Votes taken by ´ kagerou.

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    Mi dispiace essere arrivato al punto di dover aprire un topic a riguardo, ma credo che, visto come stanno andando le cose, sia mio dovere mettere in chiaro le situazioni.

    Prima di tutto, voglio anticipare che per portarmi a tanto, vuol dire che come staffer e colleghi, siete stati i peggiori. I PEGGIORI nella storia del CPF. Sono sempre stato aperto al dialogo e al confronto, ho sempre cercato di empatizzare con tutti e comprendere i punti di vista di ognuno di voi, e in cambio cosa ottengo? Ottengo che Kohei se ne va senza dire nulla, promuove gente a caso e quello con le manie di protagonismo e deliri di onnipotenza decide di aprire le candidature Admin senza chiedere nulla a nessuno. Ma dico, ti sei bevuto il cervello? E sì, Woody, sto parlando di te e adesso voglio fare tutti i nomi, perché mi avete rotto il cazzo.

    Kohei vabbè, ha tagliato corto e si è tolto dalle palle da sé (tanto voglio dire, cosa faceva Kohei qua dentro? Ha mai fatto qualcosa? Non mi pare), e devo dire che lo ammiro sinceramente perché senza nemmeno troppe storie ha preso le sue cose e se n'è andato. Forse avrei dovuto fare anche io così, ma ovviamente il forum per me è importante e non me la sono sentita, non dopo anni ed anni come staffer. Devo mettere nero su bianco assolutamente, poi sparirò.
    Medea? Dov'è finita? Anni fa sembrava la nazi-queen, ma ad oggi? Se avesse speso anche UNA SOLA parola su tutta questa situazione probabilmente non saremmo arrivati a tanto. Perché non hai detto niente, Medi? Perché ti sei solo limitata a dire "wow" in chat?
    Dark poi, vabbè, è uscito dal gruppo Telegram e ci ha semplicemente detto di non voler restare coinvolto (e che significa? Non sei staffer anche tu?)
    Poi Morty, Dama, Rory? Rory okay, ha il pargolo con quell'altro pagliaccio, ci sta che non gli remi contro siccome devono crescere un figlio insieme, ma gli altri? Immagino voi non esistiate, non siete mai esistiti ed effettivamente non potevo pretendere tanto adesso.

    Dunque, voglio dire la verità secondo IL MIO punto di vista. Io credo che si sarebbe dovuto dimettere proprio Woody. Diciamocelo, ma chi lo ha fatto salire? Lo sto dicendo da ANNI che sarebbe andata a finire così, IO LO SAPEVO e vi ricordo che questo modus operandi di voler prendere decisioni a modo suo lo ha SEMPRE avuto. Possibile che nessuno avesse immaginato che un bel giorno potesse accadere tutto ciò? Siete ASSURDI. Oltretutto quello sta lì, spara e spara e spara decisioni, fa cose e nessuno gli dice niente, e lui lo sa BENISSIMO. Benissimo, tant'è che negli ultimi mesi neppure ha chiesto pareri a noi altri. Noi non esistiamo, vero Woody? Serviamo solo a ripulire lo smistamento e servire il tuo culo d'oro perché hai avuto una targhetta che nemmeno ti spettava. Sii onesto. Ma che facevi qui dentro prima di salire Amministratore? Niente, rompevi solo i coglioni.
    E devo dire che dopo la tua promozione le cose sono ovviamente peggiorate.

    Ma senti, Woody, ora siamo io, te e tutti, quindi diciamolo: ma quand'è stata l'ultima volta che hai postato qualcosa in Smistamento e che hai fatto qualcosa di diverso dall'organizzare le serate su CAH e rompere le palle per le chat "off topic" su Telegram?
    Lo vogliamo dire?


    Per ovvi motivi quegli altri inetti non parleranno nemmeno questa volta e credetemi, non mi aspettavo niente di diverso da un gruppo di fessi come siete. Ma sì, fatevi star bene la dittatura, tanto siamo nel 1914, vero? Ci facciamo fare il brainwash da un ragazzino e lasciamo tutto nelle sue mani. Peccato che non è di compiti che stiamo parlando, ma del DESTINO del CPF, e se non vi interessa minimamente neppure di questo, dimettetevi anche voi. Sul serio, perché siete inadatti al ruolo che avete deciso di ricoprire.


    Detto ciò, chiudo dicendo che io me ne vado. Mi dimetto. Non voglio più tornarci in questo porcile.
    L'esperienza sul CPF è stata bellissima e mi ha permesso di crescere tanto, ma vedo che qualcuno resta piccolo come è sempre stato e purtroppo non si incastra con i miei valori e i miei ideali.
    Ora sono curioso di sapere chi salirà. E Woody, esiste un grado superiore che devi ancora raggiungere all'interno del forum? Se sì ti consiglio di affrettarti, nel delirio che stai vivendo sarebbe l'occasione migliore.


    OLTRETUTTO, il mio ban su Telegram doveva durare un giorno o sbaglio? Nemmeno gli impegni di cui ti fai carico tu stesso riesci a sostenere. Sono le 21:16 e sono ancora bannato. Si prospetta un futuro interessante per questo CPF, non credete?

    Ah e Woody, se ti permetti di cestinare questo topic perché ti è scomodo, ti giuro che arrivo a farmi bannare anche dal forum, ma spammo la verità ovunque.

    Mi dispiace per l'utenza a cui mi sono affezionato, veramente in modo sincero, ma la mia presenza qui è sprecata. Preferisco andare ad investire da qualche altra parte.


    Addio. Kagerou si dimette.
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    Woody, che peccato non conoscere il tuo nome reale.
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    Bellissima, non mi aspettavo il twist. Mi è piaciuta molto.
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    Manifesto originale del 1957, con la quale la polizia cercò di identificare il "ragazzo nella scatola"



    Il caso "Baby in the box" (lett: "Il ragazzo nella scatola") è uno dei misteri irrisolti più eclatanti della cronaca nera statunitense. Un caso ancora aperto, nonostante siano trascorsi circa sessant'anni. Si fa riferimento ad una vittima mai identificata di un omicidio; si trattava infatti di un bambino dai 3 ai 7 anni il cui corpo, nudo e con segni di percosse, fu ritrovato in una scatola di cartone nel quartiere di Fox Chase a Philadelphia, in Pennsylvania, il 25 febbraio 1957. La sua identità non è mai stata scoperta, e il caso rimane aperto tutt'oggi.


