I bambini di Chernobyl

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    Era il 13 Giugno del 1979, a Chernobyl, nasce un bambino chiamato Kyrylo.
    Egli era un bambino molto intelligente, difatti a 9 mesi iniziò a camminare. Dopo un mese iniziò anche a comunicare dicendo le sue prime parole. Tre anni dopo nel 1982, nasce la sua sorellina: Vira.
    Vira era una bambina molto insicura, si affidava particolarmente al fratello. Il 26 Aprile 1986, succede l'immaginabile per la famiglia e per tutte le persone che abitavano a Chernobyl. Difatti un reattore nucleare esplose, esso creò radiazioni in tutta la città. La catastrofe fece scappare tutti i cittadini, essa si trasformò quindi in una città fantasma.
    I due bambini vennero lasciati nella città dai genitori, i quali scapparono. Vira e Kyrylo crebbero nella città fantasma, dove ormai si abituarono alle radiazioni e agli effetti di essa sugli animali. Avevano ormai 13 e 10 anni, i due ragazzini si erano abituati nel vivere a Chernobyl. Passarono altri anni, i due fratelli un giorno avvistarono un gruppo di scienziati. Alcuni di loro analizzavano i dintorni, mentre analizzavano la zona uno degli scienziati notò i ragazzini.
    Si avvicinò a loro, egli si chiedeva come fosse possibile che i due non avevano nessun effetto delle radiazioni. Vira si nascose dietro il fratello che guardò lo scienziato. Egli guardò Vira e le cominciò a porre delle domande: "Chi siete? E cosa ci fate qui?" Vira non rispose, Kyryrlo si mise tra lei e lo scienziato facendogli un cenno di lasciarla stare. Lo scienziato lo guardò, gli cominciò a fare altre domande: "Come vi chiamate? Quanti anni avete?". A nessuna di queste domande ci fu risposta. Kyrylo continuava a guardare lo scienziato cercando di evitare le sue domande; Vira invece osservava altri due scienziati, un uomo ed una donna che le sembrarono familiari.
    Lei si avvicinò, loro la guardarono. La donna le pose di nuovo la domanda dell'altro scienziato: "Come ti chiami?", Vira non rispose. Kyrylo la raggiunse e guardò l'uomo. "Sei suo fratello?" L'uomo gli chiese mentre lui annuì lentamente.
    La donna le richiese la stessa cosa: "Come ti chiami?", Kyrylo la guardò e Vira finalmente rispose con un po' di fatica, come se non sapesse come parlare: "Mi c-chiamo V-Vi-Vira".
    Lei riprese fiato. La donna la guardò per poi abbracciarla: "Non posso crederci... Sei davvero tu?" ella scoppiò in lacrime. Kyrylo capì la situazione e guardò l'uomo per poi abbassare lo sguardo: "I-Io so-son-sono K-Kyrylo..." disse.
    L'uomo sorrise: "Ciao ometto..." Lui abbracciò l'uomo che scoppiò in lacrime. Dopo anni, finalmente trovarono i loro genitori.


    Gli altri scienziati li guardarono: "Che state facendo?" L'uomo e la donna li guardarono per poi guardarsi le braccia, i ragazzini non c'erano. "C-Com'è possibile?!" Disse spaventata e disperata allo stesso tempo. Lo scienziato che parlava con i ragazzini era svenuto per terra all'improvviso, quando si risvegliò non ricordava niente. La donna vide due ragazzini vestiti di bianco con la coda dell'occhio. "Non è possibile... Erano qui!". Tutti quanti se ne andarono. Gli scienziati raccontarono ai due che due ragazzini furono trovati morti a causa delle radiazioni forti 3 anni prima. L'uomo li guardò e non disse niente.

