Lo scambio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    263
    Creepy Score
    +17

    Status
    Offline
    Nicole, un po' troppo ad alta voce, tanto che il piccolo Steve quasi si svegliò.

    Il bambino aveva dormito per tutto il tragitto, russando come non faceva da tempo. Il suo sonno profondo, molto raro di quei tempi, era dovuto a tre pillole di sonnifero che Nicole aveva sciolto nel latte del bambino. Era andata incontro a non poca fatica: ciò che stava per fare la disgustava, e già sentiva i sensi di colpa che la consumavano. Tuttavia, rifletté, non c'era altra scelta. Non dopo che suo marito l'aveva quasi uccisa. Non dopo aver malauguratamente scoperto che non c'era nessun altro posto in cui andare a vivere.

    Superò il confine e si trovò nel caro, vecchio Ohio. Che bello. Aveva molti ricordi su quello stato, e gran parte di essi erano positivi. Tranne due. Uno era su sua madre, la quale una volta, quando erano andati a far visita alla (defunta) zia Jessica, le aveva dato uno schiaffo perché, a detta sua, s'era comportata troppo male. L'altro era su un cane che l'aveva morsa alla gamba, ed era stata costretta a farsi i punti.

    «Mmm» disse Steve.

    «Dormi, tesoro.»

    Premette sull'acceleratore e in quell'istante ripensò alle parole dell'uomo che l'aveva indirettamente portata fin lì, che le aveva dato la possibilità di cambiare la sua vita. Dammi il bambino e io ti do diecimila dollari. Un sogno... ma si sarebbe avverato? Aveva trovato il numero del tale su uno strano annuncio trovato su un sito altrettanto strano, uno di quelli che non trovi facilmente su internet, se non tramite appositi software. Uno di quelli che poteva metterti in guai seri, anche solo guardando senza fare niente. «Però» disse tra sé, dopo aver gettato un'occhiata a Steve - i bei capelli rossi del bambino che gli cadevano sulla fronte, il muco che gli scendeva dal naso -, «non sono stata io a farmi venire l'idea. E ho esitato, sia chiaro.»

    Cercava forse di discolparsi agli occhi di Dio? Assolutamente sì; anche se non era particolarmente credente, aveva paura di una punizione divina, perché in fondo cos'altro si meritano le persone come lei?

    «Ma non avevo altra scelta. E non ce l'ho tutt'ora.»

    E le tornarono alla mente gli schiaffi di David, così forti da lasciarle una macchia rossa sulla guancia. E non si fermava solo a quello, nossignore. Come dimenticare gli insulti, la paura e le tattiche per allontanarla dagli altri, che alla fine avevano avuto un vero effetto su di lei? Eh no, un'altra alternativa non c'era.

    E poi la città, a quanto diceva il cartello sulla destra, era a pochi metri da lì. Questione di tre minuti.


    «Quindi è questo il poppante, eh? Carino.»

    L'uomo con cui Nicole si era messa in contatto era molto diverso da come se l'era immaginato. Aveva pensato che sarebbe stato brutto, grasso, con un sorriso furbo che riusciva solo a farti tremare e le mani sporche di qualcosa che poteva essere grasso. Invece era un individuo del tutto normale. Anzi, era molto bello, e non poté fare a meno di soffermarsi su quegli occhi verdi. E per non parlare dei muscoli che si vedevano attraverso la maglietta trasparente. Trasparente perché era tutta coperta di sudore.

    Eh sì, fa molto caldo.

    «Potresti togliergli le mani di dosso? Sai, solo per adesso.» Erano nel garage dell'uomo, che aveva detto di chiamarsi Rich. Il garage era piuttosto pulito, e si sentiva un buon odore di detersivo al limone. C'era un tavolino con degli attrezzi che servivano a creare e ad aggiustare cose, attrezzi come cacciaviti, chiodi, martelli e così via. C'era anche un piccolo secchio nero.

    «Perché?» Chiese Rich, allontanandosi dalla macchina. Teneva Steve in braccio. Il bambino continuava a dormire. «Non gli farò niente. È un bambino così carino.»

    «Lo capisco, ma...» Abbassò lo sguardo, e le parve di essere osservata da qualcosa. Magari erano gli occhi di Dio, che le urlavano contro di tirarsi indietro. Forse si poteva ancora fare. Forse... «Veniamo al dunque. Dove sono i soldi?» Le parole le sembrarono così lontane.

    Rich sorrise. «I soldi? Eccoli qui!» Si girò, con ancora Steve in braccio, e afferrò un sacco che si trovava nel fondo del garage. Tornò da Nicole. «Non sono proprio diecimila dollari, ma ti potranno bastare.»

    Nicole prese il sacco. Cristo, pesava tantissimo. Chissà quanti soldi c'erano dentro. Soldi marci, cara mia, soldi illegali. Ma la felicità prese il sopravvento, e quasi mise a tacere quella vocina. «Non mi hai truffato...»

    «Nossignora, gli scambi avvengono sempre in maniera pulita, con me. Be'... pulita come intendo io.»

    «Grazie.»

    Strinse le mani a Rich e gettò il sacco sul sedile posteriore, dove un tempo era seduto Steve.

    Salutò l'uomo, osservò un'ultima volta Steve, provando una fitta di malinconia che però diventava sempre più piccola, e partì.


    In seguito avrebbe scoperto che i soldi erano falsi. E che dentro quel sacco c'era un GPS molto potente.
     
    .
  2.      
     
    .
    Avatar

    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

    Group
    Member
    Posts
    10,846
    Creepy Score
    +136
    Location
    In un mondo di orrore e oscurità

    Status
    Offline
    nella prima frase della storia manca qualcosa

    CITAZIONE
    Nicole, un po' troppo ad alta voce, tanto che il piccolo Steve quasi si svegliò.

    e sul finale potresti sostituire Steve con "figlio" o "bambino" per non essere troppo ripetitivo

    non sono critiche ma consigli per la storia
     
    .
1 replies since 20/10/2023, 13:00   60 views
  Share  
.