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    Scena del crimine, la scatola in cui fu ritrovato il corpo.



    La scoperta avvenne nel 1957; un giovane aveva precedentemente piazzato delle trappole per topi nella boscaglia di Susquehanna Road e per primo trovò il corpo, tuttavia non denunciò alle autorità per paura che potesse subire un processo per aver piazzato delle trappole non autorizzate. Qualche giorno dopo, un altro ragazzo che percorreva la strada notò un coniglio che correva nel sottobosco. Sapendo della presenza delle trappole, fermò la macchina per aiutare l'animale e scoprì il corpo. Anche lui all'inizio esitò a riportare la scoperta alla polizia, ma poi vi si recò il giorno seguente.

    La polizia trovò il corpo avvolto in una coperta, dentro una scatola destinata a contenere le culle prodotte da J. C. Penney. Sul corpo del bambino erano presenti segni di denutrizione, oltre che delle cicatrici chirurgiche sulla caviglia e l'inguine, e una cicatrice a forma di L sotto il mento. Inoltre, la testa del bambino presentava pochi capelli e venne ipotizzato che fossero stati tagliati dopo la morte, perché lungo il corpo c'erano ancora residui di ciocche e ciuffi.

    La polizia iniziò le indagini il 26 febbraio 1957, ovvero il giorno seguente. Vennero prese le impronte digitali del ragazzo e si pensava che le indagini potessero concludersi molto velocemente, ma non fu così; nessuno si presentò a testimoniare. Il giornale The Philadelphia Inquirer stampò circa 400.000 volantini con il probabile aspetto da vivo del bambino nella speranza che qualcuno lo riconoscesse.

    La scena del crimine fu perlustrata da cima a fondo da 270 agenti di polizia, che riuscirono solo rinvenire un cappello da uomo di velluto, una sciarpa da bambino e un fazzoletto bianco da uomo con la lettera G nell'angolo, tutti oggetti che non portarono le indagini da nessuna parte.

    La polizia si spinse fino a pubblicare delle foto post-mortem del bambino vestito e seduto, sperando che qualche civile lo potesse riconoscere. Nonostante l'interesse che continuò a manifestarsi nel corso degli anni, l'identità del bambino non è mai stata scoperta e il caso rimase irrisolto.

    Il corpo fu inizialmente sepolto in una fossa comune. Nel 1998 venne riesumato per estrarne il DNA e a quel punto venne sepolto nuovamente a Cedarbrook. La tomba ad oggi ha una grande lapide con su scritto "America's Unknown Child", il ragazzo sconosciuto d'America. I residenti mantengono la tomba adornata da fiori e peluche di animali.


    Negli anni molte teorie sono state avanzate riguardo l'identità del bambino; molte sono state considerate poco attendibili, ma due in particolare sono state ampiamente indagate.

    La casa famiglia


    Nel 1960, Remington Bristow, un uomo che lavorava all'ufficio del medico legale che seguiva il caso, si interessò particolarmente all'omicidio e indagò fino alla sua morte, nel 1993. Si mise in contatto con un sensitivo, il quale lo condusse ad una casa famiglia a circa 2,5 km dal luogo del ritrovamento del corpo. Nell'edificio Bristow scoprì una culla simile a quelle vendute da J. C. Penney e delle coperte molto simili a quella ritrovata accanto al corpo del bambino. Bristow iniziò ad ipotizzare che il bambino appartenesse alla figliastra del direttore della casa, e che si erano liberati del corpo in modo che la figliastra non venisse additata come ragazza madre non sposata. Inoltre ipotizzò che la morte del ragazzo fosse stato un incidente. La polizia tentò di indagare interrogando la figliastra (che intanto si era sposata) ma non ci furono conclusioni interessanti. A questo punto, l'indagine sulla casa famiglia fu quindi chiusa.

    La donna conosciuta come "Martha" o "M"


    Una nuova teoria fu portata avanti nel febbraio 2002 da una donna identificata solamente come "Martha". La polizia considerò la sua storia come plausibile pur dubitando della sua testimonianza in quanto la donna era stata affetta da malattie mentali. "M" dichiarò che sua madre, donna violenta e mentalmente instabile, avesse comprato un bambino (il cui nome sarebbe stato "Jonathan") nell'estate del 1954. In seguito, il bambino fu sottoposto a estreme violenze fisiche e abusi sessuali per circa due anni e mezzo, chiuso in isolamento nel seminterrato. Raccontò che al bambino non fosse mai stato permesso uscire dalla casa e che fosse costretto a trascorrere la maggior parte del suo tempo nel seminterrato, pieno di spazzatura e sporcizia. Martha ha sempre sostenuto che il bambino non avesse mai parlato e che venisse regolarmente abusato da sua madre (la cui identità non è mai stata svelata).

    La donna raccontò che una sera a cena, il bambino vomitò i fagioli stufati che stava mangiando, e che per questo motivo sarebbe stato violentemente picchiato e che sbatté la testa contro il pavimento, rimanendo incosciente. Quella stessa sera gli venne quindi fatto un bagno durante il quale morì probabilmente per il trauma cranico.

    Queste poche ma preziose informazioni combaciavano con quelle in possesso della polizia: infatti il coroner trovò nello stomaco dei resti di fagioli stufati, e le dita del bambino avevano i polpastrelli rugosi come se le mani fossero state immerse a lungo nell'acqua.

    Successivamente all'omicidio, la madre di "M" avrebbe quindi tagliato i capelli al bambino per non farlo riconoscere. Avrebbe poi costretto la donna ad assisterla mentre si liberava del corpo. "M" continuò a raccontare che mentre stavano per rimuovere il corpo dall'auto, un motociclista che passava nei dintorni si fermò per offrire aiuto. Queste informazioni combaciavano con quelle fornite da un testimone nel 1957.

    Nonostante la possibile verosimiglianza delle informazioni date da "M" alla polizia, nessuno fu in grado di verificare le sue dichiarazioni per assenza di prove. I vicini che avevano avuto accesso alla casa di "M" negarono che avessero un bambino, e rigettarono la testimonianza della donna definendola "ridicola".

