazza che ti piace, le sue labbra hanno lo stesso colore rosa scuro delle tue dita sbucciate. È bella, è gentile. Non sai cosa fare però. Il callo è troppo spesso e non sai cosa farne di quelle sensazioni ovattate. Cerchi di starle vicino, perché non sai cosa fare con lei. Non hai il coraggio di dire nulla, speri solo che standole vicino la pressione possa aumentare fino a sentire qualcosa di diverso.
    “Mi viene sempre dietro, scommetto che è un maniaco”.
    I calli non proteggono dalle martellate.


    Odi tutti, li vorresti veder crepare, vorresti prendere la loro testa e sbatterla contro il muro, ancora e ancora e ancora e vedere gli occhi che saltano fuori dalle orbite, agitandosi a penzoloni contro le guance, rimbalzando sugli zigomi, sentire il cranio che si disintegra in tante schegge, penetrando la dura madre, sentire il liquido cerebrale che ti scorre tra le dita e cola lento giù per il tuo braccio, arriva al gomito e cade al suolo, insieme ai denti, che esplodono come pop corn. Li odi, li odi tutti ed avrai la tua vendetta.


    È sera, è tardi. Sei in quell’angolo da ormai un bel po’, senti le punte dei piedi intorpidirsi, dondoli il peso da una gamba all’altra sperando di scacciare il freddo. Hai studiato tutto nei minimi dettagli, ma sono in ritardo. Anche la mano che impugna la lama è rattrappita nel guanto di pelle. Ed ecco che le senti, e voci, lontane, distanti. Un brusio, sempre più vicino.
    È il tuo momento, è la tua vendetta, già la pregusti. Cali la maschera sul volto, cali sulle vittime ignare come un’ombra oscura. Il tuo cuore si scioglie di gioia nel sentire la sorpresa e il terrore nelle loro urla.


    Ti levi la maschera, togli i vestiti. Non bisogna farsi vedere con quelli addosso, non dopo il turno. Osservi distrattamente la foto che hai davanti a te e non puoi che sorridere. Non speravi nel caso, ma finalmente il volto sulla celluloide ha qualcosa di familiare. Ti sembra ancora di vederlo, con le dita cicciotte e la bava alla bocca.


    “Questo veniva a scuola con me”
    “ah sì?”
    “Sì, era il capo dei bulletti, si è messo insieme alla ragazza che mi piaceva”
    “uh, beh, il tuo bulletto se l’è fatta addosso. Devo andare a pulire il pavimento, di nuovo. Certo che il tuo costume nuovo li terrorizza proprio i visitatori!”

    Sorridi, finalmente hai avuto la tua vendetta.



    Edited by Rory - 4/1/2017, 19:54
  12. .
    Grazie a tutti!

    Attenzione, questa storia potrebbe contenere tracce di uova, frutta a guscio ed esperienza autobiografica.

    CITAZIONE
    e già... avete capito, ora sono un fantasma è perseguiterò l'autore di questa Shitpasta per l'eternità
    "caro" mio, hai appena vinto la cacca d'oro, quindi ben fatto

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  13. .
    Doveva essere una shitpasta. Mi sa che manca la parte della pasta. Di shit ce n'è in abbondanza in compenso.


    Era stata una giornata difficile, aveva dormito 15 minuti più del dovuto la mattina e aveva iniziato a studiare in ritardo. La domenica pomeriggio era passata troppo in fretta, ad un certo punto si era pure addormentata sulla sedia, per un’ora buona.
    Aveva sospirato rassegnata e aveva deciso di uscire nella fredda aria invernale, nella speranza che il freddo le avrebbe dato una svegliata, una piccola botta sulla fronte, per svegliarla, un principio di congelamento alla punta del naso giusto per aumentare gli introiti della Tempo.

    E camminava e camminava per le strade illuminate solo dai lampioni e finisce sempre lì, alla stazione. Sorpassa i distributori di giornali gratuiti e le macchine per i biglietti ed entra nel piccolo magico mondo della Coop della stazione. Quella piena di svizzeri che stanno in mezzo alle balle e che non si sanno muovere, perché l’organizzazione svizzera è più che altro una leggenda, se ne è resa conto mesi fa.

    La coop alle cinque e mezza di domenica è un piccolo brodo primordiale caotico. È l’unico supermercato aperto in tutta la città la gente, lei compresa, ci si lancia dentro, per poi pentirsene subito. Prende un cestino e si aggira tra le corsie, supera il muro di caffelatte in brik da viaggio, considera di comprare dell’insalata e si ferma a guardare il frighetto dei dolci.

    Osserva il contenuto, con tante belle monoporzioni di torte. Pare che il Monte Bianco sia passato di stagione, lasciando spazio a tante belle millefoglie, organizzate in confezioni da due o quattro tronchetti. Ritira tutto quello che ha detto sull’organizzazione svizzera, chissenefrega se l’orario delle lezioni è un casino, l’organizzazione è proprio lì, nella millefoglie monoporzione disponibile in pacchetti da due o quattro tronchetti. Che paese civile la Confederazione Elvetica.

    Non dovrebbe mangiare troppi dolci però, quindi passa oltre. Si volta appena. La millefoglie la fissa. È certa di vedere un brillio intelligente nella glassa. Si volta, e prosegue verso il pesce, sentendo lo sguardo glassato che le penetra la schiena. Prosegue tra le corsie e torna all’inizio, finisce di nuovo davanti al frighetto dei dolci.

