I bambini di Chernobyl

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  1. ´ kagerou.
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    people who think oikawa should've gone to shiratorizawa are banned.

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    Ciao Tokyo.
    Scusami per il ritardo, è stato un periodo un po' meh.
    Allora, dunque. Voglio dirti che sicuramente c'è stato qualche passo avanti da quando scrivevi solo Poképasta, però purtroppo, (e mi dispiace dirlo), ancora non riesci a scrivere e raccontare storie "mature". Mature nel senso, che non sembrino un'accozzaglia di cose lanciate a caso che buttano
    solo fumo negli occhi al lettore, nella speranza forse di dargli un contesto "accattivante" che però poi non ha senso di esistere. Hai scritto parecchio sul passato/presente dei due protagonisti della storia, il maschietto che è precoce e subito parla e cammina, la sorellina che fa affidamento su di lui, il reattore che esplode... ma poi? Che senso hanno tutte queste informazioni se all'interno della storia non c'è uno sviluppo? Kyrylo onestamente, dopo che ho letto tutto il racconto, sembra semplicemente un bambino prodigio ma che poi... boh? Cioè, nel senso, perché scrivere che fosse davvero un super bambino se ai fini della storia non cambia nulla?
    Ecco, per farti capire cosa sto dicendo; immaginiamo invece che tu avessi scritto che Kyrylo in realtà era un bambino senza gli arti superiori. Facciamo finta di aver riscritto la prima parte della tua storia, poi facciamo un rush alla fine con questa considerazione: Kyrylo non ha le braccia.
    Cosa è cambiato? È cambiato qualcosa ai fini della trama? C'è stato uno sviluppo diverso?
    Te lo dico io: no.
    No, perché sono informazioni che hai scritto completamente a caso, senza uno "scopo", che non servono a nulla. E questo vale per tutte le informazioni "a caso" che hai lasciato per tutta la lunghezza della storia. Sembrano state aggiunte solo per "allungare il brodo" e scrivere qualche riga in più, altrimenti anziché "tre colonne" erano una e mezza, se vogliamo ragionare come i temi di italiano a scuola.

    La storia di per sé non mi ha lasciato nulla. Forse se fosse stata sviluppata con una suspence diversa, e un'atmosfera più "sinistra" sarebbe stato diverso (sono sicuro che sia così, in realtà — perché io, ad esempio, non avevo immaginato immediatamente che i bambini fossero in realtà dei fantasmi, quindi precedentemente morti). Forse, ancora non riesci ad avere l'esperienza e la maturità per sviluppare una storia di questo calibro.

    Inoltre, il finale sembra voler essere un lieto fine ad una storia strappalacrime di due bambini abbandonati, ma poi completamente a caso c'è uno svenimento Dantesco e personaggi inseriti fuori contesto che commentano il tutto increduli. Capisci che è un po'... beh, come dire...? "A caso"?

    Se vuoi trarre uno spunto di riflessione da questo mio commento sarò più che felice di darti una mano a strutturare la storia in modo differente, ma per come è adesso mi sento solo di dire Cestino.
    Buona fortuna, in ogni caso.

    Ovviamente sintatticamente c'è da rivedere il costante uso dei pronomi ripetuto nel tempo che rendono il racconto "pesante" e poco scorrevole. "Egli disse", "Esso accadde", "Ella fece" sono spesso... non necessari. Oltre che un po' datati. Era qualche secolo e qualche epoca letteraria che non leggevo questa costante dei pronomi per ogni inizio del periodo. A volte, se i periodi precedenti sono chiari, il soggetto si può sottintendere. Abbiamo questo magico potere nella nostra lingua di sottintendere cose, sfruttiamolo. Si fanno magie.
     
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2 replies since 16/7/2021, 16:35   97 views
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