    È importante sottolineare a questo punto che la psicologa che si occupava di Martha, abbia sempre sostenuto che l'esperienza raccontata dalla donna fosse reale, perché la versione raccontata non cambiò mai neppure una volta durante tutte le sedute. Inoltre si ipotizza che è possibile che il vicinato non sapesse l'esistenza del bambino, in quanto in due anni di permanenza nell'abitazione non gli fu mai concesso di vedere la luce del giorno.

    Ad oggi il mistero rimane irrisolto.


    Edited by ´ kagerou. - 19/3/2021, 22:50
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    Carino il cambio di look al tizio del tuo avatar. Mi piace più dell'originale.
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    Da bambino, sono stato cresciuto in una piccola comunità di pescatori nella parte orientale del Canada, circondata dal golfo di San Lorenzo e dalla foresta boreale. L'intera superficie era più o meno 1219,2 metri quadrati con un numero ancora inferiore di residenti sparsi per la "strada principale", la "strada principale", ossia la strada che attraversa la nostra piccola città, e case rurali sparse tra aree boschive che vennero in seguito trasformate in aree residenziali quando l'agricoltura smise di essere redditizia.
    Per farla breve, la nostra comunità è circondata da una vasta distesa di oceano e da una massa di alberi apparentemente infinita che costituisce oltre il 55% dell'intero paese del Canada. Ho passato la maggior parte della mia vita a cacciare in quei boschi, quindi potete immaginare la mia gioia quando i miei genitori mi regalarono un "cane da caccia".

    Sandy era un pastore scozzese, e mentre questo tipo di cani era normalmente più adatto al pascolo e a seguire le pecore su pianure erbose, piuttosto che cacciare conigli e cervi in una foresta; ciò non mi ha impedito di portarlo con me in ogni escursione possibile.
    Sandy era stato al mio fianco per abbastanza battute di caccia che si era abituato a svegliarsi appena prima della luce del giorno, e in alcune occasioni mi ha aiutato a rintracciare piccole prede come scoiattoli e conigli in aree della foresta considerevolmente grandi.

    Sandy non era di mia proprietà, e non veniva trattato come se "appartenesse" a me. Sandy era un membro della famiglia, il mio miglior compagno e il mio più vero amico. Penso con affetto a tutte le volte che si sedeva sul sedile anteriore del furgone senza che nessuno glielo dicesse, pronto a fare una passeggiata in qualunque parte della foresta lo avessi portato. Posso onestamente dire che non ci sarà mai un cane che riempirà il vuoto che Sandy ha lasciato nella mia vita. Trovo che gli amanti dei cani possano capire questo sentimento meglio di altri.


    Era il 30 ottobre, il primo giorno della stagione di caccia al cervo. Avevo parlato con la mia famiglia del fatto di portare per alcuni giorni Sandy, la mia attrezzatura da caccia e alcune cose essenziali in una delle capanne che mio nonno possedeva quando era giovane su una strada non segnalata a poche centinaia di miglia nella foresta. La mia proposta suscitò molte proteste, ma nulla poteva impedirmi di dedicare un po' di tempo a cercare un'area che non fosse stata spogliata completamente dai bracconieri all'inizio del mese. Sistemai tutto nel vecchio furgone ford blu, compreso Sandy, e poche ore di guida dopo ci stavamo accampando in una delle vecchie cabine appartate di mio nonno.

    Ecco dove le cose sono andate a puttane. Sandy, mi dispiace così tanto.

    Avevo trascorso la maggior parte del tempo della mia vita nella natura. C'erano state solo poche volte in cui le cose mi erano sembrate strane, ma di solito tutto può essere spiegato con una ragione scientifica. Ecco perché ho scacciato via dai pensieri le stranezze di Sandy allo stress nelle prime notti, attribuendole al nervosismo di un cane che è in grado di sentire i rumori lontani di vari coyote, lupi, orsi e alci. Questo era un territorio incontaminato, ovviamente. Anche la fauna selvatica aveva avuto molto tempo per sistemarsi lì.



    La prima notte fu abbastanza normale. Avevo sistemato il letto di Sandy nell'angolo del soggiorno, vicino a quella TV che sembrava uscita dai primi anni '90. Ho pensato che avrei dato a Sandy la possibilità di avere un posto dove sdraiarsi per un po', nonostante dormisse rannicchiato con me nove volte su dieci. Verso le 22, Sandy guardò dritto verso la porta di legno e iniziò a guaire. Pensai che avesse bisogno di pisciare e aprii la porta per farlo uscire, non preoccupato che il mio migliore amico si allontanasse troppo da me. Anch'io mi alzai e guardai per qualche minuto, prima di convincermi che avesse solo sentito un animale avvicinarsi alla capanna. Il resto della notte fu abbastanza tranquillo e Sandy dormì normalmente con me.


    La seconda notte attribuii la stranezza allo stress di Sandy. Precedentemente durante la giornata, avevamo camminato per alcuni chilometri attraverso i boschi oltre la casa, e mi sembrò di sentire il rumore di ramoscelli che si spezzavano sotto qualcosa di pesante. Sperai non fosse un alce, perché il mio fucile non avrebbe avuto alcuna possibilità, ma qualcosa a cui non prestai molta attenzione in quel momento aveva cambiato Sandy. Si ingobbì sulle zampe posteriori, la parte anteriore premuta contro il suolo. La sua bocca scoprì i denti e ringhiò verso il nulla. Pensai che avremmo riprovato la caccia più tardi, se qualsiasi cosa fosse stato quel rumore se ne fosse andato e Sandy se la fosse sentita, ma una volta tornati dentro Sandy non voleva muoversi. Anche quando ho cercato di convincerlo a uscire e fare i suoi bisogni, si è seduto sulla porta e ha pianto, lamentandosi per farmi capire che non volesse uscire. Non gli ho fatto pressioni. Se avesse pisciato sul pavimento, mi sarebbe andato bene. Sandy non si era mai comportato così. Aveva come scusa un bisognino o due, se davvero non volesse uscire là fuori. Doveva essere stato un orso, pensai, prima di chiudere a chiave la porta e finire la serata.


    La terza notte fu quando le cose andarono a puttane, e ancora non capisco bene cosa sia successo.

    Sandy non aveva mangiato tutto il giorno. La mattina presto ero riuscito a sparare ad un coniglio, quando Sandy decise che non volesse stare fuori più di quanto dovesse e si ritirò dentro casa per tutto il giorno.
    Cucinai il coniglio, ci buttai un po' di salsa e lo diedi al cane. Non facevo questa cosa così spesso, ma pensai che fosse un'occasione speciale e che forse un regalo lo avrebbe messo di buon umore per un'altra passeggiata il giorno successivo.