    Edited by Tokyo TheWolf - 16/7/2021, 18:00
     
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    Ciao Tokyo.
    Scusami per il ritardo, è stato un periodo un po' meh.
    Allora, dunque. Voglio dirti che sicuramente c'è stato qualche passo avanti da quando scrivevi solo Poképasta, però purtroppo, (e mi dispiace dirlo), ancora non riesci a scrivere e raccontare storie "mature". Mature nel senso, che non sembrino un'accozzaglia di cose lanciate a caso che buttano
    solo fumo negli occhi al lettore, nella speranza forse di dargli un contesto "accattivante" che però poi non ha senso di esistere. Hai scritto parecchio sul passato/presente dei due protagonisti della storia, il maschietto che è precoce e subito parla e cammina, la sorellina che fa affidamento su di lui, il reattore che esplode... ma poi? Che senso hanno tutte queste informazioni se all'interno della storia non c'è uno sviluppo? Kyrylo onestamente, dopo che ho letto tutto il racconto, sembra semplicemente un bambino prodigio ma che poi... boh? Cioè, nel senso, perché scrivere che fosse davvero un super bambino se ai fini della storia non cambia nulla?
    Ecco, per farti capire cosa sto dicendo; immaginiamo invece che tu avessi scritto che Kyrylo in realtà era un bambino senza gli arti superiori. Facciamo finta di aver riscritto la prima parte della tua storia, poi facciamo un rush alla fine con questa considerazione: Kyrylo non ha le braccia.
    Cosa è cambiato? È cambiato qualcosa ai fini della trama? C'è stato uno sviluppo diverso?
    Te lo dico io: no.
    No, perché sono informazioni che hai scritto completamente a caso, senza uno "scopo", che non servono a nulla. E questo vale per tutte le informazioni "a caso" che hai lasciato per tutta la lunghezza della storia. Sembrano state aggiunte solo per "allungare il brodo" e scrivere qualche riga in più, altrimenti anziché "tre colonne" erano una e mezza, se vogliamo ragionare come i temi di italiano a scuola.

    La storia di per sé non mi ha lasciato nulla. Forse se fosse stata sviluppata con una suspence diversa, e un'atmosfera più "sinistra" sarebbe stato diverso (sono sicuro che sia così, in realtà — perché io, ad esempio, non avevo immaginato immediatamente che i bambini fossero in realtà dei fantasmi, quindi precedentemente morti). Forse, ancora non riesci ad avere l'esperienza e la maturità per sviluppare una storia di questo calibro.

    Inoltre, il finale sembra voler essere un lieto fine ad una storia strappalacrime di due bambini abbandonati, ma poi completamente a caso c'è uno svenimento Dantesco e personaggi inseriti fuori contesto che commentano il tutto increduli. Capisci che è un po'... beh, come dire...? "A caso"?

    Se vuoi trarre uno spunto di riflessione da questo mio commento sarò più che felice di darti una mano a strutturare la storia in modo differente, ma per come è adesso mi sento solo di dire Cestino.
    Buona fortuna, in ogni caso.

    Ovviamente sintatticamente c'è da rivedere il costante uso dei pronomi ripetuto nel tempo che rendono il racconto "pesante" e poco scorrevole. "Egli disse", "Esso accadde", "Ella fece" sono spesso... non necessari. Oltre che un po' datati. Era qualche secolo e qualche epoca letteraria che non leggevo questa costante dei pronomi per ogni inizio del periodo. A volte, se i periodi precedenti sono chiari, il soggetto si può sottintendere. Abbiamo questo magico potere nella nostra lingua di sottintendere cose, sfruttiamolo. Si fanno magie.
     
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    Beh, non l'ho capita benissimo, mi sembrano tutti avvenimenti a caso, che senso aveva dire che era un bambino prodigio? Quando si scrive qualcosa bisogna cercare di dargli un senso anche più avanti nella storia, tipo perché i genitori gli hanno abbandonati senza portarli con loro? Oppure come hanno fatto a sopravvivere, perché erano immuni alle radiazioni? Comunque l'inizio mi è sembrato più comico che altro, i bambini nascono quando hanno nove mesi, quindi questo bambino è uscito dalla madre e subito dopo essere uscito s'è messo a camminare e a parlare? "Azvegan Mother!", vabbè scusami sta parte sto scherzando, comunque Kage ha ragione c'è stato un passo avanti.
     
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2 replies since 16/7/2021, 16:35   93 views
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