    Ed eccolo lì! Il commesso etichettatore! Dio benedica la Confederazione Elvetica! Quella figura mitica che verso sera piglia la magnifica macchina delle etichettine ed appicca sconti del 50% su tutti i prodotti in scadenza. Ed è proprio lì, che appiccica le etichette scarlatte, sulle torte. Sulla millefoglie. E ora la millefoglie la guarda come un cucciolo in un canile, con i suoi occhietti e l’espressione contrita. E niente, un cane lo lascerebbe lì, che un cane non lo puoi mangiare.

    E fu così che la millefoglie tornò a casa con lei.

    Si preparò una cena un po’ troppo abbondante e si accasciò sul divano, sfinita dallo sforzo gastrico. Di nuovo sì sentì addosso quello sguardo. Quello sguardo, quel concentrato di saccarosio e carboidrati complessi che dal tavolo fa fissava. La millefoglie la fissava con i suoi occhietti edulcorati e lei non poté che restituire lo sguardo.
    Non avrebbe dovuto farlo.

    Perché quando guardi la millefoglie, la millefoglie guarda dentro di te.

    Lei sa, lei vede tutto. Vede il suo futuro, dentro di te. Vede come la sua crema giallina diventerà colesterolo, che si aggrapperà alle pareti del tuo muscolo cardiaco come una capra di montagna che si inerpica sulle pareti di una diga alpina.
    Vede come i suoi zuccheri corroderanno le tue cosce, scavando nella pelle e nei muscoli per creare gli inestetismi della cellulite che è una malattia e i medicinali possono curarla, ma mannaggia a Big Pharma, manco con il Somatoline passa.

    Dicono che se fissi l’abisso, l’abisso diventa parte di te.

    Solo che l'abisso non lo puoi mangiare.

    Non so se valga per l’abisso, ma la millefoglie è diventata di sicuro parte di me.

    Edited by InKubus - 15/11/2016, 16:38
  14. .
    Non sai cosa siano i Let's not Meet? Guarda qui!


    Allora, in pratica una notte di due anni fa, io e due mie amiche stavamo guidando verso casa dopo una cena messicana. Abbiamo visto delle luci rosse e blu dietro di noi e ovviamente pensammo subito alla polizia. Amy, che era al volante, non se la sentiva di accostare, poiché era molto tardi e la strada che stavamo percorrendo non aveva lampioni. Perciò rallentammo, ma senza fermarci. Ashley pensava che non potesse essere davvero la polizia perché sembrava un'auto vecchia e malandata.
    L'auto quindi accelerò e ci sorpassò. Decidemmo di chiamare il 911 e il centralinista ci confermò che non c'erano pattuglie nella nostra area. Ci disse di rimanere al telefono e che avrebbe mandato qualcuno.
    L'auto cercò di tagliarci di nuovo la strada. Finalmente arrivò la polizia vera, noi accostammo, ma l'altra auto accelerò, inseguita dalle forze dell'ordine. Non scoprimmo mai cosa successe o chi fossero.
    Finto poliziotto, non incontriamoci mai più.





    Edited by Medea MacLeod - 13/11/2016, 21:00
  15. .
    Vi seguo da molto, ma è la prima volta che scrivo. Detesto avere una storia da scrivere su questo sub-Reddit, ma serve a dimostrare che quando vivi in una grande metropoli, non si sa mai a che tipo di persone ti rivolgerai… o darai un passaggio. Quindi, per darvi un po’ di cotesto, nel 2003 avevo 16 anni e lavoravo in un negozio di vestiti nella parte sud di Chicago.

    Ai tempi, il mio capo aveva circa 20 anni e si chiamava Anthony. Anthony era abbastanza arrogante e insopportabile, ma di solito era un tipo a posto. Di solito lo prendevo in giro perché era sempre timido o troppo arrogante quando si trattava di approcciarsi alle ragazze (ero e sono ancora un Casanova quindi sì, mi comportavo da coglione).

    Dopo circa tre mesi di lavoro, Anthony mi chiede se potevo dargli un passaggio fino a casa. Dargli un passaggio non era un problema, perché casa sua non distava troppo dalla mia, quindi lo feci almeno per due volte a settimana per tutto il mese successivo. Ora lasciatemelo dire, il tragitto in auto era piuttosto sgradevole. Questo tipo, per quanto parlasse al lavoro, in macchina se ne stava zitto e guardava la strada davanti a sé. Ben presto la situazione passò dall’essere divertente (avevo 16 anni, tutti gli adolescenti trovano le persone strane interessanti) ad essere completamente spaventosa.

    Facciamo un salto a tre o quattro anni dopo, sto guardando il telegiornale dove parlando dell’orribile crimine commesso da un installatore di Tv via cavo. Pare che questo tipo si sia introdotto in due case dove avrebbe dovuto lavorare, assalendo, stuprando e strangolando due donne. La cosa terribile fu che questo accadde in due occasioni diverse e che, dopo il primo omicidio, il gentiluomo venne arrestato e interrogato e in seguito rilasciato, permettendogli di colpire ancora. Non appena mostrarono la sua foto segnaletica rimasi shockato. Era Anthony.

    Essendo nato nella parte sud di Chicago, sono cresciuto e ho fatto amicizia con persone che sono diventate poi assassini, ma questa storia davvero vince a mani basse. Quindi, Anthony Triplett, non incontriamoci, perché significherebbe che sono in carcere con te. Ecco un link che dimostra che questa storia è autentica.
    http://chicago.suntimes.com/news/former-co...g-second-woman/








    Edited by WDR - 11/11/2016, 14:53
105 replies since 27/3/2012
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