    Sandy non lo toccò. Non lo annusò nemmeno. Si sedette al mio fianco sul divano, guardando attentamente la porta. Lo circondai con il mio braccio e lui mi poggiò la testa sulle ginocchia, gli occhi ancora fissi sull'ingresso. Dopo quasi tre ore passate a guardare nastri VHS sgranati sul vecchio televisore, Sandy iniziò a piangere e si accucciolò al mio corpo. È qui che il mio giudizio mi ha portato sulla strada sbagliata per la prima volta.

    Può sembrare sciocco, il fatto che io fossi il protettore del mio cane anziché il contrario, ma lui era parte della mia famiglia. Pensai che se c'era qualcosa là fuori che spaventava così tanto Sandy, allora era mio dovere fare qualcosa al riguardo. Caricai la mia 4.10, aprii la porta, mi fermai sulla soglia e aspettai.

    Devo aver aspettato almeno mezz'ora, fissando il nulla. Non si sentiva quasi alcun rumore, tranne il debole ronzio di insetti e foglie che frusciavano nel freddo vento autunnale. Le alci non sono creature eleganti, e se fosse stato un alce, l'avrei sentito arrivare. Quando furono passati quasi quaranta minuti, Sandy schizzò dal divano come un proiettile, nell'oscurità degli alberi oltre il sentiero, abbaiando selvaggiamente. Iniziai a preoccuparmi, nonostante sapessi che il mio cane non fosse del tutto indifeso nella natura. C'erano animali ancora più grandi che lo avrebbero volentieri assaggiato se non avessero avuto abbastanza cibo per superare l'inverno.

    Sentii l'abbaio di Sandy svanire in lontananza e poi fermarsi del tutto.

    Ho aspettato per ore in piedi sulla soglia della porta, con il fucile armato e pronto a sparare a qualunque cosa fosse in attesa nel bosco. Ho aspettato ore che Sandy tornasse a casa. Aspettai fino a quando il sole non spuntò tra gli alberi, poi aspettai fino alla notte, seduto sul gradino del mio portico, fingendo di non dormire per vedere il mio cane tornare.

    A quel punto scese la nebbia e si stava facendo più buio, la notte tingeva il cielo di un blu marino. Le ricerche degli ultimi giorni si rivelarono inutili e quindi iniziai a preoccuparmi di dover partire e trovare più provviste per poter sopravvivere le notti successive. Non potevo lasciare Sandy lassù, perso nel bosco, infreddolito e probabilmente affamato. Il pensiero che potesse aspettare là fuori che lo trovassi e lo riportassi a casa era già abbastanza angosciante. Preparai la borsa che era appesa all'attaccapanni vicino alla porta con tutto ciò di cui avevo bisogno per partire il giorno successivo. Pensai che sarebbe stato l'ultimo giorno prima di andare in città e vedere se mio padre mi avrebbe aiutato a trovare Sandy. Era un uomo in pensione e anziano, ma ero sicuro che se avessi menzionato il nome di Sandy sarebbe stato più che disposto ad aiutarmi a cercarlo. Ringraziando il cielo, Sandy tornò prima ancora che avessi finito quel treno di pensieri.


    Lo vidi dalla finestra, sul sentiero che scendeva alla strada principale, a poche decine di metri dalla casa. Normalmente lo avrei sentito correre verso la porta e zampettare un paio di volte, ansioso di entrare, ma quella volta fu diverso. Potevo vedere il riflesso dei suoi occhi come perle verdi nella nebbia torbida che aveva inondato la casa. Per un attimo pensai che potesse trattarsi di un animale selvatico, ma il profilo del suo corpo tra la foschia pesante era inconfondibile. Tuttavia, mio malgrado, esitai. C'era qualcosa di diverso nel suo linguaggio del corpo. Guardai fuori dalla finestra ancora per qualche istante prima che la ragione superasse il mio istinto. Sandy potrebbe essere ferito, pensai. O peggio.

    Spalancai la porta, ma non venne subito. Se ne stava lì, a guardarmi attentamente, e quando proprio non si mosse gli fischiai. "Vieni, Sandy", lo incitai a venire verso la casa. "Qui, bello".

    Il modo in cui si muoveva era... diverso. Era come se le sue anche fossero state lussate e l'angolazione delle sue zampe cambiasse direzione ad ogni passo, come se avesse dimenticato come camminare correttamente. La sua testa era china a terra, ma i suoi denti non sembravano scoperti. Non sembrava aggressivo. L'unico modo in cui potrei descrivere lo sguardo che mi rivolse è "imbarazzato", come se avesse fatto qualcosa che non avrebbe dovuto e per cui io lo avrei sgridato.

    Pensai che si sarebbe fatto male saltando sul gradino rialzato se avesse le anche lussate, ma non si fece niente. La sua schiena oscillava leggermente, in modo abbastanza strano, e le sue zampe quasi si piegavano sotto il suo peso, ma non si scompose. Si mise seduto sul gradino e non distolse lo sguardo. Fu solo quando mi fui spostato completamente dalla porta, spalancandola e aspettando che entrasse, che lui si mosse.

    Dritto verso il suo letto. Non si fermò alla mia mano per annusarmi. Non aspettò né saltò su di me come una volta. Andò dritto al suo letto, dove si sedette e mi guardò per un bel po' di tempo.

    Tornai al mio film. Lo chiamai un paio di volte ma lui non rispose. Le sue orecchie non si alzavano nemmeno al suono della voce o al battito della mia mano sul divano logoro accanto a me. Il mio amico mi era mancato, ma non avevo intenzione si spostarlo fisicamente per avvicinarlo a me. C'era qualcosa in lui che mi diceva che non avrei dovuto lasciarlo entrare, ma lo attribuii alla mia stupidità, e poche ore dopo andai a letto. Più ci ripenso, più credo che non avesse sbattuto le palpebre una volta. Sedeva lì come una statua, e quando spensi la luce riuscivo ancora a vedere il riflesso del verde giada dei suoi occhi che mi seguiva mentre entravo nella mia stanza e chiudevo la porta.

