Jeff

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    Jeff

    Quando siamo piccoli i nostri genitori ci dicono sempre di non parlare con gli estranei. Ci dicono che non dovremmo parlare con gli sconosciuti che si siedono accanto alla panchina nel parco su cui siamo seduti, per fare un esempio. Lo dicevano anche a me, sapete? Non parlare con gli sconosciuti, stai attenta... Queste erano le principali raccomandazioni che mi facevano quando ero piccola.

    Ad ogni modo, devo ammettere di non averle seguite molto attentamente. Mi sono sempre divertita a chattare sulle chat anonime di internet, frequento spesso posti come Omegle, ma sono sempre stata attenta a non dare il mio indirizzo di casa o a non farmi manipolare. Credevo che di questo fosse capace anche mio fratello Brian, anche lui solito chattare online, ma evidentemente mi sbagliavo.

    Mi chiamo Tiffany. Ho sedici anni e vivo in un piccolo quartiere di un'anonima città del Maine. Come detto prima, ho un fratellino di nome Brian, dieci anni. Poi ci sono i miei genitori, Shelley e Tim. Siamo una famiglia felice, la tipica famigliola che si vede nelle pubblicità.

    Abbiamo molti hobby: mio padre adora fare camminate in montagna, mia madre badare al prato, io disegnare... Poi ci sta mio fratello, che adora passare il suo tempo sui giochi online, dove ci sono delle chat con cui conversare tra utenti. Mia madre dice che non gli fa tanto bene, ma mio padre non è della stessa opinione. Dice che finché Brian parla solo con i suoi amici, non c'è nulla di male. Ma nel complesso i miei genitori sono entrambi così impegnati che raramente controllano quello che fa Brian sui suoi giochi. E a me, sinceramente, non è mai fregato nulla.

    In questi giorni mio fratello mi ha detto di aver fatto amicizia online con un tizio di nome "Jeff". Mi ha detto che "Jeff" è un ragazzino un po' più grande di lui, molto simpatico e che è anche molto intelligente. Mi ha detto che vorrebbe conoscerlo di persona. Io gli ho detto, con noncuranza, "sì sì, prima o poi lo conoscerai, ne sono certa" e poi sono tornata a leggere il mio libro.

    Qualche giorno fa i nostri genitori sono partiti per una luna di miele, lasciandoci soli. Ho badato a me e mio fratello, facendogli il cibo e divertendoci insieme. Sere fa, lui mi ha detto che finalmente avrebbe conosciuto Jeff, che sarebbe andato con lui e che sarebbero stati felici, il tutto con un sorriso stampato in faccia. Ho riso e l'ho messo a dormire.

    Quella sera stessa mio fratello scomparve. Trovai la finestra aperta e il letto vuoto, con solo il peluche del mio fratellino sopra.

    Andai nel panico. Contattai la polizia, poi i miei genitori, che mi dissero che sarebbero tornati il più presto possibile. Ero terrorizzata. Dove poteva essere finito? Chi poteva averlo preso? Poi mi venne in mente quel nome. "Jeff". Poteva essere stato quel tale, che magari era un maniaco che fingeva di essere un bambino per attirare le sue vittime? Iniziai a sudare e bevvi un sorso d'acqua da una bottiglia presa dal frigorifero. No, no, non poteva essere vero, non poteva...

    Mio fratello tornò due giorni dopo. Era sporco, la faccia era piena di graffi, le sue braccia coperte di lividi e piangeva, piangeva come se l'avessero quasi ucciso. Non potevo crederci. Gli corsi incontro, con le lacrime agli occhi, e gli chiesi cosa diavolo fosse successo. Lui mi disse, singhiozzando: "Jeff... Lui... Mi ha fatto del male". Lo abbracciai e lo portai dentro.

    Adesso è steso sul divano. L'ho curato e lavato, e ora è come nuovo. Sono agitata, non so che fare. Per avere un po' d'aiuto ho contattato il mio amico David. David è un bravo ragazzo, dai capelli biondi e occhi verdi, molto bello e simpatico. Vive accanto a casa mia, e spesso mi aiuta e consola nei momenti di bisogno. So che potrebbe essere sciocco farlo venire adesso piuttosto che chiamare la polizia, ma devo farlo. Lo chiamo e gli chiedo di venire, e lui accetta.

    Subito dopo suona il citofono e gli apro.

    "Oh, menomale che sei qui, non puoi capire che è successo", gli dico, abbracciandolo.

    "Tranquilla, piccola... Andrà tutto bene, scopriremo il responsabile. Come sta tuo fratello?"

    In questo preciso istante mio fratello viene da noi. Guarda me, poi David, e il suo sguardo si congela. Sembra impaurito, e posso vedere che i suoi pantaloni sono bagnati.

    "Ciao, Jeff" dice a David.

    Jeff? "Ti ha chiamato Jeff. Perché l'ha fatto? Che sta succedendo?" Improvvisamente noto che David mi sta stringendo troppo forte, non riesco a levarmelo di dosso. "Perché ti ha chiamato Jeff?! Rispondi! E lasciami, ti prego!".

    Sul suo volto compare un sorriso sinistro, terrificante, di una persona disturbata. "Sei pazzo! Sei pazzo!" urlo con tutte le mie forze, prima che lui mi metta una mano in bocca, zittendomi.

    Lui si volta a guardare mio fratello, ancora intento a fissarci e immobile per la paura, e dice: "Oh ciao, Brian... Ti sei divertito con me?"
     
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    Mi chiamo Tiffany. Ho sedici anni e vivo in un piccolo quartiere di un'anonima città del Maine. Come detto prima, ho un fratellino di nome Brian, dieci anni. Poi ci sono i miei genitori, Shelley e Tim. Siamo una famiglia felice, la tipica famigliola che si vede nelle pubblicità.

    Secondo me andava messa prima del preambolo sul non scrivere agli sconosciuti. In più, avrei tolto il dettaglio sul piccolo quartiere. Se la città resta innominata, è meglio non specificarlo.
    CITAZIONE
    Per avere un po' d'aiuto ho contattato il mio amico David

    In tutta franchezza già qui si capiva dove sarebbe andata a parare. Per renderlo meno evidente, avrei introdotto David già dall'inizio. Poi, una domanda: Brian non aveva mai parlato con David? non lo aveva mai visto? non aveva mai notato delle somiglianze?
     
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    Oltre a ciò che ha detto Woody, vorrei aggiungere che il comportamento della sorella è fin troppo poco plausibile, mettendo sia il fatto che tale menefreghismo seppur improbabile è possibile, credo che un approccio diverso sarebbe stato migliore, magari dove il fratellino era testardo e scappava di casa, conosciamo tutti la stupidità di un bambino di 10 anni, per una ragazza di 16 non è lo stesso. Poi generalmente come è possibile che i genitori non abbiano mai sentito nulla di questo Jeff? non hanno hobby che tengono lontani per giorni. l'intero problema della storia è il realismo quasi del tutto assente e una scrittura sbrigativa. Comunque so anche che questa storia è vecchia, vedendo le più recenti sei decisamente migliorato un sacco.
     
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