La festa

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    «Hai bevuto anche stasera?» chiese Max, mentre sistemava Ricky sul divano. Non c’era bisogno che il ragazzo rispondesse: gesticolava, sorrideva in modo ebete e aveva le guance rosse. Sì, era chiaramente ubriaco. Max aveva più volte provato a spiegargli che bere era sbagliato (si rischiava di confessare parecchie cose, da ubriaco) ma Ricky non lo ascoltava. Quella sera una ragazza di nome Lily aveva organizzato una festa alla sua villa fuori città. Ricky era innamorato di Lily e aveva sicuramente provato ad attaccare bottone con lei… con scarsi risultati, però. L’unica cosa che aveva ottenuto erano state delle intimidazioni da parte di alcuni rivali, intimidazioni che non gli avevano dato alcun effetto. Max era venuto a prenderlo alle 23:54.

    Ricky provò ad alzarsi in piedi, barcollò e tornò sul divano. «Ehi…»

    Max si voltò verso di lui. «Che vuoi dirmi?»

    «La festa è stata una figata, Max! Avresti dovuto esserci!»

    «Sai che detesto le feste.» Iniziò a pulire i piatti con cui aveva mangiato. Poi si fermò, colpito da un dubbio. «Hai fatto delle cazzate, laggiù? Hai detto qualcosa di troppo?»

    «Oh, certo che no…» Ricky si portò una mano alla testa e per un attimo sembrò riflettere. Disse: «Oddio sì, forse una cazzata l’ho fatta!» E scoppiò a ridere.

    Max si piombò su di lui e gli mollò un pugno al naso, da cui uscì un fiotto di sangue. «Che cazzo hai fatto? Dimmelo ora!»

    Ricky si pulì il naso e rispose: «Be’, ecco, potrei aver parlato un po’ con Bill Edwards.»

    «Bill Edwards? Quel Bill Edward?»

    «Sì.»

    «E cosa gli hai detto?»

    «Gli ho detto di non andare a camminare nel bosco, domani. Ovviamente a lui piace farlo, e all’inizio non mi ha ascoltato, ma poi ha detto di sì e…»

    Non finì di parlare che Max gli diede un calcio nei testicoli. «Testa di cazzo! Quando ti deciderai a prendere il tuo lavoro sul serio?» Prese una pistola dal mobile lì vicino e la diede a Ricky. «Adesso sarai tu ad ucciderlo, capito? Solo tu! E dovrai anche trovare un nuovo posto in cui farlo!» Ricky osservò la pistola. A questo punto la sua sbornia era finita ed era preso dalla paura. Iniziò a riflettere sulla cazzata che aveva fatto.

    «Va bene.» Prese la pistola. «Quanto hai detto che ci pagheranno?»

    «Tremila dollari. E, ti giuro, se succede un’altra volta ti uccido.»
     
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    Ser Procrastinazione

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    Mi ricorda tanto una storia che tradussi un paio di anni fa, "Il Portafoglio nel Tombino", dal momento che in entrambe ci sono dei killer in incognito. Essendo stata postata in CP, mi aspettavo un risvolto più... horror.
     
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    Molto bellina questa, però onestamente non sono sicuro sulla CP, non ci sta un vero e proprio "Mind Fuck" e il riscontro non è così inquietante, sembra un pezzo di dialogo fuori uscito da un romanzo, sicuramente potrebbe essere continuata.
    Ma sarebbe difficile e forse la tua intenzione era quella di lasciare il resto al lettore, a mio giudizio non si può dire molt'altro visto che è così corta
     
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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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    concordo con stefy
     
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