    Posso giurare di averlo sentito camminare di notte, il rumore delle unghie che schioccavano contro il pavimento di legno che si avvicinavano alla porta della mia stanza, ma era un rumore lento e intenzionale. Non era come quando Sandy si rendeva conto che ero andato a letto e veniva a rannicchiarsi. Sentii i rumori terminare fuori dalla mia camera da letto, ma non sentii il suo piagnucolio. Non ci pensai e caddi in un sonno profondo.

    Quando mi sono svegliai la mattina seguente, pensai che fosse stato un sogno. Sandy era ancora seduto nella posizione eretta in cui l'avevo lasciato quando andai a letto. Era come se non avesse mosso un muscolo per tutta la notte, e quando gli dissi buongiorno lui non scodinzolò neppure.

    Mi seguì in cucina, ma si fermò sulla soglia quando posai la sua ciotola sul pavimento piena di cibo per cani in scatola. Ancora una volta, la metà della sua schiena si mosse in modo strano mentre lentamente si faceva strada verso di me. Avevo l'angosciante sensazione che qualcosa quel giorno non andasse in lui. Era come se fosse diventato un po' più lungo durante la notte.


    Sandy si ingobbì di nuovo, come quando camminò verso la porta la sera prima. Non entrò in cucina. Immaginai che avesse fame per essere stato nella natura per così tanto tempo, ma mi guardò come se stesse aspettando che mi avvicinassi, piuttosto che toccare il cibo. Inutile dirlo, ma dopo alcuni momenti della gara di sguardi tra me e il mio imperturbabile cane, chiamai il suo nome ad alta voce. Nemmeno un sussulto. Non volevo avvicinarmi a lui e lasciare la porta della cucina, ma quello era il mio Sandy e la cosa più grave che avesse mai fatto era stato mangiare le mosche. Ero abbastanza sicuro che, mentre lo avevo superato, si fosse voltato e che il suo corpo avesse ondeggiato in modo innaturale, ma non si mosse verso di me.


    Quando partii quel giorno, non riuscii a trovare nulla. Le tracce dei cervi lasciate nel fango si erano naturalmente cancellate lungo i sentieri del bosco. Non riuscivo a sentire insetti, uccelli, e nemmeno l'ululato di un coyote. Gli unici suoni a miglia di distanza dalla casa erano il mio respiro e il suono delle foglie scricchiolanti sotto i miei piedi. Quando il sole iniziò a tramontare, iniziai a tornare indietro, ma avrei solo dovuto fare le valigie e levarmi dal cazzo.

    Proprio dietro un ammasso di alberi, con la casa appena visibile oltre l'altura, capii il motivo per cui gli animali avevano abbandonato questo posto.

    Generalmente, quando ci sono numerosi decessi di animali, di solito significa che qualcosa non va nell'area del massacro e la fauna selvatica di solito è abbastanza intelligente da evitarla e schivare l'inferno. Persino i gatti vengono allevati istintivamente per non amare l'acqua che si trova vicino a dove si trova il loro cibo, perché se vedessi un animale morto vicino a un ruscello, penseresti che il ruscello sia stato contaminato e cercheresti un'altra fonte di acqua.

    Centinaia di scoiattoli erano sventrati e sparpagliati sull'erba in un cerchio quasi perfetto. La maggior parte di loro era stata scuoiata viva, ma quando mi voltai per trattenermi dal vomitare, vidi alcune dozzine di animali al rovescio. Non riuscii a fare a meno di vomitare mentre facevo del mio meglio per girare intorno al cerchio di minuscoli organi e corpicini schiacciati, non solo evitando di guardarli, ma anche perché l'odore era nauseante. Non so da quanto tempo si trovassero là, ma se mi fossi imbattuto prima in tutto ciò, sarei partito con Sandy subito dopo. A poco a poco, i corpi si fermavano e si diradavano in qualche scoiattolo morto qua e là. La cosa più grande che sono riuscito a trovare, a pochi metri da quel maledetto terreno di morte, era un cervo.

    Sembrava che qualcosa avesse deciso di scuoiarlo vivo dalla nuca al collo, e avesse drappeggiato parte della pelle su un tronco come se stesse conciando la pelle. Non so da quanto fosse lì, ma puzzava come se fosse morto da un po' di tempo, nonostante non ci fosse una sola fottuta mosca. La testa era stata tagliata di netto appena sopra le spalle, e quando mi resi conto che gli organi erano stati rimossi, dapprima mi allontanai lentamente da esso per poi iniziare a correre per la foresta. Per fortuna la casa non era troppo lontana. Sospirai un'ultima volta, mi asciugai la bocca con il retro della manica e guardai in casa, trovando Sandy che mi osservava dalla finestra.

    Provai a ragionare e mi dissi che lo strano comportamento di Sandy sarebbe potuto essere l'effetto di un trauma. So che è stupido pensarci adesso, ma all'epoca era l'unica spiegazione ragionevole che avevo per impedirmi di impazzire. Il corpo allungato che avevo visto poteva essere stato solo la solitudine che mi causava allucinazioni. Sandy si era reso conto che ci fosse qualcosa in questo posto, e nel momento in cui l'aveva notato avrei dovuto accettare questo avvertimento e tornare in città.


    Una volta chiusa la porta dietro di me, iniziai a riporre il cibo e le cose essenziali in delle scatole, muovendomi rapidamente per cercare di portare le mie cose nel furgone prima che arrivasse la notte. Sarebbe stato pericoloso cercare di farmi strada attraverso i sentieri con l'oscurità, perché le colline al largo della Kelly's Mountain erano ripide, e nel buio totale con la sola compagnia dei fari, sarebbe stato facile scivolare da un burrone e non farsi trovare mai più. Non volevo restare un'altra notte, ma non avevo scelta. Ero tornato al rifugio pochi istanti prima che il sole finalmente si ritirasse oltre l'orizzonte, e fummo di nuovo immersi in un cielo blu marino. Non prestai attenzione a Sandy. Si era messo seduto sul suo letto e mi guardò fare i bagagli. Pensai, tutto bene quel che finisce bene, avrei gettato la sua roba nel furgone la mattina seguente e saremmo tornati in città prima che facesse notte. Guardandolo solo per un momento, mi colpì un pensiero passeggero che fosse addirittura più lungo della stessa mattina, e quando andai a letto fu difficile prendere sonno per le successive ore.

    Devono essere state quasi le 4 o le 5 del mattino quando lo sentii.

    Il suono del fischio. Lo stesso fischio con cui chiamavo il mio cane. Mi sono fatto un bagno di sudore freddo quando ho capito che chiunque avesse massacrato quegli scoiattoli e appeso la pelle, lasciando ciò di cui non aveva bisogno, avrebbe potuto benissimo entrare in casa mia.

    La porta della mia stanza non ha fatto rumore quando l'ho aperta lentamente, per fortuna. Ho aspettato un momento, ascoltando qualcuno che chiamava il mio cane per qualche secondo prima di osare sporgere la testa dallo stipite per dare un'occhiata a chiunque fosse che potesse fare del male a Sandy.

    La porta d'ingresso era aperta. Vidi solo la metà posteriore di Sandy, troppo lunga e allampanata, quasi arrotolata dietro la porta. L'altra metà era fuori. Qualunque cosa fosse che aveva impersonato il mio cane, fischiava lentamente, chiamando Sandy.


    Quando potei giurare di averlo visto piegato di nuovo a terra e che avesse detto "Saaaaannn-dyyyy" con la voce più profonda che avessi mai sentito, ho chiuso la porta piano così come l'avevo aperta.

    Non so quanto tempo io abbia aspettato con la schiena premuta contro la porta. Sapevo di aver lasciato la mia pistola nella borsa sull'attaccapanni. Sapevo di non aver dormito. Aspettai finché non vidi il sole sorgere all'orizzonte, poi aspettai ancora, finché credo fosse mezzogiorno, e finalmente ebbi le palle di aprire di nuovo la porta e sgattaiolare al furgone. Non sarei morto in quel posto.

    "Sandy" non c'era più e la porta era aperta. Il suo cibo era ancora lì, ma il frigorifero era aperto e tutta la carne sparita. Non mi preoccupai di prendere la sua roba. Semplicemente presi la mia borsa in spalla e andai al furgone il più velocemente possibile, accendendo il motore. Non riesco a descrivere la sensazione che mi sopraffece quando capii che avrei dovuto lasciare Sandy in quel posto. Il pensiero che potesse essere morto non si era mai fatto spazio nella mia mente. Non credo avrei potuto sopportare la consapevolezza che qualunque cosa avessi fatto entrare in casa mia, qualunque cosa avesse sventrato quegli animali, avrebbe potuto fare lo stesso con lui.

    Mi feci strada lungo i sentieri e le strade tortuose il più velocemente che potessi, senza deviare dai burroni. Mi sentivo come se stessi girando in tondo in questo lungo labirito che mi avrebbe riportato a quella casa, ma quando raggiunsi l'asfalto sul tratto di strada per tornare in città, sentii il sollievo travolgermi, pensando di essere al sicuro.

    Proprio mentre mi stavo immettendo sull'asfalto, sentii qualcosa di duro colpire il parabrezza posteriore, lanciando i vetri rotti sul sedile dei passeggeri. Intravidi solo la testa decapitata del cervo che si impigliava nel vetro intatto e cadeva sul sedile posteriore. piansi per tutto il viaggio verso casa, le mani stringevano il volante così forte che le mie nocche divennero bianche.


    Vorrei poter terminare con una nota positiva.
    Vorrei poterti dire che ho trovato Sandy a casa, che mi aspettava. Vorrei poterti dire che è stata la fine, un'esperienza traumatizzante nel bosco che supererò con il tempo.

    La scorsa notte ho fatto fatica a dormire. Continuavo a rivivere nella mia testa l'intero viaggio alla Kelly's Mountain. Pensai che non avrei dormito per un po' e mi sono sdraiato lì, ascoltando il rumore del vento attraverso la finestra aperta.

    Avrei giurato di aver sentito il fischio con cui chiamavo il mio cane, provenire dal confine della foresta.


    Se vai in gita con il tuo cane, ti consiglio di non perderlo di vista per troppo tempo. Quello che torna potrebbe non essere il tuo cane.



    Edited by & . - 28/3/2021, 10:41
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    Oddio, me lo ricordo, sai? Mi pare avessimo anche un topic qui sul forum.
    Ah, citandomi questo mi hai fatto tornare in mente "Felidae" e "The Plague Dogs". Mamma mia quelli erano il trauma supremo, sempre film con animali protagonisti che celavano poi una critica sociale, ma dio mio, erano da incubo. The Plague Dogs soprattutto, inizia con questi due cani che servivano per le sperimentazioni animali in laboratorio. Su di uno facevano esperimenti sul cervello, l'altro invece veniva annegato in una vasca piena di acqua e poi rianimato. Angosciante. E non racconto il finale, potete immaginare (aperto, ma abbastanza negativo e angosciante).
    Felidae trattava il tema del razzismo e delle diversità ma in modo ambiguo: gatti sventrati, ricerca della razza pura (vi ricorda qualcosa? beh, io però ero troppo piccolo per capirlo), stupri e schifezze. Tutto interpretato e diretto da amabilissimi gattini. Sì.
    Mi ricordo ancora una scena dove, non vorrei sbagliarmi, ma un gatto viene praticamente trovato decapitato. Non ho mai più avuto il coraggio di guardarlo, sono diventato troppo sensibile.
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    CITAZIONE (K erosene @ 9/5/2013, 19:31) 
    Sinceramente non mi interessa, se pensi che una persona sia inferiore a te, non ti rispetto, se pensi che una donna sia inferiore a te perchè ha una vagina, sei uno stronzo, se pensi che un omosessuale sia malato, mi fai pena.
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    Ciao! Benvenutissimo! Rientri, anche se in modo non ufficiale, tra gli utenti dei tempi d'oro! :peoflow:
    Se vorrai postarci un tuo scritto dovrai aprire una discussione in Smistamento. Nella sezione c'è un topic dedicato per affrontarlo correttamente.

    Ti auguro una serena permanenza!
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    Oddio. La parte descrittiva dei Pokémon e dell'avanzare del videogioco direi che è quella più sensata, almeno secondo me. La premessa (che poi serve a capire perché il gioco sia maledetto, credo) mi fa storcere il naso in un modo incredibile. Sono tutte cose un po' messe lì a caso, come dire? Provo a renderla: 'sto padre ubriacone che un bel giorno spaventa a morte la figlia, lei in tutta risposta gli tira un pezzo di vetro contro (?) e guarda un po', gli prende l'occhio con la precisione di un ninja (informazione fine a se stessa però, poteva anche non tirarglielo e poteva anche non prendergli l'occhio), allora lui giustamente le taglia la gola (mi sembra una giusta punizione, no? soprattutto dopo che non abbiam ben capito se ha ancora l'occhio o meno), poi boom, blackout, direttamente si ritorna al presente con il racconto di un'altra protagonista che trova questa cartuccia e beh, il resto lo sappiamo già.

    P-perché? Perché ci fai questo?
    Senza considerare che ci sono una barca di ripetizioni, e per questo il racconto risulta poco scorrevole. Ok, sei migliorata nella grammatica, è innegabile, ma cavolo, se leggessi un manuale di Diritto Privato probabilmente sarebbe più fluido :nono: Il punto è che, arrivato fin qua, non so nemmeno che suggerimenti darti! Hai praticamente cambiato tutta la storia quando la cosa più furba (e migliore, per te) sarebbe stato continuare a lavorare sulla vecchia e attuare in modo avveduto tutti i consigli che ti abbiamo dato. Avevi già buona parte del lavoro fatto, siccome la storia l'avevi via via revisionata e modificata, ma cavolo, così siamo a zero. Punto e da capo!

    Posso darti un consiglio spassionato?
    Ti giuro, è l'ultimo.

    Concentrati su una cosa alla volta. Non stravolgere i piani ogni centesimo di secondo. Impegnati in una cosa e basta, e soprattutto leggi, leggi tanto, che siano giornali, riviste per ragazzi, il Focus Junior o Il Signore degli Anelli. Leggi. Questo ti aiuterà a migliorare tantissimo il tuo lessico e il tuo vocabolario personale, imparerai tante nuove parole (soprattutto i sinonimi con cui evitare le ripetizioni!) e potrai assorbire un po' dello stile di ciascuno scrittore. Ti aiuterà tanto.
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    Kal ti ha dato un ottimo spunto di riflessione e ovviamente anche gli altri utenti nel tempo ti hanno dato ottimi consigli, vedo.
    Spezzo una lancia a tuo favore: prima i periodi erano sgrammaticati e spesso sembravano flussi di coscienza, ora vedo un netto miglioramento. Lo riconosco! Su questo, brava.
    Sulla storia, purtroppo, non ho niente da dire che non ti abbiano già detto.
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    Io mi sento di cominciare il mio memoriale così: che palle.
    Sì, perché quanto sono invecchiato? E quanto tempo ho trascorso sul CPF? Non ci posso credere! Gli anni volano!
    Sono arrivato su questo forum in modo "ufficiale" credo intorno al 2013/2014, ero piccolo-piccolo. Non ricordo nemmeno se mi fossi presentato, perché bazzicavo come visitatore da almeno un anno prima. Arrivai commentando Passi, la mia Creepypasta preferita di quegli anni e ad oggi ancora, al primo posto per me. All'epoca mi piaceva molto l'horror, ma le CP le percepivo come un trend del momento e sapevo fossero tutte "finte", quindi ne leggevo una, due e poi basta, out. Dopo "Passi" per me non ne sarebbero esistite altre (e devo dire, un po' avevo ragione, eh!), quindi ero attivo, sì, ma più come visitatore occasionale. Commentavo qualcosina, magari mi interessavo ad un topic in particolare, poi sparivo per mesi.

    Qualcosa riscattò in me nel momento in cui Ocean Inside portò alla luce alcune stranezze di quello strano videogioco che era The Teather. In quel periodo ero molto immerso nei videogiochi, soprattutto gli horror e i survival, e vedere che fosse capitato a pennello un gioco sinistro e pieno di misteri da risolvere mi fece schizzare come la pallina di un flipper. Volevo sapere, sapere, sapere e soprattutto scoprire! Quindi tornai come un razzo. Almeno due volte al giorno ero qui a leggere e seguire il topic, volevo vedere i gameplay, volevo vedere Ocean (ed altri utenti che si appassionarono tanto quanto noi) decryptare i file, scavare a fondo e soddisfare le mie curiosità. A ripensarci la nostalgia mi divora vivo. Quel periodo mi segnò molto; mi sentii proprio bene all'interno della community, mi sentii parte di "qualcosa".

    Quando il mistero fu risolto (o comunque abbandonato, perché effettivamente iniziarono a pensare tutti che fosse un falso), dopo qualche tempo sempre lo stesso Ocean ci presentò 玩具メーカー (Toy Maker), una gamepasta da lui personalmente tradotta. Era il 2013, ancora, ed io impazzii di nuovo. Letteralmente. Non ci potevo credere che in così poco tempo e con lo stesso tempismo stessero tornando alla luce dei videogiochi che vedevano la loro storia e i loro misteri collegati a dieci o più anni prima. Di nuovo, ci appassionammo come dei maledetti ed ogni giorno ne volevo sempre di più; sempre più file decryptati, sempre più cartelle scoperte, sempre più screenshot, sempre più gameplay.

    Ovviamente più fattacci venivano alla luce, più un po' tutta l'utenza generale abbandonava via via la storia; sempre più persone che gridavano "fakeee", sempre meno hype... E quindi alla fine, nel 2015/2016 me ne andai più lontano anche io. Credo che in quel momento abbandonai il forum quasi completamente. Smontare l'eccitazione altrui riguardo qualcosa non è mai bello, sapete? Imparate e meditate, gente! :siga:

    Tornai credo alla fine del 2016, o l'inizio del 2017; c'erano le candidature staff aperte e decisi di mettermi in gioco. All'epoca non avevo legato granché con l'utenza e mi sembrò un'ottima occasione per farmi degli amici. Mi candidai come Redattore. Non so perché ma, nonostante fossi comunque al linguistico, avevo paura che tradurre fosse una responsabilità ancora troppo grossa per me. Ero terrorizzato all'idea di fare brutta figura, soprattutto perché all'epoca le traduzioni venivano revisionate da Medea, che era preparatissima. Non avrei retto l'idea di tornare in gran stile e poi collassare al suolo per una figuraccia in Smistamento, ero un po' stupidino. Quindi nulla, prove, selezioni, e alla fine passai come Redattore. All'epoca c'era questa divisione dei gruppi, a me personalmente piaceva tanto. Quella targhetta lì a dividerti dai colleghi plebei era proprio figa.
    Portavo in Smistamento articoli e cosette, qualcosina alla fine la traducevo lo stesso, e credo sempre durante il mio periodo da Redattore fui promosso a Traduttore. Ah, sì, anche perché presentai le Let's Not Meet! Solo il cielo sa quanto fossi felice di aver portato finalmente un nuovo contenuto "originale" che avrebbe appassionato l'utenza.

    In quel periodo tuttavia ebbi un po' di problemi. Credo fosse l'anno in cui avevo l'esame di Stato a scuola, quindi con la preparazione della tesina e tutto il programma arretrato, le materie d'esame e la commissione esterna che sembrava uscita dagli inferi, lasciai probabilmente quasi senza avvisare. Così, me ne andai.
    In privato continuavo a sentire qualche ex-staffer, avevo legato particolarmente con Pisy ed InKubus, su Facebook e Whatsapp parlavamo molto dell'andazzo del forum, ma nessuno di noi tre era effettivamente troppo attivo da seguirlo attivamente. Quando abbandonò anche Ink, per motivi che ancora non mi sono chiari a distanza di anni (o che onestamente non ricordo), non ne volli sapere più nulla dell'organizzazione interna. In quel periodo non so perché ma sviluppai una sorta di odio (?) per qualcuno che all'epoca era rimasto nello staff, quindi decisi che, andato via un caro amico, avrei chiuso tutto anche io.

    Quinidi iniziarono i miei alti e bassi, c'ero ma non c'ero, e alla fine mi scontrai un po' con tutti gli ex-staffer (e anche con Kohei, se devo dirla tutta); ci fu il periodo in cui qualcuno (non ricordo chi) mi venne a chiamare perché avevano avuto la brillante idea di cambiare nome al forum e trasformarlo in qualcosa che era lontano anni luce dal Creepypasta Forum che conosciamo oggi.
    Una di queste ultime sere Woody ci ha riportato alla memoria oltretutto le alternative di nomi che erano state proposte per il make-over. Non potete sapere quanto io abbia riso a vedere che se le ricordasse a memoria! Sono stati un trauma per alcuni di noi e credo che Woody sia il testimone perfetto. Dovete pagarci le sedute dallo psicologo, amici.


    E solo chi c'è stato in quel periodo ricorderà: le dimissioni generali, io che sbraitavo come il paladino dei due mondi, gente che mi dava del mestruato incazzoso, io che chiamavo i rinforzi dalla wiki, ex-staffer dati per dispersi 10 anni prima che tornavano come all'alba dei morti viventi... Raga, che drama.
    Ma il CPF è stato anche questo.
    Il CPF è stato, ed è, il forum migliore a cui io abbia mai avuto modo di partecipare. Anche per il drama, e quasi direi soprattutto per il drama, anzi; ricordate? Woody che tornava a fare casino con 13 account diversi, il grande Cavaliere bannato almeno due volte all'anno per dieci anni consecutivi, DevilZ e le sue sparate, Sandwich arrogantissimo (<3), vecchi staffer che tornavano per il flame... Se ci ripenso mi guardo dietro e rido. Ma tanto, proprio.

    Quante ne abbiamo passate, eh?

    Mi auguro di poter rimanere con voi ancora a lungo e che riusciremo a crescere insieme ancora e ancora.
    Dopo dieci anni, alla fine, la cosa più bella è vederci cresciuti, maturi, sempre più spigliati ma soprattutto ancora appassionati e disposti a dedicare il nostro tempo alla community.

    Vi ringrazio di cuore, voi tutti. Gli utenti, gli staffer, gli ex-staffer, gli amici che mi sono fatto, le risate che mi avete regalato, le crisi di mezzanotte, i litigi in Chat Staff, il drama... Semplicemente grazie, grazie, grazie.
    Oggi raggiungiamo un nuovo traguardo. ♥

    A tanti altri ancora.

    Tanti auguri CPF! ♥

    Vostro, Kagerou.


    Voglio ringraziare in particolar modo i colleghi staffer, dal principio ad oggi. Senza di voi tante idee incredibili non sarebbero state possibili. La cosa che mi rende più felice è che a distanza di anni siamo sempre gli stessi, gira e rigira. Medi, Koh, Dama, Rory, Em e Cap (fino alle dimissioni), Woody, Morty, Dark... Siamo davvero lo staff del 2017. Vi voglio tanto bene, mistici amici.
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    Ma raga come riuscite a riesumare presentazioni di sei anni fa e scambiarle per recenti? Vi giuro per me è un mistero.
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    Sì, Woody è diventato staffer a dodici anni. Alla fine come dice lui, l'età c'entra poco; ci vuole una presa di coscienza e un pelino di voglia di maturare e migliorarsi personalmente, a dieci anni, tredici o venti. Fa lo stesso.

    Sorvolando ciò, con un po' di ritardo, ciao Melody. Come ti hanno già spiegato i colleghi potevi chiedere il cambio nickname anziché ricreare un account. Quando i commenti (dello staff, o dell'utenza) non ti sono chiari, hai tutto il diritto (ed il dovere, anzi!) di chiedere ulteriori delucidazioni. Ci può stare non afferrare immediatamente un concetto, capita a tutti, e il dialogo è sempre il modo migliore per cercare di risolvere il problema. Non aver paura di continuare a fare domande riguardo ciò che non hai capito, nessuno ti giudica ed anzi, siamo sempre disponibili per questo genere di cose. L'unico appunto che mi sento di farti è di prendere seriamente ciò che lo staff o l'utenza dice riguardo le tue storie, possibilmente senza offenderti e sentirti attaccata nel personale come è già accaduto. Alla fine, se poni qualcosa al giudizio altrui, possono sempre arrivare delle critiche (ma questo in generale, eh, nella vita, non solo sul forum!) e non tutte possono farti piacere, ovviamente. Capisco che dietro ogni tipo di lavoro c'è un impegno e un dispendio non indifferente di tempo e forze e dunque può farci corrucciare vedere la nostra dedizione "poco" apprezzata dagli altri, ma la qualità deve avere sempre il primo posto e deve essere l'unico obiettivo che devi prefissarti di raggiungere, in tutto ciò che fai. Ricorda, non la quantità, ma la sostanza. ♥

    Detto ciò, ti auguro una più serena permanenza e spero che tu possa reagire meglio, nel futuro. :love:
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    Ti banno perché mi sento incredibilmente credente, ora. Ti ringrazio!
199 replies since 4/8/2009
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